Cosroe II re di Persia trasportato da soverchia tenerezza per Medarse suo minor figliuolo, giovane di fallaci costumi, volle associarlo alla corona defraudandone ingiustamente Siroe suo primogenito principe valoroso ed intolerante, il quale fu vendicato di questo torto dal popolo e dalle squadre che infinitamente l'amavano e si sollevarono a suo favore.
Cosroe nel dilatar con l'armi i confini del dominio persiano, si era tanto inoltrato con le sue conquiste verso l'oriente che avea tolto ad Asbite re di Cambaia il regno e la vita. Né dalla licenza de' vincitori avea potuto salvarsi alcuno della regia famiglia, fuori che la principessa Emira figlia del suddetto Asbite, la quale, dopo aver lungamente peregrinato, persuasa alfine non meno dall'amore, che avea già concepito antecedentemente per Siroe, che dal desiderio di vendicar la morte del proprio padre, si ridusse nella corte di Cosroe in abito virile col nome d'Idaspe, dove dissimulando sempre l'odio suo, incognita a ciascuno, fuori che a Siroe, ed introdotta da lui medesimo, seppe tanto avanzarsi nella grazia di Cosroe che divenne il di lui più amato confidente. Sopra questi fondamenti tratti in parte dagli scrittori della storia bizantina ed in parte verosimilmente ideati si ravvolgono gli avvenimenti del dramma.
Le parole numi, fato, eccetera non hanno cosa alcuna di comune cogl'interni sentimenti dell'autore che si professa vero cattolico.