Il salto di Leucade

 

Scena prima

Luogo remoto in vicinanza dell'ostello sacerdotale.
Alcandro è nell'atteggiamento di presentar Saffo al collegio degli Aruspici, adunato presso all'antro; ella tien bassa la fronte e conserte le braccia, qual persona umiliata e contrita; Lisimaco stassi più indietro accanto ad alcuni Neocori: Ippia è fra gli Aruspici. Tratto tratto odesi rumoreggiare il vento.

Bozzetti

 Q 

Alcandro, Saffo, aruspici, Lisimaco, neocori, neocoro, Ippia

 

ALCANDRO

Voci del ciel, divini  

aruspici, costei nel sacro bosco

grave cagion traea:

l'udite.

ARUSPICI E IPPIA

Parla.

SAFFO

Io, rea

di sacrilegio, qui pentita vengo

ad atterrarmi, onde placato il dio

svolga dal capo mio

il tremendo anatema:

e quindi a spegner l'indomita fiamma

che tutta m'arde, e che un destin perverso

colpevol fece, dalla sacra rupe

balzar domando.

LISIMACO

(Ahi misera!)

ALCANDRO

Del nume,

nel profetico speco,

le volontà scrutate.

ALCANDRO E IPPIA

Andiam.

 
(entrano nella caverna)

Ippia, aruspici ->

 

SAFFO

Se meco  

non è delitto la pietà, Climene,

pria dell'ora solenne,

mi lascia riveder.

ALCANDRO

No 'l vieto.

(parla sommessamente ad un neocoro che parte)

neocoro ->

 

Or piega

la fronte nella polve, e gemi e prega.

 

ARUSPICE
(dall'interno della spelonca)

Signor di Leucade ~ occhio del cielo,    

che puoi de' secoli ~ frangere il velo,

i tuoi fatidici ~ spirti possenti

dell'antro scuotano ~ i sacri venti;

ne' loro sibili ~ ti manifesta,

palese rendine ~ il tuo pensier.

Udiam. ~ Silenzio: ~ l'aura si desta,

egli ci annunzia ~ il suo voler.

S

Sfondo schermo () ()

SAFFO

Compunta e supplice ~ vedimi, o dio,

amaro spargere ~ di pianto un rio...

ALCANDRO

Scorda l'ingiuria, ~ nume clemente,

come delirio ~ di guasta mente.

SAFFO

Da' nodi infausti ~ sciogli quest'alma,

l'ali del genio ~ rendi al pensier.

ALCANDRO

Doni alla misera ~ la prima calma

del mar Leucadio ~ l'alto poter.

 
(silenzio; il vento, che mormorava cupo cupo, sibila con più violenza, e percuote a più riprese i sacri bacini)
 
È noto che intorno al tempio di Dodona eran sospesi alcuni bacini di rame, combinati in modo che l'un d'essi agitato dal vento (ivi solito a spirare) comunicava agli altri la propria vibrazione: e che dai suoni tramandati le sacerdotesse formavano gli oracoli. Non è parso strano supporre un simile congegnamento nell'antro di Leucade.
 

Scena seconda

Ippia, Aruspici, quindi Climene e detti.

<- Ippia, aruspici

 

ARUSPICI E IPPIA

Il nume accolse la domanda.  

 

<- Climene

CLIMENE

Padre!  

ALCANDRO

Saffo ti chiede.

(Climene accenna di partire)

SAFFO

Non fuggir... fra poco

più rival non avrai; spento il mio foco...

o il viver mio sarà.

CLIMENE

Che parli?

SAFFO

Amica

tu m'accogliesti, amica

da te vo' separarmi...

(imprime un bacio sulla fronte di lei)

Il cielo invoca

per l'infelice Saffo...

(si asciuga una lagrima, poi si presenta intrepida ad Alcandro)

Eccomi.

ALCANDRO

O donna, come fia trascorsa

la prima ora diurna,

giura nel mar dal vertice tremendo

lanciarti.

ARUSPICI E IPPIA

Giura.

SAFFO

Il giuro.

LISIMACO

Ahimè!

CLIMENE

Che intendo!

ALCANDRO

Or sei del nume.

 
(in tono solenne, e consegnandola agli aruspici. Comincia il rito; un d'essi fa porre Saffo in ginocchio, ed il più anziano, al chiaror d'una face, imprime le risposte di lei sur un papiro)
 

IPPIA

Qual t'appelli?  

SAFFO

Saffo.

IPPIA

La patria?

SAFFO

Lesbo.

IPPIA

Il padre?

SAFFO

Ipseo.

LISIMACO

(in cui si è manifestata una crescente agitazione alle risposte di Saffo, esclama)

Ministri,

udirmi è forza... Il rito

da menzogne innocenti

non sia polluto... ~ Essa non è, qual crede,

figlia d'Ipseo, né culla

ebbe di Lesbo il suol...

SAFFO

Come!

LISIMACO

Fanciulla

io la rinvenni...

ALCANDRO

Che!

LISIMACO

Di lei mi diero

le investigate sorti alte speranze:

quindi loco mi tenne

d'una bambina mia nipote, spenta

pochi dì pria.

CLIMENE

Mi balza il core!

ALCANDRO

Ah! narra...

ove, quando... raccolta

era da te la fanciulletta?

LISIMACO

Or compie

il quarto lustro, sulla riva, spinta

colà dal tempestoso

Egeo.

CLIMENE

L'udisti, o padre?

ALCANDRO

Il ciel pietoso

la mia speme secondi...

SAFFO

Forse?

CLIMENE
(a Lisimaco)

Parla...

ALCANDRO

Tacete... A me rispondi...

 

 

Rispondi... non pendeale  

un amuleto al collo?

LISIMACO

E sculto di Leucadia

v'era il divino Apollo...

SAFFO

Lo serbo ancor.

(staccandoselo dal petto)

ALCANDRO

Deh! Porgilo...

CLIMENE

Osserva...

ALCANDRO

(dopo aver riconosciuto l'amuleto)

Figlia...

GLI ALTRI

Oh numi!...

ALCANDRO

La mia perduta... Aspasia...

SAFFO

Finisci... di'?

ALCANDRO

Che fiumi

costò? d'amare lagrime

al mio... paterno... cor...

Sei... tu...

GLI ALTRI

Fia vero?

CLIMENE

Oh giubilo!

SAFFO

Oh suora!... oh genitor!...

 

SAFFO, CLIMENE E ALCANDRO

Al seno mi stringi... ripeti l'amplesso

di tanta letizia m'opprime l'eccesso?

sì forte del sangue... il moto si desta

che voci... e... respiro... nel petto mi arresta...

ALCANDRO

La gioia ch'io provo il labbro non dice?

intender soltanto un padre la può!

SAFFO E CLIMENE

Del par che inatteso, istante felice!

La gioia de' numi quest'alma provò!

 

ARUSPICI E IPPIA

Alcandro, il rito a compiersi

manca brev'ora, il sai...

CLIMENE, ALCANDRO E LISIMACO

Cielo!...

ALCANDRO E IPPIA

A pregar nel tempio

uopo è che venga omai.

CLIMENE

No...

ALCANDRO

Sospendete... uditemi...

pietà del mio cordoglio...

ARUSPICI E IPPIA

Dal giuramento sciogliersi

ella non può.

SAFFO

Né il voglio.

Oh padre, addio. Traetemi

all'are sante appresso.

ALCANDRO

Fermate. ~ Un olocausto

offrir mi sia concesso:

nel sangue delle vittime

interrogar vo' il dio,

ne' segni arcani apprendere

s'ei cede al pianto mio,

se il mio pregar dall'orrido

voto l'assolve.

ARUSPICI E IPPIA

A noi

spetta indagar la mistica

offerta...

ALCANDRO

Ed io?

ARUSPICI E IPPIA

No 'l puoi.

Rammenta che lo vietano

le sacre leggi a te,

essa è tua figlia.

ALCANDRO

Oh smania!

L'averno è tutto in me.

Ah! che un perfido son io!

Di me stesso io son l'orrore...

Ho tradito il sangue mio,

d'una figlia ho infranto il core!

Me i rimorsi puniranno,

terra e ciel malediranno...

Un iddio su questa fronte

«parricida» scriverà.

SAFFO

Padre, il dio tentar non giova;

arma il petto di costanza.

La fatal, temuta prova

è la speme che mi avanza.

Se negato a questo core

è l'oblio d'infausto amore,

men tremendo della vita

il morir per me sarà.

CLIMENE

La germana che perdei,

un imene ambito tanto

mi concessero gli dèi

per dannarmi al duolo, al pianto!

Ahi! Che un rapido baleno

è la gioia in questo seno!

Ahi! Dai numi, come in terra,

è bandita la pietà!

LISIMACO

Ah! la parca i giorni miei

co' suoi giorni troncherà!

ARUSPICI E IPPIA

Quando parlano gli dèi,

per noi muta è la pietà.

 
(Alcandro è condotto dai neocori nella sua magione. Climene lo segue, Ippia e gli aruspici rientrano con Saffo nella spelonca)

neocori, Alcandro, Lisimaco, Climene, Ippia, aruspici, Saffo ->

 

Scena terza

Faone.

<- Faone

 

 

Fra queste orrende tenebre m'è grato  

ad ogni umano aspetto

fuggir... fuggir potessi

a me pur anco, a quel rimorso atroce

che le mie veglie, i sonni miei divide,

che mi dà cento morti e non m'uccide!

 

Qual frutto acerbo io colsi  

dall'ire mie funeste!

Respinsi un cor celeste,

che un dio per me formò!

Tutto a me stesso io tolsi!

Tutto perdei!... Soltanto

per consumarla in pianto

la vita a me restò!

Brano musicale ()

 

Scena quarta

Ippia, Aruspici e detto.

<- Ippia, aruspici, alcuni aruspici

 

IPPIA

Ite ad Alcandro, aruspici:  

ei sappia che l'offerta

ne' suoi fumanti visceri

rese del nume aperta

la volontà: che sciogliersi

non può dal giuramento

Saffo.

(alcuni aruspici entrano nella magione sacerdotale)

alcuni aruspici ->

FAONE

M'ingombra l'anima

crudel presentimento!...

Ah! di'; qual voto?

IPPIA

Spingersi

colei giurò nell'ima

vorago salutifera,

dall'apollinea cima;

spera così l'oblio

d'amor che il ciel vietò.

 

FAONE

(nell'estrema agitazione)

Ella si perde, ed io

in vita io resto?

(rimane qualche tempo concentrato ne' suoi pensieri)

Ah! no!...

(risoluto, e come persona cui è balenata in mente una speranza)

Mai più, mai più divisi

no, cara, non saremo...

solo una tomba avremo,

i vortici del mar.

E ne' beati elisi,

ove il piacer non muore,

ritornerem d'amore

insieme a palpitar.

 

IPPIA E ARUSPICI

Ritratti, il dì già spunta,

l'ora del rito è giunta:

in questo sacro orrore

non lice a te restar.

 
(Faone parte, Ippia lo segue, gli aruspici entrano per l'opposto lato)

Faone, Ippia, aruspici ->

 
 

Scena quinta

Parte meno ripida a mezzo la salita del promontorio di Leucade, di cui vedesi la cima orribilmente sporgere sul mare; qua e là funerei monumenti e colonne trionfali di coloro che perirono o sopravvissero al salto.
Il Popolo Leucadio si avanza pieno di costernazione; procedono quindi, accompagnati dalle Guardie sacre, i Sacerdoti di Apollo e gli Aruspici, tra i quali è Saffo in bianca veste, e scinta le chiome: Lisimaco mestamente la segue recandone il serto e la lira.

Bozzetti

 Q 

<- popolo, guardie sacre, sacerdoti, aruspici, Saffo, Lisimaco

 

POPOLO
(sommessamente)

S'ella paventa o dubita,  

speme per lei non resta;

una pietade incauta

esser potria funesta;

non un sospiro, un gemito

la sventurata ascolti,

non vegga d'una lagrima

bagnati i nostri volti:

fin la preghiera esprimere

al labbro sia vietato...

Giunge agli dèi più grato

priego che manda il cor.

SACERDOTI E ARUSPICI

(soffermandosi a Saffo)

Al dio sorgente or volgiti,

implora il suo favor.

 

SAFFO

(guatando il culmine della montagna)  

Premio d'amor, cui non fu pari al mondo,

eccolo: morte! ~ La virtù del senno

vacillar sento in me!... Non ascoltai

figlia nomarmi? Sul mio core il core

non palpitò d'una sorella? Io voglio,

benedetta dal padre, al santo scoglio

recarmi...

POPOLO

Ei giunge.

 

Scena sesta

Alcandro, Climene, Dirce e detti.

<- Alcandro, Climene, Dirce

 

ALCANDRO

Oh figlia!...  

CLIMENE

Sorella...

SAFFO

Chi sei tu?

CLIMENE

Non mi ravvisi?

Climene.

SAFFO

Ah sì!... Promisi

per te cantar l'inno di nozze... Il plettro

a me si porga.

GLI ALTRI

È fuor di sé!

ALCANDRO

Né muoio!...

SAFFO

(dopo essersi cinta del serto, e tolta di mano a Lisimaco la lira)

Flutto che muggi a questa rupe infranto,

loquaci aure del ciel, tacete: io canto! ~

 

(tocca la cetra atteggiandosi a nobile contegno e sfavillando poetico fuoco dagli occhi)  

Teco dall'are pronube

vengo al paterno tetto.

Sparso di fior, di porpora

ecco ammantato il letto!

Di mille tede splendere

la luce intorno io veggio!

Delle sonanti cetere

odo il festivo arpeggio!

Liete donzelle intrecciano

volubili carole!...

Chi giunge dall'empireo?

Di Citerea la prole!

Partiam, partiam, ché amore

non tollera dimore,

di rosea nube il talamo

già tutto ei cinge e serra...

Addio ~ Ti lascio in terra,

sarai fra poco in ciel!

 

CLIMENE, DIRCE, ALCANDRO, LISIMACO E POPOLO

Nel sen mi corre un brivido!

I rai mi copre un vel!

 

Scena ultima

Faone, Ippia, Neocori e detti.

 

FAONE
(ancor dentro)

Mi lasciate...  

IPPIA
(ancor dentro)

Ferma...

CLIMENE, DIRCE, ALCANDRO, LISIMACO, SACERDOTI, ARUSPICI E POPOLO

Oh dèi!

SAFFO

(scuotendosi)

Ah!... qual voce!

 

FAONE

(uscendo)

Saffo!

<- Faone, Ippia, neocori

CLIMENE

Io gelo!

(come scossa da lungo letargo)

Tu Faon! tu! Ma costei...

Sì, tua sposa...

(gettando il serto e la lira, e con l'accento della più terribile disperazione)

Irato cielo!

SACERDOTI E ARUSPICI

Forsennato! e che mai tenti,

che vuoi tu?

FAONE

Con lei morir...

(si ode uno squillo)

ALCANDRO

Suon ferale!...

CLIMENE

Oh quai momenti!...

IPPIA, SACERDOTI E ARUSPICI

Ecco l'ora! Saffo, ardir.

 
(al rimbombo dello squillo, un tremito involontario si è manifestato nelle membra di Saffo: la sua rabbia è spenta, e copiose lagrime irrigano il suo volto: ella si getta a piè d'Alcandro a cui l'eccesso del dolore toglie la favella, e pone la destra paterna sul proprio capo, come per ottenerne la benedizione: sorge quindi, e conduce Climene tra le braccia di Faone)

SAFFO

L'ama ognor qual io l'amai...  

Più, volendo, no 'l potresti...

quelle gioie amor vi appresti,

che il destino a me vietò!

Io morrò... svanisce omai

ogni speme in questo seno...

io morrò, ché un dio nemmeno

la mia fiamma estinguer può.

 

CLIMENE, DIRCE, ALCANDRO, LISIMACO E POPOLO

(Un presagio mi sgomenta,

che di morte favellò!...)

 
Saffo, scortata dagli Aruspici, ascende alla sommità del promontorio. Alcandro si pone in ginocchio, Climene manca fra le braccia di Dirce, Faone vuoi precipitarsi nel mare, ma vien trattenuto. Su questo quadro cala la tela.
 

Fine (Il salto di Leucade)

La corona olimpica Le nozze di Faone Il salto di Leucade

Luogo remoto in vicinanza dell'ostello sacerdotale.

Alcandro, Saffo, aruspici, Lisimaco, neocori, neocoro, Ippia
 

Voci del ciel, divini

Alcandro, Saffo, Lisimaco, neocori, neocoro
Ippia, aruspici ->

Se meco non è delitto la pietà

Alcandro, Saffo, Lisimaco, neocori
neocoro ->

Aruspice (dall'interno), poi Saffo e Alcandro
Signor di Leucade, occhio del cielo

(silenzio; il vento sibila con violenza, e percuote i sacri bacini)

Alcandro, Saffo, Lisimaco, neocori
<- Ippia, aruspici

Il nume accolse la domanda

Alcandro, Saffo, Lisimaco, neocori, Ippia, aruspici
<- Climene

Padre! / Saffo ti chiede

(Alcandro consegna Saffo agli aruspici; comincia il rito)

Qual t'appelli? / Saffo

Alcandro, Lisimaco, Saffo e Climene, poi Tutti
Rispondi... non pendeale
neocori, Alcandro, Lisimaco, Climene, Ippia, aruspici, Saffo ->
<- Faone

Fra queste orrende tenebre m'è grato

Faone
<- Ippia, aruspici, alcuni aruspici
Faone, Ippia, aruspici
alcuni aruspici ->
 
Faone, Ippia, aruspici ->

Parte meno ripida a mezzo la salita del promontorio di Leucade, di cui vedesi la cima orribilmente sporgere sul mare; qua e là funerei monumenti e colonne trionfali di coloro che perirono o sopravvissero al salto.

<- popolo, guardie sacre, sacerdoti, aruspici, Saffo, Lisimaco
Popolo, Sacerdoti e Aruspici
S'ella paventa o dubita

Premio d'amor, cui non fu pari al mondo

popolo, guardie sacre, sacerdoti, aruspici, Saffo, Lisimaco
<- Alcandro, Climene, Dirce

Oh figlia! / Sorella / Chi sei tu?

Saffo, poi Tutti
Teco dall'are pronube
popolo, guardie sacre, sacerdoti, aruspici, Saffo, Lisimaco, Alcandro, Climene, Dirce
<- Faone, Ippia, neocori
 

(si ode uno squillo)

 
 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena ultima
Esterno del circo. Appartamenti di Alcandro, annessi al tempio di Apollo; logge in fondo da cui scorgesi parte della spiaggia... Interno del gran tempio di Leucade; i gradini dell'altare, che arde innanzi ad un simulacro d'Imeneo, sono... Luogo remoto in vicinanza dell'ostello sacerdotale. Parte meno ripida a mezzo la salita del promontorio di Leucade, di cui vedesi la cima orribilmente...
La corona olimpica Le nozze di Faone

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