Argomento

Dell'azioni alla favola precedenti.

Dagl'amori segreti d'Hariadeno, principe d'ambe le Mauritanie, e di Nearbe sorella della moglie del re di Tunisi, nacque Ormindo: i suoi natali apportarono il feretro all'infelice Nearbe, quale spirò l'anima invocando l'amato nome del suo Hariadeno, che spronato d'acuti stimoli di gloria s'era celatamente partito di Tunisi, per seguire l'avventure dell'Africa.

Cedige la regina, consapevoli degl'amori della sorella, avea in quel punto medesimo con disuguale sciagura partorita estinta la prole, onde fattosi di nascosto arrecare il pargoletto Ormindo, diede a credere al re suo marito d'averlo prodotto: crebbe Ormindo, e disciplinato nell'arti regie divenne il più bravo guerriero dell'Asia.

Hariadeno dopo aver scorse le regioni africane, ed immortalata la sua memoria con azioni illustri, e valorose, fu richiamato da sudditi per la morte del re suo padre alle corone del Marocco, e di Fessa: ivi giunto ebbe i lugubri avvisi della perdita della cara Nearbe, con la quale sperava di vivere una vita beata, tra le grandezze dell'ereditato impero; la pianse amaramente, ed addolorato passò gl'anni più verdi della sua età giovanile, senza gustare le dolcezze d'alti connubi, sin che il tempo gli sparse di neve il crine, ed amore di fiamme il core. Fatto vecchio s'innamorò d'Erisbe giovane la più bella di quelle parti, figlia d'Asane re del picciolo regno di Dara, e la prese per moglie.

Intanto l'ibero cupido di soggettare al suo trono i mauritani diademi cominciò ad infestare le città marittime di Fessa, inde Hariadeno per rintuzzar l'orgoglio all'offensore nemico, radunò una grossissima armata in Anfa, città posta sopra l'oceano: due regni più potenti dell'Africa, che dalle radici dell'Atlante s'estendono sopra le radici del mare Mediterraneo, come ad una guerra comune, e quasi sacra inviarono soccorso all'amico Hariadeno; Mahamete re di Tremisene mandò Amida principe suo figliuolo, ed Cedige, che per la morte del re suo consorte reggeva lo scettro di Tunisi, Ormindo, accompagnati da molte navi; con il quale aiuto affrontata Hariadeno l'armata ostile, la ruppe, e costrinse l'ibero ad accettare da lui dure condizioni di pace; così vittorioso ritornato in Anfa, e disarmate le navi, e ripostele nell'arsenale, attese a festeggiare i principi amici, ch'innamorati l'uno di nascosto dell'altro, d'Erisbe sua moglie ritardavano la loro partita. Erisbe giovane, e bella, infastidita de' freddi talami, e degl'insipidi allettamenti del canuto consorte, ferita di doppia piaga amorosa ardeva in genuina fiamma per Ormindo, e per Amida; quali con segrete accoglienze ella separatamente nutriva di dolci speranze.

Sicle, a cui Amida prima ch'amasse Erisbe aveva dato il possesso del suo core, e la fede d'esser suo, attendendo invano un lustro intero la sua venuta, agitata dalle furie d'amore, e di gelosia, si pose con due dame sue confidenti in abito egizio, e fintasi insieme con loro di quelle femmine, che si vantano di presagire dalle linee della mano la sorte degl'uomini, passò le asprezze del monte Chiaro, detto dagl'antichi Atlante, e giunta in Tremisene, intese guerreggiare Amida a favore d'Hariadeno, capitano dell'armi paterne: per il che preso il camino delle Mauritanie, pervenne in Anfa, appunto all'ora ch'Hariadeno debellate l'armate spagnole, attendeva a deliziare per la vittoria con li principi guerrieri; negl'amori de' quali comincia la favola.

All'illustrissimo... Argomento
Prologo Atto primo Atto secondo Atto terzo

• • •

Testo PDF Ridotto