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L'Ormindo

Favola regia per musica.

Prologo

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Prologo

 

Scena prima

Rappresenta la scena la piazza di San Marco, parte più cospicua della città di Venezia.
L'Armonia.

 Q 

Armonia

 

Non m'è patria l'Olimpo,    

né dolce figlia io sono

di quell'acuto, e di quel grave suono,

che lassù dove splende eterna luce,

il moto delle sfere ognor produce.

Io nacqui in Elicona

delle castalie dive

da concenti canori,

del gran Febo la cetra a me fu cuna,

e del suo crin per fasce ebbi gl'allori,

bevvi per latte l'acque d'Ippocrene,

e le custodi mie fur le sirene.

Ora dal bel Permesso,

o città gloriosa,

ch'hai di cristal le mura, in cui vagheggi

la tua beltà, che l'universo ammira,

delle grazie, e d'amor famoso regno,

a ricalcare i tuoi teatri io vegno.

È già varcato un lustro,

che su palchi dorati

in te risplendo, e le mie glorie illustro,

di novi fregi adornano i miei crini

l'alme tue muse, e i cigni tuoi divini.

Io che bambina passeggiai d'Atene

con gemmati coturni in sulle scene,

io che condotta fui,

vinta la Grecia, e doma

da vincitori a Roma,

non vidi alle tue pompe, a' fasti tui,

o pompa, o fasto eguale,

vergine serenissima, e immortale.

S

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Fine (Prologo)

Generazione pagina: 23/12/2015 - Tipo pagina: opera•a_01 (3.00.40)

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