Atto primo

 

Scena prima

A Dignano: un crocicchio di viuzze entro a case di modesta apparenza, alcune con graziosissime finestre veneziane a trifoglio negli archi acuti, altre con cornicioni leggerissimi e mensoline snelle a sostegni, - queste hanno portichetto interno, quelle scalucce di pietra all'esterno. Negli archi acuti delle porte e dei porticati immagini della Madonna con lampade e fiori o incorniciate da bizzarre intrecciature di spighe e fronde.
A destra la casa di Menico, la quale occupa il primo piano della scena ed è casuccia spiccatamente dignanese colla piccola porticina a gradini e col portichetto pe 'l quale si vede l'interno del cortiletto; - dietro a questa altre case e viuzze.
A sinistra la casa di bara Giacomo, e un'osteria con rozze panche a lati della sua porta; - ed altre case aprentesi ad altre viuzze.
Nel fondo un perdersi di case dietro alle quali spicca grigio il veneto campanile della chiesa di Dignano.
Il cielo è nero, coperto da grige e fosche nuvole; tuona e lampeggia. - Uomini, Donne, Vecchi e Fanciulli presi dal terrore di una possibile grandinata stanno confusamente alle finestre, si affacciano alle porte e scendono giù nella strada; - alcune Vecchie bruciano rami di ulivo benedetto; - Donne ritte sopra seggiole accendono i lumi e le lampade delle Madonne. Tutto insieme è un grido confuso misto a sussurri di preghiera e ad esclamazioni di terrore.

Immagine d'epoca ()

 Q 

uomini, donne, ragazzi, ragazze, vecchi, vecchie, fanciulli

 

DONNE

O Biagio, protettore di Dignano!...  

UOMINI

Che tempo!... Vien dal mare!... Come tuona!...

DONNE

O Biagio, o Biagio, il santo il più cristiano!

UOMINI

Vedi, s'annebbia il cielo!... L'aer rintrona!...

Il turbine s'addensa... È un uragano!...

DONNE

O Madonnina!... O tu pietosa e buona...

madre di dio, stendi su noi la mano!...

E il nonzolo che fa che ancor non suona?!...

(lampeggia e tuona più forte - tutto ad un tratto dal campanile prorompe uno scampanellare rapido)

DONNE
(ad intervalli)

Maria e Giacobbe ed Agata e Lucia

Agnese, e tu, beata Caterina...

UOMINI

Le lampade si spengono!... Che vento!

DONNE

...Sant'Anna, tu, la madre di Maria

e nonna della maestà divina!...

UOMINI

Lampeggi e tuoni ma lontan la grandine!

DONNE

...Chiara, Polonia, Rosa, Anastasia,

Barbara, Dorotea, Flavia, Cristina...

UOMINI

Par si rischiari il ciel!... O nubi, andate

alle terre de' ricchi a grandinare!...

(la scena si rischiara)

DONNE

...se vi garba ascoltate le parole

nostre e l'affanno...

(sulla scena, dalle nubi portate via dal vento, libero erompe il sole e viene a piovere torrenti di luce)

TUTTI

(con grido di gioia)

To'! Ritorna il sole! ~

 
In quella Folla ritorna l'allegria e con essa un chiacchierio rapido, garrulo, indifferente, simile a quello delle calli veneziane.
 

DONNE

(chiamando gli uomini)  

Ora è di vespro!

UOMINI

Sì!

DONNE

(chiamando)

Menina, andiam, suvvia!...

UOMINI

(chiamando)

O Florida, vien via!

RAGAZZE

(accorrendo)

Veniamo! Eccoci qui!

(fra loro)

Mi muto di gonnella!

Mi riliscio!... Mi pettino!...

Io chiamo mia sorella!...

Vado e mi sbrigo rapida!

La gorgana mi metto!...

(mentre entrano, separandosi, in diverse case)

Corro; no, non m'attardo!...

Io cappa e fazzoletto!...

UOMINI E DONNE

(con impazienza dalle porte e dalle finestre)

O pettegole. È tardo!

 
(le ragazze rientrano e sulla scena rimangono solo alcuni giovani all'osteria)

uomini, donne, ragazze, vecchi, vecchie, fanciulli ->

 

Scena seconda

Biagio se ne viene da una viuzza di sinistra parlando animatamente con Nicola, bel giovanotto, e, benché vestito a moda dignanese, pur tuttavia non senza una certa ricercatezza; Biagio invece è uno strano vecchio, nel guardare e parlare bizzarro e d'una comicità venutagli un po' dalla natura e il rimanente dalla necessità dell'esistenza.
Nicola si stacca da Biagio e va a sedere avanti all'osteria con altri Giovani. - Biagio va sotto alle finestre della casa di Menico.

<- Biagio, Nicola

 

BIAGIO

(chiamandolo)  

Padron mio bello e caro! Dico, Menico!

 

<- Menico

MENICO

(apparendo alla finestra ancora in maniche di camicia; brontolone)

Non son sordo!...

(vedendo Biagio si accheta)

Mi vesto, o Biagio, e vengo.

(rientra)

Menico ->

 

BIAGIO

(verso la finestra)  

Fate il comodo vostro, fate!

(si avvicina ai giovanotti)

Be', giovanotti a' vespri non andate?

GIOVANOTTI

Qui ci sostiamo

ad aspettare

le ragazze che devono passare

e un gotto ne beviamo.

Se ne beve un bicchiere

e le stiamo a guardare;

così doppio piacere,

è bere ed ammirare.

BIAGIO

(sedendo fra loro - ma rivolgendo il discorso sopratutto a Nicola)

Passa una bella baldanzosa...

passa desiderosa

di farsi rimirare;

voi la state a guardare e a riguardare

lungo tutta la via

finché è sparita via...

Fuorché una volta, la bella vezzosa

tenuto ha gli occhi al suolo,

pure (la maliziosa!)

v'ha presi tutti con un guardo solo!

 
Nicola vorrebbe rispondere, ma dalle diverse case escono le Ragazze ed egli le guarda attentamente per vedervene una... che ancora non è uscita, e la voglia di rispondere a Biagio gli passa. Portano le Ragazze dignanesi nere cappe sul capo che le farebbe rassomigliare a monache, se non lasciassero scorgere i grossi orecchini fatti a mezzaluna con tre piroli d'oro, e le collane e i concieri del capo.

<- ragazze

 

GIOVANOTTI

Eccole! ~ Belle! ~ Care! ~ Sì, carine!  

Che visi delicati!... Ah, che donnine! ~

 
Dalla casa di Menico esce una Fanciulla. - Le Amiche la attorniano.

<- Marussa

 

GIOVANOTTI

Ecco Marussa, la figlia di Menico!...

RAGAZZE

O Marussa, venite?

MARUSSA

Eccomi! Vengo!

Ora avverto mio padre e son con voi.

(dal limitare della porta di casa)

O mio sor padre, me ne vado in chiesa

e lascio aperto l'uscio!...

(alle ragazze)

Andiam?

RAGAZZE

Andiamo!

(si allontanano e se ne escono a sinistra)

ragazze, Marussa ->

 

NICOLA

(che non ha mai potuto staccare gli occhi da Marussa, perdutala di vista si rivolge a Biagio con una certa vivacità:)  

Che una bella passando per via

il cuore porta via...

che nel guardarci una sol volta sa

tutto di noi, è vero... è verità!

Però soggiungere dovete

che quello sguardo suo deve partire

da cert'occhio... sapete...

che guardar sappia e sappia far morire...

Or occhio tal sta sovra un viso solo!

(Biagio beve e sogghigna)

GIOVANOTTI
(a Nicola)

E v'ha guardato?

NICOLA

(crollando mesto il capo)

Esso m'avrebbe ucciso!

 

GIOVANOTTI

(vuotando i bicchieri e pagando il bevuto all'oste)  

A' vespri! A' vespri!

Là le belle e le brutte

tutte ci sono, tutte;

e stanno ad aspettare.

A vespri, una che è bella

sembra in pregar raccolta

ma pure, qualche volta,

la si volge a guardare...

 
(si allontanano lasciando solo Biagio col suo bicchiere semivuoto)

ragazzi, Nicola ->

 

Scena terza

Esce Menico, uomo di faccia sempre corrucciata sulla quale non deve mai essere passato il sereno di una bella risata anche nei dì della giovinezza.

<- Menico

 

MENICO
(a Biagio)

Se perdo i vespri a starti ad ascoltare,  

o Biagio...

BIAGIO

Hovvi a proporre un grosso affare

di terre e di denari,...

il più grosso, vi dico, degli affari.

MENICO

(sedendo)

Sbrigati in due parole!

BIAGIO

In due parole sole.

 

(con mistero, facendo bene spiccare la parola «ricco»)  

Ho un marito ricco e buono,

bello e ricco (se il volete)

per Marussa. ~ E... non credete!...

ricco, dico, e non canzono!

Se vi dico: «Ricco assai!»,

dico vigne e zecchin d'or!

Il denaro sempre mai

fu de' generi il miglior.

Se vi taccio il nome pria

gli è che voglio ed ora e qui

mi diciate tosto un «sì!» ~

e... affar fatto e così sia! ~

 

MENICO

(sta pensieroso, si gratta il capo - poi, crollandolo, risponde:)  

Dal nulla son venuto

e ho un po' di ben di dio

perché ho vissuto

ben magramente, ond'io

penso che è meglio che la roba mia

io stesso me la goda

e non mi fugga via

o non la roda

un che mi piglia

in un sol colpo e la roba e la figlia.

BIAGIO
(insinuante)

È ricco! È innamorato!... Or combinare

si può!... Non vi propongo che un affare!

MENICO
(un po' stizzito)

No! ~ Quando proponeste

prestiti... operazioni...

con slancio mi vedeste

cogliere le occasioni

e darvi anche il percento

che vi toccava, ~ onde... quindi... però...

Io non ci sento

e vi rispondo: no! ~

(Biagio si leva e passeggia comicamente concitato)

 

(guarda a sinistra)

Fra poco esce la gente.

Ho un tale -contadino-

che deve e non dà niente.

Vo a mettermi in agguato... e pago il vino!

(paga il vino)

BIAGIO

Ah, più che non si dice

la fortuna è una gran meretrice

che tresca giorno e notte

con chi le dà sol botte!...

(vedendo Menico che fa per allontanarsi, lo trattiene)

Ancora una parola!...

(con aria di mistero abbassando la voce)

Era il figlio di Placido... Nicola!...

(Menico rimane un po' sorpreso, poi fa l'atto ancora di allontanarsi - ma Biagio lo trattiene per l'abito)

Ed un'altra ne dico... in amicizia.

Badate a vostra figlia!... È età propizia!...

Capite?... Non è raro

che sprezzando un cavallo un padre avaro

abbia a pigliarsi a genero un somaro.

MENICO

(scosso alle parole di Biagio per quanto non vi presti fede, rimane un po' pensieroso)

Le tue parole

son ferri del mestiere! ~

(fa per avviarsi, poi ritorna ancora)

Però... (a farti piacere)

di' a Nicola... (se vuole)

che corteggiar Marussa gli permetto.

BIAGIO
(rabbonito)

Or siete un uom!...

MENICO

Però...

patti chiari!... Il marito in casa mia!

(e si allontana guardingo verso il fondo scomparendo dentro a una viuzza)

 

Menico ->

BIAGIO

Così... di dote... niente!... Oh, vecchia arpia!...  

(riflette, poi crolla il capo)

Purché l'affar si faccia e io pigli il mio!...

Or... da Nicola!... E al resto pensi iddio!...

Biagio ->

 

Scena quarta

Vengono a gruppi le Persone, i maschi coi maschi e le femmine colle femmine; Uomini, Fanciulli e Vecchi, Donne, Bambine e Ragazze; vengono dalla viuzza di sinistra e tornano dalla chiesa. Gli Uomini hanno il coretto sulle spalle (giacca senza saccocce), i larghi cappelli ad ala piatta e le scarpe di pelle gialla.

<- uomini, fanciulli, vecchi, donne, bambine, ragazze, Biagio

 

ALCUNI GIOVANOTTI

(indicando ad altri la casa di bara Giacomo)  

A nozze v'ha invitati bara Giacomo?

ALTRI

(rispondono)

Che sì, ma non ci andiamo.

ALCUNI GIOVANOTTI

(camminando dietro ad un gruppo di ragazze)

Non vuol guardare!

ALTRI

(ridendo)

Finge!

RAGAZZE

(ai giovanotti)

Guardar così, vi ho detto, non mi piace!

(passano oltre)

UOMINI

(gente bonacciona e sempre pronta a creder bene)

C'è da sperar che avremo buona annata.

ALTRI

(gente sempre di malumore e sempre insoddisfatta)

Tropp'uva fu la scorsa vendemmiata!

 
(Biagio, mentre fa per avviarsi alla ricerca di Nicola, se lo vede venire in compagnia di altri giovanotti; gli fa cenno, e lo trae in disparte verso l'osteria parlandogli con molta animazione; Nicola accenna col capo che egli bene comprende)

<- Nicola, altri giovanotti

NICOLA
(con slancio)

Grazie!... E sentite!... La mia famiglia  

contro le usanze giammai non va.

Però - Nicola - per la sua figlia

anche le usanze calpesterà.

Ah, per Marussa tutto, direte,

saprò affrontare, sfidar saprò.

Vuole l'ingiusto! Ma a dir gli avete

che per Marussa tutto farò!

E se dovessi coi miei fratelli

smezzar la casa... si smezzerà!...

E i campi!... E tutto! ~ per gli occhi belli

di lei!...

 

BIAGIO

(interrompendolo)

Nicola, questo si sa!...

(e prendendolo pe 'l braccio si avvia per una viuzza di destra)

Biagio, Nicola ->

 
Ed ecco sbucare, di dove si era nascosto, Menico e farsi bruscamente incontro ad un Contadino che sospinge frettoloso il suo asinello animandolo colle grida di: Vâri! Vâri!... e gli afferra la briglia per trattenerlo. I due gestiscono con grande vivacità, ma ad un tratto nella discussione, colto il destro, il Contadino spinge improvvisamente l'asino che si dà a trotterellar via per poco non rovesciando Menico.

<- Menico, contadino

contadino ->

 

MENICO

(se ne viene verso casa ove entra urlando furibondo)  

Ah, canaglia!... O malpaga!... Ah, giuntatore!

Ma te la fo... Vo tosto dal cursore!

Menico ->

 

Scena quinta

Ne la Gente che passa e attraversa pe 'l fondo la scena, appare una Fanciulla slava. - È certa Luze dei dintorni di Peroi, piccolo villaggio presso a Dignano, abitato da una colonia di montenegrini che fuggiti dalle montagne loro ivi si sono rifugiati tra il mare ed il Prostimo (luogo triste e incoltivabile, ove non vegetano che fragole selvatiche, ginepro, timo ed eriche) e, formando sempre fra gente dei loro i maritaggi, si sono fino ai nostri dì propagati puri e nel sangue e nel rito della lor religione.
Passa fra la Gente la Giovane ed offre mazzolini di fragole selvatiche: ne offre a tutti ed anche a Biagio che se ne ritorna di dove ha accompagnato Nicola per avviarsi alla casa di bara Giacomo.

<- Luze

<- Biagio

 

BIAGIO

(tuffa le mani nel piccolo cesto di Luze)  

Uh, acerbe e fracide! Tanto varrebbe vendere

per insalata l'eriche del Prostimo!

(getta i mazzolini nel cesto con disprezzo ed entra nella casa di Giacomo)

Biagio ->

(Luze, paziente e rassegnata, riordina nel cesto le fragole)
 
(esce Menico di casa chiudendo forte l'uscio e guarda intorno per vedere se Marussa fosse tornata o per ritornare; Luze gli si avvicina e gli offre le sue fragole)

<- Menico

MENICO

No! Vanne al diavolo!  

(vede in quella Marussa e bruscamente le dà la chiave e si allontana)

Menico ->

 

Scena sesta

Le amiche di Marussa rincasano. - Marussa fa per aprire.

<- Marussa, amiche

 

LUZE
(a Marussa)

Tu che sì buona appari  

e sei sì bella,

deh, compera le fragole di Luze!

Le ho colte laggiù al Prostimo

nella gran pace del silenzio cupo

e desolato come l'alma mia.

MARUSSA

(sorpresa alla dolcezza e anche alla tristezza del dire della fanciulla)

Hai gli occhi gravi per le lagrime

e nel tuo bianco viso

v'ha una pietà che accora.

LUZE

Un giorno, sì, era bello

il viso mio...

Sì, quasi come te ero bella anch'io!...

Or la bellezza mia

l'hanno vizza le lagrime.

MARUSSA

(ravvisandola)

Or di te mi sovviene! ~

T'ho un dì di festa alla chiesa veduta;

eri sola e seduta

e avevi in grembo un bimbo

che accarezzavi e che baciavi forte...

Parevi una madonna!

Io ti ricordo ancora.

LUZE

(con grande angoscia)

Il mio bimbo è malato,

e come allora ancora sono sola!...

MARUSSA

(commossa)

Non hai padre?

LUZE

Mio padre m'ha cacciata!

 

(con tristezza e dolcissimo abbandono)

Luze un amante aveva  

a lui dentro le vene

altro sangue scorreva;

pur gli volevo bene

ed ei me ne voleva

sì come si conviene

ad uno innamorato

ardentemente amato.

Di noi più forte, amore

ci colse al dolce inganno!...

Poi... quelle rapide ore

m'han dato eterno affanno!

Il morbo in brevi dì

il mio amante rapì;

mio padre m'ha cacciata;

e così dal peccato

di donna desolata

il mio bambino è nato,

mio orgoglio e mio rossore!...

(porta la mano agli occhi e rimane muta, addolorata)

 

<- Biagio

MARUSSA

Vedi?... M'hai fatto pianger!  

(e rapidamente levato di tasca il borsino lo vuota nel cesto delle fragole di Luze e fa per avviarsi alla casa)

LUZE

No, pietosa!

L'elemosina, no! ~ Non importuna

Luze alle porte! ~ Luze coglie fragole

in primavera al Prostimo e le vende!...

(Marussa sorpresa guarda Luze, poscia ritorna a lei, sceglie alcuni mazzolini di fragole e se li pone nel grembiale, e si allontana)

 

(compresa dalla pietà di Marussa, le corre appresso e le bacia la mano)

La tua pietà ~ Luze ricorderà!

(Biagio che col violino, uscendo dalla casa di bara Giacomo ha assistito a questa scena, rimane sorpreso)

MARUSSA

Sì, Luze, ti ricorda di Marussa!

Vedi? Sto qui!...

LUZE

Ti porterò dei fiori!...

(ed esce)

Luze ->

 

BIAGIO

(si avvicina a Marussa che sta per aprire l'uscio di casa e mostrandole il violino)  

Vado, Marussa, a prendere una sposa.

E quando a voi?...

MARUSSA

Lontano è ancor quel giorno!

BIAGIO

(malizioso)

No!... presto!...

MARUSSA

(entra subito in casa troncando il discorso)

Buona sera!

BIAGIO
(sorpreso)

Buona sera!

(ed esce)

Marussa, Biagio ->

 

Scena settima

Intanto si fa sera - passano ancora alcuni Contadini - alcune Donne scendono ed accendono le lampade alle Madonne e rincasano chiudendo gli usci.

<- contadini

contadini ->

<- Lorenzo

 

LORENZO

(si avvicina cantando)  

Sebbene io passi pur non ti saluto;

faccio per non dar scandali alla gente;

così sa un uom esser discreto e muto

e far li fatti suoi segretamente.

Sfondo schermo () ()

(Marussa accorre alla finestra e ne richiude le gelosie e intanto scambia con Lorenzo un rapido sguardo mentre Lorenzo si allontana pe 'l fondo continuando il suo canto)

<- Marussa

Marussa ->

 

Segretamente sonmi innamorato;

segretamente dunque fo all'amor;

segretamente il core m'hai rubato;

segretamente m'hai rubato il core.

 

Scena ottava

Marussa scende nel cortiletto per la porta interna, dove, venendo dalla viuzza laterale alla casa di Menico, quasi subito si introduce pure Lorenzo.

<- Marussa

 

LORENZO

Ho tuo padre incontrato che correva,  

ed io più presto dell'usato

qui mi sono affrettato.

Io ti sapeva

in casa tutta sola

onde il desio d'udir la tua parola

m'ha messo l'ali e son volato.

MARUSSA

Lorenzo, troppo presto

venite questa sera.

È dì di festa ed è di nozze giorno;

tardi sta intorno

e non rincasa che alla notte tarda

la gente che ode e guarda.

LORENZO

Marussa bella, mi vuoi far morire!

Un'ora di ansie è tutta una stagione,

è un anno

per me di cruccio e affanno,

ché mi divora la passione

pe' tuoi begli occhi, e si sa, la prudenza

non può farla tenere all'impazienza

del mio destino

che t'ha fatta venir sul mio cammino!

MARUSSA

Lo so, lo so, amor mio;

ma pure ancora,

Lorenzo, all'ora

de' nostri affanni non dà fine Iddio.

Per Marussa, ti prego, abbi pazienza!...

Non conosci mio padre... Usiam prudenza!

 

LORENZO

Io mi consumo intanto!  

Ve' come son disfatto

e come son stremato!

Ah, Lorenzo è ammaliato!

Da te venne l'incanto!...

O Marussa, che hai fatto?...

Ero sì lieto pria!

ero sano e rubesto...

ed or son triste e mesto,

se ne è ita l'allegria!

Senti!... questa tortura,

credi, non può durare

né per me, né per te!

Se è un mal che non ha cura,

lasciarci martoriare

così a lungo, perché?...

MARUSSA

Io pur, Lorenzo, vedi,

penso solo al tuo amore

e vivo sempre, credi,

nell'ansia e nel dolore!

Se mio padre mi chiama

il cuor batte forte!...

Penso m'abbia a parlare

del nostro amore

e dal terrore

tremo! - Pur la mia sorte

sopporto nel pensiero

di te, del nostro amore e... t'amo... e spero! ~

LORENZO

Mia povera fanciulla, è vero... è vero!...

Pur se sapessi quale pena

nascondere l'amor quando è sì forte!

MARUSSA

Vengo alla chiesa perché ci sei;

ma se voglio pregar?... Ti sento!...

Se voglio a dio pensar? Ti guardo!...

Allor mi vince il pentimento,

ma poi tosto che al tuo sguardo

corrono ansiosi gli occhi miei!

Chino gli occhi sul libro e prego e credo

seguir la messa finalmente...

Infatti io movo il labbro come

quando si prega... E ancor ti vedo

sul libro mio, nella mia mente

e... peggio ancor!... prego il tuo nome!...

(con immenso affetto)

Se ami Marussa sii paziente ancora!

LORENZO

Io credo alla sventura e temo sempre!

MARUSSA

(accorata)

Ah, mi fai torto!

(e levandosi un piccolo cuoricino d'oro che le donne dignanesi sogliono tenere al collo lo porge a Lorenzo)

Prendi! È di mia madre!

Vi sono dentro i suoi e miei capelli!...

(coll'accento solenne di un giuramento)

Con questo dono la mia vita dono

a te, Lorenzo!... E giuro!...

LORENZO

O cara bocca!

MARUSSA

E invoco iddio...

LORENZO

Bocca adorata e santa!

MARUSSA

...san Biagio, e la Madonna e tutti gli angioli...

...e i due santi che posano all'altare! ~

LORENZO

Sì, benedetta sia quella tua bocca

e contraccambio il dono e il giuramento!

(si leva l'orecchino che i dignanesi portano ad un solo orecchio e lo dà a Marussa e ne riceve il cuoricino)

MARUSSA

Né mai sia ritornato questo dono!

LORENZO

E duri sempre e il dono e il giuramento!

 
È completamente scesa la sera. Da lungi ne viene avvicinandosi un suono allegro di villotta.
 

MARUSSA

È Menina che sposa!...  

(trascina in fondo al cortiletto Lorenzo)

LORENZO

Anche per noi,

Marussa, verrà il dì della villotta!...

(e rimangono l'uno presso all'altra nella densa oscurità del piccolo cortile)
 

Scena nona

Sbocca dal fondo il Corteo che conduce la sposa Menina in casa del marito, il Figlio di bara Giacomo. Il Corteo è preceduto da un Vecchio con un fanalino acceso fra le mani. Alcuni portano fiaccole. Vi è Biagio che strimpella il suo violino. La Sposa è tutta commossa per l'abbandono della casa, e vorrebbe però nascondere la sua commozione, ma, come è usanza dei dignanesi, gli Invitati intorno le fanno gazzarra gridando per farla piangere.

<- un vecchio, corteo nuziale, Biagio, Menina, il figlio di bara Giacomo

 

CORO

La piange! La piange!  

Di casa muta la bella fanciulla!

La piange! La piange!

Entro la nova casa aspetta amor!

La piange! La piange!

Già pronto presso il letto sta una culla!

La piange! La piange!

 
(e la sposa finalmente piange. Allora cessa la villotta e scoppia una risata, - La porta della casa di bara Giacomo si apre e la sposa e il corteo entrano)

un vecchio, corteo nuziale, Biagio, Menina, il figlio di bara Giacomo ->

 

LORENZO

Ah, la gioia degli altri è un gran veleno!...  

(stringe a sé Marussa, che gli si abbandona sul petto, e la bacia)

Marussa, vedi?...

MARUSSA

Chiedimi a mio padre!

 

Scena decima

Mentre i due Amanti strettasi la mano fanno per lasciarsi, ecco Menico!

<- Menico

 

MENICO

Non l'ho trovato!  

E chi sa dove s'è ficcato!

È forse a bere!... E è mal per un cur...

(accorgendosi della presenza di qualcuno nel cortiletto)

Chi è?!

(afferra Lorenzo che sta per fuggire)

Voi chi siete? Che fate? Siete un ladro?

(nella casa di Giacomo, Biagio riprende la villotta)

LORENZO

Lorenzo son, figlio di bara Bortolo!

MENICO

(accorto della presenza di Marussa)

Anche Marussa!

(furente)

In casa!

(Lorenzo fa per avvicinarsi e Menico gli grida brutalmente respingendolo)

Via di qua!

MARUSSA
(risoluta)

Padre, Lorenzo fa con me all'amore

e vuole domandarvi la mia mano!

MENICO
(fuori si sé)

Da Adamo in poi nella casa di Menico

soltanto i padri scelgono i mariti!

(poscia afferrata bruscamente pe 'l braccio Marussa la caccia in casa urlando)

In casa, dico! In casa! Via, sfacciata!

(Lorenzo si avventa contro il vecchio, ma questi lesto gli chiude la porta in faccia)

Marussa, Menico ->

 

Fine (Atto primo)

Atto primo Atto secondo Atto terzo

A Dignano: un crocicchio di viuzze entro a case di modesta apparenza, alcune con finestre veneziane a trifoglio negli archi acuti, altre con cornicioni leggerissimi e mensoline snelle a sostegni: queste hanno portichetto interno, quelle scalucce di pietra all'esterno; negli archi acuti delle porte e dei porticati immagini della Madonna con lampade e fiori o incorniciate da bizzarre intrecciature di spighe e fronde; a destra la casa di Menico, la quale occupa il primo piano della scena ed è casuccia spiccatamente dignanese colla piccola porticina a gradini e col portichetto pe 'l quale si vede l'interno del cortiletto: dietro a questa altre case e viuzze; a sinistra la casa di bara Giacomo, e un'osteria con rozze panche a lati della sua porta; altre case aprentesi ad altre viuzze; nel fondo un perdersi di case dietro alle quali spicca grigio il veneto campanile della chiesa; il cielo è nero, coperto da grige e fosche nuvole; tuona e lampeggia.

uomini, donne, ragazzi, ragazze, vecchi, vecchie, fanciulli
 

(lampeggia e tuona più forte; dal campanile prorompe uno scampanellare rapido)

 

(dalle nubi portate via dal vento, libero erompe il sole)

 
ragazzi
uomini, donne, ragazze, vecchi, vecchie, fanciulli ->
ragazzi
<- Biagio, Nicola

Padron mio bello e caro! Dico, Menico!

ragazzi, Biagio, Nicola
<- Menico

ragazzi, Biagio, Nicola
Menico ->

Fate il comodo vostro, fate!

ragazzi, Biagio, Nicola
<- ragazze
Giovanotti, poi Marussa
Eccole! Belle! Care! Sì, carine!
ragazzi, Biagio, Nicola, ragazze
<- Marussa
 
ragazzi, Biagio, Nicola
ragazze, Marussa ->

Che una bella passando per via

Biagio
ragazzi, Nicola ->
Biagio
<- Menico

Se perdo i vespri a starti ad ascoltare

Dal nulla son venuto

Biagio
Menico ->

Così di dote niente!

Biagio ->
<- uomini, fanciulli, vecchi, donne, bambine, ragazze, Biagio

A nozze v'ha invitati bara Giacomo?

uomini, fanciulli, vecchi, donne, bambine, ragazze, Biagio
<- Nicola, altri giovanotti
uomini, fanciulli, vecchi, donne, bambine, ragazze, altri giovanotti
Biagio, Nicola ->
uomini, fanciulli, vecchi, donne, bambine, ragazze, altri giovanotti
<- Menico, contadino

(un contadino sospinge frettoloso il suo asinello animandolo con grida)

uomini, fanciulli, vecchi, donne, bambine, ragazze, altri giovanotti, Menico
contadino ->

Ah, canaglia! O malpaga! Ah, giuntatore!

uomini, fanciulli, vecchi, donne, bambine, ragazze, altri giovanotti
Menico ->

(gente che passa e attraversa pe 'l fondo la scena)

uomini, fanciulli, vecchi, donne, bambine, ragazze, altri giovanotti
<- Luze
uomini, fanciulli, vecchi, donne, bambine, ragazze, altri giovanotti, Luze
<- Biagio

Uh, acerbe e fracide! Tanto varrebbe vendere

uomini, fanciulli, vecchi, donne, bambine, ragazze, altri giovanotti, Luze
Biagio ->
uomini, fanciulli, vecchi, donne, bambine, ragazze, altri giovanotti, Luze
<- Menico

No! Vanne al diavolo!

uomini, fanciulli, vecchi, donne, bambine, ragazze, altri giovanotti, Luze
Menico ->
uomini, fanciulli, vecchi, donne, bambine, ragazze, altri giovanotti, Luze
<- Marussa, amiche

Tu che sì buona appari

uomini, fanciulli, vecchi, donne, bambine, ragazze, altri giovanotti, Luze, Marussa, amiche
<- Biagio
uomini, fanciulli, vecchi, donne, bambine, ragazze, altri giovanotti, Marussa, amiche, Biagio
Luze ->

Vado, Marussa, a prendere una sposa

uomini, fanciulli, vecchi, donne, bambine, ragazze, altri giovanotti, amiche
Marussa, Biagio ->
uomini, fanciulli, vecchi, donne, bambine, ragazze, altri giovanotti, amiche
<- contadini

(si fa sera)

uomini, fanciulli, vecchi, donne, bambine, ragazze, altri giovanotti, amiche
contadini ->
uomini, fanciulli, vecchi, donne, bambine, ragazze, altri giovanotti, amiche
<- Lorenzo
uomini, fanciulli, vecchi, donne, bambine, ragazze, altri giovanotti, amiche, Lorenzo
<- Marussa
uomini, fanciulli, vecchi, donne, bambine, ragazze, altri giovanotti, amiche, Lorenzo
Marussa ->
 
uomini, fanciulli, vecchi, donne, bambine, ragazze, altri giovanotti, amiche, Lorenzo
<- Marussa

Ho tuo padre incontrato che correva

Lorenzo, poi Marussa
Io mi consumo intanto!

(è scesa la sera; da lungi ne viene avvicinandosi un suono allegro di villotta)

È Menina che sposa! / Anche per noi

uomini, fanciulli, vecchi, donne, bambine, ragazze, altri giovanotti, amiche, Lorenzo, Marussa
<- un vecchio, corteo nuziale, Biagio, Menina, il figlio di bara Giacomo
uomini, fanciulli, vecchi, donne, bambine, ragazze, altri giovanotti, amiche, Lorenzo, Marussa
un vecchio, corteo nuziale, Biagio, Menina, il figlio di bara Giacomo ->

Ah, la gioia degli altri è un gran veleno!

uomini, fanciulli, vecchi, donne, bambine, ragazze, altri giovanotti, amiche, Lorenzo, Marussa
<- Menico

Non l'ho trovato!

uomini, fanciulli, vecchi, donne, bambine, ragazze, altri giovanotti, amiche, Lorenzo
Marussa, Menico ->
 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Scena ottava Scena nona Scena decima
A Dignano: un crocicchio di viuzze entro a case di modesta apparenza, alcune con... Spaziosa stanza al primo piano; nel fondo due porte; quella di sinistra, avente sul sopraporta... La camera di Marussa; due entrate, una al fondo e si suppone metta alla stanza nella quale si è svolto...
Atto secondo Atto terzo

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