Scena prima |
A Dignano: un crocicchio di viuzze entro a case di modesta apparenza, alcune con graziosissime finestre veneziane a trifoglio negli archi acuti, altre con cornicioni leggerissimi e mensoline snelle a sostegni, - queste hanno portichetto interno, quelle scalucce di pietra all'esterno. Negli archi acuti delle porte e dei porticati immagini della Madonna con lampade e fiori o incorniciate da bizzarre intrecciature di spighe e fronde. |
(♦) uomini, donne, ragazzi, ragazze, vecchi, vecchie, fanciulli |
DONNE |
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UOMINI |
Che tempo!... Vien dal mare!... Come tuona!... | |
DONNE |
O Biagio, o Biagio, il santo il più cristiano! | |
UOMINI |
Vedi, s'annebbia il cielo!... L'aer rintrona!... Il turbine s'addensa... È un uragano!... | |
DONNE |
O Madonnina!... O tu pietosa e buona... madre di dio, stendi su noi la mano!... E il nonzolo che fa che ancor non suona?!... | |
(lampeggia e tuona più forte - tutto ad un tratto dal campanile prorompe uno scampanellare rapido) | ||
DONNE |
Maria e Giacobbe ed Agata e Lucia Agnese, e tu, beata Caterina... | |
UOMINI |
Le lampade si spengono!... Che vento! | |
DONNE |
...Sant'Anna, tu, la madre di Maria e nonna della maestà divina!... | |
UOMINI |
Lampeggi e tuoni ma lontan la grandine! | |
DONNE |
...Chiara, Polonia, Rosa, Anastasia, Barbara, Dorotea, Flavia, Cristina... | |
UOMINI |
Par si rischiari il ciel!... O nubi, andate alle terre de' ricchi a grandinare!... | |
(la scena si rischiara) | ||
DONNE |
...se vi garba ascoltate le parole nostre e l'affanno... | |
(sulla scena, dalle nubi portate via dal vento, libero erompe il sole e viene a piovere torrenti di luce) | ||
TUTTI |
(con grido di gioia) To'! Ritorna il sole! ~ | |
In quella Folla ritorna l'allegria e con essa un chiacchierio rapido, garrulo, indifferente, simile a quello delle calli veneziane. | ||
DONNE |
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UOMINI |
Sì! | |
DONNE |
(chiamando) Menina, andiam, suvvia!... | |
UOMINI |
(chiamando) O Florida, vien via! | |
RAGAZZE |
(accorrendo) Veniamo! Eccoci qui! (fra loro) Mi muto di gonnella! Mi riliscio!... Mi pettino!... Io chiamo mia sorella!... Vado e mi sbrigo rapida! La gorgana mi metto!... (mentre entrano, separandosi, in diverse case) Corro; no, non m'attardo!... Io cappa e fazzoletto!... | |
UOMINI E DONNE |
(con impazienza dalle porte e dalle finestre) O pettegole. È tardo! | |
(le ragazze rientrano e sulla scena rimangono solo alcuni giovani all'osteria) | uomini, donne, ragazze, vecchi, vecchie, fanciulli -> | |
Scena seconda |
Biagio se ne viene da una viuzza di sinistra parlando animatamente con Nicola, bel giovanotto, e, benché vestito a moda dignanese, pur tuttavia non senza una certa ricercatezza; Biagio invece è uno strano vecchio, nel guardare e parlare bizzarro e d'una comicità venutagli un po' dalla natura e il rimanente dalla necessità dell'esistenza. |
<- Biagio, Nicola |
BIAGIO |
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<- Menico | ||
MENICO |
(apparendo alla finestra ancora in maniche di camicia; brontolone) Non son sordo!... (vedendo Biagio si accheta) Mi vesto, o Biagio, e vengo. (rientra) | Menico -> |
BIAGIO |
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GIOVANOTTI |
Qui ci sostiamo ad aspettare le ragazze che devono passare e un gotto ne beviamo. Se ne beve un bicchiere e le stiamo a guardare; così doppio piacere, è bere ed ammirare. | |
BIAGIO |
(sedendo fra loro - ma rivolgendo il discorso sopratutto a Nicola) Passa una bella baldanzosa... passa desiderosa di farsi rimirare; voi la state a guardare e a riguardare lungo tutta la via finché è sparita via... Fuorché una volta, la bella vezzosa tenuto ha gli occhi al suolo, pure (la maliziosa!) v'ha presi tutti con un guardo solo! | |
Nicola vorrebbe rispondere, ma dalle diverse case escono le Ragazze ed egli le guarda attentamente per vedervene una... che ancora non è uscita, e la voglia di rispondere a Biagio gli passa. Portano le Ragazze dignanesi nere cappe sul capo che le farebbe rassomigliare a monache, se non lasciassero scorgere i grossi orecchini fatti a mezzaluna con tre piroli d'oro, e le collane e i concieri del capo. | <- ragazze | |
GIOVANOTTI |
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Dalla casa di Menico esce una Fanciulla. - Le Amiche la attorniano. | <- Marussa | |
GIOVANOTTI |
Ecco Marussa, la figlia di Menico!... | |
RAGAZZE |
O Marussa, venite? | |
MARUSSA |
Eccomi! Vengo! Ora avverto mio padre e son con voi. (dal limitare della porta di casa) O mio sor padre, me ne vado in chiesa e lascio aperto l'uscio!... (alle ragazze) Andiam? | |
RAGAZZE |
Andiamo! (si allontanano e se ne escono a sinistra) | ragazze, Marussa -> |
NICOLA |
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(Biagio beve e sogghigna) | ||
GIOVANOTTI |
E v'ha guardato? | |
NICOLA |
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GIOVANOTTI | ||
(si allontanano lasciando solo Biagio col suo bicchiere semivuoto) | ragazzi, Nicola -> | |
Scena terza |
Esce Menico, uomo di faccia sempre corrucciata sulla quale non deve mai essere passato il sereno di una bella risata anche nei dì della giovinezza. |
<- Menico |
MENICO |
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BIAGIO |
Hovvi a proporre un grosso affare di terre e di denari,... il più grosso, vi dico, degli affari. | |
MENICO |
(sedendo) Sbrigati in due parole! | |
BIAGIO |
In due parole sole. | |
(con mistero, facendo bene spiccare la parola «ricco») Ho un marito ricco e buono, bello e ricco (se il volete) per Marussa. ~ E... non credete!... ricco, dico, e non canzono! Se vi dico: «Ricco assai!», dico vigne e zecchin d'or! Il denaro sempre mai fu de' generi il miglior. Se vi taccio il nome pria gli è che voglio ed ora e qui mi diciate tosto un «sì!» ~ e... affar fatto e così sia! ~ | ||
MENICO |
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BIAGIO |
È ricco! È innamorato!... Or combinare si può!... Non vi propongo che un affare! | |
MENICO |
No! ~ Quando proponeste prestiti... operazioni... con slancio mi vedeste cogliere le occasioni e darvi anche il percento che vi toccava, ~ onde... quindi... però... Io non ci sento e vi rispondo: no! ~ | |
(Biagio si leva e passeggia comicamente concitato) | ||
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(guarda a sinistra) Fra poco esce la gente. Ho un tale -contadino- che deve e non dà niente. Vo a mettermi in agguato... e pago il vino! (paga il vino) | |
BIAGIO |
Ah, più che non si dice la fortuna è una gran meretrice che tresca giorno e notte con chi le dà sol botte!... (vedendo Menico che fa per allontanarsi, lo trattiene) Ancora una parola!... (con aria di mistero abbassando la voce) Era il figlio di Placido... Nicola!... (Menico rimane un po' sorpreso, poi fa l'atto ancora di allontanarsi - ma Biagio lo trattiene per l'abito) Ed un'altra ne dico... in amicizia. Badate a vostra figlia!... È età propizia!... Capite?... Non è raro che sprezzando un cavallo un padre avaro abbia a pigliarsi a genero un somaro. | |
MENICO |
(scosso alle parole di Biagio per quanto non vi presti fede, rimane un po' pensieroso) Le tue parole son ferri del mestiere! ~ (fa per avviarsi, poi ritorna ancora) Però... (a farti piacere) di' a Nicola... (se vuole) che corteggiar Marussa gli permetto. | |
BIAGIO |
Or siete un uom!... | |
MENICO |
Però... patti chiari!... Il marito in casa mia! (e si allontana guardingo verso il fondo scomparendo dentro a una viuzza) | |
Menico -> | ||
BIAGIO |
Biagio -> | |
Scena quarta |
Vengono a gruppi le Persone, i maschi coi maschi e le femmine colle femmine; Uomini, Fanciulli e Vecchi, Donne, Bambine e Ragazze; vengono dalla viuzza di sinistra e tornano dalla chiesa. Gli Uomini hanno il coretto sulle spalle (giacca senza saccocce), i larghi cappelli ad ala piatta e le scarpe di pelle gialla. |
<- uomini, fanciulli, vecchi, donne, bambine, ragazze, Biagio |
ALCUNI GIOVANOTTI |
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ALTRI |
(rispondono) Che sì, ma non ci andiamo. | |
ALCUNI GIOVANOTTI |
(camminando dietro ad un gruppo di ragazze) Non vuol guardare! | |
ALTRI |
(ridendo) Finge! | |
RAGAZZE |
(ai giovanotti) Guardar così, vi ho detto, non mi piace! (passano oltre) | |
UOMINI |
(gente bonacciona e sempre pronta a creder bene) C'è da sperar che avremo buona annata. | |
ALTRI |
(gente sempre di malumore e sempre insoddisfatta) Tropp'uva fu la scorsa vendemmiata! | |
(Biagio, mentre fa per avviarsi alla ricerca di Nicola, se lo vede venire in compagnia di altri giovanotti; gli fa cenno, e lo trae in disparte verso l'osteria parlandogli con molta animazione; Nicola accenna col capo che egli bene comprende) | <- Nicola, altri giovanotti | |
NICOLA | ||
BIAGIO |
(interrompendolo) Nicola, questo si sa!... | |
(e prendendolo pe 'l braccio si avvia per una viuzza di destra) | Biagio, Nicola -> | |
Ed ecco sbucare, di dove si era nascosto, Menico e farsi bruscamente incontro ad un Contadino che sospinge frettoloso il suo asinello animandolo colle grida di: Vâri! Vâri!... e gli afferra la briglia per trattenerlo. I due gestiscono con grande vivacità, ma ad un tratto nella discussione, colto il destro, il Contadino spinge improvvisamente l'asino che si dà a trotterellar via per poco non rovesciando Menico. | <- Menico, contadino contadino -> | |
MENICO |
Menico -> | |
Scena quinta |
Ne la Gente che passa e attraversa pe 'l fondo la scena, appare una Fanciulla slava. - È certa Luze dei dintorni di Peroi, piccolo villaggio presso a Dignano, abitato da una colonia di montenegrini che fuggiti dalle montagne loro ivi si sono rifugiati tra il mare ed il Prostimo (luogo triste e incoltivabile, ove non vegetano che fragole selvatiche, ginepro, timo ed eriche) e, formando sempre fra gente dei loro i maritaggi, si sono fino ai nostri dì propagati puri e nel sangue e nel rito della lor religione. |
<- Luze <- Biagio |
BIAGIO |
Biagio -> | |
(Luze, paziente e rassegnata, riordina nel cesto le fragole) | ||
(esce Menico di casa chiudendo forte l'uscio e guarda intorno per vedere se Marussa fosse tornata o per ritornare; Luze gli si avvicina e gli offre le sue fragole) | <- Menico | |
MENICO |
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(vede in quella Marussa e bruscamente le dà la chiave e si allontana) | Menico -> | |
Scena sesta |
Le amiche di Marussa rincasano. - Marussa fa per aprire. |
<- Marussa, amiche |
LUZE |
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MARUSSA |
(sorpresa alla dolcezza e anche alla tristezza del dire della fanciulla) Hai gli occhi gravi per le lagrime e nel tuo bianco viso v'ha una pietà che accora. | |
LUZE |
Un giorno, sì, era bello il viso mio... Sì, quasi come te ero bella anch'io!... Or la bellezza mia l'hanno vizza le lagrime. | |
MARUSSA |
(ravvisandola) Or di te mi sovviene! ~ T'ho un dì di festa alla chiesa veduta; eri sola e seduta e avevi in grembo un bimbo che accarezzavi e che baciavi forte... Parevi una madonna! Io ti ricordo ancora. | |
LUZE |
(con grande angoscia) Il mio bimbo è malato, e come allora ancora sono sola!... | |
MARUSSA |
(commossa) Non hai padre? | |
LUZE |
Mio padre m'ha cacciata! | |
(con tristezza e dolcissimo abbandono) a lui dentro le vene altro sangue scorreva; pur gli volevo bene ed ei me ne voleva sì come si conviene ad uno innamorato ardentemente amato. Di noi più forte, amore ci colse al dolce inganno!... Poi... quelle rapide ore m'han dato eterno affanno! Il morbo in brevi dì il mio amante rapì; mio padre m'ha cacciata; e così dal peccato di donna desolata il mio bambino è nato, mio orgoglio e mio rossore!... (porta la mano agli occhi e rimane muta, addolorata) | ||
<- Biagio | ||
MARUSSA |
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LUZE |
No, pietosa! L'elemosina, no! ~ Non importuna Luze alle porte! ~ Luze coglie fragole in primavera al Prostimo e le vende!... | |
(Marussa sorpresa guarda Luze, poscia ritorna a lei, sceglie alcuni mazzolini di fragole e se li pone nel grembiale, e si allontana) | ||
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(compresa dalla pietà di Marussa, le corre appresso e le bacia la mano) La tua pietà ~ Luze ricorderà! | |
(Biagio che col violino, uscendo dalla casa di bara Giacomo ha assistito a questa scena, rimane sorpreso) | ||
MARUSSA |
Sì, Luze, ti ricorda di Marussa! Vedi? Sto qui!... | |
LUZE |
Ti porterò dei fiori!... (ed esce) | Luze -> |
BIAGIO |
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MARUSSA |
Lontano è ancor quel giorno! | |
BIAGIO |
(malizioso) No!... presto!... | |
MARUSSA |
(entra subito in casa troncando il discorso) Buona sera! | |
BIAGIO |
Buona sera! (ed esce) | Marussa, Biagio -> |
Scena settima |
Intanto si fa sera - passano ancora alcuni Contadini - alcune Donne scendono ed accendono le lampade alle Madonne e rincasano chiudendo gli usci. |
<- contadini contadini -> <- Lorenzo |
LORENZO | ||
(Marussa accorre alla finestra e ne richiude le gelosie e intanto scambia con Lorenzo un rapido sguardo mentre Lorenzo si allontana pe 'l fondo continuando il suo canto) | <- Marussa Marussa -> | |
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Segretamente sonmi innamorato; segretamente dunque fo all'amor; segretamente il core m'hai rubato; segretamente m'hai rubato il core. | |
Scena ottava |
Marussa scende nel cortiletto per la porta interna, dove, venendo dalla viuzza laterale alla casa di Menico, quasi subito si introduce pure Lorenzo. |
<- Marussa |
LORENZO |
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MARUSSA |
Lorenzo, troppo presto venite questa sera. È dì di festa ed è di nozze giorno; tardi sta intorno e non rincasa che alla notte tarda la gente che ode e guarda. | |
LORENZO |
Marussa bella, mi vuoi far morire! Un'ora di ansie è tutta una stagione, è un anno per me di cruccio e affanno, ché mi divora la passione pe' tuoi begli occhi, e si sa, la prudenza non può farla tenere all'impazienza del mio destino che t'ha fatta venir sul mio cammino! | |
MARUSSA |
Lo so, lo so, amor mio; ma pure ancora, Lorenzo, all'ora de' nostri affanni non dà fine Iddio. Per Marussa, ti prego, abbi pazienza!... Non conosci mio padre... Usiam prudenza! | |
LORENZO |
Ve' come son disfatto e come son stremato! Ah, Lorenzo è ammaliato! Da te venne l'incanto!... O Marussa, che hai fatto?... Ero sì lieto pria! ero sano e rubesto... ed or son triste e mesto, se ne è ita l'allegria! Senti!... questa tortura, credi, non può durare né per me, né per te! Se è un mal che non ha cura, lasciarci martoriare così a lungo, perché?... | |
MARUSSA |
Io pur, Lorenzo, vedi, penso solo al tuo amore e vivo sempre, credi, nell'ansia e nel dolore! Se mio padre mi chiama il cuor batte forte!... Penso m'abbia a parlare del nostro amore e dal terrore tremo! - Pur la mia sorte sopporto nel pensiero di te, del nostro amore e... t'amo... e spero! ~ | |
LORENZO |
Mia povera fanciulla, è vero... è vero!... Pur se sapessi quale pena nascondere l'amor quando è sì forte! | |
MARUSSA |
Vengo alla chiesa perché ci sei; ma se voglio pregar?... Ti sento!... Se voglio a dio pensar? Ti guardo!... Allor mi vince il pentimento, ma poi tosto che al tuo sguardo corrono ansiosi gli occhi miei! Chino gli occhi sul libro e prego e credo seguir la messa finalmente... Infatti io movo il labbro come quando si prega... E ancor ti vedo sul libro mio, nella mia mente e... peggio ancor!... prego il tuo nome!... (con immenso affetto) Se ami Marussa sii paziente ancora! | |
LORENZO |
Io credo alla sventura e temo sempre! | |
MARUSSA |
(accorata) Ah, mi fai torto! (e levandosi un piccolo cuoricino d'oro che le donne dignanesi sogliono tenere al collo lo porge a Lorenzo) Prendi! È di mia madre! Vi sono dentro i suoi e miei capelli!... (coll'accento solenne di un giuramento) Con questo dono la mia vita dono a te, Lorenzo!... E giuro!... | |
LORENZO |
O cara bocca! | |
MARUSSA |
E invoco iddio... | |
LORENZO |
Bocca adorata e santa! | |
MARUSSA |
...san Biagio, e la Madonna e tutti gli angioli... ...e i due santi che posano all'altare! ~ | |
LORENZO |
Sì, benedetta sia quella tua bocca e contraccambio il dono e il giuramento! (si leva l'orecchino che i dignanesi portano ad un solo orecchio e lo dà a Marussa e ne riceve il cuoricino) | |
MARUSSA |
Né mai sia ritornato questo dono! | |
LORENZO |
E duri sempre e il dono e il giuramento! | |
È completamente scesa la sera. Da lungi ne viene avvicinandosi un suono allegro di villotta. | ||
MARUSSA |
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LORENZO |
Anche per noi, Marussa, verrà il dì della villotta!... | |
(e rimangono l'uno presso all'altra nella densa oscurità del piccolo cortile) | ||
Scena nona |
Sbocca dal fondo il Corteo che conduce la sposa Menina in casa del marito, il Figlio di bara Giacomo. Il Corteo è preceduto da un Vecchio con un fanalino acceso fra le mani. Alcuni portano fiaccole. Vi è Biagio che strimpella il suo violino. La Sposa è tutta commossa per l'abbandono della casa, e vorrebbe però nascondere la sua commozione, ma, come è usanza dei dignanesi, gli Invitati intorno le fanno gazzarra gridando per farla piangere. |
<- un vecchio, corteo nuziale, Biagio, Menina, il figlio di bara Giacomo |
CORO | ||
(e la sposa finalmente piange. Allora cessa la villotta e scoppia una risata, - La porta della casa di bara Giacomo si apre e la sposa e il corteo entrano) | un vecchio, corteo nuziale, Biagio, Menina, il figlio di bara Giacomo -> | |
LORENZO |
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MARUSSA |
Chiedimi a mio padre! | |
Scena decima |
Mentre i due Amanti strettasi la mano fanno per lasciarsi, ecco Menico! |
<- Menico |
MENICO |
||
(nella casa di Giacomo, Biagio riprende la villotta) | ||
LORENZO |
Lorenzo son, figlio di bara Bortolo! | |
MENICO |
(accorto della presenza di Marussa) Anche Marussa! (furente) In casa! (Lorenzo fa per avvicinarsi e Menico gli grida brutalmente respingendolo) Via di qua! | |
MARUSSA |
Padre, Lorenzo fa con me all'amore e vuole domandarvi la mia mano! | |
MENICO |
Da Adamo in poi nella casa di Menico soltanto i padri scelgono i mariti! (poscia afferrata bruscamente pe 'l braccio Marussa la caccia in casa urlando) In casa, dico! In casa! Via, sfacciata! | |
(Lorenzo si avventa contro il vecchio, ma questi lesto gli chiude la porta in faccia) | Marussa, Menico -> | |
A Dignano: un crocicchio di viuzze entro a case di modesta apparenza, alcune con finestre veneziane a trifoglio negli archi acuti, altre con cornicioni leggerissimi e mensoline snelle a sostegni: queste hanno portichetto interno, quelle scalucce di pietra all'esterno; negli archi acuti delle porte e dei porticati immagini della Madonna con lampade e fiori o incorniciate da bizzarre intrecciature di spighe e fronde; a destra la casa di Menico, la quale occupa il primo piano della scena ed è casuccia spiccatamente dignanese colla piccola porticina a gradini e col portichetto pe 'l quale si vede l'interno del cortiletto: dietro a questa altre case e viuzze; a sinistra la casa di bara Giacomo, e un'osteria con rozze panche a lati della sua porta; altre case aprentesi ad altre viuzze; nel fondo un perdersi di case dietro alle quali spicca grigio il veneto campanile della chiesa; il cielo è nero, coperto da grige e fosche nuvole; tuona e lampeggia.
(lampeggia e tuona più forte; dal campanile prorompe uno scampanellare rapido)
(dalle nubi portate via dal vento, libero erompe il sole)
Padron mio bello e caro! Dico, Menico!
Che una bella passando per via
Se perdo i vespri a starti ad ascoltare
A nozze v'ha invitati bara Giacomo?
(un contadino sospinge frettoloso il suo asinello animandolo con grida)
Ah, canaglia! O malpaga! Ah, giuntatore!
(gente che passa e attraversa pe 'l fondo la scena)
Uh, acerbe e fracide! Tanto varrebbe vendere
Vado, Marussa, a prendere una sposa
(si fa sera)
Ho tuo padre incontrato che correva
(è scesa la sera; da lungi ne viene avvicinandosi un suono allegro di villotta)
È Menina che sposa! / Anche per noi
Ah, la gioia degli altri è un gran veleno!