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Scena prima |
Il campo degli Aimorè, sul limitare di una foresta, ed a poca distanza dal castello, che si scorge nel fondo. Il campo ha l'aspetto animato; si riparano i guasti del giorno innanzi. Alcune Donne medicano i Feriti, fanno cotone, spremono frutti e versano da bere nel «coco» ai Guerrieri della tribù. Questi preparano ed aguzzano frecce, e provano i loro archi. A destra una specie di tenda del Cacico, composta di foglie di palma. Da alcune pietre presso la tenda sorge un fumo aromatico. I Fanciulli corrono da un lato all'altro, e prestano aiuto alle Donne. A sinistra presso un grand'albero sta Cecilia prigioniera; essa è velata, ed in doloroso atteggiamento. Alcuni Aimorè la custodiscono. |
Q
uomini Aimorè, donne Aimorè, fanciulli Aimorè, Cecilia
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Coro d'Aimorè | |
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PARTE I |
Aspra, crudel, terribile
fu l'implacabil guerra.
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PARTE II |
Coperta di cadaveri
rosseggia ancor la terra.
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PARTE I |
Nell'aure ancor echeggiano
i nostri maracà.
Di questi dardi al sibilo
il sol s'oscurirà.
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| (le inubie e i maracà sono strumenti bellici in uso fra selvaggi, fatti generalmente col femore di qualche nemico vinto in battaglia; molti di essi hanno la forma semplicissima di un ramo d'albero qualunque) | |
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TUTTO IL CORO (adunandosi)
Ma per l'empio portoghese
più speranza omai non v'è:
tremi, tremi quel che offese
la tribù degli Aimorè.
Di costui cadrà atterrato,
sterminato
ogni servo ed ogni sgherro,
fuoco e ferro!...
Ferro e fuoco, lo giuriamo,
quelle torri struggerà;
fino il vino che mesciamo
diman sangue diverrà.
Di colui cadrà atterrato,
sterminato
ogni asilo ed ogni loco,
ferro e fuoco!...
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Si ode un suono rauco e rimbombante. Tutti ammutoliscono e si ritirano da un lato, lasciando in umile atteggiamento il passo dinanzi la tenda. | |
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Scena seconda |
Il Cacico della tribù, e detti. Egli si presenta sulla soglia della sua tenda. Ha il corpo coperto di due pelli di tapiro, che gli servono di manto. Un gran "cocar" di penne rosse gli cinge il capo; tiene una grossa clava che consegna tosto ad un vecchio Aimorè, e gli pende dal fianco una specie di buccina, formata da un femore umano. Il suo aspetto è maestoso e feroce ad un tempo. |
<- Cacico
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CACICO |
(dall'alto della sua tenda)
Canto di guerra alla mia tenda intorno
e canto di vittoria,
che del nemico fiaccherà la boria!
Degli Aimorè nel campo
fulmine è l'odio, ed è vendetta un lampo.
(avanzandosi)
Dov'è la prigioniera,
la figlia dell'odiato portoghese?
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CORO |
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CECILIA |
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CACICO |
(sollevando il velo)
Cielo!...
che veggo io mai... e quale
prodigio di bellezza la natura
in lei trasfuse!...
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CORO |
Ma la donna altera
stirpe è dei bianchi; cader deve!
(si avventano verso Cecilia alzando le clave)
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CACICO |
(frapponendosi con violenza)
Indietro...
Guai a chi osasse sollevar la mano!...
strapparla al braccio mio,
non lo vorrebbe... no 'l saprebbe il dio!
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CACICO |
(con dolcezza a Cecilia)
Giovinetta, nello sguardo
hai un ciel d'amore accolto;
nel tuo bianco e mesto volto
non traspare che virtù.
Che se a caso amica sorte
or ti trasse a me vicina,
schiava no, bensì regina
tu sarai della tribù.
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CECILIA |
(Oh! il pietoso sentimento
che in costui si generò,
di mio padre è un pio lamento
ch'entro il cor gli penetrò.)
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Scena terza |
Detti. Un drappello d'Aimorè che conducono Pery prigioniero. Uno di essi tiene nelle mani le armi di Pery, meno l'arco che tiene appeso dietro le spalle. |
<- guardie Aimorè, Pery
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CACICO |
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CORO |
S'appressa un prigioniero.
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CACICO |
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CECILIA |
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PERY |
(scorgendo Cecilia)
(È salva... oh gioia!)
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CACICO |
Non m'inganno! costui mi sembra il fido
dell'odiato portoghese... o prodi,
chi di voi ebbe il merto
di vincere la tigre del deserto?
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CORO |
Niuno l'ebbe... ria fortuna
solo il trasse prigioniero,
ché l'impavido guerriero,
come un demone pugnò.
Ma lorquando la sua freccia,
come turbine di guerra
sibilava... ei cadde a terra;
fu il destin che lo domò.
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CECILIA |
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CACICO (a Pery) |
Or bene, insano,
qual pensier, funesto arcano
verso noi ti sospingea?
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PERY (cupamente) |
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CACICO |
La rivela, e ancor salvarti
potrai forse, o guarany!...
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PERY |
Venni qui per trucidarti
ma la sorte mi tradì!
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CACICO E CORO |
Sciagurato, e tu non sai
ch'or tu sfidi il punto estremo!
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PERY |
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CACICO |
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PERY (fieramente) |
Su, colpite... non vi temo.
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| (gli Aimorè fanno per scagliarsi su di lui, ma il Cacico si frappone) | |
CACICO |
No, fermate!... consumato
non è pure il sacro rito;
pria che l'empio sia svenato
esser deve appien compito,
poscia l'uomo maledetto
sarà pasto del banchetto
agli anzian della tribù!
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CECILIA |
Non lo dir... cessa... non più!
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CACICO (a Cecilia) |
Ma dimmi... qual mestizia,
o donna, sì ti accora,
se il bacio tuo può rendergli
fin bella l'ultim'ora?
Se voglio io stesso eleggerti
a sposa della morte,
onde il rigor gli temperi
della fatal sua sorte?
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PERY |
M'irridi pur... ma intrepido
tu mi vedrai morir.
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CACICO |
Il so; d'amor nell'estasi,
morte sarà gioir.
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CORO |
Non più; l'indugio tronchisi,
con essa ei dée morir!
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CECILIA |
Pietà di lui!... deh!... salvalo,
o mi vedrai perir!
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CACICO |
Orsù, tosto preparisi
pe 'l grande sacrifizio;
e canti e ridde onorino
il nume a noi propizio...
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Cerimonia ballo. | |
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Pery è tratto presso l'albero e legato. Gli Indiani si dispongono intorno al campo. Nel fondo alcune Vecchie dipinte a liste nere e gialle preparano una gran bragia, lavano una pietra che deve servire di mensa, e un Indiano fa cenno a Pery che su quel palo fra poco sarà infitto il suo capo. Il Cacico sotto la sua tenda, appoggiato alla sua clava, fa un cenno alla più bella Indiana della tribù; questa china dolorosamente il capo; riceve da lui alcuni frutti, poi un vaso di vino che va ad offrire a Pery e che Pery ricusa. Riceve poscia una specie di spada d'osso, e gli offre anche questa, che Pery lascia tosto cadere al suolo. In questo punto il Cacico conducendo Cecilia per la mano e seguìto dalle quattro Guardie, scende dal trono e facendo un mezzo circo sul proscenio s'avvia verso il fondo del campo. Le inubie e i maracà risuonano con un gran frastuono, e i Guerrieri Aimorè sfilano dinanzi a Pery, sfidandolo per ischerno con gesto selvaggio. Il Cacico è portato in trionfo dai suoi in una specie di lettiga di forma assai bizzarra. | |
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Durante la cerimonia. | |
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CORO |
Di timor sul volto altero
non un'ombra comparì:
lode eterna al pro' guerriero,
baldo onor del guarany.
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CECILIA |
(S'avvi un ente sì esecrato
delle colpe protettor,
maledico i numi, il fato
d'ogni mostro assai peggior.)
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PERY |
(Morirò... ma invendicato
il mio nome non sarà,
il mio sangue avvelenato
mille morti costerà!)
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CACICO |
(dall'alto della sua tenda)
Cessar le esequie. Tu, gentil reina...
(scendendo e avvicinandosi a Cecilia)
qual è tra noi costume,
concedi la suprema ora felice
d'un posseduto amor!
(con ironia)
Un tuo bacio e un amplesso
infondano al suo cor gioia sì viva
che morir gli sia grato
nella dolcezza di sapersi amato.
(agli altri)
Or si ritragga ognuno...
(a Pery e Cecilia)
E mentre il passo estremo omai s'appresta,
veglieremo su voi dalla foresta.
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| (dietro un cenno del Cacico tutti si ritraggono, meno Cecilia e Pery) | uomini Aimorè, donne Aimorè, fanciulli Aimorè, guardie Aimorè, Cacico ->
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Scena quarta |
Pery e Cecilia soli. |
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CECILIA |
(slanciandosi a lui)
Ebben, che fu del caro padre?
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PERY |
Desso
è già salvo, ti calma.
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CECILIA |
Oh! gioia!... cento
grazie ti rendo... ed or fuggi, se il puoi.
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PERY |
Giammai! il fato mio
qui m'incatena; rimaner degg'io!
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CECILIA |
Deh! non sprezzar sì altiero
la sorte che t'aspetta;
l'atroce lor vendetta
si sfreneria su te...
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PERY |
I giorni miei non curo;
che importa il viver mio?
Né uomini, né dio
saranno inciampo a me!
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PERY |
Figlio quale son io
della foresta... non pavento il fato!
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CECILIA |
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PERY |
Se ti sembro insano
a' miei disegni t'opporresti invano.
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CECILIA |
Se m'ami, deh! sì fiero
non favellarmi, o mio fedel, te n' prego,
ché se il destin severo
mi negasse salvarti in tal momento,
di duolo morirei, in cor lo sento!
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| (pausa) | |
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PERY |
Perché di meste lagrime
vai tu bagnando il ciglio?
Vicino a te bell'angelo,
non so temer periglio:
sul fato mio non piangere,
deh! frena i tuoi sospir;
lasciami, o dio, deh lasciami
al fianco tuo morir!
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CECILIA |
Che dici?... Ah! Non ripetere
questa fatal parola!
Salvar ti vo'; quest'ultima
speranza mi consola;
col sangue mio dei barbari
si placherà il furor;
io resto qui, tu involati,
t'affido il genitor.
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PERY (cupo) |
Con la mia morte io salvo
il genitore e te.
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CECILIA |
Strano mistero è questo,
deh! lo palesa a me!...
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PERY |
Ma non anco comprendesti
qual de' tuoi saria lo scempio?
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CECILIA |
Ciel!... che parli!... che dicesti?
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PERY |
Che a me solo qui s'aspetta
di punire e strugger l'empio.
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CECILIA |
Oh! Pery, non proseguire,
deh! ti serba all'amor mio.
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PERY |
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CECILIA |
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PERY |
Ah! no, non dirlo;
giunse l'ora di morir!
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CORO DI AIMORÈ (interno) |
Morte!... morte!... il traditore
dal Cacico fu dannato,
sia trafitto, sia sbranato
dagli anzian della tribù.
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CECILIA |
Oh, le tigri! sei perduto,
più salvarti non potrò!
Che mai festi?
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PERY |
Qui temuto
gli assassini attenderò!
(trangugiando, non visto da Cecilia, un veleno rinchiuso in un grano di cocco, che tiene appeso al collo)
Tutto è finito! oh, mio
dolce sogno d'amor!...
Franger mi sento il cor!
Cecilia, addio!
(esaltandosi)
Oh, mia capanna! Oh fertili
valli paterne, addio...
deh! raccogliete l'ultimo
sospir del labbro mio!
E poi che sento spegnersi
la vita dentro il cor.
L'arco temuto infrangesi
perfin del genitor.
(bacia il suo arco e lo spezza)
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CECILIA |
(Oh! ciel, pietà deh! prendati
di quel sì fido cor!)
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CORO DI AIMORÈ (interno) |
Sia trafitto, sia sbranato
dagli anzian della tribù.
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CECILIA |
Oh! cielo, che vedi
quest'ora funesta,
l'orrenda tempesta
sol puoi diradar.
L'affanno che l'alma
già tutta m'assale
coll'ansia mortale
mi lacera il cor.
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PERY |
Un nume m'ispira,
mi rende più forte,
ho in petto la morte,
ma non so tremar.
Di fronte la vedo,
la guardo, la sfido,
e tutto derido
col forte mio cor!
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Scena quinta |
Detti e il Cacico seguìto da tutta la tribù degli Aimorè. |
<- Cacico, tribù Aimorè
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| (ai suoi che fanno per avventarsi su Pery) | |
CACICO |
Fine all'ira... or si compia il sacro rito.
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| (il Coro fa atto di alzar le armi su Pery, ma il Cacico li trattiene) | |
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Sol per mia mano ei dée restar colpito,
ma pria prostrati al suolo
il dio degli Aimorè tutti imploriamo,
e la vittima a lui pregando offriamo.
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| (tutti meno il Cacico, Cecilia e Pery, s'inginocchiano) | |
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| (levando al cielo le mani) | |
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O dio degli Aimorè,
a noi ti volgi or tu;
tutta si prostra a te
la tua fedel tribù.
| S
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CORO |
O dio degli Aimorè,
a noi ti volgi or tu;
tutta si prostra a te
la tua fedel tribù.
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CACICO |
Dal trono tuo discendi,
nume del ciel possente,
che pari al sol risplendi
sulla fedel tua gente.
Scendi e le piante scuotansi,
tremi commosso il suol,
l'onda s'arresti e il fulmine
rattenga a mezzo il vol.
Di questo breve amor,
il fuoco struggitor...
| (♦)
(♦)
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CORO |
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CACICO |
Il sangue del guerrier
caduto prigionier...
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CORO |
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CACICO |
L'estremo suo desir,
l'estremo suo sospir...
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CORO |
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CACICO E CORO |
(alzandosi)
O dio degli Aimorè,
il giusto tuo furor
placato sarà;
sull'ara sacra a te
il vile, il traditor
spento cadrà.
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PERY |
(Il mio destin non temo
per lei, per lei sol fremo...
ma invano... ahimè!...)
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CECILIA |
(Gran dio del ciel, che adoro,
speme ed aita imploro
solo da te!)
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Scena sesta |
Detti: don Alvaro, don Antonio, seguìto da un drappello di Portoghesi. |
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CORO |
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PERY (con disprezzo) |
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| (si ode di dentro una scarica di vari colpi di fucile) | |
CACICO |
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CORO |
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| (si ritraggono tutti sulla sinistra aggrappandosi dietro il Cacico) | |
CECILIA E PERY |
(rifugiandosi dal lato destro)
Oh! dolce speme!...
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CORO |
(con urlo selvaggio)
All'armi!... all'armi!...
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Don Antonio seguìto da un drappello di Portoghesi apparisce in fondo sul praticabile; gli Aimorè fanno una scarica di frecce, i Portoghesi un'altra di fucili, il Cacico vacilla e cade sorretto dai suoi che lo conducono via. | <- Antonio, Alvaro, portoghesi (I), portoghesi (II)
tribù Aimorè, Cacico ->
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CECILIA |
(slanciandosi fra le braccia di don Antonio)
Ah! padre!...
Salva per te son io!...
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ANTONIO |
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| (i portoghesi parte inseguono gl'indiani, parte restano sulla scena) | portoghesi (II) ->
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