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Il guarany

IL GUARANY

Melodramma in quattro atti.

Versione sintetica a cura di www.librettidopera.it.

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Libretto di Carlo D'ORMEVILLE, Antonio SCALVINI.
Musica di Antonio Carlos GOMES.

Prima esecuzione: 19 marzo 1870, Milano.


Personaggi:

Don ANTONIO de Mariz, vecchio idalgo portoghese

basso

CECILIA figlia di don Antonio

soprano

PERY capo della tribù dei Guarany

tenore

Don ALVARO avventuriere portoghese

tenore

GONZALES avventuriere spagnolo, ospite di don Antonio

baritono

RUY -Bento, avventuriere spagnolo, ospite di don Antonio

tenore

ALONSO avventuriere spagnolo, ospite di don Antonio

basso

Il CACICO capo della tribù degli Aimorè

basso

PEDRO uomo d'arme di don Antonio

basso


Coro e comparse. Avventurieri di diverse nazioni. Uomini e Donne della colonia portoghese. Selvaggi della tribù degli Aimorè. Corpo di ballo. Uomini e Donne della tribù degli Aimorè.

La scena ha luogo nel Brasile, a poca distanza da Rio de Janeiro. Epoca: 1560.

Avvertenza

Questo dramma fu tratto dallo stupendo romanzo dello stesso titolo del celebre scrittore brasiliano Josè de Alencar. I nomi di Guarany e Aimorè, sono quelli di due fra le tante tribù indigene, che occupavano le varie parti del territorio brasiliano prima che i portoghesi vi approdassero per introdurvi la civilizzazione europea. Secondo l'autore del romanzo, Pery era il capo dei Guarany. Questa tribù aveva indole più docile delle altre, al contrario degli Aimorè, che furono sempre i più implacabili nemici dei Bianchi. Don Antonio de Mariz, personaggio storico e non ideale, fu uno dei primi che governarono il paese in nome del re di Portogallo e rimase vittima della barbarie degli indigeni.

Atto primo
Scena prima

Spianata dinanzi al castello di don Antonio de Mariz.
All'alzarsi del sipario la scena è vuota; attraversano la scena alcuni gruppi di comparse portando al collo dei cervi ed altri selvatici di generi diversi: odonsi internamente suoni di caccia. Indi vengono il Coro di cacciatori, don Alvaro, Gonzales, Ruy, Alonso, Avventurieri.

CORO

(di cacciatori)

Dal piano al monte ognor

trascorre il cacciator;

a lui dinanzi fugge

la fiera belva invan,

invan di sdegno rugge

contro l'ardita man.

Nell'antro ov'ella è ascosa

lo spinge il baldo ardir;

ella assalir pur osa,

ma pronto egli è a ferir.

Poi di sua preda carco

e pien di gioia il cor

pone la freccia e l'arco

lo stanco cacciator.

GONZALES

(con ironia ad Alvaro)

Alfin giungemmo all'ospitale tetto,

che sì teneri sensi in te ridesta;

tregua dunque al dolor!

ALVARO

(irritato)

E con qual dritto

ardisci numerare i miei sospiri?

GONZALES

(come sopra)

Pace, o venturïer, troppo t'accende

il mal celato amor.

RUY E ALONSO

(ridendo)

Ah! ah! spietato,

compatisci il meschino, è innamorato!

GONZALES

(Ei di Cecilia amante, oh! gelosia!)

ALVARO

Che pensi tu, che mediti?

GONZALES

Nulla... (Su te ben io

vegliar saprò, né tua sarà colei,

che m'ha destato in petto

fuoco fatal di prepotente affetto!)

ALVARO

(Ei m'odia, ma non temo il suo furore...)

GONZALES

(Qui simular conviene odio e amore!)

CORO

L'idalgo vien... silenzio...

Scena seconda

Don Antonio, dal castello, e detti. Egli è seguìto da Uomini d'arme.

ANTONIO

Che siate i benvenuti! Invero lunga

parve la vostra assenza;

e mentre altrove vi trae la caccia

altro infortunio ne percosse...

ALVARO

Cielo!

E noi tutti ignorammo!...

ANTONIO

Uno dei nostri

per grave errore, una gentil fanciulla

della tribù degli Aimorè trafisse;

venia non trova l'imprecato fallo,

e fremente l'indian vendetta chiede!

GONZALES

E l'abbia intera... rinnovar fra poco

sapremo uniti la tenzon dell'armi,

ciascun di noi è un forte...

CORO

(d'avventurieri)

E il bravo venturier sfida la morte!

ANTONIO

(con calma)

Vano sarebbe il valor vostro, o fidi,

se un genio protettor la cara vita

salva non fêa dalla figliola mia.

ALVARO

Ciel! come avvenne?

ANTONIO

Nella placid'onda

incauta, poco lunge, ella spirava

le fresc'aure del bosco...

ALVARO

E fu sorpresa?

ANTONIO

Da selvaggi nascosti... e preda loro

l'infelice saria, se svelta a forza

dall'empie mani ei non l'avesse.

TUTTI

(meno Antonio)

Oh! noma

il salvator...

ANTONIO

Ei stesso

vêr noi si move... lo guardate... è desso!

Scena terza

Pery alla destra, e detti.

(a Pery, che esita ad appressarsi)

ANTONIO

T'appressa, amico.

GONZALES

Un indiano!

ALVARO, RUY, ALONSO E GONZALES

Salve!

GONZALES

Ma chi sei tu? rispondi,

tu che in noi tutti ammirazione infondi?

PERY

(lo guarda, indi con fierezza)

Pery m'appella

in sua favella

l'eroico popolo

dei Guarany.

Di regi figlio,

non v'ha periglio

che arretrar pavido

vegga Pery.

ANTONIO

Fratello e amico in faccia a ognun ti chiama

il vecchio idalgo...

(lo abbraccia)

PERY

E un vero amico io sono!

CORO

Qual nobil sguardo!

ANTONIO

Che m'arrechi?

PERY

Tace

accampato l'indiano, e forse cova

vendette atroci...

ANTONIO

Esplorator fedele

in te riposo, o amico...

PERY

E ben lo puoi;

della tribù degli Aimorè le imprese

spero fallite andran...

ANTONIO

Pure conviene

gli agguati prevenir.

PERY

Signor, t'acqueta;

altro il mio cor non brama,

che di sventare la codarda trama.

(si ode internamente la voce di Cecilia)

CECILIA

Deh! riedi... deh riedi... ~ ritorna al mio cor.

E giorni beati ~ vivremo d'amor.

CORO

Qual voce!

PERY

(Dessa!)

(si ritira nel fondo)

ANTONIO

D'amorose note

la mia gentil fanciulla

fa l'aure risuonar.

ALVARO

Oh gioia estrema!

Tutte nel cor le sento.

GONZALES

(È felice costui!... oh rio tormento!)

Scena quarta

Cecilia seguita da alcune Damigelle, e detti; indi Pery.

CECILIA

Gentile di cuore ~ leggiadra di viso,

ho dolce l'affetto ~ ho vago il sorriso;

di dolce contento ~ lo sguardo mi brilla,

se in volto gli leggo ~ d'amor la favilla;

per lui solo affido ~ sull'ali dei venti

il suon lusinghiero ~ di garruli accenti!

Deh riedi, deh riedi... ~ mi stringi al tuo cor

e giorni beati ~ vivremo d'amor!

ANTONIO, GONZALES E CORO

(ad Alvaro)

Felice mortale, ~ la stringi al tuo cor,

e giorni beati ~ vivrete d'amor!

ANTONIO

Cecilia, esulta. Reso ai nostri lari

vedi lo sposo che ti scelse il padre.

(indica Alvaro)

CECILIA

(confusa, impallidendo)

Egli!...

ALVARO

Oh! Cecilia.

(s'avvicina a lei con affetto)

ANTONIO

Il guardo abbassi, e bianca

d'inusitato pallor chini la fronte?

CECILIA

(facendo forza a sé stessa)

M'inchino al tuo volere...

ANTONIO

L'obbedirmi è per te sacro dovere!

(suona l'Ave Maria)

ANTONIO

Ma l'aere imbruna, e il bronzo della sera

c'invita alla preghiera. Or dunque insieme

nel comune dolor che ci contrista,

in ginocchio preghiamo

e nei consigli di lassù speriamo.

(tutti si scoprono e s'inginocchiano)

Salve, o possente vergine,

madre dell'uomo santo,

tu ne proteggi provvida

se il dì verrà del pianto:

e forte al par che pia,

ne assisti...

TUTTI

Ave Maria!

ANTONIO, ALVARO, GONZALES, RUY E ALONSO

Fa' che vediamo estinguersi

la rabbia dei nemici,

né più di sangue tingano

l'ire le spade ultrici;

e forte al par che pia,

ne assisti...

TUTTI

Ave Maria!

(in questo momento Pery si è avanzato, e scorgendo tutti inginocchiati si pone in atto rispettoso dietro Gonzales)

CECILIA E ALVARO

Poi se avverrà che il turbine

un lieto dì rischiari,

verrem prostrati a sciogliere

il voto sugli altari;

perché tu fosti pia

e forte...

TUTTI

Ave Maria!

(si alzano)

GONZALES

(piano a Ruy e Alonso)

Allor che annotti, non veduti entrambi

alla grotta vi attendo del selvaggio...

RUY E ALONSO

Verremo...

PERY

(che ha udito)

(Quello sguardo... quell'accento...

Io saprò prevenire il tradimento.)

ANTONIO

Or che sciolta è la preghiera

ed i voti s'innalzâr,

venga pur l'iniqua schiera,

sarò lieto di pugnar.

CECILIA E CORO DI DONNE

Su, correte coraggiosi

il nemico ad affrontar;

noi starem pei valorosi

le corone ad intrecciar.

TUTTI

Venga pur l'iniqua schiera,

sarò lieto di pugnar.

(Pery s'avvia per uscire da un lato: tutti gli altri entrano nel castello, meno Cecilia, che si ferma sulla soglia e si volge a Pery)

Scena quinta

Cecilia e Pery.

CECILIA

(chiamando)

Pery...

PERY

(retrocedendo)

Che brami?

CECILIA

Appressati...

PERY

Parla...

CECILIA

Al castello mio

perché t'involi?...

PERY

Un umile

schiavo, o gentil, son io;

né di calcar tue soglie

degno mi fèa la sorte...

CECILIA

Che dici? E non sei l'angelo

che mi salvò da morte?...

PERY

Sì, ma colà t'attendono

soavi gioie al core;

Alvaro t'ama e inebriasi

del tuo divino amore.

CECILIA

Al padre e non ai palpiti

cedo del cor...

PERY

Fia vero?...

CECILIA

Te 'l giuro, inestinguibile

in me vivrà un pensiero...

PERY

Qual?...

CECILIA

Che al furor dei barbari

sol fui per te rapita.

PERY

E ovunque e sempre, ah! credilo,

fia sacra a te mia vita.

CECILIA

E al fianco tuo sicura

senza timor vivrò;

ma di', perché tal cura

hai tu di me?...

PERY

Non so!

Sento una forza indomita

che ognor mi tragge a te;

ma non la posso esprimere,

né ti so dir perché.

So che un tuo detto, o vergine,

un tuo sorriso, un guardo,

come un acuto dardo,

scende a ferirmi il cor...

So che pe 'l tuo più rapido,

pe 'l tuo minor desìo,

pronto a versar son io

tutto il mio sangue ognor...

Ma non ti posso esprimere

quello che sento in me;

il cor non so dischiuderti,

né ti so dir perché.

CECILIA

(Io pure, io pure invano

chieggo a me stessa ognor

che è mai quel senso arcano,

che mi commuove il cor.

Lo sguardo suo sì vivido

sento riflesso in me;

ma invan me stessa interrogo,

ma né mi so dir perché.)

PERY

(scuotendosi)

Ma il tempo vola e altrove

essere io deggio...

CECILIA

Dove?...

PERY

(con accento d'ira)

Dove una rete infame

tender d'abbiette trame

impunemente sperano

tre vili traditor.

CECILIA

Chi mai?... Chi mai?...

PERY

Non chiederlo;

a me son noti e basta;

io ti saprò difendere,

saprò salvarti ognor.

CECILIA

Qualunque via dischiudasi

al libero tuo piè,

la mia parola supplice

sempre risuoni in te;

e fido a me conservati,

riedi a mio padre, a me.

I vili a lui denunzia...

PERY

Io dei perigli rido,

ma non denunzio, uccido.

CECILIA

M'affido al tuo valor...

Ma deh! Che a me non tolgasi

la candida tua fé;

vivi, o Pery, te n' supplico

pe 'l padre mio, per me!...

Se il braccio tuo difendere

non mi dovesse ancor,

morrei compianta vittima,

come mietuto fior.

PERY

Che dici, ahimè!... deh! calmati...

CECILIA

Morrei siccome un fior...

PERY

Morire?... Oh! ciel, non dirmelo.

No, tu non déi morir!...

a mille morti impavido

io ti saprei rapir!...

A me t'affida, o vergine,

eterna è la mia fé!...

numi, parenti, patria,

tutto obliai per te.

CECILIA

Or vanne, ma sollecito

ritorna al tetto mio.

PERY

Addio, mio sol benefico...

CECILIA

Mio salvatore, addio.

PERY

T'affida a me...

CECILIA

M'affido a te...

PERY

Mio dolce amor...

CECILIA

Mio salvator...

PERY

M'involo a te...

CECILIA

Ma riedi a me...

CECILIA E PERY

Addio!...

(Pery esce da un lato, Cecilia entra nel castello)

Atto secondo
Scena prima

La grotta del selvaggio.
A destra un'ampia grotta che occupa metà della scena, a sinistra un folto bosco; presso la grotta vi è un grosso tronco d'albero spezzato dal fulmine. È notte.
Pery solo, dal fondo strisciando fra le macchie.

Son giunto in tempo! qual celata serpe,

strisciandomi fra i dumi e fra le spine

io li prevenni e guadagnai la via.

Grazie al fato ne rendo. Il torvo sguardo

dello spagnolo, ed il parlar sommesso

son le prove di un turpe tradimento!

Ma più di tutto un presentir arcano

or mi tormenta. Vanne, esso mi grida,

più non frappor dimora,

vola in soccorso della tua signora!

Vanto io pur superba cuna

sempre bella fra i perigli,

se figliol della fortuna

mi chiamar del sole i figli,

se mio padre le sue frecce

nel morire mi lasciò.

Ma ti vidi, o vergin bella,

ed obliai perfin la gloria,

per chiamarti la mia stella;

bastò un guardo... una memoria,

e il leon della foresta

il tuo schiavo diventò!...

Ma alcun s'appressa!... oh istante!...

or celarmi degg'io fra quelle piante.

(trasalendo guarda nell'interno e poi esclama:)

Venga pure il traditore

che imperterrito qui sto!...

(si nasconde dietro il tronco d'albero)

Scena seconda

Gonzales, Ruy-Bento e Alonso entrano guardinghi e s'inoltrano nella grotta. Pery è nascosto.

GONZALES

Ecco la grotta del convegno.

ALONSO

Ebbene?

GONZALES

Oggi d'estrema aita ho d'uopo.

RUY

Parla...

GONZALES

Udiste mai d'una miniera, ricca

di puro argento, che si offriva un giorno

da Dias Roberto al re Filippo?...

ALONSO

Udimmo.

RUY

Ma nella tomba ei trasse il suo mistero.

GONZALES

No, quel mistero è noto a me...

RUY E ALONSO

Fia vero?

GONZALES

E se il destin sorride

ai miei desiri... se destar saprete

nei venturier l'universal rivolta...

farvi ricchi poss'io...

ALONSO

Di noi disponi:

per essi tutti io giuro.

RUY E ALONSO

La rivolta è in tua man: vivi sicuro.

(avviandosi)

GONZALES

(trattenendoli)

V'è un patto ancor: per la gentil Cecilia

ardo d'immenso amore,

e vuò rapirla al padre,

al fidanzato, a tutti...

secondarmi giurate?...

RUY E ALONSO

Noi lo giuriamo.

PERY

(dal nascondiglio)

Traditori!

GONZALES

Cielo!

(afferrando la carabina escono con veemenza dalla grotta)

Fummo scoperti!

RUY E ALONSO

Laggiù forse...

GONZALES

Alcuno

ci spiava... s'insegua, e mano al ferro!

(Ruy e Alonso s'internano nel bosco e fuggono)

Scena terza

Pery e Gonzales.

GONZALES

Chi mai?...

PERY

(uscendo dal nascondiglio)

Son io, che tutto intesi.

GONZALES

Tu?...

(trae il pugnale, ma Pery gli si slancia addosso, gli afferra il braccio, gli toglie il pugnale e lo fa cadere in ginocchio)

PERY

Serpe vil, che al tradimento

hai sì ben l'alma indurita,

va', t'invola sul momento,

risparmiar ti vo' la vita:

ma giurarmi pria tu devi

questi luoghi abbandonar,

e la vita che ricevi

con l'inganno non pagar.

GONZALES

Ah! che mai, che mai pretendi!...

crudo troppo è tal desìo!...

Io partire!... e non comprendi

la mia pena, il dolor mio?...

PERY

(interrompendolo)

No, la vita, o il giuramento

ch'io ti chiesi... scegli...

GONZALES

Ah! no!...

PERY

Proferisci un solo accento

e perdono o morte io do.

GONZALES

(Giurar debbo, ma la fede

a costui non serberò;

la promessa ch'ei mi chiede

col pugnale infrangerò.

Alla man dell'empio fato

sol per poco io cederò,

più potente e inaspettato

sovra lui piombar saprò.)

PERY

(Se t'insidia un traditore;

mia diletta, non tremar;

su te veglia un difensore,

che ogni rischio sa sfidar.)

Ti decidi alfin; paventa

del furor che m'infiammò...

GONZALES

Partirò: la mia parola

sacro pegno io te ne do.

PERY

Pago io sono; ma rammenta...

GONZALES

Non temer, giurato io l'ho!...

PERY

Parti, iniquo, va', t'invola...

(lo spinge fino al fondo, e quando è uscito esclama:)

Grazie, o ciel, salvata io l'ho!...

(esce rapidamente)

Scena quarta

La caserma degli avventurieri.
Camera di rozzo aspetto, armi appese, giacigli, tavole e rozze panche, anfore di vino e bicchieri.
Ruy e Alonso entrano circondati d'Avventurieri.

ALONSO

Udiste?

CORO

Udimmo. E all'ardua

scoperta di miniere,

chi fora... parla, svelalo,

il nostro condottiere?...

ALONSO

Gonzales...

CORO

Desso!...

ALONSO

Impavido

disagi affronta e morte.

CORO

E noi per dio imperterriti

dividerem sua sorte.

ALONSO

Dunque la mano e l'opera

concordi a lui donate?

CORO

È vano più ripetere;

su tutti noi contate.

RUY

Compagni, vedrem sorgere

forse l'età dell'oro.

CORO

Un'alba così fulgida

festeggeremo in coro.

(radunandosi)

TUTTI

L'oro è un ente sì giocondo

che fa bello tutto il mondo,

sempre nuovo, sempre antico,

esso è il primo nostro amico;

quando in tasca meco resta

non pavento la tempesta,

ma se fugge un giorno solo,

vien la noia, vien il duolo.

Io per me scommetterei

che si stima anche laggiù;

io non so... ma in fin direi

che si spende ancor lassù.

IIº

I proverbi van dicendo,

vanno attorno diffondendo,

che il tesoro più sincero

è per noi l'amico vero;

io per me del paragone

non divido l'opinione,

ed ho fisso nel cervello

che val più di questo quello.

Io per me scommetterei

che si stima anche laggiù;

io non so... ma in fin direi

che si spende ancor lassù.

Scena quinta

Gonzales e detti.

(comparisce in mezzo agli avventurieri co' la massima disinvoltura)

GONZALES

Ebbene, miei fidi, quai novelle?

RUY, ALONSO E CORO

Tutti

siamo giurati a te.

ALONSO

(a parte a Gonzales)

Ma l'incompreso

grido della foresta?

GONZALES

(dissimulando)

Eh via! fu sogno

d'accesa fantasia. Ma orsù, conviene

dar mano all'opra, e pria che spunti il sole,

compier si dée l'impresa. È d'uopo intanto

don Antonio ingannar, e con astuzia

far credere dobbiam che questa notte

è notte di tripudio.

TUTTI

Oh! ben tu pensi.

GONZALES

Olà dunque, miei bravi!

Versate il Porto, e colmisi il bicchiere

infino all'orlo, perché lieto intanto

del venturiere la canzone io canto.

(gli versano da bere e lo circondano)

GONZALES

Senza tetto, senza cuna,

vita abbiamo nel gioir;

lieta o avversa la fortuna

non c'importa di morir.

TUTTI

Chi ne impera sola ed una

è la donna del sospir.

IIº

GONZALES

Sì nel duol che nel diletto

non si teme il rio destin,

è la mira del moschetto

che ci guida nel cammin.

TUTTI

Sovra il capo maledetto

non imbianca il nostro crin.

IIIº

GONZALES

Noi girovaghi del mondo

percorremmo ogni sentier,

ché geografo profondo

nella vita è il venturier.

(suona mezzanotte)

Or zitti all'opra ~ non un sospir,

perfin lo sguardo ~ ci può tradir,

quando il segnale ~ l'arme darà,

(mostra una pistola)

accorra ognuno ~ non un sospir,

perfin lo sguardo ~ ci può tradir.

TUTTI

Tutti verremo ~ non paventar,

pronta è la destra ~ come l'acciar.

(tutti si ritirano in silenzio)

Scena sesta

La camera di Cecilia.
Alcova a destra con letto; gran finestrone aperto; tavolino con lampada; altro mobile presso la finestra, su cui una chitarra spagnola; porta chiusa nel fondo; un raggio di luna inonda la stanza e si riflette sull'alcova.
Cecilia, sola, dirigendosi alla finestra.

Oh! come è bello il ciel!... Par che natura

nell'ora del silenzio, arcanamente

penetri dentro l'alma,

e favelli d'amor con mesta calma!

(guardando la chitarra)

Ed allora perché le tue canzoni,

istrumento gentil, più non commetti

all'aure innamorate?... or via, risorgi

dal polveroso oblio,

e fa' che amore, la natura e dio

t'inspirino un lamento,

che, gemendo, risponda al mio tormento!

(prende la chitarra, e dopo brevi arpeggi canta la seguente:)

Ballata.

C'era una volta un principe

mesto, pensoso e bello,

che era d'ognuno il palpito,

la gloria del castello...

Ma non voleva amar!

Forte, leal, sensibile,

parea qual fido amante;

avea negli occhi il fascino

e nel gentil sembiante...

Pur non voleva amar!

Ma un dì fanciulla povera

a lui passò d'appresso,

rimase muto, estatico...

e più non fu lo stesso...

Egli dovette amar!

Oh! invan tentiam resistere

al palpito divino,

ché sull'eterne pagine

è scritto nel destino:

tutti dobbiamo amar!

(depone la chitarra)

Ma di riposo ho d'uopo;

e tu ne' sogni miei

riedi, o Pery: l'angelo mio tu sei!

(si ritira lentamente)

Oh! invan tentiam resistere

al palpito divino,

che sull'eterne pagine

è scritto nel destino:

tutti dobbiamo amar!

(entra nell'alcova)

Scena settima

Dopo lungo silenzio scorgesi Gonzales che valica la finestra ed entra con precauzione, e detta.

GONZALES

Tutto è silenzio!... L'eco ha ripetuto

morendo il suon dell'ultime sue note.

Ma perché tremo? è questo il gran momento

compendiator della mia vita!... In breve

il destin di me decider deve!...

(prende il lume e solleva la cortina dell'alcova, in cui vedesi Cecilia immersa nel sonno)

Ve', quanto è bella!... or provo,

al mirarla, una gioia interminata!

Ed io sento che, amato da costei,

purificarmi ancor forse potrei...

Ma che dico? follie... vane illusioni!...

Ogni senso d'amor nel petto ascoso

deve restarsi muto. ~

Gonzales all'infamia è ormai venduto!...

(s'appressa a Cecilia e fa per afferrarla, ma questa si risveglia di soprassalto e balza in piedi gettando un grido)

CECILIA

Ciel!... chi s'appressa!...

GONZALES

Non temer, fanciulla,

qual ara sacra mi sarai.

CECILIA

Ma come

venisti in queste soglie

nel cuore della notte?

GONZALES

Amor possente

mi condusse.

CECILIA

Che dici? Troppo impura

t'uscì dal labbro orribile parola.

GONZALES

Amore il labbro non profana...

CECILIA

Iniquo!

GONZALES

Ascolta...

CECILIA

Va', t'invola;

ogni tua voce suona a me funesta.

Vanne, insensato!

(va per chiamare)

GONZALES

Per pietà, t'arresta!

(supplice)

Donna, tu forse l'unica

eri che il mio destino

coll'amor tuo divino

potevi a me cangiar.

Oh, cedi! e se di sangue

questa mia man gronda,

sol tu puoi farla monda,

le macchie cancellar!

CECILIA

(con indignazione)

E tu chi sei che ardisci,

audace avventuriero,

raccolto nel mistero

a me d'amor parlar?...

Oh! vanne, fuggi, involati,

io di spregiarti ho il dritto,

se pensi col delitto

la fede mia macchiar!...

(va verso la porta)

GONZALES

Pietà, Cecilia!... ascoltami,

per te divampo...

CECILIA

(chiamando)

Aita!

GONZALES

Silenzio!... o posso perderti,

o donna!...

CECILIA

No, la vita

potrai rapirmi, o barbaro,

l'onor giammai!... olà!

GONZALES

Incauta!... e chi resistere

al mio voler potrà?

L'insano orgoglio tuo

fatale a te sarà!

CECILIA

(cadendo in ginocchio)

Eterno iddio difendimi

da sì nefando amor.

GONZALES

Non più!... l'impongo!... seguimi...

(per afferrarla)

CECILIA

Invano!

(mentre Gonzales alza la destra per afferrarla, una freccia entra dalla finestra, e ferisce Gonzales alla mano)

GONZALES

(gettando un grido)

Oh rio dolor!...

sono ferito!

(va alla finestra e scarica la pistola; grido d'allarmi interno)

CECILIA

Oh giubilo!

(guardando la freccia)

La freccia di Pery.

GONZALES

(con intenzione)

Ma non gioire, altri angeli

qui veglian su' tuoi dì.

Scena ottava

Detti. Don Alvaro accorrendo nel mezzo; poi Ruy ed Alonso, con Avventurieri, indi don Antonio seguìto da Uomini d'arme, Donne della colonia, Servi con torcie accese; poscia Pery dalla finestra, in fine Pedro.

ALVARO

Quali grida!... qual colpo!...

(slanciandosi nelle sue braccia)

CECILIA

Io sono salva!

ALVARO

(snudando la spada)

Tu qui, Gonzales!

Gli Avventurieri entrano co' la spada alla mano preceduti da Ruy e Alonso.

GONZALES

Miei fedeli!... sia

costei strappata alle sue braccia.

ALVARO

(proteggendo Cecilia col suo corpo)

Indietro!...

ANTONIO

(slanciandosi nel mezzo)

Indietro tutti! oppur la vostra spada

piantar dovrete nel mio sen!

(pausa, poi agli avventurieri)

Ma come?

(Pery apparisce alla finestra)

ANTONIO

In queste soglie? chi vi trasse? e quale

ragion possente?... su, parlate, il voglio!

Or qui fra voi un traditor si cela!

PERY

(nel mezzo)

Se no 'l ravvisi... io te 'l dirò.

TUTTI

(meno gli avventurieri e Gonzales)

Lo svela.

PERY

Vedi quel volto livido

di rabbia e di terrore?...

ei china gli occhi... miralo,

è desso il traditore...

Un giorno amico ed ospite

la fede ti giurava,

poi la rivolta, il barbaro,

e l'onta seminava.

Tentò persin tua figlia

col palpito aborrito...

ed io lo volli uccidere,

lo volli... e fu ferito!

Guardate tutti!... il sangue

gli stilla dalla mano.

(afferrandolo)

GONZALES

(confuso)

Tu menti!...

TUTTI

È ver!

PERY

Nasconderlo

a me tu cerchi invano!

ANTONIO

Dio che intesi!... nel mio tetto

tale sfregio... tale insulto!

ma restar non puote inulto,

sangue e pianto costerà...

È dal cielo maledetto

chi tradisce l'amistà!

GONZALES

(L'indomato e cieco affetto

in me sorge più gigante;

il mio sdegno in tale istante

più ritegno ormai non ha.

Se il mio nome è maledetto

più tremendo diverrà.)

CECILIA

(Ah! Perché, perché nel petto

freme l'anima agitata,

se un prodigio m'ha salvata

dalla tanta sua viltà?

È dal cielo maledetto

chi tradisce l'amistà!)

PERY

(L'ira atroce che ho nel petto

fèa convulsa la mia mano;

ma non sempre sull'insano

la mia freccia fallirà...

ché da tutti è maledetto

chi tradisce l'amistà!)

ALVARO

(L'ira ultrice ed il dispetto

fa di me truce governo;

s'ei cadesse nell'inferno,

l'odio mio lo colpirà...

È dal cielo maledetto

chi tradisce l'amistà!)

RUY, ALONSO E CORO DI AVVENTURIERI

(a Gonzales)

Non temer, fin che protetto

sei dal forte avventuriero,

anche il tuo nemico altero

la cervice piegherà.

E fia scudo al maledetto

de' suoi fidi l'amistà!

CORO DI PORTOGHESI

(a don Antonio)

Portoghese, nel tuo tetto

seminar l'infamia e l'onta;

ma de' tuoi la spada è pronta

che i ribaldi punirà.

È dal cielo maledetto

chi tradisce l'amistà!

Odesi un suono interno improvviso e fragoroso d'istrumenti selvaggi.

Tutti rimangono interdetti ed atterriti.

TUTTI

Chi s'appressa? qual fragor!...

PEDRO

(entrando ansante, a don Antonio)

L'indian fa siepe al tuo castello intorno.

Della donzella uccisa,

chiede col sangue vendicar lo scorno.

TUTTI

In qual momento!

(movimento di terrore fra gli avventurieri)

GONZALES

(a tutti)

E a che temer costoro,

se qui sono fra voi? diam tregua all'ire;

formino gli odii tutti un odio solo,

e sicuri sarem che l'empia guerra

ricaccerem sotterra!

TUTTI

All'armi!... all'armi!... all'armi!...

GONZALES

(a parte agli avventurieri)

Quando l'indian fia vinto, allor la nostra

impresa compiremo; io sol sospendo

e non rinunzio all'alto mio progetto.

ANTONIO

Il nemico comun strugger dobbiamo;

voi lo giurate?...

TUTTI

Sì, tutti il giuriamo.

Vile indiano, trema, trema!

Per te venne l'ora estrema!

Il tuo dardo senza punta

nella polvere striscerà.

Dell'eccidio l'ora è giunta,

guai chi sente la pietà!

DONNE

All'ardita impresa assunta

fido ognuno resterà;

salve, o prodi, l'ora è giunta,

la vittoria in man vi sta!

Tutti si slanciano alla difesa del castello brandendo le armi.

Cecilia cade in ginocchio, quasi implorando il soccorso del cielo.

Atto terzo
Scena prima

Il campo degli Aimorè, sul limitare di una foresta, ed a poca distanza dal castello, che si scorge nel fondo.
Il campo ha l'aspetto animato; si riparano i guasti del giorno innanzi. Alcune Donne medicano i Feriti, fanno cotone, spremono frutti e versano da bere nel «coco» ai Guerrieri della tribù. Questi preparano ed aguzzano frecce, e provano i loro archi. A destra una specie di tenda del Cacico, composta di foglie di palma. Da alcune pietre presso la tenda sorge un fumo aromatico. I Fanciulli corrono da un lato all'altro, e prestano aiuto alle Donne. A sinistra presso un grand'albero sta Cecilia prigioniera; essa è velata, ed in doloroso atteggiamento. Alcuni Aimorè la custodiscono.

Coro d'Aimorè

PARTE I

Aspra, crudel, terribile

fu l'implacabil guerra.

PARTE II

Coperta di cadaveri

rosseggia ancor la terra.

PARTE I

Nell'aure ancor echeggiano

i nostri maracà.

Di questi dardi al sibilo

il sol s'oscurirà.

(le inubie e i maracà sono strumenti bellici in uso fra selvaggi, fatti generalmente col femore di qualche nemico vinto in battaglia; molti di essi hanno la forma semplicissima di un ramo d'albero qualunque)

TUTTO IL CORO

(adunandosi)

Ma per l'empio portoghese

più speranza omai non v'è:

tremi, tremi quel che offese

la tribù degli Aimorè.

Di costui cadrà atterrato,

sterminato

ogni servo ed ogni sgherro,

fuoco e ferro!...

Ferro e fuoco, lo giuriamo,

quelle torri struggerà;

fino il vino che mesciamo

diman sangue diverrà.

Di colui cadrà atterrato,

sterminato

ogni asilo ed ogni loco,

ferro e fuoco!...

Si ode un suono rauco e rimbombante. Tutti ammutoliscono e si ritirano da un lato, lasciando in umile atteggiamento il passo dinanzi la tenda.

Scena seconda

Il Cacico della tribù, e detti.
Egli si presenta sulla soglia della sua tenda. Ha il corpo coperto di due pelli di tapiro, che gli servono di manto. Un gran "cocar" di penne rosse gli cinge il capo; tiene una grossa clava che consegna tosto ad un vecchio Aimorè, e gli pende dal fianco una specie di buccina, formata da un femore umano. Il suo aspetto è maestoso e feroce ad un tempo.

CACICO

(dall'alto della sua tenda)

Canto di guerra alla mia tenda intorno

e canto di vittoria,

che del nemico fiaccherà la boria!

Degli Aimorè nel campo

fulmine è l'odio, ed è vendetta un lampo.

(avanzandosi)

Dov'è la prigioniera,

la figlia dell'odiato portoghese?

CORO

Vedila, è dessa!

CECILIA

(Qual momento!)

CACICO

(sollevando il velo)

Cielo!...

che veggo io mai... e quale

prodigio di bellezza la natura

in lei trasfuse!...

CORO

Ma la donna altera

stirpe è dei bianchi; cader deve!

(si avventano verso Cecilia alzando le clave)

CACICO

(frapponendosi con violenza)

Indietro...

Guai a chi osasse sollevar la mano!...

strapparla al braccio mio,

non lo vorrebbe... no 'l saprebbe il dio!

CACICO

(con dolcezza a Cecilia)

Giovinetta, nello sguardo

hai un ciel d'amore accolto;

nel tuo bianco e mesto volto

non traspare che virtù.

Che se a caso amica sorte

or ti trasse a me vicina,

schiava no, bensì regina

tu sarai della tribù.

CECILIA

(Oh! il pietoso sentimento

che in costui si generò,

di mio padre è un pio lamento

ch'entro il cor gli penetrò.)

Scena terza

Detti. Un drappello d'Aimorè che conducono Pery prigioniero. Uno di essi tiene nelle mani le armi di Pery, meno l'arco che tiene appeso dietro le spalle.

CACICO

Qual rumore!

CORO

S'appressa un prigioniero.

CACICO

Un indiano!

CECILIA

(Pery!)

PERY

(scorgendo Cecilia)

(È salva... oh gioia!)

CACICO

Non m'inganno! costui mi sembra il fido

dell'odiato portoghese... o prodi,

chi di voi ebbe il merto

di vincere la tigre del deserto?

CORO

Niuno l'ebbe... ria fortuna

solo il trasse prigioniero,

ché l'impavido guerriero,

come un demone pugnò.

Ma lorquando la sua freccia,

come turbine di guerra

sibilava... ei cadde a terra;

fu il destin che lo domò.

CECILIA

(Generoso!)

CACICO

(a Pery)

Or bene, insano,

qual pensier, funesto arcano

verso noi ti sospingea?

PERY

(cupamente)

Un'eterna unica idea!

CACICO

La rivela, e ancor salvarti

potrai forse, o guarany!...

PERY

Venni qui per trucidarti

ma la sorte mi tradì!

CACICO E CORO

Sciagurato, e tu non sai

ch'or tu sfidi il punto estremo!

PERY

Non mi cale!

CACICO

E tu morrai.

PERY

(fieramente)

Su, colpite... non vi temo.

(gli Aimorè fanno per scagliarsi su di lui, ma il Cacico si frappone)

CACICO

No, fermate!... consumato

non è pure il sacro rito;

pria che l'empio sia svenato

esser deve appien compito,

poscia l'uomo maledetto

sarà pasto del banchetto

agli anzian della tribù!

CECILIA

Non lo dir... cessa... non più!

CACICO

(a Cecilia)

Ma dimmi... qual mestizia,

o donna, sì ti accora,

se il bacio tuo può rendergli

fin bella l'ultim'ora?

Se voglio io stesso eleggerti

a sposa della morte,

onde il rigor gli temperi

della fatal sua sorte?

PERY

M'irridi pur... ma intrepido

tu mi vedrai morir.

CACICO

Il so; d'amor nell'estasi,

morte sarà gioir.

CORO

Non più; l'indugio tronchisi,

con essa ei dée morir!

CECILIA

Pietà di lui!... deh!... salvalo,

o mi vedrai perir!

CACICO

Orsù, tosto preparisi

pe 'l grande sacrifizio;

e canti e ridde onorino

il nume a noi propizio...

Cerimonia ballo.

Pery è tratto presso l'albero e legato. Gli Indiani si dispongono intorno al campo. Nel fondo alcune Vecchie dipinte a liste nere e gialle preparano una gran bragia, lavano una pietra che deve servire di mensa, e un Indiano fa cenno a Pery che su quel palo fra poco sarà infitto il suo capo. Il Cacico sotto la sua tenda, appoggiato alla sua clava, fa un cenno alla più bella Indiana della tribù; questa china dolorosamente il capo; riceve da lui alcuni frutti, poi un vaso di vino che va ad offrire a Pery e che Pery ricusa. Riceve poscia una specie di spada d'osso, e gli offre anche questa, che Pery lascia tosto cadere al suolo. In questo punto il Cacico conducendo Cecilia per la mano e seguìto dalle quattro Guardie, scende dal trono e facendo un mezzo circo sul proscenio s'avvia verso il fondo del campo. Le inubie e i maracà risuonano con un gran frastuono, e i Guerrieri Aimorè sfilano dinanzi a Pery, sfidandolo per ischerno con gesto selvaggio. Il Cacico è portato in trionfo dai suoi in una specie di lettiga di forma assai bizzarra.

Durante la cerimonia.

CORO

Di timor sul volto altero

non un'ombra comparì:

lode eterna al pro' guerriero,

baldo onor del guarany.

CECILIA

(S'avvi un ente sì esecrato

delle colpe protettor,

maledico i numi, il fato

d'ogni mostro assai peggior.)

PERY

(Morirò... ma invendicato

il mio nome non sarà,

il mio sangue avvelenato

mille morti costerà!)

CACICO

(dall'alto della sua tenda)

Cessar le esequie. Tu, gentil reina...

(scendendo e avvicinandosi a Cecilia)

qual è tra noi costume,

concedi la suprema ora felice

d'un posseduto amor!

(con ironia)

Un tuo bacio e un amplesso

infondano al suo cor gioia sì viva

che morir gli sia grato

nella dolcezza di sapersi amato.

(agli altri)

Or si ritragga ognuno...

(a Pery e Cecilia)

E mentre il passo estremo omai s'appresta,

veglieremo su voi dalla foresta.

(dietro un cenno del Cacico tutti si ritraggono, meno Cecilia e Pery)

Scena quarta

Pery e Cecilia soli.

CECILIA

(slanciandosi a lui)

Ebben, che fu del caro padre?

PERY

Desso

è già salvo, ti calma.

CECILIA

Oh! gioia!... cento

grazie ti rendo... ed or fuggi, se il puoi.

PERY

Giammai! il fato mio

qui m'incatena; rimaner degg'io!

CECILIA

Deh! non sprezzar sì altiero

la sorte che t'aspetta;

l'atroce lor vendetta

si sfreneria su te...

PERY

I giorni miei non curo;

che importa il viver mio?

Né uomini, né dio

saranno inciampo a me!

PERY

Figlio quale son io

della foresta... non pavento il fato!

CECILIA

Ma tu vaneggi!

PERY

Se ti sembro insano

a' miei disegni t'opporresti invano.

CECILIA

Se m'ami, deh! sì fiero

non favellarmi, o mio fedel, te n' prego,

ché se il destin severo

mi negasse salvarti in tal momento,

di duolo morirei, in cor lo sento!

(pausa)

PERY

Perché di meste lagrime

vai tu bagnando il ciglio?

Vicino a te bell'angelo,

non so temer periglio:

sul fato mio non piangere,

deh! frena i tuoi sospir;

lasciami, o dio, deh lasciami

al fianco tuo morir!

CECILIA

Che dici?... Ah! Non ripetere

questa fatal parola!

Salvar ti vo'; quest'ultima

speranza mi consola;

col sangue mio dei barbari

si placherà il furor;

io resto qui, tu involati,

t'affido il genitor.

PERY

(cupo)

Con la mia morte io salvo

il genitore e te.

CECILIA

Strano mistero è questo,

deh! lo palesa a me!...

PERY

Ma non anco comprendesti

qual de' tuoi saria lo scempio?

CECILIA

Ciel!... che parli!... che dicesti?

PERY

Che a me solo qui s'aspetta

di punire e strugger l'empio.

CECILIA

Oh! Pery, non proseguire,

deh! ti serba all'amor mio.

PERY

Taci...

CECILIA

Io t'amo!...

PERY

Ah! no, non dirlo;

giunse l'ora di morir!

CORO DI AIMORÈ

(interno)

Morte!... morte!... il traditore

dal Cacico fu dannato,

sia trafitto, sia sbranato

dagli anzian della tribù.

CECILIA

Oh, le tigri! sei perduto,

più salvarti non potrò!

Che mai festi?

PERY

Qui temuto

gli assassini attenderò!

(trangugiando, non visto da Cecilia, un veleno rinchiuso in un grano di cocco, che tiene appeso al collo)

Tutto è finito! oh, mio

dolce sogno d'amor!...

Franger mi sento il cor!

Cecilia, addio!

(esaltandosi)

Oh, mia capanna! Oh fertili

valli paterne, addio...

deh! raccogliete l'ultimo

sospir del labbro mio!

E poi che sento spegnersi

la vita dentro il cor.

L'arco temuto infrangesi

perfin del genitor.

(bacia il suo arco e lo spezza)

CECILIA

(Oh! ciel, pietà deh! prendati

di quel sì fido cor!)

CORO DI AIMORÈ

(interno)

Sia trafitto, sia sbranato

dagli anzian della tribù.

CECILIA

Oh! cielo, che vedi

quest'ora funesta,

l'orrenda tempesta

sol puoi diradar.

L'affanno che l'alma

già tutta m'assale

coll'ansia mortale

mi lacera il cor.

PERY

Un nume m'ispira,

mi rende più forte,

ho in petto la morte,

ma non so tremar.

Di fronte la vedo,

la guardo, la sfido,

e tutto derido

col forte mio cor!

Scena quinta

Detti e il Cacico seguìto da tutta la tribù degli Aimorè.

(ai suoi che fanno per avventarsi su Pery)

CACICO

Fine all'ira... or si compia il sacro rito.

(il Coro fa atto di alzar le armi su Pery, ma il Cacico li trattiene)

Sol per mia mano ei dée restar colpito,

ma pria prostrati al suolo

il dio degli Aimorè tutti imploriamo,

e la vittima a lui pregando offriamo.

(tutti meno il Cacico, Cecilia e Pery, s'inginocchiano)

(levando al cielo le mani)

O dio degli Aimorè,

a noi ti volgi or tu;

tutta si prostra a te

la tua fedel tribù.

CORO

O dio degli Aimorè,

a noi ti volgi or tu;

tutta si prostra a te

la tua fedel tribù.

CACICO

Dal trono tuo discendi,

nume del ciel possente,

che pari al sol risplendi

sulla fedel tua gente.

Scendi e le piante scuotansi,

tremi commosso il suol,

l'onda s'arresti e il fulmine

rattenga a mezzo il vol.

Di questo breve amor,

il fuoco struggitor...

CORO

Offriamo a te!...

CACICO

Il sangue del guerrier

caduto prigionier...

CORO

Offriamo a te!...

CACICO

L'estremo suo desir,

l'estremo suo sospir...

CORO

Offriamo a te!...

CACICO E CORO

(alzandosi)

O dio degli Aimorè,

il giusto tuo furor

placato sarà;

sull'ara sacra a te

il vile, il traditor

spento cadrà.

PERY

(Il mio destin non temo

per lei, per lei sol fremo...

ma invano... ahimè!...)

CECILIA

(Gran dio del ciel, che adoro,

speme ed aita imploro

solo da te!)

Scena sesta

Detti: don Alvaro, don Antonio, seguìto da un drappello di Portoghesi.

CORO

Ei pera alfin...

PERY

(con disprezzo)

Colpite...

(si ode di dentro una scarica di vari colpi di fucile)

CACICO

Che fia?...

CORO

Sorpresi siamo...

(si ritraggono tutti sulla sinistra aggrappandosi dietro il Cacico)

CECILIA E PERY

(rifugiandosi dal lato destro)

Oh! dolce speme!...

CORO

(con urlo selvaggio)

All'armi!... all'armi!...

Don Antonio seguìto da un drappello di Portoghesi apparisce in fondo sul praticabile; gli Aimorè fanno una scarica di frecce, i Portoghesi un'altra di fucili, il Cacico vacilla e cade sorretto dai suoi che lo conducono via.

CECILIA

(slanciandosi fra le braccia di don Antonio)

Ah! padre!...

Salva per te son io!...

ANTONIO

No: t'ha salvata iddio.

(i portoghesi parte inseguono gl'indiani, parte restano sulla scena)

Atto quarto
Scena prima

I sotterranei del castello.
Rischiarati da una face confitta in un pilastro. Una porta nel fondo con una scala, che conduce agli appartamenti. Una rozza porta a destra, che comunica con gli altri sotterranei. Una piccola porta a sinistra. Da un lato vari barili di polvere accatastati.
Ruy, Alonso e coro di Avventurieri, indi Gonzales.

CORO

Né torna ancora?...

ALONSO

Attendere

non vi sia grave; ei solo

salvarci può dal barbaro

fato che a noi sovrasta.

CORO

Pur ch'egli in tempo giungere

possa...

RUY

Fia presto al volo

più che una freccia o un'aquila;

lo conoscete e basta.

ALONSO

Dal vecchio idalgo intanto

nulla temer dobbiamo;

pochi a lui fidi restano,

e contro lor noi siamo.

CORO

A morte ei ci dannava...

GONZALES

(presentandosi sulla porta di mezzo)

Ed ei morir dovrà!

TUTTI

Gonzales...

GONZALES

Io che nunzio

vi son di libertà.

(volgendosi ad Alonso)

Quai nuove hai tu?...

ALONSO

Trafitto

Alvaro cadde...

GONZALES

Il so...

ALONSO

Nuovo tentar conflitto

l'idalgo omai non può.

GONZALES

Sta ben; Cecilia?...

ALONSO

Incolume

qui tratta fu...

GONZALES

E Pery?

ALONSO

Il tutelar suo demone

a morte lo rapì.

GONZALES

Sì, ma per poco!... al piede mio l'infame

cader dovrà...

(volgendosi agli avventurieri che lo circondano)

M'udite or tutti; desto

dallo stupor d'un impensato assalto

sorge più fiero l'indiano e giura

in suo furor, pei numi suoi vendetta;

a voi tutti rapita ogni speranza

saria, se a patti col nemico or ora

io venuto non fossi.

TUTTI

E che mai vuole?

GONZALES

Che le porte gli s'aprano,

e vivo o morto in suo poter sia tratto

il signor del castello...

TUTTI

(mormorando fra loro)

Opra infame c'impone...

GONZALES

E che?... Esitate?... Preferite or dunque

(con eloquente intenzione)

per l'idalgo morir, che, se distrutto

fosse il nemico, i vostri

capi alla scure dannerebbe?...

TUTTI

(dopo breve esitanza)

Teco

legati siamo in una sorte istessa:

imponi; obbediremo.

GONZALES

Unica e sola

io vuò salvar Cecilia; all'amor mio

quella diletta conservar vogl'io.

In quest'ora suprema più forte

nel mio petto l'amor si ridesta;

i perigli disprezzo e la morte

per quel fiore gentil di beltà.

Se la sorte a me un giorno funesta

l'ha rapita all'ardente desìo,

né l'inferno, né il mondo, né dio

dal mio seno strapparla potrà.

RUY E ALONSO

(al coro)

Ad armarci corriam, ~ si ridesti il furor...

non ci freni pietà... ~ non ci arresti il timor...

GONZALES

Sull'iniquo Pery ~ cada il colpo primier,

ch'io lo vegga al mio piè ~ moribondo cader...

Sul tiranno oppressor ~ che a morir ci dannò,

l'onta atroce a punir ~ io con voi piomberò.

TUTTI

Sì, l'idalgo oppressor ~ da noi vinto cadrà,

e l'oltraggio crudel ~ vendicato sarà.

GONZALES

Io di coraggio ~ darò l'esempio,

voi mi seguite...

TUTTI

Noi tutti ti seguiamo...

GONZALES

Morte all'idalgo...

TUTTI

Sì, morte all'empio...

(si avventano verso l'uscio di mezzo)

Scena seconda

Don Antonio si presenta con Pedro sulla porta a destra.

ANTONIO

No, traditori... la codarda trama

m'è nota, ed in mia man tutti vi tengo.

(a Pedro, che eseguisce)

Quest'uscio chiudi e qui mi lascia: io solo

basto a punir costoro.

Scena terza

Pery e detto.

PERY

(entrando per la porta di mezzo)

Signor...

ANTONIO

Pery!... scampato

dal veleno sei tu?...

PERY

La mia signora

di vivere m'impose

e volai nella selva e a prodigiose

erbe, la cui virtude è a me sol nota,

chiesi e ottenni la vita.

ANTONIO

Fuggi or dunque, se il puoi...

PERY

Fuggir?

ANTONIO

Fra poco

fia distrutto il castello; ai tuoi ritorna

e vivi, o amico, e sii felice; a noi

speranza altra non resta

che una morte onorata...

PERY

E il braccio mio.

ANTONIO

Che parli?...

PERY

Uno di voi salvar poss'io...

Sul cupo torrente ~ che cinge il castello

(accenna l'uscio a sinistra)

quest'uscio conduce.

ANTONIO

Lo so; ma che intendi?

PERY

Varcare l'abisso...

ANTONIO

Tu invano il pretendi...

PERY

Un nume m'ispira; ~ varcarlo potrò.

ANTONIO

Ma come?...

PERY

Una trave ~ gettare ho potuto

da questa alla sponda ~ contraria...

ANTONIO

E tu vuoi?

PERY

Sul mobile ponte ~ con uno di voi

fuggire...

ANTONIO

Impossibile!...

PERY

(risoluto)

Ad altri, a me no.

ANTONIO

Va dunque... addio... fuggi.

PERY

Signore...

ANTONIO

Che chiedi?

PERY

Un'ultima grazia...

ANTONIO

Favella...

PERY

Concedi

ch'io salvi Cecilia...

ANTONIO

(con subita gioia)

Ah! cielo!...

PERY

Per essa

lo scampo ho cercato ~ non certo per me;

morrà se tal grazia ~ mi neghi.

ANTONIO

Concessa

non fora dal padre ~ ad altri che a te...

Ma il ciel lo vieta; agl'idoli

culto tu presti e onore,

a un dio verace ed unico

è sacro il nostro core.

PERY

Che intendo?... e tale ostacolo

sol si frappone?... il dio,

che da Cecilia adorasi,

adorerò pur io!...

ANTONIO

Il ver favelli?...

PERY

Gl'idoli

dei Guarany rinnego;

alla tua fede iniziami,

prostrato al suol te n' prego.

(s'inginocchia)

ANTONIO

(levando gli occhi al cielo e quasi ispirato)

Gran dio, che tutto regoli,

che tutto intendi e vedi,

la grazia tua benefica

a quest'eroe concedi.

(ponendo le mani sul capo di Pery)

Qui per santa triade

io cristian t'appello;

è questo il tuo battesimo,

o prode mio fratello.

(traendo la spada e presentando a Pery l'elsa in forma di croce)

Su questa croce or giurami

serbarti fido ognor

al dio che in te rigenera

con la sua fede il cor.

PERY

Su questa croce io giuro

serbarmi fido ognor

al dio che in me rigenera

con la sua fede il cor.

(si alza)

Scena quarta

Cecilia e detti.

CECILIA

(accorrendo frettolosa e agitata)

Padre...

ANTONIO

Mia figlia...

CECILIA

All'ultima

ora siam giunti...

ANTONIO

Iddio

salva ti vuol...

CECILIA

Fra gli angeli

sarò tra poco anch'io.

Degli Aimorè s'appressano

le turbe irate e rugge

del traditor la rabbia

che tutto avvampa e strugge.

ANTONIO

No, m'odi, un raggio splendere

vide Pery di fede;

degli avi nostri all'unico

nume ei si prostra e crede.

CECILIA

Fia vero?...

ANTONIO

A lui, Cecilia,

io ti confido.

CECILIA

E vuoi?

ANTONIO

Ch'ei ti conduca in braccio

ai miei congiunti e tuoi.

CECILIA

Che sento?... ed io dividermi

da te dovrei?... no, mai!...

con te giurai di vivere,

con te morir giurai.

Non è, non è possibile

che al fianco tuo mi tolga;

la stessa tomba accolga

la figlia e il genitor.

ANTONIO

No, mia diletta; toglierti

voglio al supplizio estremo,

e poi sfidare impavido

il mio destin supremo.

(supplichevole)

Vivi e la mia memoria

conserva ognor nel petto,

del tuo filiale affetto

mai non si spenga il fior.

PERY

Deh! Mia signora, arrenditi

al genitore, a dio;

vieni, mi segui, involati,

torna al tuo suol natio.

Schiavo fedele ed umile

ognor m'avrai, te 'l giuro;

rigenerato e puro

io ti consacro il cor.

GONZALES E CORO DI AVVENTURIERI

(di dentro a destra più vicino)

Sia dischiuso il varco alfine,

sia bandito ogni timor...

CORO DI AIMORÈ

(di dentro dal fondo più vicino)

Omai più non ha confine

di noi liberi il furor!

ANTONIO

Ecco l'ora del cimento!...

PERY

(con impeto d'ira)

Né schiacciarli or può il mio piè

ANTONIO

(a Cecilia)

Fuggi... fuggi...

CECILIA

(abbracciando teneramente il padre)

In tal momento

non mi separo da te.

ANTONIO

Pe 'l tuo dio, pe 'l nostro affetto

io te n' prego...

PERY

(a Cecilia)

Vieni...

CECILIA

(come sopra)

Ah! No.

Qui la morte io teco aspetto,

al tuo fianco io qui cadrò.

ANTONIO

(divincolandosi dalle braccia di Cecilia, dice a Pery in tono solenne:)

Di strapparla dal mio seno

io t'impongo...

PERY

(eseguisce)

Andiam...

CECILIA

Gran dio,

tu m'assisti!... in me vien meno

ogni forza!...

(vacilla)

ANTONIO

(la bacia amorosamente, poi la depone fra le braccia di Pery, dicendogli:)

Fuggi...

PERY

Addio!...

(sostenendo Cecilia svenuta la conduce verso l'uscio a sinistra)

Scena quinta

Gonzales, Avventurieri, Ruy, Alonso e don Antonio.

GONZALES

(atterrando la porta a destra ed irrompendo sulla scena nel momento che Pery e Cecilia fuggono)

Ferma, olà...

ANTONIO

(ponendosi avanti l'uscio a sinistra)

No: è tardi!...

GONZALES

Oh rabbia!...

Costui muoia...

ANTONIO

(avvicinandosi al pilastro, su cui è la face)

Un sol di voi

non uscirà di qui; morrò, ma meco

tutti morir dovete!

TUTTI

Che!... come?...

ANTONIO

Or lo vedrete.

Stacca dal pilastro la fiaccola, l'avvicina ai barili di polvere, si ode un'orribile detonazione e la scena intera precipita.

Scena ultima

Si vede da lungi il campo degli Aimorè e sopra una collina Cecilia, che alla catastrofe del castello cade in ginocchio sorretta da Pery, che le addita il cielo.

Fine del libretto.

Generazione pagina: 14/01/2016
Pagina: ridotto, rid
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Locandina Atto primo Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Atto secondo Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Scena ottava Atto terzo Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Atto quarto Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena ultima