Nella reggia Farnese mai non giunsero forestiere le muse; quando sotto l'ombra degl'allori de' Ranucci degl'Odoardi, e degl'Alessandri si ricoverarono in ogni secolo i cigni più famosi d'Europa. L'eroiche gesta d'un cesare non doveano dedicarsi ch'ad un eroe al lampo della cui spada vide il lusitano più che per l'oro impallidirsi 'l patrio Tago per lo timore; le di cui ammirabili azioni lo fecero più volte conoscere, e ne' gabinetti per un Mercurio all'ingegno, e ne' campi di guerra per un Marte al valore. Felicissima perciò devesi chiamare questa serenissima, e sempre augusta repubblica, mentre assistita dal brando di v. a. può dirsi con verità di sedere appoggiata a più d'un leone.
Consacro per tanto all'a. v. questo parto di nobilissima penna i di cui voli per le molte sue composizioni, e dell'ANNIBALE, e del TITO, del GENSERICO, dell'ERACLIO, e dell'OTTAVIANO già son noti alla fama. Offro il presente melodramma all'a. v. s. che porta al par del nome la magnanimità d'ALESSANDRO, che se quello per pochi versi donò a Cherillo una città in guiderdone, onorato io della protezione di v. a. s. potrò vantarmi d'aver ottenuto un mondo di grazie: e qui mi rassegno
di v. a. sereniss.
umiliss. devotiss. obbligatiss. serv.
Francesco Nicolini