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Camera adorna, vagamente scompartita da formelle che portano istoriette del romanzo di Tristano, tra uccelli fiori frutti imprese; ricorre sotto il palco, intorno alle pareti, un fregio a guisa di festone dove sono scritte alcune parole d'una canzonetta amorosa; a destra, nell'angolo, è un letto nascosto da cortine ricchissime; a sinistra, un uscio coverto da una portiera grave; in fondo, una finestra che guarda il mare Adriatico; dalla parte dell'uscio è, sollevato da terra due braccia, un coretto per i musici con compartimenti ornati da gentili trafori; presso la finestra è un leggio con aperto il libro della Historia di Lancillotto del lago, composto di grandi membrane alluminate che costringe la legatura forte di due assicelle vestite di velluto vermiglio; accanto v'è un lettuccio, una sorta di ciscranna senza spalliera e bracciuoli, con molti cuscini di sciamito, posto quasi a paro del davanzale, onde chi vi s'adagi scopre tutta la marina di Rimini; su un deschetto è uno specchio d'argento a mano, tra ori canne coppette borse cinture e altri arredi; grandi candelieri di ferro s'alzano presso il coretto; scannelli e predelle sono sparsi all'intorno; e dal mezzo del pavimento sporge il maniglio di una cateratta, per la quale di questa camera si può accendere in un'altra.
E Galeotto dice: dama, abbiatene
(danza)
Andate in allegrezza per la corte
Benvenuto, signore mio cognato
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