Siviglia; sala tappezzata di damasco con ritratti di famiglia ed arme gentilizie, addobbata nello stile del secolo 18º; di fronte due finestre: quella a sinistra chiusa, l'altra a destra aperta e praticabile, dalla quale si vede un cielo purissimo, illuminato dalla luna, e cime di alberi; tra le finestre è un grande armadio chiuso; ognuna delle pareti laterali ha due porte; a sinistra in fondo è l'appartamento del Marchese, più presso al proscenio quello di Leonora; a mezza scena, alquanto a sinistra, è un tavolino coperto da tappeto di damasco, e sopra il medesimo una chitarra, vasi di fiori, due candelabri d'argento accesi con paralumi, sola luce che schiarirà la sala; un seggiolone presso il tavolino; un mobile con sopra un oriuolo fra le due porte a destra; altro mobile sopra il quale è il ritratto, tutta figura, del Marchese, appoggiato alla parete sinistra; la sala sarà parapettata.
Temea restasse qui fino a domani!
Quale romor! / Ascendono le scale!
(dopo vari colpi àpresi con istrepito la porta del fondo)
(Alvaro getta la pistola, che percuote al suolo, scarica il colpo, e ferisce mortalmente il Marchese)