Cortese lettore

Ti presento questo secondo mio dramma concepito in fretta, partorito con precipizio; il mio fine è stato sempre lo stesso, cioè quello di piacerti, e tu devi per gratitudine prestarmi sempre il tuo generoso compatimento. Vedrai che qualche personaggio non cammina sempre all'eroica, passando in sentimenti men propri d'un tal carattere; ma sappi che questa severa virtù sa più tosto farsi ammirare, che meritarsi la compassione, e Venezia, che in altri nulla ritrova d'ammirabile, ama meglio sentirsi agitare la delicatezza de' suoi teneri affetti. Sappi in oltre (se altro incontrassi, che men ti piacesse) che mi conviene servire alla musica, al teatro, al numero, alla soddisfazione, all'abilità de gli attori (riguardi non mai abbastanza raccordati alla critica) e in questi avrai più ragioni, onde sospendere i giudizi precipitati contro di chi ti stima tanto, che s'induce a renderti conto in queste righe, de le sue fatiche.

Ti desidero giusto, e felice: e se ascolti le voci, fato; deità, e simili; avverti che con lingua gentile parla un cuore perfettamente cattolico.

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