Illustrissimo...

...ed eccellentissimo sig. sig. patron colendissimo.

Permetta benignamente alla fine v. e. questo sfogo alla mia devozione, di consacrarle questa, qualunque ella sia poco meno, che estemporanea fatica della mia penna. Se io possa ragionevolmente chiamarla con questo nome, non vi è chi meglio il sappia di v. e. per il di cui riverito comandamento ella nacque; di qui è, che io non saprei dove ritrovare chi meglio compatisce la fiacchezza di questa offerta, che nella di lei persona, che difenderà con le angustie del tempo quelle imperfezioni, che da altri sarebbero interamente considerati effetti della debolezza dei miei talenti. Avrei bene adempiuto a questo mio debito, nell'uno, o nell'altro de gli anni scorsi, in cui ebbi l'onore di servire a v. e. recando sovra il di lei teatro a passeggiare la mia debole musa, ma il riguardo da me sempre avuto alla di lei esemplare modestia ha differito fino a questo punto questo per altro indispensabile uffizio del mio dovere; non posso più oggi resistere a gli stimoli della mia ossequiosissima gratitudine concepita nel mio cuore per la fortuna, che v. e. ha conceduta a questo, ad al passato mio dramma di farli comparire in scena sostenuti dalle distinte qualità de' più ragguardevoli virtuosi, che vestano sovra le orchestre il coturno. Ed ecco eccellentissimo signore il più forte motivo, per cui mi sono preso lo ardire d'onorare queste mie rime, col por loro in fronte il di lei riveritissimo nome. Se egli è stato soverchio, v. e. ha assai di generosità per benignamente perdonarlo, e per aggradire, che io con tutto il maggiore rispetto a piedi di questo foglio ossequiosissimamente mi sottoscriva.

Di v. e.

Venezia 5 gennaio 1704

Umilissimo devotissimo riverente servitore

Francesco Silvani

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