Argomento

Europa figlia d'Agenore, monarca di Tiro nella Fenicia, fu, per fama di singolar bellezza, una delle più celebri principesse dell'Asia. Serbata dal real genitore ad Isseo, giovinetto principe del regio sangue fenicio; pria che questi ne potesse stringere adulto in sacro nodo la destra, il cretense Asterio la fece occultamente rapire. A tal violenza il re di Creta s'indusse, prevedendo che malagevolmente avria potuto farne l'acquisto in concorrenza d'un amabil già gradito rivale. L'improvisa mancanza dell'involata Europa fu l'epoca fatale della desolazion della paterna sua reggia. A farne le più esatte ricerche, mandò l'offeso Agenore tutti per la terra in giro gli ugualmente oltraggiati suoi figli. Ma dall'accorgimento del rapitor sagace facilmente delusi, alcun indizio scoprir non poterono della smarrita germana. Non osando pertanto, senza le attese notizie, presentargli più al genitore; dopo aver lungamente invano peregrinato, si stabilì ciascun di loro lungi dal patrio lido, una sede. Per la dispersion dell'intera famiglia si accelerò l'estremo fato d'Agenore, poiché dal silenzio de' figli poté presumere ognuno che fosser questi miseramente periti, richiesto il padre di lasciare al soglio un erede, si decise, morendo, per Semele unica prole del minor suo germano: e permise a questa l'arbitrio di scegliersi fra' più chiari personaggi del regno a suo piacere uno sposo. Risoluto per altro di vendicar esemplarmente il ratto d'Europa, volle che non si potessero celebrar le nozze dell'altra, se non dopo cancellato l'affronto fatto al suo trono, collo spargimento del sangue del primo straniero, che sarebbe approdato alle spiagge di Tiro.

La notizia della morte d'Agenore suggerì al re di Creta il pensiero di trasportarsi con Europa in Tiro, ad occupare il di lei paterno retaggio. Si pose a tal fine in mare co' la consorte, ed un figlio. Ma dispersa la sua poderosa flotta da un'improvisa tempesta, poté appena sul pericoloso lido salvarsi egli stesso con Europa, e 'l fanciullo. Cadder quivi sventuratamente in potere d'Egisto, che, venuto di recente alla corte di Tiro da una delle suddite provincie, non avea mai vista, e conosciuta Europa.

Col sacrificio dell'ignoto straniero, si lusingò l'ambizioso Egisto di potersi acquistare una ragione al soglio. In tal illusione ardì apertamente disputarlo ad Isseo. Da Semele amato, si antivedeva che ne atterebbe questi la destra in premio d'un'illustre vittoria, da lui riportata contro i sediziosi ribelli del regno tributario di Cipro. Nel momento appunto che l'ultimo tornava trionfante dall'impresa alla sua fede commessa, tentò così l'altro d'involargliene il frutto. Ma in che guisa rimanesser l'audaci sue speranze deluse chiaramente vedrassi nello scioglimento del dramma.

Le istoriche notizie, che han servito di fondamento a questo immaginato fatto, si son tratte dalla genealogia degli dèi del Boccaccio. L'azione si finge nella città di Tiro, capital della Fenicia, e nelle sue vicinanze.

Altezze reali Al rispettabilissimo pubblico di Milano Argomento Mutazioni di scene
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