Atto secondo

 

Scena prima

Carcere oscuro.
Diversi cancelli, e ferrate porte all'intorno, che introducono a varie più interne, separate prigioni.
Egisto, ed Isseo.

 Q 

Egisto, Isseo

 
Recitativo

EGISTO

Sulla sorte d'Asterio irresoluto  

pende ancora il senato. Ai giorni sui

del prigionier di Cipro esser funesta

la salvezza potria. Non men di lui

la sua sposa è in periglio.

ISSEO

E chi del soglio

osar può in lei di condannar l'erede?

EGISTO

Chi a Semele giurato ha ossequio, e fede.

ISSEO

Ma la ragione...

EGISTO

Alla ragion prevale

spesso la forza; e a questa

sol potrebbe una fuga

sottrarla.

ISSEO

E credi?...

EGISTO

Seco

parlane. A te condurre

qui la farò. Vedila. Il mio soccorso

t'offro al suo scampo. A lei

di seguirti proponi.

ISSEO

Ch'oggi Europa uno sposo

in tal rischio abbandoni?

Ah quell'anima bella

troppo mal tu conosci!

EGISTO

E tu supponi

che amare a questo segno

possa Europa un indegno,

che di rapirla osò?

ISSEO

Delle sue pari

a regolar gli affetti

so che basta il dover: e so che questo

chi ci offese ad amar consiglia spesso.

EGISTO

Eh che in altrui sol ama ognun sé stesso.

Quindi credilo, eterni

mai gli amori non sono. Il più costante

si cangia in un istante. Amica fonte

più non cura chi ha spenti

ne' trasparenti suoi limpidi untori

di smoderata sete i primi ardori

so che talun si vanta

d'amar sino alla tomba:

non ignoro che v'è più d'un che giura

che negli elisi ancora

serberà la sua fede intatta ognora.

Ma più del suo poter chi a te promette,

dì che un labbro ha mendace.

Dì che in seno racchiude un cor fallace.

 
[VIII. Aria]

 N 

Vantar di salda fede  

il cor nel petto armato

è il reo costume usato

di chi promette amor.

Finge costanza è vero.

Ma il labbro è menzognero;

ma non ha lacci al piede:

non ha catene al cor.

(parte)

Sfondo schermo () ()

Egisto ->

 

Scena seconda

Isseo; indi Europa, che scortata dalle Guardie, viene da uno de' cancelli delle separate, più interne prigioni.

 
Recitativo

ISSEO

Giustificar sé stesso ogn'infedele  

pensa così. Necessità vorrebbe

che l'incostanza in lui

ciascun credesse. Al suo fallir compagni

accumular procura;

e dal suo cor gli affetti altrui misura.

Ma vien Europa.

(vedendo venir Europa, che a passi gravi, e lenti, pensierosa e mesta si avanza)

 

Oh come in petto, adesso,

povero cor, mi balzi a lei dappresso!

 

<- Europa, guardie

EUROPA

(con gravità, e sostenutezza)

Fra questi orrori, o prence,

a che vieni? Che chiedi?

ISSEO

E in me già estinto

credi quel primo ardor?...

EUROPA

Cangia favella:

o qui teco io non resto.

(volgendosi, per tornare alla sua prigione)

ISSEO

(arrestandola)

Sentimi. E così presto

la rimembranza, oh dio!

Come perdesti, o ingrata?...

EUROPA

In tal momento

che sposa, e madre io son sol mi rammento.

ISSEO

E se lo sposo, e il figlio a conservarti

venuto io fossi?

EUROPA

Ed in qual guisa, oh stelle!

Di Semele sottrarci

speri all'ire, al furor?

ISSEO

Libero a lei

se tu il trono abbandoni.

EUROPA

Eh s'abbia pure

l'ambiziosa donna e scettro, e soglio:

sposo, e figlio a me salvi: altro non voglio.

ISSEO

Non dubitar. Salvi gli avrai. Ma il regno...

EUROPA

Di Semele sarà. Cederne a lei

tutti prometto, e giuro i dritti miei.

ISSEO

Basta così.

EUROPA

Tu seco

(con tuono equivoco fra l'amarezza dell'ironia, e del geloso rincrescimento)

in dolce nodo unito...

ISSEO

Assai diverso

è dal tuo questo cor. Se a nuova face

tu accender ti potesti: io morirei

pria che stender la mano ad altro laccio.

EUROPA

(con decisa passione d'una tenerezza smaniosa)

Fu il mio sforzo maggior quand'io potei

viver da te divisa a un altro in braccio.

ISSEO

(sorpreso, e con agitazione)

Ah che ascolto! E sia ver!... dunque.

EUROPA

Ti basti:

altro non domandar. Troppo già disse

l'incauto labbro. Ah s'è pur ver ch'un giorno

io fui la tua speranza,

rispetta, o prence, adesso

la mia debol virtù. Non fu mia scelta

l'abbandonarti. Era già scritto in cielo

il nostro fato. A conservare illesa

e la fama, e l'onore, altro riparo

per me in Creta non v'era,

che perderti, per sempre.

ISSEO

E tu potesti?...

EUROPA

Lassa! Che far poteva? Eterna fede

al rapitor convenne,

mio malgrado, giurar.

ISSEO

(con amarezza gelosa)

Ma i tuoi legami

dolci amor poi ti rese?

EUROPA

(sospirosa)

Ah se sapessi

come sta questo cor... Ma che ti giova

penetrarne gli arcani? Ad imitarlo

più tosto attendi. E per salvarci, in dono

porgi a Semele ancora,

se sia d'uopo, la destra. Un grand'esempio

hai da me di costanza,

(piangendo)

se col pianto sul ciglio,

questo Europa ti dà crudel consiglio...

ISSEO

Ah non più. Ciò, che brami,

tutto farò. Destarsi

d'un emulo valore

fiamme ignote già sento intorno al core.

Sì: questa man, che tua

esser più, oh dio! non può, se tu l'imponi,

questa a Semele, oh ciel! per te si doni.

EUROPA

Il glorioso impulso

deh seconda, se m'ami. Addio: ti lascio,

e ti lascio per sempre!

ISSEO
(smanioso)

Ah quanta, oh dèi!

Quanta beltà, quanta virtù perdei!

 
[IX. Duetto]

 N 

(con tenera, ed affettuosa espressione)

Perder l'oggetto amato  

non sa qual pena sia

questa dell'alma mia

chi non intende appien.

 
(quasi a guisa di recitativo istrumentato)

EUROPA

Deh ti consola.

ISSEO

Oh pene!

EUROPA

Dividersi conviene.

(tornando al tenero affettuoso motivo musicale della prima strofa, ma con maggior moto, ed agitazione)
 

ISSEO

Pria che l'avverso fato

me dal mio ben divida;

ah del dolor m'uccida

il fiero eccesso almen.

 
(con un canto interrotto)

EUROPA

Prence, ti lascio.

ISSEO

Ah taci.

EUROPA

Gli affetti contumaci

meglio a frenare impara.

ISSEO

Quanto virtù sì rara,

quanto mi costa, oh dio!

 
(con espressione agitata, viva, e smaniosa)

ISSEO

Per mio ~ tormento

lo sento ~ adesso,

che a te dappresso

pace non trovo,

che mille smanie

provo ~ nel sen.

(parte)

Insieme

EUROPA

Lo so. Ma parti.

Che rio ~ tormento!

Ah che in lasciarti,

prence, mi sento

anch'io ~ già l'anima

sveller dal sen!

Isseo ->

 

Scena terza

Europa sola.

 
[X. Recitativo e aria]

 N 

 

(attentamente prima guardando, per assicurarsi che Isseo sia partito)

Numi, respiro! Alfin partì, lasciommi.  

A sprigionare i trattenuti a forza

teneri affetti miei

più non si tardi: e il pianto,

per mio sollievo intanto,

della virtù più austera

senza rischio, e periglio,

libero torni ad inondarmi il ciglio.

 

(con passi d'agilità)

Ah lo sento ~ il suo tormento  

disacerba in parte almeno,

quando un cor può senza freno

palpitare in libertà.

 
 

Scena quarta

Elegante gabinetto nella reggia.
Semele sola, sedendo appoggiata ad un tavolino.

 Q 

Semele

 
[XI.]

 N 

(con moto lento, ed interrotto)

Fra mille pensieri  

quest'alma gelosa,

se tema, se speri,

incerta, dubbiosa

comprender non sa.

 

Scena quinta

Isseo, e detta.

 
Recitativo

SEMELE

Ma vien l'infido. Ah tutto  

forse già sa.

 

<- Isseo

ISSEO

Regina...

SEMELE

Giungi, o prence, opportuno. Al suo destino

sappi che in abbandono il re di Creta

lasciai.

ISSEO

Come!

SEMELE

Deciso

ha il senato ch'ei mora: e vuol che priva

di libertà, nasconda

per sempre agli occhi altrui

tutto Europa il rossor de' falli sui.

ISSEO

Il decreto crudel...

SEMELE
(con rimprovero amaro)

So che scompone

i tuoi disegni. Egisto a me palesi

di già tutti li fe'. Ma trasferita

ho già dell'armi a lui

l'autorità suprema.

Di nostre leggi adesso in van chi adori,

co' la fuga, ai rigori

sottrar potrai. Già esecutor fedele

di tua giusta condanna

Egisto...

ISSEO

Egisto! Ah il traditor t'inganna.

Una fuga egli stesso anzi propose.

Ma libero dispose il soglio Europa

ceder più tosto a te, per mio consiglio;

pur che tu salvi a lei lo sposo, e il figlio.

SEMELE
(con gran maraviglia)

E creder lo potrò?

ISSEO

Se intera fede

non presti ai detti miei, pria che da' lacci

si sciolgano i prigioni,

di questa man disponi. A te consorte,

io t'assicuro, io ti difendo il trono.

SEMELE

(Da Egisto forse ah che tradita io sono!)

Corri, o prence...

ISSEO
(confuso, e con impazienza)

Ch'io vada?

E dove?...

SEMELE

Infin che il vero

palese a me si renda,

d'Asterio il crudo scempio

fa' che almen si sospenda. In suo soccorso

vola. Chi sa?

(agitata)

Di Nemesi nel tempio

forse già l'infelice

ridotto all'ore estreme...

ISSEO

(smanioso, ed in atto di partir precipitosamente)

Ah si salvi, o con lui si mora insieme.

 
[XII.]

 N 

SEMELE

Vanne. Ma in ogni evento  

pensa...

ISSEO

Sentir non voglio.

Già più la reggia, il soglio

sicuro in tal momento

dal mio furor non è.

 

Isseo ->

SEMELE

Quell'ira, oh ciel! tu fai

s'io meritai ~

(volgendosi, e vedendo che Isseo s'è di già allontanato corre inutilmente per trattenerlo)

...ma che!

Fermati... Oh stelle!... Ascolta...

Stolta! ~ con chi ragiono?...

Mi lascia in abbandono,

fugge il crudel da me.

Ah se così tremar,

misera! ognor degg'io;

venga, deh venga, oh dio!

La morte a terminar ~

l'affanno mio.

(parte)

Semele ->

 
 

Scena sesta

Tempio della Vendetta.
Ara nel mezzo, col simulacro di Nemesi. In varie nicchie laterali veggonsi rappresentate a chiaroscuro ferrugginoso diverse figure simboliche, onde il soggiorno della tremenda deità vien distintamente caratterizzato. Scala praticabile di prospetto nel fondo. Presso di essa si scorge parte d'un oscuro vestibolo, in cui si deve sacrificare innanzi alla tomba d'Agenore la vittima destinata a placarne l'ombra sdegnosa.
Egisto, Europa, il Fanciullo, le Donzelle cretensi, con alcune Guardie fenicie. Il Gran sacerdote di Nemesi, co' la schiera de' sacri Ministri, che circondan l'ara del tremendo nume. Asterio fra un'altra squadra di Guardie fenicie discende dalla scala, per cui si vien dalla reggia.

 Q 

Egisto, Europa, fanciullo, donzelle, guardie, gran sacerdote, ministri

<- Asterio, altre guardie

 
Recitativo
(ad Egisto, che se le appressa per discioglier le catene di lei)

EUROPA

Perfido! I lacci miei  

lasciami.

EGISTO

A questo segno

sprezzi la mia pietà?

EUROPA

(respingendo Egisto con impeto)

Scostati, o indegno;

né ti vantar pietoso,

barbaro, allor ch'uccidi a me lo sposo.

EGISTO

Ma la tua libertà però ti rendo,

se a fuggir ti risolvi.

EUROPA

Io qui pretendo,

ad onta del destin con me spietato,

l'alma esalar del fido sposo a lato.

 
[XIII. Recitativo accompagnato e Aria]

 N 

ASTERIO

No: vivi, o cara; e lascia  

che 'l mio fato s'adempia.

EUROPA

E vuoi?...

ASTERIO

Sì, voglio

che, fuggendo, assicuri

a te uno scampo,

(accennando il figlio)

e a questo

dell'infausto amor mio pegno funesto.

Chi sa? Con gli anni suoi

della comun vendetta

già forse il gran momento in ciel s'affretta.

Deh voi rendete, o numi,

il presagio verace;

e appien contento io chiudo i lumi in pace.

EUROPA

Ah, mi sento morir!

ASTERIO

Deh se non vuoi

che a Lete ognor d'intorno

ombra mesta io m'aggiri,

il tuo pianto raffrena, i tuoi sospiri.

EUROPA

Vorrei... ma oh dèi!... Non posso...

ASTERIO
(alle donzelle cretensi)

Il suo dolore

voi per me consolate. Al vostro amore

la genitrice, e il figlio,

(prendendo il figlio per mano)

morendo, io raccomando. Il ciel pietoso

alfin con noi placato,

pargoletto infelice,

prenda cura di te. Degno ti renda

dell'origine tua; ma più felice

di chi vita ti diè. Lasciate intanto

che per l'ultima volta

possa stringervi al seno.

(abbraccia da una parte il figlio, e dall'altra Europa)

Sposa... Figlio... Ah d'affanno io vengo meno.

 

(co' la più patetica, e dolorosa passione)

Del morir l'angoscie adesso,  

tutte io provo a voi dappresso.

Sventurato!... Ah quest'amplesso

sarà l'ultimo per me.

Lascia, oh dio! ~ figlio infelice,

(torna ad abbracciare il fanciullo)

lascia ch'io ~ ti stringa al seno.

(accennando in atto flebile Europa, che piange)

La dolente genitrice

mi ritrovi almeno ~ in te.

(con molta smania)

Ah dov'è quel cor di sasso,

che non pianga al pianto mio?

(volgendosi con tenerezza alla sposa)

Sposa, addio... ~

(torna con maggior impeto alla smania di prima)

Più amaro passo,

duol più barbaro non v'è.

(s'incammina verso l'oscuro vestibolo, e lascia Europa svenuta fra le braccia delle sue seguaci)

Asterio, guardie ->

 
[XIV. Coro]

 N 

 
Coro de' Sacerdoti di Nemesi, che al sacrificio accompagnan la vittima.

(incamminandosi a lenti passi verso il vestibolo)

Sul mesto tumulo  

esangue appena

cadrà la vittima,

che a te si svena;

varcando placida

l'onda fatale,

riposa, e placati,

ombra reale.

(entran nel vestibolo, donde s'ode rumor d'armi)

gran sacerdote, ministri ->

 

Scena settima

Egisto, il Fanciullo, porzion delle Guardie fenicie; ed Europa svenuta fra le braccia delle Donzelle di Creta.

 
[XV. Recitativo accompagnato]

 N 

EGISTO

Qual rumore!  

(alle guardie fenicie)

Si accorra... Il contumace

se v'è chi tenti audace

d'involare al suo fato;

o il folle ardir s'affreni,

o il figlio accanto al genitor si sveni.

(entra nel vestibolo seguitato dal resto delle guardie fenicie, conducendo per mano il fanciullo)

Egisto, fanciullo, altre guardie ->

 

Scena ottava

Europa sostenuta dalle sue Donzelle seguaci; ed un Coro di combattenti, che non veduti si ascoltano.

 

EUROPA

(tornando in sé stessa)

Numi! L'egre pupille

all'odiosa luce un'altra volta

perché schiuder mi fate?...

(guardando smaniosa intorno)

Ah dove, oh dèi!

Il fanciullo dov'è?... Ma voi tacete!

Dite... Ah no: sospendete.

Misera! I mali miei

tutti già intendo: e veggo

alla pietà, ch'espressa

a voi leggo sul ciglio,

che più sposo non ho, non ho più figlio.

 
[XVI. Coro]

 N 

Coro di combattenti, che non veduti, in lontananza si ascoltano.
 

UNA PARTE DEL CORO
(ferocemente)

Stragi, o ritorte:  

catene, o morte.

ALTRA PARTE DEL CORO
(flebilmente)

Fatale inciampo!

Crudel periglio!

TUTTO IL CORO
(combinando i due caratteri d'espressione diversa)

Pietà, consiglio,

scampo non v'è.

 

CORO
delle donzelle seguaci d'Europa

Che accenti feroci!

Che voci ~ funeste!

 

EUROPA
(con agitazione)

Ah sì: ~ di chi muore

le grida son queste!

Che fiero tenore

di barbara sorte!

Già spira il consorte!

Già, il figlio perì!

Ah si vada...

DONZELLE

(trattenendo l'attrice)

No: t'arresta.

EUROPA

Qual orrore in me si desta!

(si arresta quasi stupida)

Chi ritiene i passi miei?

Sento, oh dèi! ~ che per le vene

freddo viene ~ il sangue al cor...

(tornando alla prima sua smania)

Ah il corso finisca

d'un viver penoso!

Ah meco pietoso

il sen mi ferisca

quel ferro spietato,

che ha il figlio svenato,

che il padre ferì!

 

DONZELLE
una porzione del coro

Che grida!

 
altra porzione del coro

Che voci!

EUROPA

Che accenti feroci!

DONZELLE
una porzione del coro

Che fato!

 
altra porzione del coro

Che sorte!

EUROPA

Che viver penoso!

EUROPA

Già muore lo sposo!

Già il figlio perì!

(entra precipitosa nel vestibolo)

Insieme

TUTTE LE DONZELLE A CORO

Già spira il consorte!

Già il figlio perì!

(sieguono Europa)

 

Europa, donzelle ->

 

Scena nona

Vasto cortile, che da un lato corrisponde alla reggia, e dall'altro al vestibolo, per cui si passa nel tempio della Vendetta.
Fiero, ed ostinato combattimento fra i Seguaci d'Egisto, ed i Soldati cretensi nuovamente giunti alle spiagge di Tiro, e da Isseo guidati alla difesa d'Asterio.
Alla durata della pugna serve di misura quella del Coro.

 Q 

seguaci d'Egisto, soldati cretensi (I), soldati cretensi (II)

 

AGGRESSORI

Catene, o morte.  

ASSALITI

Che fiero inciampo!

AGGRESSORI

Stragi, o ritorte.

ASSALITI

Non v'è più scampo!

AGGRESSORI

In tal periglio

pietà, consiglio

per voi non v'è.

Insieme

ASSALITI

Cresce il periglio!

Manca il consiglio;

pietà non v'è!

seguaci d'Egisto, soldati cretensi (II) ->

 

Scena decima

Isseo, ed Egisto.
Compariscono entrambi sulla scena battendosi, nello stesso momento, che dalle Schiere guidate da Isseo vengono inseguiti i Soldati di Egisto già messi in fuga.

<- Isseo, Egisto

 
[XVII. Recitativo accompagnato]

 N 

ISSEO

(verso quella porzione de' suoi guerrieri, che non ha inseguiti i fuggitivi,

e che s'avanza per attaccar Egisto)

Cessin gli oltraggi alfin.  

(ad Egisto, perché si dia per vinto)

Renditi: e vivi.

EGISTO

Superbo! Ancor non cedo;

che l'istesso perdono

è un supplizio per me quand'è tuo dono.

(attaccando impetuosamente Isseo)

Difenditi, se puoi, da' miei furori.

ISSEO

Già che viver non vuoi,

(battendosi con Egisto, a cui porta infine un colpo, che lo rovescia estinto fra le scene)

perfido, mori.

Egisto ->

 

Scena undicesima

Semele affannosa, ed Isseo.

<- Semele

 
Recitativo

SEMELE

Prence, illeso pur torno  

a rivederti. E il traditor Egisto?

ISSEO

(mostrando l'acciaro, che poi cinge nuovamente al fianco)

Da quest'acciar trafitto

cadde l'indegno al suol. Difesa il cielo

ha la causa miglior. Giunse improviso

de' suoi dispersi legni al re di Creta

il potente soccorso. Alle nuov'armi

io delle nostre accrebbi

una schiera fedel. Già è salva Europa

collo sposo, e col figlio: e in lei le turbe

riconoscon del regno

la legittima erede.

SEMELE

Sicché...

ISSEO

Non paventar. La data fede

serbarti a te dovrà. Ben mi rammento

ch'io questa man, ch'Europa,

di tua pietade in prezzo,

il foglio a te promise. A lei mentr'io

sollecito m'invio,

(additando i suoi guerrieri)

teco questa rimanga,

per sicurezza tua,

scorta fedel. Fra poco

di più fauste novelle

presago il cor mi dice

che a te ritornerò, nunzio felice.

(parte, lasciando una squadra de' suoi guerrieri in difesa di Semele)

Isseo ->

 

Scena dodicesima

Semele, colle Guardie a lei lasciate da Isseo.

 

SEMELE

Par che di nuovo il cielo  

per me si rassereni. E pur fidarmi

appieno ancor non oso. Incerto è troppo

il destin de' viventi.

Or lieti, or tristi eventi

volge l'instabil ruota.

Quanti pietà ci fanno,

che invidia un dì forse destar potranno!

Stolto è ben chi dà fede

alla sorte incostante.

Ma è assai più folle ancora

chi sempre teme, chi dispera ognora.

 
[XVIII. Aria]

 N 

Quando più irato freme,  

quando minaccia il mar ~

stragi funeste;

tornar d'amica speme

può un raggio a balenar ~

fra le tempeste.

(parte)

Sfondo schermo () ()

Semele, soldati cretensi (I) ->

 
 

Scena ultima

Interna terrena parte della magnifica reggia di Tiro. Trono a destra.
A suon di festosa marcia di militari strumenti, preceduti da Isseo, e dalla Cavalleria fenicia, accompagnati da' Grandi del regno, e dalle Donzelle di Creta, s'avanzan sovra eccelsa maestosa quadriga Asterio, Europa, e 'l Fanciullo, con séguito di numerose Squadre fenicie, e di Guerrieri cretensi. Appena discesi dal carro, vien loro incontro Semele scortata dalle Guardie reali.
Grandi del regno di Fenicia, e Donzelle di Creta.

 Q 

<- Isseo, cavalleria fenicia, grandi del regno, donzelle, Asterio, Europa, fanciullo, soldati fenici, guerrieri cretensi

<- Semele, guardie reali

 
[XIX. Coro]

 N 

Coro.
 

TUTTI

A regnar su questa fede  

torni al fin la vera erede.

DONZELLE CRETENSI

Ed in mezzo a' suoi contenti

del destin più non rammenti

il rigor, la crudeltà.

Insieme

GRANDI DEL REGNO

Ed in mezzo a' suoi contenti

più l'offese non rammenti

della nostra infedeltà.

 

ASTERIO
(rondò)

Chi a scordar gli oltraggi apprende

degli dèi qual sia comprende

la più gran felicità.

Che sia ver l'intendo adesso,

che felice a voi d'appresso

questo cor godendo sta.

 

EUROPA

(additando Isseo)

Quella man, che noi difese,

che a me rese ~ il soglio mio;

se a mia voglia dar poss'io,

oggi a Semele sarà.

ISSEO

(porgendo la mano a Semele)

Non la sdegni: e a lei la dono.

ASTERIO

(levandosi di capo la corona, per cingerne la fronte ad Isseo)

Io vi aggiungo il serto, e il trono.

 
(a tre con piccioli passi d'agilità)

SEMELE

Se sperarla io posso in dono

che bramar più il cor non ha.

ISSEO

Chi sa dare un soglio in dono,

d'ogni eroe maggior si fa.

Insieme

EUROPA

Compensato io trovo il dono,

se appagarti appien potrà.

 

ISSEO

Che agli dèi già egual si rese

chi a scordar gli oltraggi apprese

nella sua felicità.

EUROPA

Ed in mezzo al mio contento

del destin più non rammento

il rigor, la crudeltà.

Insieme

SEMELE

Ed in mezzo al mio contento

sol con pena or mi rammento

la passata crudeltà.

 
Tutti replicano a coro gli ultimi cinque versi detti da Isseo,
mentre sulla stessa musica vengon replicati da Asterio i tre primi versi del suo rondò.
 

Fine (Atto secondo)

Atto primo Atto secondo

Carcere oscuro; diversi cancelli, e ferrate porte all'intorno.

Egisto, Isseo
 

Sulla sorte d'Asterio irresoluto

[VIII. Aria]

Isseo
Egisto ->

Giustificar sé stesso ogn'infedele

Isseo
<- Europa, guardie

[IX. Duetto]

Isseo ed Europa
Perder l'oggetto amato
Europa, guardie
Isseo ->

[X. Recitativo e aria]

Numi, respiro! Alfin partì, lasciommi

Elegante gabinetto nella reggia; tavolino.

Semele
 

[XI.]

Ma vien l'infido

Semele
<- Isseo

[XII.]

Semele
Isseo ->
 
Semele ->

Tempio della Vendetta; ara nel mezzo, col simulacro di Nemesi; in varie nicchie laterali veggonsi rappresentate a chiaroscuro ferrugginoso diverse figure simboliche, onde il soggiorno della tremenda deità vien distintamente caratterizzato; scala praticabile di prospetto nel fondo; presso di essa si scorge parte d'un oscuro vestibolo.

Egisto, Europa, fanciullo, donzelle, guardie, gran sacerdote, ministri
 
Egisto, Europa, fanciullo, donzelle, guardie, gran sacerdote, ministri
<- Asterio, altre guardie

Perfido! I lacci miei

[XIII. Recitativo accompagnato e Aria]

No: vivi, o cara

Egisto, Europa, fanciullo, donzelle, gran sacerdote, ministri, altre guardie
Asterio, guardie ->

(Europa sviene)

[XIV. Coro]

Coro dei ministri
Sul mesto tumulo
Egisto, Europa, fanciullo, donzelle, altre guardie
gran sacerdote, ministri ->

[XV. Recitativo accompagnato]

Qual rumore!

Europa, donzelle
Egisto, fanciullo, altre guardie ->

(Europa rinviene)

Numi! L'egre pupille

[XVI. Coro]

(coro di combattenti in lontananza)

Coro di combattenti, Europa e Donzelle
Stragi, o ritorte
Europa, donzelle ->

Vasto cortile, che da un lato corrisponde alla reggia, e dall'altro al vestibolo, per cui si passa nel tempio della Vendetta.

seguaci d'Egisto, soldati cretensi (I), soldati cretensi (II)
 

(fiero, ed ostinato combattimento)

Coro di combattenti
Catene, o morte
soldati cretensi (I)
seguaci d'Egisto, soldati cretensi (II) ->
soldati cretensi (I)
<- Isseo, Egisto

[XVII. Recitativo accompagnato]

Cessin gli oltraggi alfin

(Egisto muore ucciso da Isseo)

soldati cretensi (I), Isseo
Egisto ->
soldati cretensi (I), Isseo
<- Semele

Prence, illeso pur torno

soldati cretensi (I), Semele
Isseo ->

Par che di nuovo il cielo

[XVIII. Aria]

Semele, soldati cretensi (I) ->

Interna terrena parte della magnifica reggia di Tiro; trono a destra.

(suon di festosa marcia di militari strumenti)

<- Isseo, cavalleria fenicia, grandi del regno, donzelle, Asterio, Europa, fanciullo, soldati fenici, guerrieri cretensi
Isseo, cavalleria fenicia, grandi del regno, donzelle, Asterio, Europa, fanciullo, soldati fenici, guerrieri cretensi
<- Semele, guardie reali

[XIX. Coro]

 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Scena ottava Scena nona Scena decima Scena undicesima Scena dodicesima Scena ultima
Deserta spiaggia di mare; selva da un lato: rupi dall'altro; fra le quali l'ingresso d'un'oscura, e profonda... Chiuso padiglione magnifico. Eccelso trono a destra. Festoso campo de' fenici; in lontananza si vedono i carriaggi; timpani e trombe a destra e a sinistra; trono. Sala regia destinata per le adunanze del supremo consiglio; trono a destra per la regina; sedili più bassi... Carcere oscuro; diversi cancelli, e ferrate porte all'intorno. Elegante gabinetto nella reggia; tavolino. Tempio della Vendetta; ara nel mezzo, col simulacro di Nemesi; in varie nicchie laterali... Vasto cortile, che da un lato corrisponde alla reggia, e dall'altro al vestibolo, per cui si passa nel... Interna terrena parte della magnifica reggia di Tiro; trono a destra.
[Tempesta] [I. Cavatina] [II.] [III. Duetto] [IV.] [V. Rondò] [VI. Coro] [VII. Finale] [VIII. Aria] [IX. Duetto] [X. Recitativo e aria] [XI.] [XII.] [XIII. Recitativo accompagnato e Aria] [XIV. Coro] [XV. Recitativo accompagnato] [XVI. Coro] [XVII. Recitativo accompagnato] [XVIII. Aria] [XIX. Coro]
Atto primo

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