Scena prima |
Deserta spiaggia di mare. Selva da un lato: rupi dall'altro; fra le quali sterpi, cespugli, e serpeggianti edere adombran l'ingresso d'un'oscura, e profonda caverna. |
(♦) <- Asterio, Europa, fanciullo, donzelle, guerrieri | ||
[Tempesta] | ||||
Tempesta con lampi, tuoni, pioggia, sibilo di venti, e fragor di sconvolti flutti. Durante la medesima si vede in lontananza numerosa flotta di legni. Alcuni sommergonsi miseramente nell'onde; altri si perdono affatto di vista. Da un lacero vascello, che viene impetuosamente ad urtar contro il lido, sortono Asterio, Europa, e un picciolo Fanciullo, con varie Donzelle seguaci d'Europa, ed alcuni Guerrieri cretensi. | ||||
S'apre la scena mentre incomincia la sinfonia, ch'è un'imitazione dell'orrenda procella, e che si va rallentando a proporzione, che questa si scema, e che ritorna la calma. È questa annunziata dal dolce suono d'un oboe, che prende il luogo dell'andante dell'apertura, e che serve d'accompagnamento alla cavatina d'Asterio. | ||||
[I. Cavatina] | ||||
ASTERIO | ||||
(mentre dal fanciullo, e da Europa si fa mostra di piangere, l'oboe, facendosi flebilmente sentir a solo, esprime i loro mesti lamenti) | ||||
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Figlio... | |||
(replica dello stesso querulo suono dell'oboe) | ||||
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Ah voi piangete!... | |||
(incomincia la cantilena continuata con l'accompagnamento dell'oboe concertante) | ||||
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Con quel pianto a me volete rammentar che reo son io. Ma non merta il fallo mio così barbaro martir. | |||
Recitativo | ||||
EUROPA |
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ASTERIO |
Ah! ch'io sol fui cagion... | |||
EUROPA |
Di Tiro, è vero, tu nella reggia osasti all'immatura speme d'un più gradito amante, ripugnante involarmi. A seguitarti mio malgrado costretta, io teco in Creta giunsi. Del ratto quivi al'inquieto mio severo pudor sacro imeneo scuso l'ardir, la violenza. | |||
ASTERIO |
Occulta sempre al padre però, morendo, al trono in Semele frattanto egli prescelse del minor suo german l'unica prole. | |||
EUROPA |
Ma di regio consorte la mano a lei finora assicurato non ha il soglio ancora; ch'Agenore l'acquisto vietonne a chi mercarlo pria non saprà col sangue d'innocente stranier. | |||
ASTERIO |
Legge inumana, che inefficace, e vana render pretesi. Ad occupar qui meco il tuo retaggio avito pensai perciò di ricondurti. | |||
EUROPA |
Ah troppo le tue, le mie speranze mal fecondò l'evento! | |||
ASTERIO |
Di cento legni, e cento, lacero avanzo di crudel fortuna, una sol nave appena ora inermi ci espon su quest'arena. | |||
EUROPA |
Miseri noi! | |||
ASTERIO |
Potessi di Semele celarti alle ricerche almeno infin che alcuna delle disperse prore... | |||
(volgendosi con sorpresa verso quella parte, onde s'ode rumor d'armi, e d'armati) | ||||
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Ahimè! vicino è già, o sposa, il periglio. (inquieto, agitato, e smanioso) Va'... nasconditi. (accennando l'ingresso d'un antro vicino) | |||
EUROPA |
Oh ciel!... soccorri il figlio. (nel ritirarsi precipitosamente, addita il fanciullo, che ritrovasi alquanto indietro fra le sue donzelle) | Europa -> | ||
Scena seconda |
Asterio, e 'l Fanciullo fra le Donzelle seguaci d'Europa, ed alcuni pochi Guerrieri cretensi, che vengono attaccati da Egisto, che si presenta loro |
<- Egisto, soldati fenici | ||
ASTERIO |
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(accorre con molta smania in difesa del fanciullo, mentre i soldati fenici s'inoltrano verso il medesimo) | ||||
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Il figlio!... (ai suoi guerrieri cretensi) All'armi. | |||
ASSALITI |
(snudan l'armi, e si pongono in difesa del fanciullo, e delle donzelle, che lo circondano) All'armi. | |||
[II.] | ||||
EGISTO |
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AGGRESSORI |
(attaccando i guerrieri di Creta, che, durante il breve combattimento, si vanno reciprocamente incitando alla difesa, ed all'offese) Chi non cede, cada estinto. | |||
ASTERIO |
(verso il cielo, nel veder ch'è rimasto solo, per l'oppressione, e dispersione de' suoi guerrieri cretensi) Cruda sorte, hai vinto, hai vinto! Ma da te non caddi oppresso: (avanzandosi fieramente verso Egisto) ma l'istesso ~ io sono ancor. | guerrieri -> | ||
EGISTO |
(accennando il fanciullo a' suoi fenici, che si pongono in atto di trafiggerlo) Sia da voi trafitto il figlio; o si renda il genitor. | |||
DONZELLE |
(supplichevoli verso Asterio) Ah del figlio ~ il sol periglio dia consiglio ~ tal genitor. | |||
EGISTO |
(di nuovo a' suoi soldati fenici) Olà. Che più tardate? | |||
(i soldati fenici si arrestano sorpresi all'improvvisa apparizione d'Europa) | ||||
Scena terza |
Europa, che sorte improvvisa dal suo ritiro; e detti. |
<- Europa | ||
EUROPA | ||||
ASTERIO |
(con tenerezza verso Europa) Mio ben, che mai facesti? | |||
EUROPA |
(smaniosa verso Asterio) Renditi. | |||
ASTERIO |
(gettando a terra l'acciaro, cede, non senza pena, e rincrescimento, alle istanze d'Europa) Alfin vincesti. | |||
| ||||
EGISTO |
(a' suoi soldati fenici) Tratto in carcere distinto sia ciascun fra' lacci avvinto: e si serbi alla vendetta, ch'oggi un padre aspetta, ~ e un re. (parte) | Egisto -> | ||
Scena quarta |
Asterio, ed Europa colle sue Donzelle seguaci, il Fanciullo, ed i Soldati fenici. |
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EUROPA |
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(verso Egisto, che parte) | ||||
ASTERIO |
Ferma... | |||
(come sopra) | ||||
EUROPA |
E vuoi?... | |||
ASTERIO |
Ma dove?... | |||
(nel tempo, che da' soldati fenici s'incatenano Asterio, ed Europa, e si circondan le donzelle cretensi, e 'l fanciullo) | ||||
DONZELLE |
Già rivolse altrove ~ il piè. | |||
ASTERIO |
(avvicinandosi a prender congedo dalla sposa) Sposa, oh dio! ~ che pena io ~ sento!... Ah non reggo al mio ~ tormento nel doverti abbandonar! | |||
EUROPA |
(volgendosi con tenera smania allo sposo, ed al figlio) Qual funesto ~ annunzio è questo! Che tiranno ~ affanno ~ è il mio nel dovervi, oh dio! ~ lasciar! | |||
ASTERIO |
(vedendo ch'i soldati s'incamminan già col fanciullo) Stelle!... | |||
EUROPA |
(come sopra) Il figlio!... | |||
(volendo accorrer per arrestar i soldati fenici, vengon ritenuti da quella porzione di essi, che gli han posti in catene) | ||||
EUROPA E ASTERIO |
Ahimè! Che fate? | |||
ASTERIO |
Sì: restate. | |||
EUROPA |
Sospendete. | |||
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donzelle, fanciullo, soldati fenici, Europa, Asterio -> | ||||
Scena quinta |
Chiuso padiglione magnifico. Eccelso trono a destra. |
Egisto, Semele, paggi, guardie fenicie | ||
Recitativo | ||||
SEMELE |
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EGISTO |
Il cenno eseguirò. La vittima è già pronta, che Agenore prescrisse. In mio potere l'ha rimessa la sorte. | |||
SEMELE |
Altre immolarne già seppe Isseo. | |||
EGISTO |
Perdona... | |||
SEMELE |
Oppresse, e dome dal suo valor, di Cipro tutte fur già le ribellanti schiere. Fra l'armi, e le bandiere, carco d'opime spoglie, a noi torna, e qui chiede l'omaggio tributarne al regio piede. | |||
EGISTO |
Io d'un solo straniero saprò col sangue a lui di questo soglio contrastar l'impero. | |||
SEMELE |
Dell'audace pensiero, più d'appresso mirando il tuo periglio, forse pentito, cangerai consiglio. | |||
[III. Duetto] | ||||
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EGISTO |
(in vece di una delle consuete seconde parti) Fra gli orrori d'infida procella mai quest'alma ~ non perde la calma: sol mi basta per guida una stella d'ogni mar nell'incerto sentier. | |||
SEMELE |
(replicando coll'opportune artificiose variazioni la stessa musica della prima parte dell'aria, a cui serve questa replica di secondo intercalare) Tal da lunge, mirando il periglio, sta con fronte, con ciglio ~ sereno. Ma gli palpita il core nel seno del cimento all'aspetto primier. | |||
EGISTO Vil mi credi; e vil non sono. I miei voti, la mia speme porto audace infino al trono. (con tenerezza) Se mi balza in petto il core, è d'amore ~ un segno espresso questo istesso ~ palpitar. (parte) | Egisto -> | |||
(intanto s'ode rumor di timpani, e trombe, che annunziano esser all'ordine il campo) | ||||
Recitativo | ||||
SEMELE |
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Scena sesta |
Festoso campo de' Fenici, che tornan trionfanti dalla spedizione, che ad Isseo fu commessa di ridurre ad ubbidienza il ribellato regno di Cipro. |
<- cavalleria ed esercito fenicio <- duci, Isseo, prigionieri | ||
[IV.] | ||||
ISSEO |
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CORO |
(serve per il coro lo stesso motivo musicale della cavatina d'Isseo; ed intanto con guerriero fasto si dispongono intorno al trono i trofei militari) Si spieghino altere le spoglie guerriere di nostra vittoria per gloria ~ maggior. | |||
Recitativo | ||||
ISSEO |
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SEMELE |
(facendolo alzare) Sorgi: e 'l poter supremo serba, o prence, dell'armi: io te l'impongo. | |||
ISSEO |
(si leva, e ritiene l'insegna del militar comando) Legge il cenno è per me. | |||
SEMELE |
Libero intanto (accenna le spoglie nemiche) d'ogni preda nemica potrai disporre a tuo talento. | |||
ISSEO |
Ah troppo generosa regina! Il merto avanza delle conquiste mie sì gran mercede. | |||
SEMELE |
Ma non quello però della tua fede. Questa, Isseo, m'è già nota: ed a premiarla non tarderò. | |||
(si leva in piedi, porgendole Isseo la mano, per discensere dal trono. I paggi si tengono indietro) | ||||
|
Mi siegui ove de' grandi, già s'aduna il consiglio. A lor palese de' miei pensier l'arcano alfin tutto sarà. Se tu quel trono a me difendi, è giusto che teco io lo divida. | |||
ISSEO |
Che dicesti?... Che intesi?... Né rammenti?... Né sai?... | |||
SEMELE |
So che d'Europa la mano a te promessa stringere un dì sperasti: che riamato l'amasti: e che forse con pena ti risolvi a spezzar la tua catena. | |||
ISSEO |
Ah che pur troppo è vero! Del primiero amor mio l'idea tenace, privo di speme ancor, m'alletta, e piace. | |||
SEMELE |
Sensi d'alma fedel! Ma infin si stanca la costanza in amore, se la speranza in noi languisce, e muore. | |||
ISSEO |
Troppo indegno però di te si rese chi a sospirar per altr'oggetto apprese. | |||
SEMELE |
Inopportuno ancor, sì bel ritegno di mia scelta ti rende ognor più degno. | |||
ISSEO |
Meritarla io vorrei; ma come?... oh dèi!... Senti... Mi perdo... Appieno quel, ch'io dirti non so, comprendi almeno. | |||
[V. Rondò] | ||||
(nuova specie di rondò a due) | ||||
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SEMELE |
Tanto s'è ver che brami; altro dal ciel non chiedo; vedo ~ che già tu m'ami quanto più amar si può. | |||
(torna al rondò) | ||||
ISSEO |
Ah se gli affetti miei potessi, oh dèi! ~ spiegarti!... Ah ti direi ~ che amarti quanto vorrei ~ non so. | |||
(accelerando il tempo senza cambiar misura) | ||||
SEMELE |
Qualora ~ eccede ancora, bella è la tua costanza: questa è la mia speranza; questa m'innamorò. | |||
(al motivo principale del rondò, replicato a due, se ben con parole, o con modulazione diversa) | ||||
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(partono) | Isseo, Semele -> | |||
Scena settima |
Sala regia destinata per le adunanze del supremo consiglio de' grandi del regno. Trono a destra per la regina. Sedili più bassi vicini al trono, e dirimpetto al medesimo sulla manca per i grandi del regno. Simulacro di Temide in prospetto. I simboli della giustizia servono ad ornar tutta la scena. |
Egisto, grandi del regno, guardie | ||
[VI. Coro] | ||||
CORO |
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<- Semele, Isseo | ||||
Recitativo | ||||
EGISTO |
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SEMELE |
Io d'appagarvi risoluta, i miei passi ho qui rivolti. Ciascun meco qui sieda: ognun m'ascolti. | |||
(siedono tutti) | ||||
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Voi mi chiedete un re: da me volete che si elegga uno sposo. Irresoluta al par di me chi non saria? Fra tanti, ch'ugualmente del serto atti qui miro a sostenere il pondo, dubbia, incerta m'aggiro, e mi confondo. Risolvere alla fine pur già che a me conviene, risolverò. Ma pria del mio genio real, qualunque sia la scelta, d'approvarla chiedo a voi che si giuri. | |||
ISSEO |
Al giuramento io non m'oppongo. | |||
EGISTO |
Ed io d'Agenore la legge a te rammento. | |||
SEMELE |
Intempestiva, Egisto, è la cura, il pensier. | |||
ISSEO |
Già dal mio brando quel sangue si versò, che a noi richiese un oltraggiato re. | |||
EGISTO |
Questo a placarlo solo non basta, Isseo. L'ombra sdegnosa a Lete in riva ognora altro ne chiede, altro ne attende ancora. | |||
SEMELE |
Se lo brama, l'avrà. Del sacrificio sai ben che a noi prescritta non è la forma: e sai che già di questo giorno le pompe a coronar, tutto s'aduna il popol nell'arena. Or quivi un solo, fra i prigionier di Cipro, volontario discenda colle fiere a pugnar. Per lui da' lacci si sciolgan gli altri: e renda così d'un contumace il sol cimento, Agenore placato, è ognun contento. | |||
EGISTO |
Ma straniera si vuole, che la vittima sia. | |||
ISSEO |
Perde ogni dritto di suddito fedel quell'alma rea, che spergiura è al suo re: stranier si rende quel figlio ingrato, che la patria offende. | |||
EGISTO |
Quei però, che dell'onde naufrago a queste sponde spinse il furor. | |||
SEMELE |
Chi ti assicura, Egisto, che fenicio non sia? | |||
EGISTO |
Da' labbri suoi noi saper lo potrem. (alle guardie, che partono, per introdurre Asterio) Qui s'introduca il prigionier. Si osservi, si esamini, s'ascolti, e se sia d'uopo, a favellar si astringa. | guardie -> | ||
(guardando Asterio, che s'innoltra con passo grave, e così intrepido aspetto) | ||||
SEMELE |
Eccolo. | |||
ISSEO |
In volto un non so che gli scorgo d'anima non volgar. | |||
Scena ottava |
Asterio fra le Guardie, e detti. |
<- Asterio, guardie | ||
SEMELE |
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ASTERIO |
Che si vuole da me? | |||
EGISTO |
Saper si brama donde vieni, chi sei. | |||
ASTERIO |
Tale son io, che ancor fra le ritorte, serbo un'alma nel petto invitta, e forte. | |||
ISSEO |
(Che ardir!) | |||
SEMELE |
(Che fieri detti!) | |||
EGISTO |
A noi palesa la patria, il nome tuo. | |||
ASTERIO |
Vi basti quanto da' labbri miei finor sapeste. | |||
EGISTO |
Il vero celare invan tu speri. (a Semele) Un'infelice sua compagna per lui ciò, ch'egli tace, tutto dirà. | |||
SEMELE |
(alle guardie, che partono, per tornar con Europa) Questa si cerchi. (ad Asterio) È forse a te consorte? | guardie -> | ||
ASTERIO |
Or ora, tuo malgrado, il saprai. | |||
EGISTO |
Temerario! | |||
SEMELE |
Vedrai... | |||
ASTERIO |
Chi sa? Potrei su quel soglio in tua vece oggi forse mirarla. | |||
Scena nona |
Europa fra le Guardie, e detti. |
<- Europa, guardie | ||
EUROPA |
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SEMELE |
(Numi!) | |||
EGISTO |
(guardando Europa) (Europa!) | |||
SEMELE |
(Che intesi!) | |||
ISSEO |
(guardando Asterio) (È il re di Creta, che m'invola il mio bene!...) | |||
SEMELE |
(sogguardando sospettosa Isseo) (Ah! Mi tradisce l'ingrato Isseo...) | |||
EGISTO |
(osservando attentamente i moti d'Isseo) (Già impallidisce in volto l'odioso rivale!) | |||
ISSEO |
(A questo passo preparato io non era.) | |||
SEMELE |
(Io son di sasso!) | |||
[VII. Finale] | ||||
(lentamente, con interruzione d'istrumenti) | ||||
ASTERIO |
||||
EUROPA |
(guardando or Semele, or Isseo, ed ora Egisto) Che nuovo stupore! | |||
ASTERIO |
È rispetto? | |||
EUROPA |
Rimorso? | |||
ASTERIO |
Timore? | |||
EGISTO |
(guardando Isseo) Qual pallor!... Qual rossore improviso! | |||
SEMELE |
(fissando attentamente lo sguardo ad osservare Isseo) Quello sguardo sospetto, indeciso mille dubbi mi sveglia nel seno. | |||
ISSEO |
(costernato, e confuso) Qual tumulto d'affetti ho nell'alma!... Ah potessi nasconderlo almeno! | |||
EUROPA |
(mirando Isseo) Di quel core si turba la calma. | |||
ASTERIO |
(guardando Egisto) Di quel ciglio si cangia il sereno. | |||
(a cinque, entrando con una specie d'imitazione uno dopo l'altro) | ||||
| ||||
(il coro solo, mentre sospesi taccion gli attori) | ||||
CORO |
Strano evento! | |||
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Terribil momento! | |||
(rientrando gli attori ad esclamare insieme col coro) | ||||
|
Freme il vento: | |||
|
s'intorbida il mar. | |||
SEMELE |
Parli Egisto. | |||
EGISTO |
Già dissi abbastanza. | |||
SEMELE |
Tace Isseo? | |||
ISSEO |
(Non ho più speranza.) | |||
SEMELE |
(ad Isseo) Di che temi? (ad Egisto) Perché ti confondi? (di nuovo ad Isseo) Non rispondi? | |||
(Asterio accenna con ironia Egisto; ed Europa addita Isseo) | ||||
| ||||
ASTERIO |
(sempre accennando Egisto) Del soglio se mira perduta la speme, quell'alma feroce, che tacita freme, s'affanna, sospira; più voce ~ non ha. | |||
EUROPA |
(con passi d'agilità, sempre additando Isseo) È amor, che loquace, che muto lo rende: se parla, se tace, l'agghiacia, o l'accende. Quel nume fallace mai pace ~ non dà. | |||
SEMELE |
Dinanzi al mio sguardo gli audaci togliete. | |||
(alle guardie, che si muovono per condur via Europa, ed Asterio) | ||||
ISSEO |
Ah no: sospendete. | |||
(arrestando le guardie) | ||||
SEMELE |
(con sorpresa, meravigliandosi del movimento d'Isseo) (Che ascolto!... Che miro!... (con sospensione) Che aspetto? Che tardo? (con moto, ed agitazione) Già smanio, deliro, m'infiammo, m'accendo, ragion non intendo; frenarmi non so.) | |||
EGISTO |
Il cenno eseguite. | |||
(Asterio ad Europa, e questa ad Asterio con tenerezza) | ||||
| ||||
SEMELE |
Superbi, partite. | |||
(insultando Semele) | ||||
| ||||
(partono insieme fra le guardie) | Europa, Asterio, guardie -> | |||
Scena decima |
Isseo, Semele, ed Egisto, con i Grandi del regno. |
|||
(arrestando Semele, che parte) | ||||
EGISTO |
||||
ISSEO |
Ascolta. | |||
SEMELE |
(torna indietro sprezzante) Io tutto intesi. | |||
ISSEO |
Ma... | |||
SEMELE |
T'accheta. | |||
ISSEO |
In che t'offesi? | |||
SEMELE |
(avanzandosi di qualche passo, e volgendosi minacciosa ad Isseo) Pensa, ingrato... Ah!... | |||
ISSEO |
Siegui. | |||
SEMELE |
Oh dèi! | |||
(dopo qualche momento di silenzio) | ||||
ISSEO |
Perché taci? | |||
EGISTO |
Che ti arresta? | |||
(Semele siegue a rimaner tacita, e pensosa, fissando a terra lo sguardo) | ||||
(porzione del coro, guardando attentamente i moti di Semele, che sta fremendo) | ||||
CORO |
Già si scuote... | |||
(altra porzione del coro, come sopra) | ||||
|
Già si desta... | |||
| ||||
Deserta spiaggia di mare; selva da un lato: rupi dall'altro; fra le quali l'ingresso d'un'oscura, e profonda caverna.
(tempesta con lampi, tuoni, pioggia, sibilo di venti, e fragor di sconvolti flutti; si vede in lontananza flotta di legni; alcuni sommergonsi miseramente nell'onde)
(ritorna la calma)
Stelle!... il figlio... All'armi
(breve combattimento)
Chiuso padiglione magnifico. Eccelso trono a destra.
(rumor di timpani, e trombe)
Festoso campo de' fenici; in lontananza si vedono i carriaggi; timpani e trombe a destra e a sinistra; trono.
Colle spoglie de' vinti a' piedi tuoi
Sala regia destinata per le adunanze del supremo consiglio; trono a destra per la regina; sedili più bassi vicini al trono e dirimpetto al medesimo; simulacro di Temide in prospetto; I simboli della giustizia ornano tutta la scena.