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Scena prima |
Granata. - appartamenti reali nell'Alhambra - nel mezzo arcate, donde si vede la corte dei Leoni - il bagliore azzurrognolo di vampe ardenti in lampade di alabastro contrasta misteriosamente co' la luce languida entro a quel luogo suffusa dal crepuscolo vespertino. Da un lato, sotto ricco padiglione, giace maestosamente il moro Boabdil re di Granata; un uomo di strana sembianza avviluppato in nera tunica appare nel fondo - è Issàchar, - guata all'intorno meditabondo, indi fra sé: |
Q
Boabdil
<- Issàchar
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(Africa! Spagna! ~ o genti abominate!
Sorge tra voi gigante
lo spregiato Israele; iddio librando
le lance sta, ché delle orrende vostre
colpe trabocca; a entrambe un'egual sorte:
onta, sterminio e morte!!! ~
Eppur, figlio di Giuda, io vo apprestando
le chiavi di Granata al re Fernando...
Sì ~ trionfi l'ispano. ~ Ma una fede
ad altra fé succede,
e le nazioni sperdon le nazioni,
finché il tempo rimedi,
dell'antica Sionne i dì sereni.)
(s'avanza, e ponendosi in atto simulato d'ossequio innanzi al re)
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Salve, o luce dei credenti,
scuoti l'anima avvilita;
gemer l'aura a' tuoi cupi lamenti
dovrà in eterno?
Non più infesta ria procella
l'orizzonte di tua vita.
Or di gloria presaga una stella
io vi discerno.
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BOABDIL (con amarezza) |
O profeta, a' rai più truce
sol balenami il fulgore
delle lande, che innumere adduce
il prence ibero.
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ISSÀCHAR (con malignità) |
Di Fernando d'Aragona
fia nemico a te maggiore
Adèl-Muza...
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BOABDIL |
(levandosi impetuoso)
Che ardisci?...
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ISSÀCHAR |
(in tuono affettato di umiltà)
Perdona...
io parlo il vero.
(indi con accento misterioso, terribile)
De' suoi guerrier nell'idolo
un saggio re confida?...
Se un tradimento orribile
i giorni tuoi recida,
qual di Granata il popolo
nuovo monarca avrà? ~
D'affascinati sudditi
a te rapìa l'amore
Adèl, cui strugge indomito
desìo di regio onore...
Sgabello il tuo cadavere
al trono ei si farà.
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BOABDIL |
D'ira, d'orrore un fremito
pe 'l sangue a me discorre...
Prigion fia tratto il perfido
nella vermiglia torre.
Or chi m'è fido?...
(si getta disperato sul divano)
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ISSÀCHAR |
(esultando)
(Oh gioia!) ~
(al sultano)
S'affreni il tuo dolor.
(Come l'udiva in Ninive
Sardanapalo un giorno,
molle d'amore un cantico
echeggi or qui d'intorno...
Del vil tiranno infrangasi
vie più la mente, il cor.)
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Scena seconda |
Mentre il Re smania d'angoscia e di furore, ad un cenno di Issàchar, quasi per incanto, appaiono dalle arcate di mezzo leggiadre Fanciulle e Schiavi recando guzle ed altri istrumenti; alcune danzano, altri suonano accompagnandosi il seguente: |
<- fanciulle, schiavi
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CORO |
Sulle guzle, sull'arpe d'argento
solleviamo un concento;
del sultano rattempri il martire
la soave armonia.
Se bearlo potesse il mio spiro,
e posargli nel core!...
Oh! delizia morir come muore
la soave armonia.
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BOABDIL |
(Dolci sensi! risuonami il petto
voce arcana che Muza è innocente;
ma quest'uom misterioso, veggente
reo lo accusa, e tremarne mi fa.)
(a poco a poco indi egli si assopisce)
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ISSÀCHAR |
(guatando a lui, corrucciato fra sé):
Saraceno! il cui pallio regale
gronda ognor del mio sangue fraterno.
Non sai tu di qual vindice strale
t'abbia a coglier fra poco l'eterno!
Di tal sangue innocente versato
alle spere s'è il fumo innalzato,
e mugghiante una nuvola sta
sovra l'empia dannata città.
(parte)
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| (le odalische e gli schiavi rientrano ne' loro recessi) | Issàchar, fanciulle, schiavi ->
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