Argomento

Artabano, pronepote di quell'Arsace, che costituì l'Impero de Parti formidabile alla grandezza romana, desideroso di uguagliare la gloria de' suoi antenati con dilatare i confini di quel vasto dominio con novi acquisti, dopo aver posto il giogo a popoli di Battro, e a Sogdiani confinanti con i fiumi Oxo, e Iaxarte, drizzò l'armi vittoriose, e fortunate contro Tigrane re dell'Armenia. Questi sconfitto più volte dal bellicoso Artabano, e persa Tigrano certa fede reale, reso, qual Anteo, più vigoroso nelle cadute, fece conoscere al parto, che le sue saette non erano valevoli a paventare un core, che non temeva punto quelle dell'implacabil fortuna: alla fine radunati di novo gli avanzi delle sue perdite, gettò un ponte sopra l'Arasse, e andò ad assalire sino nelle trincere il nemico. Era Artabano intento all'oppugnazione d'Artassata che pertinace nell'affetto del suo signore avea sola fra tutte l'altre città armene sprezzate le sue vittorie, e negato di rendere tributo alla Partia. Combatterono ostinatamente ambo gl'eserciti nelle campagne arassene, in faccia de gl'assediati, l'uno per la gloria, l'altro per la libertà dell'Armenia, ma dopo vari eventi ora di prospero, e ora d'avverso Marte, provò il generoso, ed infelice Tigrane non dissimili da' primi i fati di quella giornata; fu rotto, e dissipate a fatto le reliquie delle sue squadre fugge, seguito da pochi, la fortuna del vincitore.

Doriclea, nata del sangue reale di Ponto, ch'avea voluto essere sempre a parte di tristi casi del suo caro consorte, e tra gl'eserciti, e nelle mischie errare armata, e combattere per la sua vita, fece sconosciuta quel giorno prove di valore inudite.

Ella quasi un folgore aperse l'ordinanze parte, e atterrando chi tentava d'opporsi al suo coraggio penetrò nel centro dell'esercito ostile, e ivi ad onta di mille ferri ferì Artabano: pure veduto abbandonato da chi regge le cose umane l'ardire armeno, mortole sotto il destriero, e ferita da più saette nelle parti più nervose de' piedi, accompagna, benché pigra al corso, la fuga dell'amato Tigrane. Dalla rotta dell'esercito armeno, e dalla fuga di Tigrane, e di Doriclea principiano le azioni della favola.

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