...signor Maurizio Tirelli.
Non posso più raffrenare, eccellentissimo signor mio, gl'empiti generosi di Doriclea: intollerante di rimanere sepolta nell'angustezze della casa paterna, si parte dalle mosse per giungere alle mete d'una gloria immortale. Semplice, ella è giovane, e guidata dalla cieca scorta del suo ardimento non paventa gl'Alcidi, che la sfidano, e non mira l'insidie, apprestatele per impedirle il cammino, da due potenti nemiche, l'emulazione interessata, e l'ignoranza pretendente. Mi vaticina il core, che con la spada saprà schermirsi dalle clave degl'Ercoli, ma temo che non inciampi il suo piede ne' lacci tesile da queste due femmine pazze, e inviperite. Tocca a v. s. eccellentissima, come amico del padre, e per l'affetto, che porta a questa amazzone, quale ha tratto, si può dire, i primi vagiti nelle sue braccia, ad assicurarle il sentiero, e a difendere la sua riputazione, contro la sfacciata ambizione di certi rozzi versificatori, che poveri d'invenzioni, o per dir meglio dissipatori dell'altrui, trattano l'arti della maldicenza, tentando di deturpare le composizioni de gl'ingegni migliori de' loro, non sapendo queste piche la difficoltà dell'inventare, perché non hanno giammai inventato, e ch'egli è, come mi disse lei una volta, un filosofare.
Consegno dunque a v. s. eccellentissima Doriclea, e mi do a credere, ch'ella sarà per vivere una vita gloriosa nella serie de' futuri secoli, mentre verrà protetta dall'Ippocrate de' nostri tempi; e in vero s'ora regnassero le favolose deitadi di Omero voi sareste il loro Peone, onde a imitazione di Menecrate potete usare il titolo di Giove, avendo più volte a guisa d'Esculapio ravvivati i cadaveri: e s'Antonio Musa ebbe d'Augusto una statua per l'ottenuta salute, voi meritate i colossi per tanti conservati individui. Prosperi il cielo per la prosperità de gl'uomini v. s. eccellentissima, ch'io per fine le bacio le mani.
Giovanni Faustini.