Atto secondo

 

Itaca: spiaggia

Rocce. - Tra gli scogli, un sentiero.
Egizie, Corsari e Labdaco.

 Q 

Labdaco

 

CORSARI
(internamente)

Evohé! Evohé!  

Fenda il mar cerulo

la vela nera,

l'antenna scivoli

senza bandiera,

sotto allo sprone

gema la prua!

Remige, incurvati,

la preda è tua!

 

LABDACO

(seduto sopra uno scoglio)  

Melctar! Melctar!

Perché i giganti

leoni dormono

là dell'Acropoli

sul limitar?

Perché le cupole

d'ombre si vestono

siccome tumuli

dal monte al mar?

Melctar! Melctar!

(si alza)

Perché non s'agita

d'Essum nel tempio

degli astri pallidi

l'annunciator?

E delle sicule

genti lo scempio

non compie il punico

vendicator?

Melctar! Melctar!

O patria mia, tra i pallidi vapori,

là dove quasi il mar col ciel confina,

di qua ti scorgo e de' tuoi caldi fiori

gli aromi aspiro e della tua marina!

Oh! Ti disegni il sol più presso a me,

perch'io possa morir, guardando a te!

 

Labdaco ->

<- corsari

CORSARI
(sulla scena)

Evohé! Evohé!

Al vento, a sera,

vira, o pilota!

È la galera

dell'italiota!

Col rostro eburneo

spingi la prua!

Urta, t'arremba!

La preda è tua!

 
Danza egizia.

<- egizie

 

EGIZIE

Noi siam le Egizie  

che non han nome,

la rosa o l'aliga

ci ornan le chiome,

se vagabonde

voghiam sull'onde,

se erranti andiamo,

al monte, al pian!

Senza mattino

senza diman!

Di golfo in golfo,

di lido in lido,

la vela nomade

è il nostro nido;

e andiamo, andiamo

senza posar,

uman mistero,

fulgido, o nero,

siccome il cielo,

siccome il mar!

 

CORSARI

Brune dèe, se manca il nido  

ai vostri amor,

v'offeriam di Cipro e Gnido

il nappo d'or!

Vogherem tra rupe e rupe

a pari, a par!

Volerem sull'onde cupe

in mezzo al mar!

E la Venere marina,

in sua pietà,

alla coppia oceanina

arriderà!

 

LA VEDETTA
(Leuco)

Vele ad ostro!

ALTRA VEDETTA
(Irambo)

A mattin!

CORSARI

Remigi, al mar!

 
Escono disordinatamente - le Egizie dal lato opposto.

corsari, egizie ->

 
Admeto, poi Dejanice.

<- Admeto

 

ADMETO

Oh! Rea vita corsara! In me l'ebbrezza  

svanì della vendetta e della pugna!

Un nume solo i sogni miei saluta...

Quel del rimpianto! Vagabondo i lidi

scorro in affanno e guardo... e guardo... Ahimè!

Tutto mi parla allor, donna di te!

 

Mio bianco amor, mi porta olezzi il mar    

dell'ambre tue, del giglio che t'ornò!

Un raggio d'or mi viene a salutar,

è il raggio d'or, che il sen t'illuminò!

E d'una corda il palpito gentil

risveglia l'eco del nefasto asil!...

Piango a quel suon d'amara voluttà;

fremo a que' rai di celestial dolor...

febbri può dar la sensual beltà...

non si amò che in un sol... nel primo amor!

Canta, t'irradia, t'orna, Argelia mia!

Aspiro sol quel suon, que' rai, quel fior!

S

Sfondo schermo () ()

 
Voci interne dei Corsari.
 

CORSARI

Urta! Spingi! T'arremba! Al rostro! Al rostro!  

 

<- Dejanice

ADMETO
(con esaltazione)

Ritorno re!

LE VOCI INTERNE

L'acheo naviglio è nostro!

 
Admeto esce rapidamente.

Admeto ->

 

DEJANICE

(la quale sarà comparsa alle ultime parole di Admeto)  

Ei più non m'ama! Misera!

No! Amata ei mai non m'ha! D'Argelia sola

gli erra il nome sul labbro e di colei

s'inebria il suo sospiro!

Ed io nel mio deliro

il patto strinsi dell'infamia... solo

i suoi dì per salvar... sol perché a fianco

del demone dell'odio

in me trovasse l'angel dell'amor!

Ah! mio povero cor!

Con impeto violento

ché non perite

nauti e pirati nel terribil porto?

Egli non m'ama! Il mio spirito è morto!

 
Dejanice, Argelia, Leuco, Irambo ed i Corsari.

<- Leuco, Irambo, corsari, Argelia

 
I Corsari entrano vivamente in iscena, trascinando Argelia, la quale tenta invano, scarmigliata, di liberarsi dalle loro strette.
 

LEUCO E UN ALTRO

L'ho ghermita nella pugna...  

Tocca a me!

IRAMBO E UN ALTRO

Non levarmela dall'ugna,

o guai a te!

DEJANICE

(riconoscendo Argelia, fra sé)

(Nume! Un'estasi immortale

accordi a me!

È costei la mia rivale,

Argelia ell'è!)

CORO
(ai primi due)

Ella è nostra!

ARGELIA

(dibattendosi)

Ahi! Fato crudo!

Oh ciel, mercé!

CORO

Schiavi al gladio, al dolce ludo

ognuno è re!

 
Dejanice s'avanza.
 

DEJANICE
(con tono autorevole)

A costei non un s'attenti  

d'insultar!

Ella è mia! Son vostri i venti,

è vostro il mar!

 
I Corsari liberano Argelia.
 

ARGELIA

(prostrandosi a Dejanice)

Tu mi salvi!... Oh la divina

apparizion!...

 

CORO

Della naiade regina  

è il guiderdon.

 
(s'allontanano con segni di paurosa deferenza)

Leuco, Irambo, corsari ->

 
Dejanice e Argelia.
 

DEJANICE
(con accento convulso)

Deh! nella tua s'affisi  

la mia pupilla nera!

Dammi de' tuoi sorrisi

quello che egual non ha!

T'ergi al mio fianco! Fissami

tu pur sublime, altera!...

Divina, inenarrabile,

trovo la tua beltà!

(la rialza)

ARGELIA
(con terrore)

Numi! Il tuo lampo è orribile...

Non mi guardar così!...

La face dell'Eumenide

il ciglio mio colpì!

DEJANICE

Chi ti fa l'occhio turgido,

chi ti fa il sen commosso?

Di qual amor nel palpito

s'ispira il tuo sospir?

Dimmi quel nome... Ah! dimmelo!

Farti beata io posso,

farti piombar nell'ultimo

d'ogni terren martir!

ARGELIA

Ah! Tu non vuoi che uccidermi...

Perché non l'osi dir?

 
(lunga pausa)
 

DEJANICE

Eppur, vedendoti ~ sì dolce e pura

al mio terribile ~ lampo tremar,

ti avrei voluto ~ di mia sventura

quasi sorella ~ poter chiamar!

Avrei voluto ~ del tuo diletto

sull'are pronube ~ cingerti il fior!

No! - questo misero ~ core che ho in petto

nato non era ~ che per l'amor!

ARGELIA

Tu a me compiangi! ~ Raggio d'affetto

fra le tue nubi ~ balena ancor!

DEJANICE

Perché t'ha spinta ~ sul mio cammino

febbre funesta ~ dimmi! Perché?

Perché sfrondasti ~ dal mio destino

l'unica gioia ~ che resti a me?

ARGELIA

Da me che chiedi? ~

DEJANICE

Torna a' tuoi lidi!

Muta una tomba fa' del tuo cor!

Scorda che amasti!

ARGELIA

Qui pria m'uccidi!

DEJANICE

Ripensa, Argelia!

ARGELIA

Mi metti orror!

DEJANICE

(trascinando seco Argelia)

Tu lo vuoi! Meco vien!

ARGELIA

Dove traggi il mio piè?

DEJANICE

In un antro ~ sul mar ~ noto a me ~ solo a me!

ARGELIA

Pe 'l mio nume pietà ~ pe 'l tuo barbaro dio!

DEJANICE

Del tuo pianto bear ~ vo' lo spirito mio!

Il tuo strazio a me fia ~ celestial voluttà!

ARGELIA

O mio dolce amator, ~ o mio nume fedel,

vieni a me dal tuo mar, ~ scendi a me dal tuo ciel!

DEJANICE

Vien! Chi ucciso ha il mio cor ~ per me uccisa cadrà!

 

ARGELIA

Ma del fatal segreto  

mi darai tu ragion?

DEJANICE

Del tuo divino Admeto,

folle! l'amante io son!

 
Dejanice, Argelia, Admeto, Labdaco.

<- Admeto, Labdaco

 

ADMETO
(vivamente)

Menti! Nel sen d'Admeto  

vive più casto ardor!

 

DEJANICE

Furie d'Averno!    

S

ARGELIA

O dèi!

il mio celeste amor!

LABDACO

Sacra per noi tu sei!...

T'affida al nostro onor!

ARGELIA
(ad Admeto)

Della fatal tua complice

ché non m'ha il ferro ucciso?

Ché non calò la tenebra

ad accecarmi il viso?

Io non t'avrei saputo,

io non t'avrei veduto

al tuo vessil spergiuro,

spergiuro al nostro amor!

ADMETO
(ad Argelia)

Non imprecar! Fui misero,

non sono infame ancor!

Tu rivedrai, o Argelia,

la desïata sponda!

Potrai volar e piangere

in seno al genitor!

In quel divino istante

la tua pietà confonda

il tuo perduto sogno

col mio perduto amor!

DEJANICE

(fissando alternamente Argelia ed Admeto)

Di quel crudel lo strazio,

di quella rea l'affanno

alla reietta vittima

non fan men grave il danno!

Quanto di lor più misera

in terra omai sarò!

Sola non ha perdono

chi perdonar non può!

LABDACO

O desolata vergine,

al tuo cocente affanno

sarà pietoso il misero,

ch'ebbe da te pietà!

A lui flagelli l'omero

la verga del tiranno...

Per farti in patria libera,

schiavo tornar saprà!

ADMETO
(con tono autorevole)

A lei sii guida, o Labdaco!

Risponder déi per me!

DEJANICE
(con impeto d'ira)

Admeto!

ADMETO

Impero in Itaca

sol de' corsari ha il re!

 
(Labdaco va verso il fondo, in atto d'impartire degli ordini)
 

DEJANICE

Notte cupa, accendi, accendi

della folgore le faci!

Sulle labbra degli audaci

spegni il barbaro sospir!

Se, percosso, tu dovessi

l'orbe intero incenerir!

ADMETO
(a Dejanice)

Cessa omai gli insulti orrendi!

Frante son le tue ritorte!

Il saluto della morte

è per me divin gioir!

Di costei non vo' gli amplessi,

voglio sol per lei morir!

ARGELIA

Oh! Nel pelago si affondi

la mia nave desolata!

Nuovi cieli, ignoti mondi

m'avea schiusi il suo sospir!

La mia benda egli ha strappata,

non anelo che a morir!

 
Giunge una barca condotta da Leuco ed Irambo.

<- Leuco, Irambo

 

LABDACO
(ad Argelia)

Gonfia è la vela!  

(porge la mano ad Argelia e la trae verso il fondo)

ARGELIA
(guardando Admeto)

Ahimè!

ADMETO
(ad Argelia)

Scorda ch'io fui!

 
(Argelia sale sulla barca)
 

DEJANICE

Più a me sfuggir non può!

 

Fine (Atto secondo)

Atto primo Atto secondo Atto terzo Atto quarto

Itaca; spiaggia; rocce; tra gli scogli, un sentiero.

Labdaco
 
Labdaco ->
<- corsari
 
corsari
<- egizie

(danza egizia)

corsari, egizie ->
<- Admeto

Oh! Rea vita corsara! In me l'ebbrezza

Urta! Spingi! T'arremba! Al rostro! Al rostro!

Admeto
<- Dejanice

Dejanice
Admeto ->

Ei più non m'ama! Misera!

Dejanice
<- Leuco, Irambo, corsari, Argelia
Coro, Irambo, Dejanice, Argelia
L'ho ghermita nella pugna

A costei non un s'attenti

Dejanice, Argelia
Leuco, Irambo, corsari ->
Dejanice, Argelia
Deh! nella tua s'affisi

(lunga pausa)

 

Ma del fatal segreto

Dejanice, Argelia
<- Admeto, Labdaco

Menti! Nel sen d'Admeto

Dejanice, Argelia, Labdaco, Admeto
Furie d'Averno! / O dèi!

(giunge una barca condotta da Leuco ed Irambo)

Dejanice, Argelia, Admeto, Labdaco
<- Leuco, Irambo

Gonfia è la vela! / Ahimè!

 
Itaca: spiaggia
Siracusa; il foro; nel fondo il mare. Itaca; spiaggia; rocce; tra gli scogli, un sentiero. Siracusa; il tempio di Volinnia; sacrario. Il palazzo di Nidio; il gineceo; nel fondo giardini; all'ingiro colonnato dorico; fontana nel mezzo. Atrio terreno nella casa di Dardano; due porte sui due lati; vano che dà sul mare, nel fondo; lampade di...
Atto primo Atto terzo Atto quarto

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