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A destra, un interno d'osteria: stanza bassa, dalle pareti di legno, rossastro, con un gran focolare a cappa, una porta a destra ed una a sinistra; dal soffitto pende una lampada; sul focolare rosseggia un fuoco moribondo; uscendo dalla porta di sinistra, si scende nello spiazzo, ampio e nevoso, che forma la seconda parte della scena; spicca un gruppo di abeti, carichi di neve, sotto ai quali si vede il sentiero largo, che scende gradatamente verso la vallata; oltre lo spiazzo, il sentiero riprende, salendo invece verso le officine ed il massiccio Castello di Ekebù, che dominano, lontani, la piccola altura; è l'ultima ora del crepuscolo.
Ohè! Dell'acquavite! Ostessa! Oste! Megere!
(il crepuscolo s'inazzurra; suono di sonagliere)
Giosta! / Altezza! / No. Son Sintram / Ti credevo Belzebù
Bevo! Bevo! / Ave, pia notte di Natale... Angeli! Stelle!
(il crepuscolo s'infosca; silenzio)
(silenzio)
(l'ombra scende più folta; le finestre del castello e delle officine tremolano di lumi; rintoccano le campane della sera)
Mille diavoli! Marmotta! Su, la lampada...
Andate! / Giosta! Ohè! Prete d'inferno!
Poeta del Vermland, come sei qui?
E quando un giorno la mia vecchia madre
(lieve chiarore di fiaccole)
Anna! / Che dici? Anna? / Vuoi vivere? Al castello
(strepito di sonagli)
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