Atto secondo

 

Scena prima

Gabinetto nel palazzo di Teodora.
Teodora vestita semplicemente, poi Michelina e Marco.

 Q 

Teodora

 

TEODORA

O incertezza crudel! Volser due giorni  

e nessuna novella: egra, languente

dal dolor l'infelice,

forse ora chiede al ciel la genitrice.

E l'abbandono? È forza: ove giungesse

a quell'anima pure il nome solo

di Teodora ne morria di duolo.

A me Marco.

(esce Michelina e parte)

<- Michelina

Michelina ->

 

O signor, tu mi risparmia

il martirio che odiar ella mi debba!

 
(Marco introdotto da Michelina)

<- Michelina, Marco

TEODORA

Di Maffeo tosto adducimi all'ostello.  

MICHELINA

Di Maffeo? Voi potete irne all'avello.

TEODORA

Che dite?

MICHELINA

Sciagurato!

Ieri sul mattin fu trucidato!

TEODORA

E l'orfanella sua?

MICHELINA

Venne adottata

da un estrano, e rapita.

TEODORA

Gran dio! (Chi mi consiglia?)

MARCO

Tanto d'essa vi cale!

TEODORA

Era mia figlia!

Mortal al mondo non vi fia che imprenda

a rintracciarla?... Ad esso tutto io dono.

MICHELINA

V'ha il Bravo.

TEODORA

Ah sì! Questa valente gemma

gli reca, ei venga ~ e tosto.

(Marco, Michelina partono)

Marco, Michelina ->

 

 

Dio, ch'obliai, mi prostro a te piangente,

e per lei che t'imploro ~ essa è innocente.

(s'inginocchia)

 

Tu che d'un guardo penetri  

questo mio cor già morto,

tu solo puoi comprendere

qual chieggo a te conforto:

la figlia mia concedimi

e dammi pena eterna:

ah che per essa ancora

torno al mio dio fedel.

 
(per una porta segreta viene introdotto Pisani, vestito da Bravo, da Michelina. Teodora gli corre incontro)

<- Michelina, Pisani

Michelina ->

 

PISANI

Mi chiedesti?  

TEODORA

Sì.

PISANI

Che vuoi?

TEODORA

La mia figlia.

PISANI

Il posso?

TEODORA

Il puoi.

PISANI

Ov'è d'essa?

TEODORA

Uno straniero

la rapiva.

PISANI

E il suo nome?

TEODORA

È Violetta.

PISANI

Il mondo intero

spierò per lei.

TEODORA

Ma come?

La conosci?

PISANI

Lo saprai.

TEODORA

La mia figlia?...

PISANI

Tu l'avrai.

Ma un'offerta immensa aspetto.

TEODORA

Tutto, tutto ti prometto.

PISANI

Pensa ben.

TEODORA

Ne sii sicuro.

PISANI

Giura a me.

TEODORA

Per lei lo giuro.

PISANI

L'hai giurato: or basti: addio.

Con tua figlia io tornerò.

(parte per la porta segreta, che si chiude dietro a lui)

Pisani ->

 

TEODORA

Grazie, grazie, eterno iddio!

Or di gaudio morirò.

(dopo aver accompagnato alla porta il Bravo torna giuliva)

 

Balza, balza di contento  

o mio core lacerato,

non t'ha il cielo condannato

se tal gioia ti serbò.

Ah si affretti quel momento,

che la figlia a me ritorni:

e il sentiero de' miei giorni

lieta ancora passerò.

(parte)

Teodora ->

 
 

Scena seconda

Camera in casa del Bravo come nell'atto I.
Violetta che dorme nella stanza attigua. Il Bravo la osserva con emozione.

 Q 

Violetta, Bravo

 

BRAVO

Ella riposa ~ è pur divino il sonno  

dell'innocenza!

VIOLETTA

(si desta)

Ah! Dove sono?

BRAVO

Meco.

VIOLETTA

Quest'orfana abbracciate.

BRAVO

Io ti ringrazio.

(l'abbraccia)

Abbracciami n'ho d'uopo: un fior tu spargi

sovra il deserto di mia vita oscura.

VIOLETTA

O generoso, voi siete infelice?

BRAVO

Sopra tutti.

VIOLETTA

Perché?

BRAVO

Ah v'ha un destino

che su libro di ferro

scrive dell'uom la storia, e se v'ha scritto,

consumar debbe l'uomo anche il delitto!

VIOLETTA

Tu bestemmi in tai modi?

BRAVO

Il vero io dissi, or te lo provo, m'odi.

 

BRAVO

Tranquillo, beato, d'un'alma, d'un core  

un figlio viveva col suo genitore:

entrambi accusati quel padre ed il figlio

son tratti dinanzi de' Dieci al consiglio.

Le prove fur vane di loro innocenza;

quei giudici infami segnar la sentenza.

Per sempre quel figlio proscritto all'esilio,

il padre al patibolo da lor si dannò.

VIOLETTA

Né speme restava di vita?

BRAVO

Una sola.

VIOLETTA

E quale?

BRAVO

Tremenda. Egli un patto ascoltò.

Quel tetro consiglio chiedeva un mortale

di volto mentito, di servo pugnale:

a lui si propose di sangue il mercato,

foss'ei l'assassino, lo schiavo giurato...

Un bivio ferale gli poser dinanzi,

qui un padre che vive, là infamia ed orror.

VIOLETTA

Ed egli?

BRAVO

Del padre udì l'ultima ora.

Il palco egli vide... salvò il genitor...

Divenne colpevole dinanzi all'eterno,

la vita ch'ei vive, s'è resa un inferno...

Ma il vecchio suo padre ei può riveder!

A lui non avanza che questo piacer.

Ma l'ora ~ l'ora è questa.

Figlia, per poco resta.

Non déi temer.

(parte, chiude dietro a sé la porta)

Bravo ->

 

VIOLETTA

S'invola;

oh cielo, io resto sola.

(Violetta si volge intorno, siede e medita)

 

Figlio infelice, almeno  

il genitor tu vedi;

lo stringi ancora al seno

quando a lui presso riedi.

Ed io?... Son sola e priva

d'amor e di speranza,

non ho che rimembranza

del tempo che fuggì.

Ella fia sempre viva

in questo sen così.

La sera melanconica,

il limpido mattin,

tranquilla mi vedevano

tra i fiori del giardin.

Allor ad esso accanto

tutto era luce, incanto;

ah di quei giorni un sol

tornasse in tanto duol.

(frattanto entra Pisani con cautela, si ferma)

<- Pisani

 

PISANI

Ella? M'inganno? Ah misera!

Non reggo a tanto duol.

(sorge, e siede)

VIOLETTA

Più no 'l vedrò.

PISANI

(cavandosi la maschera)

Violetta!

VIOLETTA

Chi vien? Il nome mio!

(lo ravvisa, si getta nelle sue braccia)

Pisani!

PISANI

Oh mia diletta!

(si abbracciano)

VIOLETTA

Come tu qui? Gran dio!

PISANI

Dal dì che sei partita

la luce m'hai rapita.

VIOLETTA

A forza, o sventurata,

m'han quivi trascinata.

PISANI

Per te sfidai sventure,

il carcere, la scure.

M'è il qui venir delitto.

VIOLETTA

Che parli?

PISANI

Io son proscritto.

VIOLETTA

Che far? Avversa sorte!

PISANI

Forse qui venni a morte!

VIOLETTA

Ah senza più conforto

lungi da te vivea,

solo di calma un porto

per me quaggiù vedea.

Celata al mondo intero

viver del tuo pensiero:

ma sola non potea

né viver né morir.

Insieme

PISANI

Io pur da te diviso

più viver non sapea.

Più sotto il cielo un riso,

un fior io non vedea.

In così atroce guerra

tutta cercai la terra

deciso di trovarti,

oppure di morir.

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PISANI

Appieno or sei felice

conosci questo anello?

(le mostra l'anello di Teodora)

VIOLETTA

(bacia l'anello)

O mia benefattrice!

Ah dimmi è d'essa quello?

PISANI

Ell'è tua madre ~ vieni.

VIOLETTA

Mia madre? I dì sereni

spuntar alfine io vedo.

Appena a te lo credo.

PISANI

S'io ti conduco a lei

avrò compenso in te.

VIOLETTA

Io perdo i sensi miei,

troppa è la gioia in me.

VIOLETTA E PISANI

Da così care immagini

ho l'anima rapita,

che parmi un sogno roseo

il corso della vita;

nel pianto o nella gioia

avrò un compagno almen.

VIOLETTA

Non son deserta ed orfana,

trovo il materno sen.

Insieme

PISANI

Non son deserto ed esule

accanto a te, mio ben.

(s'ode un calpestio vicino)

VIOLETTA

Ei torna.

PISANI

Ebben ritratti.

Parlargli io deggio.

VIOLETTA

Addio.

(si ritira guardandolo)

 
(entra il Bravo)

<- Bravo

BRAVO

Tu qui: che brami?  

PISANI

Quella donna.

BRAVO

Folle!

Ella è in mia man, nessun l'avrà, che il cielo.

PISANI

Neppur sua madre?

BRAVO

È dessa orfana.

PISANI

Ascolta.

Sua madre a me la chiese. ~ Teodora!

BRAVO

L'infame! No ~ giammai.

PISANI

Senti, una madre

che piange, è sacra cosa!

BRAVO

Piangeva? Addurla ad essa voglio io stesso.

Io la salvai.

PISANI

Io le promisi.

BRAVO

Basta.

Io la conduco; affidati, a te stesso

io mi affidai: rispondo

io di Violetta.

PISANI

Il puoi?

BRAVO

Un motto, e son perduto se tu il vuoi.

Domani a Teodora

domanderai la figlia: or vanne, addio!

PISANI

Da te pende la vita, il destin mio.

(si rimette la maschera e parte, il Bravo conduce via Violetta)

Pisani, Bravo, Violetta ->

 
 

Scena terza

Sala nel palazzo di Teodora splendidamente addobbata per la festa da ballo e convito. L'architettura è fantastica, presenta un misto di greco e gotico usato a que' tempi, massimamente a Venezia. Gli armadi della sala sono dell'istesso genere. La sala sul davanti del teatro ha l'ingresso da una grandiosa arcata, da cui pendono cortine ampissime di drappi d'oro; le colonne sono incoronate di fiori. Ai lati dell'arcata due gallerie per la musica. Oltre l'arcata si lascia vedere un'altra sala addobbata di altro gusto. Lampade bizzarre e faci d'ogni intorno. Candelabri d'oro si vedono nell'attigua sala. Vasi d'argento e d'oro: il lusso risplende da ogni lato.
All'alzarsi la scena, a poco a poco dall'ultime sale s'avanzano Dame, Gentiluomini con maschera e senza, che guardano intorno con entusiasmo. La musica incomincia. Tutti sono vestiti in costumi diversi, tutti sfarzosi e ricchissimi.

 Q 

<- dame, gentiluomini

 

CORO

Viva, viva la fata, l'Armida,  

che un eliso di gaudi ci appresta:

si tripudi, si canti, si rida:

profittiamo dell'ore di festa:

è la gioia quel nappo che sfuma,

come fior che sollecito muor.

Quel fior ride, quel calice spuma;

si delibi, si colga, è l'amor.

 

DAME

Per sentiero smaltato di fiori

noi danziamo la vita festose,

è la vita ridente d'amori

qual corona intrecciata di rose:

non ci fugga dei giorni l'aurora,

è qual lampo la giovane età...

Vieni vieni gentil Teodora,

l'ora affretta di tal voluttà.

 

TUTTI

Queste sale create da incanto

del tuo riso consola, ravviva:

tu sei genio celeste nel canto,

della festa sei stella, sei diva:

tu sei degna d'incensi, d'altari,

da te viene l'ebbrezza, il fulgor...

Qual Venezia è regina dei mari,

la regina tu sei dell'amor.

 
(tutti passano alle attigue sale cercando di Teodora che comparisce mascherata seguita da Foscari e Cappello)

dame, gentiluomini ->

<- Teodora, Foscari, Cappello, Michelina, Marco

 

TEODORA

(Oh! Perché muta è l'anima  

a questo nuovo incanto?

Perché non so nascondere

a me medesma il pianto?

Ah! Ch'una sola immagine

è sempre innanzi a me.

Mia figlia!)

FOSCARI

Melanconica

ti veggio Teodora.

Qual hai pensier recondito

che sì ti cruccia e accora?

TEODORA

Io sono lieta.

FOSCARI E CAPPELLO

Fingere

invan tu tenti il riso;

sotto di quell'immagine

aver déi mesto il viso.

TEODORA

(Ah quella sola immagine

è sempre innanzi a me.)

FOSCARI E CAPPELLO

Ma il riso e la mestizia

sempre è divino in te.

FOSCARI

Vieni, a danzar ti reca.

CORO
(verso la sala vicina)

Viva la bella greca!

Ella ne vien ascosa

qual pudibonda rosa:

o come luna in cielo

di nubi sotto il velo.

 

Scena quarta

Escono tutti i Cavalieri prima e dopo di Violetta accompagnata dal Bravo mascherato da greco; essa è velata fino ai piedi.

<- cavalieri, Violetta, Bravo

 

FOSCARI, CAPPELLO E CAVALIERI

Veggiam, veggiam.  

VIOLETTA

Me misera!

Quivi mia madre! Oh dio!...

Non può...

TEODORA

(Incertezza!)

BRAVO
(piano a Violetta)

Calmati,

ti resta il seno mio,

se fuggi il sen materno,

e quello dell'eterno.)

FOSCARI, CAPPELLO E CAVALIERI

Vieni alla danza, o incognita.

(circondando Violetta)

VIOLETTA

Mia madre?...

BRAVO

La vedrai.

FOSCARI E CORO

Con noi.

(la vogliono condurre a forza)

BRAVO

Fermate omai.

TEODORA

Deh vieni, o giovinetta.

Ardente ognun t'aspetta.

(la prende per mano)

VIOLETTA

(Cielo!)

TEODORA

Mi segui.

BRAVO

È un demone

colei che ti consiglia.

(a Teodora)

Ferma.

TEODORA

Perché?...

BRAVO

(strappa la maschera a Teodora)

Ravvisala,

tua madre.

VIOLETTA

Ella!

BRAVO

Tua figlia!

(alza il velo a Violetta)

TUTTI

Sua figlia!

TEODORA

O mio rossor!

 
(Teodora rimane senza respiro, vuol gettarsi nella braccia della figlia: Violetta si ritira inorridita, tutti l'osservano, Foscari e Cappello parlano sotto voce)

TEODORA

(Ah! Trema, s'arretra: mia figlia! Paventa  

per sempre lasciarmi, fuggirmi ella tenta...)

Ah tu mi sei figlia, lasciarti non posso,

non vedi il mio core di gioia commosso!

Il duol confondiamo, le lagrime insieme,

più in terra divisa da te non sarò.

BRAVO

(Io tremo, m'arretro, qual voce, che sento!

Ciel, giungi tu strazio a tanto tormento?

O donna fatale, lasciarti non posso,

io sento il mio core piagato, commosso;

al mesto sembiante quest'anima freme...

ah in terra vederla più mai non potrò.)

CAPPELLO

(Che vedo, m'inganno, la bella, l'estrano!

Amico n'esulta, ei sono in tua mano.

S'è figlia di lei, sperarlo ti lice;

fra poco felice, appien ti vedrò.)

VIOLETTA

(Io tremo, m'arretro, mia madre! Che sento!

Per sempre lasciarla, fuggirla m'attento?)

Ah tu mi sei madre, lasciarti non posso,

non vedi il mio core di gioia commosso!

Il duol confondiamo, le lagrime insieme,

più in terra divisa da te non sarò.

FOSCARI

(Che vedo! M'inganno! Violetta, l'estrano.

Fuggir a mie brame tentaste or invano.)

Ah tu non conosci l'amor che m'accende,

così disperato, furente ei mi rende.

Compiva un delitto per sol possederti...

compirne mill'altri ancora saprò.

CORO

(Che vedo, m'inganno? Sua figlia, che intendo!

Qui certo s'asconde arcano tremendo!

E piange, l'abbraccia ~ o come funesta

nel pianto la festa per noi cominciò!)

 
(rompendo il silenzio)

FOSCARI

Fine al pianto, al duol dà tregua.

Vedi, mesta è ogni sembianza.

CORO

Sì; l'ebbrezza ormai si segua.

TEODORA

Non più festa, non più danza.

Io l'imploro.

CAVALIERI

Ebben?

TEODORA

Partite.

CAVALIERI

Gioco è questo?

BRAVO

Non più seco,

con me vieni.

(conducendo seco Violetta)

TEODORA

Tu sei meco.

FOSCARI

Ma ammutiscono i concenti,

e le faci son pallenti.

A tal scena, o Teodora?...

Suoni, faci.

TEODORA

Il prego ancora...

(cominciando ad irritarsi)

TUTTI

Suoni, faci.

TEODORA

Ebben li avrete.

Ma tremar di me dovrete,

sì, tremar, o infami, voi...

GENTILUOMINI

Un insulto? E il soffriam noi?

TEODORA

Io piangendo vi pregai,

per mia figlia scongiurai;

anche iddio, così pregato,

dio mi avrebbe perdonato.

Irrideste il mio dolore...

irridete il mio furore:

vili, o nobili, vi grido,

vi disprezzo, vi disfido.

Vendicate il vostro insulto!

(si presenta intrepida innanzi a loro)

CAVALIERI

Sì: vendetta.

DAME

Sangue?

BRAVO

Olà!...

(si frappone)

È una donna.

GENTILUOMINI

(Io fremo. Inulto!)

FOSCARI E CORO

(La sua morte scritta ell'ha.)

 
Tutti.

TEODORA

Insultaste il dolor d'una madre  

d'una figlia innocente all'aspetto:

or tremate, a vendetta mi affretto,

e funesta tremenda sarà.

CAPPELLO, CORO E UOMINI

Cappello

Tu conosci il dolor d'una madre!

Coro

Donna infame, esecrabile oggetto!

Uomini

Vendichiamo l'onore reietto,

più salvarla nessuno saprà.

FOSCARI

Ah! Ch'è vano il dolor d'una madre

per sedar il mio truce dispetto:

ella tremi, l'onore reietto,

appagato col sangue sarà.

DAME E DONNE

Quanto immenso è il dolor d'una madre

io ravviso in quel pallido aspetto:

meglio il core strapparle dal petto,

che rapirle la figlia sarà.

Insieme

VIOLETTA

Rispettate il dolor d'una madre,

se pietade nutrite nel petto;

questa figlia fia scudo al tuo petto,

o salvarti o morire saprà.

BRAVO

Rispettate il dolor d'una madre,

se l'onor vi ragiona nel petto:

o tremate, a vendetta vi aspetto,

e funesta tremenda sarà.

MICHELINA E MARCO

Michelina

Insultar al dolor d'una madre.

Marco

D'una figlia innocente all'aspetto?

Ah! Dal cielo è colui maledetto,

per lui tomba la terra non ha.

 

TEODORA

O patrizi, altre faci chiedete?...

Altri suoni?... Io giuro, li avrete!

Or concedo; restate.

TUTTI

Teodora!

TEODORA

Attendete.

(parte disperata)

Teodora ->

(tutti fremono e l'osservano)

CORO

Ella, fugge, s'invola.

ALTRI

Che mai pensa?

VIOLETTA E BRAVO

Ella parte... Sì sola?

VOCI DI DENTRO E FUORI

All'incendio!

(gran tumulto nelle sale vicine, si vede il fuoco)

TUTTI

Vedeste?

CORO

Ella torna.

(Teodora ritorna con in mano una face accesa, che getta nella stanza attigua)

<- Teodora

TEODORA

Or restate.

TUTTI

Che feste?

 
(l'incendio comincia all'interno. Confusione nelle sale vicine: tutti i personaggi sono spaventati; Teodora prende per mano Violetta, tutti s'involano)

Teodora, Violetta, cavalieri, Bravo, Foscari, Cappello, Michelina, Marco ->

 

Fine (Atto secondo)

Atto primo Atto secondo Atto terzo

Gabinetto nel palazzo di Teodora.

Teodora
 

O incertezza crudel! Volser due giorni

Teodora
<- Michelina
Teodora
Michelina ->

Teodora
<- Michelina, Marco

Di Maffeo tosto adducimi all'ostello

Teodora
Marco, Michelina ->

Teodora
<- Michelina, Pisani

(Pisani vestito da Bravo)

Teodora, Pisani
Michelina ->
Teodora
Pisani ->
 
Teodora ->

Camera in casa del Bravo come nell'atto I.

Violetta, Bravo
 

Ella riposa, è pur divino il sonno

Violetta
Bravo ->
 
Violetta, poi Pisani
Figlio infelice, almeno
Violetta
<- Pisani
 

(s'ode un calpestio vicino)

 
Violetta, Pisani
<- Bravo

Tu qui: che brami? / Quella donna / Folle!

Pisani, Bravo, Violetta ->

Sala nel palazzo di Teodora addobbata per la festa da ballo e convito; l'architettura è fantastica, presenta un misto di greco e gotico usato a quei tempi a Venezia; gli armadi della sala sono dello stesso genere; la sala sul davanti del teatro ha l'ingresso da una grandiosa arcata, da cui pendono cortine ampissime di drappi d'oro; le colonne sono incoronate di fiori; ai lati dell'arcata due gallerie per la musica; oltre l'arcata si lascia vedere un'altra sala addobbata di altro gusto; lampade bizzarre e faci d'ogni intorno; candelabri d'oro si vedono nell'attigua sala; vasi d'argento e d'oro: il lusso risplende da ogni lato.

<- dame, gentiluomini
dame, gentiluomini ->
<- Teodora, Foscari, Cappello, Michelina, Marco
Teodora, Foscari e Cappello, poi Coro
Oh! Perché muta è l'anima
Teodora, Foscari, Cappello, Michelina, Marco
<- cavalieri, Violetta, Bravo

(Bravo mascherato da greco; Violetta velata fino ai piedi)

Teodora, Bravo, Cappello, Violetta, Foscari e Coro
Ah! Trema, s'arretra: mia figlia! Paventa
Foscari, Cappello, Michelina, Marco, cavalieri, Violetta, Bravo
Teodora ->
 

(gran tumulto nelle sale vicine, si vede il fuoco)

 
Foscari, Cappello, Michelina, Marco, cavalieri, Violetta, Bravo
<- Teodora

(Teodora con in mano una face accesa, che getta nella stanza attigua)

 

(l'incendio comincia all'interno; confusione nelle sale vicine)

Teodora, Violetta, cavalieri, Bravo, Foscari, Cappello, Michelina, Marco ->
 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta
Piazzetta interna, a cui mettono varie piccole strade; in fondo il canale; un ponte lo attraversa, da cui si... Interno della casa del Bravo, in una contrada remota di Venezia; una bassa finestra aperta da cui si vede il... La piazza di San Marco; in prospetto l'esterno del tempio con dinanzi i tre piedistalli di... Gabinetto nel palazzo di Teodora. Camera in casa del Bravo come nell'atto I. Sala nel palazzo di Teodora addobbata per la festa da ballo e convito; l'architettura è fantastica, presenta... Gabinetto di Teodora. Luogo remoto nella contrada di Castello; un cenobio con tempietto gotico attiguo; a destra una casa sotto un...
Atto primo Atto terzo

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