Atto primo

 

Scena prima

Piazzetta interna, a cui mettono varie piccole strade. In fondo il canale; un ponte lo attraversa, da cui si scende nella piazzetta. Palazzi, e case d'ogni intorno, a sinistra l'abitazione di Maffeo, bene avanti.
È notte.
S'avanzano cautamente dalle stradelle alcune Persone avvolte nei mantelli, si uniscono, e parlano sottovoce, osservando la piazzetta; poi Luigi, infine Foscari.

 Q 

<- alcune persone

 

CORO

Steso ha già propizia notte  

il suo vel più fosco e nero;

nel silenzio, nel mistero

noi qui Foscari appellò:

di vendetta, oppur d'amore

novo colpo ei meditò.

 
(arrivano altre persone mascherate e come sopra)

<- altre persone

 

Ma chi vien?

 
IIº

Foscari...

(alla parola di convenzione tutti si uniscono)

TUTTI

Tutti insieme ci adunò.

Egli il cuore della notte

ci prescrisse per convegno.

Qui aspettar dobbiamo il segno,

ed il braccio obbedirà.

Di vendetta, oppur d'amore

nuovo colpo ei tenterà.

 
(dal canale alla piazzetta approda una gondola dalla quale esce Luigi con due sgherri)

<- Luigi, due sgherri

LUIGI
(alle persone che sono in scena)

Siete voi?  

ALCUNI

Luigi!

TUTTI

Foscari!

LUIGI

A momenti egli verrà.

(tutti lo circondano con curiosità)

CORO

Dinne tu, che servi a lui,

quali sono i pensier sui;

ci raguna per vendetta,

o una tresca qui ne affretta?

LUIGI

È mistero.

CORO

Eh! Parla omai:

siam fedeli, tu lo sai.

LUIGI

È mistero. Or basti a voi

che molt'oro si vi darà.

CORO

Ah! Dell'oro! I cenni suoi

fido ognuno adempirà.

(Luigi osserva la casa di Maffeo, essi parlano allegri fra loro)

 

Oro e vino: ecco la vita:

primo ed ultimo pensier.

Ogni noia seppellita

è fra l'oro, fra i bicchier.

Noi di sangue ancor fumanti

lieti andiamo a tripudiar;

i liquori più spumanti

ogni macchia san lavar.

 
(Luigi tenta di farli tacere)

LUIGI

Zitti.  

CORO

(osservando per una delle vie)

Alcun vien!

LUIGI

Parlate più sommesso.

(tutti si tirano in un lato)

CORO

Foscari.

(Foscari avvolto in un ampio mantello con cappello a larga ala calato)

<- Foscari

LUIGI

Zitti.

(Luigi lo incontra rispettoso)

FOSCARI

Io stesso.

Convenner tutti?

LUIGI

Tutti.

FOSCARI

E pronti?

LUIGI

Ad ogni cenno, ad ogni colpo.

FOSCARI

Vegliardo imbelle, a un veneto patrizio

negar accesso alle tue soglie, e ardire

miei doni ricusar? Quanto è possente

un nobile in Venezia tu vedrai.

E tu, vergine, libera sarai.

(si volge alla casa di Maffeo, e vede comparire un lume)

Ella ancor veglia. Oh! Cara luce, e sola

che sotto il ciel mi splenda!

LUIGI

E il vostro affetto

per Teodora?

FOSCARI

Amarla un dì mi parve:

ma costei vidi, e l'amor mio disparve.

 

 

Della vita nel sentiero  

vidi un angelo del cielo;

io non ebbi che un pensiero:

sul passato posi un velo.

Tutto il mondo avrei sfidato

per poterla posseder.

LUIGI

Ed il Bravo?

FOSCARI

Ha ricusato

di servire a' miei pensier.

(Maffeo esce di casa, slega la sua gondola nel canale e parte)

<- Maffeo

CORO

(vedendo Maffeo)

Alcun esce.

FOSCARI

Chi fia mai?

LUIGI

(dopo averlo squadrato ben bene)

Maffeo!

FOSCARI
(con mistero)

Luigi!...

LUIGI

Non temer.

(monta nella gondola coi sgherri e segue Maffeo)

Maffeo ->

CORO

Vendicato tu sarai.

Fia compito il tuo voler.

FOSCARI

(E tu alfine mia sarai:

non resisto a tal piacer!)

(si scosta da loro ebbro di gioia)

 

Luigi, due sgherri ->

Abbellita da un tuo riso  

fia la terra un paradiso;

fra mortali il più felice

per te, o cara, diverrò,

se il cor tuo sperar mi lice

non invidio a regi il trono;

io beato di tal dono

quanti beni ha il cielo avrò.

(gli sgherri frattanto si son ritirati dal lato contrario)
 

CORO

Oro e vino, e ognun felice

non invidia a' regi il trono:

oro e vino ~ o più bel dono

dar il ciel a noi non può.

 
(dalla casa di Maffeo s'ode un preludio d'arpa e una voce che canta. Tutti in attenzione)

FOSCARI

Qual suon?  

CORO

Oh quale incanto!

FOSCARI

Donde?

CORO

Da quella stanza.

Essa preludia un canto.

FOSCARI

Oh tenera speranza!

Sembra la man d'un angelo

che tocchi un'arpa in ciel!

 

VOCE DI DENTRO

A te, mio suolo ligure,

sempre coll'alma anelo,

alle tue sponde magiche,

al tuo sereno cielo...

Ah! Spiri ancor quell'aura...

e a vita io tornerò.

 

CORO

Sospira alla sua patria.

FOSCARI

Patria avrà qui novella.

CORO

(Oh come tocca l'anima!)

FOSCARI

(Qual mesta voce è quella!)

TUTTI

Forse ha Venezia un'aura

che vita a te darà.

CORO

Essa ritorna al cantico,

non movasi un respiro.

Udiam. ~ Quant'è incantevole!

FOSCARI

Cara, con te sospiro.

TUTTI

Per il tuo canto, angelica!

Venezia un ciel sarà.

 

VOCE DI DENTRO

Bello è il tuo ciel, Venezia,

ma non è il cielo mio;

il fior si china e langue

lunge dal suol natio...

Ah! Del mio sole un raggio,

e a vita io tornerò.

(la voce a poco a poco si allontana)

 

CORO

Odi. ~ Lontana perdesi

la cara melodia.

Ella riposa.

FOSCARI

Oh giubilo!

Fra poco sarà mia.

(A tanto ben resistere

l'anima mia non sa.)

(partono)

Foscari, alcune persone, altre persone ->

 
 

Scena seconda

Interno della casa del Bravo, in una contrada remota di Venezia. Una bassa finestra aperta da cui si vede il cielo, in fondo il golfo.
A lenti passi si vede entrar un uomo vestito di nero, con una maschera sul viso e con un pugnale alla cintura. S'arresta: è il Bravo. Poi Pisani.

 Q 

<- Bravo

 

BRAVO

Trascorso è un giorno, eterno... tenebroso  

come tutti i miei giorni. ~ Eppur io riedo

oggi non lordo di versato sangue

(si toglie da lato un pugnale)

par che un nemico iddio m'abbia sul petto

nell'ira sua questo pugnal cacciato,

e in questa larva il volto mio cangiato;

(si toglie la maschera)

lasciate ch'io respiri,

e che batta più libero il cor mio:

(li depone su un tavolo)

or come tutti sono un uomo anch'io!

(resta immobile, poi s'affaccia alla finestra, e riviene più calmato)

 

All'età dell'innocenza  

vola il cor nella sventura;

era il cielo allor clemenza,

riso, amore la natura...

Ah! Quei giorni sì ridenti

mai più splendere vedrò.

Tu tradisti... un sacro affetto...

o Violetta... io ti svenai...

ma d'allor... fui maledetto,

del ciel l'odio diventai...

Ah! Quei giorni sì ridenti

mai più splendere vedrò.

(commosso si mette a sedere. Pisani comparisce fuori della finestra e d'un salto balza nella stanza del Bravo)

<- Pisani

 

 

(sorge e mette mano al pugnale)  

Chi v'ha? Rispondi.

PISANI

Un uomo, che delitto

è svenar di pugnal.

BRAVO

E chi?

PISANI

Un proscritto!

BRAVO

E qui venir ardisci?

PISANI
(sempre franco)

Io tutto ardisco.

BRAVO

E vuoi?

PISANI

Per questa notte

asilo.

BRAVO

E s'io te 'l niego?

PISANI

Ambi forti siam; tali ci estimo.

Abbiamo un ferro e un cor. ~ Se tu m'uccidi

d'uopo d'asilo io più non ho. ~ T'uccido,

ecco mia casa è questa.

Risolvi, e tosto.

BRAVO

In te m'affida, e resta.

(gli dà la mano)

Or dimmi, che ti trasse a far ritorno

in questa rea cittade

di sangue e di terrore?

PISANI

Amor mi trascinava... il solo amore.

 

Ancor giovine e proscritto,    

d'avvenir, di speme incerto,

io languiva derelitto,

come pianta nel deserto;

non compianto, non amato,

nell'esilio abbandonato;

solo in vita mi tenea

la speranza d'un amor.

S

Sfondo schermo () ()

 

BRAVO

(s'interessa sempre più)

Segui.

PISANI

Genua m'accogliea.

Là una vergine incontrai,

mi amò dessa, io pur l'amai.

BRAVO

E or, che viene?

PISANI

Essa è in Venezia.

Vo' vederla.

BRAVO

E qual pensiero?

PISANI

Per svelar ogni mistero

cerco un uom.

BRAVO

E che?

PISANI

Lo schiavo

del consiglio: il Bravo.

BRAVO

(trasalendo)

Il Bravo!

(sorridendo)

E il tuo core come spera

lui comprar?

PISANI

Co' la preghiera.

BRAVO

Non l'ascolta.

PISANI

L'oro.

BRAVO

È vano.

PISANI

La minaccia.

BRAVO

Il Bravo?... Insano!...

Chi l'ardisce minacciar?

PISANI

Non ha sposa?

BRAVO

L'uccideva.

PISANI

E una madre?...

BRAVO

La perdeva.

PISANI

Ed un padre?...

BRAVO

Un padre?

(chinando la testa sul petto)

PISANI

Oh cielo!

Sei commosso.

BRAVO

(Invan lo celo.)

Va': ritorna al primo esiglio:

non vederlo ti consiglio.

(lo prende per un braccio)

Fuggi.

PISANI

No: me tragge il fato.

BRAVO

E vuoi?

PISANI
(risoluto)

Il Bravo.

BRAVO

Innanzi ei t'è.

(Pisani rimane colpito)

BRAVO

Ah tu tremi, o giovinetto!

Ov'è dunque il tuo coraggio?

Il mio nome... il solo aspetto

al tuo ardir fe' tanto oltraggio?

Mi compiangi; io son perduto,

reo dal mondo son creduto,

ma tu vedi un infelice,

colpa alcuna in me non v'ha.

Insieme

PISANI

Ah! Tu il Bravo? (Ohimè che sento?

Di quel nome... avrei terrore?

No, è delirio... il mio spavento:

non vacilla questo core.)

Mi compiangi; puoi tu solo

donar pace a tanto duolo:

ti commuova un infelice,

ch'altra speme omai non ha.

 

BRAVO
(con interesse)

Che vuoi dunque?

PISANI

Io sol ti chiedo

quella larva, quel pugnale...

per due giorni, e a te li riedo.

BRAVO

E non sai?...

PISANI

Ragion non vale.

Io l'imploro.

BRAVO

Forsennato!

Meglio è morte.

PISANI

Io qui svenato,

se ricusi, morirò.

BRAVO

Fuggi!

PISANI

No ~ la speme estrema!...

BRAVO

Non sai... Trema!

PISANI

Tutto io so.

(il Bravo lo conduce innanzi con cautela)

BRAVO

Non sai tu che non avrai

più del del cielo e l'aura e i rai?

Non conosci tu il consiglio?...

Ei neppur perdona a un figlio!

Non sai forse che tuo padre

di svenar ei t'imporrà?...

Fuggi, fuggi: hai tempo ancora,

ti risparmia un'empietà.

Insieme

PISANI

Quel pugnal può vendicarmi,

quella larva può celarmi;

a me cedi, e tanto zelo

benedir saprò col cielo,

io lo prego per tuo padre...

ei te pur benedirà.

Non voler che quivi io mora,

ti favelli almen pietà.

(il Bravo pensa un istante, poi si volge con espansione)

BRAVO

Hai vinto, hai vinto, o giovane.

A tutti io sono ignoto;

de' Dieci il capo è assente...

e solo a lui son noto...

Ma fra due giorni, giura.

PISANI

È la mia fé sicura.

(s'ode suonar da lontano una campana)

PISANI

La mezzanotte suona.

BRAVO

Rammenta.

PISANI

Tra due dì.

BRAVO

Quest'ora istessa il giura.

Insieme

PISANI

Quest'ora istessa il giuro.

 

BRAVO

(Padre!)

PISANI

(Violetta!)

BRAVO

(Ah sì!

Ciel seconda la speranza:

e salvarlo ancor saprò.)

Insieme

PISANI

(Ah sì!

Ciel seconda la speranza:

e trovala ancor saprò.)

 
(il Bravo gli dà maschera e pugnale, poi la mano di nuovo; si dividono rapidamente)

Pisani, Bravo ->

 
 

Scena terza

La piazza di San Marco.
In prospetto l'esterno del tempio con dinanzi i tre piedistalli di bronzo dorato, con sopra le bandiere dei tre regni Cipro, Candia, Morea. Da un lato la porta del palazzo ducale. Lateralmente le Procuratie. Botteghe di caffè. Gioiellieri. Orefici. Mercanti d'ogni sorte. Il campanile alla destra.
La scena è piena di Popolo accorso alla festa del giorno solenne, e alla comparsa del Doge e della Signoria. Cittadini, Artieri, Nobili, Greci, Dalmati, Maschere. Dame e Cavalieri, affacciati alle finestre delle procuratie. Al suono di festiva marcia escono dal palazzo le Guardie dalmatine, gli Uscieri, i Senatori, i Capi del consiglio dei quaranta, i Cavalieri dalla stola d'oro. Infine il Doge in pomposo vestimento seguito da Paggi. Plausi, acclamazioni, suoni da ogni lato.

 Q 

popolo, cittadini, artieri, nobili, greci, dalmati, maschere, dame, cavalieri

<- guardie dalmatine, uscieri, senatori, capi del consiglio dei quaranta, cavalieri dalla stola d'oro

<- doge, paggi

 

CORO GENERALE

Viva il doge! La memoria  

si festeggi di tal dì,

che d'eccelsa eterna gloria

l'armi venete coprì.

Già l'odrisia luna audace

altra volta impallidì.

Dal leone vinto il trace

là sul mar tremò, fuggì.

Or si compia l'annuo voto

all'augusta protettrice,

nel gran tempio che devoto

il senato le innalzò;

l'Adria renda ognor felice

come sempre la serbò.

E squillino pure le trombe guerriere,

saranno secure di gloria foriere,

paventi chi altero sfidarci oserà.

Terribile in guerra sul mar, sulla terra

l'alato leone trionfo ne avrà.

 
(tutto il corteggio che accompagna il doge, si avvia nella piazzetta. Il popolo si disperde qua e là sotto le procuratie

doge, paggi, guardie dalmatine, uscieri, senatori, capi del consiglio dei quaranta, cavalieri dalla stola d'oro, popolo, cittadini, artieri, nobili, greci, dalmati, maschere, dame, cavalieri ->

 

Scena quarta

Il Bravo in abito da nobile dalmata, poi Foscari.

<- Bravo

 

BRAVO

Libero alfin ti premo, ti saluto,  

ti riconosco, o bella

Venezia de' miei primi anni felici.

Parmi d'esser l'esule. Che riede

al patrio suol diletto.

Ah sì, tutto si tenti, onde involato

dalle prigion di stato venga il pegno

della fede del Bravo... ~

 

<- Foscari

 

(vedendo Foscari che esce dalla parte dell'orologio)  

Ah, quell'indegno!

Foscari.

FOSCARI

E chi m'appella!

BRAVO

Io.

FOSCARI

Chi voi siete?

BRAVO

Un uom, che d'arrestarvi

impone.

FOSCARI

E con qual dritto?

BRAVO

Un dì il saprete.

FOSCARI

Ora il voglio, parlate;

noto vi son?

BRAVO
(con mistero)

Più assai, che non pensate.

 

 

Io studio gli astri in cielo,  

vi leggo senza velo:

per loro de' mortali

so le venture e i mali;

nel corso loro agli uomini

predico l'avvenir.

FOSCARI

E di quest'alma i voti

al tuo pensier son noti?

BRAVO

Sì, tutti.

FOSCARI

A me predici:

se sien per me felici:

se il raggio di quest'astro

propizio è al mio desir.

BRAVO

(con forza prendendolo per la mano)

È presso il tuo disastro,

l'astro vegg'io languir.

FOSCARI

(Da sì fatal presagio

quasi atterrito io sono

quella minaccia orribile

nel core mi piombò.)

Insieme

BRAVO

(Non mi ravvisa il perfido,

ignoto a lui pur sono:

ma la minaccio orribile

nel core gli piombò.)

 

FOSCARI

Ma parla aperto omai,

se il mio destin tu sai.

BRAVO

Il ponte della guerra!...

Vergin d'estrania terra!...

FOSCARI

T'è noto?...

BRAVO

Ogni mistero.

Veglio su te severo...

Farlo sparir volevi...

E al Bravo ricorrevi:

ei ricusava.

FOSCARI

Oh rabbia!

BRAVO

Lo festi poi svenar.

FOSCARI

Io fremo: e ardisci?...

BRAVO

O perfido,

tu devi paventar.

(s'ode un fragore ed un gridar di popolo)

FOSCARI

E qual rumor?

VOCI

Giustizia!

FOSCARI

Il popol qui s'affretta.

BRAVO

Che mai sarà?

VOCI

Giustizia!

Al doge andiam: vendetta.

 

Scena quinta

Dalla porta dell'orologio esce disordinatamente correndo il Popolo, poi Marco, Michelina, Cappello con altri Nobili; a suo tempo Violetta, infine Pisani.

<- popolo, Marco, Michelina, Cappello, nobili

 

CORO

Sì giustizia, vendetta tremenda:  

n'oda il doge, il senato ne intenda:

che quell'empio non fugga allo scempio,

troppo sangue in Venezia versò.

Morte al Bravo ~ sì sangue per sangue.

Morte al Bravo: ei più viver non può.

 

POPOLO

Sì vendetta.  

(s'incamminano verso il palazzo ducale)

(a questo tumulto escono da destra e da sinistra molte persone, tra le quali i primi Marco e Michelina e Cappello con altri nobili)

MICHELINA, MARCO E CAPPELLO

Parlate frattanto:

qual evento tant'ira destò?

(tutti col massimo interesse circondano questi personaggi, e s'affaccendano a raccontare)

POPOLO

In sull'ala fu veduta

sotto il ponte della guerra

una gondola perduta

aggirarsi verso terra:

e dall'onda sanguinosa

un cadavere spuntar.

MICHELINA E MARCO
(con orrore)

Ah!

FOSCARI E BRAVO

(guardandosi l'un l'altro)

(Maffeo!)

MICHELINA E MARCO

Che tenebrosa

scena udiamo raccontar!

FOSCARI

Si conobbe il sciagurato?

CORO

Sì, da tutti: egli vivea

con un'orfana beato.

Altra speme ei non avea

che d'amarla come figlia,

ed apprenderle onestà.

Solo iddio, la sua famiglia

egli amava, e la pietà.

FOSCARI, BRAVO, MICHELINA E MARCO

E la figlia?

POPOLO

Desolata,

qual colomba senza nido,

or s'aggira disperata,

di pietade innalza un grido:

così mesta, e sì piangente

par un angiol sull'avel.

Ah! Il dolor d'un'innocente

trova un'eco in terra e in ciel!

 
(dall'istessa porta esce Violetta accompagnata da alcune donne)

<- Violetta, alcune donne

 

TUTTI

Ella vien.

CAPPELLO
(piano a Foscari)

È forse quella?...

FOSCARI

(Nell'affanno essa è più bella.)

TUTTI

Ti rincora omai: ti calma.

BRAVO

(Chi ti salva a lui, bell'alma?)

POPOLO

Anzi al doge tu verrai,

e vendetta intera avrai.

VIOLETTA

Non la chiedo: a ognun perdono:

sola omai sul mondo io sono.

(tutti la compiangono, ella segue con tutta la passione)

 

Io non chiedo che un ritiro,

per morirvi nel martiro.

Misteriosa protettrice,

or te invoca un'infelice,

vieni, e madre a me sarai.

Sarai l'angiol di pietà.

BRAVO

(uscendo dalla folla)

Al ritiro che tu chiedi

io t'adduco: ed in me vedi

un tuo padre, un protettore.

VIOLETTA

Voi, mio padre?

TUTTI

Nobil core!

FOSCARI

(frapponendosi)

Non fia mai che uno straniero

di proteggerla abbia vanto:

de' miei dritti io sono altero:

è degli orfani soltanto

il senato padre; ed io,

io patrizio...

VIOLETTA

(corre vicino al Bravo)

O padre mio!

Deh mi salva!

FOSCARI

Invan.

(la vuol strappare a forza)

BRAVO
(a Foscari sottovoce)

Tremate.

Ch'io so tutto rammentate.

CORO

Ella scelga!

VIOLETTA

Ecco mio padre.

(si slancia nella braccia del Bravo)

FOSCARI

Ed io?...

BRAVO
(a Foscari sottovoce)

Foscari!

FOSCARI

(O furore!)

TUTTI
(al Bravo)

Viva il nobil protettore

e sua tenera pietà!

A te grazie, ed a te onore

morte al Bravo: morte...

(vogliono incamminarsi al palazzo. In questo punto dalla parte del palazzo a lenti passi si vede scendere Pisani vestito da Bravo; tutti retrocedono spaventati. Grido generale. Ei si ferma in mezzo alla scena)

<- Pisani

 

Ah!

TUTTI

Ei si mostra e ognun tremante...

Ognun tace... a lui dinante:

quell'aspetto come un'ombra

tutti ingombra di terror!

Insieme

PISANI

Io mi mostro e ognun tremante...

Ognun tace... a me dinante:

questo aspetto come un'ombra

tutti ingombra di terror!

(Violetta è vicina al Bravo, Foscari a Cappello, Marco a Michelina; tutto il popolo guarda con spavento Pisani mascherato da Bravo)
 
Tutti.
 

VIOLETTA E BRAVO

Tu non sai qual senso io provo  

or che presso a te mi trovo:

ah mi sembra a te dovuto

ogni affetto del mio cor.

PISANI

(Rinvenirla ancor io spero,

ecco il solo mio pensiero:

ah non ho, non ho perduto

ogni speme del mio cor.)

POPOLO, MICHELINA E MARCO

(D'accusarlo ognun fremea,

morto ognuno lo volea:

ei si mostra, ed ha perduto

ogni ardire il nostro cor.)

Insieme

FOSCARI

(Ah sperava questo core

oggi alfin beato amore:

un istante m'ha perduto

ogni speme del mio cor.)

CAPPELLO

(Ecco l'uomo del mistero,

come il vel che il copre, nero:

pari a un demone perduto

in ogn'alma ei desta orror.)

 

FOSCARI
(deliberato)

Tentate invan resistere  

al mio voler possente:

in mio potere adducasi

e s'offra alla dolente

quanto posseggo.

VIOLETTA

O misera!

PISANI

(Qual voce, ella! Gran dio!)

BRAVO

E ardisci tu contendere

al suo pensiero, e al mio?

Guai, chi s'attenta torcere

ad essa un crin soltanto!

Sangue per ogni lagrima...

sacro di donna è il pianto.

PISANI

(Ei la protegge: oh giubilo!

Io la vedrò.)

FOSCARI
(a Cappello)

Che far?

CAPPELLO
(a Foscari)

Ti frena.

TUTTI

Ei freme.

FOSCARI

(Oh rabbia!)

BRAVO

Tu devi paventar.

BRAVO
(a Foscari)

Perfido, in cor discendi,

troppo tu sei trascorso:

te stesso omai difendi

dal cielo, dal rimorso:

per sua difesa il sangue,

la vita spenderò.

VIOLETTA
(al Bravo)

O padre, a me t'arrendi

il tuo furor acqueta;

al chiostro tu mi rendi,

sarò secura e lieta;

cagion di nuovo sangue

almeno io non sarò.

CAPPELLO
(a Foscari)

Al mio pregar t'arrendi,

calma il furor primiero,

a contrastar discendi

con un sì vil straniero?

Non fia l'oltraggio inulto,

fuggir a noi non può.

Insieme

FOSCARI
(al Bravo)

Audace a me contendi

brama furente, estrema:

omai chi son comprendi,

e d'un patrizio trema:

a me rapir costei

l'istesso ciel non può.

PISANI

(Cielo, tu a me la rendi

in ora sì temuta!

Salvarla mi contendi,

e la vegg'io perduta...

saprò seguirla ovunque,

o senza lei morrò.)

POPOLO

O nobile, t'arrendi

al pianto dell'afflitta:

la sua preghiera intendi,

o la sua morte è scritta:

temi del cielo il fulmine,

su te piombar si può.

 
(il Bravo trae seco Violetta, dando uno sguardo feroce a Foscari, che vien condotto via da Cappello; Pisani risale sul Palazzo; il popolo si disperde)

Bravo, Violetta, Foscari, Cappello, Pisani, popolo, Marco, Michelina, alcune donne, nobili ->

 

Fine (Atto primo)

Atto primo Atto secondo Atto terzo

Piazzetta interna, a cui mettono varie piccole strade; in fondo il canale; un ponte lo attraversa, da cui si scende nella piazzetta; palazzi, e case d'ogni intorno, a sinistra l'abitazione di Maffeo, bene avanti; è notte.

<- alcune persone
alcune persone
<- altre persone
 

(dal canale alla piazzetta approda una gondola)

alcune persone, altre persone
<- Luigi, due sgherri
Luigi e Coro, poi Foscari
Siete voi? / Luigi! / Foscari!

Zitti / Alcun vien! / Parlate più sommesso

alcune persone, altre persone, Luigi, due sgherri
<- Foscari

Foscari, Luigi e Coro
Della vita nel sentiero
alcune persone, altre persone, Luigi, due sgherri, Foscari
<- Maffeo
 
alcune persone, altre persone, Luigi, due sgherri, Foscari
Maffeo ->
 
alcune persone, altre persone, Foscari
Luigi, due sgherri ->

(dalla casa di Maffeo s'ode un preludio d'arpa e una voce che canta)

Foscari e Coro, Voce interna
Qual suon? / Oh quale incanto!
Foscari, alcune persone, altre persone ->

Interno della casa del Bravo, in una contrada remota di Venezia; una bassa finestra aperta da cui si vede il cielo, in fondo il golfo.

<- Bravo

Trascorso è un giorno, eterno... tenebroso

Bravo
<- Pisani

Chi v'ha? Rispondi / Un uomo, che delitto

(s'ode suonar da lontano una campana)

 
Pisani, Bravo ->

La piazza di San Marco; in prospetto l'esterno del tempio con dinanzi i tre piedistalli di bronzo dorato, con sopra le bandiere dei tre regni Cipro, Candia, Morea; da un lato la porta del palazzo ducale; lateralmente le procuratie; botteghe di caffè, gioiellieri, orefici, mercanti d'ogni sorte; il campanile alla destra.

popolo, cittadini, artieri, nobili, greci, dalmati, maschere, dame, cavalieri
 
popolo, cittadini, artieri, nobili, greci, dalmati, maschere, dame, cavalieri
<- guardie dalmatine, uscieri, senatori, capi del consiglio dei quaranta, cavalieri dalla stola d'oro
popolo, cittadini, artieri, nobili, greci, dalmati, maschere, dame, cavalieri, guardie dalmatine, uscieri, senatori, capi del consiglio dei quaranta, cavalieri dalla stola d'oro
<- doge, paggi

(applausi, acclamazioni, suoni da ogni lato)

doge, paggi, guardie dalmatine, uscieri, senatori, capi del consiglio dei quaranta, cavalieri dalla stola d'oro, popolo, cittadini, artieri, nobili, greci, dalmati, maschere, dame, cavalieri ->
<- Bravo

Libero alfin ti premo, ti saluto

Bravo
<- Foscari

Ah,quell'indegno!

Bravo e Foscari, poi Voci esterne
Io studio gli astri in cielo

(s'ode un fragore ed un gridar di popolo)

 
Bravo, Foscari
<- popolo, Marco, Michelina, Cappello, nobili
Popolo, Michelina, Marco, Cappello, Foscari e Bravo
Sì vendetta / Parlate frattanto
Bravo, Foscari, popolo, Marco, Michelina, Cappello, nobili
<- Violetta, alcune donne
 
Bravo, Foscari, popolo, Marco, Michelina, Cappello, nobili, Violetta, alcune donne
<- Pisani
 
Bravo, Violetta, Foscari, Cappello, Pisani, popolo, Marco, Michelina, alcune donne, nobili ->
 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta
Piazzetta interna, a cui mettono varie piccole strade; in fondo il canale; un ponte lo attraversa, da cui si... Interno della casa del Bravo, in una contrada remota di Venezia; una bassa finestra aperta da cui si vede il... La piazza di San Marco; in prospetto l'esterno del tempio con dinanzi i tre piedistalli di... Gabinetto nel palazzo di Teodora. Camera in casa del Bravo come nell'atto I. Sala nel palazzo di Teodora addobbata per la festa da ballo e convito; l'architettura è fantastica, presenta... Gabinetto di Teodora. Luogo remoto nella contrada di Castello; un cenobio con tempietto gotico attiguo; a destra una casa sotto un...
Atto secondo Atto terzo

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