LA BOHÈME

Commedia lirica in quattro atti.


Atto quarto

 
Entre chez moi, maigre étrangère.
La Ballade du dèséspéré.
H. Murger
 

Il 24 dicembre 1838 a sera. - Réveillon.

La soffitta di Rodolfo, che si suppone esser la stanza che si scorge in faccia a quella di Marcello nell'atto precedente.

 Q 

Rodolfo

 
Caminetto spento, a destra; lettuccio in ferro nel fondo a destra. - Porta di entrata in fondo a sinistra. - Finestra chiusa con vetri rammendati co' la carta, a sinistra sul davanti. Nel mezzo un tavolo coperto di libri e carte e sul quale arde una lucerna ad olio a due becchi. - Rodolfo è seduto, scrivendo al tavolo, in un gran seggiolone di cuoio vecchio - qualche sedia in paglia qua e là - all'alzarsi della tela si sente il brontolio del vento.
 

RODOLFO
(fissando la finestra)

Scuoti o vento fra i sibili  

scuoti le imposte mie con l'ali pronte!

Ben tu accompagni le strofe che volano

intorno a la mia fronte.

(lascia la penna e legge i suoi versi)

Ballade du dèséspéré. H. Murger. Poesies.

RODOLFO

- Chi batte a la porta a quest'ora?

- La Gloria son, vieni ad aprir!

- Va via: ne la mia casa ancora,

larva bugiarda, osi venir?

- Apri, son io, son la Ricchezza,

de la tua bella io posso ancor

renderti il bacio e la carezza.

- Va', non puoi rendermi l'amor!

(si alza a poco a poco animandosi)

- L'arte son io, la Poesia!

Vo' darti l'immortalità!

- Pace sol bramo. - E tu, va via

più illusioni il cor non ha.

- Ebben, dischiudi a me le porte

poiché la pace brami sol ~

apri, son io, son la Morte

e guarir posso ogni tuo duol.

- Entra. Il tugurio a te dischiudo;

perdona a tanta povertà. ~

È la miseria, o spettro ignudo

che t'offre l'ospitalità.

(si sente battere all'uscio)

RODOLFO

(balzando)  

Chi è là?

MARCELLO

(aprendo ed entrando)  

Son io. ~ Che fai?

(chiude)

<- Marcello

RODOLFO

(passeggia e finisce per arrestarsi presso alla finestra)

Scrivevo. ~ Ebben, Schaunard non è tornato?

MARCELLO

(sedendosi al posto di Rodolfo)

Ora verrà. ~ Ché il pranzo, tu lo sai,

non è poi lungo a comperar! Tardato

ha già troppo.

(voltandosi di botto)

Per dio! Quel tuo camino

davvero il nido par de' sette venti!

(prendendo i fogli scritti da Rodolfo)

È il tuo poema? Vo' veder. ~ Consenti?...

(Rodolfo fa un cenno d'assentimento, Marcello legge e resta triste ed assorto)
 
(Schaunard entra vivamente in pantaloni chiari e giacca d'estate col bavero sollevato tremando dal freddo: egli ha un pacco coperto di cartone nella sinistra. Entra, chiude vivamente la porta e va al tavolo dove depone il pacco)

<- Schaunard

SCHAUNARD

Brrr! che freddo! ~ Ecco il pranzo, del pan, qualche patata  

e tre aringhe! Quaresima abbiamo anticipata!

E dir che un milione potevo ereditare

che un mio nonno in America partì per ricercare!

Ma per un malinteso trovato in que' paraggi

ei fu preso e sepolto nel ventre de' selvaggi!

Requescati in pace. ~ È pronto il desinare.

(in questo mentre Schaunard ha disposto il mangiare sul tavolo e guarda Marcello e Rodolfo entrambi assorti, uno presso al tavolo, l'altro presso la finestra)

SCHAUNARD

Ehi, Rodolfo, che pensi? Marcello, vuoi mangiare?

 

RODOLFO

(avanzandosi)  

Io penso che rimpiangere

sempre dobbiamo i giorni che se n' vanno.

(a Marcello)

Di', ti ritorna a l'anima

la sera di Natale de l'altro anno?

MARCELLO

(animandosi)

Là da Momus... che strepito!

Quanta gaiezza e quante illusioni!

RODOLFO

Mimì col riso ingenuo!

MARCELLO

E Musette con le gaie sue canzoni!

RODOLFO

E Colline!

SCHAUNARD

Ci siam! La stura han dato!

Cominciam la canzone del passato?

MARCELLO

E perché no? quando al mercante l'ultimo

quadro ho venduto, e l'oro mi contò

nel riporlo, per caso, ancor la lettera

di Musette fra le mani mi capitò!

Io la rilessi; e al punto in cui dicevami:

«se certo almeno il pan fosse ogni dì»

col pianto agli occhi, mi decisi a scriverle

di tornar per un giorno solo qui.

SCHAUNARD

(di cattivo umore)

Hai scritto.

RODOLFO

Ebbene?

MARCELLO

Ebbene! Essa risposemi

ch'era ben lieta di tornare ancor;

sette dì son passati ne l'attendere:

essa non venne, ed è sparito l'or!

RODOLFO
(amaramente)

Cercavi il fuoco ne la fredda cenere!

Amore spento non ritorna più!

SCHAUNARD

E questa è la morale de la favola:

le patate son fredde!... A cena, su. ~

 
Schaunard obbliga Rodolfo a sedere a sinistra del tavolo, Marcello riprende posto nel seggiolone. Schaunard siede in faccia al pubblico.
Rodolfo e Marcello non sanno decidersi a mangiare. Schaunard appressa un tozzo di pane alle labbra quando la porta si spalanca ed appare Mimì pallida, emaciata e miseramente vestita.

<- Mimì

 

MARCELLO

(balzando)  

Mimì.

RODOLFO E SCHAUNARD

Mimì.

(Rodolfo in preda ad una interna lotta ricade sulla sedia volgendo le spalle all'uscio)

MIMÌ

(timidamente avanzandosi un poco e sforzandosi a sorridere)

Buona sera!... V'incomodo?

MARCELLO

(affettando un fare burbero)

Qui che vi guida? A che tornate ancora?

MIMÌ

(tremante)

Ho visto lume... e son salita. ~ Chiedervi

debbo una grazia! ~ M'han cacciata fuora...

e non ho asilo!... Nulla! Oh qui lasciatemi

per questa notte solo!... Ve lo accerto

diman vo via!...

SCHAUNARD

(non volendo far scorgere che è commosso, le prende il braccio ruvidamente, la fa avanzare e chiude la porta)

Ma entrate dunque! L'aria

non sentite che vien da l'uscio aperto?

MIMÌ
(umilmente)

Oh, vi chiedo perdono!

MARCELLO

(come sopra)

E il viscontino amato?

MIMÌ
(semplice e triste)

È finita da un pezzo. ~ Il congedo m'ha dato

quel dì che mi vedeste da voi l'ultima volta.

(è presa da un accesso di tosse)

Tornar volli al lavoro... e fui sì male accolta!

Poi venne la miseria... infin caddi ammalata!

All'ospedale un mese intero son restata. ~

Sapete, a San Luigi, sala Santa Vittoria,

letto numero venti!... Ecco tutta la storia!...

(Rodolfo si alza di scatto e va ad appoggiarsi al camino co' la faccia tra le mani)

MIMÌ

(continuando)

Son dieci giorni appena che di là sono uscita. ~

C'era folla! ~ M'han detto ch'ero proprio guarita...

(tosse ancora)

E di poi... tosso sempre!... Ma non v'incomodate

per me! Tornate a tavola, ve ne prego mangiate!

MARCELLO
(con dolcezza)

No, fame non abbiam!...

MIMÌ
(amaramente)

Beati voi!...

(Marcello porta vivamente le mani agli occhi. - Schaunard si alza serio, la prende pe 'l braccio, la obbliga a sedere al posto ov'era Rodolfo ed, indicandole col gesto ciò che è sulla tavola, dice:)

SCHAUNARD

Mangia!...

(Mimì si precipita sul tozzo di pane che porta avidamente alla bocca e non potendo più lo lascia cadere e dà in dirotto pianto. - Rodolfo, che si è rivolto, corre piangendo a lei, cade in ginocchio e la stringe fra le braccia)

RODOLFO

Oh! Mimì!

MIMÌ

(prendendo il suo capo fra le braccia)

Rodolfo mio, perdono!

Ah! tu mi guardi... È ver cangiata io sono!

RODOLFO

(toccandola)

Mimì, come se' fredda! - Orsù, del fuoco

Marcello!

(Marcello tristamente rompe una sedia con un calcio ed aiutato da Schaunard, che prende dei fogli di carta e dei libri dal tavolo, fa un po' di fuoco)

MIMÌ

(cercando sorridere mentre Marcello rompe la sedia)

Sì, così... così rammentami

il bel tempo felice!

(a Rodolfo)

E tu perdonami

di peso ancor ti sono!... Ma per poco!

(Rodolfo, sollevando Mimì, la porta al seggiolone che ha voltato verso il fuoco co' le spalle alla porta la fa sedere e le dice baciandola:)

RODOLFO

Perché parli così? - Vieni riscaldati,

Mimì.

MIMÌ

Oh! m'ha colta un gelo terribile!

Per salire sin qui ci ho messo un'ora;

e sol m'ha sostenuta il desiderio

di rivederti un'altra volta ancora!

RODOLFO
(con angoscia)

Che parli!

MIMÌ

(allungando le mani per scaldarsi)

Va', più no 'l dirò. Consolati. ~

Com'è gaia la fiamma! Oh, il buon calore.

(Mimì tosse ancora; Rodolfo corre a Marcello e Schaunard)

RODOLFO
(piano)

Schaunard! Marcello!... ve n' prego, aiutatemi!...

Come trovar de' rimedi... un dottore!...

(Schaunard, come riflettendo, va preoccupato alla porta e la dischiude; in quella si ode la voce di Musette che canta sulla scala)

MUSETTE
(di dentro)

Mimì Pinson la biondinetta  

che corteggiar ciascun vuol

un gonnellino e una cuffietta

landereritta

possiede sol.

Brano musicale ()

 

MARCELLO
(con ansia)

Musette!...  

SCHAUNARD

Essa.

MIMÌ

Vederla almen poss'io!

(Musette appare in costume elegante sulla porta)

<- Musette

MUSETTE

(sorridendo)  

Si può? Son giunta in tempo? Eccomi qui.

Un po' in ritardo, è ver, Marcello mio!...

(guardando intorno)

Mi fate il broncio? Che avete?

(Rodolfo e Schaunard portano le mani agli occhi: Marcello prende per mano Musette e la fa avanzare verso Mimì che essa non ha visto perché nascosta nel gran seggiolone. Musette, scorgendola, comprende e grida)

MUSETTE

Mimì.

MIMÌ

Oh!... Musette!

MUSETTE

(abbracciandola)

Mimì!... in tale stato!...

Ma se' di gelo!... Qui non c'è più fuoco!...

(interrogando con lo sguardo i tre amici)

Nulla?

(poi con moto improvviso si strappa un braccialetto ed un anello e li dà a Schaunard)

Prendi, Schaunard... corri... provvedi

a tutto! Qui restar non può così!

MARCELLO

(in tuono di rimprovero)

Musette!...

MUSETTE

(fissandolo)

Io n'ho il diritto. ~ È per Mimì!

(Schaunard esce. - Musette si appressa a Mimì)

Schaunard ->

MIMÌ
(a Musette)

Grazie!... O voi tutti, come siete buoni!...  

Ma è tardi!

MUSETTE

Perché mai?

MIMÌ

Questa è la fine!

MUSETTE

(con grande commozione mostrandole Rodolfo in preda a muta disperazione)

Non dir così!... Pietà del suo dolore!

Guarda Rodolfo... tu gli spezzi il core.

MIMÌ

(con uno sforzo disperato a Rodolfo)

Mo, morir non vogl'io poiché mi rendi

ancor l'amor tuo!... Mi guarirai!...

Tornerò bella per te sol!... Vedrai...

Come nei lieti dì!...

(a Musette)

Lo specchio prendi...

(Musette non potendo più frenarsi si rivolge e cade fra le braccia di Marcello piangendo)

MIMÌ

Sento che il volto il sangue già colora...

E queste mani... sono belle ancora!

(Mimì scoppia, in pianto)

Baciale, va... l'estrema volta!

RODOLFO

(scattando con un urlo dì angoscia)

Oh, taci!

Taci crudel! ~ Tu sei la vita mia!

Dio non sarà tanto feroce alfine

di riprenderti a me!...

MUSETTE E MARCELLO

(accorrendo, nel vedere che Mimì piega il capo come in deliquio)

Mimì! Che hai!

(tutti circondano Mimì)

RODOLFO

(inginocchiandosi presso a lei e prendendole le mani)

Mimì!

(un momento di silenzio)

MIMÌ

(scuotendosi come vaneggiando)

Taci. ~ L'altr'anno, rammentatevi,

laggiù al caffè Momus!... Era vigilia

di Natal come adesso!... Oh che letizia,

che gioia allor!... Le vostre mani datemi!...

Non vedo più... no, piangere non vale.

Addio, Rodolfo!...

(si sentono i rintocchi delle campane come al primo atto; Mimì si solleva dalla sedia dicendo con voce estinta:)

MIMÌ

Natale!... Natale!...  

(poi ricade morta a terra. Rodolfo con un singhiozzo si precipita su di lei. - Musette e Marcello piangono)
 
Cala la tela.
 

Fine (Atto quarto)

La soffitta di Rodolfo.

Rodolfo
 

Rodolfo
<- Marcello

Son io. Che fai?

Rodolfo, Marcello
<- Schaunard

Brrr! che freddo! Ecco il pranzo

Rodolfo, Marcello, Schaunard
Io penso che rimpiangere
Rodolfo, Marcello, Schaunard
<- Mimì

Mimì / Buona sera!... V'incomodo?

(Musette canta sulla scala)

Musette!... / Essa

Rodolfo, Marcello, Schaunard, Mimì
<- Musette

Si può? Son giunta in tempo?

Rodolfo, Marcello, Mimì, Musette
Schaunard ->

Grazie!... O voi tutti, come siete buoni!

(rintocchi delle campane)

Natale!... Natale!...

(Mimì ricade morta a terra)

 
www.librettidopera.it
Locandina
Sommario
Ridotto
Testo PDF
Segnalazione errori
Segnala
un errore!
Contributo
Per dare un
contributo
Contatto
Vuoi
contattarci?
Contatto
Segnala a
qualcuno
wiki info

Ultima variazione: 06/07/2014 - Generazione pagina: 05/11/2014 - Pagina: atto (W - 2.20.16)