LA BOHÈME

Commedia lirica in quattro atti.


Atto terzo

 
Va-t'en retire toi, spectre de ma maitresse!
(A. De Musset. - La nuit d'octobre.)
 

Ottobre 1838.

La soffitta di Marcello.

 Q 

Marcello, Schaunard, Musette

 
A destra sul davanti un comò sul quale è una bottiglia d'acqua ed un bicchiere - Poi, nell'angolo, un letto a due posti, davanti al quale è un paravento con schizzi e disegni di Marcello. - Nel mezzo una larga finestra, da cui si scorge dominare in lontananza sopra una selva di comignoli e abbaini la cupola dorata del tempio des Invalides. Sul davanzale della finestra un vaso con un fiore disseccato. Presso la finestra un cavalletto da pittore dinanzi al quale lavora Marcello.
A sinistra il muro fa angolo e nel tratto sporgente è la porta della stanza, che aprendosi lascia vedere un uscio di faccia che si suppone esser della camera di Rodolfo. Sui muri tele, gessi. Un tavolo nel mezzo presso al quale Musette sta seduta come assorta. Schaunard è in piedi presso Marcello; ha un bastone spezzato sotto il braccio.
È quasi mezzogiorno
 

MARCELLO

(dipingendo)  

E che! tu pur sei vedovo?

SCHAUNARD

(affettando un'aria tragica e brandendo il bastone spezzato)

Sì, con Eufemia ho rotto

i rapporti e il bastone. Guarda com'è ridotto!

Il culto dei ritratti stavolta l'ha perduta.

D'un ussero stamane l'effigie ho rinvenuta

con dedica amorosa, che il fallo suo conferma.

Il cuor di quella donna è proprio una caserma!

MARCELLO

(smettendo di dipingere, stirandosi)

Auf! sono stanco: è tardi?

SCHAUNARD

È l'ora a noi molesta

in cui si mette a tavola ogni persona onesta!

E dire che a Parigi sui ferri in questo istante

son più di centomila cotolette!

MARCELLO

(alzandosi)

E altrettante

bistecche.

SCHAUNARD
(con comica mestizia)

Oh! diventiamo delle oneste persone

anche noi!

MARCELLO

Sì, moviamoci. Io porto a Salomone

quel quadro ed ei pagarlo deve al prezzo migliore.

SCHAUNARD

Io per tentare un prestito corro dall'editore.

Dov'è Rodolfo?

MARCELLO

È solo, di là, cupo, accigliato.

Oh! l'umor suo giocondo com'è presto mutato,

dal dì che, su, in carrozza, Mimì gli fuggì via!

Invan tenta il dolore celar con l'ironia

negli ultimi suoi versi del Requiem d'amore!

Con le manine bianche Mimì spezzò il suo cuore!

SCHAUNARD

(avviandosi all'uscio)

In che legno elegante l'ho vista ier mattina!

Sorrideva al Visconte; sai? s'è fatta carina!

(egli apre l'uscio che lascia spalancato e lo si vede picchiare alla porta di faccia, aprirla e chiuderla dopo entrato)

MARCELLO

(avvicinandosi a Musette)

Che hai? Sei forse in collera?

MUSETTE
(tristamente)

Io? No!

MARCELLO

Tu soffri?

MUSETTE

(con triste sorriso)

Ormai ci sono avvezza.

Al digiuno!

MARCELLO

Rimproveri?

È nell'anima tua tanta amarezza?

(si volge verso la finestra)

Vedi!

MUSETTE

(voltandosi appena)

Che c'è?

MARCELLO

La nostra rosa muore!

MUSETTE

(crollando le spalle)

Ebben?

MARCELLO
(con tristezza)

La nostra vita era quel fiore!

Io te l'offersi il dì che a me venisti:

qui, sotto un tetto ricco sol d'amor.

E tu fra i baci l'anima mi apristi:

«Vivremo insiem finché la rosa è in fior!»

MUSETTE

(levandosi commossa)

Che poesie!

SCHAUNARD

(esce in fretta dalla stanza di Rodolfo chiudendone la porta e dice sul limitare)

Andiamo! Egli è là che lavora

ritorneremmo insieme a cercarlo fra un'ora.

La Provvidenza è grande: andiamola a trovare;

andiam!

MUSETTE
(a Schaunard)

(con un sospiro)

La Provvidenza ha già troppo da fare

a nutrir gli augelletti dei bosco, amico mio!

(Marcello ha staccato una piccola tela dal muro; messo il cappello dice avvicinandosi a Musette, e baciandola)

MARCELLO

Non dir così, Musette; arrivederci!

MUSETTE

(baciandolo anch'essa con tristezza)

Addio!

(Marcello e Schaunard escono chiudendo la porta. - Musette va presso la finestra, guarda in giù e poi dice ritornando:)

Marcello, Schaunard ->

MUSETTE

È destin! debbo andarmene... Coraggio!    

Ah, povero Marcello!

S'io pur mi ritraessi oggi, la forza

avrei forse domani per soffrire?

È un inferno tal vita!

No! non ne posso più! meglio è finire!

(siede decisa al tavolo e scrive dicendo le frasi)

S

 

MUSETTE

«Marcello mio! ~ Non stare ad aspettarmi,  

esco -e non so se ritornar potrò-

mi tormenta la fame, e per distrarmi

sui boulevards vagando me ne vo.

(guardando un po' verso la finestra)

L'oro che su la cupola lontana

degli Invalidi veggo scintillar,

m'abbaglia e par che a la mia mente insana

tristi consigli venga a sussurrar.

Va'!... se il merletto non costasse tanto!...

Se certo almeno il pan fosse ogni dì...

Or non ti scriverei con questo pianto

che t'amo, eppur l'addio ti do così!»

(terge una lagrima e si leva)

 

MUSETTE

Ora andiam.  

(ascoltando)

Chi sarà? Forse Rodolfo.

(prende la lettera scritta ed ascolta ansiosa)

Nessuno.

(va alla porta, l'apre e guarda nel corridoio)

Ah! il portinaio. ~ Tanto meglio. ~

(chiamando)

Signor Giovanni - uditemi... scusate...

(un portinaio comparisce sull'uscio. - Musette corre al tavolo, chiude la lettera e la consegna)

<- portinaio

MUSETTE

Io vo fuori: è una lettera a Marcello,  

allorché torni, gliela consegnate.

(il portinaio s'inchina e parte chiudendo l'uscio. - Musette va a la comode, versa l'acqua in un bicchiere e col fazzoletto si bagna gli occhi)

portinaio ->

MUSETTE

Suvvia fuggiam, perché se resto ancora,  

o povero cuor mio,

non avrò più la forza!

(passa dietro al paravento e prende sul letto il velo per capo e lo scialle che mette in fretta - poi s'arresta un istante indecisa guardando la stanzetta e mandando due baci con ambo le mani a destra ed a sinistra mormora fra un singulto:)

Addio! Addio!

(poi corre veloce alla porta, la schiude e si trova faccia a faccia con Mimì elegantemente vestita che entra tutta agitata)

<- Mimì

MUSETTE

(sbalordita arretrandosi)  

Tu qui! Perché? Che vuoi?

MIMÌ

Voglio Rodolfo. ~ Chiedere perdon gli vo' prostrata;

vo' dirgli ch'io non merito ch'ei m'abbia tanto amata;

ma che se fui colpevole, a lui sol diedi il cuor!

Vo' dirgli che nel leggere que' versi in cui narrava

del nostro amor la storia, il mio pensier tornava

ai lieti dì che in lacrime rimpiango invano ancor!

MUSETTE

I versi! I versi! Ah credimi, t'inebrieran per poco

se con essi ritornino gl'inverni senza fuoco

e i giorni senza pan!

MIMÌ

Oh! s'egli ancor può rendermi baci e carezze ardenti,

io sfido la miseria e la fame e gli stenti!

Che importa a me il doman?

 

MUSETTE

Ah! tu parli così perché al tuo cenno  

stan servi e cocchi che pagò il tuo damo!

Perché l'oro puoi spendere a tuo senno!...

MIMÌ
(esasperata)

No ~ ti parlo così sol perché l'amo!

MUSETTE

Ed io, forse, Marcel non amo ancora?

Forse tutto non diedi per suo amor?

Eppur, sai tu che cosa fo a quest'ora?

Fuggo! fuggo! Ed a brani fo il mio cor!

Fuggo perché a la fin mi fa paura

questa eterna incertezza del diman!

Fuggo perché la fame mi tortura

e a sorridere ancor mi forzo invan!

Fuggo perché di peso a lui son io

che a sé stesso bastar diggià non sa!...

Non indugiar. -Pari è il tuo fato al mio.-

Fuggi, Mimì, riprendi il cocchio e va'!

MIMÌ

No, la miseria non mi fa paura ~

e so ben io se sarò là diman?

Questo desio d'amor che mi tortura

dal core io cerco di strapparlo invan!

Amo Rodolfo e i baci suoi vogl'io ~

ei m'ama ancora, ed altro il cor non sa.

Oh! lasciami obliar ne 'l sogno mio

il cruccio de la vita che se n' va!

 

MUSETTE

(spingendola)  

E tu vallo a raggiungere.

(indicando la stanza di Rodolfo)

E là. ~ Io fuggo. ~

MIMÌ

(fa per lanciarsi con gioia verso la porta)

Ah!

MUSETTE

(fermandola e udendo passi precipitati che si appressano)

Taci - sventura!

È Marcello che torna. - Ei sa...

MIMÌ

(tremante)

Nascondimi,

non vo' vederlo!...

MUSETTE

(indicandole il paravento che copre il letto)

Colà. ~

MIMÌ

(celandosi)

Ho paura. ~

Musette è ritta poggiata al tavolo guardando con aria di sfida la porta che si apre violentemente.

<- Marcello

Marcello appare pallido tenendo in mano la lettera di Musette. - Egli si sofferma un istante a guardarla poi si avanza mostrandole il foglio.

MARCELLO

Se' proprio tu che hai scritto ciò?  

MUSETTE
(fieramente)

Son io. ~

MARCELLO

(dopo una pausa)

Come si chiama il tuo novello amante?

MUSETTE

Non lo so ancora.

MARCELLO

(scattando on rabbia)

Oh!

(poi ritenendosi)

Senti!... Giuro a dio

che impreco a la miseria in tale istante

sol perché mentre a un altro apri le braccia

non ho una borsa da gittarti in faccia!

MUSETTE

Marcel non insultate. ~ Quali amanti

aveste pria di me se tanto strano

vi sembra che una donna a voi si è data?

MARCELLO

Ah! taci!... Tu non sai, tu, sciagurata!...

 

MUSETTE
(interrompendolo)

So che per te ho spremuto dal mio core  

tutto l'affetto de l'intera vita

e come pianta inaridita

ora il cor mio langue e si muore!

Io so che, ne lo scriverti, lo schianto

lacerava la triste anima mia

e mentre afflitta or mi partìa

caldo piovea su le mie gote il pianto!...

(commossa)

So che tutt'ora, allor che tu evocavi

con quello spento fiore

le prime ore d'amor

sentii spezzarmi il core. ~

Ed al pensiero son tornati ancor

que' dì soavi

ma pur fugaci!

E le miserie. ~ E i nostri baci!

E ne la piena dei dolor

volli al tuo piè cadere in pianto allor!

 

MARCELLO

(afferrandola fra le braccia commosso)

Tu m'ami ancor!... Tu m'ami il veggo.

MUSETTE

(piangendo)

T'amo!

 

MARCELLO

L'hai detto alfin! mentirmi  

così non può il tuo cor!

Fingesti di fuggirmi

per prova sol, ma tu rimani ancor!

Un detto bramo!

Un solo detto

per discolparti. ~ Un cenno aspetto.

Ah! dillo, qui stretta al mio sen

(quasi in delirio scuotendola)

parlami ancora,

crederti voglio!... Il cor t'implora!...

Ma parla! parla! Ti discolpa almen!

MUSETTE

(svincolandosi)

Sì, t'amo ~ e tu lo scorgi al mio dolore. ~

Non mi scolpo. ~ Lasciarti or degg'io. ~

È pe 'l tuo bene. ~ Mi si spezza il core,

ma parto. ~ Dammi il bacio de l'addio!

La nuit d'octobre. - A. De Musset

MARCELLO
(prorompendo)

Va' via, fantasma del passato!    

E offrirmi baci osi tu ancor?

Creder mi lascia che ho sognato

quand'io ripenso al nostro amor!

Son le menzogne tue soltanto

che m'hanno appreso ad imprecar!

Ed ora io dubito del pianto

perché t'ho visto lacrimar!

Ebben, va' pur da me lontana

vendi a chi t'offre gemme ed or

le tue carezze, o cortigiana,

io mi vergogno del tuo amor!

Sfondo schermo () ()

S

 

MUSETTE

Ah! tu insulti? Sei vile. ~ Io ti disprezzo, addio.  

(va decisa verso l'uscio. Marcello corre su di lei co' le mani alzate)

MARCELLO

Viva al tuo amante non giungerai, per dio!

(Mimì spaventata fa per correre al soccorso di Musette; il paravento cade e la scopre)

MIMÌ

Ah! Musette!  

MARCELLO

(stupito la guarda)

Mimì!

(ride forzatamente)

Ah! Ah! or l'avventura

si spiega.

(corre alla porta e la spalanca chiamando)

Su! Rodolfo. Vien qua!

MIMÌ

(tremante, stringendosi a Musette)

Mi fa paura.

MARCELLO

Rodolfo!

RODOLFO

(esce dalla sua camera e si arresta al limitare stupito guardando Mimì)  

Ebben! Che avviene?

<- Rodolfo

MARCELLO
(con allegria forzata)

Anch'io, consolati,

ho il mio congedo! A noi novelli amor!

Evviva la Bohème! or possiam ridere!

Questa buona Mimì che mi fa libero

ha fornito a Musette un protettor!...

MIMÌ
(quasi delirante)

Rodolfo!... non lo credere

ei perde il senno!... Io qui per te venia!

Sì per te solo... credimi!

Per ridarti il mio cuor, la vita mia!...

Non mento no...

(a Musette)

Di' tu... glielo confessa!

RODOLFO

(salutando ironicamente)

Ah grazie! Troppo onore, viscontessa!

(poi a Marcello)

Io t'aspetto di là.

(volta le spalle e va verso la sua stanza)

MIMÌ

(disperatamente aggrappandosi a lui)

L'ultima volta

voglio parlarti!... Rodolfo m'ascolta!...

(Rodolfo si svincola e cantarellando entra nella stanza e chiude la sua porta lasciando Mimì prostrata sulla soglia)
 
Le requiem d'amour. H. Murger

RODOLFO
(cantando)

Fra noi due n-i-ni diggià tutto finì

tu non sei che un fantasma ed uno spettro io sono.

Del nostro amor defunto il De-profundis qui

fra una pipa e un bicchiere in gaio ritmo intuono.

A me più non rammenti il tuo perduto amor

nel sudario di seta che soffoca il tuo cor.

MUSETTE

(decisa, andando verso Mimì e sollevandola con affetto)

Andiamo.

MARCELLO

(arrestandola col gesto)

Un motto ancor. Poiché fra noi

tutto finì, vi prego di raccogliere

le vostre cose e prenderle con voi.

MUSETTE

(poi volgendosi a Mimì)

Va' giù ad attendermi; presto discendo anch'io.

MIMÌ

(dall'uscio)

Addio Marcello!...

MARCELLO
(burbero)

Addio...

Mimì scompare piangendo nel corridoio.

Mimì ->

Musette va alla comode mentre Marcello si appoggia al tavolo voltandole il dorso. - Essa apre i tiretti, prende vari effetti e ne fa un piccolo pacco. - Poi esita un istante e, senza che Marcello se ne accorga, corre alla finestra, spezza un ramo dei fiore morto e, dopo averlo baciato, se lo mette nel seno. - Indi ridiscende, prende il pacco e tristamente dice a Marcello:

MUSETTE

Ecco... ho finito!  

MARCELLO

(senza nemmeno guardarla)

Addio!

Musette dà un sospiro e va alla porta. Nel mentre fa per chiudere, una cuffietta cade dal pacco sul suolo. Essa non se ne accorge e parte. Marcello si rivolge come trasognato, va alla finestra e guarda. - Intanto

Musette ->

si sente la voce di Schaunard che ritorna e passando gli grida dietro l'uscio:

SCHAUNARD

Ho trovato. ~ Prevengo  

Rodolfo, e per il pranzo da lui t'aspetto.

MARCELLO

(scuotendosi)

Vengo.

(rivolgendosi vede la cuffietta di Musette e va a raccoglierla; poi gira lo sguardo all'intorno, muove verso il letto e là colto da un singhiozzo cade baciando il cuscino)

 

MARCELLO

Musette! O gioia de la mia dimora,  

è dunque ver che lungi ora sei tu!

È dunque ver che t'ho scacciata or ora

e che sul cor non ti terrò mai più?

Testa adorata, più non tornerai

lieta sul mio guanciale a riposar!

Bianche manine ch'io sul cor scaldai

più il labbro mio non vi potrà baciar!

Gaie canzoni de' giorni d'amore

la vostra eco lontana già fuggì.

La stanza è muta e il vedovo mio core

piange nel tedio que' perduti dì!...

(si accascia piangendo)

Brano musicale ()

 

Fine (Atto terzo)

La soffitta di Marcello.

Marcello, Schaunard, Musette
 

E che! tu pur sei vedovo?

Musette
Marcello, Schaunard ->

È destin! debbo andarmene... Coraggio!

Marcello mio! Non stare ad aspettarmi

Ora andiam

Musette
<- portinaio

Musette
portinaio ->

Musette
<- Mimì

Tu qui! Perchè? Che vuoi?

E tu vallo a raggiungere

(Mimì si cela dietro un paravento)

Musette, Mimì
<- Marcello
Marcello e Musette
L'hai detto alfin!

Ah! tu insulti? Sei vile

(Mimì fa per correre; il paravento cade e la scopre)

Musette, Mimì, Marcello
<- Rodolfo

Ebben! Che avviene?

Musette, Marcello, Rodolfo
Mimì ->

(Musette prende vari effetti)

Ecco... ho finito!

Marcello, Rodolfo
Musette ->

(si sente la voce di Schaunard)

Ho trovato. Prevengo Rodolfo

 
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