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Il 24 dicembre 1837 a sera. - Réveillon. |
La sala al primo piano del Caffè-Momus. - Sala da bigliardo a destra visibile in fondo. Entrata, per la scala a chiocciola nell'angolo dalla stanza a destra. - È sera: scena vivamente illuminata.
All'alzarsi della tela, Schaunard, in piedi, co' le braccia conserte ascolta paziente i lagni del caffettiere Gaudenzio. |
 Q 
Schaunard, Gaudenzio
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GAUDENZIO |
No, signor mio, così non può durare:
i vostri amici Rodolfo e Marcello
confiscano il tric trac, perché il cervello
col gioco, dicon, deve riposare.
E, a chi lo chieda, rendon, con sicura
faccia, la beffa: ~ «Il tric trac è in lettura!»
Anche il signor Marcello ha trasportato
qui, nel caffè Momus, pennelli e tela;
ed a posar modelle vi ha chiamato:
scandalo grave per la clientela!
E voi...
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SCHAUNARD |
(interompendolo)
Piano! mi par che solleviate
un fatto personale.
(va al tavolo a sinistra e siede con dignità)
Ebben: parlate.
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GAUDENZIO |
(più irritato)
Qui, voi, signor Schaunard, un dì accoglieste
gente a cantar non so qual sinfonia;
e pe 'l fracasso indegno che faceste
corser le guardie come all'osteria.
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SCHAUNARD |
(sospirando)
I costumi la musica
ingentilisce...
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GAUDENZIO |
(rincalzando)
E questo non è ancora niente!
Non contenti di spendere
in bibite ogni dì più parcamente...
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SCHAUNARD |
(interrompendolo)
Ah, dunque, pare al banco che noi siam troppo parchi?
Bene; il rimedio è semplice: che ci apra un conto... e marchi.
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GAUDENZIO |
(fingendo di non udire e con rabbia)
Dicendo che cicoria sempre da me beveste
portaste qui una macchina ed il caffè faceste!
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UN BECERO |
(dal fondo della scaletta a chiocciola)
È su il padron?
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GAUDENZIO |
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UN BECERO |
(appare sulla scaletta e saluta)
Scusa domando
a la brigata. È qua il corso di musica
vocale e istrumental?
| <- Un becero
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GAUDENZIO
(stupito) |
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UN BECERO |
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GAUDENZIO
(impazientito) |
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UN BECERO |
E scaldasi
e casca dalle nuvole! o chi annunzia
nella lanterna il suo corso di musica?
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GAUDENZIO |
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| Corre alla finestra del fondo: l'apre, poi apre lo sportellino del fanale dell'insegna e ne tira fuori un cartone che egli legge a voce alta, mostrandolo al pubblico: | |
GAUDENZIO |
«Corso di musica vocale e istrumentale
pei due sessi, gratis, piano primo.»
(a Schaunard che ride, irritantissimo)
Questa passa i limiti!
Signor Schaunard!
(al Becero che ride anch'esso)
Via di qua; via di qua.
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UN BECERO |
(andando alla scaletta)
Eh, vado!... sì. ~ Che maniere! Oh, là là!
(scende due gradini)
Ma l'annunzio...
(accennando a risalire)
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GAUDENZIO |
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| (il Becero scompare) | Un becero ->
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SCHAUNARD |
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GAUDENZIO |
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SCHAUNARD |
Via: vediamo s'è possibile
conservare il gran vanto all'esercizio
di focolare letterario-artistico;
Marcello qui a dipingere
il nudo, non verrà più: lo prometto.
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GAUDENZIO |
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SCHAUNARD |
Né concezioni armoniche
vi suoneran, figlie del genio mio.
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GAUDENZIO |
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SCHAUNARD |
Il tric trac ai clienti lo si lascia...
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GAUDENZIO
(allegro) |
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SCHAUNARD |
(interrompendolo)
Per un'ora...
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GAUDENZIO |
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SCHAUNARD |
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| (Gaudenzio fa un gesto di sconforto) | |
SCHAUNARD |
La macchina è soppressa: tutti ritorneremo
a bere la cicoria, né ce ne lagneremo.
E, poiché voi la sobria saggezza disprezzate,
tali spese, vedrete, abbiam preventivate
che, qui dentro, stasera, voi, camerieri e banco
muterete colore, per dio, di punto in bianco!
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GAUDENZIO |
(stupito, grattandosi la testa)
Qui? voi?
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SCHAUNARD |
Sì, con le nostre donne a una convivale
agape, sederemo la notte di Natale.
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GAUDENZIO |
(E i denari? ne avranno? e quanti? e da qual parte?
Sarà qualche parente... non voglio creder l'arte!)
(poi a Schaunard)
Ma però non più crediti; codesto già, s'intende!
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SCHAUNARD
(con dignità) |
Gaudenzio, la questione subordinata offende!
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| (si odono delle risate, la voce di Rodolfo che chiama Schaunard e rumor di passi come di chi sale in fretta le scale) | |
SCHAUNARD |
Eccoli appunto: giungono. Suvvia, fatevi onore.
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| | <- Marcello
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MARCELLO |
(apparendo sulla scala)
Salve, Gaudentius!
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RODOLFO |
(battendo sul ventre a Gaudenzio)
Salve, otre da vin!
| <- Rodolfo
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| (terza, segue Eufemia) | <- Eufemia
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GAUDENZIO |
(schermendosi e ridendo solleticato)
Signore!
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RODOLFO |
Andiamo, via, sbrigatevi.
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MARCELLO |
Giù, giù ai fornelli e ratto
vada tutto allo spiedo; i polli, il cane, il gatto!
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GAUDENZIO |
(scendendo e fregandosi allegro le mani)
(Allegri! avran quattrini!)
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| | Gaudenzio ->
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RODOLFO |
(correndo verso la scaletta)
Due vere dame aspettansi.
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GAUDENZIO
(di sotto) |
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EUFEMIA |
(con sentimento esagerato gettandosi nelle braccia di Schaunard)
Alessandro!...
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SCHAUNARD |
(con posa romantica)
Eufemia! suvvia: non commoviamoci!...
(con un gesto dignitoso la fa mettere a sedere; poi si rivolge agli amici)
Trovaste...
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MARCELLO |
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SCHAUNARD |
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MARCELLO |
Io? sì; son settanta centesimi.
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RODOLFO |
Ed io
un franco e cinquanta!
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SCHAUNARD |
Però; non c'è male:
coi miei quattro soldi sommiamo in totale
due franchi e quaranta! Che più avventurato
sia stato Colline?
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MARCELLO |
È vero! il pelato
filosofo ancora cammina.
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RODOLFO |
Chi sa
non abbia trovato...
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| | <- Colline
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COLLINE |
(sporgendo la testa dalla scaletta)
Eureka! son qua!
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| (i tre amici corrono verso la scaletta, prendono in mezzo Colline e lo trascinano sul davanti della scena. - Eufemia, che si è levata, imita gli altri) | |
SCHAUNARD, RODOLFO E MARCELLO |
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COLLINE
(con entusiasmo) |
Straordinario,
stupendo, senza pari
trovato ho un dizionario
chinese dei più rari.
(cercando nelle lunghe falde dell'abito e tirando fuori dei libri, mentre parla. - Schaunard prende i libri e li passa man mano ad Eufemia)
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COLLINE |
Eccolo... Storia d'Ilio
no... Storie fiorentine...
eccolo... no... un Virgilio...
Plutarco... eccolo alfine!
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| (i tre amici ridono guardandosi, Colline ride; Eufemia per non essere da meno ride anch'essa, poi va a posare i libri) | |
COLLINE |
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MARCELLO |
Verrà compagna a una vezzosa
damina che stasera pianterà
il suo banchiere, tanto è curïosa
di trovarsi con noi.
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COLLINE |
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EUFEMIA |
(con trasporto)
Oh, gioia!
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SCHAUNARD |
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MIMÌ |
(dal fondo della scaletta)
Siete là?
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RODOLFO |
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MARCELLO E SCHAUNARD |
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COLLINE, RODOLFO, MARCELLO E SCHAUNARD |
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| (compaiono sulla scaletta Mimì in grazioso abito da operaia - grisette, e Musette elegantemente vestita. - Appena entrate, i quattro amici le prendono in mezzo e dandosi la mano fanno due o tre giri saltando intorno ad esse) | <- Mimì, Musette
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SCHAUNARD
(calmo e dignitoso) |
Signori, poi che abbiamo
fatto alle dame libera accoglienza
ci presentiam secondo convenienza.
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MARCELLO |
(contemplando Musette e parodiando il recitativo di Raul negli «Ugonotti»)
«Oh, qual beltade si offre al guardo mio!...»
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SCHAUNARD |
Lascia star gli Ugonotti, ché parlo io.
(a Musette)
Bella dama, da questi milionari
sol che vogliate farvi il nome scrivere,
vi sconterà la storia
al banco della fama il ricco autografo.
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| (i quattro amici si salutano scambievolmente con comica serietà) | |
SCHAUNARD |
Colui che nudo e rilucente ha il cranio
è Colline, filosofo.
Poi Rodolfo, poeta: (egli ne ha l'abito
e la borsa!) Mimì sposò fra gli alberi
del bosco di Medon, e benedivali
il curato de' passeri!...
Terzo: il pittor Marcello. Cambiò titolo
sei volte al suo gran quadro, e L'Istituto
sei, l'ha respinto; ma sarà venduto.
Quarto... ma il genio schivo perché troppo superbo
si sbriga, o bella dama, di sé con un sol verbo:
~ io son Schaunard!
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MARCELLO
(a Musette) |
(avanzandosi)
Musicista psicologo!
Eufemia, stiratrice,
sua confidente.
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EUFEMIA |
(cadendo fra le braccia di Schaunard)
Oh, Alessandro!
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SCHAUNARD |
Eufemia;
suvvia, non commoviamoci!
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MIMÌ |
(prendendo Musette per la mano e rivolta ai quattro amici)
Ed ora, conoscetela:
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MIMÌ
Musette svaria sulla bocca viva
le canzonette belle;
rompe la voce come da sorgiva
per mille fontanelle.
Canta i vent'anni e al fresco tintinnire
il piè muove alla danza;
la scorge Amor dall'ultimo gioire
alla nuova speranza.
Brilla ne l'ombra dei suoi lunghi cigli
un riso civettuolo;
e i desideri con aperti artigli
levanle intorno il volo.
Ella consente, nega e rinnamora
come le parli il core;
non vezzi ed ori seguita: ella adora
un tesoro: ~ l'amore! ~
|  (♦)
(♦)
S
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MARCELLO |
(galantemente, offrendo il braccio a Musette)
Se insieme lo cercassimo
il vostro bel tesoro?
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| (Musette lo guarda con occhio civettuolo) | |
RODOLFO |
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TUTTI |
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| (le donne, aiutate da Marcello vanno a deporre sopra dei divanetti a sinistra le mantiglie e gli scialli) | |
COLLINE |
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RODOLFO |
(scampanellando)
Camerieri!
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| (accorrono due camerieri dalla scaletta. - Intanto Marcello, Colline e Schaunard prendono i due tavoli a sinistra e li mettono nel mezzo l'un presso all'altro) | <- primo cameriere, secondo cameriere
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COLLINE
(con gravità) |
I gusti tanti son quanti i pensieri...
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SCHAUNARD |
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MARCELLO
(con galanteria) |
Alle dame è dovuta la scelta.
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MUSETTE |
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SCHAUNARD |
(scattando)
Benone! (Corre svelta!)
Quantunque il vino rosso...
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COLLINE
(sentenziando) |
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MUSETTE |
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MARCELLO
(galantemente) |
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MIMÌ
(a Rodolfo) |
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RODOLFO |
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EUFEMIA |
(con sentimento, guardando Schaunard)
Io del perfetto amore.
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SCHAUNARD |
(senza badarle)
Andiam! meno parole!
Io berrei, ma mangiando!...
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MUSETTE |
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MARCELLO |
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MUSETTE |
Petit patès, aragoste e rostbif...
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COLLINE |
(con l'aria di sentenziare)
Con patate;
facciamo un «Baldassare»!
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| (uno dei camerieri ha già disposto sulla tavola tovaglia, bicchieri, posate: poi se ne va) | primo cameriere ->
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RODOLFO
(all'altro cameriere) |
Dunque scendete e presto
portateci disopra champagne, rostbif e il resto.
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| (il cameriere ad ogni ordinazione da segni di sorpresa e di terrore. Alla fine scappa spaventato e come fa per discendere in furia urta Barbemuche che spunta dalla scaletta e gli fa cadere cappello e bastone) | <- Barbemuche
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BARBEMUCHE
(al cameriere, seccato) |
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| (il cameriere fa un gesto di scusa, e scende) | secondo cameriere ->
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MUSETTE
(piano a Schaunard) |
Chi è mai questo signore?
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SCHAUNARD |
(fa cenno alle tre donne e le conduce sul davanti, a sinistra - a bassa voce)
Non so. ~ Ma certo egli essere deve un ambasciatore.
Assiduo, muto, incognito, noi l'abbiam sempre ai fianchi;
ha un orologio e cambia pezzi da venti franchi!
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MUSETTE, MIMÌ E EUFEMIA
(a bassa voce, stupite) |
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| (Barbemuche intanto che ha raccolto cappello e bastone, passa innanzi al gruppo, saluta caricatamente le signore e va a prendere posto, solo, al tavolo di destra sul davanti, e si fa servire una bibita) | |
COLLINE |
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RODOLFO |
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MARCELLO |
(a Musette, indicandole il posto accanto a lui)
Volete?
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MUSETTE |
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MIMÌ
(a Rodolfo) |
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RODOLFO |
(indicandole il posto alla sua sinistra)
Qui, dal lato del cuore.
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| (Mimì bacia Rodolfo) | |
COLLINE |
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EUFEMIA
(con sentimento a Schaunard) |
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SCHAUNARD
(parodiandola) |
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| (i camerieri cominciano a servire - Schaunard mangia per quattro - piglia la porzione ad Eufemia, e, quando gli riesce, beve il vino di Rodolfo e di Colline) | |
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MUSETTE |
(indicando Colline a Marcello)
Il signore è?...
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MARCELLO
(con serietà) |
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| (tutti ridono rumorosamente eccetto Mimì) | |
MIMÌ
(che non comprende, con curiosità) |
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MUSETTE |
(ridendo)
Platonico è l'amante che non ha tanto ardire
da baciar la sua donna, qui, su la bocca, mai.
Io n'ebbi una sol volta; due ore e lo piantai!
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MIMÌ |
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MARCELLO |
Il platonismo è come
l'acqua nel vin: noi, puro, chiamando il vostro nome
o belle lo beviamo!
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MUSETTE |
(alzando il bicchiere)
A voi, giocondi...
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MIMÌ |
(alzando anch'essa il bicchiere)
E buoni!
Viva la giovinezza!
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MARCELLO |
(guardando Musette)
L'amore!
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RODOLFO |
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SCHAUNARD |
(ingoia lestamente un boccone e pigliando il bicchiere di Colline)
Viva!
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TUTTI |
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RODOLFO
(a Musette) |
Le canti la lodola beata
da la gola canora: signorina cantate!
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TUTTI |
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MUSETTE |
Vi canto quella
da cui si leva, bionda, ilare, snella,
Mimì, dolce sorella?
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TUTTI |
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COLLINE
(al cameriere) |
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SCHAUNARD
(al cameriere, co' la bocca piena) |
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GLI ALTRI |
(sgridandoli)
Ma vi chetate?
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| «Mimì Pinson est une blonde» canzone di A. De Musset | |
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MUSETTE
Mimì Pinson la biondinetta
che corteggiar ciascuno vuol,
un gonnellino, una cuffietta,
landeriretta
possiede sol.
Ma con gli audaci ha la man lesta
e spesso più d'un bel garzon
bassò la cresta.
Guai se s'impenna in su la testa
la cuffia di Mimì Pinson.
Mimì Pinson la biondinetta
ama le feste, il buon umor.
Con un sorriso, una smorfietta
landeriretta
conquista i cuor.
E se un bicchier la mette in vena
ella sa dirvi la canzon
a gola piena.
Talvolta è a sghembo in fin di cena
la cuffia di Mimì Pinson.
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TUTTI |
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SCHAUNARD
(urla intenerito) |
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RODOLFO |
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COLLINE |
(guardando il suo piatto)
Che diamine!
Il coniglio ha due teste!
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SCHAUNARD |
(strappandogli il piatto)
A me il fenomeno!
Bicefalo! Oh, sorpresa!
(mangia con furia)
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EUFEMIA |
(stupita, non comprendendo)
Bi... che?
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SCHAUNARD
(a bocca piena) |
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BARBEMUCHE |
(ride, ed il suo riso che cerca comprimere stride comicamente)
Peuh!
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SCHAUNARD |
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RODOLFO |
Nulla! Una porta che cigola.
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SCHAUNARD |
(bevendo - al cameriere)
Il vin non è gelato: che servizio!
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COLLINE |
(a Mimì - mezzo brillo)
S'adopra il ghiaccio per gelare il vino
e il ghiaccio formasi
con l'acqua condensata: aqua, in latino.
Ma son quattro le stagioni
estate, autunno e verno; alte ragioni
che della Russia la gran ritirata
han cagionata!
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MIMÌ |
(guardandolo meravigliata)
Che sapienton!
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SCHAUNARD |
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RODOLFO |
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COLLINE
(strillando con voce da ubriaco) |
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| (il cameriere scende) | |
MARCELLO
(da l'altro canto, a Musette) |
O Musette, o gioconda e sorridente!
O giovinezza ardente,
riso perenne e canto spensierato
tinnulo, cristallino;
io mi sento beato
a voi vicino!
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MUSETTE
(sorridendo) |
Badate! i miei difetti non nascondo
ho l'umor vagabondo;
son capricciosa e vana. ~ La mia via
ignoro: io passo e canto.
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MARCELLO |
Oh mi aveste d'accanto,
o vita mia!
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MIMÌ |
(levandosi)
Sentite: se ne andassimo
al ballo tutti quanti?
Ho le gambe che fremono.
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| (tutti si alzano meno Schaunard e Colline) | |
MUSETTE |
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SCHAUNARD E COLLINE |
(senza muoversi da sedere)
Avanti!
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MUSETTE |
Questa è un'idea bellissima!
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MARCELLO |
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EUFEMIA
(a Schaunard) |
Alessandro, qual estasi
ballar da te portata!
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SCHAUNARD |
(levandosi)
Eufemia, io son magnanimo:
tal gioia ti consento!
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| (il cameriere risale portando il vassoio con suvvi tazze, caffettiera, e una bottiglia di liquore. - Dà il conto a Rodolfo, poi ridiscende) | |
TUTTI |
(eccetto Colline che è brillo, e Rodolfo che guarda il conto)
Al ballo! su, spicciamoci
a Mabille!
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RODOLFO
(spaventato) |
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| (poi viene sul davanti a destra presso al tavolo dov'è Barbemuche e chiama Marcello. - Quando l'ha vicino, gli parla piano) | |
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RODOLFO |
Senti Marcello! occorre che Schaunard
scenda a parlamentare col padrone
altro che ballo! Guarda l'addizione...
trentun franchi e sessanta!
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| (Barbemuche che ha udito tutto vorrebbe trattenersi, ma non può e scoppia in una risata stridente come prima) | |
SCHAUNARD |
(corre alla porta del bigliardo e la scuote)
Vuoi cessar?
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RODOLFO |
(chiamando Schaunard che si appressa)
Schaunard, è il gran momento! Animo, scendere
tu devi da Gaudenzio per deciderlo
ad aspettar due giorni.
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SCHAUNARD |
(grattandosi il capo)
Mah! ne dubito.
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MARCELLO
(impaziente) |
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SCHAUNARD |
| |
RODOLFO |
| |
| (Musette e Mimì guardano le scritte sul muro a sinistra, ridendo) | |
EUFEMIA
(a Schaunard) |
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SCHAUNARD |
Scendo a domare
Bucefalo.
(scende)
| Schaunard ->
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MUSETTE |
(ridendo e indicando la caricatura sul muro a Mimì)
È il padrone, non è vero?
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MIMÌ |
(ridendo)
È proprio lui!
(a Colline)
Vuole del caffè nero?
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COLLINE
(più brillo) |
Il caffè trasse origine in Arabia
ed una capra lo scoprì. Prendeane
ogni giorno Voltaire settanta chicchere...
Grazie... lo bevo caldo e senza zucchero!
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MARCELLO E RODOLFO
(a parte) |
(impensieriti si sono accostati alla scaletta, aspettando ciò che avverrà di sotto)
Come la finirà?
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| (si ode un tramestìo e un vociare di sotto) | |
LE DONNE
(sorprese) |
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SCHAUNARD |
(prima di sotto, poi uscendo)
Non ci lasciate uscire? E noi restiamo.
| <- Schaunard
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GAUDENZIO |
(appare concitatissimo e rosso di collera)
Ah, questa volta sì che la rompiamo.
Finirà mal! Pagarmi non volete?
| <- Gaudenzio
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RODOLFO |
Non vogliamo? E voi, numi, l'intendete!
(a Schaunard)
Ma digli tutto!
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SCHAUNARD |
Tutto? Se le parole spreco!
Gli ho detto che ci opprime il fato (Ananke in greco),
gli ho detto che le entrate aspettate finora,
(Dio, come va il commercio!) non sono giunte ancora
e ch'egli deve attendere.
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GAUDENZIO
(urlando) |
Io non aspetto un corno.
Pagatemi, per dio!
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MARCELLO |
Certo; fra qualche giorno.
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GAUDENZIO |
(correndo verso il divanetto dove sono le mantiglie delle donne)
No, subito! Ah, ritengo in pegno questi oggetti.
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RODOLFO |
Ah, questo no.
(s'avanza verso di lui)
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GAUDENZIO |
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LE DONNE |
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SCHAUNARD
(irritatissimo, a Gaudenzio) |
Smetti!
Villano trippaiuolo! Un caffettier francese
il bel sesso rispetta!
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GAUDENZIO |
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SCHAUNARD |
(strappandogli le mantiglie dalle mani)
Alle offese
offese e mezzo; aspetta...
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LE DONNE |
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COLLINE
(con voce da ubriaco) |
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GAUDENZIO |
(correndo alla scaletta)
A me, correte! Armatevi! Su, vogliono ammazzarmi!
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MARCELLO |
| |
| (compaiono sulla scaletta tre sguatteri; uno armato di un mestolo, il secondo d'una scopa, il terzo d'uno spiedo. Gaudenzio si rimpiatta dietro di essi, e li eccita) | <- tre sguatteri
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GAUDENZIO |
Date addosso, difendete il padrone!
Date!
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SCHAUNARD |
Ah, tu vuoi la guerra? Su, prodi, alla tenzone!
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| (Marcello e Rodolfo si armano co' le sedie, Colline prende una bottiglia, ne vuota il fondo che resta e poi si mette in guardia. Schaunard strappa lo spiedo di mano allo sguattero e l'impugna mettendosi in guardia contro l'altro sguattero che ha la scopa) | |
SCHAUNARD |
(canta a squarciagola come Raoul negli «Ugonotti»)
«Il brando mio e il mio coraggio.»
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BARBEMUCHE |
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MARCELLO E RODOLFO |
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LE DONNE |
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SCHAUNARD |
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BARBEMUCHE |
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GAUDENZIO |
(non osando muoversi)
Signore!
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BARBEMUCHE |
(facendogli cenno d'avvicinarsi)
Un minuto, un sol motto.
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GAUDENZIO
(a Schaunard) |
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SCHAUNARD |
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| (mentre Gaudenzio passa per andare da Barbemuche gli tira un calcio) | |
SCHAUNARD |
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BARBEMUCHE
(a parte - a Gaudenzio) |
Gaudenzio, consentite ch'io vi paghi per loro?
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GAUDENZIO
(soddisfatto) |
Ma certo, professore! Son contenti costoro?
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MARCELLO |
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LE DONNE |
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RODOLFO |
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SCHAUNARD E COLLINE |
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BARBEMUCHE |
(prendendo il mezzo della scena)
Signori, perdonate: vi paga il conto un vero
amico degli artisti! ed è per me una festa
afferrar per conoscervi un'occasione: questa.
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COLLINE |
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MARCELLO |
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RODOLFO |
Ma non sappiam chi siate!
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SCHAUNARD |
Certo! e le convenienze vanno un po' rispettate!
È un favore, sta bene: ma da chi vien, per Bacco?
(avanzandosi verso Barbemuche e levando una pipa di tasca)
Vorreste un po' la borsa passarmi del tabacco?
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BARBEMUCHE |
(dando la borsa a Schaunard che carica la pipa)
Prendete, anzi! ~ Dell'arte l'amor tutti ci lega!
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MARCELLO
(a Barbemuche) |
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BARBEMUCHE |
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COLLINE |
(abbracciandolo)
Un collega!
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RODOLFO |
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BARBEMUCHE |
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RODOLFO |
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BARBEMUCHE |
Con voi in amicizia vivere e in comunanza!
E quanto ho di stipendio a far l'istitutor
del viscontino Paolo, figlio di un gran signore
io metto anche in comune; se degno mi stimate
del cenacolo vostro - ed intanto, lasciate
ch'io paghi questo conto. E spero anche di udire
darmi del «tu» ciascuno di voi prima di uscire.
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MARCELLO |
Egli tende a sfruttarci! Amici, aprite gli occhi!
Vuol mostrarsi in pubblico ne' nostri aurati cocchi!
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RODOLFO |
Non ha davvero limiti la folle ambizione!
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SCHAUNARD |
È provato: egli specula sulla situazione!
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MARCELLO, RODOLFO, SCHAUNARD E COLLINE |
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GAUDENZIO
(in collera) |
Io non so niente! Accetto.
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SCHAUNARD |
(minacciandolo)
Taci, Gaudenzio.
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EUFEMIA
(con entusiasmo) |
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SCHAUNARD |
(come colpito da un'idea)
Cospetto!
Un'idea!
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COLLINE |
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BARBEMUCHE
(ansioso) |
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SCHAUNARD |
Ecco qua: tutto il conto lo giochiamo a bigliardo.
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BARBEMUCHE
(gaio) |
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TUTTI
(meno Gaudenzio) |
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GAUDENZIO |
(che non vorrebbe, cercando d'interporsi)
Io...
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SCHAUNARD |
(con un gran gesto a Gaudenzio e agli sguatteri)
Sgombrate: è tale il voler mio!
(agli amici e alle donne)
Voi venite ad assistere al giudizio di dio.
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| (i tre sguatteri partono dalla scaletta, Schaunard, Barbemuche, Rodolfo. Colline, Mimì ed Eufemia passano nella sala da bigliardo a destra. Si vedono Schaunard e Barbemuche levarsi i soprabiti, prendere le stecche e mettersi a giuocare. Gli altri seguiranno con interesse la partita. Gaudenzio è rimasto ansioso presso la porta a vetri della sala da bigliardo, per vedere chi vincerà. - Musette, trattenuta da Marcello, si è seduta a sinistra e sta bevendo un po' di liquore) | tre sguatteri ->
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TUTTI |
Al giudizio, su, moviamo
che decider dée gli eventi!
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SCHAUNARD |
(nella sala da bigliardo)
A cinquanta, cominciamo.
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TUTTI |
Zitti ~ attenti! attenti! attenti!
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MARCELLO |
Signorina Musette, volete darmi
in ricordo quel fiore?
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MUSETTE |
(ponendogli il fiore all'occhiello)
Cavaliere
dell'ordine gentil di primavera!
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MARCELLO
(con fuoco) |
O se Pluto foss'io darvi a riviera
vorrei perle e brillanti!...
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MUSETTE |
(sorridendo)
E incoronarmi
regina vostra! Ma non siete Pluto
amico mio.
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SCHAUNARD |
(deridendo Barbemuche)
Falsa stecca!
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| (gli altri ridono) | |
MARCELLO
(a Musette) |
Volete
che vi faccia il ritratto? Oh, quell'arguto
riso...
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MUSETTE |
...che in tela m'immortalerete!
Perché no? accetto.
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MARCELLO
(con calore, poeticamente) |
La soffitta mia
è così presso al ciel che vi parrà
tornar donde veniste, o vaga iddia!
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MUSETTE |
(ridendo di buon cuore)
L'erte del ciel Musette risalirà!
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MARCELLO |
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MUSETTE |
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MARCELLO |
(sbottonando il soprabito)
L'impresa qui terrò.
«Rubens e la mia dama».
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MARCELLO |
(sempre ridendo e mostrando un punto del gilè di Marcello)
A voi, guardate
c'è un buco, proprio là, donde giurate!
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MUSETTE |
(offrendo il petto)
È dal lato del cuore. Rammendate.
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SCHAUNARD |
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GAUDENZIO |
(fregandosi le mani)
Che colpo.
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MUSETTE |
(a Marcello)
Lo rammenderò.
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MARCELLO |
Allor, datemi un bacio.
(mette innanzi le mani come per abbracciarla)
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MUSETTE |
(battendogli sulle mani)
Andiamo, dunque, state
a posto!
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SCHAUNARD |
(deridendo Barbemuche)
A voi, rimpallo!
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| (gli altri ridono) | |
MARCELLO |
(minacciando Musette ma in tono scherzevole)
Ah, no: saprò carpirlo.
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MUSETTE |
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SCHAUNARD |
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GAUDENZIO
(tutto contento) |
Ma perde, manco a dirlo,
il più forte è Schaunard ~ l'altro non sa giocare.
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MARCELLO
(animandosi) |
Allor voi dubitate, dunque, ch'io possa amare?
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MUSETTE |
(ridendo)
Quanti minuti, al solito, resiste l'amor vostro?
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SCHAUNARD |
(gridando i suoi punti)
Quarantacinque!
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MUSETTE |
(sorridendo)
Il cielo risponde!
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MARCELLO
(con affetto) |
Io vi dimostro
che il ciel sbaglia. ~ All'orecchio vo' dirvelo pian piano.
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MUSETTE |
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MARCELLO
(affettuoso) |
Sul serio! qua la mano,
proprio da franco artista: di me voi diffidate?
Io vi dispiaccio forse?
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SCHAUNARD
(a Barbemuche) |
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MUSETTE
(con affetto) |
No, mi piacete e appunto per evitarvi pene,
meglio è restare amici: io mi conosco bene,
so che sono volubile, civettuola, un po' matta.
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MARCELLO
(sempre più affettuoso) |
Ed io sento che v'amo siccome iddio vi ha fatta;
sarà quel che vorrete di me, ma non mutate:
io voglio sol convincervi dell'amor mio.
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MUSETTE |
(lasciandosi baciare ed abbracciare da Marcello)
Provate!
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SCHAUNARD
(urlando) |
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| (getta la stecca ed apre violentemente la porta buttando a terra Gaudenzio - gli altri lo seguono plaudendo) | |
RODOLFO, COLLINE, MIMÌ E EUFEMIA |
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SCHAUNARD |
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TUTTI |
Al gran Schaunard sia gloria.
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BARBEMUCHE |
(senza soprabito e di sul limitare della sala da bigliardo, getta due monete d'oro a Gaudenzio)
Fui vinto: buona guerra; avversario leale.
Pagatevi... Gaudenzio!
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| (i primi rintocchi della campana di mezzanotte si fanno sentire) | |
TUTTI |
(ridendo)
È Natale! È Natale!
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