Atto primo

 

Scena prima

A tenda calata concerto di trombe in forma di battaglia, che segua a corpo, a corpo; nel qual tempo alzato il sipario, si vedrà steccato fuori della città di Gerusalemme con sole, che tramonta all'occaso. Corpo di soldati Cristiani da una parte: di Saraceni dall'altra. Pindoro, e Arideo i due padrini nel mezzo con loro scettri alla mano. Erminia sulla cima d'una torre dentro le mura, osservando l'esito delle battaglie.
Argante in atto d'aver gettato a terra Ottone.

 Q 

Argante, Ottone, soldati cristiani, soldati saraceni, Pindoro, Arideo, Erminia

 

ARGANTE

Renditi vinto: e per tua gloria basti  

che dir potrai, che contro me pugnasti.

(Ottone balza in piedi minacciando Argante)

Ancor ti movi all'ire? Ah forse credi

esser Anteo, che nel cader risorge

con più vigor e forza?

Conosci dunque il mio valor a prova,

poiché la cortesia sprezzar ti giova.

(combattono in guisa di prima a' suono dell'accennate trombe e caduto un'altra volta Ottone a terra, Argante lo disarma della spada)

ARGANTE

Eccoti nuovamente  

sul terreno abbattuto; ogni superbo

come costui ti vede,

faccia col petto suo strada al mio piede.

(va per calpestarlo)

 

Scena seconda

Tancredi con spada alla mano e detti.

<- Tancredi

 

TANCREDI

Anima vil, che serbi,  

anco fra le vittorie,

il titolo d'infame, e qual attendi

da modi sì scortesi

tu magnanima laude? Ah solo avvezzo

fra ladroni d'Arabia,

fuggi la luce; va' co' l'altre belve

a incrudelir ne' monti, e nelle selve.

ARGANTE

Nulla rispondo, e invece

della mia lingua or ti risponda il ferro.

(segue fra Tancredi, ed Argante fierissimo combattimento pure come sopra, nel qual tempo il sole tramonta all'occaso, restando la scena oscurissima)

PINDORO

Fermatevi, o guerrieri:  

sete con pari onor: ambo possenti.

Dunque cessi la pugna, e non sian rotte

le ragioni, e 'l riposo de la notte.

(entrati nel mezzo li due padrini frastornano la battaglia)

ARGANTE

A me per ombra oscura

la mia battaglia abbandonar non piace

ben avrei caro il testimon del giorno,

ma che giuri costui di far ritorno.

TANCREDI

Il giuro: e tu prometti

di tornar rimenando il tuo prigione?

Perch'altrimenti non fia mai, ch'aspetti

per la nostra contesa altra stagione.

ARGANTE

Verrò quando t'aggrada, e trarrò meco

il prigionier latino.

PINDORO

Udite: e questi

sia 'l termine prefisso, al nostro giorno.

Farà ciascun alla tenzon ritorno.

TANCREDI

Intesi.

ARGANTE

Intesi.

PINDORO

Allora

apparirete in campo,

ch'apparirà dai lidi Eoi l'aurora.

 

TANCREDI

Febo tu, che varchi il polo  

fa' più rapido il tuo corso:

e sferzando ad Eto il dorso

tutto il ciel passa in un volo.

(parte con i suoi dallo steccato)

Tancredi, soldati cristiani, Pindoro, Arideo, Erminia ->

 

ARGANTE

Alba tu, ch'arrechi il giorno  

più del solito t'affretta:

e svegliando il lume in fretta

porta il dì dell'ombre a scorno.

(entra coi suoi nella città, conducendo seco Ottone prigioniero)

Argante, soldati saraceni, Ottone ->

 
 

Scena terza

Stanze di Clorinda alla turchesca contigue a quelle d'Erminia, coll'armatura della stessa Clorinda appesa in alto.
Erminia agitata.

 Q 

Erminia

 

 

Luci mie che vedeste?  

Vedeste il fier Argante

a vibrar i suoi colpi

contro il sen di Tancredi,

di quel Tancredi oh dio,

che fu sempre il mio ben, l'idolo mio.

 

Crudo ferro dispietato  

in altrui me pur feristi,

tante piaghe in sen m'apristi,

quante fur nel seno amato.

 
(si ferma a guardare l'armatura di Clorinda, poi chiama il suo scudiero)
 

Scena quarta

Alindo, ed Erminia.

<- Alindo

 

ALINDO

Mia signora.  

ERMINIA

Quelli che in alto miri

prendi di guerrieri arnesi.

ALINDO

Spoglie son di Clorinda.

ERMINIA

Prendile, e ne' miei tetti

recale senza indugio.

ALINDO

Per qual fine?

ERMINIA

Ubbidisci.

ALINDO

Ah forse tenti

uscir tu pur in campo

a singolar certame?

ERMINIA

Non più.

ALINDO

Pronto eseguisco,

ma per me di Bellona

non ti consiglio all'arte;

abile ti dimostri.

Alle guerre d'amor, più che di Marte.

(prende la suddetta armatura, e la porta nelle stanze d'Erminia)

Alindo ->

 

Scena quinta

Erminia sola.

 

 

A momenti saprai  

ciò, che volge l'idea: sotto quell'armi

di Clorinda in sembianza,

penso tentar la fuga, e già ch'appresi

qual più segreta sia virtù dell'erbe

per sanar ogni piaga,

voglio, di propria mano, alle ferute

del mio caro signor recar salute

 

Ti vengo a risanar  

o piaga del mio cor.

Viva piaga,

che m'impiaga

co' le piaghe del dolor.

Erminia ->

 

Scena sesta

Clorinda con sembiante allegro, e Ismeno.

<- Clorinda, Ismeno

 

CLORINDA

È dunque, o Ismeno dunque  

Argante vincitor.

ISMENO

Trasse in catena

il fier Ottone, e vi trarrà fra poco

anche Tancredi avvinto.

CLORINDA

Colui, che volontario

cader volea già per mie mani estinto.

ISMENO

Narrami, se tu 'l sai come, e in qual

parte ei di te divenne amante?

CLORINDA

Ignoro

il sito, e 'l tempo solo

io ti dirò, che nel pugnar rimasi

senz'elmo un giorno in capo: allora in vece

di ferirmi ferito: in tali accenti

proruppe, e disse: o tu che mostri avere

per nemico me sol fra turbe tante

usciam di questa mischia: ed in disparte

io potrò teco, e tu meco provarte.

ISMENO

V'andasti?

CLORINDA

Di repente già recata

in atto di battaglia

ferma, o donna soggiunse, e siano fatti

anzi la pugna, della pugna i patti.

ISMENO

Curioso successo!

CLORINDA

Odi, e stupisci:

i patti sian, che se non vuoi tu pace

tu qui mi tragga il core

il mio cor, non più mio,

già tuo gran tempo, e tempo è ben che trarlo

omai tu debba, e non debb'io vietarlo.

ISMENO

O gran forza d'amor!

CLORINDA

Seguì, dicendo

ecco io chino le braccia. E t'appresento

senza difesa il petto: or che no 'l fiedi?

Vuoi ch'agevoli l'opra?

Trarrommi anco l'usbergo; e se 'l traea,

ma calca l'impedisce intempestiva,

e de' nostri, e de' suoi, che sopravviva.

ISMENO

Intesi.

CLORINDA

In quell'istante

un colpo riparò, che forse forse

il capo mi fendea, ma vi frappose

agile il forte acciar, seguendo irato

la traccia di colui,

che da tergo io passando alzò la mano,

né ti so dir se lo seguisse invano.

ISMENO

Pago son del racconto: or che dobbiamo

noi far in pro dell'assediate mura?

CLORINDA

Vi penserò.

ISMENO

T'è noto

ch'all'esercito franco

il famoso Idraote

già col mezzo d'Armida

scemò le forze.

CLORINDA

Al suo total eccidio

emolo a quel gran mago,

tu pur macchina frodi.

ISMENO

Io tosto volo

in sotterraneo speco

a disserrar con questa

verga fatal, che stringo

le carceri d'abisso, e far, che Pluto,

serva vassallo al cenno mio temuto.

 

Lego, e sciolgo a mio talento  

tutti i demoni d'Averno:

con mirabile portento

posso trar quassù l'inferno.

Ismeno ->

 

Scena settima

Clorinda sola.

 

 

A che t'accingi  

in favor di Giudea? Due gran pensieri

m'ingombrano la mente: uno che deve

celarsi alquanto, e l'altro

palesarsi a momenti:

saran degni d'applauso ambo i cimenti.

 

La tromba della fama  

per me risonerà:

e tutto l'emisfero

di giubilo guerriero

ripieno echeggerà.

Clorinda ->

 
 

Scena ottava

Finimento di selva con luna piena, picciola collinetta da una parte; padiglioni cristiani dall'altra in lontananza.
Erminia vestita coll'armatura di Clorinda, ed Alindo suo scudiero.

 Q 

Erminia, Alindo

 

ALINDO

Siam giunti ove imponesti.  

ERMINIA

Odi, o mio fido:

mio precursor esser devi: al campo

vattene frettoloso, e fa', ch'alcuno

a Tancredi ti guidi

a cui dirai, che donna a lui ne viene

che gli apporta salute, e chiede pace,

pace poscia, ch'amor guerra mi move,

ond'ei salute, io refrigerio trove.

ALINDO

Ardi tu di Tancredi? E la tua fiamma

s'estende anco a' nemici?

ERMINIA

Ardo, e l'ardore

gran tempo è già che mi consuma il core.

ALINDO

Stupido ne rimango.

ERMINIA

Avverti bene

di non scoprir, ch'io sia, ma che sicura

in poter di tal prence

vivo dell'onor mio:

di', sol questo a lui solo, e s'altro chiede

di' non saperlo.

ALINDO

Ecco do l'ali al piede.

(s'incammina frettoloso verso il campo cristiano)

Alindo ->

 

Scena nona

Erminia sola.

 

Arde purtroppo è ver, arde il mio core  

e d'un ardor sì fiero,

ch'il Mongibello intero

sembra fatto di ghiaccio a tant'ardore.

 

 

Incauta: e qui rimango  

sotto il lucido usbergo

di Cinzia esposta al raggio? Entro la selva

meglio sia ricovrarsi.

(va per entrare nel bosco)

Ma lusingami oh dio

il vicin colle a vagheggiar da lunge

gl'alberghi del mio sol: rapido il guardo

per momenti v'ascenda.

(va sopra della detta collina)

O belle agl'occhi miei tende latine

aura spira da voi, che mi ricrea

qualche onesto riposo

concedessemi pur il ciel amico,

come in voi solo il cerco, e solo parmi

che pace trovar possa in mezzo all'armi.

 

Quella pace io vo cercando,  

che dà pace a un vero amor.

Baci onesti, onesti amplessi

sono i leciti riflessi,

che fan star in smania il cor.

 

 

Ma quali ad assalirmi  

escono dagl'agguati aste nemiche?

Misera Erminia: dove

posso trovar lo scampo?

Qui dentro il folto bosco

imiterò nella sua fuga il lampo.

 
(discende frettolosa, e fugge nella selva, nel qual tempo le vien lanciata un'asta da soldati cristiani, che l'inseguono nella selva)

Erminia ->

 

Scena decima

Alindo, che ritorna dal campo.

<- Alindo

 

ALINDO

Erminia, eccoti Alindo  

con felice risposta.

Ma dove sei? T'ascondi

forse per ischernirmi? Eh via che questo

non è tempo di gioco: esci che lieto

il principe Tancredi

s'invia per incontrarti:

Erminia, Erminia: ohimè, comincia il core

a temer di sciagure: un'asta infranta

miro nel suol, e nell'orror del bosco,

parmi udir le tue strida: o ciel! O sorte!

Troppo sia ver: ah teco

mi sia comune o libertade, o morte.

(denudata la sciabola entra per soccorrerla nel bosco)

Alindo ->

 

Scena undicesima

Tancredi agitato parlando con molti Soldati cristiani.

<- Tancredi, soldati cristiani

 

TANCREDI

A qual di voi poss'io  

fede prestar sicura? A un tempo istesso

affermate discordi,

esser quella che fugge

Clorinda, e non Clorinda;

onde a mie giuste furie,

pronte ad uscir dal seno

chi di stimolo serve, e chi di freno.

 

Son da venti contrari  

come nave agitata in mezzo al mar.

Costretta in un istante

sull'onda fluttuante

ora l'orto, or l'occaso a riguardar.

 

 

S'ella è Clorinda a me venia cortese  

e in periglio è per me ma non può darsi

che sia Clorinda: che non vuol ragione

ch'ella, ch'è duce, e non è sol guerriera

elegga per uscir tale stagione.

Per qual fine però piacque al suo messo

celarmi il di lei nome? Ah che di novo

con più forza, nel petto,

che sia l'idolo mio cresce il sospetto.

Ritornate alle tende

lasciatemi qui solo.

(partono i soldati)

soldati cristiani ->

 

Voglio segreto amante

l'orme tracciar della fugace a volo.

 

Verso dove pupille adorate  

v'aggirate co' vostri splendori.

Quel cammino ch'errando voi fate

insegnate a' miei crudi dolori.

Tancredi ->

 
 

Scena dodicesima

Vallo fuori della città di Gerusalemme con picciola collinetta nel mezzo, sotto di cui vedesi la spelonca d'Ismeno, e da una parte padiglioni cristiani in lontananza.
Argante, e suo Araldo.

 Q 

Argante, araldo

 

ARGANTE

Veloce, o fido araldo  

vattene al campo, e la fatal tenzone

nuncia a colui, che vuol provarla: aggiungi

al suo signor, ch'il tuo signor include

Tancredi pria, né però gl'altri esclude.

 

Scena tredicesima

Mentre l'Araldo s'invia verso il campo cristiano viene arrestato da Clorinda seguìta da molti soldati Turchi conducendolo ad Argante.

<- Clorinda, soldati turchi

 

CLORINDA

Ferma, ferma le piante: ah se t'è cara  

la salute del regno,

Argante, unica speme

dell'afflitta Giudea fa' ch'in tua vece

nell'azzardo io subentri

della guerra imminente.

(È questi un de' pensieri,

che m'ingombrò la mente.)

ARGANTE

Come vuoi, ch'io rinunci

valorosa Clorinda

gl'obblighi di mia spada

al braccio tuo?

CLORINDA

Perché fortuna avversa

invida di tue glorie, oggi potrebbe

farti perir, e nel perir d'un solo

perir tutta Sion: pensa al mio duolo.

ARGANTE

Mi verrà dalla sorte

anzi l'allor, non ch'il cipresso offerto.

CLORINDA

L'esito delle pugne, è sempre incerto.

ARGANTE

Opri il ciel a sua voglia: ho patto espresso

di pugnar con Tancredi, e con Tancredi

oggi pugnar vogl'io: lascia del messo

il piede in libertà.

CLORINDA

Vada.

(parte l'araldo)

araldo ->

 

ARGANTE

Mi basta,  

che tu l'ordine adempia

d'Aladino il monarca: a mezzo il colle

fermati coraggiosa.

CLORINDA

Ah duce.

ARGANTE

Parti.

CLORINDA

Parto, ma coll'affanno,

che del grave periglio

non ti possa sottrar il mio consiglio.

 

Mi palpita nel seno  

intimorito il cor.

E parmi, che vicina

predica alta ruina

un simile timor.

Sfondo schermo () ()

(va con tutti li saraceni ad occupare l'accennata collinetta)
 

Scena quattordicesima

Argante, e Clorinda in lontananza.

 

ARGANTE

Il timor di Clorinda  

zelo è del comun bene: io però fermo

nel primiero coraggio

combatterò senza temer oltraggio.

 

Ardirei con Marte istesso  

di pugnar in aspra guerra:

scenda pur s'ei vuol in terra,

e vedrà chi cade oppresso.

 

 

Ma già dal campo ostile  

giungono in molta copia

armati duci, parmi

di non veder Tancredi: o gente invitta

o popolo guerriero, e dove giace

il gran terror dell'armi? Aspetta forse

la notte, ch'altre volte a lui soccorse

vengh'altri s'egli teme

venite insieme o cavalieri, o fanti,

che tutti i vostri acciari

a combatter col mio non son bastanti.

 

Scena quindicesima

Raimondo seguìto da lunga schiera di Capitani, ed altre Milizie precorso dall'Araldo d'Argante.

<- Raimondo, araldo, capitani, milizie

 

RAIMONDO

Ecco solo Raimondo  

a punir tant'audacia: se non miri

quel, che tu cerchi, è per tua sorte altrove:

non superbir però, che s'egli manca,

io di lui posso sostener la vice,

o venir come terzo a me qui lice.

ARGANTE

Che fa dunque Tancredi?

Minaccia il ciel co l'armi, e poi s'ascende?

Ma fuga pur nel centro, o in mezz'all'onde,

che non v'è loco, ove sicuro il lasci.

RAIMONDO

Menti, nel dir, che uom tale

fuga da te, ch'assai di te più vale.

ARGANTE

Esci dunque alla pugna

tu che tanto l'esalti,

che volentieri in vece sua t'accetto.

Pagherai colla morte

l'alta follia del temerario detto.

(segue il duello fra Raimondo ed Argante a cui cade la spada di mano)

CLORINDA

O famoso Oradin tosto dall'arco  

scaglia dardo omicida,

ch'in pro d'Argante il suo rival uccida.

(uno dei turchi ferisce dalla collina con una saetta Raimondo nel petto)

RAIMONDO

Quai tradimenti? Allora  

che disarmato il braccio

in periglio di morte

te qui riduci: insidiatrice arriva

punta di turco strale

a trafiggermi il sen? Perfido Argante

così dunque permetti

che sia rotta la fé? Su prodi amici

tutte per vendicarmi

l'ire vostre accendete: all'armi, all'armi.

 

Col sangue si lavi  

la macchia del sangue.

Se nobile petto

non mostra coraggio,

la nascita è un raggio

di gloria, che langue.

 
Segue fierissimo combattimento, nel quale piegando sul principio li Saraceni, escono dalla grotta d'Ismeno molti Spiriti, che volando in aria risvegliano improvvise tempeste, le quali tutte vanno a ferire nella faccia a' Cristiani necessitati a ritirarsi sin dentro della scena, dove supponesi che maggiormente s'infierisca la battaglia.

<- spiriti

Raimondo, araldo, capitani, milizie, Argante, Clorinda, soldati turchi, spiriti ->

 

Scena sedicesima

Ismeno uscito dalla spelonca.

<- Ismeno

 

 

A tempo in questa grotta  

sciolsi i magici carmi: io fui, che diedi

a demoni l'impulso,

all'acqua, al vento, alle tempeste il moto,

a cui severo imposi

ferir negl'occhi i Franchi: ora mi porto

del felice successo.

A ragguagliarne la cittade i nostri

restate in ciel finché l'impongo, o mostri.

 

Non osate di partir  

o, ch'al rigido martir

il martir v'accrescerò.

Delle fiamme che provate

nove fiamme più spietate

contro voi destar saprò.

Ismeno ->

 

Scena diciassettesima

Clorinda, ed Argante ritornano co' la lor Gente verso le mura di Gerusalemme.

<- Argante, Clorinda, soldati turchi

 

CLORINDA

Al torrente dell'armi  

che sgorga impetuoso

dalle tende latine

più non possono in campo

far argine le nostre.

ARGANTE

Il ritirarsi

quando l'urgenza lo richiede: al duce

lode acquista non biasmo.

CLORINDA

Oggi tu fosti

Argante in gran periglio:

in avvenir ti renda

più cauto il mio consiglio.

ARGANTE

Le funeste memorie

seppelliscansi in Lete.

CLORINDA

Or va': conduci

nella città le squadre, a cui di scorta

io servirò.

ARGANTE

Non pensi già Goffredo,

ch'al tuo partir, al mio,

la vittoria sia sua: scorge ben egli;

che se dentro le mura

riedono lassi i Saraceni, e stanchi

restan nel vallo, e sbigottiti i Franchi.

 

Non ancora decise il fato  

chi sia vinto, o vincitor.

La fortuna s'innalzò

sovra il campo, e rimirò

a pugnar con pari onor.

Argante, soldati turchi ->

 

Scena diciottesima

Clorinda sola.

 

 

Sotto l'ombra notturna, alfin risolvo  

di voler coraggiosa

ardere la nemica

torre ch'un dì mirai.

Questi è l'altro pensier, che meditai.

 

O morir, o trionfar.  

Con sì nobile pensier,

il sentier

della gloria io vo' calcar.

Clorinda ->

 
Ballo di Spiriti, che poi volano per aria.

<- spiriti

 

Fine (Atto primo)

Atto primo Atto secondo Atto terzo

(concerto di trombe in forma di battaglia)

Steccato fuori della città di Gerusalemme con sole, che tramonta all'occaso; torre dentro le mura.

Argante, Ottone, soldati cristiani, soldati saraceni, Pindoro, Arideo, Erminia
 

(battaglia con corpo a corpo fra soldati cristiani e saraceni, combattimento fra Argante e Ottone)

Renditi vinto: e per tua gloria basti

(nuovo combattimento fra Argante e Ottone; Ottone viene disarmato)

Eccoti nuovamente

Argante, Ottone, soldati cristiani, soldati saraceni, Pindoro, Arideo, Erminia
<- Tancredi

Anima vil, che serbi

(fierissimo combattimento fra Tancredi, ed Argante, nel qual tempo il sole tramonta, restando la scena oscurissima)

Fermatevi, o guerrieri

Argante, Ottone, soldati saraceni
Tancredi, soldati cristiani, Pindoro, Arideo, Erminia ->
Argante, soldati saraceni, Ottone ->

Stanze di Clorinda alla turchesca contigue a quelle d'Erminia, coll'armatura della stessa Clorinda appesa in alto.

Erminia
 

Luci mie che vedeste?

Erminia
<- Alindo

Mia signora / Quelli che in alto miri

Erminia
Alindo ->

A momenti saprai

Erminia ->
<- Clorinda, Ismeno

È dunque, o Ismeno dunque

Clorinda
Ismeno ->

A che t'accingi

Clorinda ->

Finimento di selva con luna piena, picciola collinetta da una parte; padiglioni cristiani dall'altra in lontananza.

Erminia, Alindo
 

(Erminia vestita coll'armatura di Clorinda)

Siam giunti ove imponesti

Erminia
Alindo ->

Incauta: e qui rimango

Ma quali ad assalirmi

(vien lanciata un'asta)

Erminia ->
<- Alindo

Erminia, eccoti Alindo

Alindo ->
<- Tancredi, soldati cristiani

A qual di voi poss'io

S'ella è Clorinda a me venia cortese

Tancredi
soldati cristiani ->

Tancredi ->

Vallo fuori della città di Gerusalemme con piccola collinetta nel mezzo, sotto di cui vedesi la spelonca d'Ismeno, e da una parte padiglioni cristiani in lontananza.

Argante, araldo
 

Veloce, o fido araldo

Argante, araldo
<- Clorinda, soldati turchi

Ferma, ferma le piante: ah se t'è cara

Argante, Clorinda, soldati turchi
araldo ->

Mi basta, che tu l'ordine adempia

Il timor di Clorinda

Ma già dal campo ostile

Argante, Clorinda, soldati turchi
<- Raimondo, araldo, capitani, milizie

Ecco solo Raimondo

(duello fra Raimondo ed Argante)

O famoso Oradin tosto dall'arco

(uno dei turchi ferisce con una saetta Raimondo)

Quai tradimenti? Allora

(fierissimo combattimento)

Argante, Clorinda, soldati turchi, Raimondo, araldo, capitani, milizie
<- spiriti
Raimondo, araldo, capitani, milizie, Argante, Clorinda, soldati turchi, spiriti ->
<- Ismeno

A tempo in questa grotta

Ismeno ->
<- Argante, Clorinda, soldati turchi

Al torrente dell'armi

Clorinda
Argante, soldati turchi ->

Sotto l'ombra notturna, alfin risolvo

Clorinda ->
<- spiriti

(ballo di spiriti, che poi volano per aria)

 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Scena ottava Scena nona Scena decima Scena undicesima Scena dodicesima Scena tredicesima Scena quattordicesima Scena quindicesima Scena sedicesima Scena diciassettesima Scena diciottesima
Steccato fuori della città di Gerusalemme con sole, che tramonta all'occaso; torre dentro le mura. Stanze di Clorinda alla turchesca contigue a quelle d'Erminia, coll'armatura della stessa Clorinda appesa in... Finimento di selva con luna piena, picciola collinetta da una parte; padiglioni cristiani dall'altra... Vallo fuori della città di Gerusalemme con piccola collinetta nel mezzo, sotto di cui vedesi la spelonca... Prato fiorito, dove passa il fiume Giordano con platano sulla riva. Castello d'Armida posto in mezzo d'un lago con ponte levatoio. Sala d'armi. Loco delizioso con piante di faggi, ed allori, ed albergo rusticale. Campo cristiano con torre militare. Loco deserto Suburbi di Gerusalemme. Sepolcro di Clorinda co' le di lei armi appese alla pianta d'un cipresso. Selva in forma d'anfiteatro co' la pianta d'un cipresso nel mezzo. Piazza di Gerusalemme con rogo acceso nel mezzo.
Atto secondo Atto terzo

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