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Attila

Dramma lirico in un prologo e tre atti.

Atto terzo

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Atto terzo

 

Scena prima

Bosco come nell'atto primo, il quale divide il campo di Attila da quello di Ezio. È il mattino.
Foresto solo. Indi Uldino.

Bozzetti

 Q 

Foresto

 
[N. 12 - Scena e romanza]

 N 

 

FORESTO

Qui del convegno è il loco...  

qui dell'orrende nozze

l'ora da Uldino apprenderò... nel petto

frénati, o sdegno... a tempo,

come scoppiar di tuono,

proromperò.

 

<- Uldino

ULDINO

Foresto!

FORESTO

Ebben!

ULDINO

Si move

ora il corteo giulivo

che d'Attila alla tenda

accompagna la sposa.

FORESTO

Oh, mio furore!

Uldino, va'!... Ben sai

di là della foresta

in armi stanno le romane schiere...

Ezio a te attende sol, perché sull'empio

piombino tutte.

 
(Uldino parte)

Uldino ->

 

Scena seconda

Foresto solo.

 

 

Infida!  

Il dì che brami è questo:

vedrai come ritorni a te Foresto!

 

Che non avrebbe il misero  

per Odabella offerto?

Fino, deh, ciel perdonami,

fin l'immortal tuo serto.

Perché sul viso ai perfidi

diffondi il tuo seren?...

perché fai pari agli angeli

chi sì malvagio ha il sen?

 

Scena terza

Detto, ed Ezio, che viene frettoloso dalla parte del campo romano.

<- Ezio

 
[N. 13 - Terzetto]

 N 

 

EZIO

Che più s'indugia?... attendono  

i miei guerrieri il segno...

proromperan, quai folgori,

tutti sul mostro indegno.

FORESTO

Non un, non un de' barbari

ai lari tornerà.

 

CORO
interno

Entra fra i plausi, o vergine,  

schiusa è la tenda a te;

entra, ed il raggio avvolgati

dell'esultante re.

Bello è il tuo volto, candido

qual mattutino albor,

a dolce spirto è simile

ora di sol che muor.

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FORESTO

Tu l'odi?... è il canto pronubo...  

EZIO

Funereo diverrà.

FORESTO

Ah, scellerata!

EZIO

Frenati.

Lo esige l'alta impresa.

FORESTO

Sposa è Odabella al barbaro!...

A' suoi voler s'è resa!...

EZIO

La tua gelosa smania

frena per poco ancor.

FORESTO

Tutti d'Averno i demoni

m'agitan mente e cor.

 

Scena quarta

Odabella, sempre in arnese da amazzone con manto reale e corona, che viene spaventata e fuggente dal campo barbaro, e detti.

<- Odabella

 

ODABELLA

Cessa, deh, cessa... ah lasciami,  

ombra del padre irata...

lo vedi?... io fuggo il talamo...

sarai... sì... vendicata...

 

FORESTO

È tardo, o sposa d'Attila,  

è tardo il tuo pentir.

EZIO

Il segno... il segno... affrettati,

o ci farem scoprir.

ODABELLA

Tu qui, Foresto?... Ascoltami,

pietà del mio martir.

 

ODABELLA

Te sol, te sol quest'anima

ama d'immenso amore;

credimi, è puro il core,

sempre ti fui fedel.

FORESTO

Troppo mi seppe illudere

il tuo mendace detto!

Ed osi ancor d'affetto

parlare a me, crudel?

EZIO

Tempo non è di lagrime,

non di geloso accento;

s'affretti l'alto evento,

finché ne arride il ciel.

 

Scena quinta

Attila, che va dritto ad Odabella, e detti.

<- Attila

 
[N. 14 - Quartetto finale]

 N 

 

ATTILA

Non involarti, seguimi;  

perché fuggir chi t'ama?...

che mai vegg'io?... qui, perfidi,

veniste a nuova trama?

 

ATTILA

(ad Odabella)

Tu, rea donna, già schiava, or mia sposa;  

(a Foresto)

tu, fellon, cui la vita ho donata;

(ad Ezio)

tu, romano, per Roma salvata,

congiurate tuttor contro me?...

Scellerati... su voi sanguinosa

piomberà la vendetta del re.

FORESTO

Di qual dono beffardo fai vanto?

Tu m'hai patria ed amante rapita;

in abisso d'affanni la vita

hai, crudele, cangiato per me!

O tiranno... con morte soltanto

può frenarsi quest'odio per te.

Insieme

ODABELLA

Nella tenda, al tuo letto d'appresso,

minacciosa e tuttor sanguinante

di mio padre sta l'ombra gigante...

trucidato ei cadeva per te!

(scaglia lungi da sé la corona)

Maledetto sarebbe l'amplesso

che me sposa rendesse del re.

EZIO

Roma hai salva!... e del mondo lo sdegno,

che t'impreca superna vendetta?

Ed il sangue che inulto l'aspetta

non rammenti?... Paventane, o re.

De' delitti varcasti già il segno;

l'ira pende del cielo su te.

 
S'ode internamente il rumore dell'improvviso assalto al campo d'Attila.

CORO

Morte... morte... vendetta!  

ATTILA

Qual suono?

EZIO E FORESTO

Suono è questo che segna tua morte.

ATTILA

Traditori!

EZIO E FORESTO

Decisa è la sorte...

(Foresto va per trafiggere Attila, ma è prevenuto da Odabella, che lo ferisce esclamando:)

ODABELLA

Padre!... ah padre, il sacrifico a te.

(abbraccia Foresto)

ATTILA

(morente)

E tu pure, Odabella?...

 

Scena ultima

Guerrieri romani, che irrompono da ogni parte, e detti.

<- guerrieri romani

 

TUTTI

Appien sono

vendicati, dio, popoli e re!

 

Fine (Atto terzo)

Generazione pagina: 28/11/2015 - Tipo pagina: opera•a_04 (3.00.40)

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