Prologo

 
[N. 1 - Preludio]

 N 

 

Scena prima

Piazza di Aquileja.
La notte, vicina al termine, è rischiarata da una grande quantità di torce. Tutto all'intorno è un miserando cumulo di rovine. Qua e là vedesi ancora tratto tratto sollevarsi qualche fiamma, residuo di un orribile incendio di quattro giorni.
La scena è ingombra di Unni, Eruli, Ostrogoti, ecc.

Bozzetti

 Q 

unni, eruli, ostrogoti

 
[N. 2 - Introduzione]

 N 

 

CORO

Urli, rapine,  

gemiti, sangue, stupri, rovine,

e stragi e fuoco

d'Attila è gioco.

O lauta mensa,

che a noi sì ricco suol dispensa!

Wodan non falla,

ecco il Valhalla!...

T'apri agli eroi...

terra beata, tu se' per noi.

Attila viva;

ei la scopriva!

Il re s'avanza,

Wodan lo cinge di sua possanza.

Eccoci a terra,

dio della guerra!

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(tutti si prostrano)
 

Scena seconda

Attila viene condotto sopra un carro tirato dagli Schiavi, Duci, Re, ecc.

<- Attila, schiavi, duci, re

 
[N. 3 - Scena e cavatina]

 N 

 

ATTILA

(scende dal carro)

Eroi, levatevi! Stia nella polvere  

chi vinto muor.

Qui!... circondatemi; l'inno diffondasi

del vincitor.

I figli d'Attila vengono e vincono

a un colpo sol.

Non è sì rapido solco di fulmine,

d'aquila il vol.

(va a sedersi sopra un trono di lance e scudi)

 

CORO

Viva il re delle mille foreste,  

di Wodano ministro e profeta;

la sua spada è sanguigna cometa,

la sua voce è di cielo tuonar.

Nel fragore di cento tempeste

vien lanciando dagl'occhi battaglia;

contro i chiovi dell'aspra sua maglia

come in rupe si frangon gli acciar.

 

Scena terza

Uldino, Odabella, Vergini d'Aquileja e detti.

<- Uldino, Odabella, vergini di Aquileja

 

ATTILA

(scendendo dal trono)

Di vergini straniere,  

oh, quale stuol vegg'io?

Contro il divieto mio

chi di salvarle osò?

 

ULDINO

Al re degno tributo ei mi sembrò.  

Mirabili guerriere

difesero i fratelli...

ATTILA

Che sento? A donne imbelli

chi mai spirò valor?

ODABELLA
(con energia)

Santo di patria indefinito amor!  

 

ODABELLA

Allor che i forti corrono

come leoni al brando

stan le tue donne, o barbaro,

sui carri lagrimando.

Ma noi, donne italiche,

cinte di ferro il seno,

sul fumido terreno

sempre vedrai pugnar.

ATTILA

Bella è quell'ira, o vergine,

nel scintillante sguardo;

Attila, i prodi venera,

abomina il codardo...

O valorosa, chiedimi

grazia che più ti aggrada.

ODABELLA

Fammi ridar la spada!

ATTILA

La mia ti cingi!...

ODABELLA

(Oh acciar!)

Da te questo or m'è concesso,

o giustizia alta, divina!

L'odio armasti dell'oppresso

coll'acciar dell'oppressor.

Empia lama, l'indovina

per qual petto è tua punta?

Di vendetta l'ora è giunta...

fu segnata dal signor.

(Odabella e donne partono)
 

ATTILA

(Qual nell'alma, che struggere anela,

nuovo senso discende improvviso?...

quell'ardire, quel nobile viso

dolcemente mi siedono il cor!)

CORO

Viva il re che alle terra rivela

di quai raggi Wodano il circonda!

Se flagella è torrente che inonda;

è rugiada se premia il valor.

 

ATTILA

Schiava non già ma del mio campo gemma  

rimani e fulgi nel real corteggio,

siate voi tutte ancelle

a lei ch'io vesto della luce mia.

ODABELLA

(Fingasi! Oh lampo di celeste aiuto! ~

oh patria!... oh padre! Oh sposo mio perduto!)

ATTILA

Uldino, a me dinanzi

l'inviato di Roma ora si guidi...

(Uldino parte)

Uldino, Odabella, vergini di Aquileja ->

ATTILA

Frenatevi, miei fidi,

udir si dée, ma in Campidoglio poi

risposta avrà da noi.

 

Scena quarta

Ezio, Ufficiali romani, e detti.

<- Ezio, ufficiali romani

 

EZIO

Attila!  

ATTILA

Oh, il nobil messo!

Ezio! Tu qui? Fia vero!

Ravvisi ognuno in esso

l'altissimo guerriero

degno nemico d'Attila,

scudo di Roma e vanto...

EZIO

Attila, a te soltanto

ora chied'io parlar.

ATTILA

Ite!

 
(escono tutti)

unni, eruli, ostrogoti, schiavi, duci, re, ufficiali romani ->

 

Scena quinta

Attila, ed Ezio.

 

ATTILA

La destra porgimi...  

non già di pace spero

tuoi detti...

EZIO

L'orbe intero

Ezio in tua man vuol dar.

 
[N. 4 - Duetto]

 N 

 

 

Tardo per gli anni, e tremulo,  

è il regnator d'oriente;

siede un imbelle giovine

sul trono d'occidente;

tutto sarà disperso

quand'io mi unisca a te...

Avrai tu l'universo,

resti l'Italia a me.

ATTILA
(severo)

Dove l'eroe più valido

è traditor, spergiuro,

ivi perduto è il popolo,

e l'aer stesso impuro;

ivi impotente è dio,

ivi è codardo il re...

là col flagello mio

rechi Wodan la fé!

EZIO
(rimettendosi)

Ma se fraterno vincolo

stringer non vuoi tu meco,

Ezio ritorna ad essere

di Roma ambasciator.

Dell'imperante cesare

ora il voler ti reco...

ATTILA

È van! ~ Chi frena or l'impeto

del nembo struggitor?

Vanitosi! Che abbietti e dormenti

pur del mondo tenete la possa,

sovra monti di polvere e d'ossa

il mio baldo corsier volerà.

Spanderò la rea cenere ai venti

delle vostre superbe città.

EZIO

Fin che d'Ezio rimane la spada,

starà saldo il gran nome romano:

di Chalons lo provasti sul piano

quando a fuga t'aperse il sentier.

Tu conduci l'eguale masnada,

io comando gli stessi guerrier.

(partono entrambi da opposte parti)

Attila, Ezio ->

 
 

Scena sesta

Rio-Alto nelle lagune adriatiche. Qua e là sopra palafitte sorgono alcune capanne, comunicanti fra loro per le lunghe asse sorrette da barche. Sul davanti sorge in simile guisa un altare di sassi dedicato a San Giacomo. Più in là scorgesi una campana appesa ad un casotto di legno, che fu poi il campanile di San Giacomo. Le tenebre vanno diradandosi fra le nubi tempestose: quindi a poco a poco una rosea luce, sino a che (sul finir della scena) il subito raggio del sole inondando per tutto, riabbella il firmamento del più sereno e limpido azzurro. Il tocco lento della campana saluta il mattino.
Alcuni Eremiti escono dalle capanne e s'avviano all'altare.

 Q 

<- eremiti

 
[N. 5 - Scena e cavatina]

 N 

 

EREMITI

I

Qual notte!  

II

Ancor fremono l'onde al fiero

turbo, che dio d'un soffio suscitò.

I

Lode al signor!

II

Lode al signor!

Uniti

L'altero

elemento ei sconvolse ed acquetò.

Sia torbida o tranquilla la natura,

d'eterna pace ei nutre i nostri cor.

L'alito del mattin già l'aure appura.

I

Preghiam!

II

Preghiam!

Uniti

Lode al creator!

 

VOCI
interne

Lode al creatore!

 

Scena settima

Dalle navicelle, che approdano a poco a poco, escono Foresto, Donne, Uomini e Fanciulli d'Aquileja, ecc.

<- Foresto, aquilejesi

 

EREMITI

Quai voci! Oh, tutto  

di navicelle ~ coperto è il flutto!...

Son d'Aquileja. ~ Certo al furor

scampan dell'unno. ~

AQUILEJESI

Lode al creator!

FORESTO

Qui, qui sostiamo! ~ Propizio augurio

n'è questa croce, ~ n'è quest'altar.

Ognun d'intorno ~ levi un tugurio

fra quest'incanto ~ di cielo e mar.

AQUILEJESI

Lode a Foresto! ~ Tu duce nostro,

scudo e salvezza ~ n'eri tu sol...

FORESTO

Oh! Ma Odabella!... ~ preda è del mostro,

serbata al pianto, ~ serbata al duol.

 

FORESTO

Ella in poter del barbaro!

Fra le sue schiave avvinta!

Ahi, che men crudo all'anima

fora il saperti estinta!

Io ti vedrei fra gli angeli

almen ne' sogni allora,

e invocherei l'aurora

dell'immortal mio dì.

AQUILEJESI

Spera! L'ardita vergine

forse al crudel sfuggì.

EREMITI

Cessato alfine il turbine,

più il sole brillerà.

FORESTO

Sì, ma il sospir dell'esule

sempre la patria avrà.

Cara patria, già madre e reina

di possenti magnanimi figli,

or macerie, deserto, ruina,

su cui regna silenzio e squallor;

ma dall'alghe di questi marosi,

qual risorta fenice novella,

rivivrai più superba, più bella

della terra, dell'onde stupor!

CORO

Sì dall'alghe di questi marosi,

qual risorta fenice novella,

rivivrai più superba, più bella

della terra, dell'onde stupor!

 

Fine (Prologo)

Prologo Atto primo Atto secondo Atto terzo

[N. 1 - Preludio]

Piazza di Aquileja. Notte. Tutto all'intorno è un miserando cumulo di rovine.

unni, eruli, ostrogoti
 

[N. 2 - Introduzione]

unni, eruli, ostrogoti
<- Attila, schiavi, duci, re

[N. 3 - Scena e cavatina]

Eroi, levatevi!

unni, eruli, ostrogoti, Attila, schiavi, duci, re
<- Uldino, Odabella, vergini di Aquileja

Al re degno tributo

Odabella, Attila e coro
Santo di patria indefinito amor!

Schiava non già

unni, eruli, ostrogoti, Attila, schiavi, duci, re
Uldino, Odabella, vergini di Aquileja ->

unni, eruli, ostrogoti, Attila, schiavi, duci, re
<- Ezio, ufficiali romani

Attila! / Oh, il nobil messo!

Attila, Ezio
unni, eruli, ostrogoti, schiavi, duci, re, ufficiali romani ->

La destra porgimi

[N. 4 - Duetto]

Attila, Ezio ->

Rio-Alto nelle lagune adriatiche. Sopra palafitte sorgono capanne. Sul davanti sorge un altare di sassi. Le tenebre vanno diradandosi.

<- eremiti

[N. 5 - Scena e cavatina]

Eremiti e voci interne
Qual notte!

(arrivano navicelle)

eremiti
<- Foresto, aquilejesi
Eremiti, Aquilejesi e Foresto
Quai voci!
 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima
Piazza di Aquileja. Notte. Tutto all'intorno è un miserando cumulo di rovine. Rio-Alto nelle lagune adriatiche. Sopra palafitte sorgono capanne. Sul davanti sorge un altare di sassi.... Bosco presso il campo d'Attila, vicino roma; è notte. Tenda d'Attila. Campo d'Attila. Campo d'Ezio. Scorgesi la grande città dei sette colli. Campo d'Attila come nell'atto primo. La notte è rischiarata da fiamme che irrompono da tronchi di quercia. Bosco, che divide il campo di Attila da quello di Ezio. Mattino.
[N. 1 - Preludio] [N. 2 - Introduzione] [N. 3 - Scena e cavatina] [N. 4 - Duetto] [N. 5 - Scena e cavatina] [N. 6 - Scena e romanza] [N. 7 - Scena e duetto] [N. 8 - Scena e aria] [N. 9 - Finale I] [N. 10 - Scena e aria] [N. 11 - Finale II] [N. 12 - Scena e romanza] [N. 13 - Terzetto] [N. 14 - Quartetto finale]
Atto primo Atto secondo Atto terzo

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