Atto primo

 
[Ouverture]

 N 

 

Scena prima

Gran piazza della città di Fera terminata dalla facciata del real palazzo, con gran porta, e sopra di essa balcone praticabile.
All'alzarsi della tenda si vede tutta la piazza ingombrata da folto Popolo, confusamente disposto. Tutti hanno in mano rami d'ulivo intrecciati di nastri, simbolo de' supplicanti, e mostrano estrema afflizione. A destra ara su cui bruciano de' profumi: a sinistra Evandro, Ismene, e alcuni de' Cittadini più distinti; indi, sul balcone del real palazzo, preceduto da improvviso suono di tromba, un Banditore.

Bozzetti

 Q 

popolo, Evandro, Ismene, distinti cittadini

<- Un banditore

 
[Recitativo]

 N 

 

UN BANDITORE

Popoli che dolenti  

della sorte d'Admeto, in lui piangete

più il padre che il regnante; udite: È giunto

per lui l'ultimo dì: non ha soccorso,

speme non ha. D'inesorabil morte

preda ugualmente sono

nel tugurio i pastori, i re sul trono.

 
(dopo breve sbigottimento cagionato dall'annunzio fatto al popolo dal banditore, prorompono tutti nel coro che segue)
[Coro]

 N 

CORO

Ah di questo afflitto regno,    

giusti dèi, che mai sarà!

No, per noi del ciel lo sdegno

peggior fulmine non ha.

S

ISMENE
una voce

Infausta reggia! che immersa in gemito

di voci flebili risuonerà.

Patria infelice! che un denso turbine

d'armi straniere circonderà.

CORO

Ah di questo afflitto regno,

giusti dèi, che mai sarà!

 
[Aria di pantomima]

 N 

 
[Recitativo]

 N 

EVANDRO
(esprime desolazione e lutto)

Amorosi vassalli, oggi riceve  

di tante sue virtù nel comun lutto

un giusto premio il nostro re. Ma invano

per lui si piange: alle preghiere, a' voti

non son propizi i numi. Andiamo a' tempi

vittime, e doni ad offerir: si chieda

un oracolo almeno; almen si sappia

in sì grave periglio

se per noi v'è pietà, se v'è consiglio.

 
[Coro]

 N 

CORO

Ah di questo afflitto regno,  

giusti dèi, che mai sarà!

EVANDRO
una voce

Perché a' tiranni ride serena

l'adulatrice felicità!

E i giusti gemono nella catena

d'inseparabile avversità!

CORO

Ah di questo afflitto regno...

 
(s'apre la gran porta del palazzo)
 
[Recitativo]

 N 

EVANDRO

Tacete... Ah della reggia  

s'apron le porte!... Oh dio!

Mi trema il cor: mille funesti oggetti

mi dipinge il pensier. Venite, andiamo

la dolente regina

pietosi a consolar... Ma no... Fermate...

(comparisce sulla porta del palazzo la regina)

<- Alceste

 

Co' mesti figli suoi viene ella stessa.

 

Scena seconda

Alceste, Eumelo, Aspasia, Damigelle, e Cortigiani con Alceste, e detti.

<- Eumelo, Aspasia, damigelle, cortigiani

 
(il popolo voltandosi verso il palazzo, e veduta uscirne Alceste, che tien per mano i due suoi figli, separasi a dritta, e a sinistra per darle luogo, e intanto canta il seguente coro)
[Coro]

 N 

CORO
a destra

Misero Admeto!...  

a sinistra

Povera Alceste!...

a destra

Dolenti immagini...

a sinistra

Idee funeste...

TUTTO IL CORO

Di duol, di lagrime, e di pietà.

CORO
a destra

Chi fra gli amplessi...

a sinistra

Chi fra i lamenti...

a destra

De' figli teneri...

a sinistra

Figli innocenti.

TUTTO IL CORO

L'afflitta madre consolerà!

 
[Recitativo]

 N 

ALCESTE

Popoli di Tessaglia, ah mai più giusto  

fu il vostro pianto! A voi non men, che a questi

innocenti fanciulli

Admeto è padre. Io perdo

il caro sposo, e voi

l'amato re. La nostra

sola speranza, il nostro amor c'invola

questo caso crudel: né so chi prima

in sì grave sciagura

a compianger m'appigli

del regno, di me stessa, o de' miei figli.

La pietà degli dèi sola ci resta

a implorare, a ottener: verrò compagna

alle vostre preghiere,

a' vostri sacrifizi: avanti all'are

una misera madre,

due bambini infelici,

tutto un popolo in pianto,

presenterò così. Forse con questo

spettacolo funesto, in cui dolente

gli affetti, i voti suoi dichiara un regno;

placato alfin sarà del ciel lo sdegno.

 
[Aria e Coro]

 N 

Io non chiedo, eterni dèi,  

tutto il ciel per me sereno;

ma il mio duol consoli almeno

qualche raggio di pietà.

Non comprende i mali miei,

né il terror che m'empie il petto,

chi di moglie il vivo affetto,

chi di madre il cor non ha.

 

EUMELO

Madre mia...

ASPASIA

Bella madre...

EUMELO

Non t'affligger così...

ASPASIA

Tu mi dicesti...

EUMELO

Madre, tu m'insegnasti...

ASPASIA

Ti sovvien...

EUMELO

Te 'l rammenti...

ASPASIA E EUMELO

Che son giusti gli dèi, che son clementi.

 

ALCESTE

Cari figli, del diletto

sposo mio ritratti espressi;

ah correte a' dolci amplessi,

ah stringetevi al mio sen!

Freddo ho il sangue in ogni vena,

se a voi penso, o figli amati!

Ah di me più sventurati

non vi renda il fato almen!

 

CORO
a sinistra

Miseri figli! Povera Alceste!

Dolenti immagini... Idee funeste...

TUTTO IL CORO

Di duol, di lagrime, e di pietà.

CORO
a destra

Chi fra gli amplessi... Chi fra i lamenti...

De' figli teneri... Figli innocenti.

TUTTO IL CORO

L'afflitta madre consolerà!

 
[Recitativo]

 N 

ALCESTE

Non si perda, o miei fidi  

l'ora in dolersi. Insieme

la clemenza dei numi

corriamo ad implorar: già si prepara

per cenno mio il sacro rito. Io stessa

a voi darò l'esempio

d'umiltà, di rispetto.

 

TUTTI

Al tempio, al tempio.  

Ah di questo afflitto regno

giusti dèi, che mai sarà!

Ah per noi del ciel lo sdegno

peggior fulmine non ha!

 
(parte Alceste, e seco tutti)

Alceste, Eumelo, Aspasia, damigelle, cortigiani, Evandro, Ismene, distinti cittadini, popolo, Un banditore ->

 
 

Scena terza

Tempio d'Apollo con statua colossale del nume, ara, e tripode.
Gran sacerdote preceduto da Ministri, e Sacrificatori con incensieri, e strumenti da sacrifizio.

Bozzetti

 Q 

ministri, sacrificatori, Gran sacerdote

 
[Aria di pantomima]

 N 

 
[Coro e Preghiera]

 N 

 

CORO

Dilegua il nero turbine  

che freme al trono intorno,

o faretrato Apolline

col chiaro tuo splendor.

Sai che ramingo ed esule

t'accolse Admeto un giorno,

che dall'Anfriso al margine

tu fosti suo pastor.

 

GRAN SACERDOTE

(avvicinandosi all'ara)

A te nume del giorno, a te del cielo  

ornamento e splendor, da noi svenate

queste vittime sono: a te consuma

la sacra fiamma arabo odore. Ingombra

colle nere ali sue l'orrida morte

il nostro amore, il nostro re: risplenda

un tuo raggio per lui: tu rasserena

la Tessaglia infelice in pianto involta,

e d'un popolo amante i voti ascolta.

 

CORO

Dilegua il nero turbine  

che freme al trono intorno,

o faretrato Apolline

col chiaro tuo splendor.

 

GRAN SACERDOTE

Sospendete o ministri  

il sacrifizio e le preghiere: al tempio

la regina s'avanza: alla dolente

devota pompa esser vorrà presente.

 

Scena quarta

Alceste, Eumelo, Aspasia, Evandro, Ismene, Damigelle, Cortigiani, Popolo, e detti.
Entra il Séguito della Regina con doni per il nume, e s'alloga il Popolo co' Sacerdoti a diritta e a sinistra.

<- Alceste, Eumelo, Aspasia, Evandro, Ismene, damigelle, cortigiani, popolo

<- seguito della regina

 
[Aria di pantomima]

 N 

 
[Coro e Scena]

 N 

 

ALCESTE

(vicino all'ara)

Nume eterno, immortal, se col tuo sguardo  

che de' nostri pensieri

scopre i segreti, in me finor trovasti

puro cor, caste voglie,

innocenza, e pietà: se ogni mia sorte

da te conobbi: e se il tuo culto, e questa

immagin tua mai fu da me negletta

l'offerte, i voti miei benigno accetta.

 

CORO

Dilegua il nero turbine  

che freme al trono intorno,

o faretrato Apolline

col chiaro tuo splendor.

 

GRAN SACERDOTE

I tuoi prieghi, o regina, i doni tuoi

propizio oltre l'usato

Apollo accoglie. A cento segni espressi

già presente, io l'affermo... Ecco che invaso

dal suo sacro furor quel che ragiono

oltrepassa il mortale...

(infiammandosi a poco a poco, e con entusiasmo)

Ecco si spande

odor celeste... Al simulacro intorno

arde un cerchio di luce... Ah! Già son pieni

questi archi, e queste mura

della mente del nume. I suoi decreti

ei stesso detterà... L'altare ondeggia...

il tripode vacilla...

si scuote il sol... rimbomba il tempio... O genti,

in rispetto, in timore

tacete, udite... E tu deponi Alceste

l'orgoglio del diadema;

piega a terra la fronte, ascolta, e trema.

(s'avanza la regina co' figli all'ara, e s'inginocchia)
 

ORACOLO

(si pronunzia dalla bocca del nume)

Il re morrà, s'altri per lui non more.  

 

CORO

Che annunzio funesto    

di nuovo terrore!

Fuggiamo da questo

soggiorno d'orrore.

S

Sfondo schermo () ()

 
(pronunziato appena l'Oracolo, fuggono tutti dal tempio)

ministri, sacrificatori, Gran sacerdote, Evandro, Ismene, damigelle, cortigiani, popolo ->

 

Scena quinta

Alceste, Eumelo, e Aspasia.

 
[Recitativo]

 N 

 

ALCESTE

(dopo breve sbigottimento)

Ove son! Che ascoltai! Qual non oscuro  

oracolo fatale

il nume pronunziò!

(s'alza)

Che fiero istante

questo è per me! Quanti e diversi affetti

mi solleva nel cor! Rispetto, amore,

maraviglia, spavento,

debolezza, e virtù: tutti a vicenda,

mi s'affollano in sen. Son sì smarrita

nel turbamento inusitato, e nuovo,

che in me cerco me stessa, e me non trovo.

Questo dunque è il soccorso

che dal cielo aspettai! Morrà lo sposo,

s'altri per lui non more!... A chi proporlo!...

Da chi sperarlo!... A quel crudel decreto

ciascun m'abbandonò.

(guadando intorno)

De' miei fedeli

alcun non veggo... A tutti

cara è la vita... Il miglior dono è questo

che far possan gli dèi... Misero Admeto!

Prence infelice! Ove trovar chi voglia

per prolungarti i giorni

sé stesso, e i giorni suoi porre in oblio!...

V'è chi t'ami a tal segno!

(dopo breve pausa)

...Ah! Vi son io.

Già tutta alla mia mente

luminosa si mostra

la grande idea: già di sublime ardire

mi s'empie il cor... Chi tanto

di me, del mio volere

signor si rende!

(dopo breve pausa)

Ah! Lo conosco il nume,

il nume in me si muove. Egli m'inspira

il sacrifizio illustre: ei vuol che Alceste

un magnanimo esempio oggi assicuri

alle spose fedeli a' dì futuri.

 
[Aria]

 N 

Ombre, larve, compagne di morte  

non vi chiedo, non voglio pietà.

Se vi tolgo l'amato consorte,

v'abbandono una sposa fedel.

Non mi lagno di questa mia sorte,

questo cambio non chiamo crudel.

Ombre, larve, compagne di morte

non v'offenda sì giusta pietà.

Forza ignota che in petto mi sento,

m'avvalora, mi sprona al cimento:

di me stessa più grande mi fa.

Ombre, larve, compagne di morte

non vi chiedo, non voglio pietà.

 

Scena sesta

Alceste in atto di partire con Eumelo, e Aspasia; poi Evandro che frettoloso accorrendo s'incontra in lei: indi Ismene da un'altra parte, e con fretta.

<- Evandro

 
[Recitativo]

 N 

 

EVANDRO

Ah t'affretta, o regina! In brevi istanti  

Admeto non vivrà: l'orror di morte

già gli corre sul volto: almen rivegga

la dolce sposa...

 

<- Ismene

ISMENE

Alceste,  

ah corri, ah non tardar! Di te richiede,

te chiama il re. Morir si sente, e seco

la sua sposa non vede,

non trova i figli. Ha sempre

sulle labbra il tuo nome, e gira intorno

gli occhi gravi, e languenti

di te cercando.

ALCESTE
(come fuor di sé)

(Omai

l'atto grande s'adempia.)

EVANDRO

Da' numi, ah ben lo sai!

Non v'è più che sperar. Vieni: t'abbracci

l'infelice tuo sposo

un'altra volta ancor: vada alla tomba

con quel dolce conforto

più lieto almen. Che più gli resta in quelle

sue mortali agonie?

ALCESTE
(con maestà, e risolutezza)

Gli resta Alceste.

(parte con fretta co' figli)

Alceste, Aspasia, Eumelo ->

 

Scena settima

Evandro, Ismene, e subito a uno, a due, a tre, Ministri del tempio, Sacerdoti, Cittadini, da diverse parti.

<- ministri, sacerdoti, cittadini

 

EVANDRO

E non s'offerse alcuno?  

ISMENE

E alcuno ancora

non si presenta?

EVANDRO

È vana

questa speranza.

ISMENE

Ognuno ama sé stesso: ama la vita.

UNA VOCE

E come!

I vecchi padri...

ALTRA
I

E i figli!

II

E i congiunti!

I

E le spose!

II

Amati oggetti...

I

Amorosi così...

II

Teneri tanto...

TUTTI
(Coro)

In lutto abbandonar, lasciare in pianto!

UNA VOCE

Non ho cor...

ALTRA
I

Non mi sento

tanta virtù...

II

Tremo in pensarlo!...

I

Oh giorno

infausto troppo!...

II

E la regina?

I

E Alceste?

EVANDRO

Partì...

ISMENE

Corre al consorte...

EVANDRO

Ah non resiste,

misera al suo dolore!

ISMENE

Anche per lei

ci rimane a tremare.

TUTTI

Oh Alceste!...

EVANDRO

Oh Admeto!

Giusto re! Dolce padre! Ah non lagnarti

d'un popolo fedel!

ISMENE

Non incolparlo

di finto amor, di menzognera fede.

TUTTI
(Coro)

Troppo domanda il ciel, troppo ti chiede.

 
[Coro]

 N 

CORO

Chi serve, e chi regna  

è nato alle pene;

il colmo del bene

il trono non è.

I pianti vi sono.

Le cure, gli affetti,

gli affanni, i sospetti

tiranni de' re.

 
(partono tutti)

Evandro, Ismene, ministri, sacerdoti, cittadini ->

 

Fine (Atto primo)

Atto primo Atto secondo Atto terzo

[Ouverture]

Gran piazza della città di Fera terminata dalla facciata del real palazzo, con gran porta, e sopra di essa balcone praticabile.

popolo, Evandro, Ismene, distinti cittadini
 

(improvviso suono di tromba)

popolo, Evandro, Ismene, distinti cittadini
<- Un banditore

[Recitativo]

Popoli che dolenti

[Coro]

[Aria di pantomima]

[Recitativo]

Amorosi vassalli, oggi riceve

[Coro]

[Recitativo]

Tacete... Ah della reggia

popolo, Evandro, Ismene, distinti cittadini, Un banditore
<- Alceste

popolo, Evandro, Ismene, distinti cittadini, Un banditore, Alceste
<- Eumelo, Aspasia, damigelle, cortigiani

[Coro]

[Recitativo]

Popoli di Tessaglia

[Aria e Coro]

Alceste, poi Eumelo e Aspasia, Coro
Io non chiedo, eterni dèi

[Recitativo]

Non si perda, o miei fidi

Alceste, Eumelo, Aspasia, damigelle, cortigiani, Evandro, Ismene, distinti cittadini, popolo, Un banditore ->

Tempio d'Apollo con statua colossale del nume, ara, e tripode.

ministri, sacrificatori, Gran sacerdote
 

[Aria di pantomima]

[Coro e Preghiera]

A te nume del giorno

Sospendete o ministri

ministri, sacrificatori, Gran sacerdote
<- Alceste, Eumelo, Aspasia, Evandro, Ismene, damigelle, cortigiani, popolo
ministri, sacrificatori, Gran sacerdote, Alceste, Eumelo, Aspasia, Evandro, Ismene, damigelle, cortigiani, popolo
<- seguito della regina

[Aria di pantomima]

[Coro e Scena]

Nume eterno, immortal

(l'Oracolo parla per bocca del nume)

Il re morrà, s'altri per lui non more

Alceste, Eumelo, Aspasia, seguito della regina
ministri, sacrificatori, Gran sacerdote, Evandro, Ismene, damigelle, cortigiani, popolo ->

[Recitativo]

Ove son! Che ascoltai!

[Aria]

Alceste, Eumelo, Aspasia, seguito della regina
<- Evandro

[Recitativo]

Ah t'affretta, o regina!

Alceste, Eumelo, Aspasia, seguito della regina, Evandro
<- Ismene

Alceste, ah corri, ah non tardar!

seguito della regina, Evandro, Ismene
Alceste, Aspasia, Eumelo ->
seguito della regina, Evandro, Ismene
<- ministri, sacerdoti, cittadini

(entrano a uno, a due, a tre, da diverse parti)

E non s'offerse alcuno?

[Coro]

seguito della regina
Evandro, Ismene, ministri, sacerdoti, cittadini ->
 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima
Gran piazza della città di Fera terminata dalla facciata del real palazzo, con gran porta, e sopra di essa... Tempio d'Apollo con statua colossale del nume, ara, e tripode. Oscura, e folta selva sacra agli dèi infernali, nel circuito di Fera, con simulacri rozzi de' medesimi; notte. Camera interiore del palazzo d'Admeto, con sacrario domestico ed ara, e letto maritale. Vestibulo magnifico e scoperto, del real palazzo, adorno di statue, e trofei; fra gli spazi che lasciano...
[Ouverture] [Recitativo] [Coro] [Aria di pantomima] [Recitativo] [Coro] [Recitativo] [Coro] [Recitativo] [Aria e Coro] [Recitativo] [Aria di pantomima] [Coro e Preghiera] [Aria di pantomima] [Coro e Scena] [Recitativo] [Aria] [Recitativo] [Coro] [Recitativo] [Aria] [Recitativo accompagnato] [Aria] [Coro] [Recitativo] [Coro] [Recitativo] [Coro] [Recitativo] [Aria] [Pantomima de' numi infernali] [Coro] [Ballo] [Aria] [Ballo] [Coro] [Recitativo] [Duetto] [Recitativo] [Aria] [Recitativo] [Aria con Coro] [Recitativo] [Coro e Aria] [Recitativo] [Aria e Coro] [Recitativo] [Aria] [Recitativo] [Duetto] [Coro di numi infernali] [Coro in scena e interno] [Recitativo] [Coro]
Atto secondo Atto terzo

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