Atto terzo

 

Scena prima

L'antica Piazzetta di San Marco. Il canale è pieno di battelli che vanno e vengono. Di fronte vedesi l'isola dei Cipressi, ora San Giorgio.
Il sole volge all'occaso.
La scena, da principio vuota, va riempiendosi di popolo e maschere, che entrano da varie parti, s'incontrano, si riconoscono, passeggiano. Tutto è gioia.

Bozzetti

 Q 

(nessuno)

<- popolo, maschere

 
[N. 13 - Introduzione e barcarola]

 N 

CORO

Alla gioia!  

IIº

Alle corse, alle gare...

Sia qui lieto ogni volto, ogni cor.

TUTTI

Figlia, sposa, signora del mare

è Venezia un sorriso d'amor.

CORO

Come specchio l'azzurra laguna

le raddoppia il fulgore del dì.

IIº

Le sue notti inargenta la luna,

né le grava se il giorno sparì.

TUTTI

Alle gioie, alle corse, alle gare,

sia qui lieto ogni volto, ogni cor.

Figlia, sposa, signora del mare,

è Venezia un sorriso d'amor.

 

Scena seconda

Detti, Loredano e Barbarigo mascherati a parte.

<- Loredano, Barbarigo

 

BARBARIGO

Ve'! Come il popol gode...  

LOREDANO

A lui non cale,

se Foscari sia Doge o Malipiero,

amici... che s'aspetta?...

(si avanza fra il popolo)

Le gondole son pronte, omai la festa

coll'usata canzone incominciamo.

CORO

Sì, ben dicesti... allegri, orsù cantiamo.

 
(tutti vanno alla riva del mare coi fazzoletti bianchi e coi gesti animano i gondolieri colla seguente barcarola)

TUTTI

Tace il vento, è quieta l'onda;  

mite un'aura l'accarezza...

déi mostrar la tua prodezza,

prendi il remo, o gondolier.

La tua bella dalla sponda

già t'aspetta palpitante;

per far lieto quel sembiante

voga, voga, o gondolier.

Fendi, scorri la laguna,

che dinanzi a te si stende;

chi la palma ti contende

non ti vinca, o gondolier.

Batti l'onda e la fortuna

assecondi il tuo valore...

Alla bella vincitore

torna lieto, o gondolier.

 

Scena terza

Detti. Escono dal Palazzo ducale due Trombettieri seguiti dal Messer grande. I Trombettieri suonano, ed il Popolo si ritira. Anche i battelli scompariscono dal canale, ove si avanza una galera, su cui sventola il vessillo di S. Marco.

<- due trombettieri, messer grande

due trombettieri ->

 
[N. 14 - Scena e aria]

 N 

POPOLO

(udite le trombe)  

La giustizia del leone!...

Finché passi... via di qua.

(si ritirano e si tengono a molta distanza)

 

BARBARIGO

Di timor non v'ha ragione!

LOREDANO

Questo volgo ardir non ha.

 

Scena quarta

Sbarca dalla galera il Sopracomito, a cui il Messer grande consegna un foglio. Dal ducale palazzo poi esce lentamente fra i Custodi Jacopo Foscari, seguìto da Lucrezia e dalla Pisana.

<- sopracomito, Jacopo, custodi, Lucrezia, Pisana

 

JACOPO

Donna infelice, sol per me infelice,  

vedova moglie a non estinto sposo,

addio... fra poco un mare

tra noi s'agiterà... per sempre!... Almeno

tutte schiudesse ad ingoiarmi... tutte

le sirti del suo seno.

LUCREZIA

Taci, crudel, deh taci!

JACOPO

L'inesorabil suo core di scoglio,

più di costor pietoso,

frangesse il legno, ed una pronta morte

quest'esule togliesse

al suo lento morire...

Paghi gli odi sariano e il mio desire.

LUCREZIA

E il padre? e i figli? ed io?

JACOPO

Da voi lontano è morte il viver mio.

 

 

All'infelice veglio  

conforta tu il dolore,

de' figli nostri in core

tu ispira la virtù.

A lor di me favella,

di' che innocente sono,

che parto, che perdono,

che ci vedrem lassù.

LUCREZIA

Oh ciel, s'affretti al termine

la vita mia penosa!...

JACOPO

Di Contarini e Foscari

mostrati figlia e sposa;

che te non veggan piangere:

gioire alcun ne può.

LUCREZIA

Ahimè! frenare i gemiti

di questo cor non so!

LOREDANO

(imperiosamente al Messer grande)

Messere a che più indugiasi?

Parta, n'è tempo omai.

LUCREZIA

Chi sei?

JACOPO

Chi sei?

LOREDANO

Ravvisami.

(si leva per un istante la maschera)

JACOPO

Oh ciel, chi veggio mai!...

Il mio nemico demone!

LUCREZIA E JACOPO

Hai d'una tigre il cor!

 

JACOPO

Ah padre, figli, sposa,

a voi l'addio supremo!

In cielo un giorno avremo

mercé di tal dolor.

LUCREZIA

Ah, ti rammenta ognora

che sposo e padre sei,

ch'anco infelice, déi

vivere al nostro amor.

BARBARIGO, PISANA E CORO

(Frenar chi puote il pianto

a vista sì tremenda!...

Troppo, infelici, è orrenda

tal pena ad uman cor!)

LOREDANO

(Comincia la vendetta

tant'anni desiata;

o stirpe abominata,

m'è gioia il tuo dolor!)

 
(Jacopo, scortato dal sopracomito e dai custodi, sale sulla galera, Lucrezia sviene tra le braccia di Pisana; Loredano entra nel palazzo ducale; Barbarigo s'avvia per altra strada; il popolo si disperde)

sopracomito, messer grande, Jacopo, custodi, Loredano, popolo, maschere, Barbarigo ->

 
 

Scena quinta

Gabinetto privato del Doge come nell'atto primo.
Il Doge entra afflitto.

 Q 

(nessuno)

<- Doge

 
[N. 15 - Scena ed aria finale]

 N 

DOGE

Egli ora parte!... Ed innocente parte!...  

Morte immatura mi rapia tre figli!...

Io, vecchio, vivo per vedermi il quarto

tolto per sempre da un infame esilio!...

Oh, morto fossi allora,

che quest'inutil pondo

(depone il corno)

sul capo mio posava!...

Almen veduto avrei

intorno a me spirante i figli miei!...

Solo ora sono!... e sul confin degli anni

mi schiudono il sepolcro atroci affanni.

 

Scena sesta

Detto e Barbarigo che entra frettoloso, recando un foglio.

<- Barbarigo

 

DOGE

Barbarigo, che rechi?...  

BARBARIGO

Morente

a me un Erizzo invia questo scritto;

da lui solo Donato trafitto

ei confessa, ed ogn'altro innocente...

DOGE

Ciel pietoso! Il mio affanno hai veduto!...

A me un figlio volesti renduto!

 

Scena settima

Detti e Lucrezia desolata.

<- Lucrezia

 

LUCREZIA

Ah, più figli, infelice, non hai...  

Nel partir l'innocente spirò...

DOGE

Ed io il cielo placato sperai!

Me infelice! Più figli non ho!

(si abbandona sul seggiolone)

LUCREZIA

Più non vive!... l'innocente

s'involava a' suoi tiranni;

forse in cielo degli affanni

la mercede ritrovò.

Sorga in Foscari possente

più del duolo or la vendetta...

Tanto sangue un figlio aspetta,

quante lagrime versò.

(parte)

Lucrezia ->

 

Scena ottava

Detti, ed un Servo.

<- Servo

 

SERVO

Signor, chiedon parlarti i dieci...  

DOGE

I dieci!...

(Che bramano da me?...)

Entrino tosto...

(al Servo che esce)

Servo ->

 

A quale onta novella

mi serbano costoro?...

(siede)

 

Scena nona

Detto, Barbarigo ed i Membri del Consiglio dei dieci e Giunta, fra i quali è Loredano, che gravemente entrano e dopo inchinato il Doge, se gli dispongono intorno.

<- membri del Consiglio, membri della Giunta, Loredano, una persona

 

DOGE

O nobili signori,  

che si chiede da me?... V'ascolta il Doge...

(si ripone in capo il corno ducale)

LOREDANO

Concedi in pria che teco

dividiamo il dolor pe un evento

a tutti noi funesto...

DOGE

Non più... non più di questo...

LOREDANO

Che?... L'omaggio ricusi ed il rispetto?...

DOGE

Come si dée gli accetto...

Seguite pur... seguite...

LOREDANO

Il Consiglio convinto ed il senato,

che gli anni molti e il tuo grave dolore,

imperïosamente

ti chieggono un riposo, ben dovuto,

della patria a chi tanto ha meritato,

dalle cure ti liberan di Stato.

DOGE

Signori!... ho ben intesto?...

LOREDANO

Avrai splendido censo...

DOGE

E questo un sogno io penso!...

LOREDANO

Uniti or qui ne vedi

a ricever da te l'anel ducale...

DOGE

Da me non l'otterrà forza mortale!...

(alzandosi impetuoso)

Due volte in sette lustri,

dacché Doge qui seggo, ben due volte

chiesi abdicare, e me 'l negaste voi...

Di più... a giurar fui stretto...

che Doge morirei...

Io, Foscari, non manco a' giuri miei.

 

CORO

Cedi, cedi, rinunzia al potere  

o il leone t'astringe a obbedir.

 

DOGE

Questa è dunque l'iniqua mercede,    

che serbaste al canuto guerriero?

Questo han premio il valore e la fede,

che han protetto, cresciuto l'impero?...

A me padre un figliuolo innocente

voi strappaste, o crudeli, dal cor!...

A me Doge pe' gli anni cadente

or del serto si toglie l'onor!

S

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CORO

Pace piena godrai fra tuoi cari;

cedi alfine, ritorna a' tuoi lari.

DOGE

Fra miei cari?... Rendetemi il figlio:

desso è spento... che resta?...

CORO

Obbedir.

DOGE

Che venga a me, se lice,

la vedova infelice...

(uno esce)

una persona ->

 

A voi l'anello... Foscari

più Doge non sarà.

(consegna l'anello ad un Senatore)

CORO

Tosto la gemma infrangasi.

LOREDANO

Deponi ogn'altra insegna...

(va per togliergli di capo il corno ducale)

DOGE

Non mi toccare o misero...

n'è la tua destra indegna.

(consegna il corno ad altro senatore; un terzo lo spoglia del manto)

 

Scena ultima

Detti e Lucrezia.

<- Lucrezia

 

LUCREZIA

Padre... mio prence...  

DOGE

Principe!

Lo fui, or più no 'l sono...

Chi m'uccideva il figlio

ora mi toglie il trono...

Vieni: partiam di qua.

(prende per mano Lucrezia e s'avvia, quando è colpito dal suono della campana)

 

Che ascolto!... Oh ciel! Salutano

me vivo un successor!

LOREDANO

(avvicinandosi al Doge con gioia)

In Malipier di Foscari

s'acclama il successor.

BARBARIGO E CORO
(a Loredano)

Taci, abbastanza è misero;

rispetta il suo dolor.

LUCREZIA

(Oh cielo! Già di Foscari

s'acclama il successor!)

 

DOGE

(Quel bronzo fatale

che all'alma rimbomba,

mi schiude la tomba...

fuggirla non so.

D'un odio infernale

la vittima sono...

Più figli, più trono,

più vita non ho!)

LUCREZIA

(Il bronzo fatale

che intorno rimbomba,

com'orrida tromba

vendetta suonò!)

(al Doge)

Nell'ora ferale

sii grande, sii forte,

maggior della sorte

che sì t'oltraggiò.

LOREDANO

(Quel bronzo fatale

che intorno rimbomba

com'orrida tromba

vendetta suonò.

Quest'ora ferale

bramata dal core,

più dolce fra l'ore

alfine suonò.)

BARBARIGO E CORO
(tra loro)

Tal suono fatale,

che al vecchio rimbomba,

più presto la tomba

dischiudergli può.

Ah troppo ferale

quest'ora tremenda;

la sorte più orrenda

su desso gravò.

 

DOGE

Ah morte è quel suono!

LUCREZIA

Fa core...

DOGE

Mio figlio!

(cade morto)

 

LOREDANO

Pagato ora sono!

(scrivendo sopra un portafogli che trae dal seno)

TUTTI

D'angoscia spirò!

 

Fine (Atto terzo)

Atto primo Atto secondo Atto terzo

Antica Piazzetta di San Marco; di fronte vedesi l'isola dei Cipressi, ora San Giorgio; il sole volge all'occaso.

(il canale è pieno di battelli che vanno e vengono)

 
<- popolo, maschere

[N. 13 - Introduzione e barcarola]

popolo, maschere
<- Loredano, Barbarigo

(Loredano e Barbarigo mascherati a parte)

Ve'! Come il popol gode... / A lui non cale

Coro, Loredano, Barbarigo
Tace il vento, è quieta l'onda
popolo, maschere, Loredano, Barbarigo
<- due trombettieri, messer grande

(i battelli scompariscono dal canale, si avanza una galera)

popolo, maschere, Loredano, Barbarigo, messer grande
due trombettieri ->

[N. 14 - Scena e aria]

(popolo e maschere si ritirano e si tengono a molta distanza)

 
popolo, maschere, Loredano, Barbarigo, messer grande
<- sopracomito, Jacopo, custodi, Lucrezia, Pisana

Donna infelice, sol per me infelice

Jacopo, Lucrezia, Loredano
All'infelice veglio

(Lucrezia sviene tra le braccia di Pisana)

Lucrezia, Pisana
sopracomito, messer grande, Jacopo, custodi, Loredano, popolo, maschere, Barbarigo ->

Gabinetto privato del Doge.

 
<- Doge

[N. 15 - Scena ed aria finale]

Egli ora parte!... Ed innocente parte!...

Doge
<- Barbarigo
Doge, Barbarigo
<- Lucrezia
Doge, Barbarigo
Lucrezia ->
Doge, Barbarigo
<- Servo

Signor, chiedon parlarti i Dieci...

Doge, Barbarigo
Servo ->

Doge, Barbarigo
<- membri del Consiglio, membri della Giunta, Loredano, una persona

O nobili signori

Coro, Doge, Loredano
Cedi, cedi, rinunzia al potere
 
Doge, Barbarigo, membri del Consiglio, membri della Giunta, Loredano
una persona ->
 
Doge, Barbarigo, membri del Consiglio, membri della Giunta, Loredano
<- Lucrezia
Lucrezia, Doge, Loredano, Barbarigo e Coro
Padre... mio prence / Principe!

(suono della campana)

 

(il Doge cade morto)

 
 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Scena ottava Scena nona Scena ultima
Sala nel palazzo Ducale di Venezia; di fronte veroni gotici, da' quali... Atrio superiore nel palazzo Foscari; vi sono varie porte all'intorno con sopra ritratti dei procuratori,... Sala come alla prima scena Gabinetto privato del Doge; una gran tavola coperta di damasco, sopra una lumiera d'argento; una scrivania e... Le prigioni di stato; la poca luce entra da uno spiraglio praticato nell'alto del muro. Sala del Consiglio dei dieci. Antica Piazzetta di San Marco; di fronte vedesi l'isola dei Cipressi, ora San Giorgio; il sole volge... Gabinetto privato del Doge.
[N. 1 - Preludio] [N. 2 - Coro d'introduzione] [N. 3 - Scena e cavatina] [N. 4 - Scena, coro e cavatina] [N. 5 - Coro] [N. 6 - Scena e romanza] [N. 7 - Scena e duetto, finale I] [N. 8 - Preludio, scena e preghiera] [N. 9 - Scena e duetto] [N. 10 - Scena, terzetto e quartetto] [N. 11 - Coro] [N. 12 - Scena e finale II] [N. 13 - Introduzione e barcarola] [N. 14 - Scena e aria] [N. 15 - Scena ed aria finale]
Atto primo Atto secondo

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