Atto terzo

 

Scena prima

Luogo pubblico di regio tribunale, con trono, e diversi sedili e scalinate, che corrispondono a varie parti del regal palazzo.
Tomiri, Policare da due parti, senza vedersi.

 Q 

<- Tomiri, Policare

 

TOMIRI E POLICARE

Quanto fiero,  

nume arciero,

tu avveleni la dolcezza

con l'asprezza

del rigor!

Sfondo schermo () ()

 

TOMIRI

(Ah Tigrane!...)  

POLICARE

(Ah Tomiri...)

TOMIRI

(T'amo e vuoi la mia morte!)

POLICARE

(T'adoro, e tu schernisci un fido core!)

TOMIRI

(O perversa mia sorte!)

POLICARE

(O iniquo amore!)

 

POLICARE

Reina, a tuoi bei lumi,  

da cui l'anima mia tragge il respiro,

riverente m'inchino.

TOMIRI

Altro ne' lumi miei veder non puoi,

che lampi di furor, fulmini d'ira.

POLICARE

Come, mio ben! Che dici?

TOMIRI

Son accesa, e sdegnata,

infierita, agitata...

POLICARE

E io che peccai?

TOMIRI

E come tu non sai

dell'empio traditor, del tradimento?

POLICARE

(Respiro!) Egl'è in tua mano.

TOMIRI

Or, che giudice sono, amor non sento.

Qui aspetto il reo per decretar sua pena.

POLICARE

Giustizia il vuole.

TOMIRI

(E amore il cor mi svena!)

 

Scena seconda

Meroe, e poi Doraspe, e detti.

<- Meroe

 

TOMIRI

Ecco l'egizia: in questa  

abbraccio di mia vita il forte scudo.

(abbraccia Meroe)

POLICARE

Ammiro il tuo valor, la sua gran fede!

MEROE

Feci ciò, ch'io dovea. (Sciocca se 'l crede!)

(Tomiri si siede)

<- Doraspe

DORASPE

Tomiri, al duce infido,

nuovo delitto aggiungi.

TOMIRI

E qual?

DORASPE

Rimira

qual perfida congiura

a' danni tuoi cospira.

(le dà un foglio)

TOMIRI

O mio dolore!

(Più ch'il bramo innocente, è traditore!)

MEROE

(Ah! Fu scoperto il foglio!)

POLICARE

Immobil resto!

MEROE

(Anco al primo dolor s'aggiunge questo!)

TOMIRI

Policare: tu 'l leggi.

MEROE

(O me infelice!)

POLICARE

Son pronto ad ubbidir.

TOMIRI

Sentiam che dice.

POLICARE
(legge)

«A Milziade, de' Persi invitto duce.

Con tuoi fidi guerrieri entra sicuro

nei scitici confini: inoltra il passo

sotto mentite spoglie; e qui ne vieni,

per compir la vendetta,

dovuta al morto Ciro.

Già da' nostri custodi

libero il passo avrai: nulla temere,

che di fé venir meno

già non puote. Tigrane il prence armeno.»

MEROE

O mio dolor! Che sento!

TOMIRI

E questo ancor di più! Sì sventurata

son io! Così tradita

con doppio eccesso!

POLICARE

Affretta

la tua giusta vendetta.

TOMIRI

(Oh amore... oh dio...

ahi, che parla tacendo il dolor mio!)

 

Scena terza

Tigrane con Guardie, e suddetti.

<- Tigrane, guardie

 

TOMIRI

Fiero mio traditor: vieni sì qui;  

e già, ch'il primo eccesso

discolpar tu non vuoi: almen procura

dal secondo salvarti.

Leggi: quest'è tuo foglio?

(gli dà il foglio, che riceve con disprezzo)

TIGRANE

È mio.

TOMIRI

(Che grande

detestabil coraggio!)

MEROE

(Oh me infelice!)

TOMIRI

Tu lo firmasti?

TIGRANE

E chi te 'l niega.

TOMIRI

E questo,

pur non è tuo sigillo?

TIGRANE

È mio sigillo.

TOMIRI

A Milziade non scrivi?

TIGRANE

Il tutto è vero.

MEROE

(Oh mio destin severo!)

TOMIRI

Per offrir il mio sangue al morto Ciro!

TIGRANE

Nulla saprei negar: ma qual mancanza

questo può dirsi in me?

TOMIRI

Qual di tua mente

delirio è questo! Almeno

fammi veder, che l'alma tua pentita

qualche rimorso sente!

TIGRANE

Rimorso? E qual rimorso a un innocente!

DORASPE

(Par, che trasogni, o è stolto!)

POLICARE

(I falli accetta,

e innocente si chiama!)

TOMIRI

Più l'ira mi si accende:

come innocente?

MEROE

(E pur niun l'intende.)

TOMIRI

Tu tentasti svenarmi:

osasti di tradirmi...

TIGRANE

Ti confessai.

TOMIRI

Dunque, sei traditor, spergiuro, ingrato,

indegno di pietade, e di perdono.

TIGRANE

Tutte accetto le colpe; e reo non sono.

TOMIRI

Ma se reo tu non sei,

palesa l'innocenza.

TIGRANE

Il palesarla,

privo d'onor mi renderebbe.

TOMIRI

Oh! dio!

Questi enigmi crudeli, almen da voi

siano disciolti, o regi, or, ch'io vi cedo

del giudice infelice

il supremo poter.

POLICARE

Dunque risponda

al parlar nostro.

DORASPE

E vinto resti il reo.

MEROE

(Cieli, che far degg'io?)

(si ritira appassionata, ed afflitta)

 

TIGRANE

Tanto vuoi presumete,  

che 'l giudizio accettate?

Ah! che Tomiri è quella

che sol giudice io bramo?

TOMIRI

(Perché forse saprà, ch'ancora io l'amo.)

POLICARE

Che superbia fastosa!

DORASPE

Che temerario ardir!

TIGRANE

Ma già, che voi

mie risposte attendete; ecco rispondo

questo, ch'a terra io spargo infranto foglio.

(lacera il foglio)

Dica, ch'io lo vergai,

non per tradir, ma per salvar Tomiri:

e se 'l forte mio braccio

parve aspirar de la sua morte al vanto:

solo la fedeltà mi spinse a tanto.

TOMIRI

Egli è fuor di sé stesso!

POLICARE

Vane son le discolpe.

DORASPE

Egli vaneggia!

TOMIRI

Giacché ostinato sprezzi

mia pietà, mia clemenza, e morir vuoi,

olà! condotto ei sia donde il toglieste,

sin, che la pena al suo fallir prescriva.

TIGRANE

Mora Tigrane, e la sua fé sol viva.

 

È delitto l'apparenza,  

ma confido a l'innocenza,

che per me risponderà.

Benché infido sembra il core,

sarà chiaro il mio candore

la mia bella fedeltà.

 
(parte con le guardie)

Tigrane, guardie ->

 

Scena quarta

Tomiri, Policare, e Doraspe.

 

TOMIRI

In qual cupo ocean d'onde voraci  

s'aggira il mio pensier!

POLICARE

Tardar non lice,

alta regnante: io qui ti lascio: scrivi,

eguale a' falli suoi l'aspra sentenza:

che non sempre è virtù l'usar clemenza.

 

Sfoga pur tuo giusto sdegno,  

poi ricordati del mio amor.

Fa' vendetta dell'indegno,

poi da' pace all'afflitto cor.

Policare ->

 

Scena quinta

Doraspe, e Tomiri.

 

DORASPE

Reina: io ti compiango, io so qual pena  

sia scoprir traditor, chi pria si crede

nido di fedeltà; ma tal dolore

non ritardi il castigo.

TOMIRI

(O fato! O amore!)

 

DORASPE

Fa' che mora il fellone, l'ingrato;  

e poi pensa ch'io moro per te.

Sia la pena, ch'ei cada svenato:

sia tuo vanto gradir la mia fé.

Doraspe ->

 

Scena sesta

Tomiri, e Meroe.

 

TOMIRI

Del tradimento, egizia,  

del traditor, che dici?

MEROE

Ch'ei non morrà!

TOMIRI

Donde il comprendi?

MEROE

Il veggo

negl'occhi tuoi, e nel mio core il leggo.

TOMIRI

Sì: perché sai, ch'io l'amo;

ma se perdon non chiede;

senza far noto il mancamento mio,

salvar come il poss'io?

MEROE

Quando ciò fia, riserbo un tal valore,

ch'a lui salvi la vita, e a te l'onore.

TOMIRI

E come?

MEROE

Un certo incanto...

TOMIRI

Deh! Me 'l palesa.

MEROE

Il dirlo

invalido il faria.

(Questo lo serbo in palesar, ch'io sia.)

TOMIRI

Dunque, prima si tenti a tuoi consigli,

svegliarlo al pentimento, e a far palese

la cagion di sue colpe, e se fia vano,

oprar potrai l'incanto.

Pensa, che s'egli more,

dal tormento svenata,

è certa la mia morte.

MEROE

(Ah Scellerata!)

TOMIRI

Va', mia fida, e gli svela

l'ardor di questo sen... no ti ricorda

dell'onor mio... sì dirgli potresti...

MEROE

Che?

TOMIRI

Di'... non so, che dir: già m'intendesti.

MEROE

Io tutto eseguirò (ma sol quel tanto,

che della mia vendetta aspira al vanto.)

 

Salverò nel tuo diletto,  

il tuo affetto,

ed il tuo onor.

Io farò, che 'l tradimento

resti spento

nell'amante

col sembiante

d'un novello traditor.

Meroe ->

 

Scena settima

Tomiri sola.

 

 

Oh dio! Chi sa, se tutto,  

fedel saprà ridir quant'io le imposi?

Ah! sì, che l'amor mio

vuol, ch'io vada colà, dov'altri invio...

E l'onore? Il dover? Lo scettro? Il regno?

Lungi tanti riflessi:

io da nascosta parte,

suoi detti ascolterò, benché dovessi

scettro, onor, vita, e regno

perdere in un sol punto.

Amor, vedi a qual passo or tu m'hai giunto.

 

Taci onor,  

più non t'ascolto;

mio dover

più non ti sento:

solo amor,

col mio tormento,

fanno scorta al dubbio piè.

Il rossor

che copre il volto,

vo' goder

del mancamento,

che salvar non posso in me.

Tomiri ->

 
 

Scena ottava

Appartamento di Tigrane con porte, e portiere.
Tigrane, e poi Meroe.

 Q 

Tigrane

 

TIGRANE

Bella sorte,  

m'è la morte,

se si more,

per amore,

e fedeltà.

 

<- Meroe

MEROE

Idol mio, tanto amore  

mai non credei trovar in te: le prove

son troppo illustri.

TIGRANE

Ah! cara,

qual più nobil piacer d'esser fedele?

MEROE

Ma sin, che l'esser tal non sia crudel.

TIGRANE

Come?

MEROE

Creder tu puoi,

ch'esposto io qui ti lasci

sino al morir?

TIGRANE

Ma, che pretendi?

MEROE

Tanto

chiedi in me di viltà, che per salvarti,

io non mi scopra?

TIGRANE

O dio!

Viene amica, o nemica? A me sol basta

di due grazie il bel don.

MEROE

Questo qual sia?

TIGRANE

Una, che nel tuo regno,

senza svenar Tomiri,

(sol per salvezza tua) pronta ritorni.

L'altra, che dopo morto, a' Sciti, al mondo,

del mio cor l'innocenza

facci palese...

 

Scena nona

Tomiri da dietro una portiera, e detti.

<- Tomiri

 

TOMIRI

(A tempo giungo.)  

MEROE

Ah! tali

pensier ne vadan lungi: a te sol basta,

per fuggir dal periglio,

chieder perdono.

TIGRANE

Or questo

troppo rossor mi recheria.

TOMIRI

(L'ingrato

è nel primo pensier sempre ostinato!)

MEROE

Tu già reo t'accusasti,

per convinto ti desti.

TOMIRI

(Che mai risponderà?)

TIGRANE

Sogni son questi.

(s'accorge di Tomiri)

È qui Tomiri.

MEROE

O dèi!

TIGRANE

Taci, non ti smarrir. Egizia, invano,

tante ragioni adduci.

Vanne a Tomiri, e dille,

ch'io son reo senza colpa,

che traditor io son, perché son fido:

che morte aspetto, e che perdon non voglio;

dille infin, che rimorso, o pentimento,

né men per ombra, in questo petto io sento.

 

TOMIRI

(Più non posso, mi scopro.) Or giacché giunge  

tua perfidia a l'estremo; ancor vogl'io,

a l'estremo che giunga

la mia clemenza.

(a Meroe a parte)

Dimmi:

palesasti, ch'io l'amo?

MEROE

(a Tomiri a parte)

In questo punto

dir lo volea; ma tu giungesti. (Nulla

ella dunque sentì.)

TIGRANE

La mia sovrana

in questo loco?

TOMIRI

Ancor così tradita,

in onta mia, ti vo' salvar la vita.

Per quella porta fuggi:

nel tuo cielo ritorna:

e involati al castigo a te dovuto.

TIGRANE

Vo' l'onor sol meco, e ciò rifiuto.

TOMIRI

Or questo è troppo! Al tuo morir ti lascio,

giacché morir tu vuoi, mori, crudele:

ma sappi almen (per mio rossor) che teco

anch'io morrò; decreti

d'empi fati son questi:

andiamne egizia, il traditor qui resti.

TIGRANE

La morte è mio contento.

MEROE

O mio fiero destino! O mio tormento!

 

TOMIRI

Giacché sdegni la clemenza,  

mori, ad onta del mio cor.

MEROE

Fa' palese l'innocenza,

non morir da traditor.

Tomiri, Meroe ->

 

Scena decima

Tigrane solo.

 

 

Vanne pur, che a ragione  

tu mi condanni, ed il tuo onor lo deve;

ma io, che nel mio core,

di fedeltà, d'amore ho il vanto impresso,

di morire non curo,

pur, che a l'onor si viva,

e che l'impegno a vanto mio s'ascriva.

 

Il fiero aspetto  

d'orrenda morte,

con petto

forte,

incontrerò.

E sol sent'io,

che 'l cor mi svena

l'acerba pena,

che l'idol mio

lasciar dovrò.

Tigrane ->

 
 

Scena undicesima

Giardino regale.
Meroe, e Orcone.

 Q 

Meroe, Orcone

 

ORCONE

Dunque, già risolvesti  

di scoprirti a Tomiri?

MEROE

Tanto vuole la fede

d'un'alma innamorata.

ORCONE

Questo è desio d'un'alma disperata.

MEROE

Giacché sull'inimica

non cadde il colpo, a vendicar mio padre,

in me sol cada! per salvar l'amante.

Pur che soccorso al mio fedel s'appresti,

sì, mora Meroe invendicata resti.

ORCONE

Oh! Maledetta sorte!

dunque venn'io per pianger la tua morte?

MEROE

Non più, che 'l mio morire

sarà mio pregio, e vanto.

ORCONE

Misero me! Già m'è venuto il pianto!

Orcone ->

 

MEROE

Sussurrando, il venticello,    

par, che dica: è caro, è bello

il morire per amor.

Pur, che viva il mio diletto,

de la morte il fiero aspetto

sarà gioia a questo cor.

S

Sfondo schermo () ()

Meroe ->

 

Scena dodicesima

Tomiri, e Policare.

<- Tomiri, Policare

 

POLICARE

Reina...  

TOMIRI

Che reina?

Sono un angue, una furia, un mostro rio,

(Ah! Infelice amor mio!)

POLICARE

Che t'affanna mio ben!

TOMIRI

Sento nel core

un vivo inferno. (Ah! Mio infelice amore!)

POLICARE

Deh! Ti placa, mia vita; un regio petto

sì debole non sia, ch'in sé racchiuda

tanto dolor, quando ha poter, che basti

a vendicar suoi torti.

TOMIRI

Ah! Che inutili sono i tuoi conforti.

POLICARE

(Gelosia, tu mi uccidi!) E come, o bella,

mia ragion non t'appaga?

TOMIRI

Troppo acerba, e crudele, è la mia piaga.

POLICARE

(Ahimè!)

TOMIRI

(Stolta, che dissi?) E ti par poco

veder un reo, che i suoi delitti accusa,

e deride il poter d'alma regnante?

POLICARE

Decreta, ch'egli mora...

TOMIRI

Sì, mora (Ah! Che no 'l soffre il core amante.

 

Sì, l'indegno, cada, pera,  

mora l'empio traditor.

Ma pietosa, e non severa,

pur mi vuole il dio d'amor.

Tomiri ->

 

Scena tredicesima

Policare solo.

 

 

Agitata mia mente, a qual pensiero  

appigliar ti saprai?

E come oprar può mai

di vendetta, un desio sì strani effetti?

Vi credo, o no, gelosi miei sospetti?

No, creder non vi voglio,

e qui, tra l'erbe, e i fior, tra rivi, e piante

te invoca l'alma amante,

bella speranza mia: deh? Menzognera

non esser sempre a un cor, che spera.

Sfondo schermo ()

ECO

Spera.

POLICARE

Chi mi dice, spera?

ECO

Spera.

 

POLICARE

Spera un'eco mi risponde?  

E quell'onde,

mormorando,

par che temprino il mio duolo!

E cantando

il rosignolo,

pur accresce il mio sperar.

E da un'eco lusinghiera,

da un vezzoso ruscelletto,

e da un musico augelletto,

trova pace il mio penar.

Policare ->

 

Scena quattordicesima

Orcone vestito da dottor Graziano; e poi Dorilla, vestita da Zaccagnino.

<- Orcone

 

ORCONE

Ovidio un chiacchierone!  

No è ver: con ragione

scritto lasciò, che tanti antichi numi,

per le amorose loro

cangiar forma, e costumi;

e lasciando il decoro, e la modestia,

giunser puranco a trasformarsi in bestia.

Eccone in me la prova:

quel bel musin di zuccaro m'ha tratto,

in questa foggia nova a far da matto.

Ma io lo fo con gusto,

ch'ancor essa per me fa le pazzie.

Ecco che vien.

 

<- Dorilla

DORILLA

(Il riso mi flagella!)  

Deh, car ol me duttur.

ORCONE

O quanto è bella!

DORILLA

Presto andiamo al festino.

ORCONE

Qui verranno le maschere fra poco.

DORILLA

Aspettiamo un tantino:

ed in tanto, sediamci in questo loco.

ORCONE

Cara la mia bellina,

cosa fala? Cmod stala?

Cosa disla? Cos hala?

La digga la me bella Zaccagnina?

DORILLA

Ah dig mi, che sto be.

Ma desim u tanti,

desim: che vo voli d'ol fagh me?

ORCONE

Cosa disivo mo'?

No sgnora, ch'las llassa pur srvir:

mi son servidor so.

Mi n'ho lengua per dir

quant'a sippa ubligà

a un eccess aqsi grand dla so buntà.

DORILLA

O bene! E viva al certo! Il mio desio

d'allegrezza si sazia.

ORCONE

O spiritello mio,

tu mi fai liquefar con tanta grazia!

Es tu pulchram, pulchrissimam.

Idest bellam, bis, terque:

formosam, formosissimam,

bis, ter, iterum ter, terque, quaterque.

DORILLA

Sai tu parlar latino?

ORCONE

Maxime: a son mestron.

DORILLA

(O com'è babuino!)

ORCONE

Cancarla son un altr' Zizeron.

DORILLA

(Che spasso singolare!)

Sei un gustoso umore.

ORCONE

S'hai gusto d'imparare,

tu sarai dottoressa, ed io dottore.

DORILLA

Un tempo l'imparai,

e ne so qualcosetta.

ORCONE

O ben se tu starai

sotto la sferza, io ti farò perfetta.

Esaminart'io bramo.

DORILLA

(O che riso mi viene!)

ORCONE

Che vuol dir: ego amo.

DORILLA

«Io amo» viene a dir.

ORCONE

Victorlo bene!

Radiantis ocellulis;

vestram lucem,

perbellulam, mirificam,

scintillosque perbellulis,

faciunt te plusquam bellam, et magnificam.

Questo intender no 'l puoi,

ch'è stile proprio ciceroniano,

ma se capir lo vuoi,

io te lo spiego.

DORILLA

(O che cervello strano!)

Con gusto il sentirò.

ORCONE

Tu lo ripeti, ed io lo spiegherò!

DORILLA

(È tempo di contenti.)

ORCONE

Radiantis ocellulis...

DORILLA

Radiantis ocellulis...

ORCONE

Vestram lucem, perbellulam, mirificam...

DORILLA

Vestram lucem, perbellulam, mirificam...

Che vuol dire?

ORCONE

Vuol dire: occhi splendenti,

vostra luce arcibella, ed ammirabile.

DORILLA

Intesi io bene, o ben lei troppo amabile!

ORCONE

Scintillosque perbellulis...

DORILLA

Scintillosque perbellulis...

ORCONE

Faciunt te plusquam bellam, et magnificam.

DORILLA

Faciunt te plusquam bellam, et magnificam.

Dice in nostra favella?

ORCONE

E le belle scintille, ed ammirande,

ti fanno assai più bella, assai più grande.

DORILLA

O quanto il cor ne gode!

(Spropositi a bizzeffe!)

ORCONE

Occhi carini,

è tutta vostra lode,

occhi belli, occhi ladri, occhi assassini.

 

Cancaron, cancaronaz!    

Uli-vù, car al mi cor,

al duttor

pr marì?

Ch'anc mi

a vui pr muier.

Guard'al mi zentil mustaz,

guardal pur,

ch'ai te sur,

ch'aiè cosa da uder.

S

 

DORILLA

Onbé! Ch'em desie vo?  

Afid vo v'inganné! Ol lenguazù!

Guardè! Mi digh de no?

Mò no la vuos intend sta canzù?

ORCONE

Cos'ela mo' sta cosa?

Mo' l'hoia strapazza, al mi

tasi, me graziosa.

Tasi, cos'hala, an far tant armor.

DORILLA

Che partendef da mi?

Mi la vuoi iusì.

ORCONE

Eh, ch'an iè mò rason.

DORILLA

La sto de mala voia, in conclusiù.

ORCONE

Ma la dov'è la mò la compassion?

DORILLA

Mò cacher! Tout de lì: che compassiù?

Tout de lì, ah te digh:

tasi, babbiù, mi no't stim u figh.

ORCONE

Tu burli, o fai da vero? Ah gioia mia,

che parole son queste?

Se non è burla, adesso butto via

la maschera, e la veste...

DORILLA

(O bella caccia!)

ORCONE

E mi darò cinquanta pugni in faccia.

DORILLA

Non piangere, cos'hai?

Parlai da Zaccagnina.

ORCONE

E da Dorilla?

DORILLA

È certo, ch'io burlai.

ORCONE

O la mia pupulina!

Donca havi vu de mi compassion?

DORILLA

Mi sì: alligher.

ORCONE

O bon, bon bon bon, bon.

DORILLA

Mò sentì, ol me duttur.

Mi ti vuoi imparà de fa l'amur.

 

Dos la sta la innamorà,  

ol so bello sa iosì;

al la mira pasezzand,

manezzand ol cappeli:

po' ghe dise, sospirand:

cospettù, cospetunaz.

Co la man al pistolis,

po ghe dis: car ol me bè,

consolè,

o poveret me mostaz.

 

ORCONE

Qui non ci voglion tante ciancianfruscole:  

ora lo spiego, a lettere maiuscole.

DORILLA

Che?

ORCONE

Quel, che non intendi, o mio tesoro.

DORILLA

Che intender degg'io?

ORCONE

Che per te peno, spasimo, avvampo, e moro.

DORILLA

Or senti, Orcone mio:

il tuo garbo m'alletta;

e ti vo' per marito.

ORCONE

O mia diletta!

A noi la mano.

DORILLA

Ecco la mano, e 'l core.

ORCONE

O mia bella...

DORILLA

O mio ben...

DORILLA E ORCONE

Mio dolce amore.

 

ORCONE

Che allegrezza...  

DORILLA

Che dolcezza...

DORILLA E ORCONE

Sento in petto.

ORCONE

Mia vezzosa...

DORILLA

Mio diletto...

ORCONE

Cancaron, cancaronaz!

DORILLA

Cuspetù, cuspetunaz!

 

 

O che gioia...

ORCONE

O che piacer...

DORILLA

Bel marì...

ORCONE

Cara moier...

DORILLA E ORCONE

O', ch'ol mir ol to mostaz!

Mo' ch'al guard al tò mustaz!

 

<- maschere

ORCONE

Le maschere son qui.  

DORILLA

O ben! Un poco,

amici, in questo loco

proviam il nostro ballo, e poi suonando

andarem al festin tutti ballando.

 
(ballano con le maschere)
 
 

Scena quindicesima

Gran portico imperiale, che per diversi colonnati, introduce a vari appartamenti, con un pilastro, eretto nel mezzo, e trono per Tomiri, che (all'uso degli Sciti) assisterà alla morte di Tigrane.
Tomiri, e poi Doraspe.

 Q 

Tomiri

 

TOMIRI

Siamo nel punto estremo.  

 

<- Doraspe

DORASPE

Alta reina,

se no affretti al traditor la morte,

temo de' rischi tuoi.

TOMIRI

Che tema è questa?

(O novella funesta!)

Ecco, che giunge, ahi! Pena!

Ahi! Che in solo mirarlo, amor mi svena.

 

Scena sedicesima

Tigrane condotto da Guardie, e Popolo, e detti.

<- Tigrane, guardie, popolo

 

POPOLO

Mora Tigrane, il traditor de' Sciti.  

TOMIRI

(Poveri spirti miei, siete avviliti.)

TIGRANE

Morrà Tigrane, sì, e ciò, che sembra

immagin vil di tradimento, è vanto

d'impareggiabil fede

ch'avrà dal mio morir degna mercede.

TOMIRI

Sei vicino a la morte

e ancor di fede osi ostentar il vanto?

(Amor frenami il pianto.)

Dunque se reo non sei,

perché qual reo tu vuoi morir?

TIGRANE

Allora

che morto restarò, tu lo saprai.

TOMIRI

E chi favellerà?

TIGRANE

L'ombra onorata

de la mia fedeltate.

TOMIRI

(Alma ostinata!)

TIGRANE

(a Tomiri)

Che si tarda? Su via:

esca dal tuo bel cor! Pietà, clemenza

ch'han sospeso sin'or la morte mia.

Sì sì detta, o Tomiri,

senza più ritardar l'alto decreto:

sì, te n' priego, per quello

sangue, che tante volte io lieto sparsi,

spesso a tuo pro pugnando: io te ne priego

per queste del mio seno

gloriose ferite,

testimonio fedel del mio servire:

su via guerrieri, a voi, più non tardate.

(a' soldati)

Già Tomiri il comanda,

fate del vostro stral segno il mio seno;

e giacché il vostro duce,

che sì fedel vi resse, in odio avete,

su, ne le vene sue l'odio estinguete.

Ma sol pregar mi sia concesso, almeno,

che allor, che, dopo morte,

il vanto di mia fé sia chiaro a voi,

con ciglio solo addolorato, e pio,

spargete un sospir sol nel cener mio.

TOMIRI

(Ah! Mi si scoppia il core!

Il dilatar mi giovi.)

Gl'archi ammanite, e pronti

lo stral drizzate al segno; al freddo marmo

legato ei sia; s 'l cenno mio si attenda.

(Aspetterò l'Egizia, e se vien meno

al già promesso incanto,

misero cor, deh ti disciogli in pianto.)

 
(li soldati portano Tigrane a legarlo al pilastro)

TIGRANE

Lieto, costante, e forte,  

incontro quella morte,

ch'è vanto di mia fé.

E spero, che dirà

mia bella fedeltà

quel, che non sai da me.

 

Scena diciassettesima

Meroe, con abito da principessa, Orcone, e detti.

<- Meroe, Orcone

 

ORCONE

Ferma.  

MEROE

Lasciami, dico, ora mi svelo.

TIGRANE

(Meroe già si discopre! Ahi crudo cielo!

TOMIRI

Chi è costei!

MEROE

Ecco l'incanto, o donna:

Meroe son io, di Ciro unica figlia:

per sacrarti del padre a l'ombra illustre,

cangiai le regie spoglie...

TOMIRI

Empio ardimento!

TIGRANE

(Peggior di morte è questo duol, ch'io sento!)

Tomiri, ella t'inganna.

MEROE

Taci: Meroe fu quella,

che tentò di svenarti.

Tigrane ti difese: egli, mio amante,

e a te fedele, elesse

pria di morir, trofeo del tuo rigore,

che oscurar la sua fé, tradir l'amore.

Dunque io deggio morire.

DORASPE

(Incredibil successo!)

TOMIRI

E tu morrai.

(Datti pace mio cor.)

ORCONE

Già lo pensai.

TOMIRI
(a Tigrane)

Si sciolga il duce. Ora de' sensi tuoi

incomincio a capir le cifre ignote.

TIGRANE

(Quanto il destino a danno mio far puote!)

 

Scena diciottesima

Oronte, con foglio in mano, e detti.

<- Oronte

 

ORONTE

Reina, questo foglio,  

da' confini qui giunto,

mi diede Alarco.

TOMIRI

È nuovo tradimento?

ORONTE

Anzi è a favor del reo.

TOMIRI

(O mio contento!)

(legge)

«Milziade, il perso duce, allor, che a voi

un mio foglio darà, resti svenato:

tanto v'impon, con immutabil legge,

il prence armen, che le milizie regge.»

O candida innocenza, a torto offesa!

MEROE
(a Tigrane)

Dunque tu m'ingannasti?

TIGRANE

Rifletti a la mia fede, e ciò ti basti.

TOMIRI

Quella si leghi, e quella

si esponga a le saette.

Su, mora Meroe.

TIGRANE

(Oh dio!)

 

Scena ultima

Policare, Dorilla, e detti.

<- Policare, Dorilla

 

POLICARE

Gran novella, reina:  

Tigrane è figlio tuo.

TOMIRI

Come?

POLICARE

Sì, quello,

che Archinto si nomava.

TOMIRI

Ed in qual modo,

chiaro render lo puoi?

POLICARE

Lucrone istesso,

corsar, che lo rapì, da' miei vassalli

fatto prigion, morendo,

volle, che a te sia noto,

per messaggio, qui giunto in questo istante.

E aggiunge ancora, aver nel braccio destro

quella cifra regal, che i regi sciti,

imprimono a lor figli.

TOMIRI

Io tutta gelo, e avvampo!

TIGRANE

Io son fuor di me stesso!

DORASPE

Che impensato successo!

TOMIRI

Senza tardar s'osservi.

(confronta Tomiri il suggello regale col segno al braccio di Tigrane)

Ah! più dubbio non v'è: tu sei mio figlio:

figlio ti stringo al seno, or sì conosco

dell'occulto amor mio la forza ignota:

luce degl'occhi miei:

figlio t'abbraccio: Archinto mio tu sei.

TIGRANE

Madre, giacché un tal nome,

per mia felice sorte a te degg'io,

su la regal tua destra

bacio divoto imprimo.

Ma or, che madre sei, che figlio io sono,

genuflesso al tuo piede,

chiedo che Meroe mia

per diletta mia sposa a me si dia.

TOMIRI

Ceda a la mia gran gioia, e l'odio e l'ira.

Olà! Meroe si sciolga:

vieni t'abbraccio, o cara.

E del caro mio figlio,

già sei l'amata sposa.

TIGRANE

Adorato mio ben...

MEROE

Mio dolce amore...

MEROE E TIGRANE

Ti do la destra, e con la destra il core.

TOMIRI

Se a Policare devo

l'acquisto del mio figlio, ho ben ragione,

che, con Tomiri, abbia de' Sciti il trono.

TIGRANE

L'applaudo anch'io.

POLICARE

Quanto felice io sono!

DORASPE

Soffro in pace il mio fato.

DORILLA E ORCONE

Ancor noi siamo sposi.

ORONTE

O sorte amica! O giorno avventurato!

 

TUTTI

Viva, e regni la fede, e l'amore,  

ch'è sol vanto di vera virtù.

E diffonda più vago splendore

su bel giorno, ch'egual mai non fu.

 

Fine (Atto terzo)

Atto primo Atto secondo Atto terzo

Luogo pubblico di regio tribunale, con trono, e diversi sedili e scalinate, che corrispondono a varie parti del regal palazzo.

<- Tomiri, Policare

(Tomiri e Policare senza vedersi)

Tomiri e Policare
Quanto fiero

Ah Tigrane / Ah Tomiri

(Tomiri e Policare si vedono)

Reina, a tuoi bei lumi

Tomiri, Policare
<- Meroe

Ecco l'egizia: in questa

Tomiri, Policare, Meroe
<- Doraspe
Tomiri, Policare, Meroe, Doraspe
<- Tigrane, guardie

Fiero mio traditor: vieni sì qui

(Meroe si ritira)

Tanto vuoi presumete

Tomiri, Policare, Meroe, Doraspe
Tigrane, guardie ->

In qual cupo ocean d'onde voraci

Tomiri, Meroe, Doraspe
Policare ->

Reina: io ti compiango, io so qual pena

Tomiri, Meroe
Doraspe ->

(Meroe si avanza)

Del tradimento, egizia

Tomiri
Meroe ->

Oh dio! Chi sa, se tutto

Tomiri
Taci onor
Tomiri ->

Appartamento di Tigrane con porte.

Tigrane
 
Tigrane
<- Meroe

Idol mio, tanto amore

Tigrane, Meroe
<- Tomiri

(Tomiri dietro una porta)

A tempo giungo / Ah! tali

(Tomiri si rivela)

Più non posso, mi scopro

Tigrane
Tomiri, Meroe ->

Vanne pur, che a ragione

Tigrane ->

Giardino regale.

Meroe, Orcone
 

Dunque, già risolvesti

Meroe
Orcone ->
Meroe ->
<- Tomiri, Policare

Reina / Che reina?

Policare
Tomiri ->

Agitata mia mente, a qual pensiero

Policare ->
<- Orcone

(Orcone vestito da dottor Graziano)

Ovidio un chiacchierone!

Orcone
<- Dorilla

(Dorilla vestita da Zaccagnino)

Il riso mi flagella!

Onbé! Ch'em desie vò?

Qui non ci voglion tante ciancianfruscole

Orcone e Dorilla
Che allegrezza
Orcone, Dorilla
<- maschere

Le maschere son qui

(Dorilla e Orcone ballano con le maschere)

Gran portico imperiale, che per diversi colonnati, introduce a vari appartamenti, con un pilastro, eretto nel mezzo, e trono.

Tomiri
 

Siamo nel punto estremo

Tomiri
<- Doraspe

Tomiri, Doraspe
<- Tigrane, guardie, popolo

Mora Tigrane, il traditor de' Sciti

Tomiri, Doraspe, Tigrane, guardie, popolo
<- Meroe, Orcone

(Meroe con abito da principessa)

Ferma / Lasciami, dico, ora mi svelo

Tomiri, Doraspe, Tigrane, guardie, popolo, Meroe, Orcone
<- Oronte

Reina, questo foglio

Tomiri, Doraspe, Tigrane, guardie, popolo, Meroe, Orcone, Oronte
<- Policare, Dorilla

Gran novella, reina

 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Scena ottava Scena nona Scena decima Scena undicesima Scena dodicesima Scena tredicesima Scena quattordicesima Scena quindicesima Scena sedicesima Scena diciassettesima Scena diciottesima Scena ultima
Atrio, con sontuoso tempio di Marte, adorno di trofei; vi si vedrà un altare con fascine, e sovra di esse un... Regio camerone, tutto adorno di vasi di lucido cristallo, ove veggonsi trasparir tesor di preziose... Orrido, ed alpestre monte, alle di cui piante si vedranno alberi frondosi, ed alle sue falde... Salone magnifico per veglie, e festini, pieno di macchine trionfali esprimenti il triondo di Tomiri, con... Cortile regio. Loco magnifico di deliziose verdure, ove si vedranno diversi giochi d'acque, che vanno a formare... Luogo pubblico di regio tribunale, con trono, e diversi sedili e... Appartamento di Tigrane con porte. Giardino regale. Gran portico imperiale, che per diversi colonnati, introduce a vari appartamenti, con un pilastro,...
Atto primo Atto secondo

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