Orgonte re d'Arabia
(ahi nel ridirlo mi si spezza il core),
per un sospetto vano fece strozzar
il mio innocente padre,
ed io sopporterò che Cloridaspe
d'Orgonte figlio viva?
E l'arte mia, che fa tremar gl'abissi
e traballar nella sua sede il centro,
e in onta a Febo, a Giove,
nell'aria induce, e move,
nuvole, tenebre,
grandini, folgori,
turbini, fulmini,
non saprà vendicarmi?
Tenta oggi Cloridaspe
nozze regali in Persia. E sì impotente
sarà la forza dello sdegno mio,
che distornarle non saprà? Del cielo
se m'è interdetto il concitar lo sdegno,
all'ire accenderò l'oscuro Averno.
Ascenda in questo loco
l'orrenda Stige, il tenebroso inferno.