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Scena prima |
Campagna su le rive dell'Eufrate con navi che sono incendiate, mura de' giardini reali da un lato con cancelli aperti. Ircano con séguito di Sciti armati, parte su le navi e parte su la riva del fiume. |
Q
Ircano, sciti armati
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IRCANO |
Che fa? Che tarda? Impaziente ormai
la sposa attendo; il nuovo sol già nasce
e Sibari non torna. Ah qualche inciampo
all'impresa trovò. Ma genti ascolto!
È Sibari che vien, Tamiri è mia.
(alle genti su le navi)
Compagni ora vi bramo
solleciti al partir.
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Scena seconda |
Sibari con spada nuda e detto. |
<- Sibari
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SIBARI |
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IRCANO |
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SIBARI |
Fuggiam, che tutta
di grida femminili
suona la reggia e al femminil tumulto
accorrono i custodi; argine intanto
faran que' pochi sciti
che mi desti all'impresa. Ah, già che il fato
non arrise al disegno,
due vittime togliamo al regio sdegno.
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IRCANO |
Quest'è la sposa a cui trovarmi in braccio
dovea l'aurora? E tu senza Tamiri
a me ritorni avanti?
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SIBARI |
Era vano arrischiarmi incontro a tanti.
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IRCANO |
Ah codardo, quel sangue,
che temesti versar, sparger vogl'io.
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SIBARI |
Qual ingiusto desio?
E pur colpa non ho...
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IRCANO |
Cadi trafitto,
sempre in te punirò qualche delitto.
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| (Ircano cava la spada e Sibari fa lo stesso difendendosi) | |
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Scena terza |
Mirteo con spada nuda e detti. |
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MIRTEO (di dentro) |
Traditori, al mio sdegno
non potrete involarvi.
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Esce Mirteo inseguendo alcuni Sciti, che si ritirano alle navi, e dopo lui escono gli Assiri. Tutti con l'armi. | <- Mirteo, soldati assiri
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| (Sibari veduto Mirteo lascia l'attacco) | |
SIBARI |
Aita o prence.
A difender Tamiri
non basto incontro a lui.
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MIRTEO |
Barbaro scita,
fra voi colle rapine
si contrastan gli amori?
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IRCANO |
A tuo dispetto
la sposa avrò.
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MIRTEO |
L'avrai! Correte assiri,
distrugga il ferro, il fuoco
e le navi e i guerrieri.
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IRCANO |
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MIRTEO |
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Ircano, Mirteo e Sibari si diviano combattendo, gli Sciti balzano dalle navi e segue incendio delle dette con zuffa fra gli Sciti e gli Assiri, quale terminata colla fuga de' primi, escono di nuovo combattendo Ircano e Mirteo e resta Ircano perditore. | sciti armati, Sibari ->
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MIRTEO |
Cedi il ferro o t'uccido.
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IRCANO |
A me l'acciaro
non toglierai, se non rimango estinto.
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MIRTEO |
No no, vivrai ma disarmato e vinto.
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| (Mirteo disarma Ircano; e getta la spada) | |
IRCANO |
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MIRTEO |
Assiri,
al re lo scita altero
prigionier conducete.
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IRCANO |
| |
MIRTEO |
| |
IRCANO |
Di mie sventure
sarà prezzo il tuo sangue.
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MIRTEO |
Eh di minacce
tempo non è; grazia e pietade implora.
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IRCANO |
Grazia e pietà! Farò tremarvi ancora.
Scoglio avvezzo agli oltraggi
e del cielo e del mar giammai non cede.
Impazienti al piede
gli fremon le tempeste,
i folgori sul capo, i venti intorno
e pur di tutti a scorno
in mezzo ai nembi procellosi e neri
fa da lunge tremar navi e nocchieri.
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| |
|
Il ciel mi vuole oppresso;
ma su le mie ruine
il vincitore istesso
impallidir farò.
E se l'ingiusto fato
vorrà ch'io cada alfine,
cadrò ma vendicato,
ma solo non cadrò.
(parte)
| (♦)
(♦)
Ircano, soldati assiri ->
|
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Scena quarta |
Mirteo, poi Sibari. |
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MIRTEO |
| |
| <- Sibari
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SIBARI |
Mirteo, respira.
Tu il barbaro opprimesti, i suoi seguaci
io dispersi e fugai; salva è Tamiri,
lode agli dèi.
| |
MIRTEO |
| |
SIBARI |
Il tradimento infame
chi preveder potea! Fu gran ventura
ch'io primiero ascoltassi
lo strepito dell'armi; accorsi e vidi
cinto da quegl'infidi
di Tamiri il soggiorno, aperto il varco
del giardino reale, Ircano armato,
disposto ogni nocchier, sciolto ogni legno.
Compreso il reo disegno
m'inorridì, m'opposi, il brando strinsi
pronto a ceder la vita
ma non la preda al temerario scita.
| |
MIRTEO |
Ah prendi in questo amplesso
d'un'eterna amistà Sibari un pegno.
Tu mi rendi la pace; io piangerei
privo dell'idol mio.
| |
SIBARI |
L'opre dovute
alcun merto non hanno.
| |
MIRTEO |
| |
SIBARI |
| |
MIRTEO |
Ecco, un rival di meno
per te mi trovo.
| |
SIBARI |
Il tuo maggior nemico
non t'è noto però.
| |
MIRTEO |
Lo so, Scitalce
funesto è all'amor mio.
| |
SIBARI |
Solo all'amore?
Ah Mirteo no 'l conosci.
| |
MIRTEO |
| |
SIBARI |
No. (S'irriti costui.) Scitalce è quello
che col nome d'Idreno
ti rapì la germana.
| |
MIRTEO |
Oh dèi, che dici!
Donde Sibari il sai?
| |
SIBARI |
Noto in Egitto
egli mi fu; del tuo gran padre allora
ero i custodi a regolare eletto,
quando tu pargoletto
crescevi in Battra a Zoroastro appresso.
| |
MIRTEO |
| |
SIBARI |
| |
MIRTEO |
Ah la pugna s'affretti,
si voli a Nino, il traditor s'uccida.
(in atto di partire)
| |
SIBARI |
Ove o prence ti guida
un incauto furor? Taci, che Nino
troppo amico è a Scitalce; e non t'avvedi
che da voi la sua cura
prigionier l'assicura? Ov'è la pena
minacciata con fasto,
per deludervi solo, al suo delitto?
Troppo credulo sei.
| |
MIRTEO |
Lo veggo e intanto
che deggio far?
| |
SIBARI |
Dissimular lo sdegno,
accertar la vendetta; un vile acciaro
basta a compirla e tuo rossor saria
s'ei per tua man cadesse.
| |
MIRTEO |
Ardo di sdegno,
non soffre l'ira mia freno o ritegno.
| |
| |
|
In braccio a mille furie
sento che l'alma freme,
sento che unite insieme
colle passate ingiurie
tormentano il mio cor.
Quella l'amor sprezzato
dentro il pensier mi desta;
e mi rammenta questa
l'invendicato onor.
(parte)
| Mirteo ->
|
|
|
Scena quinta |
Sibari. |
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| |
SIBARI |
Quell'ira ch'io destai
inutile non è. Scitalce estinto
dal dubbio mi difende
ch'ei palesi il mio foglio
e di lei che m'accende
un inciampo mi toglie al letto e al soglio.
So che questa lusinga
di delitto in delitto ognor mi guida;
ma il rimorso a che giova?
Dopo un error commesso
necessario si rende ogn'altro eccesso.
| |
| |
|
Quando un fallo è strada al regno
non produce alcun rossore,
son del trono allo splendore
nomi vani onore e fé.
Se accoppiar l'incauto ingegno
la virtù spera all'errore,
non adempie alcun disegno,
non è giusto e reo non è.
(parte)
| Sibari ->
|
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| | |
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Scena sesta |
Gabinetti reali. Semiramide, poi Mirteo. |
Q
Semiramide
<- una comparsa
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SEMIRAMIDE |
No 'l voglio udir. Da questa reggia Ircano
parta a momenti.
| |
| (una comparsa, ricevuto l'ordine da Semiramide, s'inchina e parte) | una comparsa ->
<- Mirteo
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| |
|
Egli perdé nel vile
tradimento intrapreso
ogni ragione all'imeneo conteso.
Mirteo dal tuo valore
riconosce Tamiri...
| |
MIRTEO |
Ove s'asconde?
Che fa Scitalce? Al paragon dell'armi
perché non vien?
| |
SEMIRAMIDE |
La principessa offesa
tace e solo Mirteo pugnar desia?
| |
MIRTEO |
S'ella i suoi torti oblia
io mi rammento i miei;
Scitalce è un traditor.
| |
SEMIRAMIDE |
| |
MIRTEO |
Tu la pugna richiesta
contendermi non puoi, legge è del regno.
Al popolo, alle squadre
la chiederò, se me la neghi; quando
né pur l'ottenga, a trucidar l'indegno
saprò d'un vil ministro armar la mano
e poi non è l'Egitto assai lontano.
| |
SEMIRAMIDE |
Qual impeto è mai questo? A me ti fida
caro Mirteo, ti sono amico e penso
al tuo riposo al par di te.
| |
MIRTEO |
Tu pensi
a difender Scitalce, egli t'è caro.
Questa è la cura tua, tutto m'è noto.
| |
SEMIRAMIDE |
| |
MIRTEO |
Risolvi o l'ira mia
libera avvamperà.
| |
SEMIRAMIDE |
Taci, un momento
ti chiedo sol, t'appagherò, m'attendi
nelle vicine stanze e torna intanto
a richiamar quel mansueto stile
che t'adornò finora.
| |
MIRTEO |
Indarno il chiedi.
Quand'è l'ingiuria atroce
alma pigra allo sdegno è più feroce.
(parte)
| Mirteo ->
|
|
|
Scena settima |
Semiramide, poi Scitalce. |
|
| |
SEMIRAMIDE |
Che vuol dir quello sdegno!
Chi lo destò! Al germano
forse nota son io, Scitalce è noto.
Oh dio! Per me pavento,
tremo per lui. Che far dovrò? Consiglio
io non trovo al periglio.
Almeno in tanto affanno
ritrovassi placato il mio tiranno.
| |
| (s'incontra in Scitalce) | <- Scitalce
|
SCITALCE |
Basta la mia dimora? E fin a quando
deggio un vile apparir? M'uccidi o rendi
al braccio, al piè la libertade e l'armi.
| |
SEMIRAMIDE |
Tu ancora a tormentarmi
colla sorte congiuri? Ah siamo entrambi
in gran periglio, io temo
che Mirteo ci conosca; ai detti suoi,
all'insolito sdegno
quasi chiaro si scorge; e se mai vero
fosse il sospetto, egli vorrà col sangue
punir la nostra fuga e quando invano
pur lo tentasse, al popolo ingannato
al tumulto potria farmi palese.
Sollecito riparo
chiede la sorte mia, pensaci o caro.
| |
SCITALCE |
Rendimi il brando e poi
faccia il destino.
| |
SEMIRAMIDE |
Un periglioso scampo
questo saria. Ve n'è un miglior.
| |
SCITALCE |
Non voglio
da te consigli.
| |
SEMIRAMIDE |
Ascolta.
Non ti sdegnare; un imeneo potrebbe
tutto calmar; la mano
se a me tu porgi...
| |
SCITALCE |
E l'ascoltarti è vano.
(in atto di partire)
| |
SEMIRAMIDE |
Sentimi per pietà. Se me 'l concedi
che mai ti può costar?
| |
SCITALCE |
Più che non credi.
(in atto di partire)
| |
SEMIRAMIDE |
Odi un momento e poi
vanne pur dove vuoi libero e sciolto.
| |
SCITALCE |
Via, per l'ultima volta ora t'ascolto.
| |
SEMIRAMIDE |
(Quanto è crudel!) Se la tua man mi porgi
tutto in pace sarà. Vedrà Mirteo
col felice imeneo
giustificato in noi l'antico errore;
più rivale in amore
non gli sarà Scitalce, quando uniti
voi siate in amistà; l'armi d'Egitto,
le forze del tuo regno, i miei fedeli,
se ben scoperta io sono,
saran bastanti a conservarmi il trono.
O sarei pur felice
quando giungessi a terminar la vita
coll'idol mio, col mio Scitalce unita.
Che risolvi? Che dici?
Parla, ch'io già parlai.
| |
SCITALCE |
Rendimi il brando
s'altro a dir non ti resta.
| |
SEMIRAMIDE |
Così rispondi? E qual favella è questa?
Meglio si spieghi il labbro
né al mio pensiero il tuo pensier nasconda.
| |
SCITALCE |
Ma che vuoi ch'io risponda?
Che brami udir? Ch'una spergiura, un'empia,
ch'una perfida sei? Che invan con questi
simulati pretesti
mi pretendi ingannar? Ch'io non ti credo,
che pria d'esserti sposo esser vorrei
sempre in ira agli dèi,
dal suol sepolto o incenerito adesso?
Lo sai né giova replicar l'istesso.
| |
SEMIRAMIDE |
E questa è la mercede
che rendi a tanto amore,
anima senza legge e senza fede?
Tradita, disprezzata,
ferita, abbandonata,
mi scopro, ti perdono,
t'offro il talamo, il trono
e non basta a placarti
e a pietà non ti desti.
Qual fiera t'educò? Dove nascesti?
| |
SCITALCE |
E ancor con tanto orgoglio...
| |
SEMIRAMIDE |
Taci, ingiurie novelle udir non voglio.
Custodi olà!
| |
| (esce una guardia e ricevuto l'ordine parte) | <- guardia
|
|
Rendete
il brando al prigionier.
| |
| guardia ->
|
|
Libero sei,
va' pur dove ti guida
il tuo cieco furor, vanne ma pensa
ch'oggi ridotta alla sventura estrema
vendicarmi saprò, pensaci e trema.
| |
| |
|
Fuggi dagl'occhi miei
perfido, ingannator.
Ricordati che sei,
che fosti un traditor,
ch'io vivo ancora.
Misera a chi serbai
amore, fedeltà,
a un barbaro che mai
non dimostrò pietà,
che vuol ch'io mora.
(parte)
| Semiramide ->
|
|
|
Scena ottava |
Scitalce, poi Tamiri. |
|
| |
SCITALCE |
E può con tanto fasto
simular fedeltà? Sogno o son desto!
Io non m'inganno, è questo
pur di Sibari il foglio. «Amico Idreno
ad altro amante in seno
Semiramide tua...» Folle a che giova
de' suoi falli la prova
da un foglio mendicar, se agli occhi miei
scoperse il cielo i tradimenti rei?
Ah si scacci dal petto
la tirannia d'un vergognoso affetto.
| |
| (partendo s'incontra in Tamiri) | <- Tamiri
|
TAMIRI |
| |
SCITALCE |
Alfin bella Tamiri
m'avveggo dell'error. Teco un ingrato
so che finora io fui ma più no 'l sono,
concedimi, io lo chiedo, il tuo perdono.
| |
TAMIRI |
(Nino parlò per me.) Senti Scitalce?
S'io ti credessi appieno
tutto mi scorderei ma in te sospetto
di qualche ardor primiero
viva la fiamma ancor.
| |
SCITALCE |
| |
TAMIRI |
| |
SCITALCE |
Nino fu che m'accese
d'amor per te, mi liberò, mi sciolse,
mi fe' arrossir d'ogn'altro laccio antico.
| |
TAMIRI |
(Quanto fa la pietà d'un vero amico!)
Finger tu puoi; no 'l crederò se pria
la tua destra non stringo.
| |
SCITALCE |
Ecco la destra mia, vedi se fingo.
| |
TAMIRI |
Sì, lo sdegno detesto,
prendi.
| |
| (nell'atto che vuol dargli la mano esce Mirteo) | |
|
|
Scena nona |
Mirteo, e detti. |
<- Mirteo
|
| |
MIRTEO |
Che ardir? Che tradimento è questo?
Così vieni a pugnar? Chi ti trattiene?
Più non sei prigionier, libero il campo
il re concede, a che tardar? Raccogli
que' spiriti codardi.
| |
SCITALCE |
Mirteo, per quanto io tardi
troppo sempre a tuo danno
sollecito sarò.
| |
MIRTEO |
| |
TAMIRI (a Mirteo) |
No no, già tutto è in pace,
che tu pugni per me più non intendo.
| |
SCITALCE (a Tamiri) |
Eh lasciami pugnar. Prence t'attendo.
| |
| |
|
(a Tamiri)
Odi quel fasto?
Scorgi quel foco?
Tutto fra poco
vedrai mancar.
Al gran contrasto
vedersi appresso
non è l'istesso
che minacciar.
(parte)
| Scitalce ->
|
|
|
Scena decima |
Tamiri, e Mirteo. |
|
| |
TAMIRI |
(S'impedisca il cimento,
si voli al re.)
(in atto di partire)
| |
MIRTEO |
| |
TAMIRI |
Perdona, un'altra volta
t'ascolterò.
| |
MIRTEO |
| |
TAMIRI |
Oh dio!
Non ti fuggo, t'inganni.
| |
MIRTEO |
E perché mai
così presto involarti?
| |
TAMIRI |
Mirteo per pace tua lasciami e parti.
| |
MIRTEO |
Per pace mia! Tiranna ad un rivale
quando porgi la mano...
| |
TAMIRI |
Prence non più, tu mi tormenti invano.
Non poté la tua fede,
non seppe il volto tuo rendermi amante;
adoro altro sembiante,
sai che d'altre catene ho cinto il core.
| |
MIRTEO |
| |
TAMIRI |
| |
| |
|
D'un genio che m'accende
tu vuoi ragion da me?
Non ha ragione amore
o se ragione intende,
subito amor non è.
Un amoroso foco
non può spiegarsi mai.
Di' che lo sente poco
chi ne ragiona assai,
chi ti sa dir perché.
(parte)
| Tamiri ->
|
|
|
Scena undicesima |
Mirteo. |
|
| |
|
Or va', servi un'ingrata; il tuo riposo
perdi per lei, consacra ai suoi voleri
tutte le cure tue, tutti i pensieri.
Ecco con qual mercé
poi si premia la fé di chi l'adora.
Diviene infida e ne fa pompa ancora.
| |
| |
|
Sentirsi dire
dal caro bene:
«ho cinto il core
d'altre catene»
quest'è un martire,
quest'è un dolore
che un'alma fida
soffrir non può.
Se la mia fede
così l'affanna,
perché tiranna
m'innamorò?
(parte)
| (♦)
(♦)
Mirteo ->
|
| |
| | |
|
|
Scena dodicesima |
Anfiteatro con cancelli chiusi dai lati e trono da una parte. Semiramide con Guardie e Popolo, Sibari, poi Ircano. |
Q
Semiramide, due capitani delle guardie, guardie, popolo, Sibari
|
| |
SEMIRAMIDE |
Fra tanti affanni miei
vorrei... Ma poi mi pento
e palpitando io vo...
| |
IRCANO (di dentro) |
| |
SIBARI |
| |
| <- Ircano
|
IRCANO |
(alle guardie entrando in scena)
Mi si contende il varco?
| |
SEMIRAMIDE |
E qual ardire
qui ti trattien? Così partisti? Adempi
il mio cenno così?
| |
IRCANO |
Vuò del cimento
trovarmi a parte anch'io; lasciar non voglio
la destra di Tamiri ad altri in pace.
| |
SEMIRAMIDE |
Tu quella destra audace
non ricusasti? Altra ragion non hai.
| |
IRCANO |
La morte io ricusai
non la sua destra. Avvelenato il nappo
Sibari aveva, io non mancai di fede.
| |
SIBARI |
Mentitor, chi non vede
che m'incolpi così, perché Tamiri
non ti lasciai rapir. Folle vendetta,
menzogna pueril.
| |
IRCANO |
Come! (M'avvampa
di rabbia il cor.) Di rapir lei non ebbi
il consiglio da te, da te l'aita?
Tu sei...
| |
SEMIRAMIDE |
Troppo m'irrita
la tua perfidia. A contrastarti il passo
non lo vide Mirteo? Di tue menzogne
arrossisci una volta.
| |
IRCANO |
Il mio disegno
solo a punir costui...
| |
SEMIRAMIDE |
Eh taci indegno, io te conosco e lui.
Ircano è il menzognero,
è Sibari il fedel.
| |
IRCANO |
No, non è vero.
Ei sa meglio ingannarti.
| |
SEMIRAMIDE |
Tu vorresti ingannarmi; o taci o parti.
| |
| |
|
IRCANO
Di rabbia, di sdegno
mi sento morire.
Tacere o partire!
Partire o tacer!
Ah lasciami pria
punir quell'indegno...
| |
| |
SEMIRAMIDE |
Non più, si dia della battaglia il segno.
| |
| |
Mentre Semiramide va sul trono, Ircano si ritira ad un lato in faccia a lei. Sibari resta alla sinistra del trono, suonano le trombe, s'aprono i cancelli, dal destro de' quali viene Mirteo e dall'opposto Scitalce, ambedue senza spada, senza cimiero e senza manto. | |
|
|
Scena tredicesima |
Mirteo, Scitalce e detti. |
<- Mirteo, Scitalce
|
| |
MIRTEO |
(guardando Scitalce)
(Al traditore in faccia il sangue io sento
agitar nelle vene.)
| |
SCITALCE |
(guardando Semiramide)
(Io sento il core
agitarsi nel petto in faccia a lei.)
| |
SEMIRAMIDE |
(Spettacolo funesto agli occhi miei!)
| |
| |
| (due capitani delle guardie presentano l'armi a Scitalce e a Mirteo e si ritirano appresso i cancelli) | |
| |
IRCANO |
(Io non parlo e m'adiro.)
| |
SIBARI |
| |
SEMIRAMIDE |
Principi, il cor guerriero
dimostraste abbastanza; ognun ravvisa
nella vostra prontezza il vostro ardire.
Ah le contrade assire
non macchi il vostro sangue, io so che il campo
contendervi non posso e no 'l contendo.
Sol coi prieghi pretendo
la tragedia impedir. Vivete e sia
prezzo di tanto dono
la vita mia, la mia corona, il trono.
| |
MIRTEO |
| |
SCITALCE |
| |
MIRTEO |
| |
SCITALCE |
| |
SEMIRAMIDE |
(O giusti dèi son morta.)
| |
| |
| (mentre si battono esce frettolosa Tamiri) | |
|
|
Scena ultima |
Tamiri, e detti. |
<- Tamiri
|
| |
TAMIRI |
Mirteo, Scitalce, oh dio!
Fermatevi, che fate?
È inutile la pugna, io la richiesi,
io più non la desio.
| |
MIRTEO |
Se a te non piace,
è necessaria a me; vendico i miei
non i tuoi torti; è un traditor costui,
mentisce il nome, egli s'appella Idreno,
egli la mia germana
dall'Egitto rapì.
| |
SIBARI |
| |
SCITALCE |
Saprò qualunque io sia...
| |
SEMIRAMIDE |
Mirteo t'inganni.
Io conosco Scitalce,
quell'Idreno non è.
| |
MIRTEO |
L'ascondi invano.
Nella reggia d'Egitto
Sibari lo conobbe, egli l'afferma.
| |
SIBARI |
| |
SCITALCE |
(a Sibari)
Tu mi tradisci
perfido amico?
(a Mirteo)
È ver, mi finsi Idreno,
t'involai la germana.
| |
MIRTEO |
Ove si trova
Semiramide rea? Parla! Rispondi
pria che io versi il tuo sangue.
| |
SEMIRAMIDE |
| |
SCITALCE |
No 'l so, con questa mano
il petto le passai
e fra l'onde del Nilo io la gittai.
| |
TAMIRI |
| |
IRCANO |
| |
MIRTEO |
A tanto eccesso
empio giungesti?
| |
SCITALCE |
(cava il foglio e lo dà a Mirteo)
In questo foglio vedi
s'ella fu, s'io son reo;
Sibari lo vergò, leggi Mirteo.
| |
SIBARI |
| |
SEMIRAMIDE |
| |
MIRTEO (legge) |
«Amico Idreno,
ad altro amante in seno
Semiramide tua porti tu stesso.
L'insidia è al Nilo appresso. Ella, che brama
solo esporti al periglio
di doverla rapir, ti finge amore,
fugge con te ma col disegno infame
di privarti di vita
e poi trovarsi unita
a quello a cui la stringe il genio antico.
Vivi; ha di te pietà Sibari amico.»
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SEMIRAMIDE |
| |
SIBARI |
| |
SEMIRAMIDE |
E tanto ardisti
Sibari d'asserir? Di nuovo afferma
s'è verace quel foglio o menzognero.
Guardami.
| |
SIBARI |
(Che dirò!) Sì tutto è vero.
| |
SEMIRAMIDE |
| |
MIRTEO |
Appieno
Sibari io non t'intendo. In questo foglio
tu di Scitalce amico
l'avverti d'un periglio; e poi ti sento
accusarlo, irritarmi
perch'ei rimanga oppresso.
Come amico e nemico
di Scitalce si fa Sibari istesso?
| |
SIBARI |
Allor... (Mi perdo...) Io non credea... Parlai...
| |
MIRTEO |
Perfido ti confondi. Ah Nino è questi
un traditor, dal labbro suo si tragga
a forza il ver.
| |
SEMIRAMIDE |
(Se qui a parlar l'astringo
al popolo mi scopre.) In chiuso loco
costui si porti e sarà mia la cura
che il tutto a me palesi.
| |
SIBARI |
In questa guisa
Nino mi tratti? A che portarmi altrove?
Qui parlerò.
| |
SEMIRAMIDE |
No, vanne, i detti tuoi
solo ascoltar vogl'io.
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SCITALCE |
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MIRTEO |
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IRCANO |
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SIBARI |
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SEMIRAMIDE |
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SIBARI |
Semiramide amai. Lo tacqui; intesi
l'amor suo con Scitalce. A lei concessi
agio a fuggir; quanto quel foglio afferma
finsi per farla mia.
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SCITALCE |
Numi! Fingesti?
Io pur con lei fuggendo
vidi il rival, vidi gli armati.
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SIBARI |
Io fui
che mal noto fra l'ombre
sul Nilo v'attendea. Volli assalirti
vedendoti con lei
ma fra l'ombre in un tratto io vi perdei.
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SCITALCE |
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SIBARI |
Udite; ancora
molto mi resta a dir.
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SEMIRAMIDE |
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IRCANO |
No pria si chiami autore
de' falli apposti a me.
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SIBARI |
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SEMIRAMIDE |
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SIBARI |
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SEMIRAMIDE |
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SIBARI |
Già che perduto io sono,
altro lieto non sia. Popoli a voi
scopro un inganno, aprite i lumi; ingombra
una femmina imbelle il vostro impero.
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SEMIRAMIDE |
(s'alza in piedi sul trono)
Taci. (È tempo d'ardir.) Popoli è vero.
Semiramide io son; del figlio invece
regnai finor ma per giovarvi. Io tolsi
del regno il freno ad una destra imbelle
non atta a moderarlo; io vi difesi
dal nemico furor; d'eccelse mura
Babilonia adornai.
Coll'armi io dilatai
i regni dell'Assiria. Assiria istessa
dica per me se mi provò finora
sotto spoglia fallace
ardita in guerra e moderata in pace.
(depone la corona sul trono)
Se sdegnate ubbidirmi, ecco depongo
il serto mio, non è lontano il figlio,
dalla reggia vicina
porti sul trono il piè.
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CORO
Viva lieta e sia reina
chi finor fu nostro re.
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| (Semiramide si ripone in capo la corona) | |
MIRTEO |
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SEMIRAMIDE |
Ah Mirteo.
(scende dal trono ed abbraccia Mirteo)
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SCITALCE |
Perdono o cara.
Son reo...
(s'inginocchia)
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SEMIRAMIDE |
(porge la mano a Scitalce)
Sorgi e t'assolva
della mia destra il dono.
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SCITALCE |
Oh dio! Tamiri,
coll'idol mio sdegnato
io ti promisi amor.
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TAMIRI |
Tolgano i numi
ch'io turbi un sì bel nodo; in questa mano
ecco il premio, Mirteo, da te bramato.
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| (Tamiri dà la mano a Mirteo) | |
SCITALCE |
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MIRTEO |
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IRCANO |
Lasciatemi svenar Sibari e poi
al Caucaso natio torno contento.
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SEMIRAMIDE (ad Ircano) |
D'ogni esempio maggiori
principe i casi miei vedi che sono;
sia maggior d'ogn'esempio anche il perdono.
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CORO
Donna illustre il ciel destina
a te regni, imperi a te.
Viva lieta e sia reina
chi finor fu nostro re.
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