Atto primo

 

Scena prima

Gran portico del palazzo reale corrispondente alle sponde dell'Eufrate. Trono da un lato, alla sinistra del quale un sedile più basso per Tamiri. In faccia al suddetto trono tre altri sedili. Ara nel mezzo col simulacro di Belo deità de' Caldei, gran ponte praticabile con statue, navi sul fiume, vista di tende e Soldati su l'altra sponda.
Semiramide creduta Nino con Guardie e poi Sibari.

Bozzetti

 Q 

Semiramide, soldati, guardie, una guardia

 

SEMIRAMIDE

Olà; sappia Tamiri  

che i principi son pronti,

che fuman l'are, che al solenne rito

di già l'ora s'appressa,

che il re l'attende.

(ricevuto l'ordine parte una guardia. Nel mentre che parla Semiramide, esce Sibari guardandola con meraviglia)

una guardia ->

<- Sibari

 

SIBARI

(Io non m'inganno, è dessa.)  

Lascia che a' piedi tuoi...

(s'inginocchia)

SEMIRAMIDE

Sibari! (O dèi!)

S'allontani ciascun. (Che incontro!)

(le guardie si ritirano indietro)

 

Sorgi.  

Dall'Egitto in Assiria

quale affar ti conduce?

SIBARI

È noto altrove

che la real Tamiri

dell'impero de' Battri unica erede

qui scegliendo lo sposo oggi decide

l'ostinate contese

che il volto suo, che il suo retaggio accese.

Sperai fra queste mura

in sì bel giorno accolta

tutta l'Asia mirar ma non sperai

in sembianza viril sul trono assiro

di ritrovar la sospirata e pianta

principessa d'Egitto

Semiramide.

SEMIRAMIDE

Ah taci; in questo luogo

Nino ciascun mi crede e il palesarmi

vita, regno ed onor potria costarmi.

SIBARI

Che ascolto! È teco Idreno?

Che fa? Dov'è?

SEMIRAMIDE

Di quell'ingrato il nome

non rammentarmi.

SIBARI

A lui straniero e ignoto

nel tuo real soggiorno

il cor donasti...

SEMIRAMIDE

E abbandonai con lui

la patria, il regno, il genitor, le nozze

del monarca numida.

Sibari te 'l rammenti?

SIBARI

E come mai

obliar lo potrei, s'ogni tua cura

tu m'affidavi allor, se duce io stesso

de' reali custodi a tua richiesta

agio concessi alla notturna fuga?

SEMIRAMIDE

E pur no 'l crederai, l'istesso Idreno

che m'indusse a fuggir tentò svenarmi.

SIBARI

Quando?

SEMIRAMIDE

La notte istessa

ch'io seco andai, del Nilo

dalla pendente riva

ei mi gettò ferita e semiviva.

SIBARI

Ma la cagione?

SEMIRAMIDE

Oh dio!

La cagione io non so.

SIBARI

(La so ben io.)

E rimanesti in vita?

SEMIRAMIDE

Unica e lieve

fu la ferita e la selvosa sponda

co' pieghevoli salci

la caduta scemò, mi tolse a morte.

SIBARI

Qual fu poi la tua sorte?

SEMIRAMIDE

Lungo fora il ridirti

quanto errai, che m'avvenne. In mille guise

spoglia e nome cangiai,

scorsi cittadi e selve,

fra tende e fra capanne

il brando strinsi, pascolai gli armenti,

or felice, or meschina

pastorella, guerriera e pellegrina.

Finché il monarca assiro,

fosse merito o sorte,

del talamo real mi volle a parte.

SIBARI

Ma ti conobbe?

SEMIRAMIDE

No. Finsi che un fonte

l'origine mi desse e che agli augelli

de' primi giorni miei dovea la cura.

SIBARI

E all'estinto tuo sposo

non successe nel regno il picciol Nino?

SEMIRAMIDE

Il crede ognun; la somiglianza inganna

del mio volto col suo.

SIBARI

Ma come soffre

il legittimo erede

te nel suo trono?

SEMIRAMIDE

Effeminato e molle

fu mia cura educarlo. Ora in mia vece

gode vivendo in femminili spoglie

nella reggia racchiuso e il regno teme,

non lo desia.

SIBARI

Che narri! (E quando spero

miglior tempo a scoprirle i miei martiri?

Ardir.) Sappi...

SEMIRAMIDE

(vedendo venir Tamiri)

T'accheta, ecco Tamiri.

 

Scena seconda

Tamiri con Séguito, e detti.

<- Tamiri, seguito di Tamiri

 

TAMIRI

Nino, deve al tuo zelo  

oggi l'Asia il riposo, io degli affetti

la libertà.

SEMIRAMIDE

Ma Babilonia deve

alla bellezza tua l'aspetto illustre

de' principi rivali. E questa cura,

ch'io di te prendo, all'ombra

del tuo gran genitor, che fu d'Assiria

più difensor che tributario, io deggio.

Vengano; al fianco mio

principessa t'assidi

e i merti di ciascun senti e decidi.

(una guardia va sul ponte e accenna che vengano)
 
Semiramide va sul trono. Tamiri a sinistra nel sedile. Sibari in piedi a destra e intanto preceduti dal suono d'istromenti barbari, passano il ponte Mirteo, Ircano e Scitalce col loro séguito, quali si fermano fuori del portico e poi entrano l'un dopo l'altro quando tocca loro a parlare.
 

Scena terza

Mirteo, Ircano, Scitalce e detti.

<- Mirteo, Ircano, Scitalce, seguito di Mirteo, seguito di Ircano, seguito di Scitalce

 

MIRTEO

Al tuo cenno gran re, deposte l'armi  

si presenta Mirteo. Fra gli altri anch'io

alla vaga Tamiri offro la mano.

L'Egitto...

IRCANO
(a Mirteo interrompendolo)

Odi; la bella

che fra noi si contende è quella?

MIRTEO
(ad Ircano)

È quella.

L'Egitto è il regno mio...

IRCANO
(a Semiramide)

Del Caucaso natio

fin dal giogo selvoso

vien l'arbitro de' Sciti amante e sposo.

MIRTEO

Ircano, a quel ch'io veggio

tu d'Assiria i costumi ancor non sai.

IRCANO

Perché?

SEMIRAMIDE

Tacer tu déi,

parli il prence d'Egitto.

IRCANO

In Assiria il parlar dunque è delitto?

MIRTEO

L'Egitto è il regno mio; sospiri e pianti,

rispetto e fedeltà sono i miei vanti.

SEMIRAMIDE

Siedi principe e spera; a lei che adori

non è il tuo merto ascoso.

(Mirteo va a sedere)

(piano a Tamiri)

Qual ti sembra Mirteo?

TAMIRI
(piano a Semiramide)

Molle e noioso.

SEMIRAMIDE

Or narra i pregi tuoi.

IRCANO

Dunque a vostro piacer...

TAMIRI

Parla se vuoi.

IRCANO

E ben io parlerò. Dove a lor piace

regnano i Sciti. Al variar dell'anno

variano i lor confini, erranti abbiamo

e le cittadi e i tetti

e son le nostre mura i nostri petti.

Quei pianti, quei sospiri

non son pregi fra noi; pregio allo Scita

è l'indurar la vita

al caldo, al gel delle stagioni intere

e domar combattendo uomini e fere.

TAMIRI

È noto.

SEMIRAMIDE

Or siedi Ircano.

(Ircano va a sedere)

SEMIRAMIDE
(piano a Tamiri)

Qual ti sembra costui?

TAMIRI
(piano a Semiramide)

Barbaro e strano.

SEMIRAMIDE

Venga Scitalce.

SIBARI

(O stelle! Io veggo Idreno!

Qual arrivo funesto!)

SEMIRAMIDE
(piano a Sibari vedendo Scitalce)

Sibari oh dio! Questo è Scitalce?

SIBARI

È questo.

SEMIRAMIDE

Sarà.

SCITALCE

(Numi, che volto!) Il re novello

Ircano dimmi è quel ch'io miro?

IRCANO

È quello.

SCITALCE

Sarà.

SEMIRAMIDE

Prence il tuo nome

dunque è Scitalce?

SCITALCE

Appunto.

SEMIRAMIDE

(Qual voce!)

SCITALCE

(Qual richiesta!

Io gelo.)

SEMIRAMIDE

(Io vengo meno.)

SCITALCE

(Semiramide è questa.)

SEMIRAMIDE

(È questi Idreno.)

IRCANO
(a Scitalce)

Tu impallidisci amico.

Perché?

SCITALCE

Perché mi vedo

sì gran rivale a fronte.

MIRTEO

Io non lo credo.

TAMIRI

Nino, tu avvampi in volto.

Che fu?

SEMIRAMIDE

Così m'accendo

per costume talora.

TAMIRI

(Io non l'intendo.)

SEMIRAMIDE

Fin dall'indico clima

ancor tu vieni alla real Tamiri

il tributo ad offrir de' tuoi sospiri?

SCITALCE

Io... (Che dirò?) Se venni...

Non sperai... Mi credea... Ma veggo... (Oh dèi!)

SEMIRAMIDE

(Si confonde il crudel sugl'occhi miei.)

TAMIRI

Siedi Scitalce, il turbamento io credo

figlio d'amor né a paragon d'ogn'altro

picciol merito è questo.

SCITALCE

Ubbidisco.

SEMIRAMIDE

(Infedel.)

SCITALCE
(ad Ircano)

(Sogno o son desto!)

Ma veramente è quegli

il successor della corona assira?

IRCANO

Non te 'l dissi.

SCITALCE

Sarà.

(siede)

IRCANO

Questi delira.

TAMIRI
(piano a Semiramide)

Nino, perché non chiedi

qual mi sembri costui?

SEMIRAMIDE
(piano a Tamiri)

Perché ravviso

in quel volto fallace

segni d'infedeltà.

TAMIRI

(Però mi piace.)

SEMIRAMIDE

(O gelosia!)

IRCANO

Che più s'attende? È tempo

che Tamiri decida.

TAMIRI

Son pronta.

SEMIRAMIDE

(Ohimè!) Ma prima

giurar si dée di tollerar con pace

la scelta d'un rivale. Il nume e l'ara

eccovi o prenci.

MIRTEO

Ogni tuo cenno è legge.

(s'alza e va all'ara)

SCITALCE
(come sopra)

(Son fuor di me.)

(s'alza e va all'ara)

SEMIRAMIDE

(Spergiuro.)

MIRTEO

Io l'approvo.

SCITALCE

Io l'affermo.

(Scitalce e Mirteo pongono la mano sul l'ara stando uno per parte)

IRCANO

Io l'assicuro.

(s'alza e non parte dal suo luogo)

SEMIRAMIDE

Ircano al nume, all'ara

non t'avvicini?

IRCANO

No, giurai né voglio

seguir l'altrui costume;

questa è l'ara de' Sciti e questo è il nume.

(ponendo la mano al petto e accennando la spada)

TAMIRI

(Qual asprezza!)

IRCANO

Si sceglie

oggi lo sposo o resta

altro rito a compir?

TAMIRI

No, del mio core

il genio ormai farò palese.

SEMIRAMIDE

(Ah temo

che Scitalce sarà!)

TAMIRI

L'ardir d'Ircano,

di Mirteo l'umiltà veggo ed ammiro;

ma un non so che...

SEMIRAMIDE

Sospendi

la scelta o principessa; un lieve impegno

questo non è; del tuo riposo anch'io

son debitor. Meglio pensando, almeno

me dal rossor di poco saggio assolvi.

Esamina, rifletti e poi risolvi.

TAMIRI

Abbastanza pensai.

IRCANO

Dunque favelli.

(Semiramide s'alza e seco tutti)

SEMIRAMIDE

No principi v'attendo

entro la reggia all'oscurar del giorno.

Ivi a mensa festiva

sarem compagni e spiegherà Tamiri

ivi il suo cor. Voi tollerate intanto

il breve indugio.

MIRTEO

Io non m'oppongo.

IRCANO

Ed io

mal soffro un re de' miei contenti avaro.

SEMIRAMIDE

Desiato piacer giunge più caro.

 

(a Tamiri)

Non so se più t'accendi  

a questa, a quella face

ma pensaci, ma intendi,

forse chi più ti piace

più traditor sarà.

Avria lo stral d'amore

troppo soavi tempre,

se la beltà del core

corrispondesse sempre

del volto alla beltà.

(parte con Sibari)

Semiramide, Sibari ->

 

Scena quarta

Tamiri, Mirteo, Ircano e Scitalce.

 

SCITALCE

(Che vidi! Che ascoltai!  

Semiramide vive!

Ma non l'uccisi io stesso?

O sognavo in quel punto o sogno adesso.)

TAMIRI

Sì pensoso o Scitalce? Ami o non ami?

Sprezzi o brami i miei lacci?

Da lunge avvampi e da vicino agghiacci.

SCITALCE

Perdonami o Tamiri,

se tu sapessi... Oh dio!

TAMIRI

Parla.

SCITALCE

Se parlo

più confusa ti rendo.

TAMIRI

O tutto mi palesa o nulla intendo.

 

SCITALCE

Vorrei spiegar l'affanno,  

nasconderlo vorrei;

e mentre i dubbi miei

così crescendo vanno,

tutto spiegar non oso,

tutto non so tacer.

Sollecito, dubbioso,

penso, rammento e vedo

e agli occhi miei non credo,

non credo al mio pensier.

(parte)

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Scitalce, seguito di Scitalce ->

 

Scena quinta

Tamiri, Mirteo, Ircano.

 

TAMIRI

Più che ad ogn'altro spiace  

la dimora a Scitalce, ei pensa e tace.

IRCANO

Non curar di quel folle

il silenzio, i pensieri.

Godi di tua ventura

che l'amor t'assicura oggi d'Ircano.

Non rispondi? Ne temi? Ecco la mano.

MIRTEO

Che fai, non ti rammenti

il comando reale?

IRCANO

E il re qual dritto

ha di frapporre ai miei cortesi affetti

o limiti o dimore?

TAMIRI

Ma tu conosci amor? Dicesti Ircano

che tutto il tuo piacere

è domar combattendo uomini e fere.

IRCANO

È ver, ma il tuo sembiante

non mi spiace però; godo in mirarti;

e curioso il guardo

più dell'usato intorno a te s'arresta.

TAMIRI

Gran sorte inver del mio sembiante è questa.

 

Che quel cor, quel ciglio altero  

senta amor, goda in mirarmi

non lo credo, non lo spero.

Tu vuoi farmi insuperbir.

O pretendi allor che torni

ai selvaggi tuoi soggiorni

rammentar così per gioco

l'amoroso mio martir.

(parte)

Tamiri, seguito di Tamiri ->

 

Scena sesta

Ircano e Mirteo.

 

IRCANO

La principessa udisti? Ella superba  

va degli affetti miei. Misero amante

ti sento sospirar, ti veggo afflitto.

Cangia, cangia desio

e per consiglio mio torna in Egitto.

MIRTEO

Sei degno di pietà, se non distingui

dall'ossequio il disprezzo. In quegli accenti

ti rinfaccia Tamiri

che de' meriti tuoi troppo presumi.

IRCANO

Io de' vostri costumi intendo meno

quanto gli ascolto più. Qui le parole

dunque han sensi diversi? A voglia altrui

qui si parla e si tace; al regio cenno

deve un'alma adattar gli affetti suoi;

chi mai mi trasse a delirar con voi!

MIRTEO

In questa guisa Ircano

in Assiria si vive. Amando ancora

imitar ti conviene il nostro stile.

Con lingua più gentile alle reine

si ragiona d'amor. Non son già queste

l'erranti abitatrici

dell'ircane foreste.

IRCANO

E qual è mai

questo vostro d'amar nuovo costume?

MIRTEO

Qui la beltà d'un volto

rispettoso s'ammira;

si tace, si sospira,

si tollera, si pena,

l'amorosa catena

si soffre volontier, benché severa.

IRCANO

E poi s'ottien mercede?

MIRTEO

E poi si spera.

IRCANO

Miserabil mercé! Meglio fra noi

si trattano gli amori. Al primo sguardo

senza taccia d'audace

si palesa l'ardor. Cangia d'affetto

ciascun a suo talento,

ama finché è diletto

e tralascia d'amar quando è tormento.

MIRTEO

O barbaro è il costume

o non s'ama fra voi. Gioia è la pena.

Ed un'alma fedele

sé per l'amato ben pone in oblio.

IRCANO

Ciascun segua il suo stile, io seguo il mio.

 

Maggior follia non v'è  

che per godere un dì

questa soffrir così

legge tiranna.

Io giuro amore e fé

a più d'una beltà

né serbo fedeltà

quando m'affanna.

(parte)

Ircano, seguito di Ircano ->

 

Scena settima

Mirteo.

 

 

Felice te, se puoi  

sopra gli affetti tuoi

regnar così. Ma non è ver; se un giorno

al par di me cadrai

in servitù d'una crudele e bella,

sarai men franco e cangerai favella.

 

Bel piacer saria d'un core  

quel potere a suo talento

quando amor gli dà tormento

ritornare in libertà.

Ma non lice e vuole amore

che a soffrir l'alma s'avvezzi

e che adori anche i disprezzi

d'una barbara beltà.

(parte)

Mirteo, seguito di Mirteo ->

 
 

Scena ottava

Orti pensili.
Scitalce e Sibari.

 Q 

Scitalce, Sibari

 

SIBARI

Amico in rivederti  

o qual piacere è il mio! Signor perdona

se col nome d'amico ancor ti chiamo.

Per Idreno in Egitto

non per Scitalce il principe degl'Indi

sai pur ch'io ti conobbi.

SCITALCE

Allor giovommi

nome e grado mentir. Così sicuro

per render pago il giovanil desio

vari costumi appresi,

molto errai, molto vidi e molto intesi.

Ah non avessi mai

portato il piè fuor dal paterno tetto,

che ad agitarmi il petto

o somigliante o vera

tornar sugli occhi miei

Semiramide infida or non vedrei.

SIBARI

Semiramide! Come?

È teco? Ove s'asconde?

SCITALCE

E così cieco

Sibari sei, non la ravvisi in Nino?

SIBARI

(Ah la conobbe.)

SCITALCE

A me la scopre assai

il girar de' suoi sguardi

placidi al moto, il favellar, la voce,

la fronte, il labbro e l'una e l'altra gota

facile ad arrossir. Ma più d'ogn'altro

il cor che al noto aspetto

subito torna a palpitarmi in petto.

SIBARI

Eh t'inganna il desio. Se fosse tale

al germano Mirteo nota sarebbe.

SCITALCE

No, che bambino ei crebbe

nella reggia de' Battri.

SIBARI

E poi trascorsi

tre lustri son da che fuggì d'Egitto

né più di lei novella

fra noi s'intese e ognun la crede estinta.

SCITALCE

Chi più di me dovrebbe

crederla estinta? In quella notte istessa

che fuggì meco, io la trafissi.

SIBARI

Oh dio!

Che facesti?

SCITALCE

E doveva

impunita restar? Tutto fu vero

quanto svelasti a me. Nel luogo andai

destinato da lei. Venne l'infida,

meco fuggì ma poi

non lungi dalla reggia

l'insidie ritrovai. Cinto d'armati

v'era il rivale.

SIBARI

E il conoscesti?

SCITALCE

In parte

pago sarei, se il ravvisava; in lui

potrei l'ira sfogar.

SIBARI

(Non sa ch'io fui.)

Ma come ti salvasti

dal nemico furor?

SCITALCE

Fra l'ombre e i rami

mi dileguai ma prima

del Nilo in su la sponda

l'empia trafissi e la balzai nell'onda.

SIBARI

Dunque di sua sventura

fu cagione il mio foglio! E non bastava

punirla con l'oblio?

SCITALCE

È ver; troppo trascorsi, il veggo anch'io.

Ma chi frenar può mai

gl'impeti dello sdegno e dell'amore.

Disperato, geloso

appagai l'ira mia; ma non per questo

la pace ritrovai. Sempre ho sugli occhi

sempre il tuo foglio, il mio schernito foco,

la sponda, il fiume, il tradimento, il loco.

SIBARI

Serbi il mio foglio ancor? Perché non togli

un fomento al tuo duolo?

SCITALCE

Io meco il serbo

per gloria tua, per mia difesa.

SIBARI

Almeno

cauto lo cela; è qui Mirteo, potrebbe

della germana i torti

contro me vendicar.

SCITALCE

Vivi sicuro.

Ma non scoprir che Idreno

in Egitto mi finsi.

SIBARI

Alla mia fede

lieve prova domandi; io te 'l prometto.

Ma tu scaccia dall'alma

quel fallace desio che ti figura

Semiramide in Nino. Offri a Tamiri

oggi tranquillo il core

e dal primo ti sani un nuovo amore.

 

Come all'amiche arene  

l'onda rincalza l'onda,

così sanar conviene

amore con amor.

Piaga d'acuto acciaro

sana l'acciaro istesso

ed un veleno è spesso

riparo all'altro ancor.

(parte)

Sibari ->

 

Scena nona

Scitalce, poi Tamiri.

 

SCITALCE

Chi sa! Forse il desio  

ingannar mi potrebbe; al re si vada,

si torni a riveder.

(in atto di partire)

 

<- Tamiri

TAMIRI

Dove Scitalce?  

SCITALCE

Al monarca d'Assiria, a lui degg'io

di nuovo favellar.

TAMIRI

L'istessa brama

di ragionar con te Nino dimostra.

SCITALCE

Vado.

TAMIRI

Un momento ancora

che il re così m'attenda.

SCITALCE

Ma non conviene

che il re così m'attenda.

TAMIRI

Il re s'appressa.

Fermati.

SCITALCE

(vedendo Semiramide)

(Oh dio! Che dubitarne, è dessa.)

 

Scena decima

Semiramide, e detti.

<- Semiramide

 

TAMIRI
(a Nino)

Signor, brama Scitalce  

teco parlar.

SEMIRAMIDE

(Vorrà scoprirsi.) Altrove

piacciati, o principessa,

portare il piè. Tutta agli accenti suoi

lascia la libertà.

TAMIRI

Parto. S'ei m'ami

scorgi... Chiedi...

SEMIRAMIDE

Va' pur. So quel che brami.

(Tamiri parte)

Tamiri ->

 

 

(Siam soli, or parlerà.)  

SCITALCE

(Partì Tamiri,

or con me si palesa.)

SEMIRAMIDE

(Il rossor lo ritarda.)

SCITALCE

(Teme quel cor fallace.)

SEMIRAMIDE

(Tace e mi guarda.)

SCITALCE

(Ancor mi guarda e tace.)

SEMIRAMIDE

Principe tu non parli?

Impallidisci, avvampi e sei confuso?

SCITALCE

Signor, nel tuo sembiante

una donna incostante

che in Egitto adorai

veder mi parve e mi turbò la mente.

Quella crudel mi figurai presente.

SEMIRAMIDE

Tanto simile a Nino

era dunque colei?

SCITALCE

Simile tanto

che sotto un'altra spoglia

quell'infida direi che in te s'annida.

SEMIRAMIDE

Se fu simile a me, non era infida.

SCITALCE

Ah menzognera, ah ingrata,

anima senz'amore,

nata per mio rossore,

nata per mia sventura...

SEMIRAMIDE

Olà! Scitalce

così meco ragiona?

SCITALCE

Io m'ingannai. Perdona

uno sfogo innocente.

Quella crudel mi figurai presente.

SEMIRAMIDE

Se presente al tuo sguardo,

siccome è al tuo pensiero,

fosse colei, non ti vedrei sì fiero.

Dell'ingiuste querele,

di tanti sdegni tuoi pietà, perdono

forse le chiederesti

e perdono e pietà forse otterresti.

SCITALCE

(Questo di più! L'ingrata

vegga ch'io non la curo.) Ah se tu vuoi,

questo mio core oppresso

felice tornerà.

SEMIRAMIDE

(Si scopre adesso.)

Libero parla.

SCITALCE

Oh dio!

Temo lo sdegno tuo.

SEMIRAMIDE

Del mio perdono

non dubitar; spiegati pur.

SCITALCE

Vorrei

pietosa a' miei martiri

mercé del tuo favor render Tamiri.

SEMIRAMIDE

(O smania! O gelosia!)

SCITALCE

Ella è la fiamma mia,

adoro il suo sembiante...

SEMIRAMIDE

Non più. (Fingiam.) Ti compatisco amante.

Parlerò con Tamiri e la tua brama

più che non credi a favorir m'appresto.

SCITALCE

Ecco appunto Tamiri, il tempo è questo.

SEMIRAMIDE

(Importuno ritorno!) Odimi, intanto

ch'io le parlo di te, colà dimora.

SCITALCE

Vado. (Si turba.)

(si ritira in un lato della scena)

SEMIRAMIDE

(Ed io resisto ancora!)  

 

Scena undicesima

Tamiri, e detti.

<- Tamiri

 

TAMIRI

Perdonami s'io torno  

impaziente a te. Quali predici

venture all'amor mio?

SEMIRAMIDE
(piano a Tamiri)

Poco felici.

Sudai finora invano

con Scitalce per te. Di lui ti scorda,

non è degno d'amor.

TAMIRI

Perché?

SEMIRAMIDE
(piano a Tamiri)

Per ora

più non cercar. Ti basti

saper che non si trova

il più perfido core, il più rubello.

SCITALCE
(a Semiramide)

Signor parli di me?

SEMIRAMIDE

Di te favello.

SCITALCE

(E pure impallidisce.)

(torna al suo luogo)

TAMIRI

A lui si chieda

perché si fa rivale

d'Ircano e di Mirteo.

SEMIRAMIDE
(piano a Tamiri)

Fermati e seco

non ragionar, se la tua pace brami.

TAMIRI

Ma la cagion?

SEMIRAMIDE

Tu sei

semplice nell'amore ed egli ha l'arte

di affascinar chi sue lusinghe ascolta.

SCITALCE

Nino.

SEMIRAMIDE

Eh taci una volta,

non turbarmi così.

SCITALCE

Ma qui si tratta

del mio riposo e compatir tu déi

se bramoso di quello

io turbo la tua pace.

SEMIRAMIDE

Lo so, di te favello.

SCITALCE

(E pur le spiace.)

(in atto di ritornare al suo luogo)

TAMIRI

Senti Scitalce, alfin dai labbri tuoi

quando fia che s'intenda

quel che ascondi nel seno?

SCITALCE

In seno ascondo

un incendio per te. Da tue pupille

escono a mille a mille

ad impiagarmi i dardi.

Mancherà, se più tardi

a temprare il mio foco,

esca alla fiamma, alle ferite il loco.

SEMIRAMIDE

(Perfido!)

SCITALCE

(Si tormenti.)

TAMIRI

Io non intendo

se siano i detti tuoi finti o veraci,

eccedi e quando parli e quando taci.

 

SCITALCE

(a Semiramide)  

Se intende sì poco

ch'ho l'alma piagata,

tu dille il mio foco,

tu parla per me.

(Sospira l'ingrata,

contenta non è.)

Sai pur che l'adoro,

che peno, che moro,

che tutta si fida

quest'alma di te.

(Si turba l'infida,

contenta non è.)

(parte)

Scitalce ->

 

Scena dodicesima

Semiramide, e Tamiri.

 

TAMIRI

Udisti il prence? Egli è diverso assai  

da quel che lo figuri.

SEMIRAMIDE

Io lo previdi

che poteva ingannarti. Ah tu non sai

quanto a finger è avvezzo. A suo piacere

con fallaci maniere ad ora ad ora

s'accende e si scolora; il pianto, il riso

sa richiamar sul viso allor che vuole

né son figlie del cor le sue parole.

TAMIRI

Pur non sembra così.

SEMIRAMIDE

Di quel crudele

non fidarti o Tamiri; altro interesse

non ho che il tuo riposo.

TAMIRI

Io ben m'avvedo

del zelo tuo ma sì crudel no 'l credo.

 

Ei d'amor quasi delira  

e il tuo labbro lo condanna;

ei mi guarda e poi sospira

e tu vuoi che sia crudel!

Ma sia fido, ingrato sia

so che piace all'alma mia.

E se piace allor che inganna,

che sarà quando è fedel?

(parte)

Sfondo schermo () ()

Tamiri ->

 

Scena tredicesima

Semiramide, poi Ircano e Mirteo.

 

SEMIRAMIDE

Sarà dunque Scitalce  

sposo a Tamiri e tollerar lo deggio!

Lo sia. Qual cura io prendo

d'un traditor? Potessi almen spiegarmi,

dirgli ingrato, infedel; ma in gran periglio

pongo me stessa; ah che farò! Vorrei

e parlare e tacer. Dubbiosa intanto

e non parlo e non taccio,

di sdegno avvampo e di timore agghiaccio.

 

<- Ircano, Mirteo

 

(vedendo Ircano e Mirteo)  

Principi, i vostri affetti

son sventurati.

MIRTEO

E donde il sai?

SEMIRAMIDE

Tamiri

scoperse il suo pensier.

IRCANO

Come?

SEMIRAMIDE

Non giova

consumare in querele il tempo invano.

MIRTEO

Che far possiamo?

SEMIRAMIDE

Ad un rival si lascia

così libero il campo? Andate a lei,

ditele i vostri affanni,

pietà chiedete e se mercé bramate

qualche stilla di pianto ancor versate.

IRCANO

Non è sì vile Ircano.

MIRTEO

A placar quell'ingrata il pianto è vano.

 

SEMIRAMIDE

Voi non sapete quanto  

giovi a destar faville

quell'improvviso pianto

che versan due pupille

in faccia al caro ben.

Ogni bellezza altera

va dell'altrui dolore;

si rende poi men fiera

e alfin germoglia amore

alla pietade in sen.

(parte)

Semiramide ->

 

Scena quattordicesima

Mirteo, ed Ircano.

 

MIRTEO

Che pensi Ircano?  

IRCANO

Hai tu coraggio?

MIRTEO

Il brando

risponderà, quando tu voglia.

IRCANO

Andiamo

l'importuno rivale

uniti ad assalir. S'accerti il colpo,

mora Scitalce e poi

tolto il rival deciderem fra noi.

MIRTEO

Così mostri il rispetto

all'ospite real? Così conservi

la fé promessa ed i giurati patti?

Per assalir un sol cerchi con frode

vergognoso vantaggio

e tal prova domandi al mio coraggio?

IRCANO

Che rispetto? Che fede? Il mio furore

chiede vendetta. Io tollerar non deggio

ch'altri usurpi quel cor. Tremi Scitalce,

tremi d'Ircano alla fatal minaccia.

La sua caduta è certa,

qualunque usar mi piaccia

ascosa frode o violenza aperta.

 

Talor se il vento freme  

chiuso negli antri cupi,

dalle radici estreme

vedi ondeggiar le rupi

e le smarrite belve

le selve abbandonar.

Se poi della montagna

esce dai varchi ignoti,

o va per la campagna

struggendo i campi interi

o dissipando i voti

de' pallidi nocchieri

per l'agitato mar.

(parte)

Ircano ->

 

Scena quindicesima

Mirteo.

 

 

D'un indomito scita  

barbari sensi! Ei minor pena crede

meritar la sventura

che tollerarla; e da un'indegna frode

spera felicità. Se a questo prezzo

la destra di Tamiri

solo acquistar si può, sia d'altri. Ed io

privo dell'idol mio

che mai farò? N'andrò ramingo e solo

in solitarie sponde

rammentando il mio duolo all'aure, all'onde.

 

Rondinella, a cui rapita  

fu la dolce sua compagna,

vola incerta, va smarrita

dalla selva alla campagna

e si lagna intorno al nido

dell'infido cacciator.

Chiare fonti, apriche rive

più non cerca, al dì s'invola,

sempre sola, e finché vive

si rammenta il primo amor.

Mirteo ->

 

Fine (Atto primo)

Atto primo Atto secondo Atto terzo

Gran portico del palazzo reale corrispondente alle sponde dell'Eufrate; trono da un lato, alla sinistra del quale un sedile più basso; in faccia al suddetto trono tre altri sedili; ara nel mezzo col simulacro di Belo, gran ponte praticabile con statue, navi sul fiume, vista di tende su l'altra sponda.

Semiramide, soldati, guardie, una guardia
 

(Semiramide creduta Nino)

Olà; sappia Tamiri

Semiramide, soldati, guardie
una guardia ->
Semiramide, soldati, guardie
<- Sibari

Io non m'inganno, è dessa

(le guardie si ritirano indietro)

Sorgi. Dall'Egitto in Assiria

Semiramide, soldati, guardie, Sibari
<- Tamiri, seguito di Tamiri

Nino, deve al tuo zelo

(suono d'istromenti barbari)

Semiramide, soldati, guardie, Sibari, Tamiri, seguito di Tamiri
<- Mirteo, Ircano, Scitalce, seguito di Mirteo, seguito di Ircano, seguito di Scitalce

Al tuo cenno gran re, deposte l'armi

soldati, guardie, Tamiri, seguito di Tamiri, Mirteo, Ircano, Scitalce, seguito di Mirteo, seguito di Ircano, seguito di Scitalce
Semiramide, Sibari ->

Che vidi! Che ascoltai!

soldati, guardie, Tamiri, seguito di Tamiri, Mirteo, Ircano, seguito di Mirteo, seguito di Ircano
Scitalce, seguito di Scitalce ->

Più che ad ogn'altro spiace

soldati, guardie, Mirteo, Ircano, seguito di Mirteo, seguito di Ircano
Tamiri, seguito di Tamiri ->

La principessa udisti?

soldati, guardie, Mirteo, seguito di Mirteo
Ircano, seguito di Ircano ->

Felice te, se puoi

soldati, guardie
Mirteo, seguito di Mirteo ->

Orti pensili

Scitalce, Sibari
 

Amico in rivederti

Scitalce
Sibari ->

Chi sa! Forse il desio

Scitalce
<- Tamiri

Dove Scitalce?

Scitalce, Tamiri
<- Semiramide

Signor, brama Scitalce

Scitalce, Semiramide
Tamiri ->

Siam soli, or parlerà

(Scitalce si ritira in un lato della scena)

Ed io resisto ancora!

Scitalce, Semiramide
<- Tamiri

Perdonami s'io torno

Semiramide, Tamiri
Scitalce ->

Udisti il prence? Egli è diverso assai

Semiramide
Tamiri ->

Sarà dunque Scitalce

Semiramide
<- Ircano, Mirteo

Principi, i vostri affetti

Ircano, Mirteo
Semiramide ->

Che pensi Ircano? / Hai tu coraggio?

Mirteo
Ircano ->

D'un indomito scita

Mirteo ->
 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Scena ottava Scena nona Scena decima Scena undicesima Scena dodicesima Scena tredicesima Scena quattordicesima Scena quindicesima
Gran portico del palazzo reale corrispondente alle sponde dell'Eufrate; trono da un lato, alla... Orti pensili Sala regia illuminata in tempo di notte; varie credenze d'intorno;... Appartamenti terreni. Campagna su le rive dell'Eufrate con navi che sono incendiate, mura de' giardini reali da un... Gabinetti reali. Anfiteatro con cancelli chiusi dai lati e trono da una parte.
Atto secondo Atto terzo

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