Atto terzo

 

Scena prima

Sala.
Emilia, Giacinto, Doralice, e poi Berto

 Q 

Emilia, Giacinto, Doralice

 

EMILIA

Ma come mai lasciaste  

da quel perfido servo

accecarvi così?

GIACINTO

Deh non mi fate

arrossire di più, l'aver gittati

tanti beni in un dì, mi pesa, è vero,

grave danno mi par, ma il rischio poi

di perder anche voi...

EMILIA

Non ci affliggiamo;

mio padre v'ama, e se pentito siete

tutto dall'amor suo sperar potete.

DORALICE

Eccolo.

 

<- Berto

BERTO

Allegri, o figlia,  

alfin lodato il cielo

tutto bene finì, senza rumori

partiro i convitati, e ognun parola

di tacer a noi dié, quel che per frode

tolto avea Mascheron nelle mie mani

volontario depose, ed ora crede

dai finti esecutori di giustizia

esser guardato a vista, il suo danaro

ebbe Strettonio, e tutti in pochi istanti

verran per aggiustarsi i mercadanti.

Manca sol che Giacinto

suo tutor mi dichiari.

GIACINTO

Ah siate pure

mio tutore, e mio padre.

DORALICE

Ma che faremo poi

di Mascheron?

BERTO

Sopra una nave ch'oggi

partir dée per levante

imbarcar si farà, così di lui

senza pubblicità siam liberati,

ed ei la pena avrà dei scellerati.

DORALICE
(ad Emilia)

Ma che voi sospirate?

EMILIA

Ah sì, mia cara amica!

Finché delle mie nozze

l'affar non è deciso

sempre inquieta io sarò.

BERTO

Sapete pure

cosa abbiam stabilito.

Conosco appien Strettonio.

(a Giacinto)

Eccolo; secondateci.

 

<- Strettonio

STRETTONIO

Or ch'ebbi i miei danari  

pensiamo al matrimonio.

Padroni?

BERTO

Servo.

EMILIA

Serva.

GIACINTO

Addio Strettonio.

Delle vostre fortune

mi consolo fratello.

STRETTONIO

Ed io, che abbiate alfin fatto cervello.

GIACINTO

Sì sì son ravveduto.

STRETTONIO

Senza altre liti dunque

Emilia a me cedete.

GIACINTO

(Doralice parlagli all'orecchio additandogli, che debba dir di sì)

Sposatevela pur quando volete.

BERTO

Parlate voi sul serio?

GIACINTO

(Doralice come sopra)

Sul serissimo.

E poi per dir il vero

Emilia è buona, e bella,

ma troppe pretensioni.

STRETTONIO

Exempli gratia,

si potrebbe sapere

queste sue pretensioni,

in che cosa consiston?

BERTO

No 'l sapete?

Ora ve lo direm, se ascolterete.

 

BERTO

Prima di tutto  

la controdote

pari alla dote

le dée formar.

GIACINTO

Le deve ogni anno

ducati mille

sol per le spille

somministrar.

DORALICE

Sempre regali

di cose rare

per farsi amare

le dée portar.

EMILIA

Fornir gli tocca

d'oro e d'argento

l'appartamento

che mi vuol dar.

STRETTONIO

Bello è il principio!

Sentiamo il resto,

s'è come questo

c'è da pensar.

TUTTI

Tutto è giustissimo,

convenientissimo,

né qui v'è cosa

da replicar.

BERTO

Almen quattr'abiti

per ogni mese

da man francese

farle tagliar.

STRETTONIO

E poi?

DORALICE

Far scelta

di più casini

dove i zecchini

possa giocar.

STRETTONIO

E poi?

GIACINTO

Le spese

fare agli amanti,

perché costanti

le possan star.

STRETTONIO

E poi?

EMILIA

Lasciare

lo scrigno aperto

per ogni incerto

che può arrivar.

STRETTONIO

Tutto è giustissimo,

convenientissimo,

né qui c'è cosa

da replicar.

TUTTI

Non è sincera

quella sua calma,

sordida ha l'alma

possiam sperar.

BERTO

V'è poi la moda.

STRETTONIO

Questo s'intende.

DORALICE

V'han feste, e balli.

STRETTONIO

Chi ve 'l contende?

GIACINTO

V'hanno i conviti.

STRETTONIO

Non v'è risposta.

EMILIA

Ed il marito

per quanto costa

dée tranquillissimo

tutto pagar.

STRETTONIO

Tutto è giustissimo,

convenientissimo,

né qui c'è cosa

da replicar.

Resta più nulla?

Diceste tutto?

Credea che il diavolo

fosse più brutto.

Or la risposta

deggio studiar.

TUTTI

Sospeso ho l'animo

chiaro non veggio,

son fra le tenebre,

che creder deggio.

Quell'aria intrepida

mi fa tremar.

Insieme

STRETTONIO

Sospeso han l'animo

chiaro non veggono

son fra le tenebre,

che creder deggiono?

Quell'aria intrepida

li fa tremar.

 

STRETTONIO

Per me val men d'un soldo

tutto il femmineo sesso.

Emilia, il signor Berto,

tutti voi altri, io stesso.

Vi sposi pur mio sole,

vi sposi pur chi vuole,

non vo' per una femmina

all'ospedale andar.

TUTTI
(escluso Emilia)

Ma il vostro onore allora?

STRETTONIO

Vada l'onore al diavolo.

TUTTI
(escluso Emilia)

Ma Emilia che v'adora?

STRETTONIO

La dono pur un cavolo.

EMILIA

Di sua bontà signore,

la devo ringraziar.

BERTO

Ebben che decidete?

STRETTONIO

Quello che ho detto ho detto.

GIACINTO

Dunque sposarla io posso?

STRETTONIO

Per me ve lo permetto.

GIACINTO

Son vostro, anima mia.

Insieme

EMILIA

Son vostra, anima mia.

 

TUTTI

Bravi così si fa.

TUTTI

No che maggior diletto

non può trovare un core

d'un amoroso affetto,

d'un casto, e puro ardor.

Insieme

STRETTONIO

No che di tal diletto

non sente invidia il core,

finché potrò all'amore

far con l'argento, e l'or.

 

GIACINTO

Venite a queste braccia  

amata Doralice; io deggio tutto

alla vostra prudenza.

EMILIA

Ed io cognata

alla vostra amicizia.

STRETTONIO

Ed io sorella mia

deggio tutto alla vostra furberia.

DORALICE

Lasciam questi discorsi, grazie al cielo

son terminati i guai.

BERTO

È tempo di goder penaste assai.

 

<- Lauretta

LAURETTA

Signor de' mercanti

la turba già vien.

TUTTI

Andiamo, e gli affanni

si scaccin dal sen.

 

Non è ver che in questo mondo  

s'abbia sempre a sospirar;

spesso spesso un fin giocondo

suol i mali incoronar.

Dopo notte viene il dì,

dopo il nembo esce il seren,

la fortuna fa così,

or fa male, ed or fa ben.

 

Fine (Atto terzo)

Atto primo Atto secondo Atto terzo

Sala.

Emilia, Giacinto, Doralice
 

Ma come mai lasciaste

Emilia, Giacinto, Doralice
<- Berto

Allegri, o figlia

Emilia, Giacinto, Doralice, Berto
<- Strettonio

Or ch'ebbi i miei danari

Berto, Giacinto, Doralice, Emilia, Strettonio
Prima di tutto

Venite a queste braccia

Emilia, Giacinto, Doralice, Berto, Strettonio
<- Lauretta

 
Scena prima
Sala ordinarissima, e mal fornita. Sala decente in casa del Procuratore. Gabinetto semplicissimo. Sala in casa del Procuratore con tre porte, una nel mezzo, e due laterali. Gabinetto. Camera trivialissima con armadio, e sedie. Sala sfornita. Atrio comune con quattro porte. Sala magnifica. Gabinetto. Veduta della piazzetta e canale con barche. Sala illuminata con serie di camere in prospetto; quattro tavolini da gioco. Sala.
Atto primo Atto secondo

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