Scena prima |
Gran sala nel palazzo del Reggente, con ispaziosi veroni aperti in prospetto, dai quali scorgesi parte magnifica della città. |
(♦) | ||
All'alzarsi della tela odonsi bellici strumenti e fragorose voci di gioia, che sempre più si avvicinano. | ||||
Coro nell'interno della scena. | ||||
Scena seconda |
Lord Howe, Kilkardy ed altri Cortigiani giungono a più riprese; guardano dai veroni, quindi si aggruppano, parlando sommessamente fra loro. |
<- Howe, Kilkardy, cortigiani | ||
TUTTI | ||||
(essi vanno incontro al Reggente; il luogo si riempie di guardie, di ufficiali, di paggi, ecc.) | ||||
Scena terza |
Il Reggente con Séguito, e detti. |
<- guardie, ufficiali, paggi, Reggente | ||
REGGENTE |
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HOWE, KILKARDY E CORTIGIANI |
(Che fia? Turbato e mesto pensa raccolto in sé!) | |||
Scena quarta |
Hamilton, e detti. |
<- Hamilton | ||
(Hamilton si avanza inchinando il Reggente; egli al primo vederlo fa un moto d'aborrimento, ma correggendosi ad un tratto, gli porge amichevolmente la destra) | ||||
HAMILTON |
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REGGENTE |
(Oh se costui potesse vedermi il cor svelato!...) | |||
HAMILTON |
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REGGENTE |
Le gravi e spesse cure d'infermo stato... Altro pensier, che ascondere deggio... | |||
HAMILTON |
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REGGENTE |
Che parli?... (Ah!... Fia possibile?) Noto?... | |||
HAMILTON |
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REGGENTE |
(Ahimè!) | |||
(Hamilton ed il Reggente si traggono ad un angolo della sala, ove parlano a voci basse: Howe, Kilkardy ed i cortigiani guardansi con sospetto) | ||||
HAMILTON |
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REGGENTE |
Son io di vili e perfidi al congiurare avvezzo: bassa, codarda insidia non temo io, no, disprezzo! (Tradir potrei sì nobile, sì generoso core? No: del mio cieco amore trionfi l'amistà.) | |||
HOWE, KILKARDY E CORO |
(fra loro in fondo alla sala e con la massima circospezione) In cor mi desta un palpito quel favellar sommesso! Potria del ver tralucere qualche baleno ad esso?... Ardir... Ciascun dissimuli... Guardo non sfugga, o detto... Qual d'un estinto in petto in me l'arcan starà. | |||
HAMILTON |
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(porge molte carte al Reggente: egli ne osserva alcune, indi vi appone la sua firma) | ||||
Scena quinta |
Oscar, e detti. |
<- Oscar | ||
OSCAR |
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REGGENTE |
Che vuoi? | |||
OSCAR |
Della notturna festa, che loco avrà domani, ecco gl'inviti. | |||
(presentando un foglio; il Reggente senza prenderlo vi getta un'occhiata) | ||||
REGGENTE |
Mascherata danza! Affar d'alta importanza essa è per te, leggiadro paggio! Aspetta. (si occupa nuovamente delle carte di Hamilton) Che veggo mai! D'esiglio colta una donna? | |||
HAMILTON |
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REGGENTE |
S'appella? | |||
HAMILTON |
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OSCAR |
Che intendo! L'indovina?... | |||
HAMILTON |
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OSCAR |
Io la difendo. | |||
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note cifre son per essa; a lei parla in chiari accenti l'uragano che s'appressa. ~ La zitella sospirosa, la matrona desiosa, gelosia provando atroce, così dicon sottovoce: «Andiamo, andiamo dalla Sibilla, vede il futuro la sua pupilla! Non v'ha destino per essa incerto! È di concerto ~ con Belzebù.» | |||
CORO |
(in tono di paura derisoria) Con Belzebù! | |||
OSCAR |
Con Belzebù! | |||
CORO |
Demonio e femmina! Che il ciel ne assista! Lega più trista ~ giammai non fu! | |||
OSCAR |
Arder fa, se alcun lo brama, sì potente, arcana lampa, che amor desta in chi non ama, spegne amore in chi ne avvampa. ~ Fidi amanti abbandonati, vecchi sposi non curati, ove dubbio ancor vi resta della sorte a voi funesta, andate, andate dalla Sibilla, vede ne' cori la sua pupilla! Non v'ha destino per essa incerto! È di concerto ~ con Belzebù. | |||
CORO |
Demonio e femmina! Che il ciel ne assista! Lega più trista ~ giammai non fu! È di concerto ~ con Belzebù. | |||
OSCAR |
Con Belzebù! Con Belzebù! | |||
HAMILTON |
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OSCAR |
Clemenza. | |||
HAMILTON |
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OSCAR |
La grazia. | |||
HAMILTON |
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REGGENTE |
Basta. Innanzi ch'io risolva, che la danni, o che l'assolva, bramo addurmi fra le soglie di colei. | |||
HAMILTON |
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REGGENTE |
Io. Ciascuno in finte spoglie mi secondi. | |||
HOWE |
Udiste, amici? | |||
HAMILTON |
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REGGENTE |
Sì, del vero farmi io stesso indagator. | |||
GLI ALTRI |
Ah! Si vada... | |||
OSCAR |
Il tuo pensiero qui di tutti allegra il cor! | |||
TUTTI | ||||
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(il Reggente si ritira seguito da Hamilton e da Oscar, gli altri escono da opposte vie) | Reggente, Hamilton, Oscar, paggi, ufficiali, Howe, cortigiani, Kilkardy, guardie -> | |||
Scena sesta |
L'abituro della maga: sulla dritta un cammino ed una caldaia su un tripode alcuni tizzi vi ardono all'intorno; quindi l'ingresso ad un'altra stanza; dall'opposto lato un uscio segreto sull'alto di una piccola scaletta; nel fondo la porta ed una finestra, attraverso della quale scorgesi il porto di Edimburgo. |
Meg, Scoto, popolo | ||
MEG |
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d'un aspide il velen spumoso e nero, e una piuma di nottola, che svolazzava intorno al cimitero. È questo il crin d'un giovane che tradito moriva disperato; sangue qui v'ha d'un pargolo che da spietata man peria svenato. Per queste fiamme attinte al fuoco eterno, liquor, ti addensa in glutinosa spuma, e per virtù d'averno bolli, gorgoglia e fuma. | ||||
(attinge con un vaso d'argilla una parte del liquido contenuto nella caldaia, e se ne asperge le mani e la fronte; intanto il Reggente in arnese da marinaio si mesce al popolo) | <- Reggente | |||
CORO | ||||
MEG |
Io parlo a voi! Silenzio! Ciascuno alla sua volta. | |||
SCOTO |
Ed ora a me. (aprendosi bruscamente il passaggio fra la calca) | |||
REGGENTE |
(Sollecito fui più di loro.) (guardando nella folla, e non riconoscendovi alcuno de' suoi) | |||
SCOTO |
Ascolta: soldato io son. | |||
(il Reggente abbassa il cappuccio del suo vestito) | ||||
MEG |
Continua. | |||
SCOTO |
Finor da' miei perigli non riportai che gloria, e scarso pane ai figli di', se più largo premio dal fato avrò giammai. | |||
MEG |
Ti nomi... | |||
SCOTO |
Scoto. | |||
MEG |
(dopo aver esaminato la di lui mano) Allegrati: oro, ed un grado avrai. | |||
REGGENTE |
(Il ver dicesti.) (traendo di tasca un involto, e scrivendovi co' la matita qualche parola) | |||
SCOTO |
Oh giubilo!... O sposa! O figli miei!... | |||
MEG |
Fu lieto il vaticinio! | |||
(il Reggente pone di soppiatto l'involto nella tasca di Scoto, quindi torna a fumar tranquillamente la pipa) | ||||
SCOTO |
Pagarlo io vo'. | |||
CORO |
Lo déi. | |||
SCOTO |
(tirando fuori l'involto leggendo) Traveggo!... «All'ufficiale Scoto, il Reggente.» | |||
I PIÙ VICINI |
Ah!... (osservando lo scritto) | |||
GLI ALTRI |
(aprendo l'involto, e guardando stupefatto le monete d'oro in esso aggruppate) Oro!... ~ No, donna eguale non avvi, o Meg, a te! | |||
SCOTO E CORO |
Viva, viva l'indovina, quanto in cielo si destina il suo labbro a noi predice! ~ L'arte sua potente, immensa, il suo magico saper, la salute a noi dispensa, la ricchezza ed il piacer. | |||
REGGENTE |
Viva, viva l'indovina, l'ispirata incantatrice quanto in cielo si destina il suo labbro a noi predice! (All'eccesso è giunta in loro la sorpresa ed il piacer! Ah! Nel mondo fu dell'oro sempre magico il poter!) | |||
MEG |
Più potente in me s'affina la virtù divinatrice; quanto in cielo si destina il mio labbro vi predice. ~ O monarca dell'inferno, lodi, grazie al tuo poter. Tua mercé, del fato io scerno nel recondito pensier. | |||
(è picchiato all'uscio in cima alla scaletta) | ||||
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Scena settima |
Un Servo di Amelia, e detti. |
<- Servo | ||
REGGENTE |
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SERVO |
La dama ch'io servo, attende ivi celata, e brama un colloquio segreto. | |||
MEG |
Questo vulgo indiscreto, in men che il dico, sgombrerà. | |||
(il Servo esce) | Servo -> | |||
|
Partite, v'udrò più tardi. | |||
POPOLO |
Ma... | |||
MEG |
Lo voglio: uscite. | |||
(tutti ubbidiscono, tranne il Reggente, che si nasconde nella stanza presso il camino: Meg chiude la porta, e quindi va incontro ad Amelia) | Scoto, popolo -> | |||
Scena ottava |
Amelia, e detti. |
<- Amelia | ||
MEG |
||||
AMELIA |
Se leggi entro il pensiero, dillo tu stessa. | |||
(il Reggente ascolta in disparte) | ||||
MEG |
(dopo averla attentamente studiata) Amor ti guida. | |||
AMELIA |
È vero! | |||
|
||||
MEG |
Risanar della tua piaga tu vorresti? | |||
AMELIA |
E tu n'avrai guiderdon, potente maga, d'oro e gemme qual vorrai. | |||
MEG |
A tal uopo un succo arcano comporranno i miei portenti, se recarmi di tua mano colta un'erba, non dissenti. | |||
AMELIA |
Parla: e qual? | |||
MEG |
Cercar la déi, fra il notturno orror profondo, ove giace il fral de' rei che la scure ha tolti al mondo. | |||
(Amelia inorridita) | ||||
REGGENTE |
(Ciel!) | |||
MEG |
Scolori!... | |||
AMELIA |
Deh!... | |||
MEG |
Vacilli!... Ama dunque, e parti. | |||
AMELIA |
(armandosi di coraggio) Ah! No... sarai paga. | |||
MEG |
Come squilli mezzanotte!... | |||
AMELIA |
Intesi... andrò. Quell'adorata immagine strappar mi vo' dal core, sopir la fiamma indomita del mio funesto amore... Sin la memoria a spegnerne la tua potenza invoco... (con sforzo doloroso) (Estinto col mio foco il viver mio sarà!) | |||
REGGENTE |
(In quell'orrendo loco amor ti veglierà.) | |||
MEG |
Ardisci, e spento il foco dell'amor tuo sarà. | |||
(Amelia esce; Meg riapre la porta in fondo) | Amelia -> | |||
Scena nona |
Oscar, Howe, Kilkardy, ed altri Cortigiani travestiti da gente del popolo, e detti. |
<- Oscar, Howe, Kilkardy, cortigiani | ||
HOWE |
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KILKARDY |
Protetta dell'inferno, buon dì! | |||
OSCAR |
(avvistosi del Reggente) (Ne precedea!...) | |||
HOWE |
(osservando all'intorno) È questo il tempio dunque, ove i responsi scioglie la profetessa? | |||
KILKARDY |
È questo, e degno veramente di lei! | |||
CORTIGIANI |
Su, su ne svela i nostri fati. | |||
MEG |
O voi, che d'arroganza ciechi, la mia possanza ad insultar traeste, chissà! Forse potreste coprirvi di pallor, quando al futuro la densa nebbia toglierà l'irrisa protetta dell'inferno! | |||
REGGENTE |
La valorosa prova, anzi ogni altro mi giova tentar. (in tono scherzevole, e sporgendo la destra verso Meg) Parla, Sibilla. | |||
MEG |
(osservandone ogni linea) È questa mano al brando avvezza. | |||
(il Reggente le accenna di tacere) | ||||
OSCAR |
Non errò. | |||
REGGENTE |
Prosegui. | |||
MEG |
(lasciando la mano del Reggente, con un sospiro) Basta! | |||
REGGENTE |
Lo vo'... Te n' prego. (riprendendosi) | |||
GLI ALTRI |
Ah! Sì, favella. | |||
MEG |
Ebben: fra poco tu morrai! | |||
REGGENTE |
Sul campo? | |||
MEG |
Misero! I giorni tuoi, non la guerriera spada, il pugnal troncherà dell'assassino! | |||
GLI ALTRI |
Ah! | |||
REGGENTE |
Dici il ver? | |||
MEG |
Tremate? (notando lo scompiglio di Howe e Kilkardy) | |||
OSCAR |
Oh reo destino!... | |||
REGGENTE |
Or qual fia che il nero eccesso compier osi, ne predica la tua scienza. | |||
(Howe e Kilkardy si guardano l'un l'altro) | ||||
MEG |
Quell'istesso, cui primier la mano amica porgerai! | |||
REGGENTE |
Mentir facciamo vaticinio così rio. | |||
(presentando la mano or l'uno or all'altro, tutti si arretrano ricusando toccarla) | ||||
Scena decima |
Hamilton, e detti. |
<- Hamilton | ||
REGGENTE |
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OSCAR |
No!... Ferma... Oh dio!... | |||
GLI ALTRI |
Ei!... (con un movimento di sorpresa) | |||
HAMILTON |
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OSCAR |
Del suo fato sciolto il vel poc'anzi fu... morir deve assassinato!... L'assassin... | |||
HAMILTON |
||||
OSCAR |
Chi? ~ Tu! | |||
(Hamilton raccappriccia; quindi si raccoglie cupamente ne' suoi pensieri) | ||||
OSCAR |
||||
HAMILTON |
||||
REGGENTE |
E tu pur, tu pur paventi la profetica sentenza? A' suoi folli o scaltri accenti presterai tu pur credenza? Di che mai temer poss'io? Se tu vegli al fianco mio? Son propizie le mie sorti, il destin m'arride in te! | |||
MEG |
Come orrendo, è certo il fato che il mio labbro a te favella, nel volume sta segnato ove mai non si cancella! Non pagarmi, ingrato, a prezzo del tuo schermo, del tuo sprezzo! Sei tradito, il traditore hai d'accanto... e sol non è! (volgendo un'occhiata minacciosa ai cortigiani) | |||
HOWE, KILKARDY E CORTIGIANI |
(Quello sguardo indagatore tutto il sangue agghiaccia in me!) | |||
OSCAR |
(Ahi! Qual pensier terribile!... E se vibrare in lui solo ed inerme i perfidi osan l'acciaro, a cui cercar soccorso?...) | |||
(odonsi frequenti colpi alla porta) | ||||
OSCAR |
Battono... | |||
VOCI DI FUORI |
Facemmo a te ritorno... Aprine, o Meg, ascoltane... poco riman del giorno... Apri... Apri... | |||
OSCAR |
(facendosi alla finestra) (Oh quanto popolo! Ei lo difenda.) (corre alla porta e l'apre) Entrate... | |||
Scena undicesima |
Popolo, e detti. |
<- popolo | ||
OSCAR |
||||
REGGENTE |
(L'improvvido.) | |||
MEG |
Come!... | |||
POPOLO |
Il Reggente!... | |||
HAMILTON |
||||
ALCUNI SOLDATI |
È desso!... | |||
POPOLO |
A lui prostriamoci... | |||
REGGENTE |
Sorgete... | |||
POPOLO |
Oh fausto dì!... | |||
OSCAR E HAMILTON |
La nostra voce s'innalzi a dio, un voto esprima, un sol desio; ch'egli lo serbi al popol fido come di gloria, carco d'età; e d'una gente concorde il grido, un'eco in cielo ritroverà! | |||
REGGENTE |
M'intenerisce amor cotanto!... M'astringe a spargere soave pianto! Nel vostro affetto, in voi riposo, de' prenci è scudo la fedeltà. No, l'invocato iddio pietoso, ai figli un padre non toglierà. | |||
MEG |
Invan, fanciullo, presumi e tenti svolger il fato, cangiar gli eventi! Del tuo signore il fine acerbo, ahi! Quante lagrime ti costerà! | |||
CORTIGIANI |
(L'astro fulgente di quel superbo brev'ora, e poscia tramonterà!) | |||
(il Reggente esce seguìto dal popolo, che fra i trasporti della gioia manda all'aria i berretti) | Reggente, popolo -> | |||
Gran sala nel palazzo del Reggente, con ispaziosi veroni aperti in prospetto, dai quali scorgesi parte magnifica della città.
Signor / Che vuoi? / Della notturna festa
L'abituro della maga: sulla dritta un cammino ed una caldaia su un tripode alcuni tizzi vi ardono all'intorno; quindi l'ingresso ad un'altra stanza; dall'opposto lato un uscio segreto sull'alto di una piccola scaletta; nel fondo la porta ed una finestra, attraverso della quale scorgesi il porto di Edimburgo.
Tre volte invoco te, scinta le chiome
(è picchiato all'uscio in cima alla scaletta)
(il Reggente si nasconde)
Inoltra... non temer. Fra queste soglie
(Oscar, Howe, Kilkardy e cortigiani travestiti da gente del popolo; il Reggente si mischia agli altri)
Giungi alfin... T'inoltra: io bramo
(odonsi frequenti colpi alla porta; voci da fuori)