Il sortilegio

 

Scena prima

Gran sala nel palazzo del Reggente, con ispaziosi veroni aperti in prospetto, dai quali scorgesi parte magnifica della città.

Immagine d'epoca ()

 Q 

 
All'alzarsi della tela odonsi bellici strumenti e fragorose voci di gioia, che sempre più si avvicinano.
 
Coro nell'interno della scena.

Viva il Reggente invitto al paro,  

al par temuto duce, o guerrier!

Quand'ei nel campo vibra l'acciaro,

alla vittoria schiude il sentier!

 

Scena seconda

Lord Howe, Kilkardy ed altri Cortigiani giungono a più riprese; guardano dai veroni, quindi si aggruppano, parlando sommessamente fra loro.

<- Howe, Kilkardy, cortigiani

 

TUTTI

Ascoltate: del vulgo plaudente  

fra gli evviva rimbomba il suo nome...

nuovi lauri d'imporgli alle chiome

ancor stanca la sorte non è!

Sì, ma trema, orgoglioso Reggente!

Dal trionfo al sepolcro t'appressi!

E gli allori ai funebri cipressi

loco in breve daranno per te!

(essi vanno incontro al Reggente; il luogo si riempie di guardie, di ufficiali, di paggi, ecc.)
 

Scena terza

Il Reggente con Séguito, e detti.

<- guardie, ufficiali, paggi, Reggente

 

REGGENTE

Io riedo, e non indegno  

dell'alto grado, ove m'alzò concorde

voler de' pari. Oh! Colga

dalla vittoria mia frutti di pace

la travagliata Scozia! (Rivederti,

Amelia, rivederti alfin m'è dato...

indarno m'opponevi

un severo divieto. Io l'obliai...

T'amo... t'amo ancor più che non t'amai!)

 

 

(Se tu l'imponi, esanime  

giuro caderti al piede;

ma ch'io non t'ami, o barbara,

invan da te si chiede.

Il sol tuo cenno è questo

cui d'obbedir m'è tolto...

Estinto ancor, sepolto,

avvamperò per te!)

HOWE, KILKARDY E CORTIGIANI

(Che fia? Turbato e mesto

pensa raccolto in sé!)

 

Scena quarta

Hamilton, e detti.

<- Hamilton

 
(Hamilton si avanza inchinando il Reggente; egli al primo vederlo fa un moto d'aborrimento, ma correggendosi ad un tratto, gli porge amichevolmente la destra)
 

HAMILTON

Cinto di nuova gloria  

facesti a noi ritorno.

Ancor della vittoria

l'inno risuona intorno.

E mesto sei tu solo?

Gioia per te non v'ha?

Fida l'arcano duolo

in sen dell'amistà.

REGGENTE

(Oh se costui potesse

vedermi il cor svelato!...)

HAMILTON

Ebben?

REGGENTE

Le gravi e spesse

cure d'infermo stato...

Altro pensier, che ascondere

deggio...

HAMILTON

Esso è noto a me!

REGGENTE

Che parli?... (Ah!... Fia possibile?)

Noto?...

HAMILTON

Sì, conte.

REGGENTE

(Ahimè!)

 
(Hamilton ed il Reggente si traggono ad un angolo della sala, ove parlano a voci basse: Howe, Kilkardy ed i cortigiani guardansi con sospetto)
 

HAMILTON

Fra quei, che ti circondano,

s'ordisce iniqua trama;

i giorni tuoi minacciano,

il sangue tuo si brama...

Ma veglia l'amicizia,

ma il ferro traditore

piantarsi nel mio core

pria che nel tuo dovrà.

REGGENTE

Son io di vili e perfidi

al congiurare avvezzo:

bassa, codarda insidia

non temo io, no, disprezzo!

(Tradir potrei sì nobile,

sì generoso core?

No: del mio cieco amore

trionfi l'amistà.)

HOWE, KILKARDY E CORO

(fra loro in fondo alla sala e con la massima circospezione)

In cor mi desta un palpito

quel favellar sommesso!

Potria del ver tralucere

qualche baleno ad esso?...

Ardir... Ciascun dissimuli...

Guardo non sfugga, o detto...

Qual d'un estinto in petto

in me l'arcan starà.

 

HAMILTON

Segnar ti piaccia intanto  

questi al ben del governo utili fogli.

(porge molte carte al Reggente: egli ne osserva alcune, indi vi appone la sua firma)
 

Scena quinta

Oscar, e detti.

<- Oscar

 

OSCAR

(inchinandosi)  

Signor.

REGGENTE

Che vuoi?

OSCAR

Della notturna festa,

che loco avrà domani,

ecco gl'inviti.

(presentando un foglio; il Reggente senza prenderlo vi getta un'occhiata)

REGGENTE

Mascherata danza!

Affar d'alta importanza

essa è per te, leggiadro paggio! Aspetta.

(si occupa nuovamente delle carte di Hamilton)

Che veggo mai! D'esiglio

colta una donna?

HAMILTON

Sì; grave periglio

è la presenza di costei: fingendo

vaticinar le sorti,

le mura sue di malviventi ha fatte

convegno reo.

REGGENTE

S'appella?

HAMILTON

Meg.

OSCAR

Che intendo!

L'indovina?...

HAMILTON

Io l'accuso.

OSCAR

Io la difendo.

 

 

Della notte i rai lucenti  

note cifre son per essa;

a lei parla in chiari accenti

l'uragano che s'appressa. ~

La zitella sospirosa,

la matrona desiosa,

gelosia provando atroce,

così dicon sottovoce:

«Andiamo, andiamo dalla Sibilla,

vede il futuro la sua pupilla!

Non v'ha destino per essa incerto!

È di concerto ~ con Belzebù.»

CORO

(in tono di paura derisoria)

Con Belzebù!

OSCAR

Con Belzebù!

CORO

Demonio e femmina! Che il ciel ne assista!

Lega più trista ~ giammai non fu!

OSCAR

Arder fa, se alcun lo brama,

sì potente, arcana lampa,

che amor desta in chi non ama,

spegne amore in chi ne avvampa. ~

Fidi amanti abbandonati,

vecchi sposi non curati,

ove dubbio ancor vi resta

della sorte a voi funesta,

andate, andate dalla Sibilla,

vede ne' cori la sua pupilla!

Non v'ha destino per essa incerto!

È di concerto ~ con Belzebù.

CORO

Demonio e femmina! Che il ciel ne assista!

Lega più trista ~ giammai non fu!

È di concerto ~ con Belzebù.

OSCAR

Con Belzebù! Con Belzebù!

 

HAMILTON
(al Reggente)

Dubbio sei? Rigor.  

OSCAR

Clemenza.

HAMILTON

No...

OSCAR

La grazia.

HAMILTON

La sentenza.

REGGENTE

Basta. Innanzi ch'io risolva,

che la danni, o che l'assolva,

bramo addurmi fra le soglie

di colei.

HAMILTON

Tu!... Che mai dici?

REGGENTE

Io. Ciascuno in finte spoglie

mi secondi.

HOWE
(piano ai congiurati)

Udiste, amici?

HAMILTON

E voi dunque?

REGGENTE

Sì, del vero

farmi io stesso indagator.

GLI ALTRI

Ah! Si vada...

OSCAR

Il tuo pensiero

qui di tutti allegra il cor!

 

TUTTI

Che ognun segua, che ognuno s'unisca  

all'insegna che spiega follia...

Un sol giorno del fasto non sia!

Solo un giorno si doni al piacer!

REGGENTE

(Breve istante altra cura sopisca

dell'amor, del rimorso il poter!)

OSCAR

(No, la maga non fia che bandisca,

s'ei ne apprende l'immenso poter!)

Insieme

HAMILTON

(Tradimento i suoi ferri brandisca...

io lo salvo, e d'un nume il poter!)

HAMILTON, KILKARDY E CONGIURATI

(Un momento fortuna il tradisca,

l'abbandoni dell'odio il poter!)

 
(il Reggente si ritira seguito da Hamilton e da Oscar, gli altri escono da opposte vie)

Reggente, Hamilton, Oscar, paggi, ufficiali, Howe, cortigiani, Kilkardy, guardie ->

 
 

Scena sesta

L'abituro della maga: sulla dritta un cammino ed una caldaia su un tripode alcuni tizzi vi ardono all'intorno; quindi l'ingresso ad un'altra stanza; dall'opposto lato un uscio segreto sull'alto di una piccola scaletta; nel fondo la porta ed una finestra, attraverso della quale scorgesi il porto di Edimburgo.
Meg presso la caldaia, Scoto e Popolo al di là della porta, quindi il Reggente.

 Q 

Meg, Scoto, popolo

 

MEG

Tre volte invoco te, scinta le chiome;  

oh Belzebù! Oh Belzebù! Oh Belzebù!

Quest'opra senza nome

guarda con occhio ignifero.

(toglie da un armadio, e getta nella caldaia le cose, delle quali fa ammollo)

 

Aggiungo all'erbe mistiche  

d'un aspide il velen spumoso e nero,

e una piuma di nottola,

che svolazzava intorno al cimitero.

È questo il crin d'un giovane

che tradito moriva disperato;

sangue qui v'ha d'un pargolo

che da spietata man peria svenato.

Per queste fiamme attinte al fuoco eterno,

liquor, ti addensa in glutinosa spuma,

e per virtù d'averno

bolli, gorgoglia e fuma.

Sfondo schermo () ()

(attinge con un vaso d'argilla una parte del liquido contenuto nella caldaia, e se ne asperge le mani e la fronte; intanto il Reggente in arnese da marinaio si mesce al popolo)

<- Reggente

 

CORO

Inoltriam... ma quieti, quieti...  

si paventi d'irritarla.

Meg? ~ Hai letto nei segreti

della sorte? ~ Parla, parla. ~

È compiuta la fattura? ~

Guiderdon recai per te. ~

(mostrando ciascuno la sua moneta)

M'indovina la ventura ~

a me pria... ~ no, a me... ~ no, a me...

 

MEG

Io parlo a voi! Silenzio!

Ciascuno alla sua volta.

SCOTO

Ed ora a me.

(aprendosi bruscamente il passaggio fra la calca)

REGGENTE

(Sollecito

fui più di loro.)

(guardando nella folla, e non riconoscendovi alcuno de' suoi)

SCOTO

Ascolta:

soldato io son.

(il Reggente abbassa il cappuccio del suo vestito)

MEG

Continua.

SCOTO

Finor da' miei perigli

non riportai che gloria,

e scarso pane ai figli

di', se più largo premio

dal fato avrò giammai.

MEG

Ti nomi...

SCOTO

Scoto.

MEG

(dopo aver esaminato la di lui mano)

Allegrati:

oro, ed un grado avrai.

REGGENTE

(Il ver dicesti.)

(traendo di tasca un involto, e scrivendovi co' la matita qualche parola)

SCOTO

Oh giubilo!...

O sposa! O figli miei!...

MEG

Fu lieto il vaticinio!

(il Reggente pone di soppiatto l'involto nella tasca di Scoto, quindi torna a fumar tranquillamente la pipa)

SCOTO

Pagarlo io vo'.

CORO

Lo déi.

SCOTO

(tirando fuori l'involto leggendo)

Traveggo!...

«All'ufficiale

Scoto, il Reggente.»

I PIÙ VICINI

Ah!...

(osservando lo scritto)

GLI ALTRI

(aprendo l'involto, e guardando stupefatto le monete d'oro in esso aggruppate)

Oro!... ~ No, donna eguale

non avvi, o Meg, a te!

 

SCOTO E CORO

Viva, viva l'indovina,

quanto in cielo si destina

il suo labbro a noi predice! ~

L'arte sua potente, immensa,

il suo magico saper,

la salute a noi dispensa,

la ricchezza ed il piacer.

REGGENTE

Viva, viva l'indovina,

l'ispirata incantatrice

quanto in cielo si destina

il suo labbro a noi predice!

(All'eccesso è giunta in loro

la sorpresa ed il piacer!

Ah! Nel mondo fu dell'oro

sempre magico il poter!)

MEG

Più potente in me s'affina

la virtù divinatrice;

quanto in cielo si destina

il mio labbro vi predice. ~

O monarca dell'inferno,

lodi, grazie al tuo poter.

Tua mercé, del fato io scerno

nel recondito pensier.

 
(è picchiato all'uscio in cima alla scaletta)
 

 

A quell'oscuro varco  

alcun battea!

(va ad aprire)

 

Scena settima

Un Servo di Amelia, e detti.

<- Servo

 

REGGENTE

(D'Amelia  

un famigliar non è costui?...)

SERVO

La dama

ch'io servo, attende ivi celata, e brama

un colloquio segreto.

MEG

Questo vulgo indiscreto,

in men che il dico, sgombrerà.

(il Servo esce)

Servo ->

 

Partite,

v'udrò più tardi.

POPOLO

Ma...

MEG

Lo voglio: uscite.

 
(tutti ubbidiscono, tranne il Reggente, che si nasconde nella stanza presso il camino: Meg chiude la porta, e quindi va incontro ad Amelia)

Scoto, popolo ->

 

Scena ottava

Amelia, e detti.

<- Amelia

 

MEG

Inoltra... non temer. Fra queste soglie  

a che vieni?

AMELIA

Se leggi entro il pensiero,

dillo tu stessa.

(il Reggente ascolta in disparte)

MEG

(dopo averla attentamente studiata)

Amor ti guida.

AMELIA

È vero!

 

 

Sì, d'amor, d'amore insano,  

sposa iniqua, mi distrugga!...

Superarlo io tento invano...

quei che m'arde invano io fuggo...

Egli è sempre a me dappresso!

Qui nel cor lo porto impresso!

Foschi giorni traggo intanto

nel rimorso, nel dolor!

La mia vita è un lungo pianto...

ed è colpa il pianto ancor!

MEG

Risanar della tua piaga

tu vorresti?

AMELIA

E tu n'avrai

guiderdon, potente maga,

d'oro e gemme qual vorrai.

MEG

A tal uopo un succo arcano

comporranno i miei portenti,

se recarmi di tua mano

colta un'erba, non dissenti.

AMELIA

Parla: e qual?

MEG

Cercar la déi,

fra il notturno orror profondo,

ove giace il fral de' rei

che la scure ha tolti al mondo.

(Amelia inorridita)

REGGENTE

(Ciel!)

MEG

Scolori!...

AMELIA

Deh!...

MEG

Vacilli!...

Ama dunque, e parti.

AMELIA

(armandosi di coraggio)

Ah! No...

sarai paga.

MEG

Come squilli

mezzanotte!...

AMELIA

Intesi... andrò.

Quell'adorata immagine

strappar mi vo' dal core,

sopir la fiamma indomita

del mio funesto amore...

Sin la memoria a spegnerne

la tua potenza invoco...

(con sforzo doloroso)

(Estinto col mio foco

il viver mio sarà!)

REGGENTE

(In quell'orrendo loco

amor ti veglierà.)

MEG

Ardisci, e spento il foco

dell'amor tuo sarà.

 
(Amelia esce; Meg riapre la porta in fondo)

Amelia ->

 

Scena nona

Oscar, Howe, Kilkardy, ed altri Cortigiani travestiti da gente del popolo, e detti.

<- Oscar, Howe, Kilkardy, cortigiani

 

HOWE

Addio, figlia di Satana!  

KILKARDY

Protetta

dell'inferno, buon dì!

OSCAR

(avvistosi del Reggente)

(Ne precedea!...)

HOWE

(osservando all'intorno)

È questo il tempio dunque, ove i responsi

scioglie la profetessa?

KILKARDY

È questo, e degno

veramente di lei!

CORTIGIANI

Su, su ne svela

i nostri fati.

MEG

O voi, che d'arroganza

ciechi, la mia possanza

ad insultar traeste,

chissà! Forse potreste

coprirvi di pallor, quando al futuro

la densa nebbia toglierà l'irrisa

protetta dell'inferno!

REGGENTE

La valorosa prova,

anzi ogni altro mi giova

tentar.

(in tono scherzevole, e sporgendo la destra verso Meg)

Parla, Sibilla.

MEG

(osservandone ogni linea)

È questa mano

al brando avvezza.

(il Reggente le accenna di tacere)

OSCAR

Non errò.

REGGENTE

Prosegui.

MEG

(lasciando la mano del Reggente, con un sospiro)

Basta!

REGGENTE

Lo vo'... Te n' prego.

(riprendendosi)

GLI ALTRI

Ah! Sì, favella.

MEG

Ebben: fra poco tu morrai!

REGGENTE

Sul campo?

MEG

Misero! I giorni tuoi,

non la guerriera spada,

il pugnal troncherà dell'assassino!

GLI ALTRI
(tranne il Reggente)

Ah!

REGGENTE
(ironico)

Dici il ver?

MEG

Tremate?

(notando lo scompiglio di Howe e Kilkardy)

OSCAR

Oh reo destino!...

REGGENTE

Or qual fia che il nero eccesso

compier osi, ne predica

la tua scienza.

(Howe e Kilkardy si guardano l'un l'altro)

MEG
(con accento grave e solenne)

Quell'istesso,

cui primier la mano amica

porgerai!

REGGENTE

Mentir facciamo

vaticinio così rio.

(presentando la mano or l'uno or all'altro, tutti si arretrano ricusando toccarla)
 

Scena decima

Hamilton, e detti.

<- Hamilton

 

REGGENTE

(intanto che Hamilton richiude la porta)

Giungi alfin... T'inoltra: io bramo  

che tu pur...

(correndo ad esso, e stringendogli la mano senza pensar)

OSCAR

No!... Ferma... Oh dio!...

GLI ALTRI

Ei!...

(con un movimento di sorpresa)

HAMILTON

Che avvenne?

OSCAR

Del suo fato

sciolto il vel poc'anzi fu...

morir deve assassinato!...

L'assassin...

HAMILTON

Chi fia?

OSCAR

Chi? ~ Tu!

(Hamilton raccappriccia; quindi si raccoglie cupamente ne' suoi pensieri)
 

OSCAR

(Oh! Qual vede... Oh quale adombra  

il pensier funesta scena!

Della morte il gel m'ingombra,

mi serpeggia in ogni vena!

Le parole ch'ella disse,

come spine in core ho fisse!...

A caratteri di fiamma

io le miro innanzi a me!)

HAMILTON

Un periglio d'annunziarti

all'inferno il ciel costringe!

Forse già per trucidarti

una mano il ferro stringe!...

Forse a lei potere arcano

scovre il ferro, e non la mano!

Dirlo è forza! Al crudo avviso

io tremai da capo a piè!

REGGENTE

E tu pur, tu pur paventi

la profetica sentenza?

A' suoi folli o scaltri accenti

presterai tu pur credenza?

Di che mai temer poss'io?

Se tu vegli al fianco mio?

Son propizie le mie sorti,

il destin m'arride in te!

MEG

Come orrendo, è certo il fato

che il mio labbro a te favella,

nel volume sta segnato

ove mai non si cancella!

Non pagarmi, ingrato, a prezzo

del tuo schermo, del tuo sprezzo!

Sei tradito, il traditore

hai d'accanto... e sol non è!

(volgendo un'occhiata minacciosa ai cortigiani)

HOWE, KILKARDY E CORTIGIANI

(Quello sguardo indagatore

tutto il sangue agghiaccia in me!)

 

OSCAR

(Ahi! Qual pensier terribile!...

E se vibrare in lui

solo ed inerme i perfidi

osan l'acciaro, a cui

cercar soccorso?...)

(odonsi frequenti colpi alla porta)

OSCAR

Battono...

VOCI DI FUORI

Facemmo a te ritorno...

Aprine, o Meg, ascoltane...

poco riman del giorno...

Apri... Apri...

OSCAR

(facendosi alla finestra)

(Oh quanto popolo!

Ei lo difenda.)

(corre alla porta e l'apre)

Entrate...

 

Scena undicesima

Popolo, e detti.

<- popolo

 

OSCAR

(dopo aver gettato sul Reggente un mantello ch'egli avea riposto in un canto)  

Chi tempra della Scozia

le sorti, qui mirate

d'innanzi a voi.

REGGENTE

(L'improvvido.)

MEG

Come!...

POPOLO

Il Reggente!...

HAMILTON

Ah! Sì!

(con gioia ed avendo compreso il disegno di Oscar)

ALCUNI SOLDATI

È desso!...

POPOLO

A lui prostriamoci...

REGGENTE

Sorgete...

POPOLO

Oh fausto dì!...

 

OSCAR E HAMILTON

La nostra voce s'innalzi a dio,

un voto esprima, un sol desio;

ch'egli lo serbi al popol fido

come di gloria, carco d'età;

e d'una gente concorde il grido,

un'eco in cielo ritroverà!

REGGENTE

M'intenerisce amor cotanto!...

M'astringe a spargere soave pianto!

Nel vostro affetto, in voi riposo,

de' prenci è scudo la fedeltà.

No, l'invocato iddio pietoso,

ai figli un padre non toglierà.

MEG
(piano a Oscar)

Invan, fanciullo, presumi e tenti

svolger il fato, cangiar gli eventi!

Del tuo signore il fine acerbo,

ahi! Quante lagrime ti costerà!

CORTIGIANI

(L'astro fulgente di quel superbo

brev'ora, e poscia tramonterà!)

 
(il Reggente esce seguìto dal popolo, che fra i trasporti della gioia manda all'aria i berretti)

Reggente, popolo ->

 

Fine (Il sortilegio)

Il sortilegio La dama velata Il ballo in maschera

Gran sala nel palazzo del Reggente, con ispaziosi veroni aperti in prospetto, dai quali scorgesi parte magnifica della città.

<- Howe, Kilkardy, cortigiani
Howe, Kilkardy, cortigiani
<- guardie, ufficiali, paggi, Reggente

Io riedo, e non indegno

Reggente, Howe, Kilkardy e Cortigiani
Se tu l'imponi, esanime
Howe, Kilkardy, cortigiani, guardie, ufficiali, paggi, Reggente
<- Hamilton
Hamilton e Reggente, poi Howe, Kilkardy e Coro
Cinto di nuova gloria

Segnar ti piaccia intanto

Howe, Kilkardy, cortigiani, guardie, ufficiali, paggi, Reggente, Hamilton
<- Oscar

Signor / Che vuoi? / Della notturna festa

Hamilton, Oscar, Reggente, Coro
Dubbio sei? Rigor / Clemenza
Reggente, Hamilton, Oscar, paggi, ufficiali, Howe, cortigiani, Kilkardy, guardie ->

L'abituro della maga: sulla dritta un cammino ed una caldaia su un tripode alcuni tizzi vi ardono all'intorno; quindi l'ingresso ad un'altra stanza; dall'opposto lato un uscio segreto sull'alto di una piccola scaletta; nel fondo la porta ed una finestra, attraverso della quale scorgesi il porto di Edimburgo.

Meg, Scoto, popolo
 

Tre volte invoco te, scinta le chiome

Meg, Scoto, popolo
<- Reggente

(è picchiato all'uscio in cima alla scaletta)

A quell'oscuro varco

Meg, Scoto, popolo, Reggente
<- Servo

D'Amelia un famigliar

Meg, Scoto, popolo, Reggente
Servo ->

Meg, Reggente
Scoto, popolo ->

(il Reggente si nasconde)

Meg, Reggente
<- Amelia

Inoltra... non temer. Fra queste soglie

Meg, Reggente
Amelia ->
Meg, Reggente
<- Oscar, Howe, Kilkardy, cortigiani

(Oscar, Howe, Kilkardy e cortigiani travestiti da gente del popolo; il Reggente si mischia agli altri)

Addio, figlia di Satana!

Meg, Reggente, Oscar, Howe, Kilkardy, cortigiani
<- Hamilton

Giungi alfin... T'inoltra: io bramo

Oscar, Hamilton, Reggente, Meg, poi Tutti
Oh! Qual vede... Oh quale adombra

(odonsi frequenti colpi alla porta; voci da fuori)

 
Meg, Reggente, Oscar, Howe, Kilkardy, cortigiani, Hamilton
<- popolo
Meg, Oscar, Howe, Kilkardy, cortigiani, Hamilton
Reggente, popolo ->
 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Scena ottava Scena nona Scena decima Scena undicesima
Gran sala nel palazzo del Reggente, con ispaziosi veroni aperti in prospetto, dai quali scorgesi parte... L'abituro della maga: sulla dritta un cammino ed una caldaia su un tripode alcuni tizzi vi... Un luogo selvaggio nei dintorni di Edimburgo: in fondo ad una vallea, formata da nude rocce, si vede... Una stanza del palazzo di Hamilton, con porte chiuse, ed una finestra in fondo. Stanza segreta, o gabinetto d'armi in una torre del palazzo di Hamilton. Una sala degli appartamenti destinati alla festa; in fondo ampie scale che mettono alle gallerie...
La dama velata Il ballo in maschera

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