La villa estense nell'isola del Po Per le sovrapposte logge del palagio appariscono le fanti e i garzoni ai telai, alle opere dell'ago, alle opere dei profumi, ai giochi, ai concerti, aggruppati e atteggiati come saran più tardi sotto il reggimento di Borso nei freschi di Schifanoia. Ciascuna piccola compagnia ha la sua foggia, il suo officio, la sua voce corale; e tutte per entro l'architettura aerea vivono quasi sciami in uno smisurato alveare. Nel barco estense - che si spande con i suoi vivai, con i suoi serbatoi, con le sue peschiere sino ai margini dell'isola - Ugo d'Este, il figlio del Marchese Nicolò III e di Stella de' Tolomei, si esercita al tiro della balestra insieme con uno stuolo di nobili suoi coetanei. Sovente egli sbaglia il segno e s'adira.
La Verde, una delle soprastanti, nella loggia intona i cori con un suo strambotto lamentoso. Ciascuna compagnia risponde a contrasto, con una forza crescente, sì che di risposta in risposta la tenzone delle voci inasprendosi nell'urto della rima iterata assume una veemenza selvaggia.
Atto secondo
La santa casa di Loreto Appare la casa di Nazareth, la semplice casa di Gioachino e di Anna, costrutta di pietre rossastre con una porta, con una finestra, con un focolare, con un altare, quella che nella notte di maggio gli angeli traslatarono sulle loro ali alla spiaggia di Schiavonia e nella notte di decembre all'opposta riva, alla marca di Ancona, entro la selva dei lauri. Per la porta spalancata si scorge brillare fra i torchi e le lampade la vergine nera, scolpita nel legno di cedro dalla mano di Luca evangelista coperta della preziosissima veste intessuta d'oro e di gemme. Le mura degli ospizi s'alzano dietro il santuario. Di là dal laureto splende il mare Adriatico.
In contro al recinto, ove i monaci e i sacerdoti ricevono le offerte, è spiegato il ricco padiglione della pellegrina di Ferrara, distinto delle Aquile e dei fiordalisi estensi. Presso il limitare del padiglione tre donzelle sedute, con sulle ginocchia gli organi portatili, suonano e cantano. Quivi è Parisina; e la figlia di Nicolò di Oppizi, La Verde, le acconcia i capelli.
S'approssima l'ora della Salutazione angelica, nel vespro di maggio. S'ode una cantilena di marinai. Le vele latine rosseggiano in mare. La cantilena del remo e della vela si mesce alle litanie degli Ospizi, alle laudi della chiericia.
L'aria, presso e lontano, arde tutta quanta melodiosa.
Atto terzo
La camera «a Ursi» in Belfiore. La camera è profonda e ricca. Il gran letto è involto nelle cortine. I doppieri sono spenti. Sola arde una lanterna posta sul pavimento, di contro alla porta. Parisina è a giacere in un tappeto, presso la lanterna. Poggiati i gomiti, stretto fra le pugna chiuse il capo, inganna l'attesa leggendo il Romanzo di Tristano. Il lume rischiara la faccia intenta e il libro aperto sul corpo dell'arpa come su leggio. Il rimanente è nell'ombra. Sopra una scranna La Verde sembra sonnecchiare. La finestra è aperta alla notte bella e all'orezzo dei verzieri in fiore.
Credendo udire il passo furioso presso la soglia che il lume basso segna d'una riga indicatrice, Parisina sobbalza, si leva sui ginocchi, e ascolta palpitante. Giunge sul vento notturno alcun lembo di coro noto ma remoto:
Atto quarto
La torre del leone Appariscono le segrete in fondo di torre. Un archivolto sopra due pilastri tozzi, aperto nella muraglia maestra, lascia scorgere il luogo della giustizia attraverso un saldo e rude cancello di ferro. Un'apertura verticale, lunga e stretta come una balestriera, è l'unico occhio del carcere, ma non vi passa alcun barlume, essendo ancor notte, poco innanzi mattutino. Quivi è il ceppo apprestato, e il Giustiziere co' suoi Manigoldi e con l'altra sua Gente; e i torchi v'ardono. Alcuno non è di qua dalla muraglia, di qua dall'arco inferriato. Chiuso è l'usciolo che dal lato manco dà accesso a questa parte.
Ugo e Parisina sono di là dal cancello, in piedi entrambi, allacciati così che sembrano indissolubili. La voce di lei, nella gola che sta per esser mozza, è fresca come il giubilo dell'allodola.
Teatro
Cambi di scenografia
Tutte le scenografie (o quadri) descritte nel libretto.