Atto primo

 

Scena prima

Atrio esteriore del tempio di Giano, con porta laterale aperta che introduce nel tempio stesso, e che a suo tempo si chiude. Sabina con séguito di Matrone romane in mezzo a numeroso Popolo, addrizzando verso il cielo e verso il tempio il seguente:

 Q 

Sabina, matrone, popolo

 

CORO

Odi, o ciel, i nostri lai,  

vedi, o nume, i nostri affanni:

sino a quando i propri danni

Roma afflitta piangerà!

(alternativamente)

Va scemando in ogni petto...

va crescendo in ogni core...

il valore...

lo spavento...

Ah di pace il dolce accento

quando, o ciel, s'ascolterà!

 
Rimangono mestamente in silenzio tutti gli Attori suddetti allorché, scossi dall'improvviso lietissimo strepito che supponesi udir dentro del tempio, manifestano alcuni la sorpresa, alcuni altri l'allegrezza, ecc.
 

Ma quai risuonano giulivi canti!

Quai trombe s'odono! che mai sarà!

 

Scena seconda

Esce l'Augure sommo con il séguito d'Auguri.
Si chiude la porta del tempio.
L'Augure si unisce lietamente sclamando cogli altri.

<- L'augure, auguri

 

CORO

Cessino i palpiti, tergansi i pianti,  

di Roma il fato si cangerà.

 

L'AUGURE

Sì, Romani, de' numi  

omai chiaro è il voler. A noi, cui dato

è il penetrar gli alti segreti, alfine

il ciel parlò. Del Tebro oggi la sorte

sarà decisa: Alba fia vinta e doma

e dovrà i padri venerar di Roma.

SABINA

O tu, che con tai detti

il cor di gioia e di dolor m'inondi,

a Sabina rispondi:

de' Curiazi qual sarà la sorte?

Dell'amato consorte,

d'Orazio che sarà? Per quelli io debbo

di nuovo palpitar? Per questo ancora

temer, gelar degg'io?

L'AUGURE

D'appagar m'è vietato il tuo desio.

Non smarrirti però; dubbie all'inchieste

fur le risposte, e sol non dubbio e chiaro

lessi dell'avvenir ne' cupi arcani

che inaspettati e strani

decreti del destino

apron oggi alla gloria un gran cammino.

 

L'alto genio di Roma nascente  

vidi errando su questo e quel colle,

e la fronte maestosa che estolle

splender vidi di sacro fulgor.

Non illude quel raggio verace,

non inganna la nobil cervice;

l'una e l'altro già chiaro mi dice:

sorge Roma alle palme d'onor.

(parte col séguito degli auguri)

L'augure, auguri, popolo ->

 

Scena terza

Sabina con il suo Séguito.

 

SABINA

Oh cara patria! Oh i miei germani! e quale  

sarà il vostro destin!... Incauta! ah dove

dai sfogo al tuo dolor?... Sposa d'Orazio,

romana già, come i nemici sui

compianger osi e non tremar di lui!

Patria, natura, affetti

soavi, ma fatali al dover mio,

fuggitevi da me: per sempre addio.

matrone ->

 

Scena quarta

Publio Orazio, Sabina.

<- Publio Orazio

 

PUBLIO ORAZIO

A che tardi, Sabina? Ignori forse  

che in pacifica tregua

è Roma in questo dì? Che Mezio e Tullo

agitan l'alto affar? Che il tuo germano

ad Orazia diletta

or or verrà per offerir la mano?

T'affretta: a tanta gioia

manchi tu sola.

SABINA

Oh numi!

Così fausti presagi,

augurii così lieti,

vengon forse da voi? Deh, s'è pur vero

che la clemenza vostra

volga su Roma impietositi i lumi,

deh non vogliate, o numi,

la cara patria ed i germani amati

al rigor empio abbandonar de' fati.

 

Serbate, eterni dèi,  

a Roma i figli suoi,

ma chi diè vita a lei,

numi, serbate ancor.

Chi non s'attrista e geme,

chi non s'affligge e langue

se d'un istesso sangue

è il vinto e il vincitor!

 
(partono)

Sabina, Publio Orazio ->

 
 

Scena quinta

Vastissima pianura tutta circondata all'intorno di magnifiche fabbriche, tra le quali il palagio degli Orazi.
Porta Capena nel fondo, che supponesi condurre alla città d'Alba, la quale si vede nel prospetto situata sopra il colle Albano. Altri edifici profani e sacri abbelliscono il rimanente della scena.
Senatori romani congiunti degli Orazi. Albani congiunti de' Curiazi.
Marco Orazio, poi Curiazio co' due Fratelli e Séguito, poi Orazia con Publio Orazio, Sabina e i due altri Orazi. Popolo.

 Q 

Marco Orazio, popolo

 
All'aprirsi di questa scena veggonsi entrare dalla parte opposta al palagio degli Orazi i Congiunti de' medesimi ed addrizzarsi verso il palagio suddetto col seguente:

<- senatori romani, albani

 

CORO

Germe d'illustri eroi,  

di Roma eccelso onore,

Orazio, vieni a noi...

MARCO ORAZIO

Ecco Orazio, o compagni, eccolo a voi.

 
Marco Orazio precedendo i suoi Congiunti s'avvia presso la Porta Capena, invitando Curiazio, che poi entra col suo Séguito e col seguente:

<- Curiazio, seguito

 

CORO

Vieni, Curiazio, a lei:

spegni il marzial furore;

solo spirar tu déi...

CURIAZIO

Puro amor, cara pace e dolce ardore.

 
Marco Orazio e Curiazio precedendo i loro rispettivi Congiunti s'addrizzano di nuovo verso il palagio degli Orazi invitando Orazia, la quale esce come di sopra è indicato.

<- Orazia, Publio Orazio, Sabina, due Orazi

 

CORO

Vieni, gentil donzella,

nobil, vezzosa e bella;

ti chiama e a sé t'invita...

ORAZIA

Il mio ben, la mia speme e la mia vita.

 

ORAZIA, MARCO ORAZIO E CURIAZIO

Oh dolce e caro istante!  

Oh giorno di contento!

Ricolmo il cor mi sento

d'amore e d'amistà.

MARCO ORAZIO

Pietosi dèi, volgete

a questa parte i lumi.

ORAZIA E CURIAZIO

È di voi degna, o numi,

sì gran felicità.

ORAZIA, MARCO ORAZIO E CURIAZIO

Oh dolce e caro istante!

Oh giorno di contento!

Ricolmo il cor mi sento

d'amore e d'amistà.

 

ORAZIA

Oh mio Curiazio, oh dolce  

di tante pene e tanti

sospir, affanni e pianti

amabile cagion, ed è pur vero

ch'io ti stringo al mio sen? Che a te dappresso

in sì soave amplesso

può libero il mio core

brillar di gioia e palpitar d'amore?

CURIAZIO

Non dubitarne ormai;

fissa i vezzosi rai,

Orazia, in me: lo sposo avventurato

rimira alfin che ti concede il fato.

Solo il dover potea,

il patrio amor allontanarmi, o cara,

tanto tempo da te: or che al dovere

ho servito e all'onore,

posso libero anch'io

brillar di gioia e palpitar d'amore.

MARCO ORAZIO

Ah! quest'amor potesse

tra questi colli, come pur tra voi,

gli antichi dritti suoi

riprendere in tal dì! Qual ne dovrebbe

aspettar l'universo

da simiglianti voti,

forti, eccelsi nipoti! Ah troppo avanza,

ben lo conosco anch'io,

d'ogni brama il confin sì bel desio.

ORAZIA

No, in così fausto giorno

tutto lice sperar. Pace ogni aspetto

sembra annunziar, gioia ogni ciglio, e parmi

che persino in tal dì "pace" risponda

ogni fonte, ogni sasso ed ogni fronda.

CURIAZIO

Così voglian gli dèi.

MARCO ORAZIO

Roma sia salva.

CURIAZIO

La patria invitta.

MARCO ORAZIO

Il roman nome intatto.

CURIAZIO

Ed Alba illesa -

MARCO ORAZIO

- e salvo il patrio onore -

CURIAZIO

- d'amistà si favelli -

MARCO ORAZIO

- e poi d'amore.

CURIAZIO

Ed a un tal patto solo

Curiazio può parlar, che spento in petto

quando parla la patria ha ogni altro affetto.

Questi i miei sensi son: congiunti e amici

oggi gli Orazi io bramo;

amo la patria, ed amo

il suo onor, la sua gloria, il suo decoro,

e solo, idolo mio, dopo di lei

l'anima del mio sen, l'amor tu sei.

 

Quelle pupille tenere    

che brillano d'amore

vedran di questo core

candida ognor la fé.

Ma se il dover mi chiama,

ma se l'onor m'invita...

non palpitar, mia vita,

non dubitar di me.

Nel fier bollor dell'armi,

nel placido riposo,

non saprò mai scordarmi,

anima mia, di te.

S

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Curiazio ed Orazia con tutti gli altri entrano nel palagio degli Orazi.

Curiazio, seguito, Orazia, senatori romani, albani, Marco Orazio, popolo, Publio Orazio, Sabina, due Orazi ->

 
 

Scena sesta

Atrio interiore del palagio degli Orazi.
Licinio, Publio Orazio, Sabina.

 Q 

Licinio, Publio Orazio, Sabina

 

LICINIO
(a Publio Orazio)

Non dubitar: Tullo ha riposto il sommo  

destin di Roma in tre guerrieri.

SABINA

E Mezio

tal proposta accettò?

PUBLIO ORAZIO

Così s'apprezza

il sangue de' Romani, che a serbarlo

Roma s'espone ad un sì gran periglio!

LICINIO

Ecco Orazio.

PUBLIO ORAZIO

Ecco il figlio.

LICINIO

Oh come a terra

tiene le luci, pensieroso, immoto!

 

Scena settima

Marco Orazio, Licinio, Publio Orazio, Sabina.

<- Marco Orazio

 

PUBLIO ORAZIO

Figlio...  

SABINA

Sposo.

LICINIO

Saprai...

MARCO ORAZIO

Tutto m'è noto.

PUBLIO ORAZIO

La patria -

MARCO ORAZIO

è in gran cimento.

LICINIO

In tre romani -

MARCO ORAZIO

è riposto il suo onore.

PUBLIO ORAZIO

Che ne dici?

SABINA

A che pensi?

MARCO ORAZIO

A sì gran campo di marzial valore.

Sa il ciel a chi la sorte

tal gloria riserbò.

PUBLIO ORAZIO

Dunque la scelta?

MARCO ORAZIO

Tullo commette all'urna

che tutti de' Romani

i nomi accoglierà... numi, se mai

supplice e riverente

per la gloria di Roma io vi pregai,

in sì tremendo istante,

per lei, per me, dinanzi a voi mi prostro:

fate, pietosi numi,

che possa in campo e in sì bel giorno anch'io

per la patria versar il sangue mio.

 

Se alla patria ognor donai    

il sudor de' giorni miei,

fate ancor ch'io possa, o dèi,

in tal dì per lei pugnar.

Ma qual mai risuona intorno

alto grido di contento!

S

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CORO
di dentro

Son gli Orazi ~

MARCO ORAZIO
(con esclamazione di giubilo)

Dèi, che sento!

CORO
di dentro

~ destinati a trionfar.

 

Scena ottava

Coro di molti Senatori, Marco Orazio, Licinio, Publio Orazio, Sabina.

<- senatori romani

 

MARCO ORAZIO

(incontrandoli)

Padri, amici...  

CORO

Esulta e godi.

MARCO ORAZIO

Sposa, padre...

CORO

È giusto il fato.

MARCO ORAZIO

Oggi dunque...

CORO

In campo armato...

MARCO ORAZIO

Ma egli è ver?

CORO

Non dubitar.

 

MARCO ORAZIO

Ah di giubilo quest'alma  

sì ripiena è in tal istante,

che confuso, palpitante,

non la posso a voi spiegar.

Nel cimento

or or in campo

a voi tutti il vivo lampo

parlerà di questo acciar.

 
Marco Orazio co' Senatori esce dall'atrio; Publio Orazio, Licinio, Sabina entrano nel palagio.

Marco Orazio, senatori romani, Publio Orazio, Licinio, Sabina ->

 
 

Scena nona

Magnifico portico nel palagio che introduce ad un tempio domestico adornato di ghirlande per la festa nuziale d'Orazia.
Sacerdote di Giunone con altri Ministri i quali portano l'are, le faci, le conche per le libazioni ecc. ecc.
Viene da una parte Curiazio co' suoi Fratelli, Amici e Congiunti. Dall'altra Publio Orazio, Sabina, Licinio col loro Séguito. Poi al suono di amorosa marcia sorte accompagnata da alcune Matrone Orazia coperta del flammeo, e viene condotta nel mezzo della scena.

 Q 

Sacerdote di Giunone, ministri

<- Curiazio, due Curiazi, congiunti, Publio Orazio, Sabina, Licinio, seguito, Orazia, matrone

 

CORO

Scopransi i vaghi rai.  

(si leva il velo ad Orazia)

Ah sì vezzosa e bella

no, non si vide mai

l'immagine d'amor.

Il labbro, il ciglio, il viso

spiega dell'alma i voti

quanto quel dolce riso

desta piacer nel cor!

 

SACERDOTE DI GIUNONE

Appressatevi all'ara, e innanzi al nume  

de' nuziali voti

il sacrato costume

a seguir v'apprestate,

e amore e fedeltà qui vi giurate.

CURIAZIO E ORAZIA

(s'avvicinano all'ara porgendosi la destra e dicendo:)

Ti giura il labbro e il core

amore e fedeltà.

ORAZIA

Sì, mia vita, sarai

sempre com'or tu sei

la delizia e il pensier de' giorni miei;

e se di questo petto

la pura fé, l'affetto,

o scemarsi o cangiar potesse mai,

mi detesti il tuo cor quant'io...

 

Scena decima

Marco Orazio con gli altri Orazi, tutti gli Attori precedenti.

<- Marco Orazio, due Orazi

 

MARCO ORAZIO

(con foglio in mano)

Che fai?  

Non proseguir. Sospendi

i giuramenti tuoi; le faci, il foco

estinguete, o ministri: a voi non meno

che a te di gran novella

io vengo apportator.

CURIAZIO

Parla.

ORAZIA

Favella.

MARCO ORAZIO

Alba de' tre guerrieri

che pugnar denno il nome

con questo foglio a noi fa manifesto.

(spiega il foglio su cui v'è scritto «I TRE CURIAZI»)

ORAZIA

Numi eterni del ciel, che colpo è questo!

(I germani!)

SABINA

(Al consorte!)

ORAZIA

(Allo sposo!)

SABINA

(I fratelli!)

CURIAZIO

(Oh giorno!)

ORAZIA

(Oh sorte!)

MARCO ORAZIO

Qual pallor! Qual silenzio! E che? succede

alla sorpresa un reo dolor! Sì presto

da ciascuno s'oblia

di che si tratta in questo dì! Rinfranca

tu in quest'alme avvilite

la debole virtù: mostra che sei

nata sul Tebro, sì, che sei romana,

che sei figlia d'Orazio e mia germana.

ORAZIA

Lascia almen ch'io riprenda

lo smarrito vigor: colpo sì atroce

mi gelò il sangue e m'arrestò la voce.

(I germani o lo sposo

dunque perder degg'io?

che sciagura crudel! che caso è il mio!

Ah no, tanta costanza,

alma capace a superar non sento

il terribile orror d'un tal momento.)

 

Nacqui è ver tra grandi eroi,  

son tua figlia, tua germana,

ma sul Tebro, ma romana,

nel mio petto un cor vi sta.

Un cor che tenero

nutriva amore,

che un dolor barbaro

ucciderà.

Pietà delle mie lagrime,

del mio dolor pietà.

Un cor che misero

vede svanita

la tua compita

felicità.

Pietà delle mie lagrime,

del mio dolor pietà.

 
Orazia parte. Partono seco lei il Sacerdote di Giunone col suo Séguito, i due Orazi, i due Curiazi coi loro Congiunti ed Amici ecc. rimanendo soltanto in scena i Personaggi qui sotto indicati.

Orazia, matrone, Sacerdote di Giunone, seguito, ministri, Licinio, due Orazi, due Curiazi, congiunti ->

 

Scena undicesima

Sabina, Publio Orazio, Marco Orazio, Curiazio.

 

SABINA
(a Marco Orazio)

Dunque Roma vorrà?...  

MARCO ORAZIO

Che si dimostri

dai cittadini suoi

quella virtù che s'oltraggiò tra noi.

SABINA
(a Curiazio)

Tu pur, german, vorrai...

CURIAZIO

Che tu parta alla fin. T'intesi assai.

PUBLIO ORAZIO

Sabina, andiam, il tuo dolor non turbi

l'anime generose

in cui la patria il suo destin ripose.

(parte conducendo seco Sabina)

Publio Orazio, Sabina ->

 

Scena dodicesima

Marco Orazio, Curiazio.

 

CURIAZIO

(Oh terribil dover!)  

MARCO ORAZIO

(Oh sacra voce,

tu mi penetri il cor... tu mi domandi

un caro sangue, tu l'avrai.)

CURIAZIO

(S'asconda

la debolezza mia.)

MARCO ORAZIO

(S'eviti in lui

un inciampo novello al dover mio.)

Al campo.

CURIAZIO

Al campo.

MARCO ORAZIO

Addio Curiazio.

CURIAZIO

Addio.

Ah senti: non partir...

MARCO ORAZIO

Che vuoi?

CURIAZIO

Se mai...

MARCO ORAZIO

Di'.

CURIAZIO

Nella pugna...

MARCO ORAZIO

E che?

CURIAZIO

Soccomber deggio...

MARCO ORAZIO

Ebben!...

CURIAZIO

Consola, assisti

la sventurata mia sposa dolente...

MARCO ORAZIO

E il dolor d'una sposa or hai presente!

CURIAZIO

Puoi tu scordar i vincoli soavi

(con rapidità)

di natura, d'amore,

la sposa, il genitore,

i congiunti, gli amici!...

MARCO ORAZIO

E padre e sposa

e congiunti ed amici

più non vivon per me; gli affetti miei

tutti ha la patria e tutto io trovo in lei.

CURIAZIO

Fasto crudel d'una virtù tiranna.

MARCO ORAZIO

Che un cor d'amante e non d'eroe condanna.

CURIAZIO

Amo io pure la patria e l'onor mio.

MARCO ORAZIO

Ma roman tu non sei come son io.

CURIAZIO

Dunque?...

MARCO ORAZIO

A pugnar...

CURIAZIO

Almeno

in quest'ultimo istante

riconoscimi, e allora...

MARCO ORAZIO

Tu sei albano, io più non ti conosco.

CURIAZIO

Roman tu sei, ma ti conosco ancora.

 

Quando nel campo armata  

d'acciar la destra avrai,

allor, crudel, vedrai

se vacillar saprò.

 

MARCO ORAZIO

A questi accenti adesso

degno di me ti trovo;

prendi l'estremo amplesso:

al campo or or sarò.

 

CURIAZIO E MARCO ORAZIO

(Ah perché sei sì barbaro,

destino inesorabile!

Perché sì cara vittima,

o dèi, svenar dovrò!)

 

MARCO ORAZIO
(con sdegno e rapidità)

Fuggi dagli occhi miei,

debole alfin mi vedi:

che brami ancor? che chiedi?

CURIAZIO

Ti calma... io partirò.

 

CURIAZIO E MARCO ORAZIO

(Ah che fatal momento,

o dèi, pe 'l valor mio!)

Rapido è il tempo; addio.

(Dove io mi sia non so.)

(partono)

Marco Orazio, Curiazio ->

 

Fine (Atto primo)

Atto primo Atto secondo Atto terzo

Atrio esteriore del tempio di Giano.

Sabina, matrone, popolo
 
Sabina, matrone, popolo
<- L'augure, auguri

Sì, Romani, de' numi

Sabina, matrone
L'augure, auguri, popolo ->

Oh car patria! Oh i miei germani!

Sabina
matrone ->
Sabina
<- Publio Orazio

A che tardi, Sabina?

Sabina, Publio Orazio ->

Vastissima pianura circondata di magnifiche fabbriche, tra le quali il palagio degli Orazi; porta Capena nel fondo che conduce alla città d'Alba, la quale si vede nel prospetto situata sopra il colle Albano; altri edifici profani e sacri.

Marco Orazio, popolo
 
Marco Orazio, popolo
<- senatori romani, albani
Marco Orazio, popolo, senatori romani, albani
<- Curiazio, seguito
 
Marco Orazio, popolo, senatori romani, albani, Curiazio, seguito
<- Orazia, Publio Orazio, Sabina, due Orazi
 
Orazia, Marco Orazio, Curiazio
Oh dolce e caro istante!

Oh mio Curiazio, oh dolce

Curiazio, seguito, Orazia, senatori romani, albani, Marco Orazio, popolo, Publio Orazio, Sabina, due Orazi ->

Atrio interiore del palagio degli Orazi.

Licinio, Publio Orazio, Sabina
 

Non dubitar: Tullo ha riposto il sommo

Licinio, Publio Orazio, Sabina
<- Marco Orazio

Figlio / Sposo / Saprai / Tutto m'è noto

Marco Orazio, Coro
Se alla patria ognor donai
Licinio, Publio Orazio, Sabina, Marco Orazio
<- senatori romani
Marco Orazio e Coro
Padri, amici / Esulta e godi
Marco Orazio, senatori romani, Publio Orazio, Licinio, Sabina ->

Magnifico portico nel palagio che introduce ad un tempio domestico adornato di ghirlande per la festa nuziale.

Sacerdote di Giunone, ministri
 
Sacerdote di Giunone, ministri
<- Curiazio, due Curiazi, congiunti, Publio Orazio, Sabina, Licinio, seguito, Orazia, matrone

Appressatevi all'ara, e innanzi al nume

Sacerdote di Giunone, ministri, Curiazio, due Curiazi, congiunti, Publio Orazio, Sabina, Licinio, seguito, Orazia, matrone
<- Marco Orazio, due Orazi

Che fai? Non proseguir

Curiazio, Publio Orazio, Sabina, Marco Orazio
Orazia, matrone, Sacerdote di Giunone, seguito, ministri, Licinio, due Orazi, due Curiazi, congiunti ->

Dunque Roma vorrà?

Curiazio, Marco Orazio
Publio Orazio, Sabina ->

Oh terribil dover!

Curiazio e Marco Orazio
Quando nel campo armata
Marco Orazio, Curiazio ->
 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Scena ottava Scena nona Scena decima Scena undicesima Scena dodicesima
Atrio esteriore del tempio di Giano. Vastissima pianura circondata di magnifiche fabbriche, tra le quali il palagio degli Orazi; porta Capena nel... Atrio interiore del palagio degli Orazi. Magnifico portico nel palagio che introduce ad un tempio domestico adornato di ghirlande per la festa nuziale. Atrio interiore del palagio degli Orazi. Campo Marzio con veduta delle due città Alba e Roma poste dirimpetto l'una all'altra lateralmente, e porta... Boschetto ristretto ed ameno, con cadute di acque limpide, per cui si passa all'ingresso... Antro oscurissimo e profondo incavato nelle rupi dell'Aventino, in cui si discende per varie gradinate... Prospetto esterno del Massimo Circo con porta chiusa che introduce nello stesso. Sole che spunta. S'apre una vastissima piazza di Roma con lunga via nel prospetto; il rimanente della scena è ingombrato di...
Atto secondo Atto terzo

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