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Scena prima |
Parte remota della città con torre. Ramiro guidando fuori dalla porta Fernando, e Soldati. Si vedono sulla porta prostesi alquanti Messicani uccisi. |
Q
messicani uccisi
<- Ramiro, Fernando, soldati spagnoli
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RAMIRO |
Esci german, pria che peggior destino
ti sovrasti a momenti. Il re nemico
per obbedir a vaticini indegni
degl'oracoli suoi, il sangue tuo
in enigma richiesto, all'empio altare
intrepido destina; e già mi sembra
veder l'armata turba,
e il furente monarca in breve d'ora
troncar la fuga, ed insultarti ancora.
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FERNANDO |
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RAMIRO |
In altro tempo
più a lungo lo saprai. Spero, che vinta
in ciò, che poco resta
la messica possanza
con l'oracolo stesso il cor confuso
del re crudel render saprò deluso.
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FERNANDO |
Lo voglia il ciel. Ma in avvenir più cauto
sarò anch'io nel fidarmi.
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RAMIRO |
Pochi vi sono in armi.
Questi pochi combatti, ed io frattanto
abbatterò le porte
del sacrilego tempio, ove raccolti
i più ostinati, invano
son spernator del sacrificio umano.
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FERNANDO |
Lodo l'impresa. Adempia,
ciò, che brama il destin, che sempre è degno
del tuo valor, e di pietà il disegno.
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L'aquila generosa
cade talor oppressa,
perché l'insidia ascosa,
né può veder, né sa;
ma dall'artiglio uscita
si mostra grande, e invita
ed il nemico istesso
impallidir poi fa.
| (♦)
(♦)
Fernando ->
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Scena seconda |
Ramiro, poi Motezuma con Soldati. |
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RAMIRO |
Or ch'è salvo il german con ogni pompa
l'amante si difenda. Ecco il monarca.
Celatevi, che voglio
suo disegno scoprir.
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| (si ritirano tutti) | |
| <- Motezuma, soldati messicani
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MOTEZUMA (ai suoi messicani) |
Partite; io basto
l'empio duce svenar. Itene voi
di Mitrena in difesa. Almen la sposa
difendetemi o dèi, che nei tumulti
esente sia dai militari insulti.
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| (partono i soldati di Motezuma, esso con spada alla mano si avanza verso la torre) | soldati messicani ->
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Che miro! Esangui al suolo
son li custodi? Il varco aperto? O stelle!
Fuggì forse Fernando? Ah non sia vero
numi qual tradimento? Ancora a questo
mi riserba il destin?... Giorno funesto?
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| (entra nella torre solo, esce Ramiro e soldati) | |
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RAMIRO |
Olà chiudete amici
il difficil ingresso, e degli estinti
queste soglie sgombrate. A' miei disegni
giovi, ch'il re ristretto
viva lontan dai militar perigli,
e giacché miglior sorte
pietoso il ciel a tutti noi destina
fugga, se può, l'universal rovina.
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Anche in mezzo dei contenti
sente l'alma la sua pena
e d'amore la catena
toglie ognor la pace al cor.
Ma una voce lusinghiera
par mi dica spera spera,
che ad amor, risponde amor.
| Ramiro, soldati spagnoli ->
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Scena terza |
Asprano, con séguito di Guastatori, che abbattono la porta della torre, ed attaccano il fuoco per ogni parte. |
<- Asprano, guastatori
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ASPRANO |
Eseguite soldati. Il primo impegno
sia chiuder ogni varco, onde potesse
sottrarsi il prigionier. Da cento lati
s'accostino le faci,
e giacché vuol così sua fiera sorte
il gran duce spagnol abbia la morte
in ogni canto ormai
va ascendendo la fiamma.
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MOTEZUMA |
(dall'alto della torre)
Aspran che fai?
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ASPRANO |
Questa del mio sovrano
la favella mi par!
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MOTEZUMA |
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ASPRANO |
(volgendosi lo vede)
Motezuma... signor...
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MOTEZUMA |
Lascia spietato
di rammentar quel nome
or tradito da te. Vorrà il destino
salvarmi a tuo dispetto, e potrà forse
far del tuo cor fellon orrido scempio,
che possa altrui sempre servir d'esempio.
(si ritira)
| Motezuma ->
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ASPRANO |
T'inganni... Ei parte... O dio... confuso resto.
Oh comando fatal che inganno è questo?
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Dal timor, dallo spavento
mesto il core, e l'alma sento
tormentato, disperato
mi preparo a lagrimar.
Dal destin spietato, e amaro
chi difender può il mio re?
Che farò? Non v'è riparo:
sorte rea che si può far?
| Asprano, guastatori ->
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Scena quarta |
Mitrena con séguito de' suoi principali. |
<- Mitrena, suoi principali
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MITRENA |
Ecco, fedeli miei, là nelle fiamme,
che ascendono fastose in polve resta
l'invincibile eroe. Recate agl'altri
sì felice destin. Fernando, è estinto,
che estinto alfin, ditegli pur, vedeste
quell'uomo che immortal finor credeste,
e dite che ci avanza,
poiché l'empio morì qualche speranza.
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Nella stagion ardente
minaccia il ciel sovente;
ma il suo rigor non dura,
e rende più sicura
la calma al passegger.
Risorgerà fra poco
questo abbattuto impero
e con ragione spero
miglior pace goder.
| Mitrena, suoi principali ->
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Scena quinta |
Tempio, ove nel fondo si vede la porta principale chiusa, a lato il simulacro di Uccilibos con l'ara ornata per il sacrificio. Sacerdoti alla messicana, che in abito candido guidano all'ara Teutile. Teutile, poi Mitrena. |
Q
<- sacerdoti messicani, Teutile
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TEUTILE |
Meno apparati, e meno
testimoni di duol. Il ciel riceve
gl'attributi dell'alme, e poco onora
le vittime sacrate
quest'apparenza vana,
che mostra sol la debolezza umana.
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L'agonie dell'alma afflitta
non curate eccelsi dèi
tollerate i pianti miei
sfogo umano di dolor.
Se costante a voi rassegno
su quest'ara il sangue mio,
voi rendete pace al regno
alla madre, al genitor.
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Scena sesta |
Mitrena, e detti, poi Asprano. |
<- Mitrena
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MITRENA |
Figlia una volta ancora
lascia ch'i uffici adempia
di madre sconsolata; anche un momento
dividasi il mio cor; e doni in parte
la maestà di regina
agl'affetti di madre il primo luogo...
e soffra il ciel quest'innocente sfogo.
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TEUTILE |
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MITRENA |
Ah non intendi
figlia il dolor qual sia
di madre afflitta! Ogn'altro
è fugace, è legger, ma questo eccede
con eccesso di pena il mio dolore
né 'l puoi veder, se non mi vedi il core.
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TEUTILE |
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MITRENA |
Strana... infelice
necessità. Se il cielo
con le vittime sue vuol che si sveni
l'affetto, e la passion... o legge dura,
ch'il merto mio, che il sacrificio oscura.
Ma vien Aspran... Torbido, e mesto move
il passo irresoluto?
Olà eseguisti è ver. Morì Fernando...
O numi... Non rispondete?
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| <- Asprano
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TEUTILE |
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MITRENA |
I miei pensier confonde.
Parla. Tu già eseguisti
io ne vidi gl'effetti... È morto l'empio.
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ASPRANO |
Io fui troppo fedel, sebben nel seno
un'incognita forza
mi dicea non lo far; ma il mobil volgo
famelico di sangue
eseguendo alla cieca i cenni tuoi
invece di Fernando
fra le fiamme voraci... O dèi...
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MITRENA |
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ASPRANO |
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MITRENA |
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ASPRANO |
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MITRENA |
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TEUTILE |
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MITRENA |
Spietati dèi!
Come... dove... il vedesti.
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ASPRANO |
Io stesso il vidi.
Io gli parlai della sublime parte
di quell'ardente torre ove rinchiuso
Fernando era prigion.
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MITRENA |
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ASPRANO |
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MITRENA |
Ma come entrò lo sposo?...
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ASPRANO |
Io non so dirti
so ben che per sottrarlo
tutta l'arte impugnai, ma quando vidi
l'incendio tant'era,
che fu ogni studio vano, onde convenne
al misero monarca
l'altrui pena soffrir.
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MITRENA |
Non più l'intendo
l'impazienza sua
di dar morte all'ispan gli costa assai.
Misera in tanti guai,
che farò? Chi consiglia?... Ah dove sei
sposo mio ben!... Sei morto?
Questo è il primier conforto,
che prometton le stelle,
e questi sono gl'oracoli del cielo?
Fiero destin... O sorte...
Tremo... pavento... impallidisco... e gelo...
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ASPRANO |
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MITRENA |
Dunque è un errore
degl'occhi tuoi ciò che riporti. Dunque
vincitori siam noi. Fernando estinto
fugace a nuoto varca
la messica laguna,
e in altro lido le sue forze aduna?
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TEUTILE |
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MITRENA |
Coraggio amici. Ecco opportuno il tempo.
Si attacchi il fuggitivo
e per la strada stessa
seminata di stragi, e di delitti
al suo venir, nel suo ritorno trovi
contro lui nuove morti, e stragi nuovi.
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TEUTILE |
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MITRENA |
O dio... Ma che!... Vaneggio!
Speme crudel tu mi lusinghi invano.
Invan dipingo agl'occhi una vendetta.
Ch'impossibile è ormai. Ah il ciel placato
non è ancora per noi. Con nuovi modi
sempre irato minaccia,
ed a maggior sciagura
vuol il tuo sangue, e i mali miei non cura.
Ahi qual rumor...
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| (vien gettata a terra la porta del tempio, ed entra Ramiro con séguito) | <- Ramiro, soldati spagnoli
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ASPRANO |
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TEUTILE |
Su via presto svenate
questa salma infelice.
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Scena settima |
Ramiro, Soldati, e detti. |
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RAMIRO |
Ah v'ingannate.
(prende Teutile e la conduce via)
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TEUTILE |
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RAMIRO |
Vieni cara se brami il ciel placato.
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MITRENA |
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RAMIRO |
Amici non tardate
ad eseguir tutti i comandi miei.
Miseri ora vedrete
quanta possanza avranno i vostri dèi.
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| (parte con Teutile. Li spagnoli abbattono i simulacri del tempio, e partono) | Ramiro, Teutile ->
soldati spagnoli ->
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Scena ottava |
Mitrena, ed Asprano. |
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ASPRANO |
Vo' seguir l'infelice, perché temo
nell'eseguir costoro
il sacrilego fatto enorme, ed empio
che tremi il suol, e che dirocchi il tempio.
| Asprano ->
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Scena nona |
Mitrena sola, poi Motezuma. |
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MITRENA |
Ed ho cor di soffrir! E taccio ancora!
E resisto! E non moro! E taccio ancora
da tutti abbandonata
vedova sconsolata:
persa la figlia; e desolato il regno,
senza cor: senza nume, e senza speme.
In odio al ciel: nelle sciagure estreme
che fate oziosi dèi?
L'ingiurie tollerate
di quest'empi così? M'avveggo adesso,
che vinti siete, e vi convien alfine
meco perir nelle comun rovine.
Dunque, che farò mai?
Copra il sol i suoi rai. Notte funesta
ingombri queste luci. Il sonno eterno
nell'oblio seppellisca i miei rossori,
le perdite, gl'affanni;
i rimorsi tiranni, i miei dolori.
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| (mentre vuol uccidersi è trattenuta da Motezuma) | <- Motezuma
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MOTEZUMA |
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MITRENA |
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MOTEZUMA |
Pria vendetta si faccia, e poi si mora.
Due colpi di noi degni
coronin l'opre nostre. I duci ispani
trionfano superbi
sulle nostre rovine. E già sicuri
con pompa militar fanno solenne
la caduta del regno; la mia morte,
della figlia l'ingiurie, e tue ritorte.
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MITRENA |
Ancor vivi signor: sogno, o traveggio
tu vivi, e con quel core
sempre invito sovran, ed indefesso.
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MOTEZUMA |
Fosse la sorte mia qual son l'istesso.
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MITRENA |
Ma come ti sottraesti
dalla fiamma crudel?
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MOTEZUMA |
Occulta via
nota a me sol per sotterraneo chiostro
mi condusse sicuro. Il grand'inganno
innocente però m'è noto noto appieno.
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MITRENA |
L'error della tua morte
quante lacrime (o dio) costa al mio core.
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MOTEZUMA |
Lo so; né senza amore
sospirai di poter nel caso rio
darti sposa mio ben l'estremo addio.
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MITRENA |
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MOTEZUMA |
Sugl'occhi infami
cadiam de' due Germani.
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MITRENA |
Ma pria gl'usurpator superbi, e ingrati
cadano a nostri piè vinti, o svenati.
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| (partono) | sacerdoti messicani, Mitrena ->
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Scena decima |
Motezuma solo. |
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Stelle vinceste. Ecco un esempio al mondo
della vostra incostanza. Ecco un monarca,
che solo si vantava
di possanza simil ai vostri dèi
ludibrio della plebe
reso scherzo d'ognun, vinto, ed oppresso.
Fatto servo ben vil dell'altrui glorie
argomento felice a nuove storie.
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Dov'è la figlia, dov'è il mio trono
non son più padre, più re non sono
la sorte barbara non ha più affanno
non ha più fulmine il ciel tiranno,
ch'esser terribile possa per me.
Vede l'istesso nemico fatto,
che non può farmi più sventurato,
che se m'uccide, crudel non è.
| Motezuma ->
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Scena undicesima |
Gran piazza nella Città del Messico con ornamenti per il trionfo. Schiavi messicani, e bandiere calate da una parte, dall'altra le schiere vincitrici degli Spagnoli. Fernando, Ramiro, e Teutile. |
Q
schiavi messicani, schiere di spagnoli, Fernando, Ramiro, Teutile
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CORO
Al gran genio guerriero
la caduta d'un impero
l'alte glorie
le vittorie
duce invitto ognun ascriva
viva il monarca ispan
Fernando viva.
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FERNANDO |
Popoli vinti, il cui destin vi porta
nuovo re ad adorar, e nuovi numi.
Con opre, e con costumi
più corretti, e più degni
in avvenir pensate
non meritar de' nuovi dèi li sdegni.
Quel soglio ove m'assido
non è soglio per me. Or che lo prendo
alla Spagna lo cedo, e lo difendo.
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CORO
Al gran genio guerriero
la caduta d'un impero
l'alte glorie
le vittorie
duce invitto ognun ascriva
viva il monarca ispan
Fernando viva.
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Scena ultima |
Motezuma, e Mitrena in disparte, Aspran s'avanza, e detti. |
<- Motezuma, Mitrena, Asprano
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MOTEZUMA (piano a Mitrena) |
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MITRENA |
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ASPRANO |
Anch'io sovrano duce
della tua gloria imitator non meno
al soglio del tuo re mi prostro, e giuro
vassallaggio fedel.
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MITRENA E MOTEZUMA |
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| (ad un tempo istesso Motezuma s'avventa contro Fernando, Mitrena contro Ramiro per ucciderli; ma sono trattenuti il primo da Asprano, l'altra da Teutile, che gli levano all'improvviso l'armi) | |
TEUTILE
Madre che fai?... Che nuovo eccesso?
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Insieme
ASPRANO
Signor che fai?... Che nuovo eccesso?
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MOTEZUMA |
Empio è sempre per noi quel cielo stesso.
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TEUTILE (a Mitrena) |
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MITRENA |
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MOTEZUMA (a Fernando) |
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FERNANDO |
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MOTEZUMA |
Ecco la destra rea, di me disponi.
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MITRENA |
Me pria crudel castiga
se in me colpa simil trovi, e condanni.
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MOTEZUMA |
Non raddoppiar gl'affanni
gl'occhi miei riserbando a tanta pena.
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FERNANDO |
Vivete anime grandi; anzi vi voglio
ambo salvi, ambo amici, ed ambo al soglio.
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MITRENA |
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MOTEZUMA |
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FERNANDO |
Al mio sovrano
dipendenza giurate, e non ricuso
voi lasciar nell'impero, e poscia unito
ad imeneo ben degno
Ramiro il mio german lasciarvi in pegno.
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MOTEZUMA |
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RAMIRO |
Anzi volute
dall'oracolo vostro; ecco adempito
il suo voler col sacrificio nostro.
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ASPRANO |
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MOTEZUMA |
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TEUTILE |
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MITRENA |
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ASPRANO (a Motezuma) |
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TEUTILE (a Mitrena) |
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MOTEZUMA |
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MITRENA |
(guardando Motezuma)
Io contenta l'approvo.
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MOTEZUMA |
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MITRENA |
Datevi alme felici
se vostri amor il più sicuro pegno
che la virtude alfin vinse lo sdegno.
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MOTEZUMA |
Ne' vostri dèi gran verità si scorge
cade il Messico è ver, ma poi risorge.
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CORO
Imeneo, che sei d'amori
dolce ardor, nodo immortale
per la coppia alma, e reale
stringi l'alma, e annoda i cori.
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