Atto primo

 

Scena prima

Camera.
Notaro Pistofolo scrivendo, don Calloandro vestendosi affettatamente avanti un trono, don Luigino corteggiando donna Eugenia, ed Amaranta, e Servitori che servono.

 Q 

Notaro, Eugenia, Calloandro, Luigino, Amaranta, servitori

 

NOTARO

Ho formato già il contratto  

salvo calculo meliori

state attenti miei signori

ch'or lo pubblico a voi qua.

EUGENIA, AMARANTA, LUIGINO E CALLOANDRO

Dunque dite, su leggete.

Tutti stiamo ad ascoltar.

 

NOTARO

«Io don Calloandro Pirolo

prometto, giuro, e m'obbligo

sposarmi a donn'Eugenia

già vergine, ut dixit

coi figli da sé habendi,

et fatti, et faciendi

e m'obbligo di poi

di farmi i fatti miei

lei si farà li suoi

io mi farò li miei,

con patto sottoscritto

di darla anche in affitto

ad un degli offerenti.»

 

EUGENIA, AMARANTA, LUIGINO E CALLOANDRO

Che patti avete scritto?

Che cosa avete scritto?

Che dite voi d'affitto?

Ah ah ah ah ah ah.

Cassate via cassate,

che al certo un tal contratto

da ridere farà.

NOTARO

Che cosa è questo ridere?

Che dite di cassare?

So ben quel che ho da scrivere

so ben quel che ho da fare.

CALLOANDRO

Sposarmi a donn'Eugenia.

NOTARO

Col patto ch'ella sia.

LUIGINO

Con figli da sé habendi.

NOTARO

Et fatti et faciendi.

AMARANTA

E darla anche in affitto.

NOTARO

Ad un degli offerenti.

EUGENIA, AMARANTA, LUIGINO E CALLOANDRO

Ah ah ah ah ah ah.

 

EUGENIA

Caro signor Notaro  

per me vi parlo chiaro, un tal contratto

è cosa da far ridere davvero.

AMARANTA

Ridere certo, e non si può negare.

NOTARO

Ora signore donne

fatevi addottorare,

poi venite le curie a criticare.

AMARANTA

(Or sì ch'è curiosa,

non sono ancor d'accordo,

e la signora smania col contratto.)

LUIGINO

(Signor Notaro, se vi basta l'animo

d'imbrogliare codesto matrimonio,

vi do cento zecchini.)

NOTARO

(Amico, io non fo imbrogli, è questo un raro,

insolito, sive inopinato.)

LUIGINO

Ma io...

NOTARO

Ma tu mi succhi

come un fanciullo maschio appena nato.

CALLOANDRO

Oh che vezzo? Che grazia? Che pittura...

AMARANTA

Badate a quella là.

CALLOANDRO

Che seccatura!...

Ha altro che pensare un amorino;

ehi tu... mirami ben se son carino.

EUGENIA

Di voi mi meraviglio

signor cugin, riflettere dovreste,

che sposandomi avete un feudo in dote.

CALLOANDRO

Poca roba per me, che al vezzo, e al riso

nelle conversazioni ho sol l'onore

di far ridere tutte le signore.

AMARANTA

Via l'obbligo firmate,

acciò non si contrasti.

LUIGINO

Io poi non fo così...

EUGENIA

Non vo' sentirvi, da voi non bramo amor,

bramo consiglio.

LUIGINO

Questa qua vi trarrà fuor di periglio.

 

Signora baronessa  

non pensi il colpo è fatto

io punirò quel matto,

con me si batterà.

Ei balla e se la ride

non bada a voi madama,

amate un po' chi vi ama

con garbo, e fedeltà.

(Se arrivo ai fini miei

addio necessità

adoro i suoi quattrini

più della sua beltà.)

Eugenia, Amaranta, Luigino, servitori ->

 

Scena seconda

Don Calloandro, e Notaro Pistofolo, poi Rachelina.

 

CALLOANDRO

Con tutto il feudo suo  

di donn'Eugenia non mi piace il viso.

Notaro a voi, sedete

io detto, e voi scrivete la disdetta

che il volto di madama non mi alletta.

 

<- Rachelina

NOTARO

Scrivo...  

CALLOANDRO

E coll'occasione... Ma qual visetto

entra nelle mie stanze?

NOTARO

«E coll'occasione»...

CALLOANDRO

È una bisgiù! È una dèa giuro a baccone!

 

Scena terza

Rachelina, e detti.

 

RACHELINA

La Rachelina  

molinarina

il suo signore

viene ad inchinar.

Più vi direi,

ma non conviene,

che so... vorrei,

ma non sta bene.

Son schietta schietta

vergognosetta

e la modestia

tacer mi fa.

 

CALLOANDRO

Costei m'incanta.  

NOTARO

(Questa affé saria un boccon

per un notar.)

CALLOANDRO

Garbata molinara

sei bella, sei gentil...

RACHELINA

Giù l'espressione,

noi altre contadine

siamo vergognosette,

e a' vezzi di signor non diam mai retta.

CALLOANDRO

Helas, helas!

NOTARO

Helas! Qui che facciamo?

CALLOANDRO

E coll'occasione.

NOTARO

«E coll'occasione»...

RACHELINA

Ma lasciatemi star.

CALLOANDRO

Oh dio, perché ricusi

ch'io ti stringa la man?

RACHELINA

No, no, mi scusi

signor eccellenza.

NOTARO

«E coll'occasione»...

CALLOANDRO

Ma di' per qual cagione

non permetti, ch'io tocchi a te la mano?

NOTARO

«E coll'occasione»... E coll'occasione

che qua il signor barone vuol toccare

tocca al signor Notaro a smoccolare.

RACHELINA

Signor, convien, ch'io parta

che star sola con gli uomini non deggio.

CALLOANDRO

Non ti farò partir.

RACHELINA

Scampo non veggio.

 

Scena quarta

Donn'Eugenia, Don Luigino, e detti.

<- Eugenia, Luigino

 

LUIGINO

(Ecco d'amore un segno,  

or si succhia il baron quella villana.)

EUGENIA

Don Calloandro?

RACHELINA

Eccellenza...

EUGENIA
(a Rachelina)

Perché prenderti tanta confidenza

nelle mie stanze?

RACHELINA

Venni a far l'obbligo mio

portando i miei rispetti al sior barone.

LUIGINO

E tu Notar birbone.

NOTARO

A me? Io sto facendo la sertina.

EUGENIA

E voi?

CALLOANDRO

Ed io mi son ben ristuccato

con tanta gelosia vana, e seccante.

LUIGINO

Risentitevi ormai.

EUGENIA

Barbaro amante.

Calloandro, Luigino ->

 

Di un'alma incostante  

gli affetti non curo,

di un perfido amante

ricuso l'amor.

Nemmeno mi guarda!

Nemmeno mi ascolta

quell'empio mi ha tolta

la pace del cor.

Villana ribalda...

Notaro malnato...

di un petto sdegnato

temete il rigor.

(via)

Eugenia ->

 

Scena quinta

Rachelina, e Notaro Pistofolo.

 

RACHELINA

Guarda, accidente.  

NOTARO

A me Notar malnato

che l'oracolo sono

di tutto il notarismo.

RACHELINA

Ahi!

NOTARO

E quella sospira a caldo poverina!

Or che non c'è nessuno

e son tranquillo voglio farle,

se posso, un codicillo.

RACHELINA

Signor Notaro, addio;

il baron se n'è andato,

convien che parta anch'io.

NOTARO

No. Che ha lasciato

a me col iure congrui,

et potioritatis

per far le veci sue.

RACHELINA

Come le veci sue?

NOTARO

Or ti capacito

dammi in prima la mano

per ipoteca.

RACHELINA

Ancor non vi capisco.

Spiegatevi più chiaro, e in pochi detti

lasciate quel parlar tanto erudito.

NOTARO

Dico: se vuoi pigliarmi per marito.

 

RACHELINA

Per marito a ussignoria  

io pigliarmi oh che rossore!

Io villana, voi signore

non mi par, che può accoppiar.

NOTARO

La villana, figlia mia

come te bella di core

per consorte a ogni signore

credi a me che può accoppiar.

RACHELINA

Siete ben maliziosetto.

NOTARO

Tu sei peggio ci scommetto.

RACHELINA

Calo gli occhi, e vo di là.

NOTARO

Non far smorfie, e vieni qua.

RACHELINA

Ch'io mi dia al zerbinotto

non vuol mia onestà.

NOTARO

Tu sei bella, ed io son cotto

stipuliamo, resta qua.

 
(via)

Rachelina, Notaro ->

 
 

Scena sesta

Casa del Notaro di cui vedesi da una parte la casa della Baronessa, in fondo la capanna, ed il molino.
Notaro Pistofolo co' suoi giovani nella curia, poi don Rospolone.

 Q 

Notaro, scrivani

 

NOTARO

La molinara è un stabile eccellente  

mi acconciaria la curia veramente.

Ma badiamo al negozio,

figli, lasciamo l'ozio

armiamoci le penne, e ognun attento

stia a quell'istrumento

che ho da far per una fabbrica

di una casa cum furnillo et puzzolo

contiguo ad lavaturus, et suo rotello

incominciate a scrivere a bel bello.

 

<- Rospolone

ROSPOLONE

Disse bene il poeta  

che in un vecchio sembiante

può ben tornar l'amor, ma non l'amante.

Tempi orson alle femmine ero caro,

or per farmi guardar ci vuol denaro.

Amo la molinara, e temo a lei

dichiarare il mio ardore

quantunque io sia di qua governatore.

(Vorrei fidarmi di costui!) Buongiorno.

NOTARO

M'inchino signor governator.

ROSPOLONE

Ho da fidarvi un mio segreto interessante.

NOTARO

Bene (vorrà far testamento).

Giovani unite insiem le scritture,

in che v'ho da servire?

ROSPOLONE

Quest'affare

converrà sia trattato a muso a muso.

NOTARO

Già già capisco, lo faremo chiuso.

ROSPOLONE

Certo a quattr'occhi.

 

scrivani ->

NOTARO

Lo stabile, più o meno, a quant'ascende?  

ROSPOLONE

Al non plus ultra.

Ha un occhio che t'incanta.

NOTARO

Chi ha un occhio che t'incanta?

ROSPOLONE

Quella di cui ti parlo.

NOTARO

L'eredità?

ROSPOLONE

Saranno eredi miei

sicuramente i figli che farà.

NOTARO

Ma che figli? (Costui

m'ha imbrogliato le carte e la sinderesi.)

ROSPOLONE

Io vi dissi che bramo...

NOTARO

Far testamento.

ROSPOLONE

Testamento! Io parlo

di matrimonio, sono innamorato.

NOTARO

Innamorato?

ROSPOLONE

Certo,

e coll'occasione

che tra me, e la mia bella

ci è qualche stracciatura, bramerei...

NOTARO

Ch'io me ne andassi a metterci due punti.

ROSPOLONE

Certo; questo...

NOTARO

Oh cospetto!

E tu a un regio notaro

che tiene il privilegio in carta pecora

proponi tali negozi schifosi?

ROSPOLONE

Il negozio è onorato.

NOTARO

Ma tu mi scandalizzi:

cospetto! Governator, tu sei trafitto!

ROSPOLONE

Ah!

NOTARO

Cosa diavol hai?

ROSPOLONE

Son cotto e fritto.

 

Non so che mi prende  

nel petto, nell'ossa

mi assale, mi accende...

un moto... una scossa...

che quasi... che sì...

che forse... cioè...

Notaro mio bello

tu accorri e ripara,

se perdo la cara

più viver non so.

Quell'occhio, quel viso

quel naso garbato,

quel vezzo, quel riso,

quell'occhio, quel naso,

di bombe nel core

mi fanno uno sparo;

Notaro soccorri,

ripara Notaro,

che il barbaro ardore

soffrir non si può.

Sfondo schermo () ()

Rospolone ->

 

Scena settima

Don Calloandro, e detto.

<- Calloandro

 

CALLOANDRO

Oh, sta qui! Sior Notaro.  

NOTARO

Costituito eccomi in sua presenza.

CALLOANDRO

Io amo una pulzella

e te destino

per messagger d'amore

di parlarle a mio pro.

NOTARO

(Ed or son due.)

Io grazie al cielo son pubblico notaro,

né faccio da mezzan, padron mio caro.

CALLOANDRO

Abbi pietà del mio

crudelissimo ardor.

NOTARO

Come volete,

ma sappiamo chi è?

CALLOANDRO

L'idolo mio ora ti mostrerò

del suo bel volto i leggiadri trofei.

Disserra i labbri tuoi innanzi a lei.

 

Qual tromba rimbombante  

comincia in tono altero

del vago mio sembiante

le glorie a raccontar.

Puoi dir che uno sguardo errante

del vago occhietto e nero

e dame, ninfe e fanti

ha fatto innamorar.

Gli stimoli... gli affanni...

i palpiti... gli affetti

cagion di questi occhietti

potrai ben decantar.

Poi taci, più non dire,

silenzio, e punto qua:

poiché l'amato bene

da tanti colpi oppresso

in quel momento istesso

impallidir potrà.

Calloandro, Notaro ->

 

Scena ottava

Rachelina, poi Rospolone.

<- Rachelina

 

RACHELINA

Per verità il Notaro  

si è reso agli occhi miei grazioso, e caro.

 

<- Rospolone

ROSPOLONE

(Cattera! Eccola qui... ed il Notaro  

dove diavolo andò! Crepo

se non le parlo!) A noi molinarina?

Hai questa man bellina?

RACHELINA

Bontà del signor governatore.

ROSPOLONE

(E il Notaro non giunge!)

RACHELINA

Avete cosa

da dirmi?

ROSPOLONE

Anzi...

RACHELINA

D'amor se mi parlate

vi lascio, e me n'andrò...

ROSPOLONE

No no... (ma eccolo).

Per me ti parlerà il Notar Pistofolo.

RACHELINA

Ma di che cose?

ROSPOLONE

Basta: cose belle.

RACHELINA

Vien con don Calloandro.

ROSPOLONE

(Questo è quel che mi dispiace! Non vorrei

far sapere al barone i fatti miei.)

 

Scena nona

Calloandro, Notaro, Rachelina, Rospolone.

<- Calloandro, Notaro

 

CALLOANDRO

(Notaro, allegramente!  

Sta qui l'idolo mio!)

Addio governatore.

ROSPOLONE

Bacio la mano all'eccellenza sua.

NOTARO

Ehi! Ma dov'è?

CALLOANDRO

Sta qui.

Parlate, ma in distanza

di quel governatore.

ROSPOLONE

Qui presente sta la bella, Notar

che ti diss'io,

ma avverti che non sappia

il signor don Calloandro il fatto mio.

NOTARO

(Ma dove sta? Ve' che imbroglio!

E qui in tempo si trova ancor la mia.)

CALLOANDRO

È bella.

NOTARO

Ma dov'è?

ROSPOLONE

È graziosa.

NOTARO

Ma dove sta, in malora.

RACHELINA

(Quelli mi guardano

e fanno cento smorfie. Che sarà?)

CALLOANDRO

L'anima mia è la molinarella.

ROSPOLONE

La bellezza che adoro, eccola è quella.

NOTARO

Che diavolo mi dite?

RACHELINA

(Capisco che al Notaro

per me si raccomandano: la cosa

or d'intender appien sarei curiosa.)

 

 
(al Notaro)

Dite in grazia a quei signori  

che vi dissero di me.

NOTARO

Quelli là sono in errore

lascia fare un poco a me.

CALLOANDRO

(Favellasti alla mia bella

avrà di me pietà?)

NOTARO

(È un po' lunga la storiella

né si può discorrer qua.)

CALLOANDRO

Quante cose leste leste

dammi il tempo e si farà.

RACHELINA

Ansiosa e curiosa.

NOTARO

Pien di dubbio il cor mi sta.

ROSPOLONE

Ansioso e curioso.

CALLOANDRO

Pien di dubbi il cor mi sta.

ROSPOLONE

Dolce mia vezzosa dèa...

RACHELINA

Che comanda il bell'Adone?

CALLOANDRO

Persuasa voi sarete

dell'ardor che in sen mi sta?

RACHELINA

Basta... basta lo saprete.

Il Notar ve lo dirà.

ROSPOLONE

Mia silvestre Citerea.

RACHELINA

Cosa vuol don Rospolone?

ROSPOLONE

Il mio cor comprender vuole,

qual decreto da te avrà?

RACHELINA

Non son usa a far parole

dal Notar lei lo saprà.

RACHELINA, CALLOANDRO, ROSPOLONE E NOTARO

Ansioso e curioso

pien di dubbio il cor mi sta.

CALLOANDRO
(al Notaro)

Che discorso ha di me fatto?

NOTARO

Detto m'ha che tu sei matto!

ROSPOLONE

Che discorso fe' di me?

NOTARO

Titol d'asino ti diè!

ROSPOLONE

(A me asino!...)

CALLOANDRO

(A me matto!)

RACHELINA

(Oh che scena!...)

NOTARO

(Oh che tratto!)

CALLOANDRO

O il Notar mi ha corbellato.

ROSPOLONE

O capita ancor non l'ha.

RACHELINA

Non s'avvede che burlato...

ROSPOLONE

È ciascun e non lo sa.

 

Fine (Atto primo)

Atto primo Atto secondo Atto terzo

Camera con trono.

Notaro, Eugenia, Calloandro, Luigino, Amaranta, servitori
 
Notaro, Eugenia, Amaranta, Luigino e Calloandro
Ho formato già il contratto

Caro signor Notaro

Notaro, Calloandro
Eugenia, Amaranta, Luigino, servitori ->

Con tutto il feudo suo

Notaro, Calloandro
<- Rachelina

Scrivo / E coll'occasione... Ma qual visetto

Rachelina
La Rachelina

Costei m'incanta

Notaro, Calloandro, Rachelina
<- Eugenia, Luigino

Ecco di amore un segno

Notaro, Rachelina, Eugenia
Calloandro, Luigino ->
Notaro, Rachelina
Eugenia ->

Guarda, accidente / A me Notar malnato

Rachelina e Notaro
Per marito a ussignoria
Rachelina, Notaro ->

Casa del Notaro di cui vedesi da una parte la casa della Baronessa, in fondo la capanna, ed il molino.

Notaro, scrivani
 

La molinara è un stabile eccellente

Notaro, scrivani
<- Rospolone

Disse bene il poeta

Notaro, Rospolone
scrivani ->

Lo stabile, più o meno, a quant'ascende?

Notaro
Rospolone ->
Notaro
<- Calloandro

Oh, sta qui! Sior Notaro

Calloandro, Notaro ->
<- Rachelina

Per verità il Notaro

Rachelina
<- Rospolone

Cattera! Eccola qui... ed il Notaro

Rachelina, Rospolone
<- Calloandro, Notaro

Notaro, allegramente!

Rachelina, Notaro, Calloandro e Rospolone
Dite in grazia a quei signori
 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Scena ottava Scena nona
Camera con trono. Casa del Notaro di cui vedesi da una parte la casa della Baronessa, in fondo la capanna, ed il molino. Camera rustica con due stanze laterali. Campagna con molino e case rustiche. Camera rustica con due stanze laterali. Bosco con rupi praticabile.
Atto secondo Atto terzo

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