LA MOLINARA
Dramma giocoso.
Versione sintetica a cura di www.librettidopera.it.
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Libretto di Giuseppe PALOMBA.
Musica di Giovanni PAISIELLO.
Prima esecuzione: autunno 1788, Napoli.
Personaggi:
RACHELINA ricca molinara, e dispettosa in amore |
soprano |
Donna EUGENIA promessa sposa di don Calloandro, baronessa |
soprano |
AMARANTA cameriera di donna Eugenia |
soprano |
Don CALLOANDRO Pirolo, giovane vanaglorioso cugino di donna Eugenia, cui sta in obbligo di sposarsi, che poi s'innamora di Rachelina |
tenore |
Don LUIGINO giovane di poca fortuna, che fa il servente mal gradito di donna Eugenia |
tenore |
Il NOTARO Pistofolo, notaio di casa della baronessa, uomo ignorante del suo mestiere |
basso |
Don ROSPOLONE ufficiale governatore |
basso |
Due finti medici.
Camera.
Notaro Pistofolo scrivendo, don Calloandro vestendosi affettatamente avanti un trono, don Luigino corteggiando donna Eugenia, ed Amaranta, e Servitori che servono.
NOTARO
Ho formato già il contratto
salvo calculo meliori
state attenti miei signori
ch'or lo pubblico a voi qua.
EUGENIA, AMARANTA, LUIGINO E CALLOANDRO
Dunque dite, su leggete.
Tutti stiamo ad ascoltar.
NOTARO
«Io don Calloandro Pirolo
prometto, giuro, e m'obbligo
sposarmi a donn'Eugenia
già vergine, ut dixit
coi figli da sé habendi,
et fatti, et faciendi
e m'obbligo di poi
di farmi i fatti miei
lei si farà li suoi
io mi farò li miei,
con patto sottoscritto
di darla anche in affitto
ad un degli offerenti.»
EUGENIA, AMARANTA, LUIGINO E CALLOANDRO
Che patti avete scritto?
Che cosa avete scritto?
Che dite voi d'affitto?
Ah ah ah ah ah ah.
Cassate via cassate,
che al certo un tal contratto
da ridere farà.
NOTARO
Che cosa è questo ridere?
Che dite di cassare?
So ben quel che ho da scrivere
so ben quel che ho da fare.
CALLOANDRO
Sposarmi a donn'Eugenia.
NOTARO
Col patto ch'ella sia.
LUIGINO
Con figli da sé habendi.
NOTARO
Et fatti et faciendi.
AMARANTA
E darla anche in affitto.
NOTARO
Ad un degli offerenti.
EUGENIA, AMARANTA, LUIGINO E CALLOANDRO
Ah ah ah ah ah ah.
EUGENIA
Caro signor Notaro
per me vi parlo chiaro, un tal contratto
è cosa da far ridere davvero.
AMARANTA
Ridere certo, e non si può negare.
NOTARO
Ora signore donne
fatevi addottorare,
poi venite le curie a criticare.
AMARANTA
(Or sì ch'è curiosa,
non sono ancor d'accordo,
e la signora smania col contratto.)
LUIGINO
(Signor Notaro, se vi basta l'animo
d'imbrogliare codesto matrimonio,
vi do cento zecchini.)
NOTARO
(Amico, io non fo imbrogli, è questo un raro,
insolito, sive inopinato.)
LUIGINO
Ma io...
NOTARO
Ma tu mi succhi
come un fanciullo maschio appena nato.
CALLOANDRO
Oh che vezzo? Che grazia? Che pittura...
AMARANTA
Badate a quella là.
CALLOANDRO
Che seccatura!...
Ha altro che pensare un amorino;
ehi tu... mirami ben se son carino.
EUGENIA
Di voi mi meraviglio
signor cugin, riflettere dovreste,
che sposandomi avete un feudo in dote.
CALLOANDRO
Poca roba per me, che al vezzo, e al riso
nelle conversazioni ho sol l'onore
di far ridere tutte le signore.
AMARANTA
Via l'obbligo firmate,
acciò non si contrasti.
LUIGINO
Io poi non fo così...
EUGENIA
Non vo' sentirvi, da voi non bramo amor,
bramo consiglio.
LUIGINO
Questa qua vi trarrà fuor di periglio.
Signora baronessa
non pensi il colpo è fatto
io punirò quel matto,
con me si batterà.
Ei balla e se la ride
non bada a voi madama,
amate un po' chi vi ama
con garbo, e fedeltà.
(Se arrivo ai fini miei
addio necessità
adoro i suoi quattrini
più della sua beltà.)
Don Calloandro, e Notaro Pistofolo, poi Rachelina.
CALLOANDRO
Con tutto il feudo suo
di donn'Eugenia non mi piace il viso.
Notaro a voi, sedete
io detto, e voi scrivete la disdetta
che il volto di madama non mi alletta.
NOTARO
Scrivo...
CALLOANDRO
E coll'occasione... Ma qual visetto
entra nelle mie stanze?
NOTARO
«E coll'occasione»...
CALLOANDRO
È una bisgiù! È una dèa giuro a baccone!
Rachelina, e detti.
RACHELINA
La Rachelina
molinarina
il suo signore
viene ad inchinar.
Più vi direi,
ma non conviene,
che so... vorrei,
ma non sta bene.
Son schietta schietta
vergognosetta
e la modestia
tacer mi fa.
CALLOANDRO
Costei m'incanta.
NOTARO
(Questa affé saria un boccon
per un notar.)
CALLOANDRO
Garbata molinara
sei bella, sei gentil...
RACHELINA
Giù l'espressione,
noi altre contadine
siamo vergognosette,
e a' vezzi di signor non diam mai retta.
CALLOANDRO
Helas, helas!
NOTARO
Helas! Qui che facciamo?
CALLOANDRO
E coll'occasione.
NOTARO
«E coll'occasione»...
RACHELINA
Ma lasciatemi star.
CALLOANDRO
Oh dio, perché ricusi
ch'io ti stringa la man?
RACHELINA
No, no, mi scusi
signor eccellenza.
NOTARO
«E coll'occasione»...
CALLOANDRO
Ma di' per qual cagione
non permetti, ch'io tocchi a te la mano?
NOTARO
«E coll'occasione»... E coll'occasione
che qua il signor barone vuol toccare
tocca al signor Notaro a smoccolare.
RACHELINA
Signor, convien, ch'io parta
che star sola con gli uomini non deggio.
CALLOANDRO
Non ti farò partir.
RACHELINA
Scampo non veggio.
Donn'Eugenia, Don Luigino, e detti.
LUIGINO
(Ecco d'amore un segno,
or si succhia il baron quella villana.)
EUGENIA
Don Calloandro?
RACHELINA
Eccellenza...
EUGENIA
(a Rachelina)
Perché prenderti tanta confidenza
nelle mie stanze?
RACHELINA
Venni a far l'obbligo mio
portando i miei rispetti al sior barone.
LUIGINO
E tu Notar birbone.
NOTARO
A me? Io sto facendo la sertina.
EUGENIA
E voi?
CALLOANDRO
Ed io mi son ben ristuccato
con tanta gelosia vana, e seccante.
LUIGINO
Risentitevi ormai.
EUGENIA
Barbaro amante.
Di un'alma incostante
gli affetti non curo,
di un perfido amante
ricuso l'amor.
Nemmeno mi guarda!
Nemmeno mi ascolta
quell'empio mi ha tolta
la pace del cor.
Villana ribalda...
Notaro malnato...
di un petto sdegnato
temete il rigor.
(via)
Rachelina, e Notaro Pistofolo.
RACHELINA
Guarda, accidente.
NOTARO
A me Notar malnato
che l'oracolo sono
di tutto il notarismo.
RACHELINA
Ahi!
NOTARO
E quella sospira a caldo poverina!
Or che non c'è nessuno
e son tranquillo voglio farle,
se posso, un codicillo.
RACHELINA
Signor Notaro, addio;
il baron se n'è andato,
convien che parta anch'io.
NOTARO
No. Che ha lasciato
a me col iure congrui,
et potioritatis
per far le veci sue.
RACHELINA
Come le veci sue?
NOTARO
Or ti capacito
dammi in prima la mano
per ipoteca.
RACHELINA
Ancor non vi capisco.
Spiegatevi più chiaro, e in pochi detti
lasciate quel parlar tanto erudito.
NOTARO
Dico: se vuoi pigliarmi per marito.
RACHELINA
Per marito a ussignoria
io pigliarmi oh che rossore!
Io villana, voi signore
non mi par, che può accoppiar.
NOTARO
La villana, figlia mia
come te bella di core
per consorte a ogni signore
credi a me che può accoppiar.
RACHELINA
Siete ben maliziosetto.
NOTARO
Tu sei peggio ci scommetto.
RACHELINA
Calo gli occhi, e vo di là.
NOTARO
Non far smorfie, e vieni qua.
RACHELINA
Ch'io mi dia al zerbinotto
non vuol mia onestà.
NOTARO
Tu sei bella, ed io son cotto
stipuliamo, resta qua.
(via)
Casa del Notaro di cui vedesi da una parte la casa della Baronessa, in fondo la capanna, ed il molino.
Notaro Pistofolo co' suoi giovani nella curia, poi don Rospolone.
NOTARO
La molinara è un stabile eccellente
mi acconciaria la curia veramente.
Ma badiamo al negozio,
figli, lasciamo l'ozio
armiamoci le penne, e ognun attento
stia a quell'istrumento
che ho da far per una fabbrica
di una casa cum furnillo et puzzolo
contiguo ad lavaturus, et suo rotello
incominciate a scrivere a bel bello.
ROSPOLONE
Disse bene il poeta
che in un vecchio sembiante
può ben tornar l'amor, ma non l'amante.
Tempi orson alle femmine ero caro,
or per farmi guardar ci vuol denaro.
Amo la molinara, e temo a lei
dichiarare il mio ardore
quantunque io sia di qua governatore.
(Vorrei fidarmi di costui!) Buongiorno.
NOTARO
M'inchino signor governator.
ROSPOLONE
Ho da fidarvi un mio segreto interessante.
NOTARO
Bene (vorrà far testamento).
Giovani unite insiem le scritture,
in che v'ho da servire?
ROSPOLONE
Quest'affare
converrà sia trattato a muso a muso.
NOTARO
Già già capisco, lo faremo chiuso.
ROSPOLONE
Certo a quattr'occhi.
NOTARO
Lo stabile, più o meno, a quant'ascende?
ROSPOLONE
Al non plus ultra.
Ha un occhio che t'incanta.
NOTARO
Chi ha un occhio che t'incanta?
ROSPOLONE
Quella di cui ti parlo.
NOTARO
L'eredità?
ROSPOLONE
Saranno eredi miei
sicuramente i figli che farà.
NOTARO
Ma che figli? (Costui
m'ha imbrogliato le carte e la sinderesi.)
ROSPOLONE
Io vi dissi che bramo...
NOTARO
Far testamento.
ROSPOLONE
Testamento! Io parlo
di matrimonio, sono innamorato.
NOTARO
Innamorato?
ROSPOLONE
Certo,
e coll'occasione
che tra me, e la mia bella
ci è qualche stracciatura, bramerei...
NOTARO
Ch'io me ne andassi a metterci due punti.
ROSPOLONE
Certo; questo...
NOTARO
Oh cospetto!
E tu a un regio notaro
che tiene il privilegio in carta pecora
proponi tali negozi schifosi?
ROSPOLONE
Il negozio è onorato.
NOTARO
Ma tu mi scandalizzi:
cospetto! Governator, tu sei trafitto!
ROSPOLONE
Ah!
NOTARO
Cosa diavol hai?
ROSPOLONE
Son cotto e fritto.
Non so che mi prende
nel petto, nell'ossa
mi assale, mi accende...
un moto... una scossa...
che quasi... che sì...
che forse... cioè...
Notaro mio bello
tu accorri e ripara,
se perdo la cara
più viver non so.
Quell'occhio, quel viso
quel naso garbato,
quel vezzo, quel riso,
quell'occhio, quel naso,
di bombe nel core
mi fanno uno sparo;
Notaro soccorri,
ripara Notaro,
che il barbaro ardore
soffrir non si può.
Don Calloandro, e detto.
CALLOANDRO
Oh, sta qui! Sior Notaro.
NOTARO
Costituito eccomi in sua presenza.
CALLOANDRO
Io amo una pulzella
e te destino
per messagger d'amore
di parlarle a mio pro.
NOTARO
(Ed or son due.)
Io grazie al cielo son pubblico notaro,
né faccio da mezzan, padron mio caro.
CALLOANDRO
Abbi pietà del mio
crudelissimo ardor.
NOTARO
Come volete,
ma sappiamo chi è?
CALLOANDRO
L'idolo mio ora ti mostrerò
del suo bel volto i leggiadri trofei.
Disserra i labbri tuoi innanzi a lei.
Qual tromba rimbombante
comincia in tono altero
del vago mio sembiante
le glorie a raccontar.
Puoi dir che uno sguardo errante
del vago occhietto e nero
e dame, ninfe e fanti
ha fatto innamorar.
Gli stimoli... gli affanni...
i palpiti... gli affetti
cagion di questi occhietti
potrai ben decantar.
Poi taci, più non dire,
silenzio, e punto qua:
poiché l'amato bene
da tanti colpi oppresso
in quel momento istesso
impallidir potrà.
Rachelina, poi Rospolone.
RACHELINA
Per verità il Notaro
si è reso agli occhi miei grazioso, e caro.
ROSPOLONE
(Cattera! Eccola qui... ed il Notaro
dove diavolo andò! Crepo
se non le parlo!) A noi molinarina?
Hai questa man bellina?
RACHELINA
Bontà del signor governatore.
ROSPOLONE
(E il Notaro non giunge!)
RACHELINA
Avete cosa
da dirmi?
ROSPOLONE
Anzi...
RACHELINA
D'amor se mi parlate
vi lascio, e me n'andrò...
ROSPOLONE
No no... (ma eccolo).
Per me ti parlerà il Notar Pistofolo.
RACHELINA
Ma di che cose?
ROSPOLONE
Basta: cose belle.
RACHELINA
Vien con don Calloandro.
ROSPOLONE
(Questo è quel che mi dispiace! Non vorrei
far sapere al barone i fatti miei.)
Calloandro, Notaro, Rachelina, Rospolone.
CALLOANDRO
(Notaro, allegramente!
Sta qui l'idolo mio!)
Addio governatore.
ROSPOLONE
Bacio la mano all'eccellenza sua.
NOTARO
Ehi! Ma dov'è?
CALLOANDRO
Sta qui.
Parlate, ma in distanza
di quel governatore.
ROSPOLONE
Qui presente sta la bella, Notar
che ti diss'io,
ma avverti che non sappia
il signor don Calloandro il fatto mio.
NOTARO
(Ma dove sta? Ve' che imbroglio!
E qui in tempo si trova ancor la mia.)
CALLOANDRO
È bella.
NOTARO
Ma dov'è?
ROSPOLONE
È graziosa.
NOTARO
Ma dove sta, in malora.
RACHELINA
(Quelli mi guardano
e fanno cento smorfie. Che sarà?)
CALLOANDRO
L'anima mia è la molinarella.
ROSPOLONE
La bellezza che adoro, eccola è quella.
NOTARO
Che diavolo mi dite?
RACHELINA
(Capisco che al Notaro
per me si raccomandano: la cosa
or d'intender appien sarei curiosa.)
(al Notaro)
Dite in grazia a quei signori
che vi dissero di me.
NOTARO
Quelli là sono in errore
lascia fare un poco a me.
CALLOANDRO
(Favellasti alla mia bella
avrà di me pietà?)
NOTARO
(È un po' lunga la storiella
né si può discorrer qua.)
CALLOANDRO
Quante cose leste leste
dammi il tempo e si farà.
RACHELINA
Ansiosa e curiosa.
NOTARO
Pien di dubbio il cor mi sta.
ROSPOLONE
Ansioso e curioso.
CALLOANDRO
Pien di dubbi il cor mi sta.
ROSPOLONE
Dolce mia vezzosa dèa...
RACHELINA
Che comanda il bell'Adone?
CALLOANDRO
Persuasa voi sarete
dell'ardor che in sen mi sta?
RACHELINA
Basta... basta lo saprete.
Il Notar ve lo dirà.
ROSPOLONE
Mia silvestre Citerea.
RACHELINA
Cosa vuol don Rospolone?
ROSPOLONE
Il mio cor comprender vuole,
qual decreto da te avrà?
RACHELINA
Non son usa a far parole
dal Notar lei lo saprà.
RACHELINA, CALLOANDRO, ROSPOLONE E NOTARO
Ansioso e curioso
pien di dubbio il cor mi sta.
CALLOANDRO
(al Notaro)
Che discorso ha di me fatto?
NOTARO
Detto m'ha che tu sei matto!
ROSPOLONE
Che discorso fe' di me?
NOTARO
Titol d'asino ti diè!
ROSPOLONE
(A me asino!...)
CALLOANDRO
(A me matto!)
RACHELINA
(Oh che scena!...)
NOTARO
(Oh che tratto!)
CALLOANDRO
O il Notar mi ha corbellato.
ROSPOLONE
O capita ancor non l'ha.
RACHELINA
Non s'avvede che burlato...
ROSPOLONE
È ciascun e non lo sa.
Camera.
Donna Eugenia ed Amaranta.
EUGENIA
Il cor mi dice sempre
che il sior Calloandro
seguì la Rachelina.
AMARANTA
Non lo credo.
EUGENIA
Ahimè a questo amor
il mio cor si consuma.
AMARANTA
In questi casi
taccia chi sta di sotto; una che ama
non si ha mai d'inquietare
e per legge d'amor convien crepare.
A che far le superbette
quando amor ci batte il core?
È compagna dell'amore
nelle donne la viltà.
Quando poi vediam sommesso
un meschino accanto a noi,
allor poi, così si dice,
«ciò non devo»... «ciò non lice».
Scosta... vieni... corri va'.
E qual misero conviene
che sopporta le sue pene
con pazienza, ed umiltà.
Notaro, poi Calloandro, e don Rospolone.
NOTARO
Salva, salva: ho veduto minacciosi
don Calloandro, e Rospolone,
scappo meliori modo,
pria che il mio pelliccion soccomba al frodo.
(nel voler entrar s'incontra coi seguenti)
CALLOANDRO
Ferma il piè.
ROSPOLONE
Non fuggir.
NOTARO
(Ve' che malanno!)
CALLOANDRO
Dunque tu mi dicesti la bugia?
Ah Notaro birbone...
ROSPOLONE
Ah maledetto.
NOTARO
(Or affé mi ci spara dei pugni cum affetto.)
ROSPOLONE
Ti voglio processare.
NOTARO
Non credete
ai labbri femminili
la femmina è fittizia.
CALLOANDRO
Ricevi il colpo mio.
ROSPOLONE
Mori birbone.
Sparo...
(ambi con armi alla mano)
NOTARO
Aiuto.
CALLOANDRO E ROSPOLONE
Non v'è compassione.
NOTARO
Piano un po', che fate... ohimè
un tantin pietà di me...
(Ah Notar ci se' inciampato
già ci sei cascato affé!)
Piano un po', or vi informo,
ed or vi prego un tantin
vi notifico e protesto
l'atto pubblico l'ho lesto
la mia supplica quest'è.
(gli fanno cenno che s'alzi, e parli)
Facciam or che Rachelina
sia un poder messo all'incanto
un t'accenna, un s'avvicina,
e ciascun ci vuò applicar;
quando suona la trombetta
offre lei padrone mio,
offre un altro, grido anch'io
offre tutta la città.
Cicisbei pericolanti,
desolati afflitti amanti
sia notaro, sia scrivente
sia dottore, sia studente
quando siamo alla donnetta
tota scientia a monte va.
(fugge)
Campagna con molino e case rustiche.
Rachelina dal molino, poi Notaro, e Calloandro.
RACHELINA
Il barone col Notaro
venir veggio a questa volta,
zitta, e cheta qui raccolta
voglio starli ad ascoltar.
CALLOANDRO
Non ci è caso, non ci è appello
è la donna un brutto imbroglio
e più sano del cervello
no la donna il cor non ha.
NOTARO
Così è quella briccona
tutti tre burlò sul fatto,
alla fin di questo tratto
l'enfiteusi avrà a pagar.
CALLOANDRO
Or consigliami da bravo.
NOTARO
Se una donna t'incavezza
amar donna che disprezza
certamente è una viltà.
CALLOANDRO
(Ella è qua, vo lì a cantare.)
NOTARO
Di là a leggere vad'io.
RACHELINA
(Troverò lo spasso mio
nella loro affinità.)
(canta)
CALLOANDRO
T'intendo amico-rio
col basso mormorio
vuoi dirmi in tua favella
che quella è una crudel.
NOTARO
Et fic sic etcetera
mulier burlasse gli uomini
è una gran... basta etcetera
non voglio criticar.
RACHELINA
Signor notaro
le donne lei non nomini
oh ch'io... ma basta etcetera
con voi non ho che far.
CALLOANDRO
Io canto e a voi non bado.
NOTARO
Io leggo un'assertiva.
RACHELINA
Ma bravi evviva evviva.
CALLOANDRO E NOTARO
Gran testa in verità.
Rospolone, Calloandro, Notaro, Rachelina.
ROSPOLONE
Bravissimi, mi piace,
godete, divertitevi,
ma con tranquilla pace
badate un po' al giudicio
che or vi farà ex officio
il sior governator.
CALLOANDRO
Che ordini! Che giudicio?
RACHELINA
(al Notaro)
Cos'è quest'ex officio?
NOTARO
Bellezza, e che ne so?
ROSPOLONE
(a Colloandro)
Per lei ecco il mandato:
«In casa ad omnis ordinem»,
se n' vada, mio signor.
(al Notaro)
Mandato per palatium
co' la penal di carcere
a lei qui faccio ancor.
(a Rachelina)
E tu se pur civetti
con questi due soggetti
condotta fuor del feudo
sarai fra poche or.
RACHELINA
A me l'uscir del feudo!
CALLOANDRO
A me mandati, ed ordini!
NOTARO
A me catture, e carceri!
RACHELINA, CALLOANDRO E NOTARO
La baronessa al certo
tal colpo mi mandò.
CALLOANDRO
No no mia Rachelina
di qua non partirò.
RACHELINA
Andate... oh che ruina!
Mai più vi guarderò.
NOTARO
O mutria mia tapina
dove m'asconderò?
RACHELINA
Ohimè la baronessa...
NOTARO
Oh diavolo, scappiamo...
CALLOANDRO
Nella capanna entriamo.
RACHELINA
Oibò, non lo permetto.
RACHELINA, CALLOANDRO E NOTARO
È un caso maledetto
che riparar non so.
(i due entrano nella capanna di Rachelina, la quale serra subito a chiave, da fuori e parte)
Donna Eugenia, don Luigino, Rospolone, i Servi e i due che fanno capolino dalle finestre della capanna, Rachelina che torna. Amaranta.
EUGENIA
Dov'è quell'indegno?
Dov'è quell'ardita?
Ad ambi la vita
farò costar.
ROSPOLONE
Son fatti i mandati
qua venni in accesso,
farassi il processo
se qui tornerà.
LUIGINO
Ma troppa premura
ne fate, o madama,
amate chi v'ama
lasciatelo andar.
EUGENIA
Che noia mi siete!
AMARANTA
Ma già che vedete
che niente mi cura,
che serve a parlar?
EUGENIA, AMARANTA, ROSPOLONE E LUIGINO
Ma vien Rachelina
piangendo di qua.
RACHELINA
Signora a queste lacrime,
movetevi a pietà.
Vassalla oppressa e misera
di me no, no più non si dà.
EUGENIA
Che vuoi tu dir? Favella!
RACHELINA
Sentite, e poi... stupite!
NOTARO
Che diamine sarà?
CALLOANDRO
Amico, e chi lo sa?
RACHELINA
Io stavo a casa mia
soletta a lavorar
il sior barone ardito
con quel Notaro unito
entrarono pian piano
così, per m'afferrar.
Scappai come potei,
là dentro li serrai,
la chiave è qua...
è questa: or lei...
giustizia or mi ha da far.
NOTARO
Colei che cos'ha detto?
CALLOANDRO
Ci ha rovinati affatto.
EUGENIA, RACHELINA E LUIGINO
Gli indegni stan sul fatto.
AMARANTA E ROSPOLONE
Dunqu'è la verità.
CALLOANDRO
Sentite a me...
EUGENIA, AMARANTA, RACHELINA, ROSPOLONE E LUIGINO
Tacete.
NOTARO
Codesta donna...
EUGENIA, AMARANTA, RACHELINA, ROSPOLONE E LUIGINO
Andate!
CALLOANDRO
Lei fu che qui...
EUGENIA, AMARANTA, RACHELINA, ROSPOLONE E LUIGINO
Andate...
o la capanna in cenere
qui subito anderà.
NOTARO
Or vi faremo intendere...
CALLOANDRO
Qual sia la verità!
EUGENIA, AMARANTA, RACHELINA, ROSPOLONE E LUIGINO
Una baldanza simile
impune non andrà.
(qui escono Calloandro e il Notaro)
NOTARO
Amico!
CALLOANDRO
Rospolone...
ROSPOLONE
Compresi già il reato.
In quest'occasione
son rospo diventato,
e armato già mi sono
di sdegno e di furor.
CALLOANDRO
(a Rachelina)
Ch'hai detto?
NOTARO
Ch'ha fatto?
RACHELINA
Ho detto quel ch'è stato,
signori io non son quella
che avete voi pensato;
giustizia adesso bramo,
giustizia, miei signori.
CALLOANDRO
(ad Amaranta)
Figliuola!
NOTARO
Mia ragazza!
AMARANTA
Già so, già so chi siete,
si deve oprar la mazza
con genti sì discrete;
in faccia non avete
vergogna, né rossor.
TUTTI
(tranne Calloandro e Notaro)
Convinti entrambi sono,
confusi e disperati,
ma non si dà perdono
a due ribaldi ingrati.
È privo di ragione
chi femmina insultò.
CALLOANDRO
Signori!...
EUGENIA, AMARANTA E RACHELINA
Sentir nessun desio.
NOTARO
(a Rospolone)
Amico!
ROSPOLONE
Compresi già il reato...
CALLOANDRO
(a Rachelina)
Ch'hai detto?
RACHELINA
Ho detto quel ch'è stato.
NOTARO
(a Luigino)
Amico...
LUIGINO
Indegni, andate al bando.
TUTTI
(tranne Calloandro e Notaro)
È privo di ragione
chi femmina insultò.
CALLOANDRO E NOTARO
Ohimè che gran battaglia!
Che guerra assai funesta!
Ragion domando a quello,
ragion domando a questa
nessun vi è che mi ascolta
che farmi, o dio non so!
TUTTI
(tranne Calloandro e Notaro)
Convinti entrambi sono,
confusi e disperati,
ma non si dà perdono
a due ribaldi ingrati.
È privo di ragione
chi femmina insultò.
Camera rustica con due stanze laterali
Rachelina lavorando, e un po' dopo Calloandro.
RACHELINA
Ohimè, voi qua?
CALLOANDRO
Mi ci ha condotto amore:
non essermi tormento,
come stata mi sei ogni momento.
RACHELINA
Sento rumore, io tremo.
CALLOANDRO
E non sei sola
c'è da tremar per tutti.
RACHELINA
Par che ogni momento
intorno mi porti la baronessa;
entrate in quella stanza,
a un cenno mio
vestite gli abiti di giardinier
che nel cassone stanno
così se quella viene
non si faran di voi sospetti.
(Calloandro entra in una delle stanze)
Nel cor più non mi sento
brillar la gioventù.
Cagion del mio tormento
amor hai colpa tu.
Mi stuzzichi, mi mastichi,
mi pungichi, mi pizzichi,
che cosa è questa ohimè!
Pietà, pietà, pietà!
Amor è un certo che...
che delirar mi fa!
CALLOANDRO
Ti sento, sì ti sento
bel fior di gioventù.
Cagion del mio tormento
anima mia sei tu.
Mi stuzzichi, mi mastichi,
mi pungichi, mi pizzichi,
che cosa è questa ohimè!
Pietà, pietà, pietà!
Quel viso è un certo che...
che delirar mi fa.
Rachelina e il Notaro.
RACHELINA
Voi qua siete tornato?
E l'ordine? E il mandato?
NOTARO
Che mandato!
Si etiam carcerato
avessi io d'andar, quatemus opus
mi voglio vendicar. Come? Bugiarda!
Un Notaro sì probo
si taccia e si querela
in coram testibus, d'una violemza
tentata e non seguita?
(passeggia adirato)
RACHELINA
(È grazioso quest'uom! Ma io farollo
passar tanta bravura!)
Notar, misera me, vengono i birri,
il ciel ve lo perdoni
a rompere il mandato!
NOTARO
Figlia mia cara, cara
qua non s'è rotto nulla.
RACHELINA
Presto andate in quella stanza
e vestite gli abiti di mugnaio
che nel letto stanno
così sospetti di voi
non si faranno.
Eugenia, Rachelina e Rospolone.
EUGENIA
Rachelina, che fai?
RACHELINA
Sto qui soletta a lavorar.
EUGENIA
Vorrei vedere
le tue camere un po'.
RACHELINA
Avrei piacere,
ma non si può.
EUGENIA
E la cagion?
RACHELINA
La cagion? Lì dentro
vi son uomini, e non vonno
farsi da voi vedere.
ROSPOLONE
(Lì cova il gatto!)
EUGENIA
Voglio entrar.
RACHELINA
Perdonate, morreste di vergogna
per il caldo spogliati essi si sono.
ROSPOLONE
Bene: ci entro io,
che son uom.
RACHELINA
Non s'incomodi
or li farò sortire.
ROSPOLONE
Che giudizio voi fate?
EUGENIA
Io non sono più in me.
Ben mi affatico
per bandir dal mio cor quell'incostante.
Ma tal colpa non ha
chi vive amante.
Mi sta nell'anima
l'ingrato oggetto
mi fa dispetto
mi dà tormento.
E quando tento
di discacciarlo
no, non puoi farlo
mi dice amor.
Che vita misera!
Che giorni pessimi!
Amò l'origine
del mio dolor!
(ritorna Rachelina)
RACHELINA
Ecco s'apron le porte, e fuori vengono
Cornelio il mio garzone, e il giardiniero.
Spettatori or sarete d'una tresca
allegra, curiosa e villanesca.
(entra)
Detti e Calloandro leggiadramente vestito da giardiniero, e Notar Pistofolo da molinaro ambi coi suddetti istromenti.
RACHELINA
Quanto è bello l'amor contadino
differente da quel di città.
CALLOANDRO
Qui gli amanti stan sempre in festino
ei tuttora si st'a sospirar.
Coi strumenti vogliamo far chiassi
colle gambe vogliamo ballar.
NOTARO
Il mugnaio che va nel molino
verso sera tralascia il mugnar;
ed accanto ad un dolce visino
l'ore tarde si va a sollazzar.
CALLOANDRO
Il villan, che coltiva il giardino
qualche oretta in travaglio ne sta.
Ma poi quando alla bella è vicino
scherzosetto si spassa a cantar.
EUGENIA
In sentirli ci ho gusto e mi spasso.
ROSPOLONE
Quant'invidio la lor libertà!
Calloandro, Notaro e Rachelina.
CALLOANDRO
Dunque il Notar tu sei?
NOTARO
E lei don Calloandro? Quella frasca
ci ha ingarbugliati ad invicem.
CALLOANDRO
Ma eccola
in tempo!
RACHELINA
Adesso come fremeran la baronessa
e Rospolon: ma restin corbellati,
or mi scelgo lo sposo.
Così in avvenir tutte a mio danno
le lingue più non parleranno.
Io desio di far per comparo
quel che di voi prenderommi
che risolve di farsi molinaro.
CALLOANDRO
Molinar?
NOTARO
Molinaro?
CALLOANDRO
Aborro questa vil condizione,
un altro io son, e nei celesti segni
letto non ho finora
che un altro molinar vi fosse ancora.
RACHELINA
Dunque mi vado altro sposo a trovar.
NOTARO
Ma, mi dica: molinar
per un certo dato tempo
o in vitalizio?
RACHELINA
Molinar per sempre.
NOTARO
Combatte nel mio core
l'inchiostro e la farina.
RACHELINA
Risolvetela, o parto...
NOTARO
È fatta, hai vinto.
CALLOANDRO
O curia in precipizio.
NOTARO
Che ho da far?
La virtù sempre ha il suo vizio.
Scritti addio, vi lascio andare
cambio alfin la mia condotta.
(Ah l'amore quant'è bello
cominciamo qui a scherzar.)
Più notar non sono affatto
la mia cara tu sarai
e negozi acquisterai
facoltosi e in quantità.
Questi occhioni e questi denti
saran vincoli e strumenti
quelle mani, le postille
quei capelli, le postille
che faranno a mille a mille
i clienti spasimar.
(a Calloandro)
Che cos'è che tu borbotti?
Tra il marito e la sposetta
si può far qualche smorfietta,
sta' a vedere, e lascia far.
Calloandro solo.
Dunque la Rachelina
non vive più per me, né io per lei!
O stelle, o furie, o dèi! Codesto ferro
il sole eclisserà del mio sembiante.
(cava di saccoccia un coltello)
Muore senza dolor, chi muore amante.
Incido in questo tronco il caso mio
indi tragitterò nel fosco oblio.
(incide alcuni versi in un albero)
Veggo tra l'ombre il varco
dell'Acheronte oscuro;
già con nocchier m'imbarco
per la magion d'orror.
Odo una cupa voce,
che di lontan mi dice
chi sei? Son l'infelice
scherno d'un empio amor.
Un suono or dolce, e caro
d'armonici improvvisi
m'invita dagli elisi
già l'aure a respirar.
Fan tresca gli spirti amanti.
Mi acclama ogni ombra bella
ma calma senza quella
oh dio! non so trovar.
(via)
Bosco con rupi praticabile.
Rachelina poi Rospolone, indi il Notaro tutti fuggendo per diverse strade; per ultimo Calloandro.
RACHELINA
Misera me, dove mi salvo... il matto
Calloandro un fracasso
sta facendo per questo bosco!...
ROSPOLONE
Il diavolo
non può far quel che fa Calloandro.
NOTARO
Cattera! Colpi da disperato,
e senza iuris ordine servato.
CALLOANDRO
Ma tu non sei il mio rival Medoro?
Angelica dov'è? Paga ribaldo
con il tuo scempio il torto,
che ardisti far poc'anzi all'amor mio.
NOTARO
Aiuto...
ROSPOLONE
È morto.
RACHELINA
Adagio.
Se Angelica lei vuol quella son io
(così lo salverò).
CALLOANDRO
Angelica... sì Angelica... Ti accolgo
tenero fra le braccia anima mia.
ROSPOLONE
(Bella davver.)
NOTARO
Buon pro a vussignoria.
CALLOANDRO
Medor mi burla. Or la tua pena è questa
abbiti, per emenda un corno in testa.
NOTARO
Ahimè!
(siede su di un sasso mezzo svenuto)
RACHELINA
Chi mi sostiene...
(finge svenire anch'essa buttandosi sopra un altro sasso)
ROSPOLONE
Si muore a due!
CALLOANDRO
Che fa parla mio bene?
RACHELINA
Ahi ahi chi mi sostiene
non mi reggo! Non sto bene!
Nel vedervi irato, e fiero
minacciar quel poverino
il mio cor tantin tantino
nel mio sen divenne già.
(Ah trovassi una maniera
per poterli corbellar.)
Un orror entrambi assale
trema quello, e tremo anch'io.
Quel furor tremendo, e rio
raddolcite per pietà.
Chi mi fagna? Chi mi slaccia?
Ahi ahi l'affanno cresce!
Voglio aceto, erbe odorose
voglio cose da ristoro.
Deh cercatele... correte.
Sommi dèi già manco, e moro
né soccorso alcun... mi dà...
(finge svenire, e tutte le sue azioni sono imitate dal Notaro. I due entrano)
RACHELINA E NOTARO
Son partiti, andiamo adesso.
Non si tardi un sol istante
un bel matto, e un vecchio amante
son bel facile a imbrogliar.
(via)
Notaro e Rachelina.
NOTARO
Ah, sono inevitabili
i guai a chi ha una bella moglie.
Che s'ha da far? Codesta è la gabella
che ha da pagar chi ha una moglie bella.
RACHELINA
Ah, mia vita passata dove sei!
NOTARO
Oh, dove siete andati giorni miei.
RACHELINA
Oh, il mio caro pupazzetto
volea farmi il padroncino!
Poverino! Poverino
sarà matto e non lo sa.
NOTARO
La mia dama campagnola!
Ella ha guaste le cervella!
Pazzerella! Pazzerella
vatti in fretta a far legar.
RACHELINA
Il bel pupo mio tu sei.
NOTARO
Tu sarai la mia pupazza.
RACHELINA
Salta su.
NOTARO
Fa giochi in piazza.
Ed al suon di zampognetta
così mettiti a ballar.
Dico, il gioco è terminato?
RACHELINA
Hai finito di burlarmi?
NOTARO
Potrò far l'innamorato?
RACHELINA
Ma con garbo e serietà.
NOTARO
Ah, mia bella molinara
tu il cervel m'hai macinato
me lo giri, me lo impasti
me lo arroti e fai pagnotte,
poi appena che son cotte
te le stai così a mangiar.
RACHELINA
Ah, mio dolce e bel Notaro
tu il mio cor ridotto hai in carta
tu ci scrivi, tu ci cassi,
ci fai punti, e fai postille,
e le liti a mille a mille
ci fai sempre germogliar.
NOTARO
Oh che grazia serbi ognora!
RACHELINA
Oh che brio che m'innamora!
Già nel cor nascer mi sento
una cosa sì gustosa...
RACHELINA E NOTARO
Che il mio labbro dir non sa.
È dolcezza?... No contento!
È un bollor del dio d'amore,
che fa strepito nel core
e lo fa per contentezza
svolazzar di qua e di là.
Eugenia e Rospolone, e detti.
EUGENIA
Sior Rospolone, portatevi
voi di persona ad incontrar medici,
ch'ho mandato a chiamare
dal casal qui vicino
per curar Calloandro,
oprate con impegno, e in quell'istante
pensate che son dama, e son amante.
ROSPOLONE
Vado a servirvi. Oh adesso
in acconcio mi vien di vendicarmi
del baron mio rival
vada in cento malore
il mio governo. Indi voglio
sul Notar rovesciar tutto l'imbroglio.
NOTARO
Zitta zitta, a passo a passo
vieni, o bella, e sta' sicura
quando l'aria si fa scura
fuor del feudo si anderà.
RACHELINA
Ogni tronco, ed ogni sasso
par che un'ombra mi diventa
e più timida, e più lenta
il sospetto, mi fa.
AMARANTA
Calloandro infuriato
per la selva fa un fracasso.
NOTARO
Salva salva, scappa scappa!
RACHELINA
Un tremor mi sento già.
(nel fuggir s'incontrano con Calloandro il quale dice al Notaro)
CALLOANDRO
Qui ti sfido, o mostro infame
vieni pur ch'io non spavento
la tua rabbia il tuo furor.
NOTARO
No: di morte io non ho fame
a pugnar sol mi sgomento
ma a fuggir son un terror.
RACHELINA
Ah non più, che il cor si affanna
tutto oppresso dal timor.
CALLOANDRO
Mia bellissima Arianna
il mio ardir cede all'amor.
NOTARO
E me Pluto pur condanna
di far lume a tutte l'or!
CALLOANDRO
Traditor, fallace amante:
per chi pazzo diventasti
anche ardisci sospirar!
Ma qual furia! Qual sembiante!
Ti aborrisco, e ciò ti basti:
voglio andarmi a subissar.
RACHELINA E NOTARO
Tutto il sangue sì gelato
par che un sasso diventò!
A momento perdo il fiato!
Ah di me che mai sarà!
Rospolone da medico seguìto da altri due finti Medici, i quali in uscire con serietà, al cenno di Rospolone vanno a porsi in mezzo al Notaro e detti.
ROSPOLONE E DUE MEDICI
Siste inflanus, vel freneticum
in consulto medicorum.
Notomia de cervellorum
nel tuo capo si ha da far.
RACHELINA E NOTARO
Chi saranno questi qua!
NOTARO
Chi voi siete miei signori?
ROSPOLONE E DUE MEDICI
Siamo fisici, e dottori
e a guarir venuti siamo
la tua insana infermità.
NOTARO
Or li piglio a scopulorum
e li aggiusto come va.
ROSPOLONE
Oh che ottima pensata
troppo ben l'abbiam tirata,
di sposarmi or Rachelina
non avrà difficoltà.
Or va' tu co' la carina
le mie nozze a combinar.
Eugenia, e detti; poi Amaranta, indi Luigino da varie strade, e per ultimo Calloandro, il Notaro, e Rachelina l'uno dopo l'altro.
EUGENIA
I medici voi siete?
Per carità accorrete
poiché don Calloandro
nessun lo può frenar.
ROSPOLONE E DUE MEDICI
Andiamo in questo istante
il matto a medicar...
AMARANTA
Per carità venite,
Pistofolo in quel loco
frenetico, e tra poco
può matto diventar.
ROSPOLONE E DUE MEDICI
Corriam nell'altro loco...
Pistofolo a sanar...
LUIGINO
Da lì volgete il pazzo,
perché la Rachelina
delira, e fa fracasso
sta già per impazzir.
TUTTI
Che folla di sconquassi
vi sta per ogni via!
Or più non è pazzia
contagio è questo qua.
EUGENIA E AMARANTA
Ma vien di qua Calloandro.
EUGENIA, AMARANTA E LUIGINO
Vediam or che sarà!
CALLOANDRO E NOTARO
Dov'è del cielo un folgore?
Un fulmine dov'è?
TUTTI
(fuorché Calloandro e Notaro)
Ohimè che sguardi torbidi
tremar mi fanno affé!
TUTTI
Pian piano me l'avvicino...
ma mi minaccia, ohibò!...
Mi accosterò un tantino...
ma dubito: no no.
Che visi! Che guardate!
Che cose maledette
che m'empiono d'orror.
Fine del libretto.
Generazione pagina: 14/05/2016
Pagina: ridotto, rid
Versione H: 3.00.40
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