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| "Là sulla piazza di Santa Trinita, ora tristamente ingombra dalla colonna di Cosimo granduca, sotto il cielo aperto ed in vista del fiume toscano, s'intrecciano le danze degli adorni giovani e delle donne gentili [...] e segnati a dito, salutati, acclamati, passeggiano fra il popolo festeggiante il Magnifico Lorenzo e Messer Agnolo Poliziano." | |
| Carducci, Prefazione alle Poesie di Lorenzo de' Medici. | |
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Scena unica |
La piazza Santa Trinita. - La notte è appena discesa e rari passanti traversano il fondo della scena. - Sul davanti parlano in crocchio a bassa voce Francesco Pazzi, l'arcivescovo Salviati, Bernardo Bandini e Montesecco. |
Q
Francesco Pazzi, Salviati, Bandini, Montesecco
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FRANCESCO PAZZI |
Egli volle guidar l'ambasceria
per cattivarsi con lusinghe e doni
il nuovo papa!... Ma Lauro chi sia
ei ben conosce e qual desir lo sproni.
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BANDINI |
Ai Medici non basta più lo scudo
ornar de 'l giglio che di Francia il sire
al Gottoso (1) accordava. Oggi sul nudo
stemma un triregno sognano scolpire!
E intanto Julio cardinal nomato
vorria Lorenzo!...
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| (1) Piero il Gottoso, padre di Lorenzo e Giuliano, ebbe da re Luigi XI nel 1465 concessione di portare su di una palla della stemma de' Medici i gigli della casa di Francia | |
FRANCESCO PAZZI |
E per Lauro e Giuliano
rosso un sudario abbiamo preparato!
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MONTESECCO |
(entrando con Salviati)
Salve signor ~
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FRANCESCO PAZZI |
Salute o capitano ~
(presentandolo)
Bandini a voi presento ~ Giambattista
da Montesecco.
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SALVIATI |
Dal papa mandato (2)
perché col senno e col braccio ne assista.
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| (2) "Madiasì che sua santità dice, che vorria seguisse la mutazione dello stato, ma senza morte de persona. E dicendoli io, presente el conte e l'arcivescovo; padre santo queste cose se potranno forse mal fare senza morte di Lorenzo e di Giuliano e forse delli altri; sua santità mi disse: io non voglio la morte di niuno per niente perché non è offizio nostro acconsentire alla morte di persona; e benché Lorenzo sia un villano et con noi si porte male, pure io non vorria la morte sua per niente, ma la mutazione dello stato sì. Et el Conte respuose: se farà quanto se poderà, acciò non intervenga: pure quando intervenisse, la vostra santità perdonerà bene a chi 'l fesse. El papa respuose al conte: tu sii una bestia." Confessione di G. B. da Montesecco. Codice Biblioteca Stroctiana | |
MONTESECCO (gravemente) |
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BANDINI |
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FRANCESCO PAZZI |
Il tempo stringe; è d'uopo agir.
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BANDINI E SALVIATI (a Montesecco) |
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| (risate interne a destra: dal fondo delle voci di donne cantano) | |
LE POPOLANE |
Donne belle, i' ho cercato
lungo tempo del mio core.
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MONTESECCO |
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FRANCESCO PAZZI |
Sarà una brigatella in giro
per le Calendimaggio.
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MONTESECCO |
Allor venite.
Qui non è cauto di parlar...
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| (sbucano dal fondo e dalla destra vari popolani e popolane. Montesecco e gli altri parlano vivacemente a bassa voce) | <- popolani, popolane
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I POPOLANI |
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LE POPOLANE |
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I POPOLANI E LE POPOLANE |
Andiam verso il palazzo
le donzelle e' garzoni ad incontrar.
(partono riprendendo il canto)
Donne belle, i' ho cercato...
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| popolani, popolane ->
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MONTESECCO |
(uscendo con gli altri)
Si tratta d'attirare i due fratelli
senza scorta al convito (3), e là...
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| (3) Raffaele Riario, nominato cardinale, dal papa Sisto IV, all'età di 18 anni andò in pompa a Firenze per facilitare la congiura; ma questo primo tentativo d'assassinio andò a vuoto perché Lorenzo solo intervenne alla festa | |
FRANCESCO PAZZI |
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MONTESECCO |
Ora di Sisto il pian tutto v'apprendo.
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| (Montesecco, Pazzi, Bandini e Salviati escono insieme parlando dalla sinistra in fondo. Dopo un istante entrano dal fondo a destra Lorenzo e Poliziano seguiti da suonatori di mandoline e viole, ai quali Lorenzo addita una casa sul davanti a sinistra che si suppone esser quella di Lucrezia Donati) | Montesecco, Francesco Pazzi, Bandini, Salviati ->
<- Lorenzo, Poliziano, scorta, suonatori
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LORENZO |
(piano ai suonatori)
Laggiù.
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POLIZIANO |
(sorpreso)
La casa de' Donati. O dèi,
(scherzando)
sin le Lucrezie a te cedon placate.
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LORENZO |
Adulatore!
(ai suonatori)
All'opra...
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POLIZIANO |
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| (i suonatori preludiano e Lorenzo canta) | |
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LORENZO
Ascolta el canto mio che ti favella
e dal sonno ti scuote, o gentil dama.
E' ti vuol dire che sei tanto bella,
e' ti vuol dir quanto 'l mio core t'ama.
E' ti vuol dir che se' colei che abbella
questa mia vita sì povera e grama.
E' ti vuol dir ch'è tuo questo mio core
e che tu gli conceda un po' d'amore!
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| (due cantori popolari arrivano dal fondo a destra uniti a qualche cittadino e si arrestano ad ascoltare Lorenzo senza appressarsi facendo segni d'approvazione) | <- primo cantore, secondo cantore, cittadini
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E tanta grazia t'ha concessa iddio
di belleza (4) di forme e senno e onore,
che potresti davvero, a parer mio,
accordare a un meschino un po' d'amore.
E quel meschino, o mia bella, son io,
io che t'ho dato tutto lo mio core.
Ascolta el canto mio che ti favella,
cedi il core al mio cor, mia dama bella.
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| (4) per l'ortografia poetica del tempo: "Egli è ver ch'i porto amore / alla vostra gran belleza", ecc. Poliziano, Ballata XVIII | |
PRIMO CANTORE |
(dal fondo, a Lorenzo come per sfidarlo al canto)
O tu che nel cantar sembri maestro,
per chi mai sciogli il canto e aguzzi l'estro?
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LORENZO |
(5) Ardo d'amore, e conviemmi cantare
per una dama che mi strugge il core,
ch'ogni otta ch'io la sento ricordare
il cor mi brilla e par che gli esca fuore.
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| (5) Lorenzo de' Medici, Poesie. La nencia di Barberino | |
SECONDO CANTORE |
Di possente beltade è dunque ornato
lo volto che t'ha reso innamorato?
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LORENZO |
Ella non trova di bellezza pare;
con gli occhi getta fiaccole d'amore:
io sono stato in città e castella,
e mai non vidi gnuna tanto bella.
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| (la scena si riempie a poco a poco) | <- folla
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PRIMO CANTORE E SECONDO CANTORE |
Se onesta come bella è la tua dama,
felice te ch'hai paga ogni tua brama.
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LORENZO |
Ben si potrà tenere avventurato
chi sia marito di sì bella moglie;
ben si potrà tener in buon dì nato
chi avrà quel fiordaliso senza foglie.
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VOCI DALLA FOLLA |
È Lorenzo! ~ Chi? ~ Il cantore?
~ Taci ~ È ver ~ Facciamgli onore ~
~ Vo' vederlo ~ Osserva a manca;
Poliziano ora lo affianca.
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| (entrano in scena Francesco Pazzi, l'arcivescovo Salviati, Montesecco e Bandini) | <- Francesco Pazzi, Salviati, Montesecco, Bandini
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~ Lo si acclami ~ Lo si onori
~ Egli è il primo de' cantori
~ Egli è il primo cittadino
~ Gloria al nobil fiorentino,
~ Ei l'onore è di Fiorenza
per la sua magnificenza.
(Giuliano arriva da un altro canto con gran seguito e portatori di fiaccole)
~ Guarda là, Giuliano arriva.
Palle ~ Palle (6) ~ Viva! Viva!
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| (6) Come si sa era il grido di casa Medici | |
| <- portatori di fiaccole, Giuliano
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BANDINI |
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SALVIATI |
Fa schifo questa plebe;
egli è un re che si acclama.
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MONTESECCO |
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SALVIATI (a Francesco Pazzi) |
Tu vanne ad invitarlo all'olocausto.
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LA FOLLA |
Largo, largo, che arrivan le donzelle
vaghe e gioconde ~ come le son belle!
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| (entrano le donzelle ed i garzoni. Montesecco, Francesco Pazzi e Bandini si avanzano verso Lorenzo, Giuliano e Poliziano che si tengono a sinistra sul davanti del proscenio e dopo i saluti cerimoniosi sembrano parlare dell'invito per la festa. Simonetta con la Madre e Fioretta prenderanno posto sul davanti a destra; i coristi uomini e donne si disporranno dietro di esse lungo le quinte a destra. In fondo i portatori di fiaccole ed i suonatori di mandoline e viole. Nel centro le donzelle si preparano alla danza) | <- donzelle, garzoni, Simonetta, La madre, Fioretta, altri suonatori
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LORENZO |
(a Francesco Pazzi stringendogli la mano)
Grazie ti rendo del cortese invito ~
di noi t'affida.
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SIMONETTA |
(a Fioretta, a parte)
Oh come dolce affisami
io son felice!
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FIORETTA |
(Ohimè Purtroppo ei l'ama!)
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LORENZO |
(volgendosi al coro)
Orsù, le belle, e voi, fieri garzoni,
alla danza ~ scegliete le canzoni
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UNA PARTE DEL CORO |
Su, cantiamo: «E' si vede in ogni lato.» (7)
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| (7) "E' si vede in ogni lato / che il proverbio dice il vero", ecc. VIII Lorenzo de' Medici. Canzoni a ballo | |
UN'ALTRA PARTE DEL CORO |
E l'altra: «Donne belle, (8) i' ho cercato.»
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| (8) "Donne belle, i' ho cercato / lungo tempo del mio core" XI Lorenzo de' Medici. Canzoni a ballo | |
LORENZO |
Le mie modeste rime oggi lasciate ~
(additando Poliziano)
si renda omaggio al vate,
gloria toscana e dell'Italia intera.
Cantate i versi ove la musa vera
schietta sorride
in una forma che 'l pensier conquide,
e l'anima riscalda al santo raggio!
S'intoni adunque, orsù: «Ben venga maggio.»
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| (Poliziano commosso stringe la mano di Lorenzo, mentre i suonatori preludiano. Poi il coro canta e le donzelle ed i garzoni danzano. Francesco Pazzi, Salviati, Bandini e Montesecco partono) | |
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Canzone a ballo. (9) | |
| (9) Poliziano, Ballata XIII | |
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| (mentre il coro canta e la danza comincia, Poliziano traversa lentamente il davanti della scena battendo la misura bonariamente sul palmo della mano e passa a destra avvicinandosi a Simonetta) | |
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CORO
Ben venga maggio
e 'l gonfalon selvaggio!
Ben venga primavera
che vuol l'uom s'innamori,
e voi donzelle a schiera
con li vostri amadori,
che di rose e di fiori
vi fate belle il maggio.
Venite alla frescura
delli verdi arbuscelli
ogni bella è sicura
fra tanti damigelli;
ché le fiere e gli uccelli
ardon d'amore il maggio.
Chi è giovane e bella
deh non sie punto acerba,
ché non si rinnovella
l'età come fa l'erba:
nessuna stia superba
all'amadore il maggio.
Ciascuna balli e canti
di questa schiera nostra,
ecco che i dolci amanti
van per voi, belle, in giostra:
qual dura a lor si mostra
farà sfiorire il maggio.
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Insieme
SIMONETTA E LA MADRE
Simonetta (a parte a sua madre)
Tutto è festa e tripudio,
tutto un sorriso appar.
Oh, questo gaudio attirami,
vorrei, mamma, danzar!
La madre
Figlia, non è possibile,
danzare a te non lice.
Il tuo malor...
Simonetta
Te n' supplico!
Fammi danzar...
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POLIZIANO |
(che si è appressato ed ha intese queste ultime parole)
Che dice!
(alla madre)
Buona donna, contentala,
eccede il tuo rigor!
Non impedir che schiudansi
a primavera i fior!
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FIORETTA |
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POLIZIANO |
Allor le sia concesso
almen cantare la canzone a ballo.
(sorridente a Simonetta)
Son certo che vorrai!
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SIMONETTA (alla madre) |
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LA MADRE |
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POLIZIANO |
Su, schiudi il labbro e mentre in mille giri
ferve intorno la danza, amor, t'ispiri!
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SIMONETTA |
Sì, canterò. Fatemi coro, ~
(ai suonatori)
e voi
seguitemi sommesso.
(ai ballerini)
Attenti a noi!
(essa comincia la sua canzone cercando frenarsi, ma si anima sempre più sino alla fine)
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Le coppie s'intrecciano ~ comincia la danza,
le giovani ammutola ~ gentil titubanza;
ma sguardi ricercano ~ gli sguardi ritrosi,
ma fremiti accesi ~ commuovono i cor.
E mentre bisbigliano ~ le gaie mandole
e gemon più teneri ~ sospir le viole,
le coppie men timide ~ si guardano in viso
e in ogni sorriso ~ è un lampo d'amor.
Le mani si cercano ~ si stringon frementi,
le labbra sussurrano ~ parole cocenti,
le chiome scompongonsi ~ la mente è smarrita,
un sogno la vita ~ appare al pensier.
O strana vertigine ~ piacer sovrumano
mi par che una musica ~ risponda lontano,
mi sembra che un alito ~ di vita novella
mi renda più bella ~ m'inviti al piacer.
Oh! Amarsi! Nel turbine ~ sentirsi portati,
confondere i palpiti ~ commossi, beati!
(guardando Giuliano)
perché tal delizia ~ provar non poss'io,
e teco amor mio ~ tal bene goder?
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(ai suonatori animatissima)
Più presto.
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LORENZO |
(con ammirazione)
Scintillano, al par d'una stella
gli sguardi. (10)
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| (10) Dalla poesia di Lorenzo in morte di Simonetta: "O chiara stella, che co' raggi tuoi / togli all'altre vicine stelle il lume!" | |
| Dice Lorenzo nella Dichiarazione dei primi sonetti a proposito della Simonetta: "Morì questa eccellentissima donna del mese d'aprile, nel qual tempo la terra si suol rivestire di diversi colori di fiori molto vaghi agli occhi e di grande ricreazione all'animo." Poesie di Lorenzo de' Medici. G. Barbera, editore | |
POLIZIANO |
(a Lorenzo, a parte)
Ella è tisica! (11)
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| (11) So bene che la parola tisica non si diceva a quel tempo, e che la tubercolosi venia chiamata sino al secolo scorso "Mal sottile". Ma abbisognava anche che il pubblico sapesse pure, altrimenti che dalle note del poema, di qual male si muore la Simonetta. Per questo mi si passi la parola. | |
VOCI DEL CORO |
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SIMONETTA |
Raddoppiano i palpiti ~ la musica affretta.
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FIORETTA E LA MADRE |
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GIULIANO |
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LORENZO |
(ritenendolo per mano, a parte)
Raffrenati!
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SIMONETTA |
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Anch'io vo' confondermi ~ in liete carole,
anch'io voglio i fremiti ~ le calde parole,
anch'io vo' sorridere ~ goder voglio anch'io,
la vita è l'oblio ~ la vita è l'amor!...
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| (si slancia nel turbine della danza generale, ma dopo un istante dà un grido e supponendosi che dia uno sbocco di sangue cade svenuta fra le braccia della madre e di altre donne che l'aiutano a trasportarla. Fioretta piange silenziosamente sul davanti, a destra) | |
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VOCI DEL CORO |
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GIULIANO |
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POLIZIANO |
(confortandolo)
No, svenuta.
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LA MADRE |
(in lagrime, partendo)
Oh! Come è smorta!
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VOCI DEL CORO |
Triste caso! ~ Poveretta!
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GIULIANO |
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FIORETTA |
(in lagrime)
O Simonetta!
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LORENZO (a Giuliano) |
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GIULIANO |
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| (Lorenzo parte col Poliziano e la scorta. Il popolo si allontana a poco a poco.) | Lorenzo, Poliziano, scorta, donzelle, Simonetta, La madre ->
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VOCI DALLA FOLLA |
(allontanandosi per varie parti)
Su partiam. - Lorenzo, vedi,
s'allontana. - E la fanciulla?
- È svenuta. - È quasi nulla.
- Dove andate? - Giù pe 'l calle.
Viva. - Viva. - Palle. - Palle.
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| (la scena resta scura e vuota. Giuliano è in fondo, Fioretta sul davanti, immobile) | suonatori, primo cantore, secondo cantore, cittadini, folla, Francesco Pazzi, Salviati, Montesecco, Bandini, garzoni, portatori di fiaccole, altri suonatori ->
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GIULIANO |
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FIORETTA |
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GIULIANO |
E non poter volare a lei, vegliarla,
calmar co' baci il foco della febbre!
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| (Fioretta muove silenziosamente per partire verso il fondo) | |
GIULIANO |
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FIORETTA |
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GIULIANO |
È vero.
Te ne scongiuro, fa' ch'io m''abbia nuove
di lei!
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FIORETTA |
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GIULIANO |
Veglia ~ dille il mio martoro!
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FIORETTA |
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GIULIANO |
(ritenendola)
Ma tu stessa, di', che hai?
Temi forse per lei?
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FIORETTA |
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GIULIANO |
Come strana
la voce tua mi giunge. A me ti affida.
Che mai ti affligge?
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FIORETTA |
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| (momento di silenzio. De' frammenti della canzone del Poliziano si sentono ancora da lunge. Giuliano si appressa ancora a Fioretta) | |
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GIULIANO |
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FIORETTA |
Assorto ho l'animo...
in quel canto che muor...
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GIULIANO |
E nella voce tremula
è un'eco di dolor?...
Fioretta, appressa; infingere
perché vuoi tu con me?
Che hai?
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FIORETTA |
Commossa è l'anima
senza saper perché!
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GIULIANO
(prendendole amichevolmente la mano)
Allora che più facili
a noi sorridon gli anni,
il nostro core gonfiasi
di cari e strani affanni.
Allor, si provan fremiti
qua' tu li provi adesso,
e sul ciglio le lacrime
noi sorprendiamo spesso.
La tua coscienza ingenua
non sa spiegarsi nulla:
ma un cuor di donna palpita
nel tuo sen di fanciulla.
Ma tutta alfin disvelasi
all'alma tua romita
la più solenne pagina
del libro della vita.
E mentre ignara e attonita
porti la man sul core,
tu senti un nuovo palpito,
il palpito d'amore!
| (♦)
(♦)
|
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FIORETTA
(commossa, animandosi)
Sì, questo nuovo palpito
lo risentii nel core,
lo riconobbe l'animo
il palpito d'amore!
E piena di quell'estasi
chiesi commossa a dio
la mia parte di spasimi,
chiedi d'amare anch'io...
Vano pregar! Come orfana
fu la mia triste culla,
vuoto rimane e gelido
il cor della fanciulla.
Tutti i sogni di vergine
m'è forza d'obliar!
In me delitto è il palpito...
(piangente)
ed io non posso amar!
| |
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GIULIANO |
(stupito)
Ma qual segreto ascondesi,
fanciulla, nel tuo cor?
| |
FIORETTA |
(cercando partire)
No, tu non puoi comprendere...
Lasciami al mio dolor.
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GIULIANO |
(ritenendola con interesse)
A me t'affida. ~ Attristami
Fioretta, il tuo parlar.
Tu, sì bella e sì giovane,
dirmi: «non posso amar»!
Ma parla; è inesplicabile
lo strazio del tuo cor.
| |
FIORETTA |
(cercando ancora partire)
No, tu non puoi comprendere...
Lasciami al mio dolor!
| |
GIULIANO |
(prendendole ambe le mani)
Di'... ~
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FIORETTA |
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GIULIANO |
(col più grande interesse)
Saprò costringerti.
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FIORETTA |
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GIULIANO |
(chinandosi verso di lei per convincerla)
In me
dunque non hai fiducia?
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FIORETTA |
(in uno slancio gli afferra la testa con ambo le mani e baciandolo in fronte gli dice)
T'amo!
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GIULIANO |
(colpito)
Che dici!... Ohimè!...
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| (Fioretta fugge precipitosamente) | Fioretta ->
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