Atto primo

 
(1) In questo primo atto, che è la parte idilliaca dell'opera, l'autore fa notare che si è sforzato a ridurre scenicamente il poetico incontro di Simonetta e Giuliano, sì bellamente ideato dal Poliziano nella Giostra di Giuliano.
 
"Qui lieta mi dimoro Simonetta"
Poliziano, Giostra di Giuliano, Libro I, stanza LII.
 

Scena unica

Un colle presso Firenze. Vaghissima boscaglia. Un'alta quercia nel mezzo; alberi a destra ed a sinistra. Un rivolo traversa il fondo della scena. Tra gli alberi si vedrà il cielo purissimo. È pien meriggio. All'alzarsi della tela si sentono squilli di corno, a destra ed a sinistra, sulla scena. Alcuni Cavalieri in costume da caccia passano a cavallo, nel fondo, fra gli alberi. Lorenzo e Giuliano entrano insieme dalla sinistra, parlando fra loro. Li seguono un gruppo di altri Cavalieri tra i quali sono Poliziano e Montesecco, ma si arrestano al centro della scena facendo crocchio. Due Palafrenieri entrano pure, portando a mano i cavalli di Lorenzo e Giuliano e vanno ad attendere in fondo a destra.

 Q 

<- cavalieri, Poliziano, Montesecco, due palafrenieri, Giuliano, Lorenzo

 

GIULIANO

E nel Papa un nemico tu supponi?  

LORENZO

È certo e chiaro. Il nepote (2) vorria

li suoi stati allargar, e la Toscana

ghiotta preda gli sembra. Quindi ai Pazzi

si lega a macchinar qualche tranello.

Eppure apertamente a me far guerra

non osa!

(2) Allude al conte Gerolamo Riario, nepote di Sisto IV

GIULIANO

E tu sta in guardia.

LORENZO

Io veglio. In Roma

ei poteva parlarmi qual signore (3)

ma il mio poter qui non conosce il suo.

(3) Lorenzo de' Medici andò a Roma a capo dell'ambasceria fiorentina per salutare il nuovo papa Sisto IV

POLIZIANO

(appressandosi a Lorenzo)

Che t'ange o mio signor? Perché s'oscura

il nobil fronte che dotò natura

delli più eletti e più squisiti doni?

(Giuliano intanto si appressa al gruppo ov'è rimasto Montesecco)

Deh, per oggi deponi

le gravi cure. Contempla un istante

ciò che natura porge a te d'innante;

e in questa selva tacita e quieta

all'uom di stato succeda il poeta!

LORENZO

(stringendogli le mani)

Io poeta!... E se' tu, Poliziano,

tu, degno figlio di Virgilio e Dante,

che tal nome a me dai! Deh, parla ancora,

che più dolce per te questa favella

dolce risuona!

POLIZIANO

No, lascia che ascolti

l'inno sublime che se n' van cantando

questo sol, questo verde e questo cielo!

LORENZO

(4) Tacita selva, o verde solitudine

all'ombra tua, del tuo ruscello al murmure

scende soave una tristezza all'animo

e par che in cor pace ed oblio si destino.

L'oblio degli alti onor, di vane glorie,

la pace, unico ben!

(4) "Cerchi chi vuol la pompa e gli alti onori" Lorenzo de' Medici, Sonetti e Canzoni, LIII

GIULIANO

(vivacemente appressandosi)

Alle buccoliche

fine si ponga. A Careggi discutere

(squilli interni)

potrete a lungo. Udite, già risuonano

della caccia i segnali; il sangue celere

nelle vene diggià mi sento scorrere...

POLIZIANO

(sorridendo)

Fiero garzone, ma a chi dunque è dato

di domare il tuo core?

(5) Un nume sol potrà cangiarti: Amore!

(5) "Giusto sdegno ti muova / Amor, che costui creda almen per pruova!" Poliziano, Giostra, Libro I XXIV

GIULIANO

No, della antica Grecia sogno la vita forte;

il lauro d'Alcibiade, di Socrate la morte,

il sorriso d'Aspasia e la sua chioma d'or.

Io sogno le Olimpiadi, il plauso di Platone,

le arene, il dolce fremito d'una prima tenzone,

e tu m'apponi il pallido conforto dell'amor?...

 

L'amore! Egli è la nuvola (6)  

che fonde a' rai del sol;

è il fior che all'alba schiudesi

e a sera è vizzo al suol.

È l'armonia che un fremito

lancia per l'aura e muor;

è il foco della lucciola

senza luce e calor!

(6) "Sì bel titol d'Amore ha dato il mondo / A una cieca peste, a un mal giocondo." Poliziano, Giostra, Libro I, XIII
 

LORENZO

L'Amore! Egli è una nuvola

che fa più bello il ciel;

è il fior che sa rinascere

sovra 'l suo verde stel.

È l'armonia che il giubilo

e il pianto impone al cor;

è foco inestinguibile;

eterna face è amor!

 

GIULIANO

(sorridendo)  

Poeta! ~ Ma il tuo nume gl'invitati

(ai cavalieri, poi a Montesecco)

ci fa scordar. ~ A caccia! Capitano,

buona fortuna.

MONTESECCO

A voi, signor, del paro.

 
(Lorenzo e Giuliano vanno verso il fondo a destra come per montare a cavallo e scompaiono. Poliziano li segue. Montesecco e gli altri si allontanano per vari sentieri. La scena rimane vuota un istante. Simonetta esce dalla sinistra scendendo un piccolo sentiero, cantando un rispetto. Fioretta la segue raccogliendo qua e là dei fiori.)

Lorenzo, Giuliano, cavalieri, Poliziano, Montesecco, due palafrenieri ->

<- Simonetta, Fioretta

 

SIMONETTA

(cantando)  

Come amava il suo damo! Ell'attendea

sul prato a sera e allor che lo scorgea

movendo incontro aprivagli le braccia,

e, stretto al core, lo baciava in faccia.

Ell'era bionda, in viso pallidetta,

e al suo passare, languida e soletta,

mormoravano i gigli alla campagna:

«Oh, come è bianca! È la nostra compagna.»

 

FIORETTA

Oggi se' pensierosa. Eppur vermiglia  

hai la guancia ed il tuo malor disparve. (7)

Sei debil forse?

(7) Simonetta Cattanei morì tisica la notte del 26 aprile 1476. Prefazione di Carducci alle poesia del Poliziano. - Roscoe, Vita di Lorenzo de' Medici

SIMONETTA

No, buona Fioretta.

Canto... non soffro più.

FIORETTA

(dandole un fiore)

Ciò mi conforta.

Di', non è bello questo fior del prato?

 

SIMONETTA

(mette il fiore sul seno e prosegue il canto)

Come amava il suo damo! Ed egli un giorno

al verde prato più non fe' ritorno.

Non pianse né parlò la poveretta,

ma, la sua mano contro 'l core stretta,

ricadde là come persona stanca.

Ed in vederla inanimata e bianca

mormoravano i gigli alla campagna:

«Oh, come è bianca! È la nostra compagna.»

 

FIORETTA
(vivacemente)

È triste il tuo rispetto, Simonetta.  

Sai, v'è caccia nel bosco; e noi montando

in sul vicino colle, i cavalieri

e le lor gesta osserverem.

SIMONETTA

Che vuoi!

Mi fanno pena quelle miti bestie

per gioco uccise. Ma, se vuoi, va' pure

la caccia ad osservar che qui t'attendo.

FIORETTA

E tu di me d'uopo non hai?

SIMONETTA

No... vanne.

Forte son io. ~

FIORETTA

(ridendo e abbracciandola)

Son curiosa... il sai!

(corre verso il fondo e si rivolge per dire)

In breve a te ritorno.

(scompare dalla destra)

Fioretta ->

 

SIMONETTA
(pensierosa)

Oh! Te felice!

(mentre Simonetta canta il malinconico ritornello che segue, Montesecco ricompare fra gli alberi, e scortala, trovandola graziosa, si avanza con precauzione verso di lei)

<- Montesecco

SIMONETTA

Fiorin di prato!  

Sento fuggir dal cor lenta la vita,

eppur non ho vissuto e non ho amato.

Fior d'erba amara!

Forse le rose della primavera

son destinate a ricovrir mia bara!

MONTESECCO

(afferrandola di dietro)

Vaga la montanina!

SIMONETTA

(spaventata si svincola)

Indietro!... Aita!...

MONTESECCO

(ridendo)

La selvaggia virtù!... Suvvia, bel bello!

Non strillare così. Vieni, t'adoro.

SIMONETTA

(retrocedendo e chiamando)

Fioretta!... Aita... mio signore, v'imploro.

 

MONTESECCO

(riafferrandola)  

Ti va ben l'attitudine

di gazzella impaurita.

Ma non temer...

SIMONETTA

Chi salvami!...

E Fioretta è partita!...

MONTESECCO

Un bacio, su!...

SIMONETTA

Lasciatemi

vigliacco!

MONTESECCO

Tu mi piaci!

Allor che a' strilli mesconsi

son più cocenti i baci!

SIMONETTA

(svincolandosi)

Odo rumor! Salvatemi,

(verso il fondo gridando)

aita! A me!...

MONTESECCO
(contrariato)

La stolta

pudica! Alcun del seguito

or muove a questa volta...

(allontanandosi)

SIMONETTA

(al fondo a destra)

Son salva... s'avvicinano...

MONTESECCO

(ironicamente, prima d'uscire dalla sinistra)

A rivederci ancor!

 

Montesecco ->

SIMONETTA

(immobile)

Partì. Ma niuno scorgesi...

e donde un tal rumor?...

 

 

(guarda tra gli alberi a destra e segue ansiosamente la scena)  

Ratta fugge una cervia (8); un cavaliero

la insegue. ~ Ed è per essa ch'io son salva!

Essa attirava il cacciator! ~ Oh dio!...

Ei quasi la raggiunse, e già la spada...

(gridando)

No, cavalier, non trarre il colpo!...

(si copre il volto paurosamente, e poi guarda ed esclama:)

È salva!

(8) "E con sue man di leve aer compose / la imagin d'una cervia altera e bella" ecc. Poliziano, Giostra di Giuliano, Libro I, XXXIV

GIULIANO
(di dentro)

Chi è là?

SIMONETTA

(appoggiandosi spossata all'albero nel centro della scena)

Io vengo meno!...

 

<- Giuliano

GIULIANO

(attaccate le briglie del cavallo ad un albero in fondo, si avanza)  

È strano. Al certo

qualcun parlò. Che veggio, una fanciulla!

Se' tu che mi parlasti?

SIMONETTA
(confusa)

Io, sì...

GIULIANO

Tu soffri?

SIMONETTA

È nulla... debil sono... ed il periglio

della povera cervia mi commosse.

GIULIANO

(contemplandola)

Bella e buona!

SIMONETTA

(facendosi forza per partire)

Signor!...

GIULIANO
(con dolcezza)

Resta... Non puoi

così sola partir.

SIMONETTA

(salutando seria)

Sola non sono!

Addio, signor.

GIULIANO

(arrestandola timidamente)

Rimani ancor... te n' priego!

(Simonetta si arresta confusa. - Breve pausa)
 

(9) Bionda beltà che t'offri al guardo mio  

di questa selva nella pace arcana,

una ninfa non sei nata dal rio?

O non se' forse tu la mia Diana?...

Forma gentile al par giammai vid'io

e per certo non so se' tu cosa umana;

la parola mi volgi anco una volta

io ti scongiuro, parla ~ il cor t'ascolta.

(9) "O qual che tu ti sia, vergin sovrana / o ninfa, o dèa (ma dèa m'assembri certo)" Poliziano, Giostra di Giuliano, Libro I, XLIX

SIMONETTA
(semplicemente)

Ninfa non sono. Fra 'l Ticino e 'l mare  

siede la terra ov'ebbi patria e culla.

Ma con la madre un dì lasciai le care

colline mie quand'ero ancor fanciulla.

A Fiorenza dimoro u' l'onde chiare

l'Arno più ingrossa e placido si culla,

quinci spesso ne vengo al dì soletta,

(10) «Qui lieta mi dimoro Simonetta.»

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(10) "Qui lieta mi dimoro Simonetta" Poliziano, Giostra di Giuliano, Libro I, LII
 

GIULIANO
(con ardore)

Nome gentil che gentil forma adorni,  

scolpisciti nel cor.

SIMONETTA

(turbata, cercando allontanarsi)

Signor, m'attende

un'amica sul colle; che a lei torni

concedi.

GIULIANO
(tristemente)

Il mio parlar forse t'offende

che sì tosto da me partirti vuoi?

Rimani ancor. ~ Comprendere non puoi

quale strana dolcezza il cor mi culla!

Tu non lo sai

come corre il pensier!... Dimmi, fanciulla,

amasti mai?

SIMONETTA

(evitando di rispondere)

Odi, un rumor nel bosco...

GIULIANO

Ah no, t'inganni.

Egli è il fruscio

del zeffiretto!

SIMONETTA

(evitando di rispondere)

Ascolta!...

GIULIANO

A che t'affanni!

Egli è del rio

il murmure soave, o Simonetta.

SIMONETTA

(fissandolo)

Tu... come hai nome?

GIULIANO

Giuliano ~

SIMONETTA

(dopo una pausa)

Vanne, la caccia t'aspetta!

GIULIANO

(contemplandola)

Che belle chiome!...

(animandosi)

Come poterti esprimere

sensi che a me sinor furono ignoti;

come poter descrivere

de 'l cor sorpreso i novi arcani moti,

se il labbro nel cercar l'immagin vera

una lingua ti parla a me straniera?

Sento fremer nell'animo

come un concerto di profumi e suoni:

parmi che il bosco s'animi

e nel sussurro suo di te ragioni;

e... tremo ed ardo e questo cor mio gramo

non sa trovar che una parola: t'amo!

SIMONETTA

(come in estasi)

Al suo parlar d'un'armonia diffusa

par che risuoni tutta la natura:

a nuovi sensi l'anima è dischiusa

e più mi sento che mortal creatura.

E da' prati che 'l sol schiara ed inonda

della carezza sua calda e feconda,

da 'l ciel, da 'l bosco, dalle siepi in fiore

surge un cantico solo: amore! Amore!

(Montesecco appare tra gli alberi e resta a guardare celandosi)

<- Montesecco

GIULIANO

(scuotendosi al calpestio)  

Taci ~ un rumor nel bosco ~

SIMONETTA

(sorridendo, estatica)

Ah no, t'inganni

egli è il fruscio

del zeffiretto.

GIULIANO

(appressandosi a lei)

Ascolta!...

SIMONETTA

(sorridendo, estatica)

A che t'affanni!

Egli è del rio

il murmure soave!...

GIULIANO

(cingendole la vita col braccio)

O Simonetta

dammi quel fiore.

SIMONETTA

Prendi ~ Domani a ritornar t'affretta.

SIMONETTA E GIULIANO

O amore! Amore!

MONTESECCO

(Oh il caro idillio! Amante di Giuliano

è la ritrosa. Inutile al mandato

non credo la scoperta.)

(scompare tra gli alberi)

Montesecco ->

 

FIORETTA
(di dentro)

Simonetta.  

SIMONETTA

(scostandosi vivamente da Giuliano)

La mia compagna!...

 

<- Fioretta

FIORETTA

Dove sei? ~ N'è d'uopo!...

(si arresta confusa)

Un cavalier!

SIMONETTA

(a Giuliano, presentandola)

Più che amica, sorella

m'è la buona Fioretta.

FIORETTA

(guardando Giuliano)

(Oh! Come è bello!)

GIULIANO
(a Fioretta)

Avanzate, o gentile, un vostro amico

esser desio.

SIMONETTA

Lo giorno volge al fine

è d'uopo rincasar. La mamma aspetta

inquieta di già!

FIORETTA

(guardandoli entrambi)

(Com'ei la guarda!)

SIMONETTA

(salutando Giuliano)

Addio, bel cavalier.

FIORETTA

(inchinandosi)

Signore!...

GIULIANO

(sorridendo ad entrambe)

Addio!...

(Simonetta prende il braccio di Fioretta per uscire dalla sinistra. Nel passare accanto a Giuliano questi prende la mano di Simonetta, la bacia, e le sussurra)

GIULIANO

A dimane!

FIORETTA

(che ha visto di sopra la spalla, tristamente)

(Diggià!)

(si allontanano lentamente. Giuliano le segue co' lo sguardo e quando sono scomparse esclama)

Fioretta, Simonetta ->

GIULIANO

Ed amo anch'io!

 

Fine (Atto primo)

Atto primo Atto secondo Atto terzo Atto quarto

Un colle presso Firenze; vaghissima boscaglia; un'alta quercia nel mezzo; alberi a destra ed a sinistra; un rivolo traversa il fondo della scena; tra gli alberi si vedrà il cielo purissimo; è pien meriggio.

(all'alzarsi della tela si sentono squilli di corno, a destra ed a sinistra)

<- cavalieri, Poliziano, Montesecco, due palafrenieri, Giuliano, Lorenzo

E nel Papa un nemico tu supponi?

Giuliano e Lorenzo
L'amore! Egli è la nuvola

Poeta! Ma il tuo nume gl'invitati

Lorenzo, Giuliano, cavalieri, Poliziano, Montesecco, due palafrenieri ->
<- Simonetta, Fioretta

Oggi se' pensierosa. Eppur vermiglia

 

È triste il tuo rispetto, Simonetta

Simonetta
Fioretta ->

Simonetta
<- Montesecco

Fiorin di prato!

Montesecco, Simonetta
Ti va ben l'attitudine
Simonetta
Montesecco ->
 

Ratta fugge una cervia; un cavaliero

Simonetta
<- Giuliano

È strano. Al certo

Nome gentil che gentil forma adorni

Simonetta, Giuliano
<- Montesecco

(Montesecco resta a guardare celandosi)

Taci, un rumor nel bosco

Simonetta, Giuliano
Montesecco ->

Simonetta / La mia compagna!

Simonetta, Giuliano
<- Fioretta

Giuliano
Fioretta, Simonetta ->

 
Scena unica
Un colle presso Firenze; vaghissima boscaglia; un'alta quercia nel mezzo; alberi a destra ed a sinistra;... La piazza Santa Trinita; la notte è appena discesa e rari passanti traversano il fondo della scena. Il ponte vecchio in prospettiva, praticabile con le sue case da ambo i lati; è notte; le case dall'altro... Interno della chiesa di Santa Reparata visto diagonalmente; gli archi dilungano partendo dalla...
Atto secondo Atto terzo Atto quarto

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