Atto primo

 

Scena prima

Sala nel castello di Rotherwood. Tavola nel mezzo in forma di T. Nell'alto di essa, due sedie distinte pe 'l Thane, e per la di lui figlia. Sedili ad ambe le parti della tavola, su quali Cavalieri sassoni. Un Maggiordomo, e due Coppieri all'alto. Paggi domestici in servizio. Due vaste finestre nel fondo. Due grandi porte laterali.
Il convito è al termine. Lampi si succedono. I Convitati cantano gaiamente in coro.

 Q 

cavalieri sassoni, maggiordomo, due coppieri, paggi

 

CORO

Alzate, o sassoni, lieti il bicchiere...  

A nuova gloria di nostre schiere ~

gioia e piacere c'inebri il cor.

(il tuono rumoreggia, la procella è violenta, scoppia qualche fulmine)

Allo sterminio de' fier Normanni,

di que' tiranni nostri oppressor ~

lasciam che infurino procelle e venti:

scoppiar di fulmini non ci spaventi,

né d'elementi tutto il furor.

Alzate o sassoni, lieti il bicchiere:

gioia e piacere c'inebri il cor. ~

Già di pugne il fier momento

(sotto la finestra a sinistra odesi preludio d'arpa)

forse è presso, e... qual concento!

Questo è suon di Menestrello...

ora il canto se n'udrà.

(s'uniscono verso la porta e la finestra)

 

IVANHOE
voce di menestrello

Pellegrin da Palestina,

triste avanzo d'aspra guerra,

alla patria amata terra

anelante muove il piè.

Nobil sire del castello,

pe' tuoi figli... per la fé!...

da' ricetto al Menestrello,

d'atro nembo nel furore,

e n'avrai dal ciel mercé.

 

CORO
(sulla porta)

Vieni, avanza, o Menestrello,

qui v'è asilo, e amor per te.

 

Scena seconda

Il Menestrello comparisce.

<- Ivanhoe

 

IVANHOE
il menestrello

(la di lui emozione è visibile, si ferma: osserva d'intorno)  

(Vi rivedo, o care mura,

aure patrie, vi respiro ~

pago intorno il guardo io giro,

lieto in sen mi balza il cor.)

(al Coro)

Forse il ciel di mia sciagura

segnò il fine in questo giorno ~

(marcato)

ei mi guida nel soggiorno

della pace e dell'onor.

 

CORO

(Quell'accento ~ quell'aspetto

già mi parla a suo favor.)

Sì, respira nel soggiorno

della pace, e dell'amor.

 
(osservando alla porta, da cui escono due paggi)
 

 

Ma l'amabile Editta,  

la vergin del castello,

ecco, avanza ver noi.

 

<- due paggi

IVANHOE
il menestrello

(scosso, e in ansia vivissima osservando)

Dio!...

 

Scena terza

Due Damigelle precedono Editta, che avanza fissando con interesse il Menestrello.

<- due damigelle, Editta

 

EDITTA

Menestrello!...  

IVANHOE
il menestrello

(Ah! Tutte della madre le sembianze!)

EDITTA

(E quali mai lontane rimembranze

in me risveglia quell'aspetto!) Intesi

i canti tuoi dalla solinga stanza,

ov'io tentava porgere conforto

al lungo, mal celato, atro dolore

che strazia il cor d'amato genitore.

IVANHOE
il menestrello

Cielo! ~ Il padre!... Cedrico!... ~ I giorni suoi

corron forse periglio?

EDITTA

No, li rese infelici il di lui figlio

Ivanhoe.

IVANHOE
il menestrello

(con sospiro represso)

Iv...

EDITTA

Tu, che vieni

da Palestina, s'hai di lui novelle

porgile a me ~ te n' prego:

da tanto ch'io le bramo!

IVANHOE
il menestrello

Ami tu dunque il tuo german?

EDITTA

S'io l'amo!

 

Giovinetta, al chiostro ancora,  

era allora ch'ei partì ~

ma per lui rammento ognora

quanto piansi... e quanti dì!

Ed al cielo da quel giorno,

di mie preci nel fervor,

chiesi ognora il suo ritorno,

e la pace al genitor.

 

IVANHOE
il menestrello

(con trasporto)

Dolce suora!...  

EDITTA
(colpita)

E che?... Tu!...

IVANHOE
il menestrello

(frenandosi)

Ivanhoe...

 

 

lieto almen di tanto amore,

nel trasporto del suo cuore...

or direbbe a te così.

 

EDITTA

Tu il conosci? Ei vive?...  

IVANHOE
il menestrello

Oh!... sì.

CORO

Vive Ivanhoe!

IVANHOE
il menestrello

Ei riede...

CORO
(con gioia)

Ivanhoe!...

 

Scena quarta

Cedrico, dalla porta a destra. Due Paggi lo seguono: e i precedenti.

<- Cedrico, altri due paggi

 

CEDRICO
(severo)

E qual nome... già proscritto,  

si pronunzia in queste mura!

CORO

A te sacro per natura...

EDITTA

Del germano...

IVANHOE
il menestrello

(timido, occhi bassi, e con passione)

Di tuo figlio.

 

CEDRICO

Figlio! ~ Io figlio più non ho. ~  

Ebbi un figlio... a me più caro

della luce del mio ciglio...

ei d'un sassone era figlio...

ei de' sassoni la speme!...

Si fe' schiavo al lor tiranno...

per Riccardo... re Normanno,

ei suo padre abbandonò. ~

Ed io figlio più non ho.

 

EDITTA, IVANHOE E CORO

Ma pentito se a te riede?...

CEDRICO
(severo)

Qui portar non osi il piede.

CORO

Deh! Ti placa.

EDITTA

Padre mio!

IVANHOE
il menestrello

Gli perdona.

CEDRICO

Ei tremi.

IVANHOE
il menestrello

Oh dio!

EDITTA E CORO

Deh! Perdon... Pietà.

CEDRICO

No... No...

CEDRICO

Per l'ingrato non pregate:

di placarmi invan tentate.

Io la voce più non sento

che del giusto mio furor.

Or non resti che tu sola

al dolente genitor.

Insieme

EDITTA, IVANHOE E CORO

Di natura il dolce affetto

mai si spegne al padre in petto.

Deh! n'ascolta il vivo accento;

e disarmi il tuo furor.

IVANHOE E CORO

Pe 'l german tu resti sola

a placare il genitor.

Insieme

EDITTA

Giusto cielo, tu consola,

tu seconda questo cor.

 
Cedrico si ritira appoggiato ad Editta, il Coro si disperde.

Cedrico, Editta, due damigelle, paggi, due paggi, altri due paggi, cavalieri sassoni, maggiordomo, due coppieri ->

 

Scena quinta

Il Menestrello.

 

IVANHOE
il menestrello

Dunque più padre! ~ più speme! ~ più amore! ~  

Oh, mio povero core,

e che ti resta omai!

Nato ad amar, non hai

un cor che al tuo risponda!

Ah! V'era ~ unito i cori amor ci avea...

e il ciel ne dividea ~ miseri! ~ Adesso...

E ti debbo lasciar ~ tu sola, o suora,

ami il german, che non conosci ancora!

(parte)

Ivanhoe ->

 
 

Scena sesta

Parte remota nel castello. A sinistra un porticato, con varie porte, ch'è l'ospizio del castello. A destra un ricinto, attiguo a rovinoso tempietto, chiuso da cancello, ombreggiato da salici e cipressi, ove stanno i sepolcri della famiglia di Rotherwood. Panche di pietra all'intorno.
Rebecca dal porticato.

 Q 

(nessuno)

<- Rebecca

 

REBECCA

Oh suol d'Europa, cui  

già tanto sospirai,

io ti percorro da due lune omai...

E lui che cerco, lui che bramo, ancora

non ritrovo, non vedo. Ove fia mai

quel prode... Ahi troppo amabil cavaliere,

che sott'Acri espugnata, in quell'orrore,

me dal brutal furore

di Briano difese...

E il genitore a me libero rese?

Ampia mortal ferita

gli si riaperse ~ Lo serbaro in vita

le mie cure, un mio farmaco ~ Ma poi

dové partir ~ che istante, oh ciel, per noi!

 

Del Giordano sulla sponda  

ei mi dié l'estremo addio

ei gemea, gemeva anch'io ~

rispondeansi i nostri cor.

Lo seguian lontan sull'onda

i sospir, gli sguardi miei;

ma fra l'ombre lo perdei:

restai sola coll'amor ~

un amor, che senza speme,

langue... geme ~ e m'arde ognor. ~

Ed or ov'è? ~ che fa?

Chi sa se pensa a me! ~

Oh, sì ~ fedel sarà.

 

 

Mio solo conforto, tra pene sì fiere,  

è il dolce pensiero ~ che m'ami in suo cor. ~

Ah! pria di morire, vederlo un momento!...

udirne l'accento ~ di tenero amor!

Allor di mia sorte si compia il rigore:

soave è la morte ~ in braccio all'amor.

 

Scena settima

Editta e Rebecca.

<- Editta

 

EDITTA

Amabile straniera!  

REBECCA

Oh generosa mia liberatrice,

al tuo piè...

EDITTA

No.

REBECCA

Tu ieri

da iniqui masnadieri,

a me col genitore

là nel bosco inseguita,

coi cacciatori tuoi porgesti aita:

e dal nobil tuo padre m'ottenesti

qui l'ospitalità.

EDITTA

Lieta ne sono.

REBECCA

Eterna a te riconoscenza, omaggio

al sire illustre del castello...

EDITTA

Oltraggio

non crederlo ~ Ma troppo a lui funeste

rimembranze ridestano le vesti

delle regioni tue. ~ Fu già crociato:

e sono ormai tre lustri, in Palestina

perdé, ferito a morte, una bambina...

REBECCA

Tua suora!

EDITTA

No. Era prole a lui fidata

dal suo compagno d'armi, e dolce amico,

ucciso, giorni avanti, d'Olderico,

del grand'Alfredo l'ultimo rampollo.

REBECCA

E dunque io?...

EDITTA

Non temer ~ vivi sicura ~

accordata, a qual sia, tra queste mura

sacra è l'ospitalità ~ Calmati ~ io torno

presso al mio genitor, triste in tal giorno,

oltre l'usato.

REBECCA

E partirò?...

EDITTA

Starai

con Editta... se appaghi la sua brama,

e che... soave simpatia! già t'ama.

(parte)

Editta ->

 

Scena ottava

Rebecca, indi il Menestrello.

 

REBECCA

Tenero cor! ~ e in quelle  

sembianze ei... m'illudea.

 
(siede su d'una panca e si concentra)
 

IVANHOE
il menestrello

(dal recinto de' sepolcri)

O tomba della madre io ti lasciai ~

dolce su te versai pianto di figlio...

Forse l'ultimo. ~ Oh, tu vivessi! ~ Il core

tu sapresti placar del genitore.

Alla tenera suora

scopriamoci ~ e un addio...

 
(s'avanza verso il porticato)

<- Ivanhoe

 

REBECCA

(scuotendosi)  

Chi vien?

IVANHOE
il menestrello

(colpito dal vestimento di Rebecca)

Che miro?

Quale oggetto!...

REBECCA

(si volge)

E chi mai?

IVANHOE
il menestrello

Cielo! Deliro!

Oh Rebecca!

REBECCA

Il nome mio!

IVANHOE
il menestrello

La sua voce!...

REBECCA E IVANHOE

(ravvisandosi)

Sì, son io... ~

 

IVANHOE
il menestrello

(con gioia)  

Ti ritrovo... ti rivedo ~

a me stesso appena il credo. ~

I trasporti del mio core

come, oh dio! frenar non so.

Insieme

REBECCA

Ti ritrovo... ti rivedo ~

a me stessa appena il credo. ~

I trasporti del mio core

come, oh dio! frenar non so.

 

REBECCA

Tu, cui deggio e vita e onore!...

IVANHOE
il menestrello

Tu serbasti i giorni miei...

REBECCA E IVANHOE

(Ah scordarti mai potei,

e scordarti mai portò.)

REBECCA

Ma in tai spoglie, o mio... guerriero!...

IVANHOE
il menestrello

Fia per poco ancor mistero.

E d'Oriente qual ventura

te poi trasse a questi lidi?

REBECCA

D'allor ch'io te più non vidi

un sol voto m'ebbi in cor. ~

Te vedere... ancor... felice ~

poi morir nel mio dolor.

IVANHOE
il menestrello

Taci. Vivi: e piaccia al cielo

render te felice almeno.

 

REBECCA

(passionatissima)

Senza te! - senza il tuo cuore!

IVANHOE
il menestrello

(con trasporto)

Ah! ~ il mio cuore... in questo seno...

REBECCA

(vivamente)

Segui... di' ch'eguale ardore...

 

IVANHOE
il menestrello

E allor quando tu saprai

con passione e fremito crescente

ch'ardo... sì... per te d'amore!...

Sventurata! ~ Che farai?...

Il tuo culto! ~ La mia fé!

Che sarà di te... di me?

 
(restano nell'oppressione: poi con tutta tenerezza)

IVANHOE
il menestrello

Da sì lontane arene

due volte amor ci unì ~

e poi dover, mio bene,

dividerci così!

Ogni mia bella speme...

tutto per me finì.

Insieme

REBECCA

Da sì lontane arene

due volte amor ci unì ~

e poi dover, mio bene,

dividerci così!

Ogni mia bella speme...

tutto per noi finì.

 

IVANHOE
il menestrello

Or dunque!

REBECCA

(superandosi)

Intesi ~ barbaro...

Ma dover sacro! ~ Addio.

IVANHOE
il menestrello

Sforzo crudel! ~ sì... l'ultimo

addio... di morte.

REBECCA E IVANHOE

Oh dio!

Mai più ci rivedremo!...

Mai più!... nemmeno in ciel.

Oh quanto è mai terribile,

mio ben, la nostra sorte!

Non s'uniran nostr'anime,

nemmen dopo la morte!

Questo dei cor più miseri

dolce conforto estremo

c'invola inesorabile

legge per noi crudel. ~

Mai più ci rivedremo!...

Mai più!... nemmeno in ciel!

 
(si dividono)

Rebecca, Ivanhoe ->

 
 

Scena nona

Piazzale del castello. In prospetto le mura. Porta nel mezzo: due torri laterali. Quella a destra è diroccata recentemente da un fulmine, e dalle cui rovine si scorge la campagna. Il palazzo di Cedrico a sinistra. A destra fabbricati. Al di là delle mura colline, montagne: castelli su d'esse, villaggi.
Odesi un suono di corno di là delle mura. Accorrono Cavalieri da vari lati. Alcuni salgono sui parapetti. Altri s'affacciano alle feritoie. Uno monta sulla torre della porta: si parlano vicendevolmente, e si rispondono in

 Q 

<- cavalieri

 
Coro (a parti).
 

VARI

Ah! ~ l'udiste?  

(ripete il suono)

Segnale normanno! ~

Là sul ponte un araldo discende ~

un araldo! che vuol? ~ che pretende?

ALTRI

Quell'araldo... stupite, fremete...

di Brian messagger s'annunziò.

(due scudieri entrano nel palazzo)

<- due scudieri

 

TUTTI

Quel Briano il cui barbaro core

tutto ognora a vendetta immolò! ~

Quel perverso al cui nome d'orrore

la beltà, l'innocenza tremò! ~

Da Soria, qui, a noi tutti straniero,

a che vien? ~ e da noi che vorrà?

Ansio il core nel seno mi sta.

Se il normanno insultarci osa altero

alme sassoni qui troverà.

 

<- Cedrico, scudieri, paggi, guardie, domestici

CEDRICO

(seguito da scudieri, paggi, alcune guardie e domestici)

Quella porta all'araldo schiudete. ~

 
(due scudieri apriranno, seguiti da due guardie, la porta che comunica al ponte levatoio)
 

CEDRICO

Udiremo quai sensi esporrà.

TUTTI

(osservando)

Ecco, in armi l'araldo s'avanza:

qual baldanza! ~ già fremer mi fa.

 
(i cavalieri circondano Cedrico, gli scudieri e paggi dietro)
 

Scena decima

Sul ponte si presenta Briano in semplice vestito d'araldo armato. Gli Scudieri lo introducono: egli avanza alteramente, osserva con marcata attenzione all'intorno: indi si volge a Cedrico.

<- Briano, scudieri di Briano

 

BRIANO

Una schiava, fuggita alle ritorte  

del cavalier Briano, in queste mura

un asilo trovò col genitore:

questi schiavi domanda il lor signore.

 

Renda il sassone Cedrico  

a Brian gli schiavi suoi ~

se li nega d'un nemico

ei paventi del furor.

Piomberà su tutti voi

de' suoi fulmini l'orror.

 

CEDRICO

Quegli arditi accenti tuoi  

frena omai.

BRIANO

Gli schiavi io voglio.

CEDRICO

Le minacce, un folle orgoglio

mai sofferse questo cor.

BRIANO

Oserai?...

CEDRICO

Tutto oserò.

BRIANO

Ebben ~ su voi la folgore

dell'ire sue già pende.

Che oppor saprete, o sassoni,

all'armi sue tremende?

Difesa mal sicura

sperate in quelle mura;

che d'Acri il vincitore

le vostre espugnerà.

Cedete omai, cedete ~

gli schiavi a lui rendete ~

e pace ed amistade

Brian vi serberà...

O strage, morte, orrore

qui tutto avvolgerà.

CEDRICO

Superbo! ~ Io so difendere

e mura, e vita, e onore.

CEDRICO E CORO

L'alto valor de' sassoni

di voi temer non sa.

BRIANO

Quella schiava?...

CEDRICO
(dignitoso)

Una straniera.

Da mia figlia fu salvata

col suo padre qui guidata...

sacra è qui ospitalità.

 

BRIANO
(fremente)

Ma i miei diritti?...

CEDRICO
(a' scudieri)

Olà: s'adduca

gli scudieri entrano nel palazzo

la straniera ~ s'oda: e poi...

 

Scena undicesima

Rebecca ansia si prostra avanti Cedrico. Editta e Dame seco. Ismaele.

<- Rebecca, Editta, dame, Ismaele

 

REBECCA

Ah! ~ Signore; a' piedi tuoi...  

EDITTA

Se t'è cara la tua figlia...

REBECCA

...cedi al pianto di mie ciglia...

e difendi a me l'onor.

Insieme

EDITTA

...vedi il pianto di mie ciglia...

e difendi a lei l'onor.

 

CEDRICO

Di Brian sei tu la schiava?...

REBECCA

No ~ Ma l'empio!... ov'è l'eroe

che da lui già me difese,

che me libera un dì rese

coll'amato genitor?

 

ISMAELE

(a' piè di Cedrico)

Nobil sire, il giuro.

CEDRICO
(a Briano)

Udisti?

Esci omai da queste mura.

BRIANO

(afferrando Rebecca)

Ma con lei. ~ Mia schiava è questa.

REBECCA

(fissandolo)

Dio! ~ Tu!...

(con fremito riconoscendolo)

CEDRICO

Ardisci?...

REBECCA

Aita!...

 
(i cavalieri stanno per opporsi)
 

Scena dodicesima

Ivanhoe dal palazzo si slancia su Briano, ritirandone Rebecca con forza.

<- Ivanhoe

 

IVANHOE

Arresta.  

Trema.

BRIANO

(si volge fremente)

E chi?...

IVANHOE

(ravvisandosi)

Briano!

BRIANO

(ravvisandosi)

Ivanhoe!

TUTTI

(con sorpresa e gioia)

Ivanhoe!

 

CEDRICO

Il mio figlio! ~ A me dinante!  

Quei Briano! ~ Quale istante!

Ah da quanti affetti in petto

agitato or sento il core!

Il furore a quell'aspetto...

per lei tenera pietà...

E di padre il dolce amore

trionfando in sen mi va.

REBECCA

Egli stesso! ~ Il caro amante!

Qual soccorso! ~ Dolce istante!

Ah da quanti affetti in petto

agitato or sento il core!

D'orror fremo a quell'aspetto...

ei d'amor languir mi fa. ~

Ah! perdona al nostro amore:

abbi, o ciel, di noi pietà!

EDITTA

Il germano! ~ Al padre innante!

Qual soccorso! ~ Dolce istante!

Ah da quanti affetti in petto

agitato io sento il core!

Pura gioia a quell'aspetto...

per lei tenera pietà.

A mie preci il genitore

col german si placherà.

Insieme

IVANHOE

Il rivale! ~ A me dinante!

Ed il padre! ~ quale istante!

Ah da quanti affetti in petto

agitato or sento il core!

Il furore a quell'aspetto...

ella gemere mi fa.

Ah! si plachi il genitore:

abbi, o ciel, di me pietà.

BRIANO

Il rivale! ~ A me dinante!

Oh destino! ~ e in quale istante!

E da quante smanie in petto

lacerato io sento il core!

Di furor, d'orrore oggetto

ogni aspetto a me si fa.

Ma colpire il mio furore

le sue vittime saprà.

 

IVANHOE
(a Briano)

Sleale cavaliere,

la fé così serbasti?

Lei col suo padre liberi

sul campo a me giurasti...

A me... tuo vincitor.

 

CEDRICO
(con gioia)

Suo vincitor! ~ Tu!  

IVANHOE

Indegno,

padre, di te non sono.

TUTTI

A Ivanhoe gloria!

BRIANO

Oh fremito!

IVANHOE
(a Briano)

E tu paventa. ~ Salvati.

BRIANO

Io paventar? Io!... Ah il suono!

 
(suoni di là dalle mura)
 

TUTTI
(colpiti)

Qual suono!

BRIANO

(osservando dalla porta del castello)

Ecco i miei prodi.

IVANHOE

Perfido!

Tu ci tradisci! ~ Sassoni,

all'armi.

BRIANO

(con feroce gioia)

È tardi ~ è vano. ~

Cedi ora tu a Briano:

i miei doveano irrompere

trascorsa un'ora... ed eccoli.

 
Dalla porta del castello, dalle rovine della torre si slanciano Guerrieri normanni che s'uniscono attorno Briano: altri scorrono pe 'l castello con faci: Cedrico è sull'avanti coi Sassoni.

<- guerrieri normanni

 

IVANHOE, CEDRICO E CORO

Vil traditor! ~ Ci restano

e brandi, e forza ancor.

All'armi!

 
(Ivanhoe si fa scudo a Rebecca)
 

BRIANO

(repente si slancia su Cedrico lo disarma e alzando sul di lui petto la spada)

E prima vittima

fia questa.

 
(terrore di tutti)
 

IVANHOE

Ah! Il padre mio!

CEDRICO

Fellon!

IVANHOE

(fiero avanzandosi)

Trema...

BRIANO

(minacciando su Cedrico)

T'arresta. ~

Se avanzi... Ei muore...

IVANHOE

Oh dio!

EDITTA

(correndo fra il padre e Briano)

Me con lui svena, o barbaro.

REBECCA E IVANHOE

Orribile cimento!

BRIANO

Scegli: ~ Rebecca cedimi.

IVANHOE

Cederla!

REBECCA

Oh sorte!

BRIANO

E liberi

uscir ne lascia ~ e giuralo

del padre tuo sui dì.

REBECCA

Ivanhoe!...

CEDRICO

Figlio!

IVANHOE

Oh angoscia!

BRIANO

(alza la spada)

Ed esiti.

IVANHOE

(con grido soffocato)

Abbila...

REBECCA

(mancando in braccio d'Ismaele)

Io muoio.

IVANHOE

(cupamente, e a stento)

E lasciami

il padre...

BRIANO

Giura.

IVANHOE

Giuro... Sì.

 
(gruppi analoghi)
 

IVANHOE

Vincesti alfine, o perfido,  

ma vivo a tuo periglio.

Oh padre mio, perdonami:

abbraccia ed ama il figlio. ~

E tu... mio ben ~ Gran dio!...

dell'empio in sen!... che orror!

Dov'è un amor più misero,

più disperato un cor?

EDITTA

(a Briano)

Vincesti alfine, o barbaro:

ma pur tremar dovrai.

(a Rebecca)

E tu nel ciel confidati:

compagna a te m'avrai.

(ad Ivanhoe)

A sterminar que' perfidi

t'unisci al genitor.

Alla vendetta, o sassoni:

punite il traditor.

CEDRICO

Vincesti alfine, o perfido;

ma pur tremar dovrai.

Vieni al mio sen: confortati,

mia sola speme omai.

Voi paventate, o barbari:

v'è un dio vendicator.

Alla vendetta, o sassoni:

struggiamo i traditor.

CORO

Ah già trionfa il perfido!

Terribile sciagura!

I nostri tetti avvampano:

cadon le nostre mura.

Ma paventate, o barbari:

ci restan brandi e cuor.

Alla vendetta, o sassoni:

puniamo i traditor.

Insieme

REBECCA

Vincesti alfine, o perfido:

ma l'odio mio sarai ~

misero padre, abbracciami:

più figlia non avrai.

Tu, caro... ed io!... Gran dio!

Dell'empio in sen! ~ che orror!

Dov'è un amor più misero,

più desolato un cor?

BRIANO

Alfin trionfo: io giubilo:

superba! mia sarai.

Struggete, dispariscano

gli alteri tetti omai.

L'orribil scempio a' posteri

ricordi il mio furor.

Son vendicato, o sassoni,

vi lascio nell'orror.

ISMAELE

Ah già trionfa il perfido!

Terribile sciagura!

Ti perdo, o figlia misera!

Freme nel sen natura.

Ma paventate, o barbari:

v'è un dio vendicator.

Alla vendetta, o sassoni:

punite i traditor.

Sfondo schermo () ()

 
I Normanni, che s'erano sparsi nel castello a incendiare e saccheggiare, ritornano, e s'uniscono agli altri d'intorno a Briano. Intanto si vedono nell'interno ardere qualche fabbricato, e parte del palazzo. Briano sul fine prende la mano di Rebecca, e con feroce gioia la strascina fuori del castello. Ella si rivolge ad Ivanhoe, che fremente si stringe a Cedrico. Editta li abbraccia. Ismaele segue da lunge Rebecca. I Normanni escono trionfanti. I Sassoni giurano vendetta e in analoghi gruppi termina l'azione del primo atto.

Briano, Rebecca, guerrieri normanni ->

 

Fine (Atto primo)

Atto primo Atto secondo

Sala nel castello di Rotherwood; tavola nel mezzo in forma di T; due vaste finestre nel fondo; due grandi porte laterali.

cavalieri sassoni, maggiordomo, due coppieri, paggi
 
cavalieri sassoni, maggiordomo, due coppieri, paggi
<- Ivanhoe

(Ivanhoe in veste di menestrello)

Ma l'amabile Editta

cavalieri sassoni, maggiordomo, due coppieri, paggi, Ivanhoe
<- due paggi

cavalieri sassoni, maggiordomo, due coppieri, paggi, Ivanhoe, due paggi
<- due damigelle, Editta

Menestrello!

Editta, Il menestrello
Giovinetta, al chiostro ancora

Dolce suora! / E che? Tu! / Ivanhoe

 

Tu il conosci? Ei vive? / Oh! sì

cavalieri sassoni, maggiordomo, due coppieri, paggi, Ivanhoe, due paggi, due damigelle, Editta
<- Cedrico, altri due paggi

E qual nome... già proscritto

Cedrico, Editta, Il menestrello, Coro
Figlio! ~ Io figlio più non ho ~
Ivanhoe
Cedrico, Editta, due damigelle, paggi, due paggi, altri due paggi, cavalieri sassoni, maggiordomo, due coppieri ->

Dunque più padre! più speme! più amore!

Ivanhoe ->

Parte remota nel castello. A sinistra un porticato, con varie porte, ch'è l'ospizio del castello. A destra un ricinto, attiguo a rovinoso tempietto, chiuso da cancello, ombreggiato da salici e cipressi, ove stanno i sepolcri della famiglia di Rotherwood. Panche di pietra all'intorno.

 
<- Rebecca

Oh suol d'Europa, cui

Mio solo conforto, tra pene sì fiere

Rebecca
<- Editta

Amabile straniera!

Rebecca
Editta ->

Tenero cor! ~ e in quelle

Rebecca
<- Ivanhoe

Chi vien? / Che miro?

Ivanhoe e Rebecca
Ti ritrovo, ti rivedo

 
Rebecca, Ivanhoe ->

Piazzale del castello. In prospetto le mura. Porta nel mezzo: due torri laterali. Quella a destra è diroccata recentemente da un fulmine, e dalle cui rovine si scorge la campagna. Il palazzo di Cedrico a sinistra. A destra fabbricati. Al di là delle mura colline, montagne: castelli su d'esse, villaggi.

(odesi un suono di corno di là delle mura)

<- cavalieri
cavalieri
<- due scudieri
 
cavalieri, due scudieri
<- Cedrico, scudieri, paggi, guardie, domestici
 
cavalieri, due scudieri, Cedrico, scudieri, paggi, guardie, domestici
<- Briano, scudieri di Briano

Una schiava, fuggita alle ritorte

Briano, Cedrico, Coro, Rebecca, Editta
Renda il sassone Cedrico

Quegli arditi accenti tuoi

cavalieri, due scudieri, Cedrico, scudieri, paggi, guardie, domestici, Briano, scudieri di Briano
<- Rebecca, Editta, dame, Ismaele
Rebecca, Editta, Cedrico
Ah! Signore; a' piedi tuoi

cavalieri, due scudieri, Cedrico, scudieri, paggi, guardie, domestici, Briano, scudieri di Briano, Rebecca, Editta, dame, Ismaele
<- Ivanhoe

Arresta. Trema / E chi?

Cedrico, Ivanhoe, Rebecca, Briano, Editta
Il mio figlio! A me dinante!

Suo vincitor! Tu! / Indegno

(suoni di là dalle mura)

cavalieri, due scudieri, Cedrico, scudieri, paggi, guardie, domestici, Briano, scudieri di Briano, Rebecca, Editta, dame, Ismaele, Ivanhoe
<- guerrieri normanni
Ivanhoe, Rebecca, Editta, Briano, Cedrico, Ismaele
Vincesti alfine, o perfido
cavalieri, due scudieri, Cedrico, scudieri, paggi, guardie, domestici, scudieri di Briano, Editta, dame, Ismaele, Ivanhoe
Briano, Rebecca, guerrieri normanni ->
 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Scena ottava Scena nona Scena decima Scena undicesima Scena dodicesima
Sala nel castello di Rotherwood; tavola nel mezzo in forma di T; due vaste finestre nel fondo; due... Parte remota nel castello. A sinistra un porticato, con varie porte, ch'è l'ospizio del castello. A destra... Piazzale del castello. In prospetto le mura. Porta nel mezzo: due torri laterali. Quella a... Arcata gotica nel piano più elevato d'una torre nel castello di sir Edmondo. Ampia finestra che mette alla... Rocce alpestri selvose, che s'uniscono per vari ponti di legno. Il castello di Rotherwood incendiato a... Sala dei cavalieri, nel castello di s. Edemondo; sedia nel mezzo; sedili. Esterno del castello di s. Edemondo; l'abbazia è sull'alto, in forma di fortezza; tempio attiguo; si...
Atto secondo

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