IVANHOE
Melodramma in due atti.
Versione sintetica a cura di www.librettidopera.it.
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Libretto di Gaetano ROSSI.
Musica di Giovanni PACINI.
Prima esecuzione: 19 marzo 1832, Venezia.
Personaggi:
CEDRICO di Rotherwood, detto il sassone |
basso |
di lui figli: | |
Wilfredo, cavaliere d' IVANHOE |
contralto |
EDITTA |
soprano |
normanni: | |
ALBERTO di Malvoisin, commendatore |
tenore |
BRIANO di Boisguilbert, cavaliere |
tenore |
ISMAELE padre di |
basso |
REBECCA |
soprano |
Coro:
Cavalieri, Vassalli, Montanari sassoni;
Cavalieri normanni;
Cavalieri del tempio;
Dame sassoni e normanne.
Statisti:
Soldati, Scudieri, Guardie, Paggi, Araldi sassoni;
Guerrieri, Guardie, Scudieri, Araldi, Paggi normanni;
due Negri.
Banda.
L'azione.
Atto I. Nel castello di Rotherwood.
Atto II. Nel castello di ser Edmondo.
Introduzione
Forza di non prevedute circostanze consigliò repentinamente il cangiamento dell'ultimo melodrammatico spettacolo. Era già completamente composta la musica su apposita poesia. Un mese rimaneva all'epoca fissata. Si dovea scegliere nuovo argomento, tesserne il libretto, comporvi la musica: tempo mancava a meditazione nel lavoro. Ma gli autori della musica, e delle parole conoscevano la nobile indulgenza, il generoso incoraggiamento che alla buona volontà suole accordare il veneto pubblico, intelligente, colto e gentile del pari. S'abbandonarono essi a così lusinghiera fiducia, e all'opera s'accinsero. Ivanhoe uno de' più vaghi storici romanzi del celebrato sig. Walter Scott venne scelto a subbietto del libretto. Già bastantemente noto, d'uopo non ha di sunto preliminare. Qualche innovazione che si ritrovi, perdonata verrà alle circostanze, all'appresto di teatrali situazioni. Onde a lieto fine l' opera condurre, s'immaginò di formare un solo personaggio di ladi Rowena, e dell'interessante Rebecca.
L'azione comincia al ritorno d'Ivanhoe, sotto mentite vesti, da Palestina al castello di Rotherwood.
Sala nel castello di Rotherwood. Tavola nel mezzo in forma di T. Nell'alto di essa, due sedie distinte pe 'l Thane, e per la di lui figlia. Sedili ad ambe le parti della tavola, su quali Cavalieri sassoni. Un Maggiordomo, e due Coppieri all'alto. Paggi domestici in servizio. Due vaste finestre nel fondo. Due grandi porte laterali.
Il convito è al termine. Lampi si succedono. I Convitati cantano gaiamente in coro.
CORO
Alzate, o sassoni, lieti il bicchiere...
A nuova gloria di nostre schiere ~
gioia e piacere c'inebri il cor.
(il tuono rumoreggia, la procella è violenta, scoppia qualche fulmine)
Allo sterminio de' fier Normanni,
di que' tiranni nostri oppressor ~
lasciam che infurino procelle e venti:
scoppiar di fulmini non ci spaventi,
né d'elementi tutto il furor.
Alzate o sassoni, lieti il bicchiere:
gioia e piacere c'inebri il cor. ~
Già di pugne il fier momento
(sotto la finestra a sinistra odesi preludio d'arpa)
forse è presso, e... qual concento!
Questo è suon di Menestrello...
ora il canto se n'udrà.
(s'uniscono verso la porta e la finestra)
IVANHOE
voce di menestrello
Pellegrin da Palestina,
triste avanzo d'aspra guerra,
alla patria amata terra
anelante muove il piè.
Nobil sire del castello,
pe' tuoi figli... per la fé!...
da' ricetto al Menestrello,
d'atro nembo nel furore,
e n'avrai dal ciel mercé.
CORO
(sulla porta)
Vieni, avanza, o Menestrello,
qui v'è asilo, e amor per te.
Il Menestrello comparisce.
IVANHOE
il menestrello
(la di lui emozione è visibile, si ferma: osserva d'intorno)
(Vi rivedo, o care mura,
aure patrie, vi respiro ~
pago intorno il guardo io giro,
lieto in sen mi balza il cor.)
(al Coro)
Forse il ciel di mia sciagura
segnò il fine in questo giorno ~
(marcato)
ei mi guida nel soggiorno
della pace e dell'onor.
CORO
(Quell'accento ~ quell'aspetto
già mi parla a suo favor.)
Sì, respira nel soggiorno
della pace, e dell'amor.
(osservando alla porta, da cui escono due paggi)
Ma l'amabile Editta,
la vergin del castello,
ecco, avanza ver noi.
IVANHOE
il menestrello
(scosso, e in ansia vivissima osservando)
Dio!...
Due Damigelle precedono Editta, che avanza fissando con interesse il Menestrello.
EDITTA
Menestrello!...
IVANHOE
il menestrello
(Ah! Tutte della madre le sembianze!)
EDITTA
(E quali mai lontane rimembranze
in me risveglia quell'aspetto!) Intesi
i canti tuoi dalla solinga stanza,
ov'io tentava porgere conforto
al lungo, mal celato, atro dolore
che strazia il cor d'amato genitore.
IVANHOE
il menestrello
Cielo! ~ Il padre!... Cedrico!... ~ I giorni suoi
corron forse periglio?
EDITTA
No, li rese infelici il di lui figlio
Ivanhoe.
IVANHOE
il menestrello
(con sospiro represso)
Iv...
EDITTA
Tu, che vieni
da Palestina, s'hai di lui novelle
porgile a me ~ te n' prego:
da tanto ch'io le bramo!
IVANHOE
il menestrello
Ami tu dunque il tuo german?
EDITTA
S'io l'amo!
Giovinetta, al chiostro ancora,
era allora ch'ei partì ~
ma per lui rammento ognora
quanto piansi... e quanti dì!
Ed al cielo da quel giorno,
di mie preci nel fervor,
chiesi ognora il suo ritorno,
e la pace al genitor.
IVANHOE
il menestrello
(con trasporto)
Dolce suora!...
EDITTA
(colpita)
E che?... Tu!...
IVANHOE
il menestrello
(frenandosi)
Ivanhoe...
lieto almen di tanto amore,
nel trasporto del suo cuore...
or direbbe a te così.
EDITTA
Tu il conosci? Ei vive?...
IVANHOE
il menestrello
Oh!... sì.
CORO
Vive Ivanhoe!
IVANHOE
il menestrello
Ei riede...
CORO
(con gioia)
Ivanhoe!...
Cedrico, dalla porta a destra. Due Paggi lo seguono: e i precedenti.
CEDRICO
(severo)
E qual nome... già proscritto,
si pronunzia in queste mura!
CORO
A te sacro per natura...
EDITTA
Del germano...
IVANHOE
il menestrello
(timido, occhi bassi, e con passione)
Di tuo figlio.
CEDRICO
Figlio! ~ Io figlio più non ho. ~
Ebbi un figlio... a me più caro
della luce del mio ciglio...
ei d'un sassone era figlio...
ei de' sassoni la speme!...
Si fe' schiavo al lor tiranno...
per Riccardo... re Normanno,
ei suo padre abbandonò. ~
Ed io figlio più non ho.
EDITTA, IVANHOE E CORO
Ma pentito se a te riede?...
CEDRICO
(severo)
Qui portar non osi il piede.
CORO
Deh! Ti placa.
EDITTA
Padre mio!
IVANHOE
il menestrello
Gli perdona.
CEDRICO
Ei tremi.
IVANHOE
il menestrello
Oh dio!
EDITTA E CORO
Deh! Perdon... Pietà.
CEDRICO
No... No...
Insieme
CEDRICO
Per l'ingrato non pregate:
di placarmi invan tentate.
Io la voce più non sento
che del giusto mio furor.
Or non resti che tu sola
al dolente genitor.
EDITTA, IVANHOE E CORO
Di natura il dolce affetto
mai si spegne al padre in petto.
Deh! n'ascolta il vivo accento;
e disarmi il tuo furor.
Insieme
IVANHOE E CORO
Pe 'l german tu resti sola
a placare il genitor.
EDITTA
Giusto cielo, tu consola,
tu seconda questo cor.
Cedrico si ritira appoggiato ad Editta, il Coro si disperde.
Il Menestrello.
IVANHOE
il menestrello
Dunque più padre! ~ più speme! ~ più amore! ~
Oh, mio povero core,
e che ti resta omai!
Nato ad amar, non hai
un cor che al tuo risponda!
Ah! V'era ~ unito i cori amor ci avea...
e il ciel ne dividea ~ miseri! ~ Adesso...
E ti debbo lasciar ~ tu sola, o suora,
ami il german, che non conosci ancora!
(parte)
Parte remota nel castello. A sinistra un porticato, con varie porte, ch'è l'ospizio del castello. A destra un ricinto, attiguo a rovinoso tempietto, chiuso da cancello, ombreggiato da salici e cipressi, ove stanno i sepolcri della famiglia di Rotherwood. Panche di pietra all'intorno.
Rebecca dal porticato.
REBECCA
Oh suol d'Europa, cui
già tanto sospirai,
io ti percorro da due lune omai...
E lui che cerco, lui che bramo, ancora
non ritrovo, non vedo. Ove fia mai
quel prode... Ahi troppo amabil cavaliere,
che sott'Acri espugnata, in quell'orrore,
me dal brutal furore
di Briano difese...
E il genitore a me libero rese?
Ampia mortal ferita
gli si riaperse ~ Lo serbaro in vita
le mie cure, un mio farmaco ~ Ma poi
dové partir ~ che istante, oh ciel, per noi!
Del Giordano sulla sponda
ei mi dié l'estremo addio
ei gemea, gemeva anch'io ~
rispondeansi i nostri cor.
Lo seguian lontan sull'onda
i sospir, gli sguardi miei;
ma fra l'ombre lo perdei:
restai sola coll'amor ~
un amor, che senza speme,
langue... geme ~ e m'arde ognor. ~
Ed or ov'è? ~ che fa?
Chi sa se pensa a me! ~
Oh, sì ~ fedel sarà.
Mio solo conforto, tra pene sì fiere,
è il dolce pensiero ~ che m'ami in suo cor. ~
Ah! pria di morire, vederlo un momento!...
udirne l'accento ~ di tenero amor!
Allor di mia sorte si compia il rigore:
soave è la morte ~ in braccio all'amor.
Editta e Rebecca.
EDITTA
Amabile straniera!
REBECCA
Oh generosa mia liberatrice,
al tuo piè...
EDITTA
No.
REBECCA
Tu ieri
da iniqui masnadieri,
a me col genitore
là nel bosco inseguita,
coi cacciatori tuoi porgesti aita:
e dal nobil tuo padre m'ottenesti
qui l'ospitalità.
EDITTA
Lieta ne sono.
REBECCA
Eterna a te riconoscenza, omaggio
al sire illustre del castello...
EDITTA
Oltraggio
non crederlo ~ Ma troppo a lui funeste
rimembranze ridestano le vesti
delle regioni tue. ~ Fu già crociato:
e sono ormai tre lustri, in Palestina
perdé, ferito a morte, una bambina...
REBECCA
Tua suora!
EDITTA
No. Era prole a lui fidata
dal suo compagno d'armi, e dolce amico,
ucciso, giorni avanti, d'Olderico,
del grand'Alfredo l'ultimo rampollo.
REBECCA
E dunque io?...
EDITTA
Non temer ~ vivi sicura ~
accordata, a qual sia, tra queste mura
sacra è l'ospitalità ~ Calmati ~ io torno
presso al mio genitor, triste in tal giorno,
oltre l'usato.
REBECCA
E partirò?...
EDITTA
Starai
con Editta... se appaghi la sua brama,
e che... soave simpatia! già t'ama.
(parte)
Rebecca, indi il Menestrello.
REBECCA
Tenero cor! ~ e in quelle
sembianze ei... m'illudea.
(siede su d'una panca e si concentra)
IVANHOE
il menestrello
(dal recinto de' sepolcri)
O tomba della madre io ti lasciai ~
dolce su te versai pianto di figlio...
Forse l'ultimo. ~ Oh, tu vivessi! ~ Il core
tu sapresti placar del genitore.
Alla tenera suora
scopriamoci ~ e un addio...
(s'avanza verso il porticato)
REBECCA
(scuotendosi)
Chi vien?
IVANHOE
il menestrello
(colpito dal vestimento di Rebecca)
Che miro?
Quale oggetto!...
REBECCA
(si volge)
E chi mai?
IVANHOE
il menestrello
Cielo! Deliro!
Oh Rebecca!
REBECCA
Il nome mio!
IVANHOE
il menestrello
La sua voce!...
REBECCA E IVANHOE
(ravvisandosi)
Sì, son io... ~
Insieme
IVANHOE
il menestrello
(con gioia)
Ti ritrovo... ti rivedo ~
a me stesso appena il credo. ~
I trasporti del mio core
come, oh dio! frenar non so.
REBECCA
Ti ritrovo... ti rivedo ~
a me stessa appena il credo. ~
I trasporti del mio core
come, oh dio! frenar non so.
REBECCA
Tu, cui deggio e vita e onore!...
IVANHOE
il menestrello
Tu serbasti i giorni miei...
REBECCA E IVANHOE
(Ah scordarti mai potei,
e scordarti mai portò.)
REBECCA
Ma in tai spoglie, o mio... guerriero!...
IVANHOE
il menestrello
Fia per poco ancor mistero.
E d'Oriente qual ventura
te poi trasse a questi lidi?
REBECCA
D'allor ch'io te più non vidi
un sol voto m'ebbi in cor. ~
Te vedere... ancor... felice ~
poi morir nel mio dolor.
IVANHOE
il menestrello
Taci. Vivi: e piaccia al cielo
render te felice almeno.
REBECCA
(passionatissima)
Senza te! - senza il tuo cuore!
IVANHOE
il menestrello
(con trasporto)
Ah! ~ il mio cuore... in questo seno...
REBECCA
(vivamente)
Segui... di' ch'eguale ardore...
IVANHOE
il menestrello
E allor quando tu saprai
con passione e fremito crescente
ch'ardo... sì... per te d'amore!...
Sventurata! ~ Che farai?...
Il tuo culto! ~ La mia fé!
Che sarà di te... di me?
(restano nell'oppressione: poi con tutta tenerezza)
Insieme
IVANHOE
il menestrello
Da sì lontane arene
due volte amor ci unì ~
e poi dover, mio bene,
dividerci così!
Ogni mia bella speme...
tutto per me finì.
REBECCA
Da sì lontane arene
due volte amor ci unì ~
e poi dover, mio bene,
dividerci così!
Ogni mia bella speme...
tutto per noi finì.
IVANHOE
il menestrello
Or dunque!
REBECCA
(superandosi)
Intesi ~ barbaro...
Ma dover sacro! ~ Addio.
IVANHOE
il menestrello
Sforzo crudel! ~ sì... l'ultimo
addio... di morte.
REBECCA E IVANHOE
Oh dio!
Mai più ci rivedremo!...
Mai più!... nemmeno in ciel.
Oh quanto è mai terribile,
mio ben, la nostra sorte!
Non s'uniran nostr'anime,
nemmen dopo la morte!
Questo dei cor più miseri
dolce conforto estremo
c'invola inesorabile
legge per noi crudel. ~
Mai più ci rivedremo!...
Mai più!... nemmeno in ciel!
(si dividono)
Piazzale del castello. In prospetto le mura. Porta nel mezzo: due torri laterali. Quella a destra è diroccata recentemente da un fulmine, e dalle cui rovine si scorge la campagna. Il palazzo di Cedrico a sinistra. A destra fabbricati. Al di là delle mura colline, montagne: castelli su d'esse, villaggi.
Odesi un suono di corno di là delle mura. Accorrono Cavalieri da vari lati. Alcuni salgono sui parapetti. Altri s'affacciano alle feritoie. Uno monta sulla torre della porta: si parlano vicendevolmente, e si rispondono in
Coro (a parti).
VARI
Ah! ~ l'udiste?
(ripete il suono)
Segnale normanno! ~
Là sul ponte un araldo discende ~
un araldo! che vuol? ~ che pretende?
ALTRI
Quell'araldo... stupite, fremete...
di Brian messagger s'annunziò.
(due scudieri entrano nel palazzo)
TUTTI
Quel Briano il cui barbaro core
tutto ognora a vendetta immolò! ~
Quel perverso al cui nome d'orrore
la beltà, l'innocenza tremò! ~
Da Soria, qui, a noi tutti straniero,
a che vien? ~ e da noi che vorrà?
Ansio il core nel seno mi sta.
Se il normanno insultarci osa altero
alme sassoni qui troverà.
CEDRICO
(seguito da scudieri, paggi, alcune guardie e domestici)
Quella porta all'araldo schiudete. ~
(due scudieri apriranno, seguiti da due guardie, la porta che comunica al ponte levatoio)
CEDRICO
Udiremo quai sensi esporrà.
TUTTI
(osservando)
Ecco, in armi l'araldo s'avanza:
qual baldanza! ~ già fremer mi fa.
(i cavalieri circondano Cedrico, gli scudieri e paggi dietro)
Sul ponte si presenta Briano in semplice vestito d'araldo armato. Gli Scudieri lo introducono: egli avanza alteramente, osserva con marcata attenzione all'intorno: indi si volge a Cedrico.
BRIANO
Una schiava, fuggita alle ritorte
del cavalier Briano, in queste mura
un asilo trovò col genitore:
questi schiavi domanda il lor signore.
Renda il sassone Cedrico
a Brian gli schiavi suoi ~
se li nega d'un nemico
ei paventi del furor.
Piomberà su tutti voi
de' suoi fulmini l'orror.
CEDRICO
Quegli arditi accenti tuoi
frena omai.
BRIANO
Gli schiavi io voglio.
CEDRICO
Le minacce, un folle orgoglio
mai sofferse questo cor.
BRIANO
Oserai?...
CEDRICO
Tutto oserò.
BRIANO
Ebben ~ su voi la folgore
dell'ire sue già pende.
Che oppor saprete, o sassoni,
all'armi sue tremende?
Difesa mal sicura
sperate in quelle mura;
che d'Acri il vincitore
le vostre espugnerà.
Cedete omai, cedete ~
gli schiavi a lui rendete ~
e pace ed amistade
Brian vi serberà...
O strage, morte, orrore
qui tutto avvolgerà.
CEDRICO
Superbo! ~ Io so difendere
e mura, e vita, e onore.
CEDRICO E CORO
L'alto valor de' sassoni
di voi temer non sa.
BRIANO
Quella schiava?...
CEDRICO
(dignitoso)
Una straniera.
Da mia figlia fu salvata
col suo padre qui guidata...
sacra è qui ospitalità.
BRIANO
(fremente)
Ma i miei diritti?...
CEDRICO
(a' scudieri)
Olà: s'adduca
gli scudieri entrano nel palazzo
la straniera ~ s'oda: e poi...
Rebecca ansia si prostra avanti Cedrico. Editta e Dame seco. Ismaele.
REBECCA
Ah! ~ Signore; a' piedi tuoi...
EDITTA
Se t'è cara la tua figlia...
Insieme
REBECCA
...cedi al pianto di mie ciglia...
e difendi a me l'onor.
EDITTA
...vedi il pianto di mie ciglia...
e difendi a lei l'onor.
CEDRICO
Di Brian sei tu la schiava?...
REBECCA
No ~ Ma l'empio!... ov'è l'eroe
che da lui già me difese,
che me libera un dì rese
coll'amato genitor?
ISMAELE
(a' piè di Cedrico)
Nobil sire, il giuro.
CEDRICO
(a Briano)
Udisti?
Esci omai da queste mura.
BRIANO
(afferrando Rebecca)
Ma con lei. ~ Mia schiava è questa.
REBECCA
(fissandolo)
Dio! ~ Tu!...
(con fremito riconoscendolo)
CEDRICO
Ardisci?...
REBECCA
Aita!...
(i cavalieri stanno per opporsi)
Ivanhoe dal palazzo si slancia su Briano, ritirandone Rebecca con forza.
IVANHOE
Arresta.
Trema.
BRIANO
(si volge fremente)
E chi?...
IVANHOE
(ravvisandosi)
Briano!
BRIANO
(ravvisandosi)
Ivanhoe!
TUTTI
(con sorpresa e gioia)
Ivanhoe!
Insieme
CEDRICO
Il mio figlio! ~ A me dinante!
Quei Briano! ~ Quale istante!
Ah da quanti affetti in petto
agitato or sento il core!
Il furore a quell'aspetto...
per lei tenera pietà...
E di padre il dolce amore
trionfando in sen mi va.
IVANHOE
Il rivale! ~ A me dinante!
Ed il padre! ~ quale istante!
Ah da quanti affetti in petto
agitato or sento il core!
Il furore a quell'aspetto...
ella gemere mi fa.
Ah! si plachi il genitore:
abbi, o ciel, di me pietà.
REBECCA
Egli stesso! ~ Il caro amante!
Qual soccorso! ~ Dolce istante!
Ah da quanti affetti in petto
agitato or sento il core!
D'orror fremo a quell'aspetto...
ei d'amor languir mi fa. ~
Ah! perdona al nostro amore:
abbi, o ciel, di noi pietà!
BRIANO
Il rivale! ~ A me dinante!
Oh destino! ~ e in quale istante!
E da quante smanie in petto
lacerato io sento il core!
Di furor, d'orrore oggetto
ogni aspetto a me si fa.
Ma colpire il mio furore
le sue vittime saprà.
EDITTA
Il germano! ~ Al padre innante!
Qual soccorso! ~ Dolce istante!
Ah da quanti affetti in petto
agitato io sento il core!
Pura gioia a quell'aspetto...
per lei tenera pietà.
A mie preci il genitore
col german si placherà.
IVANHOE
(a Briano)
Sleale cavaliere,
la fé così serbasti?
Lei col suo padre liberi
sul campo a me giurasti...
A me... tuo vincitor.
CEDRICO
(con gioia)
Suo vincitor! ~ Tu!
IVANHOE
Indegno,
padre, di te non sono.
TUTTI
A Ivanhoe gloria!
BRIANO
Oh fremito!
IVANHOE
(a Briano)
E tu paventa. ~ Salvati.
BRIANO
Io paventar? Io!... Ah il suono!
(suoni di là dalle mura)
TUTTI
(colpiti)
Qual suono!
BRIANO
(osservando dalla porta del castello)
Ecco i miei prodi.
IVANHOE
Perfido!
Tu ci tradisci! ~ Sassoni,
all'armi.
BRIANO
(con feroce gioia)
È tardi ~ è vano. ~
Cedi ora tu a Briano:
i miei doveano irrompere
trascorsa un'ora... ed eccoli.
Dalla porta del castello, dalle rovine della torre si slanciano Guerrieri normanni che s'uniscono attorno Briano: altri scorrono pe 'l castello con faci: Cedrico è sull'avanti coi Sassoni.
IVANHOE, CEDRICO E CORO
Vil traditor! ~ Ci restano
e brandi, e forza ancor.
All'armi!
(Ivanhoe si fa scudo a Rebecca)
BRIANO
(repente si slancia su Cedrico lo disarma e alzando sul di lui petto la spada)
E prima vittima
fia questa.
(terrore di tutti)
IVANHOE
Ah! Il padre mio!
CEDRICO
Fellon!
IVANHOE
(fiero avanzandosi)
Trema...
BRIANO
(minacciando su Cedrico)
T'arresta. ~
Se avanzi... Ei muore...
IVANHOE
Oh dio!
EDITTA
(correndo fra il padre e Briano)
Me con lui svena, o barbaro.
REBECCA E IVANHOE
Orribile cimento!
BRIANO
Scegli: ~ Rebecca cedimi.
IVANHOE
Cederla!
REBECCA
Oh sorte!
BRIANO
E liberi
uscir ne lascia ~ e giuralo
del padre tuo sui dì.
REBECCA
Ivanhoe!...
CEDRICO
Figlio!
IVANHOE
Oh angoscia!
BRIANO
(alza la spada)
Ed esiti.
IVANHOE
(con grido soffocato)
Abbila...
REBECCA
(mancando in braccio d'Ismaele)
Io muoio.
IVANHOE
(cupamente, e a stento)
E lasciami
il padre...
BRIANO
Giura.
IVANHOE
Giuro... Sì.
(gruppi analoghi)
Insieme
IVANHOE
Vincesti alfine, o perfido,
ma vivo a tuo periglio.
Oh padre mio, perdonami:
abbraccia ed ama il figlio. ~
E tu... mio ben ~ Gran dio!...
dell'empio in sen!... che orror!
Dov'è un amor più misero,
più disperato un cor?
REBECCA
Vincesti alfine, o perfido:
ma l'odio mio sarai ~
misero padre, abbracciami:
più figlia non avrai.
Tu, caro... ed io!... Gran dio!
Dell'empio in sen! ~ che orror!
Dov'è un amor più misero,
più desolato un cor?
EDITTA
(a Briano)
Vincesti alfine, o barbaro:
ma pur tremar dovrai.
(a Rebecca)
E tu nel ciel confidati:
compagna a te m'avrai.
(ad Ivanhoe)
A sterminar que' perfidi
t'unisci al genitor.
Alla vendetta, o sassoni:
punite il traditor.
BRIANO
Alfin trionfo: io giubilo:
superba! mia sarai.
Struggete, dispariscano
gli alteri tetti omai.
L'orribil scempio a' posteri
ricordi il mio furor.
Son vendicato, o sassoni,
vi lascio nell'orror.
CEDRICO
Vincesti alfine, o perfido;
ma pur tremar dovrai.
Vieni al mio sen: confortati,
mia sola speme omai.
Voi paventate, o barbari:
v'è un dio vendicator.
Alla vendetta, o sassoni:
struggiamo i traditor.
ISMAELE
Ah già trionfa il perfido!
Terribile sciagura!
Ti perdo, o figlia misera!
Freme nel sen natura.
Ma paventate, o barbari:
v'è un dio vendicator.
Alla vendetta, o sassoni:
punite i traditor.
CORO
Ah già trionfa il perfido!
Terribile sciagura!
I nostri tetti avvampano:
cadon le nostre mura.
Ma paventate, o barbari:
ci restan brandi e cuor.
Alla vendetta, o sassoni:
puniamo i traditor.
I Normanni, che s'erano sparsi nel castello a incendiare e saccheggiare, ritornano, e s'uniscono agli altri d'intorno a Briano. Intanto si vedono nell'interno ardere qualche fabbricato, e parte del palazzo. Briano sul fine prende la mano di Rebecca, e con feroce gioia la strascina fuori del castello. Ella si rivolge ad Ivanhoe, che fremente si stringe a Cedrico. Editta li abbraccia. Ismaele segue da lunge Rebecca. I Normanni escono trionfanti. I Sassoni giurano vendetta e in analoghi gruppi termina l'azione del primo atto.
Arcata gotica nel piano più elevato d'una torre nel castello di sir Edmondo. Ampia finestra che mette alla piattaforma, senza parapetto, che circonda l'alto della torre. Stanze laterali.
Rebecca affannosa, osserva all'intorno, apre la finestra, misura col guardo l'altezza: freme.
REBECCA
Ivanhoe! ~ Ti sospiro... ~
Ti chiamo invano. ~ Al par di me tu forse
or a me penserai... ~
Forse un sospir darai
alla tua cara e povera Rebecca...
ch'è in potere d'un mostro... senz'aita...
senza speme ~ oh! qual vita...
(siede presso un tavolino tristissima)
d'orrore!
EDITTA
(in abito di paggio normanno, sulla porta)
Eccola omai. ~
(s'avanza, e dolcemente verso Rebecca)
Rebecca!
REBECCA
(scossa, volgendosi)
E chi?
EDITTA
Ravvisa
l'amica ~ Editta tua.
REBECCA
Cielo pietoso!
Un conforto! ~ Ma come? ~ in quali spoglie?...
EDITTA
Debbo ad esse l'accesso in queste soglie.
Un paggio di Briano prigioniero
restò de' nostri. ~ Ardito mio pensiero
a Ivanhoe palesai.
Ne gioì ~ qui volai.
Son teco... e son felice ~
(s'abbracciano)
REBECCA
Di gioia un raggio ancor sperar mi lice!
EDITTA
A piè di questa torre
il tuo padre lasciai. ~
REBECCA
Misero!
EDITTA
A lui potrai,
me ne pregò, lanciar breve uno scritto. ~
REBECCA
E al tuo german lo porti. ~ Alto soccorso
m'addita il ciel.
(s'accinge a scrivere)
(scrivendo)
«Al cavalier d'Ivanhoe ~ se l'onore,
e la fé che giurasti a un traditore
vietano a te il soccorrermi, tuo padre
armi i sassoni suoi:
n'avverti il re Filippo. ~ Egli con voi
s'unirà per salvarmi...
O almen per vendicarmi. ~ Alla frontiera
io l'altr'ieri, attendato lo lasciai.»
(piega il foglio, e lo porge ad Editta)
EDITTA
Al tuo padre io getto il foglio.
(e lo slancia dalla piattaforma)
REBECCA
Né può udir da me un addio!
EDITTA
(osservando)
Ei s'invola.
REBECCA
E forse intanto...
l'empio!...
EDITTA
Spera ~ è con noi dio.
Insieme
REBECCA
Ah! Tu lo guida,
o dio clemente ~
a lui sorrida
il tuo favor. ~
Tu, speme sola
dell'innocente,
calma, consola
i nostri cor.
EDITTA
Ah! Tu lo guida,
o dio clemente ~
a noi sorrida
il tuo favor. ~
Tu, speme sola
dell'innocente,
calma, consola
i nostri cor.
REBECCA
Ma... un rumore...
EDITTA
Alcun s'avanza.
REBECCA
Ah! - Briano!
REBECCA E EDITTA
Alma, costanza.
A te.
(Editta si ritira sulla piattaforma, dietro alla finestra)
Briano, da cavaliere templario, e le precedenti.
BRIANO
Vaga rosa di Sharone,
torni alfine in mio potere.
Il bel giglio di Sione
ceda ai voti dell'amor.
REBECCA
(dignitosa)
E tu ancora a' sguardi miei,
reo Templario, ti presenti,
a Rebecca ardisci accenti
tu parlar d'iniquo amor?
BRIANO
(con forza)
Schiava, cessa ~ al tuo signore
cedi ~ vieni, o l'ira mia...
REBECCA
Dalle mura, o traditore,
io mi slancio, e moro in pria.
(sfuggendo a Briano, e movendo disperata verso la piattaforma)
BRIANO
(colpito)
Ah! T'arresta...
(in questo si presenta Editta, abbracciando Rebecca)
EDITTA
Sì.
BRIANO
Chi vedo?
EDITTA
(sorpresa)
Vedi in me chi a tuo rossore,
in soccorso il ciel le invia;
io 'l nefando reo tuo core
all'Europa scoprirò. ~
Io d'Ivanhoe son la suora...
vedi ch'io tremar non so.
Insieme
EDITTA
Tu cavaliero,
che a dio giurasti!...
Il mondo intero
da me saprà,
ch'estranea vergine
tu già involasti,
che morte e infamia
le minacciasti...
e il mondo intero
te aborrirà. ~
Un dio severo
ti punirà.
BRIANO
Colpita è l'anima
a quell'aspetto ~
un fiero palpito...
ignoto affetto...
ed io... Briano...
che mai tremai,
quella minaccia
gelar mi fa.
Ripiglia, o core,
il tuo vigore.
No: mai Briano,
mai cederà.
REBECCA
Ciel, che l'ispiri,
tu che l'accendi,
la nobil vergine
ah! tu difendi. ~
Se 'l vuoi del perfido
trionferà. ~
Quel cor sì barbaro
si calmerà.
BRIANO
Oh! Tremate...
(marcia da lontano che si va accostando)
EDITTA, REBECCA E BRIANO
Quai concenti!
BRIANO
(agitato)
Ah! Quest'è il commendatore ~
a che riede sì repente?
REBECCA E EDITTA
Questo è bellico fragore...
ed e' s'agita... è fremente...
BRIANO
Se si scopre!
REBECCA
Ebben!...
BRIANO
Tua stanza
quella fia ~ Là i cenni miei...
la tua sorte...
Insieme
REBECCA
Ma con lei!
EDITTA
Deh con lei!
BRIANO
No ~ troppo omai quest'anima
da voi fu cimentata
invano, invan, ingrata,
or chiedi a me pietà;
questa vendetta almeno
m'appaghi il cor nel seno.
Sorriderò alle lagrime
che il duol vi strapperà:
superbe! dividetevi;
non v'è per voi pietà.
REBECCA E EDITTA
Almeno insieme ~ nell'ore estreme!
Non ti cerchiamo ~ altra pietà.
La nostra sorte ~ liete incontriamo:
la stessa morte ~ non paventiamo:
felici almeno ~ dell'altra in seno,
fra i dolci amplessi ~ dell'amistà...
Ah! non dividerci ~ mia cara, addio!
Tu frema ~ un dio ~ ti punirà.
(guardie le separano, e le rinchiudono in opposte stanze)
Briano ed Alberto.
BRIANO
(avviandosi)
Oh cielo! ~ qui il commendatore!
ALBERTO
(severo)
E dove
ti ritrovo, o Briano! ~ E che facesti?
Io torno: e trovo il campo, che reggesti
per me lontan, che mormora, che freme
contro di te.
BRIANO
Chi ardisce?...
ALBERTO
A che assalisti
il castel di Cedrico? A che rapisti
donzella, ospite sua, che qui traesti?
Contro noi sommovesti
i sassoni a giusta ira e in qual momento?
Or che spira la tregua co' francesi,
cui ponno unirsi i sassoni sì offesi.
BRIANO
Costor temerem noi?
ALBERTO
Io temeva per te i rivali tuoi ~
ma tu salvo sarai ~
a' nostri cavalieri io già annunziai,
a tua discolpa, ch'era a te palese
orrendo tradimento, che sapevi
che la donzella e il padre suo seguiro
da Palestina in Francia il re Filippo:
ch'ella, amata da Ivanhoe, era venuta
a sollevar co' sassoni Cedrico ~
tu le trame a sventar del re nemico
la donzella colpevole arrestasti,
e, a giudicarla, a noi qui la guidasti.
BRIANO
A giudicarla?
ALBERTO
Un foglio,
qui ella scrisse ad Ivanhoe ~ Dalla torre
lo gittò ~ fu sorpreso ~ essa lo invita
ad armare i suoi sassoni, ed unirsi
al re Filippo.
BRIANO
Or ella!...
ALBERTO
Fia giudicata.
BRIANO
A morte forse! ~ e allora!...
non soffrirò ch'ella innocente mora ~
l'amo, Alberto. ~
ALBERTO
(marcato)
Ed amico a te son io.
De' rivali trionfa.
(conducendolo)
BRIANO
E l'amor mio!...
(partono)
Rocce alpestri selvose, che s'uniscono per vari ponti di legno. Il castello di Rotherwood incendiato a qualche distanza.
Odonsi ripetuti suoni di corno, che vicendevolmente si rispondono, e vanno accostandosi ed unendosi. Vedonsi gruppi di Montanari, condotti dai loro Capi, che successivamente sopraggiungono e s'alternano in coro.
CORO
Cedrico! Ivanhoe!
Eccoci qua. ~
Sassoni! ~ all'armi!
In armi è già. ~
Delle foreste l'eco
intese il suono, il grido.
Dal più remoto speco
lo replicò per tutto l'anglo lido.
E accorron tutti?
Sì.
Tradito fu in Cedrico
de' sassoni l'onore ~
contro il comun nemico
alla vendetta anela, avvampa il core.
E avrem vendetta?
Sì. ~
È di vendetta il dì! ~
Dividiamci ~ non s'attenda ~
si circondi... si sorprenda
il normanno traditore. ~
Sì ~ de' sassoni l'onore,
il valor trionferà.
Muoviamo intrepidi, con alma forte...
e si cimentino perigli e morte ~
la bella causa di patrio onore
con noi proteggere il ciel vorrà. ~
L'astro de' sassoni rifulgerà.
Cedrico, da una parte, con vari Sassoni. Indi Ivanhoe con altri Sassoni, e i precedenti.
CEDRICO
Trionferem, sì, o prodi
figli d'Engisto ~ sui fellon tremenda
noi trarremo vendetta
dell'arse mura, della fé tradita.
Ma la diletta figlia! ~ oh dio! ~ smarrita
nell'orribil tumulto ~ E Ivanhoe! ~ e quella
straniera! ~ A quell'aspetto io palpitai ~
e il figlio... poi per lei... Cielo! ~ se mai!...
oh! ~ non sia!
IVANHOE
Padre! ~
CEDRICO
(con ansia)
Editta?...
IVANHOE
(con riserva)
Nel castello
è di san Edemondo.
CEDRICO
(marcato)
E là Briano
non trasse quella?...
IVANHOE
Sventurata... a cui
ella s'era già unita con espressione
di tenera amistà ~ Conforto, aita
le porgerà ~ tanto infelice!... e degna
d'affetto... di pietà.
CEDRICO
(grave)
Ma quest'affetto
per donzella infedel... che forse in petto
destar può... proverei novelli affanni!
IVANHOE
Strapparla noi sapremo a que' tiranni ~
per diversi reconditi sentieri,
presso al castel riunitevi, o guerrieri ~
al bosco m'attendete ~ I traditori
assaliremo ~ Editta salveremo...
(con trasporto)
e Rebecca...
(il Coro si divide, e s'allontana)
CEDRICO
E Rebecca! ~ (e perché fremo?...)
(a Ivanhoe marcato, fissandolo)
e colei!...
IVANHOE
(Quai sguardi, oh cielo!)
CEDRICO
Tanto ardore!
IVANHOE
(E perché gelo!)
Caro padre... Tu non sai
che bell'alma chiude in seno!
CEDRICO
(agitato)
D'atra luce qual baleno
dall'averno a me brillò!
IVANHOE
Senza lei, ferito a morte
tu più figlio non avresti.
CEDRICO
(severo)
Ma il tuo core! ~ lo perdesti...
IVANHOE
(in trasporto)
Questo core... tra l'onore...
il dover... la fé... l'amore...
lacerato... disperato...
padre mio!... non maledirmi...
Sì ~ l'amai... ma tu non sai!...
CEDRICO
(con fremito)
Tutto... iniquo... e trema... or so!
Insieme
CEDRICO
Oh padre misero!
Ecco quel figlio
che tante lagrime
già ti costò!
Speravi chiudere
in pace il ciglio...
d'orror quel perfido
tuoi dì colmò.
IVANHOE
Col figlio in lagrime
placa il rigore ~
d'un amor misero
ei trionfò.
Di dio l'immagine
s'è un genitore...
l'error perdonami
ch'ei perdonò.
IVANHOE
(supplice)
Oh padre!
CEDRICO
E ancor!
IVANHOE
(solennemente)
Ne attesto
il ciel ~ l'onore ~ iddio ~
degno di te son io.
CEDRICO
E in dio ti credo.
IVANHOE
(con ardore)
E vincere
ei mi farà ~ Rebecca
io salverò da un perfido.
CEDRICO
(marcato)
E poi?...
IVANHOE
(sospiro represso)
Se n' rieda in Asia.
CEDRICO
E tu?...
IVANHOE
Io? ~ saprò vivere...
pe 'l padre... per la gloria...
a' giuri miei fedel.
(prostrandosi)
CEDRICO
(commosso alzando la destra sul capo d'Ivanhoe)
Ti benedica il ciel!
Insieme
IVANHOE
Della tromba al suon guerriero,
degli eroi sul gran sentiero,
volerò al cimento ardito:
tornerò trionfator.
Cadrà il perfido punito
che tradì la fé, l'onor.
(E una dolce rimembranza
fia conforto a questo cor.)
CEDRICO
Della tromba al suon guerriero,
degli eroi sul gran sentiero,
al cimento vola ardito,
e ritorna vincitor.
Cada il perfido punito
che tradì la fé, l'onor.
(I bei voti, la speranza,
ciel, seconda del mio cor.)
(partono)
Sala dei Cavalieri, nel castello di s. Edemondo. Sedia nel mezzo. Sedili pe' Cavalieri, guardie alle porte.
Escono due Araldi: indi Guardie. Poi Cavalieri. Alberto con Briano: Scudieri, Paggi.
CORO
(di dentro)
È deciso!
Tremendo...
ma giusto fu il giudizio.
ALBERTO E CORO
A noi la rea ~
la vendetta del ciel su lei pendea.
(partono gli araldi)
(siedono)
REBECCA
(fra gli araldi, che poi la lasciano)
Eccomi. ~
BRIANO
(Qual momento!)
ALBERTO E CORO
O donzella infedel, ascolta e trema,
comandata dal ciel, tua sorte estrema.
ALBERTO
(s'alza e legge)
«Rebecca, figlia d'Ismaele, d'Acri,
col genitore avvinta
alla corte di Francia, già convinta
di mission segreta
presso Cedrico, onde animare all'armi
contro i normanni i sassoni ~ provati
in un foglio di lei
al cavalier d'Ivanhoe cenni rei
a destar contro noi guerra civile,
e straniera ~ di nostre
leggi auguste a tenore
al rogo è condannata.»
(tutti s'alzano)
REBECCA
Io! quale orrore!
BRIANO
(E per me!)
ALBERTO
Sciagurata!
Hai tu nulla d'opporre alla sentenza?
REBECCA
(dignitosa)
Tutto ~ la mia innocenza ~
ed ei stesso ~ Briano ~
egli ben sa se rea son io. ~ Ma invano
un uom denunzierei di vostra fede ~
ma v'è un dio ~ ch'è di tutti ~ a lui dinante
(con tutta energia)
me innocente proclamo ~
e i diritti reclamo
che accordan vostre leggi a favor mio...
(solennemente)
il giudizio di dio!
(sorpresa generale)
BRIANO
(Ella è salva. Io per lei
sconosciuto campione...)
ALBERTO
Che ardisci tu di chiedere? ~ A tenzone
contro un di noi, qual cavalier mai speri,
che alzar la lancia in campo
di donzella infedel voglia a favore?
REBECCA
Iddio saprà inviarmi un difensore.
Nel bel suolo degli eroi,
dove ognor fu sacro onore,
spero ancor trovare un core,
che di me pietade avrà.
Dio lasciar senza difesa
l'innocenza non vorrà.
Cavalieri ~ eccovi il pegno.
(si leva un guanto e lo getta avanti i cavalieri)
CORO
A Briano il pegno spetta.
(un araldo d'ordine di Alberto raccoglie il guanto, e lo presenta a Briano che agitato lo riceve)
CORO
Ei cimenti la tenzone ~
invincibile campione
ei dell'ordine sarà.
BRIANO
(colpito)
Io?... che dite? ~ contro lei!
(Io potrei ~ Gran dio! che orror!)
REBECCA
E tu accetti? ~ lo potrai?...
Tu che sai?... gran dio! ~ che orror!
Ite araldi ~ Il gran giudizio
pubblicate d'ogni intorno.
(gli araldi partono)
ALBERTO E CORO
(a Rebecca)
Se al cader del nuovo giorno
te un campion non salverà...
rogo infame t'arderà.
REBECCA
Un campione avrò dal cielo ~
trionfare ei mi farà.
Dal cielo a me scende
la fé che m'accende:
che omai di me stessa
mi rende ~ maggior.
(a Briano)
Non fia che innocenza
tua vittima cada ~
balena la spada
d'un dio punitor.
Vicino è il momento
dell'alto portento.
Nel cielo pietoso
s'affida il mio cor.
CORO
Vicino è il momento:
s'appressa il il cimento.
Il cielo decida
di vita e d'onor.
Le Guardie conducono Rebecca, Alberto, Briano coi Cavalieri, Scudieri e Séguito.
Esterno del castello di s. Edemondo. L'abbazia è sull'alto, in forma di fortezza. Tempio attiguo. Si discende tortuosamente dall'abbazia alla porta del castello, e dal ponte levatoio si passa alla pianura. A sinistra le barriere del campo pe' due cavalieri. Un rogo custodito da due Negri armati. Fabbricati pe' vassalli dell'abbazia. Bosco.
La gran campana dell'abbazia annunzia con lenti suoni l'ora del giudizio di dio. Popolo che accorre. Dame, Donzelle, Cavalieri. Dalla porta dell'abbazia compariscono due Araldi. Indi Soldati. I Cavalieri poi seguiti da' Scudieri. Le Guardie fra le quali è condotta Rebecca, vestita con semplice tonaca bianca. Editta è al di lei fianco. Alberto e Briano co' loro Scudieri. Uno di questi, sulla punta della lancia, porta il guanto di Rebecca. Un Cavaliere avanti di essi coll'orifiamma spiegato. Paggi e Séguito d'Alberto. Durante la marcia si canta alternato il seguente
CORO
Lento, tremendo intorno
del sacro bronzo al cor ~ il suon rimbomba ~
così all'estremo giorno
segnal fia di terror ~ la sacra tromba.
DAME E DONZELLE
Immago di beltà,
la figlia del dolor,
in questo dì così dovrà perir!
Né brando a suo favor ~ si snuderà!
Chi a lei negar potrà
di tenera pietà ~ pianto e sospir!
CAVALIERI
Festeggiate, guerreschi concenti,
di Briano la gloria, il valor.
Della giustizia ei difensor...
vendicator ~ tremar farà,
punir saprà,
chi oserà cimentar il suo valor.
E in tal giorno Vittoria presenti
al suo crin nuovi serti d'allor.
La rea morrà.
La fé trionferà.
EDITTA
Oh Rebecca! ~ Quel rogo! Esserti resa
dovea per tanto orrore! Di tua morte
io spettatrice! ~ e di qual morte! ~ e dio
lo può soffrir!
REBECCA
No 'l soffrirà ~ il cor mio
è tranquillo ~ ei... m'intendi,
verrà ~ calmati ~ attendi.
(siede sullo scanno nero presso al rogo)
BRIANO
(agitatissimo)
Alberto, io fremo:
(a mezza voce)
quel rogo... la mia vittima innocente!
Il mio cor freme... manca. ~ Atroci sente
le pene dell'amore,
dei rimorsi l'orror.
ALBERTO
(marcato)
(Pensa all'onore.)
Campione per la rea
non si presenta ancora ~ Araldi, il segno ~
(squillo di tromba)
EDITTA
(si abbandona in braccio a Rebecca)
Ah!
REBECCA
(alzando un braccio verso il cielo)
Dio!
BRIANO
Feral silenzio!
ALBERTO
(a due negri, che s'avviano verso Rebecca)
V'apprestate ~
o ministri...
Ivanhoe da lunge. Cedrico con Sassoni. Scudieri colla lancia e scudo d'Ivanhoe.
IVANHOE
Arrestate!
(movimento generale)
REBECCA
(con gioia)
Ah la sua voce!
CEDRICO
(accorrendo)
Figlia!
EDITTA
(per inginocchiarsi)
Oh padre mio!
ALBERTO
Chi sei, guerriero?
BRIANO
(ravvisandolo)
Ivanhoe!
TUTTI
Ivanhoe!
IVANHOE
Sì. ~ Son io. ~
Insieme
IVANHOE
(ad Alberto)
Il difensor
dell'innocente ~
un dio possente
del suo furor ~ m'armò. ~
(a Briano)
Il brando mio t'è noto ~
il mio valor,
vieni sul campo ~
vil traditor ~
ti vincerò.
Dio! ~ la mia gloria
a te dovrò.
BRIANO
Ei difensor
dell'innocente
ver me fremente
dio, in suo furor ~ guidò ~
ah! che un terror ~ ignoto
io provo in cor.
(ad Ivanhoe)
Paventa in campo
fiero valor ~
ti vincerò.
(Ah! che vittoria
sperar non so.)
REBECCA, EDITTA E CEDRICO
Il tuo favor celeste,
o giusto dio clemente,
omai per l'innocente
in suo fulgor brillò.
Si volge a te devoto,
umil t'adora il cor.
Seconda il nostro voto,
o dio consolator.
ALBERTO
Schiudasi lo steccato ~ cavalieri.
(gli araldi aprono le barriere dello steccato - le guardie vi si portano all'intorno; il popolo v'accorre)
ALBERTO
Al giudizio di dio ~
vieni, o donzella.
(Alberto, coi cavalieri e Briano e scudieri)
REBECCA
(fra le guardie, con Editta)
Sì. ~ Al trionfo mio.
BRIANO
(partendo)
(Dove sono il mio cor, il mio valore?)
IVANHOE
M'abbraccia, o genitore.
CEDRICO
Vincer ti faccia il ciel!
(Ivanhoe, co' suoi scudieri, entra nello steccato)
Cedrico, qualche Sassone: indi Ismaele.
CEDRICO
Oh! come batti,
cuor di padre! ~ ecco il segnal tremendo.
(trombe di dentro)
CEDRICO
E adesso!...
ISMAELE
(affannoso, guardando lo steccato)
Ah! che già pugnano ~ che attendo
ora più! ~ Tardai forse. ~
(a Cedrico)
Ah tu, signore...
tu salvala ~ la figlia del mio cuore.
Salva in essa la figlia di un antico
tuo sfortunato amico.
CEDRICO
(sorpreso)
E che vuoi dire?
ISMAELE
Tema... affetto... abitudine soave...
Tacqui sinor ~ Ma a vista di quel rogo!
Mai palesato avrei
ch'è Rowena, la figlia
del nobile Olderico.
CEDRICO
Oh ciel! Fia vero?
ISMAELE
L'affidò a me, spirante, il tuo scudiero,
che te estinto piangea ~ Conosci il pegno
che al suo collo trovai
questo è scritto da lui
(presentandogli un astuccio, da cui mostra una catena d'oro, dalla quale pende una croce, e gli porge un piccolo foglio)
CEDRICO
(osservando tutto)
Sì, augusto pegno!
Oh Rowena! Corriam.
(si avviano)
VOCI
(dal campo)
Vittoria!
CEDRICO
(ansio)
Oh dio!
E chi mai?
VOCI
Viva Ivanhoe!
CEDRICO
(esultante)
Ah il figlio mio!
Popolo giulivo dal campo. Guardie, Cavalieri, Scudieri, Ivanhoe, preceduto dal suo Scudiero, che porta sulla lancia l'elmo e lo scudo di Briano. Rebecca con Editta, e seguito di Dame e Donzelle. Soldati. Si canta festosamente in coro.
CORO
Trionfa Ivanhoe! ~ A Ivanhoe gloria!
Cantate, o popoli, la sua vittoria ~
cantate Ivanhoe, braccio di dio...
de' prodi il fior.
D'oppressa vergine salvò l'onore ~
ne spense il perfido accusatore ~
cantate, o popoli, cantate Ivanhoe,
braccio di dio, de' prodi il fior!
IVANHOE
O padre! ~ Mi rivedi...
degno di te ~ Vinsi il nemico ~ Adesso
di me trionferò. ~
(con passione)
Salvo, o Rebecca,
è l'onor tuo ~ sei libera ~ Abbandona
d'Europa il suol ~ Torna al Giordano in riva ~
e omai con te placato,
pace ti renda, e a te sorrida il fato.
Nella calma de' tuoi giorni
talor pensa al tuo... guerriero.
Accompagni quel pensiero
un sospiro di pietà.
E co' miei quel tuo pensiero,
quel sospir s'incontrerà.
(intenerendosi)
Di te allora coll'amore
questo core parlerà...
CORO
Quanto è misero quel core!
Qual mi desta in sen pietà!
IVANHOE
E di' allor... Ma basta ~ addio.
(si scuote, si supera)
E per sempre!
REBECCA
(con sforzo)
E dunque!... oh dio!
(cade in braccio di Editta)
EDITTA
(piangente)
Oh padre mio!
CORO
Qual virtù!
CEDRICO
(avanzando, e solennemente)
Mercede avrà.
(a Rebecca, presentandola ad Ivanhoe)
Resta ~ e sposa a te sarà.
REBECCA
Cielo!...
IVANHOE, EDITTA
Come!...
CEDRICO
In lei Rowena,
nobil figlia d'Olderico
(segnando Ismaele)
ei salvò. ~ N'è il pegno questo.
(mostrando la croce e lo scritto)
ISMAELE
Io l'attesto.
Insieme
IVANHOE
E il crederò?
E tuo sarò!
REBECCA
E il crederò?
E tua sarò!
IVANHOE
Come rapido il tormento
in contento si cangiò!
CORO
La virtù, nell'alto evento,
l'amor puro il ciel premiò.
IVANHOE
Ah! di gioie aprirsi un cielo,
o bell'angelo, vegg'io ~
in quel ciel, caro idol mio,
meco amor ti rapirà.
Là di gioie noi vivremo...
Là d'amor ci pasceremo...
ed eterna dell'amore
per noi l'estasi sarà.
Coro ripete: gruppi analoghi.
Fine del libretto.
Generazione pagina: 01/05/2019
Pagina: ridotto, rid
Versione H: 3.00.40
(W)