Atto terzo

 

Scena prima

Si muta la scena nella città di Roma.
Drusilla.

 Q 

Drusilla

 
Drusilla gioisce sperando di breve intender la morte di Poppea sua rivale per goder degl'amori di Ottone.
 

 

O felice Drusilla, o che sper'io;  

corre adesso per me l'ora fatale,

perirà, morirà la mia rivale,

e Otton finalmente sarà mio.

O che spero, che sper'io?

Se le mie vesti

avran servito

per ben coprirlo,

con vostra pace, o dèi,

adorar io vorrò gl'arnesi miei.

O felice Drusilla, o che sper'io?

 

Scena seconda

Arnalta, Drusilla, Littore con molti Simili.

<- Arnalta, littore, simili

 
Arnalta nutrice di Poppea, con Littore con molti Simili fa prender Drusilla, la quale si duole di sé medesma.
 

ARNALTA

Ecco la scellerata  

che pensando occultarsi,

di vesti s'è mutata.

DRUSILLA

E qual peccato...

LITTORE

Fermati, morta sei.

DRUSILLA

E qual peccato mi conduce a morte?

LITTORE

Ancor t'infingi, sanguinaria indegna?

A Poppea dormiente

macchinasti la morte.

DRUSILLA

Ahi caro amico, ahi sorte,

ahi mie vesti innocenti!

Di me doler mi deggio, e non d'altrui;

credula troppo, e troppo incauta fui.

 

Scena terza

Arnalta, Nerone, Drusilla, Littore con molti Simili.

<- Nerone

 
Nerone interroga Drusilla del tentato omicidio, lei per salvar dall'ira di Nerone, Ottone suo amante, confessa per odio antico (benché innocente) aver voluto uccider Poppea, ove da Nerone vien sentenziata a morte.
 

ARNALTA

Signor, ecco la rea  

che uccidere tentò

la matrona Poppea;

l'innocente dormia nel suo giardino,

sopraggiunse costei col ferro ignudo,

se non si risvegliava in un momento

la tua devota ancella,

sopra di lei cadeva il colpo crudo.

NERONE

Onde tanto ardimento? E chi t'indusse

rubella al tradimento?

DRUSILLA

Innocente son io,

lo sa la mia coscienza, e lo sa dio.

NERONE

No, no, confessa omai, se t'indusse,

s'attentasti per odio, o se ti spinse

l'autoritade, o l'oro al gran misfatto.

DRUSILLA

Innocente son io,

lo sa la mia coscienza, e lo sa dio.

NERONE

Tormenti, funi e fochi  

cavino da costei

il mandante e i correi.

DRUSILLA

Misera me, piuttosto  

che un atroce tormento

mi faccia dir quel che ridir non voglio,

sopra me stessa toglio

la sentenza mortal, e 'l monumento.

O voi, ch'al mondo vi chiamate amici,

deh, specchiatevi in me:

questi del vero amico son gl'uffici.

ARNALTA

Che cinguetti ribalda?

LITTORE

Che vaneggi assassina?

NERONE

Che parli traditrice?

DRUSILLA

Mi contrastano in seno

con fiera concorrenza

amore e l'innocenza.

NERONE

Prima ch'aspri tormenti

ti facciano sentir il mio disdegno,

or persuadi all'ostinato ingegno

di rivelar gl'orditi tradimenti.

DRUSILLA

Signor, io fui la rea,

ch'uccidere tentò

l'innocente Poppea.

Quest'alma, e questa mano

fur le complici sole;

a ciò m'indusse un odio occulto antico;

non cercar più, la verità ti dico.

NERONE

Conducete costei

al manigoldo omai,

fate ch'egli ritrovi,

con una morte a tempo,

qualche lunga, amarissima agonia,

ch'inasprisca la morte a questa ria.

DRUSILLA

Adorato mio bene

amami almen sepolta,

e sul sepolcro mio

mandino gl'occhi tuoi solo una volta

dalle fonti del core

lacrime di pietà, se non d'amore;

ch'io vado vera amica e fida amante

tra i manigoldi irati

a coprir col mio sangue i tuoi peccati.

NERONE

Che si tarda, o ministri?

Con una atroce fine

provi, provi costei

mille morti oggi mai, mille ruine.

 

Scena quarta

Ottone, Nerone, Drusilla, Littore con molti Simili.

<- Ottone

 
Ottone vedendo rea l'innocente Drusilla palesa sé medesimo, colpevole del fatto confessando aver voluto commettere il delitto per commissione d'Ottavia imperatrice, Nerone inteso ciò li salva la vita, dandoli l'esilio, e spogliandolo di fortune, Drusilla chiede in grazia d'andar in esilio seco e partono consolati, Nerone decreta il ripudio d'Ottavia imperatrice, e che oltre all'esilio sia posta in una barca nel mare a discrezione de' venti.
 

OTTONE

No, no, questa sentenza  

cada sopra di me che ne son degno.

DRUSILLA

Io fui la rea, ch'uccider volli

l'innocente Poppea.

OTTONE

Siatemi testimoni, o cieli, o dèi,

innocente è costei.

DRUSILLA

Quest'alma, e questa mano

fur le complici sole;

a ciò m'indusse un odio occulto antico;

non cercar più, la verità ti dico.

OTTONE

Innocente, innocente è costei.

Io con le vesti di Drusilla andai,

per ordine d'Ottavia imperatrice

ad attentar la morte di Poppea.

Dammi signor, con la tua man la morte.

DRUSILLA

Io fui la rea, ch'uccider volli

l'innocente Poppea.

OTTONE

Giove, Nemesi, Astrea

fulminate il mio capo,

che per giusta vendetta

il patibolo orrendo a me s'aspetta.

DRUSILLA

A me s'aspetta.

OTTONE

A me s'aspetta.

DRUSILLA

A me.

OTTONE

A me.

DRUSILLA

A me.

OTTONE

A me s'aspetta.

Dammi signor, con la tua man la morte;

e se non vuoi che la tua mano adorni

di decoro il mio fine,

mentre della tua grazia io resto privo,

all'infelicità lasciami vivo.

Se tu vuoi tormentarmi

la mia coscienza ti darà i flagelli;

s'a leoni, ed a gl'orsi espormi vuoi,

dammi in preda al pensier de le mie colpe,

che mi divorerà l'ossa e le polpe.

NERONE

Vivi, ma va' ne' più remoti lidi

di titoli spogliato, e di fortune,

e serva a te mendico, e derelitto,

di flagello e spelonca il tuo delitto.

E tu ch'ardisti tanto, o nobile matrona,

per ricoprir costui

d'apportar salutifere bugie,

vivi alla fama della mia clemenza,

vivi alle glorie della tua fortezza,

e sia del sesso tuo nel secol nostro

la tua costanza un adorabil mostro.

DRUSILLA

In esilio con lui

deh, signor mio, consenti,

ch'io tragga i dì ridenti.

NERONE

Vanne come ti piace.

OTTONE

Signor, non son punito, anzi beato;

la virtù di costei

sarà ricchezza, e gloria a' giorni miei.

DRUSILLA

Ch'io viva, e mora teco: altro non voglio.

Dono alla mia fortuna

tutto ciò che mi diede,

purché tu riconosca

in cor di donna una costante fede.

LITTORE

Orsù, orsù finiamola, andate alla malora.

NERONE

Delibero e risolvo

con editto solenne

il ripudio d'Ottavia,

e con perpetuo esilio

da Roma io la proscrivo.

Sia pur condotta al più vicino lido.

Le s'appresti in momenti

qualche spalmato legno,

e sia commessa al bersagliar de' venti.

Convengo giustamente risentirmi.

Volate ad ubbidirmi.

littore, Drusilla, Ottone, simili, Arnalta ->

 

Scena quinta

Poppea, Nerone.

<- Poppea

 
Nerone giura a Poppea, che sarà in quel giorno sua sposa.
 

POPPEA

Signor, oggi rinasco, e i primi fiati  

di questa nova vita,

voglio che sian sospiri

che ti facciano fede

che, rinata per te, languisco e moro,

e morendo e vivendo ognor t'adoro.

NERONE

Non fu, non fu Drusilla, no,

ch'ucciderti tentò.

POPPEA

Chi fu, chi fu il fellone?

NERONE

Il nostro amico Ottone.

POPPEA

Egli da sé?

NERONE

D'Ottavia fu il pensiero.

POPPEA

Or hai giusta cagione

di passar al ripudio.

NERONE

Oggi, come promisi,

mia sposa tu sarai.

POPPEA

Sì caro dì, veder non spero mai.

NERONE

Per il nome di Giove, e per il mio,

te l'affermo, e te 'l giuro,

di Roma imperatrice,

in parola regal.

POPPEA

In parola regal?

NERONE

In parola regal te n'assicuro.

 

POPPEA

Idolo del cor mio, giunta è pur l'ora    

ch'io del mio ben godrò.

S

POPPEA E NERONE

Né più s'interporrà noia o dimora.

Cor nel petto non ho:

me 'l rubasti, sì, sì,

dal sen me lo rapì

de' tuoi begl'occhi il lucido sereno.

Per te, ben mio, non ho più core in seno.

Stringerò tra le braccia innamorate

chi mi trafisse... ohimè!

NERONE

Non interrotte avrà l'ore beate,

se son perduto in te,

in te mi cercherò,

in te mi troverò,

e tornerà a riperdermi ben mio,

che sempre in te perduto esser vogl'io.

Insieme

POPPEA

Non interrotte avrà l'ore beate,

se son perduta in te,

in te mi cercherò,

in te mi troverò,

e tornerà a riperdermi ben mio,

che sempre in te perduta esser vogl'io.

Nerone, Poppea ->

 

Scena sesta

Ottavia.

<- Ottavia

 
Ottavia ripudiata da Nerone deposto l'abito imperiale parte sola miseramente piangendo in abbandonare la patria ed i parenti.
 

Addio Roma, addio patria, amici addio.    

Innocente da voi partir convengo.

Vado a patir l'esilio in pianti amari,

navigo disperata i sordi mari.

L'aria, che d'ora in ora

riceverà i miei fiati,

li porterà, per nome del cor mio,

a veder, a baciar le patrie mura,

ed io, starà solinga,

alternando le mosse ai pianti, ai passi,

insegnando pietade ai tronchi, e ai sassi.

Remigate oggi mai perverse genti,

allontanatemi dagli amati lidi.

Ahi, sacrilego duolo,

tu m'interdici il pianto

mentre lascio la patria,

né stillar una lacrima poss'io

mentre dico ai parenti e a Roma: addio.

S

 
Qui entra in barca.

Ottavia ->

 

Scena settima

Arnalta.

<- Arnalta

 
Arnalta, nutrice e consigliera di Poppea, gode in vedersi assunta al grado di confidente d'una imperatrice, e giubila de' suoi contenti.
 

 

Oggi sarà Poppea  

di Roma imperatrice;

io, che son sua nutrice,

ascenderà delle grandezze i gradi:

no, no, col volgo io non m'abbasso più;

chi mi diede del tu,

or con nova armonia

gorgheggerammi il «vostra signoria»;

chi m'incontra per strada

mi dice: «fresca donna e bella ancora»;

ed io, pur so che sembro

delle sibille il leggendario antico;

ma ogn'un così m'adula,

credendo guadagnarmi

per interceder grazie da Poppea:

ed io fingendo non capir le frodi,

in coppa di bugia bevo le lodi.

Io nacqui serva, e morirò matrona.

Mal volentier morrò;

se rinascessi un dì,

vorrei nascer matrona e morir serva.

Chi lascia le grandezze

piangendo a morte va;

ma, chi servendo sta,

con più felice sorte,

come fin degli stenti ama la morte.

 
 

Scena ottava

Si muta la scena nella reggia di Nerone.
Nerone, Poppea, Consoli, Tribuni, Amore, Venere in cielo e Coro d'amori.

 Q 

Nerone, Poppea, Amore, Venere, coro di grazie e amori

 
Nerone solennemente assiste alla coronazione di Poppea, la quale a nome del popolo, del senato romano viene indiademata da Consoli e Tribuni, Amor parimenti cala dal cielo con Venere, Grazie ed Amori, e medesimamente incorona Poppea come dèa delle bellezze in terra, e fornisse l'opera.
 

NERONE

Ascendi, o mia diletta,  

della sovrana altezza

all'apice sublime;

circondata di glorie

ch'ambiscono servirti come ancelle;

acclamata dal mondo e dalle stelle;

siano del tuo trionfo

tra i più cari trofei,

adorata Poppea, gl'affetti miei.

POPPEA

La mia mente confusa,

al non usato lume,

quasi perde il costume,

signor, di ringraziarti.

Su quest'eccelse cime,

ove mi collocasti,

per venerarti a pieno,

io non ho cor che basti.

Doveva la natura,

al soprappiù degli eccessivi affetti,

un core a parte fabbricar ne' petti.

[Passacaglia]

 N 

NERONE

Per capirti negl'occhi  

il sol s'impicciolì,

per albergarti in seno

l'alba dal ciel partì,

e per farti sovrana a donne, e a dèe,

Giove nel tuo bel volto,

stillò le stelle e consumò l'idee.

POPPEA

Dà licenza al mio spirto,

ch'esca dall'amoroso laberinto

di tante lodi e tante,

e che s'umili a te, come conviene,

mio re, mio sposo, mio signor, mio bene.

NERONE

Ecco vengono i consoli e i tribuni

per riverirti, o cara;

nel solo rimirarti,

il popol e 'l senato

omai comincia a divenir beato.

[Sinfonia]

<- consoli, tribuni

 N 

CONSOLI

A te sovrana augusta.  

CONSOLI E TRIBUNI

Con il consenso universal di Roma,

indiademiam la chioma.

CONSOLI

A te l'Asia, a te l'Africa s'atterra.

TRIBUNI

A te l'Europa, e 'l mar che cinge e serra.

CONSOLI E TRIBUNI

Quest'imperio felice,

ora consacra e dona

questa del mondo imperial corona.

[Sinfonia]

 N 

 
[Coro d'amori]

 N 

AMORE

Scendiam, scendiamo  

compagni alati.

AMORE IIº, AMORE IIIº E AMORE

Voliam, voliamo

ai sposi amati.

AMORE

Al nostro volo,

risplendano assistenti i sommi divi.

AMORE IIº, AMORE IIIº E AMORE

Dall'alto polo

si veggian fiammeggiar raggi più vivi.

AMORE

Se i consoli e i tribuni,

Poppea, t'han coronato

sopra province e regni,

or ti corona, Amor, donna felice,

come sopra le belle imperatrice.

Madre, madre, sia con tua pace

in ciel tu sei Poppea,

questa è Venere in terra,

a cui per riverirla

ogni forma creata oggi s'atterra.

VENERE

Io mi compiaccio, o figlio  

di quanto aggrada a te;

diasi pur a Poppea

il titolo di dèa.

AMORE, AMORE Iº, AMORE IIº E AMORE IIIº

Or cantiamo giocondi,  

festeggiamo ridenti in terra, e in cielo

il gaudio sovrabbondi,

e in ogni clima, in ogni regione

si senta rimbombar «Poppea e Nerone».

[Ritornello]

 N 

 

POPPEA E NERONE

Pur ti miro, pur ti godo,    

pur ti stringo, pur t'annodo,

più non peno, più non moro,

o mia vita, o mio tesoro.

S

Sfondo schermo () ()

POPPEA

Io son tua...

NERONE

Tuo son io...

POPPEA

Speme mia, dillo, dì,

tu sei pur, l'idol mio,

sì, mio cor, mia vita, sì.

Insieme

NERONE

Speme mia, dillo, dì,

tu sei pur, l'idol mio,

sì, mio ben, mia vita, sì.

 

POPPEA E NERONE

Pur ti miro, pur ti godo,

pur ti stringo, pur t'annodo,

più non peno, più non moro,

o mia vita, o mio tesoro.

 

Fine (Atto terzo)

Prologo Atto primo Atto secondo Atto terzo

Città di Roma.

Drusilla
 
Drusilla
<- Arnalta, littore, simili

Ecco la scellerata

Drusilla, Arnalta, littore, simili
<- Nerone

Signor, ecco la rea

Misera me, piuttosto

Drusilla, Arnalta, littore, simili, Nerone
<- Ottone

No, no, questa sentenza

Nerone
littore, Drusilla, Ottone, simili, Arnalta ->
Nerone
<- Poppea

Signor, oggi rinasco, e i primi fiati

Nerone, Poppea ->
<- Ottavia
Ottavia ->
<- Arnalta

Oggi sarà Poppea

Reggia di Nerone.

Nerone, Poppea, Amore, Venere, coro di grazie e amori
 

(Amor parimenti in cielo con Venere, grazie ed amori)

Ascendi, o mia diletta

[Passacaglia]

Per capirti negl'occhi

Nerone, Poppea, Amore, Venere, coro di grazie e amori
<- consoli, tribuni

[Sinfonia]

Consoli e Tribuni
A te sovrana augusta

[Sinfonia]

(Amore, Venere, le grazie e gli amori scendono dal cielo)

[Coro d'amori]

Scendiam, scendiamo

Or cantiamo giocondi

[Ritornello]

 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Scena ottava
Scena aerea con orizzonti bassi. Palazzo di Poppea; primo schiarir dell'alba. Città di Roma Villa di Seneca. Città di Roma. Giardino di Poppea. Città di Roma. Reggia di Nerone.
[Sinfonia I e II] [Ritornello] [Sinfonia] [Ritornello] [Ritornello] [Ritornello] [Ritornello] [Ritornello] [Ritornello] [Ritornello] [Ritornello] [Aria] [Ritornello] [Sinfonia] [Passacaglia] [Sinfonia] [Sinfonia] [Coro d'amori] [Ritornello]
Prologo Atto primo Atto secondo

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