Argomento

Paride figlio di Priamo re di Troia, trovandosi ospite appresso Menelao re di Sparta, rapì la famosa Elena consorte di questo, e la condusse nella sua patria. Malgrado le istanze fatte da Menelao, e dagli altri re della Grecia, negò Priamo di restituire la rapita principessa; per lo che confederatisi tutti i principi greci, unirono una possente armata per vendicare la comune ingiuria, creandone duce supremo Agamennone re d'Argo, e fratello di Menelao. Riunissi l'armata in Aulide per navigare verso Troia, ma i venti ostinatamente contrari impedirono d'eseguire l'intrapreso viaggio, così che disperando i greci di più giungere a Troia, e credendo dichiarati gli dèi a favore di Priamo, erano sul punto d'abbandonare l'impresa, quando un fatale oracolo dichiarò, che avrebbero avuti propizi i venti, qualora sacrificassero Ifigenia. Era questa figlia d'Agamennone, e promessa sposa d'Achille principe reale di Tessaglia.

Molti sono i drammatici componimenti tessuti su questo argomento, incominciando da Euripide, che l'ha trattato, infino a' giorni nostri. Ma essendo il soggetto per sé medesimo uno de' più interessanti, che possa esporsi sulla scena, non è meraviglia se tanti si sono invogliati di impiegarvi la penna. In modo diverso dagli altri si è cercato in questo componimento di condurre l'azione, togliendone però lo scioglimento dalla nota tragedia di Racine, che copiò egli stesso i suoi più bei pezzi da Euripide, e da Omero.

Atto primo Atto secondo Atto terzo

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