Atto terzo

 

Scena prima

Sala regia.
Elisena, e Teucro.

 Q 

Elisena, Teucro

 

TEUCRO

All'amistà di Ulisse  

io ne deggio l'arcano; e tu al mio amore.

ELISENA

Pur ti vedrò punita,

superba Ifigenia.

TEUCRO

Pria che tramonti il giorno, udrai sua morte.

ELISENA

Teucro, ne temo ancor. Si tace a' Greci

l'oracolo funesto.

Pietà, natura, e sovra ogni altro, o dio!

Sarà l'amor d'Achille in sua difesa.

TEUCRO

Troppo importa alla Grecia,

che mora Ifigenia. Chi può salvarla,

quando parli Calcante?

ELISENA

E s'egli tace?

Non tacerà Elisena.

TEUCRO

Dove te n' corri?

ELISENA

A divulgare al campo

il mal taciuto arcano.

TEUCRO

Ira feroce, e inopportuna ad atto

indegno or ti trasporta.

Lascia, che si maturi

l'evento, e poi risolvi. Io sarò teco.

ELISENA

Piacemi. Ancor per poco, ire, tacete.

 

TEUCRO

Non ti parlo di mia fede:  

non di amor; non di mercede.

Maggior fiamma or t'arde in seno.

Non affida a mar, che freme,

le sue merci, e la sua speme

buon nocchier; ma tempo aspetta

più tranquillo, e più sereno.

Non ti parlo di mia fede:

non di amor; non di mercede.

 

Teucro ->

 

Scena seconda

Elisena.

 

 

Fuor di questa, ch'io premo,  

reggia nemica io non trarrò le piante,

che più certo il destin d'Ifigenia

non mi si sveli. Il tutto

osserverò non osservata. Nulla

sfuggirà all'odio mio:

nulla al mio amor. Folle! Che dissi? Amore?

Più non lo dir. Sei troppo offeso, o core.

 

Vergogna, e dispetto  

scacciò dal mio petto

l'idea di un'ingrata

spietata beltà.

Fra l'ire e le morti

l'amai senza colpa;

ma dopo i miei torti

l'amarla è viltà.

Vergogna, e dispetto

scacciò dal mio petto

l'idea di un'ingrata

spietata beltà.

 

Elisena ->

 

Scena terza

Agamennone, e Clitennestra, da varie parti.

<- Agamennone, Clitennestra

 

CLITENNESTRA

(Con che intrepida fronte  

viene il crudel.)

AGAMENNONE

La figlia

si attende al tempio. A Clitennestra piace

non ubbidir. Sprezza il comando, e 'l nume.

CLITENNESTRA

Fuor della figlia altro mancava all'ara?

AGAMENNONE

Nulla: le vesti, le ghirlande, i fochi...

CLITENNESTRA

Di vittima non parli?

AGAMENNONE

E le giovenche apparecchiate ancora,

che da vergine man svenar si denno.

CLITENNESTRA

E le giovenche ancor?

AGAMENNONE

Sì. (Qual richiesta?)

 

Scena quarta

Ifigenia, e li suddetti.

<- Ifigenia

 

CLITENNESTRA

Di Agamennone figlia, e cara figlia,  

a tempo giugni, e attesa.

Or bacia al dolce padre,

che vuol condurti ei stesso

al tempio, all'imeneo, la regal destra.

AGAMENNONE

Che miro? O dio! Figlia, tu pieghi a terra

l'egre pupille? E piangi? E teco ancora

piange la madre? Iniquo,

Arcade disleal, tu mi tradisti.

(si abbandona sopra una sedia)

IFIGENIA

Padre, non ti turbar. Non sei tradito.

Da Ifigenia ubbidito

sarà il tuo cenno. Questa,

che è pur tuo dono, miserabil vita

puoi ripigliarti. Io lieta,

senza accusar te di spietato, e crudo,

saprò stender al ferro il collo ignudo.

AGAMENNONE

(Che affanno è il mio?)

IFIGENIA

Ma questo dal tuo labbro,

questo non attendea fiero comando

la tua, dirollo ancor, figlia innocente.

Signor, deh! ti sovvenga,

ch'io pria ti chiamai padre, e pria d'ogni altro

tu figlia mi chiamasti. O quante volte

strettami al seno, e cinte

al mio tenero collo ambe le braccia,

quante volte, il rammenta, a me dicesti:

quando fia mai quel giorno,

ch'io stesso ti accompagni a liete nozze,

e unita ti miri a illustre sposo?

Questo era il giorno. Io lo sperava almeno.

AGAMENNONE

(Mi scoppia il cor.)

IFIGENIA

Ma quali

son le mie nozze? Qual lo sposo? E quali

le faci maritali? Ecco tu stesso

al mio rogo le accendi,

e di questa mi privi amabil vita.

Ah! Se pietà non hai di me tua figlia,

pietà, signor, dell'infelice madre.

Vedi, che tutta si distilla in pianto.

Pietà ancor di te, che i tuoi gran pregi

col nome oscuri d'inumano, e d'empio.

Stendimi alfin la destra, indizio e pegno

(gli prende la mano)

di bontade, e di amore, ond'io la baci.

Fissa in questo mio volto,

qual già solevi, le amorose ciglia;

e in te mi addita il padre. Io son tua figlia.

CLITENNESTRA

(Ben ha di sasso il cor s'egli non cede.)

AGAMENNONE

Figlia, potessi pur con la mia morte

ricomprar la tua vita.

Ma sono avversi i numi. Il sol tuo sangue

chiedono irati. Io contra lor che posso?

Ceder convien. Giunta all'estremo, o figlia,

sei di tua vita. Un atto

degno di te lo chiuda. I numi stessi,

da cui sei condannata,

n'abbian rossore; e sia

l'ombra d'Ifigenia d'Ilio il terrore,

della Grecia l'amore.

Vieni, cor mio, mio sangue. Invita, e forte

prendi l'ultimo amplesso... e vanne a morte.

 

IFIGENIA

Più del cielo, e più del fato,  

padre amato,

mi fa fede il tuo dolore,

che innocente ho da morir.

In quest'ultimo congedo,

non ti prego più di vita:

sol ti chiedo

di dar pace al tuo martir.

Più del cielo, e più del fato,

padre amato,

mi fa fede il tuo dolore,

che innocente ho da morir.

 

Ifigenia ->

 

Scena quinta

Clitennestra, Agamennone.

 

CLITENNESTRA

Ben si vede, che prole  

sei del malvagio Atreo.

Come ti soffre il cor?...

AGAMENNONE

Donna, ti accheta.

Non farà il tuo gridar,

ciò che non fece

dell'infelice il pianto.

CLITENNESTRA

Mi vieti anche il dolermi?

AGAMENNONE

Mi è grave il far ciò che costretto io faccio,

e mi è grave il non farlo.

CLITENNESTRA

E qual necessità ti vuol crudele?

AGAMENNONE

Quella, che mi vuol misero.

CLITENNESTRA

Tu solo

fabbro sei di tua colpa, e di tua pena.

AGAMENNONE

Oh! Fosse in mio poter ciò che vorrei.

CLITENNESTRA

Per Elena no 'l fai? No 'l fai per Troia?

Pensi ad Elena, e Troia il tuo germano,

cui tanto preme la non casta moglie.

Con la sua Ermione ei la riscatti; e resti

alla patria, allo sposo, a noi la figlia.

AGAMENNONE

A noi chiedono questa i numi irati:

questa da noi vorranno i Greci armati.

CLITENNESTRA

La difenda il tuo amore, e quel di Achille.

AGAMENNONE

Temo la civil guerra, e la detesto.

CLITENNESTRA

Di', che temi depor scettro, e comando.

AGAMENNONE

Orsù, taci, e mi lascia.

CLITENNESTRA

Sola dunque a Micene, e disperata

ritornerò? Non lo pensar. Quand'altro

non possa il mio dolore,

a svenar ti prepara e figlia, e madre.

AGAMENNONE

Alla miseria mia basta un delitto.

CLITENNESTRA

Vedi bontà! Vedi innocenza! Iniquo!

L'uccisor della figlia

teme uccider la madre. Ah! Tu di lei,

io di me stessa ho già disposto. Addio.

Del mio morir solo l'arbitrio è mio.

 

Preparati a svenar e figlia, e madre,  

consorte, e padre,

ma senza amore,

senza pietà.

Sì, sì:

l'amor ti pervertì:

e nel tuo core

entrò col fasto

la crudeltà.

Preparati a svenar e figlia, e madre,

consorte, e padre,

ma senza amore,

senza pietà.

 

Clitennestra ->

 

Scena sesta

Agamennone.

 

 

Oh! Non avessi altro a temer, che lei,  

e l'alte sue querele. Ah! Figlia, figlia,

tu la mia tema sei, tu la mia pena.

Qual mi pregò? Qual pianse?

Paterne tenerezze, amor, natura

vi sento. Invan resisto. A voi mi dono.

Custodi, Arcade venga.

Assolvetemi, o dèi. Padre ora sono.

 

Scena settima

Arcade, Agamennone.

<- Arcade

 

ARCADE

Pronto al sovrano impero...

AGAMENNONE

Arcade, errasti

mal tacendo l'arcano. Io scuso un fallo,

cui la pietà fu consigliera, e guida.

Or con l'alma più fida

l'error correggi.

ARCADE

E che far debbo?

AGAMENNONE

Vanne,

ma tosto e fuor del campo

per la men nota via figlia e consorte

tornino in Argo; e tu le scorta. Io pure

da Calcante otterrò, che al nuovo giorno

sospenda il sacrificio.

ARCADE

Al regio cenno

non frammetto dimore.

(parte)

Arcade ->

 

AGAMENNONE

Quanto sei grande in cor di padre, o amore!

 

Qual quercia da più venti,  

da amor battuto, e d'ira

povero cor, respira

in breve calma.

Timor di dubbi eventi

non turbi quel riposo,

che dopo il tempestoso

nembo, che l'agitò, gode quest'alma.

Qual quercia da più venti,

da amor battuto, e d'ira

povero cor, respira

in breve calma.

 

Agamennone ->

 

Scena ottava

Bosco sacro di Diana.
Teucro con Soldati.

 Q 

Teucro, soldati

 

TEUCRO

D'aspidi, e serpi al velenoso morso  

trovò l'arte rimedio.

Ma dall'ira, e dall'odio

di femmina feroce

qual riparo v'è mai? Scorre Elisena

di tenda in tenda; e divulgando intorno

d'Ifigenia il destino, e la sua fuga,

mette il campo in tumulto. Ulisse è in armi.

Grida Calcante; e tutti

son d'Aulide i sentier chiusi, e guardati.

A me questa è commessa

segreta via... la miser se n' viene.

Compiangerla poss'io, ma non salvarla.

 

Scena nona

Clitennestra, Ifigenia, Arcade, e Teucro.

<- Clitennestra, Ifigenia, Arcade

 

ARCADE

Dal sacro orror di questa  

selva protetti, a miglior lido il passo

affrettiamo, o regina.

CLITENNESTRA

Il ciel ne arrida.

IFIGENIA

Il ciel vuol la mia morte. Ecco armi, e genti.

CLITENNESTRA

O bugiarde speranze!

ARCADE

O certi mali!

TEUCRO

Siamo, o donna real, vergine illustre,

egualmente infelici:

voi, cui soffrir convien casi sì acerbi;

io, che nunzio ne sono.

CLITENNESTRA

Teucro, che fia?

TEUCRO

Son tutti in arme i greci.

CLITENNESTRA

A che?

TEUCRO

Per la tua figlia.

CLITENNESTRA

Principio infausto di peggiore evento.

TEUCRO

E gridano, che a morte ella sia tratta.

CLITENNESTRA

Per qual sua colpa?

TEUCRO

Per voler de' numi.

CLITENNESTRA

Né a pro dell'infelice alcun si adopra?

TEUCRO

Quasi all'invitto Achille

fu periglio fatal la sua difesa.

IFIGENIA

Deh! Qual periglio e' corse?

TEUCRO

Di rimanerne lapidato, e ucciso.

IFIGENIA

Chi osò tanto misfatto?

TEUCRO

I greci tutti.

IFIGENIA

Né de' suoi Mirmidoni

il drappello fedel corse in sua aita?

TEUCRO

Fur questi i primi a minacciarlo; ed egli

resister non potendo, il piè ritrasse.

CLITENNESTRA

Chi nel campo commosse il fier tumulto?

 

Scena decima

Elisena, e detti.

<- Elisena

 

ELISENA

Vuoi saperne l'autor? Vedilo, o donna,  

in Elisena. Or tu, rival, superba

più non andrai de' miei disprezzi, ed onte.

CLITENNESTRA

O furia! O mostro!

ELISENA

Ecco gli arcieri, e Ulisse

lor capitano, e guida.

Qui per contender seco

(a Clitennestra)

né a te gioverà pianto

(a Ifigenia)

né a te innocenza.

TEUCRO

Io parto:

che a spettacol sì crudo il cor non regge.

(parte)

Teucro, soldati ->

 

CLITENNESTRA

(ad Arcade)  

Tu pur di Achille in traccia

vanne.

ARCADE

E al dolente padre, Aulide, ancora

sarai lido esecrando,

se potrai sopportar tanto misfatto.

(parte)

Arcade ->

 

Scena undicesima

Ulisse con Guerrieri, Clitennestra, Ifigenia, ed Elisena.

<- Ulisse, guerrieri

 

ULISSE

(a Clitennestra)  

Il crudo ufficio, ond'io qui venni, ho preso,

(ad Ifigenia)

non perché del tuo pianto, o del tuo sangue

vago mi sia: che ne ho pietà, qual deggio.

Parlan con le mie voci i greci tutti:

anzi parlano i numi. È lor comando

d'Ifigenia la morte.

Datti pace, o regina; e tu la fronte

piega all'alto decreto,

vergine generosa.

Ritrarsi, opporsi è un provocar gl'insulti.

Non ch'io cotanto ardisca;

ma costor non avrieno egual rispetto

a voi, del mio signor figlia, e consorte.

 

Scena dodicesima

Achille con Séguito, e li suddetti.

<- Achille, seguito di Achille

 

ACHILLE

Ben l'avranno ad Achille, o avranno morte.  

CLITENNESTRA

(L'alma respira.)

ULISSE

Achille, opra d'uom saggio

non è l'opporsi al cielo.

ACHILLE

E tollerar l'offese

opra non è d'uom forte.

ULISSE

Siati più a cor la patria...

ACHILLE

Eh! non ascolto

chi fabbro è di menzogne.

ULISSE

So usar, quando convenga, e lingua e braccio.

ACHILLE

Di questo or ti fia d'uopo.

ULISSE

E questo or s'armi.

 
(danno di mano alle spade)
 

ELISENA

(Crescon le risse, e gli odi.)

ULISSE E ACHILLE

All'armi, all'armi.

ELISENA

(Io qui mi celo, e ascolto.)

(si ritira)

IFIGENIA

Duci, fermate. Ifigenia ve n' prega.

Uditemi, e se cose

dirò dalle passate assai diverse,

le dirò, qual chi scosso

da lungo sonno, apre le luci, e vede

non pria veduti oggetti.

Ecco che in me tien fissi

gli occhi la Grecia tutta. Aure propizie

ella attende a' suoi legni:

vittoria a' suoi guerrieri; e vedrà in breve

Paride estinto, Ilio disfatto ed arso.

Tutto, tutto avverrà con la mia morte.

Di tanti, che qui sono uomini eletti,

qual v'è mai che paventi,

o rifiuti la morte? Io tanto vile

sarò, che timor n'abbia?

E di sì degna impresa arresti il corso?

O ignominia! O rimorso

peggior di morte! Andiamo, Greci, andiamo.

Figlia son della patria.

Ecco il petto, ecco il capo. Applaudo al colpo,

che a voi rechi salute, a me dia gloria.

Questi, questi saran pregi immortali.

La mia dote, i miei figli, i miei sponsali.

ULISSE

O fortezza! O virtù di nobil alma!

ACHILLE

Me presente, e me sposo, aperta e piana

pensi la via, che ti conduca a morte?

No, no: morrò per te, se tu ricusi

di viver meco.

IFIGENIA

Ah! Questo,

questo dell'alma era il desio più caro,

viver di Achille. Aspro destin ce l' vieta.

Soffrilo in pace. Vivi,

pugna, vinci, trionfa. Il sangue mio

t'innaffierà gli allori.

Questa della tua fede ultima prova

ti chiedo: vivi; o s'altro

mi resta, onde pregarti, ad Elisena

rendi la libertà, rendi il suo regno.

Io perdono al tuo sdegno:

ella almeno perdoni al cener mio.

Addio, mio sposo: addio per sempre, addio.

ACHILLE

Un addio sì funesto io non ricevo.

La mia gloria, e 'l mio amor vuol, che tu viva;

o che teco io pur cada;

né cadrò solo. Al tempio

ti precedo, e ti attendo.

Nulla prometter posso,

se di tutto dispero.

In faccia al padre, al sacerdote, al nume

farem ciò che richiede

a te virtude, a me valore, e fede.

 

Sposa, addio: ma questo, o cara,  

non sarà l'estremo addio,

che il cor mio ~ prenda da te.

In sì amara ~ iniqua sorte

sarai tolta a ingiusta morte

o dal cielo, oppur da me.

Sposa, addio: ma questo, o cara,

non sarà l'estremo addio,

che il cor mio ~ prenda da te.

 

Achille, seguito di Achille, Elisena ->

 

Scena tredicesima

Ifigenia, Clitennestra, Ulisse.

 

IFIGENIA

O dio! Parte sdegnoso, e 'l suo furore,  

quant'ella sia, mi fa sentir la morte.

ULISSE

Vergine, al sacro ingresso

stanno armati i più forti

del nostro campo, e ne sia escluso Achille.

Rassicurati. In lui

d'Ifigenia vivrà gran parte. L'altra

ne avrà la gloria: e la più vil sia spenta.

IFIGENIA

(ad Ulisse)

Or morrò più tranquilla, e più contenta.

(a Clitennestra)

Madre, è già tempo... Ah! Madre,

perché tacita inondi

di lagrime le gote?

CLITENNESTRA

È giusto il pianto

in madre sconsolata.

IFIGENIA

L'avermi generata

non a te sol, ma alla comun salute,

sia tuo conforto, e pace.

CLITENNESTRA

Rifiuto ogni conforto, e ne dispero.

IFIGENIA

Fammi cor, te ne prego, e di umil figlia

gli ultimi voti adempi.

CLITENNESTRA

Ben sai, ch'ogni tuo prego a me fu legge.

IFIGENIA

Morta ch'io sia, non oltraggiar tue gote,

non lacerar tue chiome, e bruno ammanto

le tue membra non cuopra.

Per chi muor per la patria, è ingiusto il pianto.

Le dilette sorelle, e 'l dolce Oreste

bacia per me. Ma più che d'altro, o madre,

ti prego, al caro padre

non rinfacciar mia morte,

e qual sempre l'amasti, amalo ancora.

CLITENNESTRA

No: converrà, che ognora

odi il tuo, più che padre,

carnefice spietato.

IFIGENIA

Salvarmi egli volea. No 'l volle il fato.

CLITENNESTRA

Altro per te far deggio?

IFIGENIA

Serba la mia memoria. Io parto, o madre.

Chi di voi mi accompagna al tempio, al rogo?

ULISSE

Sarà tua guida Ulisse.

CLITENNESTRA

Io pur ti seguirò, misera figlia.

ULISSE

Questo ti vieta il tuo signore, e sposo.

CLITENNESTRA

Senza tormi di vita

staccarmi non potrai da questi panni.

IFIGENIA

Madre, rimanti. A vista

io sarei del tuo pianto assai men forte.

Più temo il tuo dolor, che la mia morte.

 

Madre diletta, abbracciami.  

Più non ti rivedrò.

Perdona al genitore.

Conservami il tuo amore.

Consolati: non piangere;

e in pace io morirò.

Madre, rimanti. A vista

io sarei del tuo pianto assai men forte.

 

Ifigenia ->

 

Scena quattordicesima

Clitennestra, Ulisse.

 

CLITENNESTRA

Ferma. O dio! Qual mi lasci... Io manco... Io moro...

(sviene, ed Ulisse la sostiene)
 

ULISSE

La misera vien meno.

Voi seguite la figlia. Io questo deggio

pietoso ufficio alla regina vostra.

(partono le guardie dietro Ifigenia)

guerrieri ->

 

 

Sovra questo si posi  

rustico seggio. O numi,

val tanto Elena, e Troia?

(la posa sopra uno sterpo appoggiata ad un albero)

 

Erto, e scosceso è 'l colle,  

su cui si estolle

il tempio eccelso

del merto, e dell'onor.

Non poggia all'alte cime

valor sublime,

se pria non lassi

tra sterpi e sassi

orme ben grandi

di sangue, e di sudor.

Erto, e scosceso è 'l colle,

su cui si estolle

il tempio eccelso

del merto, e dell'onor.

 

Ulisse ->

 

Scena quindicesima

Clitennestra.

 

 

Figlia, figlia, ove sei?  

Tu senza me correr' a morte? In vita

io senza te qui rimanermi? E al pianto?

Ferma. Ah! Tu non mi ascolti, e forse or cadi.

(si leva)

Ecco in quest'ora, in questo

punto la mano, e 'l ferro

alza l'empio ministro. In questo il vibra

nella tenera gola. In questo spira

l'alma innocente. Ascondi, Febo, ascondi

in notte eterna il giorno.

Altre volte gli Atridi

tu han costretto a fuggir, colmo di orrore,

per non mirar meno esecrando eccesso.

E tu, ferro crudel, dopo la figlia

vieni, e me pure uccidi. È quello, è questo

lo stesso sangue. Qual pietà te arresta?

Qual furor me sospinge?

Già vengo. Già mi appresso.

Già sono all'ara. Al sordo

nume, all'empio marito

già sugli occhi mi sveno; e della figlia

sul caro busto esangue

m'esce tra i freddi baci e l'alma, e 'l sangue.

 

Ah! Che, se fossi estinta,  

non sentirei così

la fiera doglia mia

peggior di morte.

Ma, se la cara figlia,

ch'era il mio cor, morì,

esser non può che sia

del fiero mio dolor l'alma più forte.

Ah! Che, se fossi estinta,

non sentirei così

la fiera doglia mia

peggior di morte.

 

Clitennestra ->

 

Scena sedicesima

Piazza d'Aulide con gran facciata di tempio. Navi in lontano.
Elisena, e Teucro.

 Q 

Elisena, Teucro

 

ELISENA

Asta vibrata si richiama invano.  

Un tardo pentimento

non ripaga la piaga, e non la sana.

TEUCRO

Tant'ira in te poc'anzi

contro dell'infelice? Ora per lei

tanto dolor?

ELISENA

Mi ha vinta

la tua miseria, e più la sua virtude.

TEUCRO

Nobil pietà.

ELISENA

Quanto l'invidio! O quanto!

Ella muor tra gli applausi

di tutta Grecia, e con l'amor di Achille.

TEUCRO

E quest'amor fa la tua pena.

ELISENA

Ah! Teucro,

una forza maggior, ch'io non intendo,

mi chiama all'ara infausta. Ivi gli dèi,

chissà? Fine imporranno a' mali miei.

 

Nell'anima agitata  

si svegli un non so che,

che mi rapisce a sé.

È invidia? È sdegno? È amor?

È gelosia? È furor?

Vorrei; ma ne ho timor.

Temo; né so perché.

 

Elisena ->

 

Scena diciassettesima

Clitennestra, Teucro.

<- Clitennestra

 

CLITENNESTRA

Perfidi, a me si vieta  

l'ara profana? A me la figlia estinta?

Tanto si teme il mio dolor?

TEUCRO

Regina...

CLITENNESTRA

Eolo, scatena gli Austri più feroci;

apriti, o mare, in più profondi abissi.

T'irriti, e non ti plachi

l'orrendo sacrificio. Ecco che il cielo

tuona, balena, fulmina.

Trema la terra. Un dio,

un dio vendicator per me combatte.

 

Scena diciottesima

Arcade, e detti.

<- Arcade

 

ARCADE

Sì: combatte per te. Già 'l grande Achille  

co' suoi Tessali in fuga

messi ha i custodi. Egli è all'altare, e al fianco

d'Ifigenia. Grida, minaccia, freme.

Sospeso è 'l sacrificio. Il re tuo sposo

per non veder la strage,

o per celare il pianto,

sta del suo regio manto

coperto il volto. In mano

allo stesso Calcante

trema la scure, e sembra,

ch'ei la vittima offerta

tema ferire, o che ne cerchi un'altra.

Andiam, regina. Il tuo campion ti attende,

per renderti la figlia.

CLITENNESTRA

Arcade, andiamo.

Ma non è questi Ulisse? O quali in volto

segni di gioia ei porta!

Sì: ch'egli è desso. Ah! Che mia figlia è morta.

 

Scena diciannovesima

Ulisse, e li suddetti.

<- Ulisse

 

ULISSE

No: ti consola. Vive,  

vive tua figlia.

CLITENNESTRA

Ulisse,

è viva Ifigenia? Vive mia figlia?

ULISSE

Vive tua figlia. Ifigenia morendo

placò la dea: l'aure ci rese amiche

CLITENNESTRA

O sempre falso Ulisse! O sempre infausto!

ULISSE

Né più verace mai, né mai fui nunzio

di più lieti successi.

Ifigenia morì. Vive tua figlia.

CLITENNESTRA

Vive, il so, negli Elisi ombra infelice.

ULISSE

Spira quest'aure, e veste

di carni, e d'ossa il bel corporeo velo,

e fia sposa ad Achille.

CLITENNESTRA

Ma come e viva, e morta? Io non intendo.

ULISSE

In Elisena è morta

un'altra Ifigenia.

TEUCRO

Morta Elisena?

Sacrificio crudel! Teucro infelice!

(parte verso il tempio)

Teucro ->

 

ARCADE

Spesso il riso dell'un pianto è dell'altro.  

CLITENNESTRA

Ma come?

ULISSE

Odi prodigio, e l'alma accheta.

Tutto fremea nel tempio. Achille, e i greci

già stringevano il ferro:

quand'ecco entra Elisena. Allor Calcante,

che pria sembrava timoroso, e incerto,

prende novello aspetto; e pien del nume,

che l'agitava, in voce alta, e tremenda

gridò: Fermate. Il cielo

per mia bocca a voi parla. Un altro sangue

d'Elena ei chiede, e un'altra Ifigenia.

Ella è presente. A lei

Elena è madre. Di segrete nozze

l'ebbe da Teseo, e Ifigenia chiamolla.

Io ne fui testimonio. Io d'allor la vidi,

ch'elle perir dovea, quando col nome

d'Ifigenia fosse svelato a' Greci

il suo fato, e 'l suo sangue.

Quindi con altro nome a tutti crebbe,

ed a te stessa ignota. Or qui l'ha tratta

il suo destino. Eccola, o greci.

Questa è l'Ifigenia dal ciel richiesta.

ARCADE

O strano caso!

CLITENNESTRA

O meraviglia!

ULISSE

Immoto

resta ciascun: poi gli occhi

corrono tutti ad Elisena. A terra

ella tenendo i suoi, stavasi in atto

pensoso, sì, ma non scomposto, e grave.

Se le appressa Calcante.

Morte le annuncia, e per condurla all'ara

già stende il braccio. «Lungi,»

grida Elisena, «lungi,

senza l'empia tua mano

saprò morir, né smentirò qual sono.»

disse, e di nobil ira accesa in volto,

corre all'altare, e 'l sacro

coltel ne afferra, e se lo immerge in seno.

E cade, e versa il sangue, e muor da forte,

e fiera sul bel volto è ancor la morte.

CLITENNESTRA

Sparga or tra l'ombre le sue furie ultrici.

ULISSE

Al suo cader tuona, e balena il cielo.

Di luce più serena

l'aria sfavilla. Agitan l'aria i venti.

Il mar lieto ne mugge, e un grato orrore

occupa tutti. Ecco già s'apre il tempio;

e tra gli applausi, e i viva

n'esce la degna coppia

e più amante, e più illustre, e più giuliva.

 
(s'apre il tempio)
 

Scena ultima

Agamennone, Ifigenia, Achille, séguito di Greci, e i suddetti.

<- Agamennone, Ifigenia, Achille, seguito di greci

 

CORO

Gli avversi fati  

son già placati.

Gode, e trionfa

virtù, ed amor.

 

PARTE DEL CORO

Ai giochi, ai canti,

felici amanti,

dopo il sofferto

rischio, e dolor.

 

L'ALTRA PARTE

A Troia, a Troia,

forti guerrieri.

Sia tutto in gioia

fede, e valor.

 

CORO

Gli avversi fati

son già placati.

Gode, e trionfa

virtù, ed amor.

 

CLITENNESTRA

Vieni ai materni amplessi,  

diletta figlia.

IFIGENIA

O cara madre!

CLITENNESTRA

O specchio

e di amore, e di ardir, Pelide invitto,

qual dono a me tu rendi?

Qual bene a te serbasti?

AGAMENNONE

Non più inutili indugi. A noi seconde

ecco son l'aure, e l'onde.

ACHILLE

Or tremi Priamo, e la superba reggia.

ARCADE

O giorno fortunato!

IFIGENIA

O amore!

CLITENNESTRA

O gioia!

TUTTI

Alle navi, alle navi. A Troia, a Troia.

 

IFIGENIA E ACHILLE

A noi seconde  

son l'aure, e l'onde.

Al frigio lido

passi il terror.

 

CORO

Son già placati

gli avversi fati.

Gode, e trionfa

virtù, ed amor.

 
Licenza.
 

LICENZA

Parte, e d'Ilio trionfa il forte Atride;  

ma sono i suoi trionfi,

più che di sua fortezza,

premio di sua virtù. Serve con merto

ai comandi del nume, e ottien vittoria.

Grande, o Carlo, è tua gloria,

perché più grande è tua pietà. Fortuna

non combatte per te. Per te, che reggi

col cielo i voti tuoi, milita il cielo.

Ei ti dà regni in guerra, ei regni in pace;

e umile in tua grandezza,

tu serbi de' suoi doni un cor più grande;

e fai più meritar di quel, che ottieni.

Quindi il tuo nome augusto

è de' cesari il fregio. Ovunque ei s'ode,

o si teme, o si applaude; e già la fama

che sol de' fasti suoi suona, e rimbomba,

stanco ha 'l volo per lui, rauca la tromba.

 

La vittoria    

segue, o Carlo, i tuoi vessilli;

e la gloria

posa all'ombra de' tuoi lauri.

Tu con l'armi, e con le leggi

tal ci reggi,

e ci difendi,

che ne rendi

l'età d'oro, e la restauri.

La vittoria

segue, o Carlo, i tuoi vessilli;

e la gloria

posa all'ombra de' tuoi lauri.

S

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PARTE DEL CORO

Nel nome augusto

si onori, e canti

il saggio, il giusto,

il vincitor.

 

L'ALTRA PARTE

Ma la grand'alma

più esulta, e gode,

che di sua lode,

del nostro amor.

 

TUTTI

Nel nome augusto

si onori, e canti

il saggio, il giusto,

il vincitor.

 

Agamennone, Ifigenia, Achille, seguito di greci, Ulisse, Arcade, Clitennestra ->

Segue il ballo de' Marinari.

<- marinari

 

Fine (Atto terzo)

Atto primo Atto secondo Atto terzo

Sala regia.

Elisena, Teucro
 

All'amistà di Ulisse

Elisena
Teucro ->

Fuor di questa, ch'io premo

Elisena ->
<- Agamennone, Clitennestra

Con che intrepida fronte

Agamennone, Clitennestra
<- Ifigenia

Di Agamennone figlia, e cara figlia

Agamennone, Clitennestra
Ifigenia ->

Ben si vede, che prole

Agamennone
Clitennestra ->

Oh! Non avessi altro a temer, che lei

Agamennone
<- Arcade

Agamennone
Arcade ->

Agamennone ->

Bosco sacro di Diana.

Teucro, soldati
 

D'aspidi, e serpi al velenoso morso

Teucro, soldati
<- Clitennestra, Ifigenia, Arcade

Dal sacro orror di questa

Teucro, soldati, Clitennestra, Ifigenia, Arcade
<- Elisena

Vuoi saperne l'autor? Vedilo, o donna

Clitennestra, Ifigenia, Arcade, Elisena
Teucro, soldati ->

Tu pur di Achille in traccia

Clitennestra, Ifigenia, Elisena
Arcade ->
Clitennestra, Ifigenia, Elisena
<- Ulisse, guerrieri

Il crudo ufficio, ond'io qui venni, ho preso

Clitennestra, Ifigenia, Elisena, Ulisse, guerrieri
<- Achille, seguito di Achille

Ben l'avranno ad Achille, o avranno morte

Clitennestra, Ifigenia, Ulisse, guerrieri
Achille, seguito di Achille, Elisena ->

O dio! Parte sdegnoso, e 'l suo furore

Clitennestra, Ulisse, guerrieri
Ifigenia ->

Clitennestra, Ulisse
guerrieri ->

Sovra questo si posi

Clitennestra
Ulisse ->

Figlia, figlia, ove sei?

Clitennestra ->

Piazza d'Aulide con gran facciata di tempio; navi in lontano.

Elisena, Teucro
 

Asta vibrata si richiama invano

Teucro
Elisena ->
Teucro
<- Clitennestra

Perfidi, a me si vieta

Teucro, Clitennestra
<- Arcade

Sì: combatte per te. Già 'l grande Achille

Teucro, Clitennestra, Arcade
<- Ulisse

No: ti consola. Vive

Clitennestra, Arcade, Ulisse
Teucro ->

Spesso il riso dell'un pianto è dell'altro

(s'apre il tempio)

Clitennestra, Arcade, Ulisse
<- Agamennone, Ifigenia, Achille, seguito di greci

Vieni ai materni amplessi

Ifigenia e Achille, poi Coro
A noi seconde

Parte, e d'Ilio trionfa il forte Atride

Agamennone, Ifigenia, Achille, seguito di greci, Ulisse, Arcade, Clitennestra ->
<- marinari

(ballo de' marinari)

 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Scena ottava Scena nona Scena decima Scena undicesima Scena dodicesima Scena tredicesima Scena quattordicesima Scena quindicesima Scena sedicesima Scena diciassettesima Scena diciottesima Scena diciannovesima Scena ultima
Porto di Aulide ingombrato dalle navi, e dalle tende de' Greci, tutte illuminate di notte alla... Cortile dinanzi al palazzo di Aulide. Passeggio di verdura nel giardino reale. Sala regia. Bosco sacro di Diana. Piazza d'Aulide con gran facciata di tempio; navi in lontano.
Atto primo Atto secondo

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