Atto secondo

 

Scena prima

Fuga di camere.
Annio, indi Voadice.

 Q 

Annio

 

ANNIO

E dunque a suo talento  

fuggir potrà la bella

vedova di Sabin?

 

<- Voadice

VOADICE

Annio, che cerchi  

in quelle stanze?

ANNIO

Ov'è Epponina?

VOADICE

A Roma

per or venir non deve. Onde potrà

risparmiar le tue cure.

ANNIO

Il so.

VOADICE

Pietoso

Tito si arrese alfin de' mali suoi;

e se lo fa, dunque partir tu puoi.

ANNIO

Non tanta, Voadice,

franchezza in favellar. Altro non vede,

che falsi sogni, e strani

chi mai del ciel non penetrò gli arcani.

 

Torbido mar che freme  

alle querele, ai voti

del passegger che teme

sordo così non è.

(parte)

Annio ->

 

Scena seconda

Voadice, ed Arminio.

<- Arminio

 

ARMINIO

Il parlar di costui  

velato è di mistero...

VOADICE

Ecco il mio bene.

ARMINIO

Improvvise vicende

da te mi allontanano: e deggio ancora

per poco abbandonarti;

ma non temer mia vita. Io penso solo

a farmi degno di te.

VOADICE

Ma non vorrei,

che m'obliassi un dì. Se tu cominci

a lasciarmi così...

ARMINIO

Paventi invano;

io t'amo e t'amerò. Così mi sei

presente, ancor lontana,

che per incanto, o per virtù d'amore.

Nemmen m'avveggo, di sì dolce errore.

 

Da quel dì ch'io ti mirai  

già perdei per te la pace.

E ancor ardo a quella face

come fosse il primo dì.

Così poi nel cor t'ho impressa

per virtù dell'amor mio,

ch'oltre l'onda dell'oblio,

t'amerò sempre così.

(parte)

Arminio ->

 

Scena terza

Voadice, indi Annio.

 

VOADICE

Or dove va il mio bene?  

 

<- Annio

ANNIO

Ascolta Voadice.  

VOADICE

Annio, che vuoi?

ANNIO

Dunque Epponina...

VOADICE

Non è qui.

ANNIO

Poss'io

teco venir?

VOADICE

(Quanto è importuno.) Addio.

(parte)

Voadice ->

 

ANNIO

Dell'amor mio l'arcano  

convien celar, se no il mio colpo è vano.

(parte)

Annio ->

 
 

Scena quarta

Parte solitaria d'un giardino.
Sabino, poi Arminio.

 Q 

Sabino

 

SABINO

Questo pure il momento esser dovria  

per maturar l'impresa;

ma qui ancora non veggo

l'amico Arminio... Ah forse...

tutto temer convien.

 

<- Arminio

ARMINIO

Amico, è giunto  

l'opportuno momento, e i tuoi seguaci

non attendon che te.

SABINO

Vanne; da lungi

per l'ignoto cammin ti seguo... ah senti:

se al destino io cedessi, alla mia sposa,

ai pargoletti figli

non dir, ch'estinto io sia...

ARMINIO

Non più dimore. Andiam.

(parte)

Arminio ->

 

SABINO

Vengo. Ma oh dio!  

Or di padre, or di sposo in tal momento

nel più vivo del cor le voci io sento.

(parte, ma poi s'arresta)

 

Scena quinta

Epponina, Annio, Sabino, indi Tito con Guardie.

<- Epponina, Annio

 

EPPONINA

Lasciami.  

ANNIO

Non temer.

EPPONINA

Dove mi guidi?

ANNIO

Al tuo consorte.

SABINO

A qual consorte, indegno

lasciala, o che t'uccido.

ANNIO

Olà, d'un passo

se t'avanzi, o Sabin, queste le immergo

nudo ferro nel cor.

 

<- Tito, guardie

TITO

Che fai?  

ANNIO

Difendo,

signore il tuo tesoro. A te rapirla

costui volea.

SABINO

Come.

EPPONINA

Signor...

ANNIO

(Se parli

scopro a Tito il tuo sposo.)

TITO

A' miei favori

corrispondi così? Così rispetti

la sposa di Sabino? Alle mie tende

si conduca il fellon.

SABINO

(accennando a Epponina)

Perché? Di quella...

TITO

Chetati.

SABINO

Io sono...

TITO

Un traditor tu sei.

EPPONINA

(Infelice Sabin!)

SABINO

Barbari dèi.

(parte con Annio fra le guardie)

Sabino, guardie, Annio ->

 

TITO

Lascia di sospirar. Gli oltraggi tuoi  

vendicati saran.

EPPONINA

Taci, m'uccidi

favellando così. Che mai vi feci

numi del ciel; se il pianto

per placar più non basta

i vostri sdegni, e l'ire.

Numi crudeli, converrà morire.

 

Con qual core, o dio, potrei  

al mio ben mancar di fé?

Tu che il chiedi ingiusto sei

alle leggi, al mondo, a me.

Mi serbate dunque o dèi

questa barbara mercé.

(parte)

Epponina ->

 

Scena sesta

Tito, Voadice, indi Annio.

<- Voadice

 

TITO

Che sventura fatal!...  

VOADICE

Prence, soccorri

la misera Epponina...

TITO

Ah non so come...

 

<- Annio

ANNIO

Corri, o signor.  

TITO

Che fia?

ANNIO

Nel trarre al campo

quel prigionier, m'avvenni

in una schiera ostil. Me 'l tolse, appena

io mi potei salvar. Da lungi intesi

poi di voci, e di trombe

tutto il campo suonar.

TITO

Chi mai potrebbe

le mie schiere assalir! Per altra parte,

Annio, t'affretta. Va': se puoi, raffrena

la militar licenza. I passi tuoi

di volo io seguirò.

ANNIO

Vado.

(parte)

Annio ->

 

VOADICE

Se parti,  

d'Epponina, o signor, chi resta, oh dio,

chi resta in sua difesa.

TITO

Il braccio mio.

Dille, che pensi loro,

a rasciugar quel pianto, e a me la cura

lasci del suo destin. Mi basta solo,

che mi sia grata, e dille,

che generoso ho il cor; ma dille ancora,

che vile io non fui mai: che se taluno

meco ingrato si rese

ebbi costanza in vendicar l'offese.

 

Tigre ircana in selva ombrosa  

coll'oggetto del suo affetto

non è fiera, ma pietosa

spira pace, e chiede amor.

Ma se ascolta a sé vicina,

micidial nemica voce

rugge, freme, e più feroce

sangue, stragi, e la ruina

può temerne il cacciator.

(parte)

Tito ->

 

VOADICE

Oh quanti in questo giorno  

stanno affanni e timori a me d'intorno.

(parte)

Voadice ->

 
 

Scena settima

Veduta interiore del castello di Langres.
Notte.
Sabino, ed Arminio.

 Q 

Sabino, Arminio

 

SABINO

Tutto è perduto, amico.  

Fuggi tu almen. Salva i tuoi dì, ch'io vado

a morir co' miei figli.

ARMINIO

In questa tomba

dunque finir tu déi

i giorni tuoi?

SABINO

Non v'è più speme. Ah senti.

Di' almeno alla mia sposa...

ARMINIO

Ecco il nemico.

Celati, per pietà,

se no perduto sei.

(parte)

Arminio ->

 

SABINO

Sarete alfin contenti, ingiusti dèi!

(parte)

Sabino ->

 

Scena ottava

Tito, ed Annio, con seguito di Soldati con faci.

<- Tito, Annio, soldati

 

TITO

Vedesti quel guerrier?  

ANNIO

Sì fra quei sassi

ei si celò.

TITO

Perfido! Fin nel campo

venirmi ad assalire?

Si cerchi.

ANNIO

Ei di qui lungi

esser molto non dée. Ma qual è questa

mezza ascosa fra sassi antica porta?

TITO

Aprasi.

ANNIO

Oh numi! Un sotterraneo albergo!

E chi abitar potrebbe

tenebre sì profonde?

TITO

Entrate pur miei fidi,

forse là dentro il traditor s'asconde.

 
(entrano tutti)

Tito, Annio, soldati ->

 
 

Scena nona

Volte sotterranee, sostenute da un colonnato mezzo devastato dal tempo, a cui si scende per una gran scala.
Sabino, indi Tito, ed Annio con guardie con faci accese, poi Epponina.

 Q 

figli di Sabino

<- Sabino

 
(i figli di Sabino distesi sopra un sasso in fondo del sotterraneo, vedendo scendere il padre dalla scala gli corrono incontro ad abbracciarlo in mezzo della scena)

SABINO

Venite, oh miei figli. Al vostro sen stringete    

il più misero padre. Oh ciel, che miro!

Qual di notturne faci

insolito splendor! Questi è il nemico.

Oh padre sventurato!

Nessun s'appressi, o che cadrà svenato.

S

 

<- Tito, Annio, soldati

TITO

(dalla scala incontro a Tito)  

Numi! In che orrendo albergo

si cela il traditore!

Empio, cedi quel ferro.

(disceso sulla scena)

SABINO

Invan lo chiedi.

ANNIO

(accennando di uccidere i figli)

Cedilo, o in questi petti

immergo il mio.

SABINO

(Che barbaro destino!)

 

<- Epponina

EPPONINA

Fermati. Ah figli miei!  

(si getta fra Annio, e i figli, e gli abbraccia)

TITO

Come! Tu dunque sei?...

SABINO

Sì, son Sabino.

TITO

Perfido! Questa volta

tenti salvarti invano.

SABINO

Non dubitar, crudele. Ecco in tua mano

l'intera di Sabino

sventurata famiglia. I nostri gridi

non ti faccian pietà. Ferisci, uccidi,

e comincia da me.

TITO

Dunque non temi

il mio acceso furore?

SABINO

Anzi lo sfido. E perché invan non cada

io mi disarmo. Eccoti ancor la spada.

(getta la spada)

EPPONINA

(Perder ti vuoi...)

(a Tito)

Perdona,

signor questi trasporti

del suo dolor.

TITO

Più non t'ascolto.

EPPONINA

Oh dio!

Or che farò! Venite amati oggetti

del misero mio core.

(fa inginocchiare i figli avanti a Tito)

A' piedi suoi

voi piangete per noi. Prence, rimira

quell'innocente età.

SABINO

Che fai mia sposa?

(solleva da terra i figli)

Così a' piè d'un tiranno

il mio sangue avvilisci?

TITO

Ah questo è troppo!

Più tollerar non voglio.

Quel minaccioso orgoglio

farò ben io tremar. Annio, si serbi

al mio sdegno costui.

Lo fido a te. Nella prigion più orrenda

separato da ognun, la morte attenda.

(parte)

Tito ->

 

SABINO

Sposa.  

EPPONINA

Consorte.

SABINO

Che momento è questo.

EPPONINA

Per raffrenarsi in così amaro passo

converrebbe mia vita essere un sasso.

SABINO

Abbia fine una volta

questa vita infelice. Io già lo sento,

quel che invita alla tomba,

orribile di morte atro lamento.

(in atto di partire)

E intorno errar mi veggo

lo stuol funesto delle larve orrende

sì, v'intesi, e vi seguo ombre tremende.

(si rivolge ai suoi figli, e alla sposa)

Ah perché mi guardate. A' vostri sguardi

il mio cor s'arrestò.

ANNIO

Seguimi, indegno.

(alle guardie)

E voi dal fianco suo

dividete costor.

SABINO

Barbaro, aspetta

un sol momento ancor. Ma voi piangete!

Misero! E quale istante

è mai questo per me? Vi lascio, oh dio

e vi lascio per sempre. Io vado a morte.

Addio, miei cari figli, addio, consorte.

 

Cari figli, un altro amplesso;    

dammi oh sposa, un altro addio.

Cari pegni del cor mio

ah non posso, oh dio, lasciarvi,

né celarvi il mio dolor.

Ma convien, ch'io vada a morte,

così vuol l'avverso fato.

Ah tu perdi il tuo consorte,

voi perdete il genitor.

Che momento sventurato

di spavento, e di terror.

S

Sfondo schermo () ()

 
(Sabino parte, Epponina ed i figli la vogliono seguire, le guardie gli trattengono, e partono separatamente piangendo)

Sabino, figli di Sabino, Epponina, soldati, Annio ->

 
 

Scena decima

Bosco.
Voadice, e Tito.

 Q 

Voadice, Tito

 

VOADICE

E Tito avrà tal core  

d'incrudelir contro un eroe, che vinto

fu dalla frode, e di volerlo estinto?

Questo non fu il costume

del popolo romano.

TITO

A te non rendo

ragion del mio voler. È sempre giusto

il castigo degl'empi.

VOADICE

Intendo, intendo.

Negando a lui difesa,

tu vendichi te stesso

non la ragione del trono, o Roma offesa.

 

Quell'ira che invano  

celar tu pretendi

d'un core romano

il pregio non è.

È degno un sovrano

allora del regno

che frena lo sdegno

che accorda mercé.

(parte)

Voadice ->

 

Scena undicesima

Tito, poi Epponina, indi Voadice.

 

TITO

Sin che vive Sabino  

non è sicuro il trono e sarà Tito

infelice in amor.

 

<- Epponina

EPPONINA

Signor tu vedi  

l'infelice Epponina

supplice ai piedi tuoi. Senza lo sposo

viver non posso e non dovrei potendo;

usa di tua virtù, rendi Sabino

alla sua grotta, ai figli, alla consorte,

o lascia pur che uniti andiamo a morte.

TITO

Tali sensi, Epponina,

non son degni di te. Sai che t'adoro

e parli di morir?

EPPONINA

Così tu parli,

giudice ingiusto, ad un'afflitta sposa?

TITO

Di me ti lagni a torto,

lagnati di Sabin.

 

<- Voadice

VOADICE

Sabino è morto.  

EPPONINA

Ahimè!

(sviene)

TITO

Spiegati. Come?  

VOADICE

Ei dalla torre

tentò salvarsi e dalle mura un salto

avventurò: una voce

sparse che morto ei sia.

TITO

Vanne e riporta

più certi avvisi.

VOADICE

Vado, il ciel pietoso

a me renda il germano, a lei lo sposo.

(parte)

Voadice ->

 

Scena dodicesima

Epponina e Tito, indi Annio con Sabino incatenato fra Guardie.

 

TITO

Consolati, Epponina,  

che se perdi colui, v'è chi ti adora.

EPPONINA

Lascia, barbaro cor, lascia ch'io vada

lungi dagli occhi tuoi

a sfogare il mio duol... Ma, oh dèi, che veggo,

Sabino!

 

<- Sabino, Annio, guardie

SABINO

Ah sposa!  

EPPONINA

Ah sposo!

ANNIO

Signor, s'io non occorro,

con l'aiuto dei suoi già se n' fuggia

dal carcere costui.

TITO

V'è ancor ch'ardisca

ostilità tentar? Va', si distrugga

chi porta ombra di reo.

ANNIO

Vado.

(parte)

Annio ->

 

TITO

Sabino,

è giunto alfin quel tempo

di piegare la fronte

al romano poter.

SABINO

Ch'io pieghi il fronte

ai tiranni del mondo?

TITO

Ah tu, Epponina,

fa' che ceda il consorte.

EPPONINA

Invan lo speri.

TITO

Tu mia nemica ancor?

EPPONINA

Nemica sempre

di chi esige viltà.

TITO

Non sai che posso

farvi cadere estinti?

SABINO

Estinti sì, non avviliti e vinti.

TITO

Decidete voi stessi

di vostra sorte; ecco il momento estremo.

EPPONINA

Son vane le minacce.

SABINO

Io non ti temo.

 

SABINO

Sfogati pur tiranno.  

EPPONINA

È vano il tuo furor.

TITO

A morte vi condanno.

EPPONINA E SABINO

Non curo il tuo rigor.

TITO

E pur in faccia a morte

non vi vedrò sì audaci.

EPPONINA

Anima vile, taci.

SABINO

Sfido il destin, la sorte.

EPPONINA, SABINO E TITO

Perfido, ingiusto cor.

SABINO

(Vedrò languir chi adoro...)

EPPONINA

(Ah morirà il mio bene...)

TITO

(Io perdo il mio tesoro...)

EPPONINA, SABINO E TITO

Che affanno, oh dio, che pena,

che barbaro dolor!

 

Fine (Atto secondo)

Atto primo Atto secondo Atto terzo

Fuga di camere.

Annio
 

E dunque a suo talento

Annio
<- Voadice

Annio queste stanze?

Voadice
Annio ->
Voadice
<- Arminio

Il parlar di costui

Voadice
Arminio ->

Or dove va il mio bene?

Voadice
<- Annio

Ascolta Voadice / Annio, che vuoi?

Annio
Voadice ->

Dell'amor mio l'arcano

Annio ->

Parte solitaria d'un giardino.

Sabino
 

Questo pure il momento esser dovria

Sabino
<- Arminio

Amico, è giunto

Sabino
Arminio ->

Vengo. Ma oh dio!

Sabino
<- Epponina, Annio

Lasciami / Non temer / Dove mi guidi?

Sabino, Epponina, Annio
<- Tito, guardie

Che fai? / Difendo

Epponina, Tito
Sabino, guardie, Annio ->

Lascia di sospirar. Gli oltraggi tuoi

Tito
Epponina ->
Tito
<- Voadice

Che sventura fatal! / Prence, soccorri

Tito, Voadice
<- Annio

Corri, o signor / Che fia? / Nel trarre al campo

Tito, Voadice
Annio ->

Se parti, d'Epponina

Voadice
Tito ->

Oh quanti in questo giorno

Voadice ->

Veduta interiore del castello di Langres; notte.

Sabino, Arminio
 

Tutto è perduto, amico

Sabino
Arminio ->

Sabino ->
<- Tito, Annio, soldati

Vedesti quel guerrier? / Sì fra quei sassi

Tito, Annio, soldati ->

Volte sotterranee, sostenute da un colonnato mezzo devastato dal tempo, a cui si scende per una gran scala.

figli di Sabino
 
figli di Sabino
<- Sabino

Venite, oh miei figli. Al vostro sen stringete

figli di Sabino, Sabino
<- Tito, Annio, soldati

Numi! In che orrendo albergo

figli di Sabino, Sabino, Tito, Annio, soldati
<- Epponina

Fermati. Ah figli miei!

figli di Sabino, Sabino, Annio, soldati, Epponina
Tito ->

Sposa / Consorte / Che momento è questo

Sabino, figli di Sabino, Epponina, soldati, Annio ->

Bosco.

Voadice, Tito
 

E Tito avrà tal core

Tito
Voadice ->

Sin che vive Sabino

Tito
<- Epponina

Signor tu vedi

Tito, Epponina
<- Voadice

Sabino è morto

(Epponina sviene)

Spiegati. Come?

Tito, Epponina
Voadice ->

(Epponina rinviene)

Consolati, Epponina

Tito, Epponina
<- Sabino, Annio, guardie

Ah sposa! / Ah sposo!

Tito, Epponina, Sabino, guardie
Annio ->

Sabino, Epponina e Tito
Sfogati pur tiranno
 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Scena ottava Scena nona Scena decima Scena undicesima Scena dodicesima
Veduta interiore dell'antico castello di Langres, o antica Lingona; da un lato recinto di folti, e... Interno di magnifico padiglione, che occupa tutta la scena, accanto del quale scorgesi accampato... Veduta interiore dell'antico castello di Langres, o Lingona. Bosco. Fuga di camere. Parte solitaria d'un giardino. Veduta interiore del castello di Langres; notte. Volte sotterranee, sostenute da un colonnato mezzo devastato dal tempo, a cui si scende per una gran scala. Bosco. Padiglione. Stanza lugubre destinata al supplizio. Sala reale illuminata.
Atto primo Atto terzo

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