Atto terzo

 

Scena prima

Luogo funebre con lampade accese, ove stanno le tombe de' Cappellii. Quella di Giulietta con iscrizione sarà in discreta eminenza con gradini a' piedi, onde poterla aprire, e far ch'ella n'esca a suo tempo.
Romeo, e Coro di Montecchii; Giulietta nella tomba.

Immagine d'epoca ()

Bozzetti

 Q 

Romeo, Montecchii, Giulietta

 

ROMEO

Ecco il luogo: ecco l'urna. Ahi vista atroce!  

ove beltà, ed amore,

ove innocenza, e fede

hanno tomba feral. Tributo amici

di lagrime, e d'affanno

s'offra alla spoglia sua. Quel freddo sasso

innanzi a me schiudete:

indi o fedeli miei meco piangete.

 
(viene aperta la tomba, e si vede Giulietta)

 

Oh dio!

 

CORO

Lugubri gemiti  

sol qui risuonino,

di meste lagrime,

quest'urna spargasi,

tributo misero

del nostro cor.

ROMEO

O mia Giulietta...

CORO

O inesorabile

morte tiranna!

ROMEO

Io l'ho perduta!

CORO

Ombra adorabile

deh accogli i spasimi

del nostro barbaro

fiero dolor.

 

ROMEO

Non più compagni: andate;  

solo restar desio, meco non bramo

che il mio dolor crudel: mi dà conforto

solo il barbaro affanno:

ogni altro oggetto a me divien tiranno.

 
(il Coro si ritira)

Montecchii ->

 

ROMEO

O mia Giulietta! O sposa!  

Mai più ti rivedrò? Pensier funesto!

O Giulietta infelice!

Ma di te mille volte

più misero Romeo! Tu almen non vedi

le sue smanie crudeli; ed ei ti mira

spoglia esangue dinanzi... o dolce sposa,

anima mia, mia speme,

t'ho perduta per sempre! oh dio che affanni!

che duol! che angoscie estreme!

Gela e avvampa il mio cor... palpita, e freme.

 

Idolo del mio cor  

deh vedi il pianto mio,

i gemiti, il dolor

del tuo fedel.

 

 

Ma che vale il mio duol? Mia bella speme,  

io ti sento; mi chiami

a seguirti fra l'ombre: ebben m'aspetta,

ti seguirò. Se a te compagno in vita

non mi volle la sorte,

teco m'unisca almen pietosa morte.

(cava un'ampolla, e beve, e getta l'ampolla)

Tranquillo io son: fra poco

teco sarò mia vita; accogli intanto

mia speme, anima mia

questo ch'io verso per te ultimo pianto.

 

Ombra adorata aspetta    

teco sarò indiviso,

nel fortunato eliso

avrà contento il cor.

Là tra i fedeli amanti

ci appresta amor diletti,

godremo i dolci istanti

de' più innocenti affetti;

e l'eco a noi d'intorno

risuonerà d'amor.

S

Sfondo schermo () ()

 
(Giulietta gradatamente va rinvenendo)

ROMEO

Odiosa mi si rende  

questa mia vita: ah già mi sento

serpeggiar nelle vene

un freddo gel di morte... ah sì; vicino,

vicino a te fra pochi istanti

anima mia sarò: cara consorte...

GIULIETTA

Romeo, Romeo...

ROMEO

Qual voce!

Eterni dèi!

GIULIETTA

Romeo!...

ROMEO

Ah chi mi chiama!

GIULIETTA

La tua Giulietta.

ROMEO

Dove son?... Deliro?

Sei tu?

GIULIETTA

Sì, caro sposo.

Deh m'assisti... Deh vieni.

ROMEO

Ah come mai

in vita tu ritorni?

GIULIETTA

E che? No 'l sai?

Fu simulata la mia morte.

ROMEO

Spiegati.

GIULIETTA

A te Gilberto amico

tutto non palesò?

ROMEO

Non mi fu nota

che la tua morte. Io venni

disperato alla tomba: e il mio dolore...

GIULIETTA

A che ti trasse mai?

ROMEO

Ah non ho core.

 

GIULIETTA

Ahimè già vengo meno:  

deh mi palesa almeno

del tuo destin l'orror.

ROMEO

Sappi, che un rio veleno

già mi serpeggia in seno,

opra del mio furor.

GIULIETTA E ROMEO

Ah che m'opprime l'anima

il barbaro tormento:

la pena ch'io mi sento

più non mi può straziar.

ROMEO

Che duol!... che fier tormento...

mi sento già mancar.

GIULIETTA

Ma che facesti barbaro!

A tanto mal, riparo

non si saprà trovar?

ROMEO

Solo mi puoi compiangere

idolo... amato... e caro;

le forze... più non reggono...

vedimi... oh dio... spirar.

(muore)

 

GIULIETTA

Romeo!... se n' muore... oh ciel, soccorso, aiuto.  

 

Scena seconda

Gilberto, e detti.

<- Gilberto

 

GILBERTO

Eccomi pronto a te.  

GIULIETTA

Dagli occhi miei

vanne imprudente amico: ecco qual frutto

dai tuoi consigli ebbe il mio amor: vedi

qual d'essi vittima se n' giace.

GILBERTO

Come!

Romeo qui! Romeo morto! Che fu?...

GIULIETTA

Il grido

della mia morte il trasse alla mia tomba,

e disdegnando senza me la vita

alla sua col velen diede l'uscita.

GILBERTO

Oh come inette, e vane

rende il destin fatal le cose umane!

Volle ei dunque, che pria del messo mio

la fama andasse a lui della tua morte

per la perfidia empir empir la vostra sorte.

GIULIETTA

Ma che faccio qui mai? Perché mi perdo

fra inutili querele? Un ferro, un ferro

io voglio adesso per aprirmi il petto,

e seguir disperata il caro oggetto.

(tenta di prendere la spada a Gilberto)

GILBERTO

Deh ferma... non tentar... genti correte.

GIULIETTA

Tu mi trattieni invan: ciò che il furore

non potrà far, lo farà in me il dolore.

 

Scena terza

Everardo, Matilde, Coro, e detti.

<- Everardo, Matilde, Cappellii, Montecchii

 

EVERARDO

Qual grida, ohimè, qual voce!  

Che vedo! Oh ciel! Tu vivi ancor, mia figlia?

GILBERTO

Deh! per pietà si salvi

dal furor disperato, ond'ella è in preda.

EVERARDO

Giulietta...

MATILDE

O dolce amica

vieni tra queste braccia.

EVERARDO

Ma qual spoglia

esangue io vedo? Romeo?

GIULIETTA

Sì è desso:

miralo pur, padre crudele, e sappi

ch'egli morì per me mio sposo, e amante,

e ch'io lo vo' seguir fida, e costante.

EVERARDO

Quali eventi son questi?

GILBERTO

In altro tempo

tutto poi da me saprai: cerchiamo adesso

di salvare costei da un fiero eccesso.

 

MATILDE E CORO

Giovane afflitta, e misera,  

possa il tuo cor ricevere

quel che ti viene a porgere

sollievo il nostro amor.

EVERARDO

Figlia sgraziata incauta,

vedi a qual tristo fato

amor sì sconsigliato

te riducendo va.

E in modo non usato

fai che m'alterni in petto

sdegno, rimorso, pena,

ira, furor, pietà.

GIULIETTA

Sprezzo le accuse, e l'onte:

m'è grato il mio destino,

or che al mio ben vicino...

sento morirmi anch'io...

Amici... mondo... addio...

m'uccide il mio dolor.

(cade svenuta su le sue donzelle)

 

CORO

L'eccesso del duolo

gli spirti le tolse,

più vita non ha.

 

EVERARDO

In quali m'involse

sventure il rigore:

m'è il vivere molesto,

e pena mi fa.

TUTTI

Che esempio funesto

un odio ci dà!

 

Fine (Atto terzo)

Atto primo Atto secondo Atto terzo

Luogo funebre con lampade accese, ove stanno le tombe de' Cappellii.

Romeo, Montecchii, Giulietta
 

(Giulietta nella tomba)

Ecco il luogo: ecco l'urna

(viene aperta la tomba e si vede Giulietta)

Montecchii, Romeo
Lugubri gemiti

Non più compagni

Romeo, Giulietta
Montecchii ->

O mia Giulietta! O sposa!

Ma che vale il mio duol?

(Romeo beve il veleno)

(Giulietta gradatamente va rinvenendo)

Odiosa mi si rende

Giulietta e Romeo
Ahimè già vengo meno

(Romeo muore)

Romeo!... se n' muore

Romeo, Giulietta
<- Gilberto

Eccomi pronto a te

Romeo, Giulietta, Gilberto
<- Everardo, Matilde, Cappellii, Montecchii

Qual grida, ohimè, qual voce

Matilde, Montecchii e Capuletii, Everardo, Giuletta
Giovane afflitta, e misera
 
Scena prima Scena seconda Scena terza
Luogo magnifico destinato a festa nuziale. Gabinetto. Cortili del palazzo Cappellio. Recinto appartato del palazzo de' Cappellii. Luogo remoto della città. Giardino; notte con luna che illumina. Gabinetto, come nell'atto primo, illuminato da candele sopra di un tavolo. Luogo funebre con lampade accese, ove stanno le tombe de' Cappellii.
Atto primo Atto secondo

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